Collusione orizzontale e restrizioni verticali: il caso dei carburanti per autotrazione. Novembre 2000



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Transcript:

Collusione orizzontale e restrizioni verticali: il caso dei carburanti per autotrazione Giuseppe Colangelo {Gianmaria Martini Novembre 2000 Universitµa dell'insubria e Cranec Universitµa Cattolica Universitµa Cattolica 1

Obiettivo del lavoro studiare il caso antitrust \Accordi per la fornitura di carburanti" guardando: la realtµa dell'industria in questione la letteratura economica rilevante fornendo semplici spunti di analisi economica 2

Schema della presentazione 1. il fatto 2. con gurazione del mercato 3. la violazione riscontrata 4. la teoria economica sulle relazioni verticali tra imprese 5. discussione dell'impatto della violazione riscontrata sulla capacitµa dei distributori di determinare il prezzo al dettaglio 3

1. Il fatto AGCM ha multato le compagnie petrolifere per aver tentato di imporre ai distributori il prezzo al dettaglio dei carburanti multa: 3.5% del fatturato Il TAR del Lazio ha confermato la decisione e- scludendo API 4

2. Con gurazione tipica del mercato bene omogeneo (carburanti per autotrazione) di erenziazione orizzontale per il ruolo della localizzazione Produzione: caratteristiche 1. notevoli barriere all'entrata (di±cile e costoso aprire nuove ra±nerie e nuovi depositi ) spinta alle joint{ventures) 2. presenza di grandi compagnie multinazionali a capitale privato e di imprese nazionali a prevalente capitale pubblico 3. notevole incidenza dei costi di trasporto ) favorisce il sistema delle \permute": quindi spillover sui costi di produzione 5

Distribuzione Si pone il problema della scelta tra: 1. integrazione verticale (IV) (la compagnia vende direttamente) 2. separazione verticale (SV) (rete di distributori indipendenti) 3. se SV, distribuzione esclusiva? 6

Tipologie di mercato Integrazione verticale M 1 M 2 R 1 R 2 il prezzo al dettaglio viene stabilito dalla compagnia petrolifera SV senza distribuzione esclusiva M 1 M 2 R 1 R 2 SV con distribuzione esclusiva M 1 M 2 R 1 R 2 In tutti e due i casi di SV il prezzo al dettaglio viene stabilito dal distributore (proprietario della benzina che vende) 7

Si osserva nei vari paesi industrializzati una prevalenza di SV con distribuzione esclusiva (piµu in Europa che in USA/Canada) Esiste quindi una pluralitµa di distributori (gestori delle pompe di benzina o benzinai), specializzati nella gestione della forza lavoro preposta alla distribuzione (non esistono barriere all'entrata ad essere gestore) Il numero dei punti vendita µe dato e di di±cile modi cazione (autorizzazioni) IlmercatoinItalia Le caratteristiche tipiche dell'industria, unite a diverse politiche di investimento fatte nel passato, portano l'eni ad una posizione di vantaggio sui rivali sia nella ra±nazione che nello stoccaggio Oligopolio concentrato e asimmetrico: poca variabilitµa delle quote di mercato 8

Produzione 8 imprese CR2=63% (ENI+Esso), CR4=80% (CR2+Q8+Erg). Shell, Tamoil, Api, Fina sotto il 5%. HHI 2719 Distribuzione punti vendita 1991: 28341 1999: 23931 (meno 15%) +28% rispetto a Francia, +30% rispetto a Germania, + 43% rispetto a UK il prezzo dei carburanti in Italia (al netto accise ed IVA) µe superiore del 12% circa rispetto a F, G, GB. 9

