Distretto Città di Bologna PIANO ATTUATIVO 2012 DEL TRIENNALE PER LA SALUTE E IL BENESSERE



Documenti analoghi
Stato di attuazione: Aspetti critici, positivi ecc. N. soci coinvolti N. e tipologia delle attività realizzate

INTEGRAZIONE ALL ACCORDO DI PROGRAMMA DEL PIANO DI ZONA PER L ADOZIONE DEL PROGRAMMA ATTUATIVO 2006 DEL DISTRETTO N. 1

* Responsabilità familiari, capacità genitoriali e diritti dei bambini e degli adolescenti;

PROGRAMMA PROVINCIALE SPERIMENTALE SULLA DISABILITA (L.R. 41/96 ARTT. 5 21) TRIENNIO PIANO DI ATTUAZIONE

PROGRAMMA N. 14: CITTÀ MULTIETNICA

Ambito Distrettuale 6.1

LEGGE REGIONALE N. 30 DEL REGIONE LIGURIA

5. AZIONI DI SISTEMA PER L ATTUAZIONE DEL PIANO

IN ATTUAZIONE DELLA LEGGE 8 NOVEMBRE 2000, N. 328, DELLA LEGGE REGIONALE 12 MARZO 2003, N. 2

Deliberazione legislativa n. 87/ Art. 1 Finalità

Protocollo d Intesa. tra

Programma di sviluppo della partecipazione comunitaria alla definizione del PlUS 2016/2018

Ministero della Salute

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 69/ 23 DEL

ASSISTENZA DOMICILIARE EDUCATIVA

Distretto Città di Bologna PIANO ATTUATIVO 2011 DEL TRIENNALE PER LA SALUTE E IL BENESSERE

VISTI. Il Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267, Testo unico delle leggi sull ordinamento degli enti locali ;

FORUM P.A. SANITA' 2001

ABITARE LA VITA Pisa 21 febbraio 2013

Il lavoro di comunità e l organizzazione dei servizi sociali nei nuovi assetti istituzionali

CENTRO COMUNALE DI CITTADINANZA

Progetto RISC, rischi per l infanzia e soluzioni per contrastarlo

PROGETTO ASSISTENZA DOMICILIARE ANZIANI

Premessa Riferimenti normativi Attività socio-sanitarie ad alta integrazione sanitaria

Area Infanzia, Adolescenti, Giovani, Famiglia. Assistenza domiciliare socio-educativa per minori LIVEAS

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO.

La rappresentazione delle giovani generazioni in Toscana: dati e indicatori. Anna Maria Bertazzoni Direttore generale, Istituto degli Innocenti

********** IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE. - VISTA la L. n. 184 del 04/05/83 Disciplina dell adozione e dell affidamento dei minori ;

Appunti per una tavola rotonda Ponzano Veneto, 20 maggio 2011

LEGGE PROVINCIALE N. 8 DEL REGIONE TRENTO (Prov.)

PROGETTO SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE INTERVENTI PER LA PRESA IN CARICO E IL TRATTAMENTO DI MINORI VITTIME DI ABUSO NELL AREA VASTA FIRENZE

ACCOGLIENZA PER BAMBINE e BAMBINI ADOTTATI NELLE SCUOLE

Tempo per costruire 1

BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 13 DELIBERAZIONE 22 marzo 2010, n. 363

DGR. n del

PROGETTO AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO ANNO 2016

IL RUOLO DELL ASSISTENTE SOCIALE NEL CONTESTO SOCIO-SANITARIO

Assessore alle politiche per il il Benessere dei Cittadini. Simona Benedetti

FAMIGLIE AL CENTRO: Dott. Paola Mosa Roma 24 maggio 2013

Erice è. con i diversamente abili: un percorso che continua PROGETTO DI INCLUSIONE SOCIO-LAVORATIVA PER I SOGGETTI DIVERSAMENTE ABILI

Empowerment di comunità

Comune di Jesi. Protocollo d intesa

1.OGGETTO 2.FINALITA 3. DESTINATARI

Primo monitoraggio dei Piani sociali di Zona della Regione Puglia a cura di Diletta Cicoletti e Stefania Stea

Il sistema di governo della programmazione. Ruoli, compiti, responsabilità e funzioni dei soggetti coinvolti nel processo programmatorio

Le nuove geografie del lavoro di comunità. Università degli Studi di Bergamo Dipartimento scienze umane e sociali 21 ottobre 2013

Sostegno e Accompagnamento Educativo

Sociale e Pari Opportunità alla dr.ssa Francesca Zampano;

Comune di Sondrio. Si assiste inoltre ad una maggior richiesta di accesso alla scuola secondaria di secondo grado da parte degli alunni disabili.

COMPETENZE DEI SERVIZI Servizio Pianificazione strategica e Comunicazione (DL 21)

L.R. 25 SETTEMBRE 1996 ART. 5 CO. 2 E ART. 21 CO. 3 D.P.R. N. 022/PRES.

ASSOCIAZIONE ONLUS CERCHI D ONDA

Idee e proposte dall ASP Giovanni XXIII

Piano di Zona

PROGRAMMA ATTUATIVO 2006 del Piano di Zona Accordo di programma della Zona Sociale Ravenna- Cervia - Russi

La Garanzia Giovani in Veneto. Maggio 2014

DISTRETTO SOCIO - SANITARIO N. 45

PROTOCOLLO DI INTESA TRA REGIONE LAZIO- DIREZIONE RAGIONALE POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA E L UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO

Organizzazione dei Servizi Sociali. Sono i due capisaldi posti alle fondamenta della società occidentale come oggi la conosciamo.

COMUNE DI PACIANO PROVINCIA DI PERUGIA

D.G.R.n del

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca

ALZHEIMER ED ANZIANI CON DETERIORAMENTO COGNITIVO ASSISTENZA DOMICILIARE E CENTRO

Prove Esame di Stato

Disabilità: nuovi servizi e nuovi sistemi di finanziamento

DIREZIONE DIRITTI DI CITTADINANZA E COESIONE SOCIALE SALVI ALESSANDRO

LINEE GUIDA PER I PIANI DI ZONA

Programma finalizzato all autonomia nell ambiente domestico di disabili e anziani

PROTOCOLLO D INTESA. Tra. Provincia di Potenza. Ufficio Scolastico Provinciale

SINTESI OBIETTIVI ANNO 2014

Comune Capofila : VETRALLA

REGOLAMENTO SERVIZIO EDUCATIVA TERRITORIALE

SOMMARIO. Art. 8 Conoscenza dei bisogni e valutazione del gradimento dei servizi

AZIONI A SOSTEGNO DELLE POLITICHE DI CONCILIAZIONE TRA FAMIGLIA E LAVORO

ALLEGATO 1 BANDO DI GARA PER LACREAZIONE DI UNA SHORT LIST DI FORNITORI DI SERVIZI DI CONCILIAZIONE DEI TEMPI DI VITA E DI LAVORO DELLE DONNE

Progetto Badabene e innovazioni del sistema di assistenza domiciliare

Programmazione FSE : aggiornamento stato di attuazione

C I T T A D I E R I C E PROVINCIA DI TRAPANI

Indicatori di realizzazione finanziaria SPESE DI FUNZIONAMENTO. Capacità d'impegno

Le attività della Fondazione si suddividono in due macro aree di intervento:

AZIONI DI PROMOZIONE, FORMAZIONE E SOSTEGNO PER L AFFIDAMENTO e LA SOLIDARIETA FAMILIARE

REGOLAMENTO AFFIDO FAMILIARE

LINEE GUIDA DEL SERVIZIO DI

LEGGE REGIONALE N. 20 DEL REGIONE MARCHE

Progetto TRA CASA E CITTA : PERCORSI DI INCLUSIONE SOCIALE

Gruppo 1 I SERVIZI PER LA NON AUTOSUFFICIENZA TRA NUOVE DINAMICHE SOCIALI E SOSTENIBILITA ECONOMICA

REGOLAMENTO PER PRESTAZIONI DI ASSISTENZA DOMICILIARE, TRASPORTO SOCIALE E TELESOCCORSO

P.ROGRAMMA DI I.NTERVENTO P.ER LA P.REVENZIONE DELL I.STITUZIONALIZZAZIONE

Dall evidenza all azione. Politiche di governance per una scuola sana

CENTRI SEMIRESIDENZIALI PER DISABILI ADULTI

AZIENDA ULSS 20 DI VERONA

Città di Enna AREA 5 G.R.I.T.

