ANALISI STRUTTURATA DEL PROGETTO



Documenti analoghi
Il Sistema di Sorveglianza PASSI D ARGENTO: una risposta ai bisogni di informazione agli operatori di Distretto

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO.

Guadagnare Salute Piemonte Scuole che Promuovono Salute

Area Disabilita. Assistenza scolastica per l autonomia e la comunicazione dei disabili LIVEAS

AZIENDA ULSS 20 DI VERONA

Progetto IDENTITAS: Formazione agli operatori di Bilancio di Competenze

Azione Disabilità. Per raggiungere gli obiettivi enunciati si perseguiranno sue punti: Le attività previste verranno realizzate in tre fasi:

AREA ANALISI, PREVENZIONE E PROMOZIONE DELLA SALUTE DIPARTIMENTO DI SANITÀ PUBBLICA

Area Persone Anziane. Servizio di assistenza domiciliare sociale per anziani LIVEAS

Protocollo d Intesa. tra

Comune di Terni Provincia di Terni A.T.C. & Partners Mobilità F.I.S.H. Umbria ONLUS PROTOCOLLO DI INTESA

RELAZIONE SANITARIA 2007

Le attività della Fondazione si suddividono in due macro aree di intervento:

ALIMENTAZIONE, MOVIMENTO, STILI DI VITA: ISTRUZIONI PER L USO

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

IL DISEGNO DI VALUTAZIONE ADOTTATO

Il progetto regionale di ricerca MACONDO

PIANO REGIONALE DELLA PREVENZIONE

Piani integrati per lo sviluppo locale. Progetti di marketing territoriale. Progettazione e start-up di Sistemi Turistici Locali

PROGRAMMAZIONE E GESTIONE DI UN PROGETTO DI SERVIZIO SOCIALE

CASTIGLIONE E SCARLINO: SOLUZIONI IN AGENDA

SVILUPPO, CERTIFICAZIONE E MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA SECONDO LA NORMA BS OHSAS 18001:2007

La valutazione dello stress lavoro-correlato nell ASS N. 1 Triestina

LE CURE DOMICILIARI ASL 9 COeSO

BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 13 DELIBERAZIONE 22 marzo 2010, n. 363

SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE

La rete per la promozione della salute in Lombardia

Città di Montalto Uffugo (Provincia di Cosenza) SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE

BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE CAMPANIA - N. 65 BIS DEL 12 DICEMBRE 2005

Il modello veneto di Bilancio Sociale Avis

R e g i o n e L a z i

5 La popolazione disabile

SCUOLA PRIMARIA STATALE 3 CIRCOLO G. CAIATI

CENTRO FORMAZIONE REGIONALE

SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO per la gestione del rischio amministrativo-contabile

PRESENTAZIONE PROGETTO

ACCOGLIENZA PER BAMBINE e BAMBINI ADOTTATI NELLE SCUOLE

Obiettivi perseguiti:

LE ATTIVITÀ INTEGRATE PASSI -PASSI D ARGENTO

DELIBERAZIONE N. 33/32. Istituzione della rete di cure palliative della d

Le attività di prevenzione nella Regione Sicilia

Dall evidenza all azione. Politiche di governance per una scuola sana

Protocollo d intesa Per la formazione di esperti della Sicurezza nei luoghi di lavoro Safety Manager

PROTOCOLLO D INTESA TRA

SISTEMA NAZIONALE DI VALUTAZIONE - AUTOVALUTAZIONE ANNAMARIA BIANCO

IL diabetico. Gestione condivisa. Claudio Marengo Marco Comoglio Andrea Pizzini

Dipartimento Ambiente e Sviluppo Servizio Ambiente. U.O. C. Sviluppo Sostenibile, Agenda XXI, Comunicazione SINTESI PROGETTO

VALeS Valutazione e Sviluppo Scuola

Presidiare una consultazione online

CRITICITA, PRIORITA E PUNTI DI FORZA NELL AVVIO DELLA GESTIONE ASSOCIATA DEL PERSONALE a cura di Andrea Pellegrino

4 Congresso nazionale Società Italiana Telemedicina e sanità elettronica

EA 03 Prospetto economico degli oneri complessivi 1

FORUM P.A. SANITA' 2001

L integrazione professionale per l assistenza a domicilio: infermieri e fisioterapisti a confronto

