ATI S Atra Sardigna - Progetto Bio Formazione - Normative sulle organizzazioni di Produttori



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Introduzione L attuale normativa sulle Organizzazioni di Produttori è disciplinata su base europea dal Reg. CE 361/2008 (OCM ortofrutta), per quanto riguarda il settore ortofrutta e su base nazionale (Decreto Mipaf 85 del 2007) per tutti gli altri settori; tra questi è compreso, a sé stante, il comparto biologico in senso trasversale, cioè tutti i prodotti biologici certificati secondo il Reg. CE 834/2007, con esclusione dell ortofrutta. L Unione Europea aiuta le Organizzazioni di Produttori ed ammette gli stessi aiuti anche quando sono erogati dagli Stati Membri, perché le O.P. sono strutture di democrazia economica con larga partecipazione dei soci alle scelte strategiche ed operative della O.P.; perché: concentrano l offerta; possono permettere al mondo della produzione di affacciarsi sul mercato con maggiore potere contrattuale; prevedono interventi capaci di migliorare la qualità dei prodotti e di tutelare l ambiente e la salute dei consumatori. Una Organizzazione di Produttori è un aggregazione di aziende agricole di produzione sotto forma di cooperativa o di associazione che rispetta determinati requisiti per poter essere riconosciuta. In genere opera a livello regionale, al più interregionale; un eventuale aggregazione di OP può costituire la AOP, cioè un Associazione di Organizzazioni Produttori. Deve rispettare quattro principali requisiti. 1) Fatturato e numero di soci 2) Regole statutarie 3) Fatturazione diretta della OP 4) Norme comuni di produzione e commercializzazione

Tali requisiti sono differenti a seconda del settore produttivo, ortofrutta o non ortofrutta, e, per quest ultimo comparto, possono variare anche a seconda delle direttive regionali di attuazione del D.M. 102/2005. In ogni caso si tratta di requisiti che non possono essere banalizzati come fattori amministrativi o burocratici: comportano decisioni e scelte di tipo strutturale. Per questi motivi il percorso di aggregazione di produttori per costituire una OP deve partire da esigenze comuni e valori strategici condivisi in materia di programmi produttivi e target di mercato. Un percorso che necessita, per essere concluso felicemente, anche di un processo formativo tagliato su misura dell area geografica interessata e dell indirizzo produttivo prevalente. Resta il dato di fondo: costituire una OP senza svolgere una commercializzazione comune è un errore da non commettere, prima di tutto perché in contrasto con il dettato e lo spirito della legge che individua e supporta le Organizzazioni di Produttori. Per il riconoscimento ci si può rivolgere alle Amministrazioni Regionali, sia per il comparto ortofrutta che per il settore biologico; tutte dispongono di uno specifico Ufficio per le Organizzazione di Produttori. Esiste, inoltre, una Unione Nazionale di Produttori con una specifica Sezione delle OP biologiche (UPBIO, www.upbio.it) cui chiedere l assistenza per la richiesta di riconoscimento ed il supporto per predisporre lo specifico Piano di Riconoscimento.

Normativa per il settore Ortofrutta 1) Fatturato e numero di soci Fermo restando il numero minimo di 5 soci, esistono diversi regimi di fatturato a seconda delle tipologie di ortofrutta commercializzate; non è obbligatorio il riconoscimento per tutto il comparto ortofrutticolo; se si opta per il comparto ortaggi il livello di fatturato da raggiungere è 2.000.000 di euro; idem per il comparto frutta; mentre il livello minimo di fatturato sale a 3.000.000 euro per tutta l ortofrutta; si può chiedere il riconoscimento anche solo per sottocategorie: esempio il basilico richiede un fatturato minimo di 100.000 euro; va precisato che, su richiesta di Federbio il MIPAF ha approvato una riduzione alle aziende biologiche del 30% del fatturato minimo da raggiungere per le aziende convenzionali. Dunque, per esempio, per la categoria ortaggi il fatturato richiesto è di 1.400.000 euro. 2) Regole statutarie Lo statuto della Op deve prevedere, e se non lo prevede deve essere adeguato in tal senso, che ogni socio abbia gli stessi diritti; vale cioè il principio una testa un voto ; devono essere definite regole certe per adesione ed esclusione dei soci; devono essere esplicitati il funzionamento assembleare della OP e le modalità di approvazione del Programma Operativo e di costituzione del Fondo di Esercizio. Alla OP possono aderire anche aziende non agricole, ma solo nella misura massima del 10% dei soci della OP. Un azienda agricola non può aderire a due diverse OP del settore ortofrutta. I soci non produttori, non partecipano alle decisioni o agli eventuali benefici riconoscibili alla OP. Nello statuto o nel regolamento interno devono essere previste le sanzioni in caso di inadempimento agli obblighi statutari e, in particolare, di mancato pagamento dei contributi finanziari o delle regole fissate dalle organizzazioni. 3) Fatturazione diretta della OP E obbligatorio che tutte le produzioni dei soci siano fatturate dalla OP; sono ammesse alcune deroghe. E prevista una deroga parziale nei casi di vendita diretta aziendale fino al 10%. Inoltre è possibile che un socio, se persona giuridica, possa fatturare direttamente, ma previa autorizzazione della Regione.