Area Persone Anziane. Servizio di assistenza domiciliare sociale per anziani LIVEAS

PROGETTO DI INTEGRAZIONE E RECUPERO SCOLASTICO

Comune di Gradara Provincia di Pesaro e Urbino. Linee guida per il funzionamento del servizio di assistenza educativa domiciliare e scolastica

GLI IMMIGRATI IN PROVINCIA DI CREMONA Contesto, azioni, progetti

Legge Regionale 23 Novembre 2006, n. 20. Istituzione del fondo regionale per la non autosufficienza. (BUR N. 34 del 9 dicembre 2006)

STATUTO DELL AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA MEYER INDICE SEZIONE

PROTOCOLLO D INTESA PER L INSERIMENTO DEI PAZIENTI PSICHIATRICI NELLE RSA e NEI CDI

Programma provinciale a sostegno delle politiche sociali Annualità 2015

Transcript:

Distretto Città di Bologna PIANO ATTUATIVO 2012 DEL PIANO TRIENNALE PER LA SALUTE E IL BENESSERE SOCIALE 2009 2012 1

2

PIANO DI ZONA PER LA SALUTE E IL BENESSERE SOCIALE 2009-2012 DISTRETTO CITTA' DI BOLOGNA La programmazione 2012: il percorso, i soggetti coinvolti, i progetti e gli interventi per la Città di Bologna Indice 1. Premessa... p. 10 2. Programma dei progetti e degli interventi per target... p. 18 3. Programmazione del Fondo Regionale per la Non Autosufficienza... p. 335 4. L Accreditamento dei Servizi Socio-Sanitari per Anziani e Disabili: aggiornamento del fabbisogno, revisione dei piani di adeguamento dei servizi gestiti dalle ASP e orientamenti per il rinnovo dei contratti...... p. 342 5. I progetti di miglioramento del Distretto di Bologna... p. 345 Indice delle schede progetti e interventi Interventi trasversali di sistema 1.Sviluppo degli sportelli sociali... p. 14 2.Consolidamento dell Ufficio di Piano... p. 16 Responsabilità familiari -Infanzia e adolescenza a) Gli obiettivi strategici triennali di salute e benessere sociale... p. 18 b) Dagli obiettivi strategici triennali: verifica dello stato di avanzamento degli interventi e progetti del Piano Attuativo 2011... p. 23 c) Schede:... da p. 42 1. Servizio sociale professionale ASP Irides: minori stranieri non accompagnati, vittime della tratta, non riconosciuti alla nascita 2. Contributi economici 3. Promozione dell agio e prevenzione del disagio: gruppi socio-educativi, centri di aggregazione giovanile, centri anni verdi, Estate in città 4. Borse Lavoro minori e MSNA 3

5. Sistema di strutture, interventi e progetti in ambito socio, educativo, scolastico e culturale a sostegno della qualificazione dell'offerta formativa ai minori e dell'inclusione sociale (in continuità) 6. Sistema di servizi e altre opportunità volti al sostegno della conciliazione tra il tempo di cura e il tempo lavorativo, con particolare riferimento ai progetti sperimentali. (in continuità) 7. Interventi di sostegno alla domiciliarità per famiglie con minori vi sia presenza di svantaggio sociale anche aggravato dall effetto della crisi economica o patologie croniche di particolare onere assistenziale, al fine di al fine di prevenire e recuperare il deterioramento delle relazioni familiari dei nuclei in condizione svantaggiate, anche aggravate dall effetto della crisi economica 8. Centro per le Famiglie ASP IRIDeS 9. Osservatorio nazionale famiglia-unità di Bologna 10. Interventi nell ambito dell esecuzione penale minorile 11. Le Città Sane dei Bambini e delle Bambine. Progetto interistituzionale 12. Progetto: Aggregazioni giovanili: ritrovare la strada. Progetto di prevenazione della devianza. art.4 L.R.4/1272003 N.24 13. Raccordo interistituzionale tra AUSL, Comune e Asp IRIDeS volto all accompagnamento alla genitorialità e alla consultazione per le famiglie con minori (in continuità con piano Attuativo 2011) 14. Sistema di accoglienza minori: servizi semiresidenziali 15. Sistema Accoglienza: strutture residenziali 16. Progetto P.I.P.P.I. (Programma di Intervento Per la Prevenzione dell Istituzionalizzazione) 17. Interventi e progetti per la promozione dell indipendenza, della creatività, dell educazione interculturale e della cittadinanza attiva dei giovani. 18. Attività e servizi svolti dal DSM Neuropsichiatria 19. Progetti per l adolescenza e la prevenzione del disagio giovanile Quartiere Navile 20. Progetti per l adolescenza e la prevenzione del disagio giovanile Quartiere Porto 21. Attività sportive in funzione di supporto ai minori per la prevenzione del disagio, l integrazione e il sos tegno di situazioni complesse sotto il profilo sociale e sanitario Quartiere Reno 22. Progetti per l adolescenza e la prevenzione del disagio giovanile - Quartiere San Donato 23. Progetti rivolti alla prevenzione del disagio giovanile. Integrazione con proposte innovative. Quartiere S. Stefano 24. Progetti per l adolescenza e la prevenzione del disagio giovanile - Quartiere Saragozza 25. Sostegno alla genitorialità e contrasto alla dispersione e all abbandono scolastico/progetti di intervent i socio educativi - Quartiere Savena 26. Sostegno alla Famiglia, all'infanzia e adolescenza - Quartiere Borgo Panigale 27. Interventi e progetti in ambito socio educativo e scolastico a sostegno dell inclusione sociale di minori Quartiere S. Vitale Interventi a sostegno dei programmi di protezione sociale e assistenza a favore delle vittime di tratta, sfruttamento e riduzione in schiavitù art. 18 D.lgs 286/98 e art. 13 L. 228/2003 ambito minori Giovani e dipendenze a) Gli obiettivi strategici triennali di salute e benessere sociale... p. 122 4

b) Dagli obiettivi strategici triennali: verifica dello stato di avanzamento degli interventi e progetti del Piano Attuativo 2011... p. 125 c) Schede:... da p. 130 1. Laboratorio per lo sviluppo dell autonomia lavorativa Abba 2. Progetto unità mobili di sostegno 3. Interventi di prevenzione selettiva per giovani consumatori 4. Progetto territoriale Guida la notte per la prevenzione delle dipendenze e dall uso/abuso di sostanze legali e illegali, e dell incidentalità stradale alcol-droga correlata 5. Progetto territoriale Palestra Sicura: salute in movimento nell ambito della progettazione regionale Palestra Sicura: Prevenzione e Benessere Emilia-Romagna 6. Protocollo d intesa tra Ausl di Bologna e Comune di Bologna per l integrazione degli interventi a favore delle persone con dipendenze patologiche Immigrati stranieri a) Gli obiettivi strategici triennali di salute e benessere sociale... p. 145 b) Dagli obiettivi strategici triennali: verifica dello stato di avanzamento degli interventi e progetti del Piano Attuativo 2011... p. 148 c) Schede:... da p. 153 1. SPRAR Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati 2. Rimpatri assistiti volontari a favore di nuclei familiari e singoli stranieri. ROI (rimpatrio,operativo imprenditoriale) 3. Nodo punto di riferimento principale a livello distrettuale del centro regionale contro le discriminazioni 4. Servizio centralizzato di mediazione linguistico culturale e di interpretariato 5. Progetto Artemide (Oltre la strada/riduzione del danno per il fenomeno della prostituzione) 6. Progetto Prostituzione invisibile - possibili strategie e modelli d'intervento Povertà ed esclusione sociale a) Gli obiettivi strategici triennali di salute e benessere sociale... p. 165 b) Dagli obiettivi strategici triennali: verifica dello stato di avanzamento degli interventi e progetti del Piano Attuativo 2011... p. 168 c) Schede:... da p. 175 1. Servizio sociale bassa soglia (SBS) 2. Contributi economici, esenzione ticket per adulti e immigrati 3. Borse lavoro per adulti e immigrati 4. Assistenza domiciliare per persone adulte 5. Interventi nell area esecuzione penale al progetto regionale finalizzato al contrasto esclusione sociale carcere 6. Progetto Microcredito alla persona 5