17. SISTEMA COMUNICAZIONE E MARKETING

Milano, 21 marzo Azioni ambientali di UBI BANCA e CDP

Metodologie e modelli di assistenza sanitaria territoriale

*Perché parliamo di. genere e salute. augusta.angelucci@alice.it

PROGETTO ASSISTENZA DOMICILIARE ANZIANI

REGOLAMENTO CONVOL REGIONALE. della Regione

L ICF - Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute

FAMIGLIE AL CENTRO: Dott. Paola Mosa Roma 24 maggio 2013

Nell anno duemilacinque del mese di nel giorno, nella sede della Direzione Sicurezza Sociale del Comune di Firenze sono presenti i Signori:

PROVINCIA DI BERGAMO Bergamo, 22 ottobre 2012

Andrea Petromilli Ordine degli Psicologi del Veneto.

REGOLAMENTO PROVINCIALE SUL PIANO DELLA PERFORMANCE E SUI SISTEMI DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE

Alla c.a. Sindaco/Presidente Segretario Generale Dirigente competente

INRCA ISTITUTO DI RICOVERO E CURA A CARATTERE SCIENTIFICO DIREZIONE SCIENTIFICA EVENTO FORMATIVO

IL LAVORO IN RETE NEI SERVIZI EDUCATIVI SPECIALISTICI

PROGRAMMA PROVINCIALE SPERIMENTALE SULLA DISABILITA (L.R. 41/96 ARTT. 5 21) TRIENNIO PIANO DI ATTUAZIONE

Progetto Monitoraggio sull utilizzo dei fondi previsti dalla Legge 440/97

Attività federale di marketing

Percorso formativo ECM/ANCoM all interno del progetto IMPACT

ALLEGATO B. Nel corso degli anni il monitoraggio ha previsto nelle diverse annualità:

AUDIT. 2. Processo di valutazione

REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI. Art. 1 Finalità

Convegno Nazionale settembre 2009 COMUNE DI VIGEVANO LA FAMIGLIA CON PERSONA DISABILE INTERVENTO OLISTICO

ANCHE IL LINFEDEMA SECONDARI O E MALATTIA DISABILITAN TE: UN INDICE DA PROPORRE ALL INPS

Il Profilo Dinamico Funzionale (PDF)*

Progetto Nazionale di Cure Palliative Pediatriche

Portale Acqua e Salute

AUTOVALUTAZIONE D ISTITUTO

COMUNE DI VENTOTENE PROVINCIA DI LATINA REGOLAMENTO SUL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI

5.3. INCARICHI E COMMISSIONI SCOLASTICHE INCARICHI

1.OGGETTO 2.FINALITA 3. DESTINATARI

PROTOCOLLO D INTESA PER L INSERIMENTO DEI PAZIENTI PSICHIATRICI NELLE RSA e NEI CDI

ISMENE TRAMONTANO Le iniziative per la diffusione della qualità

WORKSHOP. IL COLLOCAMENTO MIRATO: L integrazione tra politiche, attori e strumenti convenzionali ex l.68/99

Centro di costo: 1. Ufficio di Statistica Associato

sui costi economici e sociali della violenza contro le donne

SVILUPPO TALENTI PROGETTO CONSEGUIRE OBIETTIVI RICERCARE ECCELLENZA

REGOLAMENTO SULLA FACOLTÀ DI ACCESSO TELEMATICO E RIUTILIZZO DEI DATI

Protocollo d intesa tra Autorità garante per l'infanzia e l adolescenza e Consiglio nazionale dell Ordine degli Assistenti sociali (CNOAS)

PROGETTO TAVOLO GIOVANI

Perchè fare ricerca in salute mentale? Più di un cittadino Europeo su tre

Monitoraggio dell attuazione della legge 440/97 Analisi di contesto e Gantt delle operazioni

Il ruolo del Veneto nella strategia del CCM per il controllo del tabacco

Provincia- Revisione della disciplina delle funzioni

PROGETTO DI POLITICHE ATTIVE SUL LAVORO a valere sull UPB CAP.908 della Regione Lombardia

Il sistema di governo della programmazione. Ruoli, compiti, responsabilità e funzioni dei soggetti coinvolti nel processo programmatorio

Transcript:

Linea ID 0: La presa in carico della disabilità: percorsi e strutture TITOLO: Messa a regime nelle regioni italiane di un sistema di monitoraggio sullo stato di salute della popolazione anziana in particolare con disabilità e sulla qualità degli interventi assistenziali e socio-sanitari ANALISI STRUTTURATA DEL PROGETTO Descrizione ed analisi del problema Nel panorama mondiale l Italia continua ad essere uno dei Paesi con la maggiore proporzione di anziani. Ad oggi, gli ultra 64enni costituiscono oltre il 0% della popolazione e fra 5 anni costituiranno il 34% (proiezioni ISTAT). Con l invecchiare della popolazione, cresceranno anche gli ultra 84enni, i cosiddetti grandi vecchi, dal,3% al 7,8% del totale. Questa evoluzione demografica è associata a un ulteriore incremento delle patologie cronico - degenerative legate all invecchiamento, con conseguente aumento dei costi di cura e assistenza delle persone anziane. In particolare, la disabilità costituisce spesso un epilogo a tale condizione che implica una diminuzione della qualità di vita delle persone ultra64enni e un aggravio in termini di costi socioeconomici non solo per il sistema socio-sanitario ma anche per le famiglie che nel 0.3% dei casi nel nostro Paese hanno un disabile di cui occuparsi (Rapporto Ageing Society, 009). La disabilità, che interessa (stima conservativa) oltre,6 milioni di persone per l 80% con oltre 65 anni (ISTAT 007), è maggiormente diffusa fra gli ultra75enni e le donne. Attualmente un punto di riferimento per la comprensione del fenomeno è la Convenzione internazionale sui diritti delle persone con disabilità, dell Assemblea Generale delle NU (006), ratificata in seguito anche nel nostro Paese con legge 8/009. Non è facile tuttavia elaborare un quadro universalmente condivisibile della disabilità e delle sue dimensioni nel nostro Paese a causa delle diverse definizioni utilizzate negli anni e dalla instabilità di un inquadramento obiettivo, così come riconosciuto anche dall ONU (006), che afferma che la disabilità è un concetto in evoluzione e il risultato dell interazione tra persone con menomazioni fisiche, mentali, intellettive o sensoriali e barriere attitudinali ed ambientali, che impedisce la loro piena ed effettiva partecipazione nella società su una base di uguaglianza con gli altri. Benché nel nostro Paese si proceda verso l adozione di Linee Guida, ai fini di una valutazione funzionale di carattere bio-psico-sociale, realizzabile con l utilizzo della metodologia dell ICF (International Classification of Functioning, Disability and Health), rimane inalterata la difficoltà di definire degli strumenti che, non solo a livello individuale ma anche di un unità territoriale, permettano di quantificare il fenomeno disabilità nella popolazione ultr64enne e la sua gravità. Tali premesse pongono una sfida importante agli operatori e alle organizzazioni della società civile in prima istanza ma anche ai responsabili dei sistemi di monitoraggio sulla popolazione generale per la misura degli effetti degli interventi sociali e sanitari sulla disabilità. Infatti, il miglioramento delle condizioni familiari, sociali e urbanistiche possono ridurre il grado di disabilità delle persone, soprattutto se associati a interventi di promozione, di prevenzione e di assistenza alle persone con disabilità. Al contrario, nel nostro Paese si registra una generale mancanza di informazioni sistematiche e dettagliate sui bisogni della popolazione anziana che permetta di valutare la qualità dell'assistenza e di razionalizzare le risorse disponibili, anche al fine di contrastare l'ampliarsi delle disuguaglianze sanitarie e sociali all interno di questa fascia di popolazione. Tale deficit di informazioni tempestive e utili agli operatori socio-sanitari per guidare gli interventi sono tanto più necessari al momento in cui si stanno varando in tutto il Paese i Piani Regionali di Prevenzione, cui sono associati dei vincoli operativi previsti nell intesa della Conferenza Permanente Stato-Regioni del 9 aprile 00. In tale documento infatti le Regioni si impegnano a sviluppare interventi all interno delle 4 macro-aree del Piano Nazionale di Prevenzione e a sviluppare e finanziare la sorveglianza di popolazione di cui il Paese si sta progressivamente dotando per monitorare a livello regionale e nazionale la realizzazione del Piano. In sintesi, per effetto del Piano Nazionale di Prevenzione, formalmente parte del Piano Sanitario Nazionale, le regioni si sono impegnate per i prossimi 3 anni a sviluppare azioni anche nella Macroarea 4 che prevede interventi di valorizzazione, di promozione e di prevenzione della disabilità a favore della popolazione anziana