4) Norme comuni di produzione e commercializzazione L OP deve possedere un disciplinare di produzione che permetta di selezionare i conferimenti dei soci e classificarli. Naturalmente se parliamo di norme comuni e disciplinari questo significa, per il suo controllo, che l OP deve disporre di una piattaforma di raccolta e condizionamento dei prodotti organizzata nei vari settori: amministrazione, magazzino, ufficio tecnico e ufficio commerciale.

Normativa per il settore non ortofrutta 1) Fatturato e numero di soci Per il settore diverso dall ortofrutta, se le Regioni non hanno previsto un diverso regime, occorre, in base al Decreto Mipaf 85 del 2007, avere almeno 5 soci ed un fatturato di almeno 300.000 euro. Alcune Regioni hanno ampliato questo fatturato minimo. Questo requisito viene verificato come media annuale del triennio precedente la domanda di riconoscimento. Se si tratta di nuova società che chiede di essere riconosciuta come OP, il requisito del fatturato minimo si calcola verificando i fatturati triennali dei soci aderenti alla OP. Il fatturato minimo è riferito alla categoria di prodotti biologici per le quali si fa richiesta di riconoscimento; va considerato che il riconoscimento si può chiedere anche solo per una parte di prodotti biologici: per esempio, solo vino ed olio; oppure solo latte e formaggi. In questo caso di riconoscimento parziale nulla vieta di estendere il campo dei prodotti per il quale si è riconosciuti in un secondo momento. Va detto, peraltro, che non deriva un maggior vantaggio dall essere riconosciuta come OP biologica generalista rispetto ad una OP biologica per un numero limitato di prodotti biologici. 2) Regole statutarie Lo statuto della Op deve prevedere, e se non lo prevede deve essere adeguato, che ogni socio abbia gli stessi diritti; vale cioè il principio una testa un voto; devono essere definite regole certe per adesione ed esclusione dei soci; devono essere esplicitati il funzionamento assembleare della OP e le modalità di approvazione del Programma di Attività. Un azienda può aderire, per quanto riguarda la produzione oggetto dell attività dell organizzazione, ad una sola O.P.; Nello statuto deve essere previsto che il socio aderente mantiene il vincolo associativo per almeno un triennio e ai fini del recesso, deve osservare il preavviso di almeno sei mesi dall inizio della campagna di commercializzazione. I soci non produttori, non partecipano alle decisioni o agli eventuali benefici riconoscibili alla OP. Nello statuto o nel regolamento interno devono essere previste le sanzioni in caso di inadempimento agli obblighi statutari e, in particolare, di mancato pagamento dei contributi finanziari o delle regole fissate dalle organizzazioni. Infine lo statuto deve prevedere le regole contabili e di bilancio necessarie per il funzionamento dell organizzazione.

3) Fatturazione diretta della OP Le vendite e la fatturazione sono esercitate direttamente dalla OP per conto dei suoi soci per almeno il 75% del fatturato di ogni suo singolo socio. E prevista una deroga parziale nei casi di vendita diretta aziendale o per prodotti il cui volume sia marginale rispetto al volume totale commercializzabile dalla OP o che non rientrano nella normale linea commerciale della OP. Inoltre alcune regioni prevedono un periodo anche di due anni nel quale il suddetto requisito del 75% è abbassato ad una percentuale inferiore. 4) Norme comuni di produzione e commercializzazione E necessaria un disciplinare di produzione cui i soci devono attenersi; meglio ancora: un manuale della qualità che raggruppa tutte le norme interne alla OP: il funzionamento dei vari settori (amministrazione, magazzino, ufficio tecnico e ufficio commerciale); l organizzazione dei conferimenti; il trattamento del personale e le funzioni interne alla struttura Operativa; le norme sui conferimenti di prodotto; i servizi ai soci; le sanzioni in caso di inosservanza dello stesso Manuale.