7. Progetto Money Tutoring 8. Strutture Semi residenziali per persone a rischio di esclusione sociale 9. Strutture residenziali del sistema accoglienza adulti e immigrati ( bassa soglia/1 livello/2 livello, appartamenti di transizione e pre autonomia). Rete di alloggi di transizione Interventi a sostegno dei programmi di protezione sociale e assistenza a favore delle vittime di tratta, sfruttamento e riduzione in schiavitù art. 18 D.lgs 286/98 e art. 13 L. 228/2003 ambito adulti Anziani a) Gli obiettivi strategici triennali di salute e benessere sociale... p. 206 b) Dagli obiettivi strategici triennali: verifica dello stato di avanzamento degli interventi e progetti del Piano Attuativo 2011... p. 209 c) Schede:... da p. 217 1. Domiciliarità, nuove opportunità assistenziali a sostegno delle famiglie 2. Prevenzione e riconoscimento precoce della non autosufficienza. INPDAP Home care Premium 3. Home Care Premium - INPDAP muove Bologna: Badabene e altri interventi sull assistenza domiciliare di anziani non autosufficienti e fragili 4. Continuazione e sviluppo/approfondimento di un percorso finalizzato alla formazione, qualificazione ed alla permanenza di assistenti familiari nel sistema del lavoro di cura al domicilio di persone anziane, e a fornire strumenti formativi rivolti ai care givers. Prosecuzione dei progetti realizzati nel 2008, 2009 e 2010. 5. Assistenza residenziale 6. Programma prevenzione soggetti fragili Disabili a) Gli obiettivi strategici triennali di salute e benessere sociale... p. 235 b) Dagli obiettivi strategici triennali: verifica dello stato di avanzamento degli interventi e progetti del Piano Attuativo 2011... p. 238 c) Schede:... da p. 244 1. Accesso e presa in carico 2. Domiciliarità Disabili, nuove opportunità assistenziali e sostegno delle famiglie 3. Consolidamento nuove modalità di organizzazione del trasporto scolastico. Assistenza scolastica disabili. 4. Interventi educativi e accoglienza semi-residenziale per i minori disabili 5. Disabili Psichici 6. Gravissime disabilità 7. Assistenza residenziale 8. Altri progetti di innovazione 9. Definizione di un modello condiviso (sanitario educativo e sociale) di presa in carico e di comunicazione integrata fra i soggetti che accompagnano il percorso di vita dei minori disabili dalla nascita fino alla maggiore età, con elaborazione di una adeguata modalità di documentazione delle pratiche relative al progetto educativo, di cura ed assistenza, da condividere con le famiglie. 6

10. Realizzazione delle azioni previste dalla nuova normativa riguardante le certificazioni scolastiche. 11. Monitoraggio delle azioni previste dagli accordi di programma. 12. Contributi per la mobilità e l autonomia nell ambiente domestico a favore di persone con disabilità (Art. 9 e 10, LR 29/97) e Contributi del FRNA finalizzati ad interventi di adattamento domestico (DGR 1206/2007, allegato A dell allegato 5) Elenco progetti sovrazonali e programmi provinciali 2012 Progetti sovrazonali:... da p.271 1.Progetto sovrazonale Servizi a valenza sovradistrettuale o provinciale : 1.Pronto intervento sociale 2. Centro specialistico per la prevenzione dell abuso e maltrattamento: Il Faro 3.Adattamento domestico. Integrazione dei servizi e degli interventi territoriali: gestione del servizio CAAD 4.E-Care 5.Progetto fragilità 2.Progetto sovrazonale Laboratorio assistenti familiari 3.Progetto sovrazonale Laboratorio cittadini per la salute * 4.Progetto sovrazonale Obiettivo salute * 5.Progetto sovrazonale Auto Mutuo Aiuto * 6.Progetto sovrazonale Piano provinciale d intervento per la lotta al tabagismo * 7.Progetto sovrazonale Sistema di allerta e sorveglianza ondate di calore* *progetti sovrazonali di bacino ausl bologna Programmi Provinciali a sostegno delle politiche sociali:... da p. 289 A - Azioni di sistema 1.Progetto Azioni di coordinamento e supporto alle funzioni di programmazione sociale e sociosanitaria 2.Progetto Sperimentazione coordinata della rete degli sportelli sociali e portale provinciale degli sportelli sociali 3.Progetto Benessere e salute mentale 4.Progetto Sviluppo e valorizzazione del terzo settore e modelli di partecipazione 5.Progetto Sensibilizzazione e formazione al servizio civile volontario 6.Progetto Cantiere per il contrasto alla vulnerabilità sociale 7.Progetto Sostegno al reinserimento sociale e lavorativo di minori e adulti in esecuzione penale 8.Progetto Arte ed emozioni dal sociale. Il teatro per l'educazione e l'inclusione B - Immigrazione 1.Osservatorio delle immigrazioni 2.Assistenza al funzionamento del consiglio dei cittadini stranieri e apolidi della provincia di Bologna 3.Sostegno e qualificazione della rete di soggetti attivi nell'insegnamento della lingua italiana ai cittadini 7

stranieri 4.Coordinamento della rete locale antidiscriminazioni e promozione della settimana del dialogo interculturale 5.Coordinamento tavolo tecnico provinciale per l'accoglienza dei profughi provenienti dal Nord-Africa 6.Formazione sui temi dell'immigrazione 7.Progetto provinciale a supporto di lavoratori occupati a bassa scolarità 8.Interventi di politiche attive del lavoro a sostegno dei lavoratori immigrati C - Infanzia e adolescenza 1.Progetto promozione e sviluppo dell'affidamento familiare e qualificazione dell'accoglienza familiare 2.Progetto promozione e qualificazione dei servizi, delle iniziative e degli interventi nell'ambito dell'adozione nazionale e internazionale 3.Progetto abuso e maltrattamento: consulenza e in/formazione 4.Progetto servizi educativi per bambini in età 0/3 anni 5.Progetto Sostegno al successo formativo e scolastico 6.Progetto Coordinamento provinciale delle politiche giovanili. 8