e a mettere in funzione sistemi di sorveglianza di popolazione atti a documentare i problemi ma anche la diffusione degli interventi in atto. Soluzioni proposte sulla base delle evidenze/prove scientifiche di provata efficacia Il Piano Nazionale della Prevenzione 00-0, nella macro-area 4, per la messa a punto di azioni a favore degli anziani fa specifico riferimento a un documento di strategia internazionale dell OMS (Active Ageing, 00). In tale documento si ribadisce la necessità di porre in atto politiche e strategie di contenimento dei costi pubblici e sociali che si accompagnano alle società che invecchiano con interventi di prevenzione miranti a ridurre la disabilità e il rischio di disabilità. A supporto di queste strategie, si raccomanda altresì la messa in atto di attività di monitoraggio di tali interventi. Nel nostro Paese la popolazione anziana è eterogenea al suo interno, presentando bisogni distinti, cui corrispondono un ventaglio di interventi socio-assistenziali e socio-sanitari altrettanto diversificati. Per rispondere a tali evidenze, il CCM ha di recente sostenuto la sperimentazione, in 7 fra Regioni e PA italiane, di un sistema di monitoraggio della disabilità e del rischio di disabilità. Gli indicatori misurati da tale sperimentazione mostrano a responsabili regionali e di azienda sanitaria che in circa il 40% della popolazione anziana sono presenti fattori di rischio comportamentali, sociali e di disabilità. La sperimentazione ha inoltre mostrato che, nel 3% della popolazione anziana risultata portatrice di disabilità, vi sono ampi spazi d azione per il miglioramento della qualità dell assistenza e delle azioni di prevenzione. Le informazioni prodotte permettono confronti fra diverse realtà locali e, nel tempo, all interno della stessa area promettendo in tal modo, se il sistema verrà esteso su vasta scala nel nostro Paese, di indirizzare, monitorare e valutare il sistema integrato di interventi socio-assistenziali e socio-sanitari a favore delle persone anziane in un ottica di continuità assistenziale. La sorveglianza della popolazione anziana proposta nel presente intervento, è ad oggi uno strumento agile e poco costoso, adottato da Paesi che posseggono, come il nostro, un buon sviluppo del sistema socio-sanitario, allo scopo di produrre informazioni utili ad orientare l azione a livello regionale e operativo (di azienda e di distretto sanitario). Anche nel nostro Paese, la sorveglianza PASSI (popolazione generale di 8-69 anni) e, più recentemente, OKkio alla Salute (alunni scuola primaria) si sono dimostrati utili a livello regionale e aziendale per monitorare i fattori di rischio e i processi alla base degli interventi di prevenzione. A questi risultati si deve aggiungere quanto il sistema e i suoi operatori, a livello locale, crescano in competenza grazie alla partecipazione diretta nella pianificazione, realizzazione e utilizzazione del sistema di sorveglianza. Usando indicatori semplicemente riferiti dalla popolazione anziana è possibile, rispetto alle attività strumentali della vita normale (IADL), suddividere la popolazione in 4 gruppi (persone in buona salute a basso rischio di malattia, persone in buona salute ma a rischio di malattia, persone con segni di disabilità e persone con disabilità). Questa classificazione ha delle implicazioni operative: infatti i gruppi di popolazione così suddivisi, per ciò che riguarda aspetti di promozione della salute, di prevenzione e assistenziali, fanno appello ad una tipologia di operatori socio-sanitari con caratteristiche professionali differenti. Fattibilità/criticità delle soluzioni proposte L intervento che si propone porterà un beneficio al sistema sanitario in termini di apporto conoscitivo e alla popolazione di anziani un aumento dell attenzione da parte del sistema e un aumento dell efficienza e dell efficacia degli interventi ad essi rivolti. Un fattore esterno da considerare è la disponibilità del personale per la sorveglianza proposta. La creazione di un gruppo di coordinamento e operativo misto regionale sociale e sanitario si è dimostrato nella fase sperimentale utile non solo a contenere i costi ma anche a promuovere una sinergia fra i settori che avrà un effetto positivo anche sulla sostenibilità del progetto. La sostenibilità politicoamministrativa e finanziaria della sorveglianza proposta trova nel quadro istituzionale dei PNP e dell Intesa che li accompagna una garanzia solida per gli anni a venire, mentre per la sostenibilità tecnica, cioè la capacità del sistema socio sanitario di mantenere un inalterato livello di qualità della performance nella sorveglianza, sarà affrontato nei anni di progetto in termini di integrazione con gli altri sistemi di sorveglianza di popolazione già esistenti.