Il Programma Operativo per le OP ortofrutta Il Programma Operativo è lo strumento per la realizzazione di azioni di rafforzamento della OP; ha una cadenza triennale e si suddivide in programmi esecutivi annuali. Deve essere redatto in sintonia con il documento di Strategia Nazionale e Disposizioni Ambientale del periodo oggetto del Programma e con le Linee Guida Nazionali in materia di Programmi Operativi. Il Programma deve descrivere la struttura e gli obiettivi della OP, la sua organizzazione commerciale, il suo Piano di Marketing (se lo possiede) ed i canali di vendita; le strutture ed i mezzi tecnici; le regole ed i disciplinari vigenti nella OP; le problematiche produttive esistenti nella OP. A questo punto devono essere definiti gli Obiettivi del Programma Operativo, selezionati tra quelli individuati nella Strategia Nazionale; allo stesso tempo devono essere indicate le Azioni conseguentemente da adottare per raggiungere gli obiettivi individuati. Una particolare attenzione dovrà essere posta anche ad indicare la coerenza del Programma Operativo con la Strategia Nazionale. Si passa quindi alla parte più economica. Dapprima analizzando la VPC (valore della produzione commercializzata) della OP. Quindi viene descritta la costituzione del Fondo di Esercizio che alimenta il Programma Operativo e si passa, poi, alla definizione delle Misure: Durata, Obiettivi, Definizione della Misura e Risultati attesi, Risorse Umane e Costi. L ultima parte del Programma Operativo è il Piano Finanziario che si concretizza nel Riepilogo Finanziario Triennale e nel Piano della prima annualità del Programma.

Il Piano di Avviamento ed il Programma di Attività per le Op non ortofrutta Piano di Avviamento E lo strumento principale di sostegno all interno del quale possono essere comprese tutte le spese di funzionamento della OP nel periodo iniziale della sua esistenza, A titolo esemplificativo elenchiamo le spese normalmente ammissibili. Sono ammesse a contributo le spese relative a: a) affitto locali idonei; b) acquisto attrezzature da ufficio, compreso materiale informatico e manutenzione attrezzature elettroniche; c) Spese amministrative del personale; d) Spese generali; e) Oneri legali e amministrativi. Programma di Attività Per il perseguimento degli scopi stabiliti dal D.Lgs. 27/05/2005 n 102 le amministrazioni regionali, possono finanziare nella misura del 50% la costituzione di un fondo d esercizio per la realizzazione di attività di commercializzazione nell ambito di programmi d attività finalizzati allo sviluppo e all integrazione delle filiere agro-alimentari. L aiuto erogato ai sensi del Reg. CE n. 1998/2006 (de minimis), non potrà superare 200.000 in un triennio. Il restante 50% dovrà essere alimentato dai contributi dei soci in base al valore dei prodotti effettivamente commercializzati. Spese ammissibili: spese del personale interno coinvolto nella realizzazione di azioni di miglioramento o mantenimento di un elevato livello della qualità dei prodotti, di salvaguardia dell ambiente, ovvero al miglioramento dell attività di commercializzazione; aggiornamento professionale del personale interno nelle materie relative all organizzazione aziendale, gestione finanziaria, logistica, marketing, ricerca e innovazione di processo e di prodotto e all area commerciale; figure manageriali esterne esperte in organizzazione aziendale, gestione finanziaria, logistica, marketing, ricerca e innovazione di processo e di prodotto e nell area commerciale;

investimenti finalizzati a favorire la concentrazione societaria e produttiva, nonché garantire l accesso a nuovi mercati purchè eseguiti esclusivamente e direttamente dalle OP (spese di promozione, commercio elettronico con creazione di sito web ); locazione e acquisto di strutture e/o attrezzature, relative all esercizio dell attività di commercializzazione, purché sia dimostrata la convenienza economica della scelta (acquisto/nolo imballaggi riutilizzabili o ecocompatibili, acquisizione/affitto di piattaforma commerciale, studio nuovo packaging, attrezzature relative alla logistica); spese generali (max 2% della spesa totale ammessa) I programmi di attività possono avere durata massima triennale e generalmente devono contenere le seguenti informazioni. a) Presentazione della OP con indicazione delle strutture produttive, canali commerciali ecc. b) Regolamento interno, approvato dall assemblea dei soci, che stabilisce tra le altre cose le modalità di alimentazione del fondo d esercizio; c) Descrizione degli obiettivi generali del programma; d) Indicazione delle azioni, quadro riepilogativo delle spese, descrizione delle modalità di alimentazione del fondo d esercizio.