9

1. Premessa 1Il Piano triennale di zona della Salute e del Benessere Sociale 2009-11 è stato esteso anche al 2012 per decisione della giunta regionale nelle more della predisposizione del Piano sociale e sanitario. Il processo di programmazione triennale avviato nel 2009 ha visto la partecipazione negli anni di tutti i soggetti che in città promuovono e realizzano interventi di welfare, pur attraversando diverse fasi della vita amministrativa del Comune (quattro diversi mandati) che hanno prodotto alcune discontinuità nel confronto con le parti sociali, con i cittadini e le associazioni del territorio. Oggi, in previsione della nuova programmazione triennale che dovrà ridefinire gli obiettivi prioritari del distretto sul medio-lungo periodo, si ritiene opportuno cogliere l occasione del Programma attuativo annuale 2012 per definire alcune progettazioni prioritarie che guardino al futuro e per rilanciare un percorso di confronto sulle scelte strategiche verso cui indirizzare l azione del Comune, dell Ausl e di tutti gli attori del sistema a rete degli interventi e dei servizi sociali. Il Piano di zona, nello spirito della normativa nazionale e regionale che lo disciplinano, costituisce lo strumento di pianificazione più ampio in materia di welfare che supera le programmazioni interne di ciascuno dei soggetti coinvolti (bilancio, programmi obiettivo, programmi di mandato, ecc.) a favore di una programmazione distrettuale capace di rappresentare non solo le istituzioni, ma anche le attività delle associazioni e dei cittadini che si realizzano nei diversi territori e contesti di vita. In conformità con quanto previsto dall Atto di coordinamento della Conferenza territoriale sociale e sanitaria del 2009, oltre al percorso partecipato con la cittadinanza condotto nelle sedi di confronto dei Quartieri e al contributo dei tavoli tecnici, sono stati attivati tavoli di confronto a livello centrale con le Organizzazioni sindacali e con i principali attori del Welfare cittadino. Il Comitato di distretto, recependo quanto emerso dalle diverse sedi di confronto, ha individuato le seguenti linee di indirizzo per il Piano di zona della Salute e del Benessere Sociale Programma Attuativo Annuale 2012. I progetti principali del 2012 UN NUOVO MODELLO DI ASSISTENZA DOMICILIARE Costruire un sistema di sostegno alla domiciliarità modulabile sulla base delle esigenze delle persone fragili e non autosufficienti, attraverso nuove modalità di lettura dei bisogni e un integrazione di tutte le opportunità offerte dai servizi, quali, ad esempio: a) la continuità di assistenza nei passaggi ospedale/territorio, b) la fruizione dei centri diurni, c) l attivazione di una assistente famigliare, d) la fruizione del servizio di assistenza domiciliare, e) il ricorso a ricoveri di sollievo, f) i servizi offerti dal volontariato, g) l erogazione di assegni di cura. FARSI CARICO DELLE PERSONE FRAGILI Attivare strumenti per la presa in carico precoce delle situazioni di fragilità, promuovendo un attività di contrasto alla perdita della non autosufficienza, anche investendo sulle risorse della comunità e sull autoaiuto della famiglia, del volontariato, dello stesso paziente protagonista della propria gestione. Individuare e monitorare le persone fragili a rischio di non autosufficienza passando dalla logica dell attesa a quello dell iniziativa, intervenendo per intercettare e riconoscere il bisogno quando non è ancora manifesto o conclamato. PRIS H 24 Implementare il funzionamento dell attuale servizio di Pronto Intervento Sociale metropolitano, ampliandone la reperibilità sulle 24 ore, limitatamente al territorio cittadino. Ciò potrà consentire di concentrare in un unico punto cittadino le richieste di interventi indifferibili ed urgenti che provengono dai soggetti territoriali che intercettano la domanda: Forze dell Ordine, Ospedali, servizi di prossimità, ecc. SERVIZI A BASSA SOGLIA PER PERSONE TEMPORANEAMENTE PRESENTI Attivare servizi specialistici di orientamento e valutazione del bisogno dedicati alla popolazione adulta non residente o priva di specifici riferimenti territoriali a cui oggi non è possibile offrire risposte adeguate attraverso i Servizi Sociali Territoriali. 10

La costituzione di un servizio di accoglienza per le persone non residenti potrà prevedere la definizione di un Osservatorio in grado di mettere in rete tutte le informazioni e i dati dei soggetti istituzionali, del terzo settore e del volontariato che si occupano del problema con l'obiettivo di costruire una banca dati da tenere aggiornata. L'Osservatorio sarà utile anche per avere un elenco aggiornato delle disponibilità di accoglienza temporanea. Sul tema esclusione sociale sarà costituito un tavolo tecnico coordinato dal Comune con la partecipazione di tutti gli enti che si occupano del tema (associazioni, OO.SS., ecc.). UN PORTAFOGLIO COMUNE PER I MINORI Costruire un patto istituzionale forte tra Comune e AUSL sull integrazione delle risorse e delle professionalità per una presa in carico completa del disagio sociale e sanitario dei minori. Definire un progetto complessivo in grado di rilanciare una politica di interventi più efficaci e volti a ridurre il ricorso e i tempi della istituzionalizzazione. MISURE A SOSTEGNO DEL LAVORO E DELL'INSERIMENTO LAVORATIVO DEI SOGGETTI SVANTAGGIATI E DISABILI In considerazione dell'attuale fase di crisi economica e sociale, il Comune di Bologna intende promuovere iniziative che favoriscano la crescita dell'occupazione. A tal proposito, si impegna a verificare la possibilità di dotarsi di uno specifico regolamento di procedure contrattuali per l'inserimento lavorativo delle persone all'art.2 lettera k) del Decreto legislativo 10 settembre 2003 n.276, prevedendo una riserva specifica per i soggetti all'art.4 della legge 381/1991. Sviluppo delle iniziative territoriali Accanto a queste progettazioni principali, che Comune e Ausl hanno già iniziato a implementare, il confronto sviluppato a livello di Quartiere ha messo in luce alcuni obiettivi ritenuti oggi di rilevante attualità verso cui orientare le iniziative del territorio e l azione più complessiva dell Amministrazione: Interventi a favore dei minori finalizzati a contrastare la dispersione scolastica, a prevenire fenomeni di bullismo, a promuovere lo sviluppo della rete delle famiglie affidatarie anche nella prospettiva di creare connessioni virtuose con i servizi sociali e socio-educativi dei Quartieri. Interventi di promozione della salute e degli stili di vita realizzati a livello territoriale da associazioni, gruppi informali o singoli cittadini che potrebbero essere meglio valorizzate anche in vista della costituzione di un Osservatorio distrettuale per la promozione della Salute. I Consigli di Quartiere hanno approvato specifici ordini del giorno inerenti il Piano Attuativo Annuale 2012, declinando gli obiettivi specifici del proprio territorio e le proposte progettuali di maggiore rilevanza che fanno parte del presente documento. Il percorso di programmazione 2012 e i soggetti coinvolti Gli indirizzi strategici di intervento sul welfare locale espressi nel Piano Triennale per la Salute e il Benessere Sociale 2009-2012 rappresentano l orientamento di partenza per la programmazione dei servizi e degli interventi presenti nel Piano Attuativo 2012. Fasi: 1)L Ufficio di Piano predispone la documentazione e il materiale per l avvio del confronto partecipato L Ufficio di Piano predispone il materiale preparatorio, base per la definizione del Piano attuativo 2012 e strumento per il confronto in tutti i tavoli di partecipazione; in particolare: il consuntivo del Piano attuativo 2011, con puntuale verifica dello stato di attuazione di tutti gli interventi/progetti/attività previste; lo sviluppo e riorientamento degli obiettivi strategici individuati nel Piano triennale in base all eventuale modifica significativa del bisogno emergente intercorsa nell ultimo anno, ai nuovi indirizzi dell Amministrazione comunale (espressi negli strumenti programmatori istituzionali: Programma di Mandato, Relazione Previsionale e Programmatica, Indirizzi per i Piani Obiettivi dei Quartieri) e dall ultimazione del Piano strategico dell Ausl. 1) Confronto con tutti i soggetti In base al materiale preparatorio, e con il supporto dell Ufficio di Piano, si realizza il confronto con tutti i 11

soggetti che avevano preso parte al percorso precedente di costruzione del Piano Attuativo. In particolare: - Tavolo del Welfare; - Tavoli Tecnici e Tematici; - Consulte e Consigli di Quartiere; - Tavolo di concertazione con le Organizzazioni Sindacali Confederali 2) Recepimento delle proposte e del materiale prodotto dal confronto partecipato L Ufficio di Piano Dipartimento Benessere di Comunità, attraverso il lavoro dei Tavoli Tecnici e Tematici e dei Consigli di Quartiere, recepisce tutte le proposte e il materiale prodotto dal confronto partecipato che si realizza nei diversi livelli di concertazione ed elabora un unico Piano Attuativo 2012 distrettuale. Il Piano unico cittadino è poi sottoposto ad approvazione da parte della Giunta. Infine il Piano Attuativo 2012 approvato viene trasmesso alla Regione Emilia-Romagna. Programma costruzione Piano Attuativo 2012 Confronto Tavolo Welfare e OOSS Confronto Tavoli Tecnici e Tematici Confronto Consigli di Quartiere Recepimento esiti delle consultazioni ed elaborazione Piano Unico Distrettuale di sintesi a cura Ufficio di Piano Approvazione Giunta e trasmissione Regione Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio 1-15 16-31 1-15 16-28 1-15 16-31 1-15 16-30 1-15 16-31 1-15 16-30 1-15 16-31 12