GENERALE: Portare a regime nelle Regioni italiane un sistema di monitoraggio della copertura e della qualità percepita degli interventi socio-sanitari di prevenzione e assistenziali sulla popolazione anziana in particolare con disabilità, capace di fornire informazioni valide e tempestive, confrontabili nel tempo e fra diverse aree locali/regioni, al fine di orientare e migliorare le azioni di prevenzione e di assistenza da programmare. SPECIFICO : Disegnare un profilo della popolazione anziana, basato sulle IADL() e ADL(), dinamico e utile alla programmazione e al monitoraggio degli interventi, che fornisca stime attendibili sulla distribuzione della popolazione anziana nei seguenti sottogruppi: ) persone in buona salute, ) a rischio di malattia, 3) con rischio di disabilità, 4) con disabilità SPECIFICO : Mettere a regime un rilevamento periodico di un pool di indicatori sulla qualità di vita, sulle condizioni di salute, sulla copertura delle attività di prevenzione e assistenziali, sulla qualità dell assistenza e sulla continuità assistenziale e di accoglienza della popolazione anziana a rischio o con disabilità SPECIFICO 3: Promuovere competenze e qualità professionale all interno dei servizi del settore sociale e sanitario, e favorire l adozione o il miglioramento di interventi miranti a garantire la qualità delle attività di prevenzione e della continuità assistenziale attraverso il diretto coinvolgimento di questi servizi nelle attività di monitoraggio e interpretazione congiunta dei risultati. SPECIFICO 4 : Sviluppare una strategia comunicativa mirata che, a partire dai risultati della sorveglianza, permetta di indirizzare in maniera più razionale ed efficace azioni e strategie di intervento preventivo e di continuità assistenziale, settoriali e intersettoriali. CAPO PROGETTO: Dott.ssa Stefania Salmaso UNITA OPERATIVE COINVOLTE Unità Operativa Referente Compiti CNESPS, ISS Dott.ssa Stefania Salmaso - Creazione di un gruppo tecnico di progetto (epidemiologi, gerontologi, universitari, esperti di sorveglianza, responsabili del sistema sociale e sanitario centrali e regionali) - Riassumere e condividere con le regioni partecipanti i risultati della sperimentazione biennale (009-0) - Elaborazione condivisa di un protocollo di funzionamento del sistema di sorveglianza - Ricerca della letteratura nazionale e internazionale di supporto alle attività scientifiche del progetto - Studio e adattamento degli indicatori della sorveglianza sulla scorta degli obiettivi previsti nei diversi piani regionali di prevenzione - Formazione degli operatori sanitari e sociali di primo (regionale) e secondo (aziendali) livello. - Informatizzazione del sistema dati e gestione della piattaforma informatica - Elaborazione di un piano di comunicazione e supervisione della sua realizzazione a livello regionale Instrumental Activities of Daily Living Activities of Daily Living