I contributi alle OP Ortofrutta Gli aiuti sono erogati sotto forma di sostegno al Programma Operativo. Per finanziare nella misura del 50% del suo budget di spesa detti programmi redatti dalla OP, è concesso un contributo a fondo perduto del 4,1% del fatturato della OP cui è possibile sommare un ulteriore contributo dello 0,5% dello stesso fatturato per interventi contro le crisi di mercato. Il Programma Operativo comprende interventi tra i più svariati nel campo della qualificazione delle politiche commerciali e di raccolta delle produzioni, compresa l assistenza tecnica necessaria per qualificare le produzioni aziendali. La produzione biologica fruisce di un tasso di cofinanziamento comunitario del 60% (anziché il 50%); ciò significa che a parità di budget del Programma Operativo il contributo UE sarà del 60% del programma, anziché solo del 50%, ma comunque entro il massimale del 4,1% del fatturato della OP; per la prima volta, nella legislazione comunitaria, è stato riconosciuto, strutturalmente, un differenziale di aiuto a favore della produzione biologica rispetto all agricoltura convenzionale. Esempio concreto: una OP ha un fatturato di 2.000.000 di euro; ha diritto ad un contributo a fondo perduto di 82.000 euro, ma solo se ne spende il doppio, 164.000 euro, nel Programma Operativo. Se è una OP biologica, per avere lo stesso contributo di 82.000 euro è sufficiente che il Programma Operativo realizzi una spesa di 136.667 euro (e non 164.000), perché 82.000 euro rappresenta il 60% di 136.667 euro. In alcune regioni con bassa concentrazione di aziende aderenti alle OP è concesso un aiuto finanziario nazionale pari all 80% della quota privata del cofinanziamento del programma operativo

I contributi alle O.P. non ortofrutta Una prima tipologia di contributo alle OP non ortofrutta è quella del contributo sul Piano di Avviamento; di norma in misura annuale decrescente, l aiuto è concesso sino al 100% della copertura dei costi sostenuti nel primo anno, con una progressiva riduzione del 20% per ciascun anno di esercizio con il rispetto dei seguenti massimali: 1 anno 100.000 2 anno 80.000 3 anno 80.000 4 anno 70.000 5 anno 70.000 Una seconda tipologia di aiuto è quella del cofinanziamento dei Programmi di Attività che di norma sono finanziati dalle Regioni al 50% del loro budget. Ma va detto che non tutte le Regioni istituiscono capitoli di spesa nei propri bilanci per il sostegno alle OP. Il suddetto aiuto è concesso all interno del regime de minimis e pertanto non supera l importo massimo di aiuto di 200.000 euro nel triennio.

La gestione commerciale ed organizzativa delle OP Un attenzione particolare nella costituzione di una OP merita l analisi e lo sviluppo delle capacità imprenditoriali e gestionali; una Organizzazione di Produttori ha necessità vitale di una forte e qualificata struttura di quadri capaci di gestire, dal punto di vista imprenditoriale, l azienda; ciò si ottiene col tempo, ma anche con la selezione e la formazione dei quadri; e neppure è estranea una politica che da una lato privilegia la specializzazione e dall altra strizza un occhio anche alla pluriversatilità dei quadri operativi ed alla possibile interscambiabilità di ruoli, per quanto sempre entro certi limiti. La politica di marchio è punto centrale del successo commerciale di una Organizzazione di Produttori, biologico o meno; avere un marchio unificato, bello e riconoscibile facilmente è fondamentale, ovviamente accompagnato dalle norme comuni di produzione e dal loro controllo; molti operatori del settore riconoscono grande qualità al marchio aziendale; resta il fatto che se le produzioni di tutti i soci sono commercializzare con un unico marchio della OP questo da un forza eccezionale alla politica commerciale. La diversificazione dei mercati è fondamentale per il successo della OP. La forza contrattuale dovuta all aggregazione dei produttori non può essere utilizzata solo nel confronto/contrattazione con la GDO, per esempio, ma anche per costruire filiere corte, punti vendita a gestione diretta, e distributori di vario tipo. E necessario che i produttori gestiscano la filiera; ma poiché essi sono spesso concentrati essenzialmente nella fase produttiva, occorre parecchio tempo e questo obiettivo di partecipazione dei soci allea gestione si realizza attraverso le diverse riunioni dei soci che discutono di programma di produzione, scelte commerciali e mercati di sbocco, nuovi investimenti; peraltro questo meccanismo è anche la garanzia che avvenga un certo controllo sulla formazione dei prezzi di conferimento. La politica commerciale della OP deve essere improntata al piacere di innovare ed allargare gli orizzonti; a prescindere dalla dimensione e dalla forma societaria, un azienda deve avere la propensione alla innovazione; ciò si realizza favorendo con specifiche politiche attive, la promozione di quadri giovani nei ruoli chiavi della struttura operativa e nei processi di formazione ed aggiornamento che coinvolgano tutte le figure aziendali e gli amministratori della OP.