13

Progetti e interventi Interventi trasversali e di sistema SCHEDA INTERVENTO PROGRAMMA ATTUATIVO ANNUALE PER L ANNO 2012 DECLINAZIONE DEGLI OBIETTIVI STRATEGICI TRIENNALI SCHEDA N. 1 La scheda fa riferimento ai punti 1 e 2 dell Indice del Programma attuativo annuale e riguarda prioritariamente interventi e progetti di Comuni associati, o di questi con l Ausl. INTERVENTI RIVOLTI AI TARGET Responsabilità Infanzia e Familiari adolescenza ON LE FINALITÀ DI: Giovani Anziani Disabili Immigrati stranieri Informazione/Promozione del benessere sociale, della salute e di stili di vita sani Povertà e Esclusione sociale Salute mentale Dipendenze Prevenzione Cura/Assistenza INTERVENTI PER L INTEGRAZIONE GESTIONALE E PROFESSIONALE X (accesso integrato, sportello unico distrettuale, sportello sociale, ufficio di piano, protocolli fra servizi, funzionamento delle unità di valutazione multiprofessionale, formazione delle diverse figure professionali, tecnologie informatiche, soluzioni gestionali, stato di avanzamento ed eventuale adeguamento del programma di trasformazione delle Ipab in Asp) PIANO DI ATTIVITA FRNA L intervento o l insieme di interventi rientrano nel Piano di attività per la non autosufficienza* (*) Va compilata una scheda per ciascuna delle seguenti tipologie di interventi per la non autosufficienza, definite nel sistema informativo on line per il monitoraggio FRNA, citandole come titolo della scheda intervento: 1) Assistenza Residenziale Anziani, 2) Domiciliarità Anziani, nuove opportunità assistenziali e sostegno alle famiglie, 3) Altri interventi per gli Anziani non ricompresi nelle finalità precedenti; 4) Assistenza Residenziale Disabili, 5) Domiciliarità Disabili, nuove opportunità assistenziali e sostegno alle famiglie, 6) Altri interventi per i Disabili non ricompresi nelle finalità precedenti; 7) Accesso e presa in carico; 8) Azioni trasversali: vanno compilate tre schede specifiche in relazione ai seguenti interventi: a) Emersione e qualificazione del lavoro di cura delle assistenti famigliari, b) Servizi consulenza e sostegno economico per l'adattamento domestico, c) Programmi di sostegno delle reti sociali e di prevenzione soggetti fragili. PROGRAMMA DI ATTIVITÀ INFANZIA E ADOLESCENZA L. R. N. 14/08 - AZIONE DA SVILUPPARE: L azione è di nuova attivazione? No Sì Specificare in quale delle azioni da sviluppare in ogni Distretto rientra, al punto 2.3 del Programma 1. Supporto della domiciliarità 2. Presa in carico multidisciplinare e lavoro d èquipe Infanzia e Adolescenza: 3. Costituzione/integrazione di un Fondo comune 4. Sistema di accoglienza in emergenza Altro INTERVENTO/PROGETTO: Sviluppo degli sportelli sociali OBIETTIVO/I TRIENNALE/I DI RIFERIMENTO COMPRESI QUELLI D INTEGRAZIONE CON ALTRE POLITICHE: Interventi trasversali e di sistema 1. Soggetto capofila Comune di Bologna dell intervento 2. Ambito territoriale di Distrettuale realizzazione 3. Referente Direttore Settore Servizi Sociali: Dr. Eno Quargnolo Direttori dei nove Quartieri cittadini dell intervento 4. Destinatari Cittadini del Comune/Distretto di Bologna 5. Eventuali interventi/politiche Servizi sociali territoriali Attività del Settore Comunicazione-redazione centrale Iperbole Attività Sportello Immigrazione Asp Poveri Vergognosi e Centro famiglie 14

integrate collegate Attività del Settore tecnologie informatiche Attività di formazione e supporto agli sportelli sociali: Prosieguo dell attività di formazione, addestramento e supervisione del personale impegnato nello sportello sociale attraverso un piano formativo modulare; estensione software Garsia a tutti i servizi sociali e monitoraggio dell andamento; completa integrazione tra gli sportelli informativi specialistici preesistenti; condivisione delle attività informative e di comunicazione con la rete dei soggetti territoriali attraverso le attività redazionali sia verso gli sportelli sociali degli altri comuni della provincia, sia verso soggetti del terzo settore; sviluppo sinergie tra Sportelli Sociali e Sportelli distrettuali per fornire informazione che orientino i cittadini in modo comune aia alle opportunità sociali che sanitarie a livello Distrettuale; sviluppo della funzione di Osservatorio al fine dell analisi dei bisogni e correlazione con l offerta di servizi esistenti. Lavoro redazionale: Gestione del sito degli sportelli sociali con particolare riferimento alla banca dati a schede sui sevizi-risorse del territorio; produzione di newsletter e rassegne stampa; produzione di servizi informativi e di documentazione per gli operatori degli sportelli sociali; collaborazione con gli sportelli sociali della provincia per una strategia di 6. Azioni previste integrazione del lavoro redazionale; possibile integrazione con sportelli informativi dell amministrazione comunale e (sportelli lavoro; sportello centro famiglie e Asp P.Vergognosi; sportelli Casa) e di altre amministrazioni (sportelli unici distrettuali Az.USL); collaborazione con la redazione Iperbole per il sito del Comune, i profili sui social network (Facebook e Twitter) e le pagine della Intranet IoNoi; collaborazione con gli altri sportelli di informazione sociale a Bologna pubblici e privati; collaborazione con siti/riviste/agenzie/quotidiani/centri di documentazione per la raccolta e circolazione delle informazioni. Per questo lavoro si prevede, come per il 2011, anche l attivazione di una collaborazione con l Associazione Bandieragialla.it che supporterà il lavoro redazionale con particolare riferimento agli aspetti legati alle tecnologie, all utilizzo degli strumenti di web 2.0 e alla promozione del lavoro degli sportelli sociali e dei relativi strumenti informativi, all aggiornamento e implementazione del sito. Sperimentazione interventi di comunità: Valorizzazione delle esperienze formative svolte dai Servizi Sociali territoriali sugli interventi di comunità attraverso la realizzazione di attività a carattere sperimentale, con particolare attenzione allo sviluppo delle reti locali. 7. Istituzioni/attori Comune di Bologna, Provincia di Bologna, AUSL Distretto città di Bologna, Terzo settore, Altri Enti/Organismi che eroghino servizi ai target di cittadinanza oggetto del sociali coinvolti lavoro degli sportelli Risorse di tutti i servizi/settori coinvolti (Comune: Operatori quartieri, personale Sistemi Informativi, settore personale per formazione, Settore Coordinamento Sociale e 8. Risorse umane che si prevede di impiegare salute per redazione, Ausl, Terzo Settore). Attivazione di una collaborazione ad hoc per il lavoro redazionale con l Associazione Bandieragialla.it Garantire in maniera omogenea nel territorio il diritto di accesso alle rete dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie; migliorare l acceso alle informazioni ed ai percorsi di 9. Risultati attesi in presa in carico; garantire gli apporti informativi al fine di realizzare un piano assistenziale individuale adeguato e il più efficace possibile; garantire una servizio informati- relazione a indicatori vo che sappia coerentemente integrare tutte le risorse territoriali, pubbliche e private; regionali/distrettuali rilevare il bisogno dei cittadini del territorio: registrazione e monitoraggio domanda espressa. Previsione di spesa risorse risorse TOTALE risorse regionali (Fondo regionali (altri FRNA Fondo Fondo risorse da comunali sociale locale + fondi) nazion sanitario altri soggetti 10. Piano Fondo straordinario) ale NA regional -specificare finanziario: e euro 50.000,00 50.000,00 15