PIANO DI VALUTAZIONE GENERALE Portare a regime nelle Regioni italiane un sistema di monitoraggio della copertura e della qualità percepita degli interventi socio-sanitari di prevenzione e assistenziali sulla popolazione anziana in particolare con disabilità, capace di fornire informazioni valide e tempestive, confrontabili nel tempo e fra diverse aree locali/regioni, al fine di orientare e migliorare le azioni di prevenzione e di assistenza da programmare. Regioni che mettono a regime il sistema di monitoraggio alla fine del 0 00% delle partecipanti SPECIFICO Disegnare un profilo della popolazione anziana, basato sulle IADL e ADL, dinamico e utile alla programmazione e al monitoraggio degli interventi, che fornisca stime attendibili sulla distribuzione della popolazione anziana nei seguenti sottogruppi: ) persone in buona salute, ) a rischio di malattia, 3) con rischio di disabilità, 4) con disabilità. Creazione di un profilo condiviso con esperti del mondo clinico, epidemiologico, della salute pubblica, della prevenzione regionale e del ministero della salute.. Esistenza del profilo SPECIFICO Mettere a regime un rilevamento periodico di un pool di indicatori sulla qualità di vita, sulle condizioni di salute, sulla copertura delle attività di prevenzione e assistenziali, sulla qualità dell assistenza e sulla continuità assistenziale e di accoglienza della popolazione anziana a rischio o con disabilità. Raccolta dati nel campione regionale/aziendale estratto. Creazione di una base di dati nazionale e per ciascuna regione partecipante. Realizzazione delle interviste entro 3 mesi dall inizio della raccolta dati. (a)00% delle regioni partecipanti sono in possesso della base di dati, (b) Esistenza della base di dati nazionale SPECIFICO 3 Promuovere competenze e qualità professionale all interno dei servizi del settore sociale e sanitario, e favorire l adozione o il miglioramento di interventi miranti a garantire la qualità delle attività di prevenzione e della continuità assistenziale attraverso il diretto coinvolgimento di questi servizi nelle attività di monitoraggio e interpretazione congiunta dei risultati.. Formazione specifica degli operatori del settore sociale sanitario coinvolti nel sistema. Attivazione di una piattaforma per la formazione sul campo 3. Elaborazione dei rapporti di sorveglianza regionali. 00% dei coordinatori sociali e sanitari formati nelle regioni partecipanti. (a) Funzionamento di una piattaforma web-based entro 6 mesi dell inizio del progetto (b) Accesso almeno settimanale in piattaforma di tutti i partecipanti 3. Esistenza di un rapporto regionale/aziendale entro 6 mesi dalla fine dell indagine

SPECIFICO 4 CRONOGRAMMA Sviluppare una strategia comunicativa mirata che, a partire dai risultati della sorveglianza, permetta di indirizzare in maniera più razionale ed efficace azioni e strategie di intervento preventivo e di continuità assistenziale, settoriali e intersettoriali.. Esistenza di un piano di comunicazione. Esistenza di un rapporto di comunicazione. Esistenza del piano per ogni regione e azienda sanitaria partecipante entro il primo anno di progetto. Esistenza del rapporto di indagine per ogni regione e asl partecipante al progetto entro 6 mesi dalla fine della raccolta dei dati Rendicontazione Mese 3 4 5 6 7 8 9 0 3 4 5 6 7 8 9 0 3 4 Ricerca letteratura Obiettivo specifico 4 Obiettivo specifico 3 Obiettivo specifico Obiettivo specifico Creazione del gruppo tecnico di progetto Preparazione del protocollo della sorveglianza Messa a punto e test del questionario e delle procedure per la raccolta dei dati Messa a punto del profilo della popolazione anziana Condividere un piano d azione del progetto con le regioni partecipanti Mettere in funzione una piattaforma informatica per i dati Condivisione delle procedure (campionamento, raccolta dati, privacy, validazione e qualità dati) Inizio della raccolta dati Costituzione delle basi di dati locali Formazione di I livello (struttura centrale) Formazione II livello (nelle regioni) Attivazione piattaforma web Elaborazione rapporti di sorveglianza regionali Elaborazione di un piano di comunicazione regionale/aziendale Elaborazione di un rapporto di comunicazione regionale/aziendale Valutazione delle attività di comunicazione locali

PIANO FINANZIARIO PER CIASCUNA UNITA OPERATIVA Personale - epidemiologo senior - epidemiologo junior Risorse Totale in 54.000 Beni e servizi - outsourcing: predisposizione piattaforme informatiche per comunità web e raccolta dati 55.000 - predisposizione materiale informativo e percorsi online - coordinamento e tutoraggio della formazione Missioni - supervisioni nelle regioni, site visits, valutazione delle attività locali, 36.000 missioni dei membri del gruppo tecnico - partecipazione a convegni nazionali e internazionali Convegni e corsi 45.000 - realizzazione.corsi frontali, convegni nazionali, workshop Materiali informativi e pubblicazioni - redazione e diffusione rapporti di indagine 0.000 - elaborazione e produzione materiali di comunicazione- Spese Generali 80.000 Totale 480.000 PIANO FINANZIARIO GENERALE Risorse tot Personale 54.000 Beni e servizi 55.000 Missioni 36.000 Convegni e corsi 45.000 Materiali informativi e pubblicazioni 0.000 Spese Generali 80.000 Totale 480.000