2/3 degli impianti sono di proprietµa delle compagnie petrolifere 1/3 sono di privati (in possesso dell'autorizzazione a vendere benzina). Godono in genere di una rendita. La compagnia si assicura il punto vendita mediante un contratto in esclusiva che puµo anche prevedere il pagamento di una somma ssa al proprietario dell'autorizzazione, oltre che una commissione pro{litro venduto. Il contratto di distribuzione piµu di uso (l'unico) µe quello tramite gestore (accordo colore). Durata: 6 anni. Prevede il comodato delle attrezzature al gestore, che provvede alla forza lavoro necessaria e ottiene uno sconto pro{litro acquistato. La compagnia petrolifera garantisce una remunerazione minima al gestore. 10

Deregulation dei prezzi in Italia Fino al 1991 prezzi ssati dal CIP. La normativa prevedeva che i margini pro{litro riconosciuti ai gestori fossero negoziati a livello nazionale tra gestori e compagnie. Agli incontri partecipava anche il Governo Fino al 1994 prezzi sorvegliati (il CIP controlla che siano compatibili con (a) media prezzi internazionali (b) in azione programmata). Obbligo per le compagnie di depositare i listini presso Minindustria. Dal 1994 prezzi liberi: obbligo di comunicare i prezzi consigliati al Minindustria, e no al settembre 1999 della \doppia cartellonistica" (il gestore doveva esporre sia l'indicazione del prezzo consigliato dalla compagnia che il prezzo di vendita e ettivamente praticato) 11

voci che concorrono a determinare il prezzo consigliato a - costo marginale di produzione (530 L/lt) b-accisa(930l/lt) c - margine proprietario autorizzazione (85 L/lt) d - margine compagnia (130 L/lt) e-marginegestore(85l/lt) t - aliquota IVA prezzo consigliato p p = a + b + c + d + e 1 t» = 2200 prezzo escluso tasse 830 L/lt IL compagnia 130/830=15.7% (5.9% su 2200) IL gestore 85/830 =» 10.2% (3.9% su 2200) 12

3. La violazione riscontrata Imporre un RPM attraverso un sistema di sconti unitari decrescenti rispetto alla quantitµa venduta concessi ai distributori s = s(y), con s 0 < 0 Tutte le compagnie adottano tale schema negli stessi termini 13

L'e etto di tale pratica sul pro tto del gestore se p = p (RPM) µe la seguente ¼ up à à à à à à à up y 1 y 2 y Due possibili obiettivi delle compagnie petrolifere nell'istituire lo schema di sconti: a. limitare la capacitµa del gestore di variare il prezzo al dettaglio rispetto a quello consigliato (tesi AGCM) b. catturare in parte il pro tto del gestore 14

4. La teoria economica sulle relazioni verticali tra imprese Separazione Verticale (SV) vs Integrazione Verticale (IV) 1. IV µe da preferire a SV sia dal punto di vista individuale che sociale, perchµe impedisce la doppia marginalizzazione, sotto certe condizioni (ad e- sempio monopolio successivo) 2. Se il mercato a monte µe oligopolistico (interbrand competition) e ciascun produttore ha il suo distributore esclusivo, SV µe da preferire a IV se i distributori sono complementi strategici. L'e etto µe p * sia a monte che a valle e la price competition viene mitigata (Bonanno e Vickers [1988], Rey e Stiglitz [1995]) 3. ci possono essere motivi scali ed altri legati alle rigiditµa contrattuali (nelle relazioni con la forza lavoro) che spingono verso SV 15

Ulteriori motivi per adottare la distribuzione e- sclusiva 1. proteggere i bene ci derivanti dai propri investimenti con un impatto sull'industria a valle (pubblicitµa, infrastrutture della rete distributiva) (Marvel [1982]) 2. Eliminare i costi di negoziazione sulla fornitura di un bene e la conseguente incertezza. Si rma un contratto di lungo periodo che regola i ripetuti rapporti economici tra le parti, senza dover ricontrattare di volta in volta (Hart e Tirole [1990]) 16

Perchµe imporrerpm? RPM elimina la doppia marginalizzazione impedendo riduzioni indesiderate di quantitµa venduta, come IV (Tirole [1988]) 17