SCHEDA INTERVENTO PROGRAMMA ATTUATIVO ANNUALE PER L ANNO 2012 DECLINAZIONE DEGLI OBIETTIVI STRATEGICI TRIENNALI SCHEDA N. 2 La scheda fa riferimento ai punti 1 e 2 dell Indice del Programma attuativo annuale e riguarda prioritariamente interventi e progetti di Comuni associati, o di questi con l Ausl. INTERVENTI RIVOLTI AI TARGET Responsabilità Familiari Infanzia e adolescenza CON LE FINALITÀ DI: Giovani Anziani Disabili Immigrati stranieri Informazione/Promozione del benessere sociale, della salute e di stili di vita sani Povertà e Esclusione sociale Salute mentale Dipendenze Prevenzione Cura/Assistenza INTERVENTI PER L INTEGRAZIONE GESTIONALE E PROFESSIONALE X (accesso integrato, sportello unico distrettuale, sportello sociale, ufficio di piano, protocolli fra servizi, funzionamento delle unità di valutazione multiprofessionale, formazione delle diverse figure professionali, tecnologie informatiche, soluzioni gestionali, stato di avanzamento ed eventuale adeguamento del programma di trasformazione delle Ipab in Asp) PIANO DI ATTIVITA FRNA L intervento o l insieme di interventi rientrano nel Piano di attività per la non autosufficienza* (*) Va compilata una scheda per ciascuna delle seguenti tipologie di interventi per la non autosufficienza, definite nel sistema informativo on line per il monitoraggio FRNA, citandole come titolo della scheda intervento: 1) Assistenza Residenziale Anziani, 2) Domiciliarità Anziani, nuove opportunità assistenziali e sostegno alle famiglie, 3) Altri interventi per gli Anziani non ricompresi nelle finalità precedenti; 4) Assistenza Residenziale Disabili, 5) Domiciliarità Disabili, nuove opportunità assistenziali e sostegno alle famiglie, 6) Altri interventi per i Disabili non ricompresi nelle finalità precedenti; 7) Accesso e presa in carico; 8) Azioni trasversali: vanno compilate tre schede specifiche in relazione ai seguenti interventi: a) Emersione e qualificazione del lavoro di cura delle assistenti famigliari, b) Servizi consulenza e sostegno economico per l'adattamento domestico, c) Programmi di sostegno delle reti sociali e di prevenzione soggetti fragili. PROGRAMMA DI ATTIVITÀ INFANZIA E ADOLESCENZA L. R. N. 14/08 - AZIONE DA SVILUPPARE: L azione è di nuova attivazione? No Sì Specificare in quale delle azioni da sviluppare in ogni Distretto rientra, al punto 2.3 del Programma 1. Supporto della domiciliarità 2. Presa in carico multidisciplinare e lavoro d èquipe Infanzia e Adolescenza: 3. Costituzione/integrazione di un Fondo comune 4. Sistema di accoglienza in emergenza Altro INTERVENTO/PROGETTO: Consolidamento dell Ufficio di Piano OBIETTIVO/I TRIENNALE/I DI RIFERIMENTO COMPRESI QUELLI D INTEGRAZIONE CON ALTRE POLITICHE: Interventi trasversali e di sistema 1. Soggetto capofila Comune di Bologna dell intervento 2. Ambito territoriale di Distrettuale realizzazione 3. Referente dell intervento 4. Destinatari 5. Eventuali interventi/politiche integrate collegate Chris Tomesani Responsabile Ufficio Programmazione e Controlli Dipartimento Servizi alle Famiglie - Comune di Bologna Tel. 051/2195540 e-mail chris.tomesani@comune.bologna.it Distretto di Bologna 16

-Attivare interventi di formazione volto a professionalizzare le figure di personale dedicato e a fornire gli strumenti e le conoscenze adeguate alla gestione del nuovo modello di governance; 6. Azioni previste - Sviluppare le attività di rendicontazione sociale e di analisi statistica dei dati di attività dei servizi e del contesto demografico. - Supportare l Ufficio di Piano nelle attività di programmazione e monitoraggio del Piano della Salute e del Benessere Sociale. 7. Istituzioni/attori Comune di Bologna, Ausl Distretto Città di Bologna sociali coinvolti 8. Risorse umane che Personale di Comune di Bologna e Ausl Distretto città di Bologna si prevede di impiegare 9. Risultati attesi in relazione a indicatori regionali/distrettuali Sviluppare e consolidare la regia tecnica integrata del sistema di welfare distrettuale adeguata al nuovo e articolato sistema (Comune, Ausl, ASP, Terzo settore). Produzione del Profilo di Comunità distrettuale. Previsione di spesa TOTALE risorse comunali risorse regionali (Fondo risorse FRNA Fondo Fondo risorse da 10. Piano sociale locale + regionali nazionale sanitario altri soggetti Fondo (altri NA regionale-specificare finanziario: straordinario) fondi) euro 50.000,00 50.000,00 17

2 - Programma dei progetti e degli interventi per target Responsabilità familiari -Infanzia e adolescenza Indice: a) Gli obiettivi strategici triennali di salute e benessere sociale b) Dagli obiettivi strategici triennali: verifica dello stato di avanzamento degli interventi e progetti del Piano Attuativo 2011 c) Schede: 1. Servizio sociale professionale ASP Irides: minori stranieri non accompagnati, vittime della tratta, non riconosciuti alla nascita 2. Contributi economici 3. Promozione dell agio e prevenzione del disagio: gruppi socio-educativi, centri di aggregazione giovanile, centri anni verdi, Estate in città 4. Borse Lavoro minori e MSNA 5. Sistema di strutture, interventi e progetti in ambito socio, educativo, scolastico e culturale a sostegno della qualificazione dell'offerta formativa ai minori e dell'inclusione sociale (in continuità) 6. Sistema di servizi e altre opportunità volti al sostegno della conciliazione tra il tempo di cura e il tempo lavorativo, con particolare riferimento ai progetti sperimentali. (in continuità) 7. Interventi di sostegno alla domiciliarità per famiglie con minori vi sia presenza di svantaggio sociale anche aggravato dall effetto della crisi economica o patologie croniche di particolare onere assistenziale, al fine di al fine di prevenire e recuperare il deterioramento delle relazioni familiari dei nuclei in condizione svantaggiate, anche aggravate dall effetto della crisi economica 8. Centro per le Famiglie ASP IRIDeS 9. Osservatorio nazionale famiglia-unità di Bologna 10. Interventi nell ambito dell esecuzione penale minorile 11. Le Città Sane dei Bambini e delle Bambine. Progetto interistituzionale 12. Progetto: Aggregazioni giovanili: ritrovare la strada. Progetto di prevenazione della devianza. art.4 L.R.4/1272003 N.24 13. Raccordo interistituzionale tra AUSL, Comune e Asp IRIDeS volto all accompagnamento alla genitorialità e alla consultazione per le famiglie con minori (in continuità con piano Attuativo 2011) 14. Sistema di accoglienza minori: servizi semiresidenziali 15. Sistema Accoglienza: strutture residenziali 16. Progetto P.I.P.P.I. (Programma di Intervento Per la Prevenzione dell Istituzionalizzazione) 17. Interventi e progetti per la promozione dell indipendenza, della creatività, dell educazione interculturale e della cittadinanza attiva dei giovani. 18. Attività e servizi svolti dal DSM Neuropsichiatria 19. Progetti per l adolescenza e la prevenzione del disagio giovanile Quartiere Navile 20. Progetti per l adolescenza e la prevenzione del disagio giovanile Quartiere Porto 21. Attività sportive in funzione di supporto ai minori per la prevenzione del disagio, l integrazione e il sos 18

tegno di situazioni complesse sotto il profilo sociale e sanitario Quartiere Reno 22. Progetti per l adolescenza e la prevenzione del disagio giovanile - Quartiere San Donato 23. Progetti rivolti alla prevenzione del disagio giovanile. Integrazione con proposte innovative. Quartiere S. Stefano 24. Progetti per l adolescenza e la prevenzione del disagio giovanile - Quartiere Saragozza 25. Sostegno alla genitorialità e contrasto alla dispersione e all abbandono scolastico/progetti di interventi so cio educativi - Quartiere Savena 26. Sostegno alla Famiglia, all'infanzia e adolescenza - Quartiere Borgo Panigale 27. Interventi e progetti in ambito socio educativo e scolastico a sostegno dell inclusione sociale di minori Quartiere S. Vitale Interventi a sostegno dei programmi di protezione sociale e assistenza a favore delle vittime di tratta, sfruttamento e riduzione in schiavitù art. 18 D.lgs 286/98 e art. 13 L. 228/2003 ambito minori 19