Altri aspetti importanti sono la costituzione ed il buon funzionamento di un Ufficio Tecnico ed il rapporto con il territorio. Per quanto riguarda l Ufficio Tecnico va detto che è il biglietto da visita della OP per i soci che si aspettano assistenza, formazione ed informazione sulle tecniche e sugli aspetti organizzativi. Non si può fare a meno di una o più figure, a seconda del numero di soci aderenti alla OP, che curino questo settore e che partecipino a percorsi di aggiornamento continuo. Il rapporto col territorio è strategico per una OP: rapporti costanti con le Amministrazioni Locali e con le forze sociali; accreditamento presso la Regione come soggetto con cui interloquire su PSR ed altre politiche regionali; sono tutti fattori di successo delle politiche commerciali perché permettono di individuare i giusti supporti all azione prettamente organizzativa interna e di mercato.

La informatizzazione di servizi ai soci Le Op organizzano i servizi ai soci, secondo il dettato statutario e nel rispetto dei regolamenti interni vigenti. La stessa erogazione dei servizi è parte essenziale del regolamento interno e può sfociare in una specifica Carta dei servizi. Il socio della OP deve conoscere, già all atto dell adesione, la gamma di servizi che l OP può garantire ai suoi soci. Le tipologie di servizio, generalmente, possono essere suddivise così: Servizi Tecnici; uno o più tecnici incaricati dalla OP effettuano visite aziendali periodiche, incontrano i soci sia per discutere le problematiche tecniche e loro possibile soluzione che i programmi di produzione; tale attività può essere informatizzata nel senso di archiviare: Notifica aziendale di produzione biologica PAP, Programma Annuale di Produzione Report delle visite aziendali periodiche. In tal modo può essere meglio monitorata la situazione produttiva del singolo socio e ciò costituisce un importante fonte di informazione per il settore commerciale. Servizi Commerciali e Logistici; tutta la comunicazione tra socio ed OP, in tale materia, può essere informatizzata: moduli di offerta/richiesta prodotto; listini settimanali; moduli di valutazione qualità conferimenti; moduli reclamo e resi; ed altri. Il vantaggio di tale informatizzazione è la fluidità delle comunicazioni oltre alla loro completa tracciabilità Servizi Informativi e Formativi; si possono organizzare servizi news ai soci con invio con posta elettronica, ma anche brevi mini-corsi a distanza. La comunicazione e la formazione sono un elemento fondamentale per la coesione e la crescita della base sociale. Naturalmente la informatizzazione dei servizi è possibile solo se i singoli soci adeguano le proprie strutture aziendali con strumenti e capacità tecniche di loro utilizzo; in sé non si tratta di investimenti ad alto costo, anzi, in rapporto al loro costo, sono investimenti molto redditizi.

FAQ sulle OP. Per costituire una OP quanto soci si devono aggregare? Minimo 5, sia per le OP ortofrutta che per le OP non ortofrutta E obbligatorio commercializzare tutto il prodotto dei soci tramite la OP? Sì, ma sono ammesse deroghe fino al 10% per l ortofrutta ed al 25% per i prodotti non ortofrutta. Inoltre, per il settore ortofrutta, può essere autorizzata la vendita da parte di una filiale (un socio) se persona giuridica e se autorizzata dalla Regione di appartenenza della OP E obbligatorio avere un fatturato minimo? Sì, se è una OP prodotti biologici, quasi tutte le Regioni prevedono 300.000 euro/anno; nel settore ortofrutta se si è riconosciuti per l intero comparto ortofrutta il fatturato minimo richiesto, per una OP biologica, è di 2.100.000 euro; per soli ortaggi 1.400.000 euro; se solo frutta 1.400.000 euro; ma anche qui alcune regioni hanno elevato il fatturato minimo. Un azienda agricola può aderire a più di una OP? No, salvo che non si tratti di OP riconosciute per prodotti diversi (esempio, una OP ortofrutta ed una OP prodotti biologici) E obbligatorio avere un marchio unico della OP? No, ma è logicamente di gran lunga preferibile perché rende molto più efficace la politica commerciale C è una scadenza per presentare la domanda di riconoscimento? Si il 15 settembre di ogni anno alla Regione di appartenenza