5. Analisi economica della violazione riscontrata Studiamo l'e etto del legame inverso tra sconto e quantitµa venduta sulla capacitµa delgestoredi stabilire il prezzo al dettaglio Funzione del pro tto di un distributore tipo ¼ = y(p)[p (p s(y[p]))] p = prezzo al dettaglio, deciso dal distributore p = prezzo consigliato dalla compagnia petrolifera s = sconto unitario, n s 0 < 0 s 0 = 0 schema sconti decrescenti nessun schema Consideriamo un solo prodotto e per semplicitµa ipotizziamo pari a zero il costo unitario del lavoro e che la funzione ¼ sia concava 18

CPO d¼ dp = dy [p (p s)] + y 1+s 0dy dp dp d¼ dp = dy p p + s + ys 0 + y dp de niamo l'elasticitµa della domanda del singolo gestore: ² = @y p @py e l'elasticitµa dello schema di sconto: = s 0y s sostituendo per ² ed : d¼ dp = y p f ²[p p + s(1 )] + pg 19

Valutiamo d¼ in p = p in modo da capire se il distributore ha incentivo a variare il prezzo al dp dettaglio rispetto a quello consigliato: d¼ dp j p=p = y p [ s²(1 )+p] sign d¼ dp j p=p = sign [ s²(1 )+p] non esiste convenienza a variare il prezzo (RPM) se e solo se: s²(1 )+p =0 Considerando queste grandezze come parametri, si ottiene: ² = p s(1 ) 20

² RP M 6 p p + p * p s p * 0 1 per 1 @¼ @p j p=p> 0 ) il distributore ha convenienza ad alzare il prezzo (overpricing) per <1 @¼ @p j p=p ( > 0 se ²< p s(1 ) < 0 se ²> p s(1 ) 21

In generale d¼ dp j p=p =0 quindi si ha RPM, se e solo se ² = p s(1 ) piµu s µe piccolo piµu µe probabile, per 0 <1, che il distributore aumenti il prezzo (overpricing) piµu p µe grandepiµuµe probabile, per 0 <1, che il distributore aumenti il prezzo (overpricing) Un esempio numerico p = 2200, s =85 =0:18 (overpricing) se²<~² = 2200 85(0:82) = 0 (nessun vincolo)» = 31:56 (overpricing) se²<^² = 2200 85» = 25:89 22

Da evidenziare 1. E' piµu forte per il distributore l'incentivo all'overpricing che all'underpricing. Loschemadi sconto contribuisce a questo. 2. Sappiamo che, in presenza di piµu distributori, overpricing riduce anche l'intensitµa della competizione a valle 3. perchµe allora le compagnie petrolifere combattono l'overpricing ) forticontrollisuigestori per far rispettare p (minaccia di non rinnovare il contratto alla scadenza)? 23

Conclusioni sull'industria 1. Sembra che gli e etti negativi dovuti alla doppia marginalizzazione (overpricing) sianoelevatie quindi le compagnie petrolifere non abbiano motivi strategici afavoredellasv,mamotivilegati piµu a ragioni scali ed a rigiditµa contrattuali nei rapporti con la forza lavoro 2. RPM µe utile in quanto replica il risultato di IV, senza sostenere i costi ssi connessi con IV. Grazie ad RPM si eliminano gli e etti negativi della doppia marginalizzazione 24

Conclusioni sull'indagine antitrust 1. il legame inverso tra sconto e vendite non implementa un RPM ma accentua l'incentivo all'overpricing piuttosto che all'underpricing. 2. le nalitµa delle compagnie nell'adottare tale restrizione sembrano consistere piµu nell'appropriarsi (in parte) del pro tto dei distributori piuttosto che ridurgli la capacitµa di determinazione del prezzo al dettaglio (che µe comunque limitata) 3. la lotta all'overpricing da parte delle compagnie petrolifere non µe forse in linea con gli interessi della collettivitµa (riduzione della doppia marginalizzazione)? 25