Gli obiettivi strategici triennali di salute e benessere sociale Responsabilità familiari -Infanzia e adolescenza BISOGNI EMERGENTI DAL PROFILO DI COMUNITÀ IN AMBITO DISTRETTUALE - Necessità di integrazione tra le politiche per la prevenzione e la promozione del benessere: necessità del riconoscimento e della tutela dei diritti personali e di cittadinanza dell'infanzia e dell'adolescenza, quali il diritto fondamentale al benessere e alla salute, in tutte le politiche settoriali necessità di interventi su comportamenti a rischio al fine di evitare costi sociali elevati in termini di cura o riabilitazione (scarsa attività motoria e scelte alimentari errate che causano obesità, consumo di alcol e tabacco, uso non corretto di contraccettivi, disattenzione delle norme di sicurezza stradale, di sicurezza domestica) necessità di sviluppare attività di sostegno alle diverse forme di aggregazione, volte alla promozione della creatività, di stili di vita sani, all'incontro e partecipazione - Necessità di sostegno alle famiglie in situazione di difficoltà economica e precarietà aumento delle difficoltà (anche esclusione sociale) di madri sole con figli in una situazione di crisi economica come quella attuale, emergono situazioni di difficoltà economica temporanee, che possono avere come conseguenza povertà o difficoltà relazionali - Necessità di potenziamento e sviluppo dei servizi educativi, in particolare per la prima infanzia in particolare si registra un aumento della popolazione 0-3 e più in generale 0-14 sono in aumento le richieste di servizi rivolti alla fascia 0-3; da indicazioni regionali si evidenzia la necessità di promuovere i servizi educativi sperimentali per la prima infanzia si richiede maggiore flessibilità e qualità ai servizi scolastici ed extra-scolastici emergono nuovi bisogni di salute rivolti alla fascia 0-14. - Necessità di migliorare il sistema di sostegno alle famiglie e ai minori in difficoltà contrastando il ricorso agli allontanamenti: da indicazioni nazionali e regionali si evidenzia la necessità di supportare i nuclei familiari con nuovi nati sviluppare percorsi di sostegno per genitori e figli che vivono l'esperienza dell'affido e dell'adozione circa 1/3 dei bambini/ragazzi del territorio non sono assistiti dal SSN (stranieri) il cambiamento degli stili di vita familiari produce un aumento di richieste da parte delle famiglie di sostegno e strumenti di decodifica di situazioni problematiche presenza di situazioni familiari multi-problematiche (disagio familiare, disagio scolastico, problemi di integrazione sociale, ecc.) richiesta di interventi per adolescenti in difficoltà (disagio scolastico, difficoltà di integrazione, disagio psicologico, uso di sostanze, violenza scolastica ecc.) previsione di un ampliamento dell istituto penale minorile con aumento dei minori seguiti, con una crescente incidenza di giovani portatori di disturbi psichici aumento dei minori sottoposti a provvedimenti del tribunale per i minorenni (allontanamento dalla famiglia) consistente presenza di minori stranieri non accompagnati (sono l 81% della provincia) crescente richiesta di protezione e accoglienza di donne sole con figli minori - Necessità di coordinamento tra i servizi: a fronte di situazioni multi-problematiche a fronte di situazioni di grave disabilità al fine di attuare una programmazione concertata e ottimizzata a fronte di risorse decrescenti - Necessità di favorire il dialogo e lo scambio tra generazioni, popolazioni l'analisi del capitale sociale della nostra città evidenzia una ricchezza associativa e partecipativa; si evidenziano però situazioni conflittuali tra generazioni e popolazioni di diversa provenienza (immigrati), situazioni di esclusione sociale OBIETTIVO/I PRIORITARIO/I IN AMBITO SOCIALE, SOCIOSANITARIO E DEI SERVIZI SANITARI TERRITORIALI 1.Politiche per la prevenzione e la promozione del benessere -la promozione degli stili di vita sani, quali una sana alimentazione, movimento e orientamento in spazi aperti e chiusi, informazione e sensibilizzazione sulle malattie, l'educazione alla affettività e sessualità, in particolare coinvolgendo gli adolescenti e i giovani. In tale ambito occorre anche rilanciare la prevenzione delle dipendenze da sostanze e da alcol e tabacco, in tutti gli ambienti di vita dei ragazzi: scuola, sport, strada, luoghi del divertimento -riprogettazione della rete dei Centri Anni Verdi e delle altre opportunità di incontro e iniziativa, presenti nei quartieri, al fine di promuovere una offerta educativa per gli adolescenti, moderna ed adeguata 20

-coordinamento dei diversi tipi di interventi su iniziative partecipative e per il tempo libero: sportive e culturali, luoghi di aggregazione -favorire l'integrazione di soggetti stranieri all'interno dei percorsi di prevenzione e promozione della salute, anche attraverso l'ausilio di mediazione culturale -prevenzione volta a ridurre costi di presa in carico sociale e sanitaria (individuare strategie preventive per comportamenti a rischio, per es. disagio psicologico) 2. sostegno alle famiglie in situazione di difficoltà economica e precarietà: -sviluppo di politiche di conciliazione a favore delle famiglie per promuovere condizioni di parti opportunità di accesso e permanenza nel mercato del lavoro e per perseguire l'obiettivo di favorire la conciliazione tra tempi di cura e di lavoro. Introduzione del voucher conciliativo -la significativa accentuazione dell impoverimento di fasce della popolazione rende urgente la definizione di un vero e proprio piano cittadino per il contrasto della povertà, che presti attenzione alle cause dell impoverimento, agendo preventivamente per limitarne gli effetti -sperimentazione di forme di sostegno economico che escano dalla logica assistenzialistica (per es. microcredito in collaborazione con ASP Poveri Vergognosi). 3. Potenziamento e sviluppo dei servizi educativi -nuovo impegno per il diritto allo studio: adeguamento dell'offerta di servizi alle nuove esigenze dei genitori, integrazione interculturale, attenzione alla socializzazione dei ragazzi e contrasto della violenza nelle scuole, attenzione alle difficoltà economiche delle famiglie che ostacolano l'uguaglianza dell'accesso alle opportunità educative, contrasto dell'abbandono e della dispersione, integrazione dei migranti di 2 generazione, sviluppo di percorsi di continuità tra il mondo della scuola e del lavoro e di transizione al lavoro -sviluppo di politiche per la formazione durante tutto l'arco della vita -inquadramento delle iniziative di integrazione scolastica degli allievi disabili in un progetto di vita, con specifica attenzione ai passaggi tra i diversi gradi dell'istruzione e tra scuola e lavoro; -nuovo piano per l estensione dell offerta di servizi per la prima infanzia, non necessariamente di nido, e salvaguardia della piena frequenza della scuola per l infanzia anche attraverso interventi di inclusione ed integrazione dei bambini e famiglie di altre culture e risposte sperimentali che devono diventare sistema 4. Sostegno alle famiglie e ai minori in difficoltà -la diffusione di occasioni di confronto e formazione per i genitori, con offerta di consulenze sopratutto in ambito educativo, anche di gruppo -promuovere consapevolezza e competenza riguardo alla tutela della salute sessuale e riproduttiva, sostegno alla gravidanza e maternità, anche per famiglie affidatarie e adottive -sperimentazione e implementazione di forme di sostegno anche domiciliare alle famiglie per contrastare il deterioramento e la cronicizzazione delle condizioni di disagio -adeguato trattamento di minori con problematiche psichiatriche (evitare trasferimenti fuori regione, evitare inserimento in strutture connotate per utenza psichiatrica conclamata e quindi precoce psichiatrizzazione di minori) -attivazione di fine settimana di sollievo per famiglie con figli in grave disagio al fine di evitare le rotture del nucleo familiare con conseguente inserimento del minore in strutture -presa in carico dei minori non accompagnati attraverso interventi articolati e orientati alla loro tutela e all accompagnamento nei percorsi di integrazione 5. Coordinamento tra servizi -migliore integrazione delle politiche comunali in campo educativo con i consultori e i servizi di neuropsichiatria al fine di perseguire il miglioramento dell efficacia dei servizi -integrazione delle azioni a sostegno delle funzioni genitoriali erogate presso i quartieri, l armonizzazione operativa tra i servizi educativo-scolastici e gli educatori dei servizi sociali -integrazione delle tradizionali prestazioni di aiuto economico, superandone la settorializzazione per target di popolazione, coordinando le erogazioni economiche (assistenziali, per la casa, per la cura, per le disabilità, donne sole con figli ecc.) e cercando di colmare le lacune (disoccupazione cronica, espulsione dal mercato del lavoro) -riorganizzazione delle equipe multidisciplinari, per la valutazione dei casi complessi e la presa in carico congiunta dei servizi sociali e sanitari -formalizzazione dei rapporti con il Tribunale dei Minorenni -limitazione degli eccessi di istituzionalizzazione dei minori in comunità, attraverso una migliore promozione dell'affido e la sperimentazione di forme di presa in carico leggera del minore in difficoltà e dei suoi genitori, semplificazione procedure di affido; -pianificazione dell offerta di posti in accoglienza nelle sue diverse tipologie sia per minori sia per donne sole con figli, con il coinvolgimento dell Asp Irides, del Centro Giustizia Minorile, del terzo settore, per dare a Bologna (con un ottica provinciale) una rete di opportunità adeguata qualitativamente alle esigenze attuali, ma anche autosufficiente -organizzazione della rete di coordinamento tra servizi sociali e sanitari al fine della realizzazione di invii mirati e veloci di famiglie e minori -raccordo tra accoglienza familiare e in struttura, anche attraverso il sostegno alla domiciliarità e interventi sociali e sanitari mirati e tempestivi 21

6. Sviluppo servizi -sviluppo dei servizi sociali professionali, anche attraverso una specifica formazione degli operatori -definizione di accordi con l Ausl, in ambito provinciale, per il consolidamento di servizi specializzati, ad esempio per l abuso e il maltrattamento -rafforzamento dell Ufficio Tutele e della consulenza giuridica per la tutela dei minori -sviluppo delle relazioni di rete per l accoglienza temporanea per casi specifici, per esempio protezione delle minori vittime della tratta -sviluppo protocolli tra servizi (Ausl Comune Cgm) ai fini dell'integrazione socio-sanitaria -definizione di accordi in ambito provinciale per la pronta accoglienza dei minori stranieri non accompagnati (cfr. Progetto sovrazonale ricompreso in Piano attuativo 2009) OBIETTIVI D INTEGRAZIONE CON ALTRE POLITICHE -coinvolgimento associazioni, volontariato, parrocchie (promozione dell'agio, tempo libero, servizi extra-scuola, relazioni tra generazioni, progetti di integrazione con altre culture, dialogo interreligioso) -scuole/enti formazione: sviluppo competenze e formazione dei giovani, contrasto del disagio giovanile, del disagio scolastico, della dispersione scolastica attivazione di percorsi di integrazione con i settori della cultura, dello sport, della sicurezza su temi comuni INDICATORI DI RISULTATO -frequenze (n soggetti/nuclei familiari/genitori presi in carico/utenza, n centri aperti, n visite domiciliari, n esperienze di mutuo aiuto, n soggetti coinvolti nella progettazione, n di prestiti erogati/prestazioni economiche, n richieste) -di attività (aperture settimanali, programmazione attività, iniziative) -descrittivi (target, tipologie situazioni problematiche risolte) -reclami (n segnalazioni cittadini) -di integrazione (n soggetti/nuclei familiari seguiti congiuntamente;protocolli) -indicatori di qualità (questionari di gradimento, follow-up) -indicatori di risultato: efficienza (rapporto costi-obiettivo/utenza raggiunta) -indicatori di processo (adeguamento al mutare del bisogno dell'obiettivo) 22

Dagli obiettivi strategici triennali: verifica dello stato di avanzamento degli interventi e progetti del Piano Attuativo 2011 PROGETTI DISTRETTUALI AREA RESPONSABILITA FAMILIARI, INFANZIA E ADOLESCENZA SCHEDA N.1 Titolo: Sistema di servizi e altre opportunità volti al sostegno della conciliazione tra il tempo di cura e il tempo lavorativo, con particolare riferimento ai progetti sperimentali. (in continuità) Referente: Miriam Pepe - Direttore Settore Istruzione (Comune di Bologna) Obiettivo/i (da Piano Triennale): Potenziamento e sviluppo dei servizi educativi, sostegno alle famiglie in situazione di difficoltà economica e precarietà La azioni di supporto alla conciliazione si sono realizzate attraverso l offerta e il monitoraggio di: Servizi tradizionali con affido: Nidi d'infanzia, Sezioni primavera Servizi integrativi: spazi bambino, centri per bambini e genitori Servizi sperimentali con affido: Piccolo Gruppo Educativo, NidoCasa Progetto Tata Bologna (Qualificazione di baby sitter) Contributi economici a sostegno delle famiglie: servizio Zerododici E stato realizzato il corso di formazione per baby sitter a carico dell amministrazione al fine di fornire un servizio alle famiglie e un opportunità di crescita alle donne lavoratrici. Il Comune di Bologna ha mantenuto il convenzionamento e il ruolo di monitoraggio del sistema, con particolare attenzione ai progetti sperimentali, a garanzia dei livelli qualitativi e di integrazione dell offerta. Per i contributi economici ci si è avvalsi del cofinanziamento della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. Attività prevista nel 2012: Le azioni sono confermate anche per l anno 2102. Si prevede l attivazione di un nuovo corso di formazione per baby sitter. SCHEDA N.2 Titolo: Sistema di strutture, interventi e progetti in ambito socio, educativo, scolastico e culturale a sostegno della qualificazione dell'offerta formativa ai minori e dell'inclusione sociale (in continuità) Referente: Miriam Pepe - Direttore Settore Istruzione (Comune di Bologna) Obiettivo/i (da Piano Potenziamento e sviluppo dei servizi educativi Triennale): Le azioni previste si sono realizzate. Vale a dire: progetti di qualificazione dei servizi educativi 0-3 anni, progetti di qualificazione delle scuole d'infanzia, formazione degli operatori dei servizi educativi e scolastici, offerte dei servizi educativi territoriali, progetto di qualificazione scolastica del ciclo primario, interventi per il diritto allo studio, estate in città, centro servizi e consulenza Ri.E.Sco Attività prevista nel Verifica delle azioni attivate e implementazione/innovazione dei progetti 2012: SCHEDA N.3 Titolo: Qualificazione dell'offerta formativa e dell'inclusione sociale attraverso il sistema di strutture, interventi e progetti in ambito socio, educativo, scolastico e culturale (in continuità) Referente: Miriam Pepe - Direttore Settore Istruzione (Comune di Bologna) Obiettivo/i (da Piano Potenziamento e sviluppo dei servizi educativi Triennale): Le azioni previste si sono realizzate attraverso il consolidamento, monitoraggio, verifica, innovazione dei progetti e interventi che afferiscono alla qualificazione dell offerta formativa. In particolare nell ambito di Bologna città delle bambine e dei bambini è stata organizzata una manifestazione intorno alla giornata dei diritti dell infanzia (20 novembre) che ha visto realizzarsi la 23