BOZZA NON CORRETTA MISSIONE A NAPOLI 27 MARZO 2012 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIOVANNI FAVA. La seduta inizia alle

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1 1/9 MISSIONE A NAPOLI 27 MARZO 2012 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIOVANNI FAVA La seduta inizia alle Audizione del dottor Alberto Libeccio, direttore dell Agenzia interregionale delle dogane di Napoli, Campania e Calabria. PRESIDENTE. Saluto il nostro ospite, il dottor Alberto Libeccio. Lei sa che noi stiamo svolgendo questo ciclo di audizioni nell ambito di un approfondimento che abbiamo approntato - e che stiamo concludendo - riguardante, in modo specifico, il tema della contraffazione nel settore del tessile e della moda, anche se, in senso più esteso, la nostra Commissione d inchiesta ha affrontato un po tutte le tematiche. Abbiamo già concluso la relazione sull agroalimentare; siamo ora nella fase conclusiva per quella sui tabacchi; abbiamo, poi, una serie di approfondimenti aperti, a partire dai contributi portati finora al dibattito e che diventeranno parte integrante della nostra relazione finale, che dovremo presentare al Parlamento. Abbiamo iniziato con una serie di audizioni sul territorio siamo partiti da Firenze, adesso siamo a Napoli individuando quelle aree che possono presentare determinate criticità. Avverto, infine, il nostro ospite che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico che sarà pubblicato on line e che, se lo riterrà opportuno, i lavori della Commissione potranno proseguire in seduta segreta, invitando comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale dell audizione. Do ora la parola al direttore dell Agenzia interregionale delle dogane di Napoli, Campania e Calabria, dottor Alberto Libeccio, per illustrare la vostra attività dal punto di vista operativo. Calabria. Innanzitutto, saluto tutta la Commissione. È per noi un onore essere qui questa sera, quindi, la ringrazio nuovamente per l opportunità che ci è offerta. Vi informo, intanto, che sono il direttore interregionale delle dogane: noi copriamo un territorio piuttosto vasto e complesso, che

2 comprende due regioni ad alto rischio, la Campania e la Calabria. La nostra è l unica amministrazione dello Stato caratterizzata da questa interregionalità. 2/9 PRESIDENTE. Non si fa mancare niente! Calabria. Anche il procuratore Pignatone mi ha detto - quando lo incontrai un mese fa - che non mi faccio mancare niente: in realtà, ci manca solo un altro pezzetto e poi abbiamo fatto tutto! Ci sono tre porti di grande spessore e rilevanza: Napoli, Salerno e Gioia Tauro. Io sono arrivato a Napoli nel dove mi trovo da cinque anni - e ho trovato una situazione piuttosto critica per quanto riguarda il livello dei controlli in generale. Napoli era infatti al centro di una bufera, nell occhio di un ciclone generale ed era guardata da tutti (c era stato anche l intervento dell ex Ministro Tremonti, che una mattina venne a Napoli e trovò una situazione abbastanza caotica per quanto riguardava i traffici di provenienza dalla Cina). Ci siamo organizzati e abbiamo rifatto una squadra. Purtroppo, al 31 dicembre del 2007 eravamo la maglia nera d Europa, come dogane portuali. Tra la fine del 2008 e l inizio del 2009 lo dico con grande soddisfazione e orgoglio, rappresentando tutte le donne e gli uomini che hanno lavorato con me siamo arrivati al primo posto in Europa per il tasso di positività sui controlli. Noi adesso abbiamo una positività dei controlli in porto che sfiora il 34 per cento: una positività altissima, con cui non c è paragone! PRESIDENTE. Cosa intende quando parla di positività? Calabria. Su cento containers controllati, in 34 casi abbiamo un risultato di servizio amministrativo, molto spesso penale: con positività intendo quindi dire che troviamo qualcosa. PRESIDENTE. Abbinare la positività a questo dato è difficile, però, in effetti, capisco cosa intende: è come la positività ad una malattia genetica. Calabria. Da questo punto di vista è negativo, tuttavia, questo dato dà il segno dell impegno di tutte queste persone.

3 3/9 PRESIDENTE. Mi scusi, non voglio interromperla, ma per capire meglio, vorrei farle una domanda. Il dato per cui un terzo dei vostri controlli ottiene un riscontro, in termini di sostanziale irregolarità, di qualsiasi natura essa sia, secondo lei è legato al fatto che questi porti, tra cui quello di Napoli, sono o sono stati, nel tempo considerati approdi sostanzialmente sicuri per determinati traffici, oppure è semplicemente un dato fisiologico, quindi, solo un buon risultato dell intelligence perché avete affinato metodiche particolari e speciali che vi indirizzano quasi sempre a colpire nel segno? Calabria. Credo che, in queste cose, non ci sia mai un solo ingrediente che compone la ricetta. Probabilmente, un certo trend di traffici si era indirizzato nel porto di Napoli perché si credeva che lì ci fosse una gestione un po più allegra. D altro canto, avendo anche fatto parte di gruppi di studio all interno dell Unione europea, una cosa che dissi, per esempio, ai colleghi olandesi è che in Italia c è il detto «occhio non vede, cuore non duole», un detto che alcuni applicano alla lettera. Noi abbiamo certezza di questa cosa perché, nel momento in cui abbiamo elevato il livello dei controlli, abbiamo assistito a una deviazione dei traffici verso i porti di Rotterdam e Amburgo. PRESIDENTE. Questo ci è noto, infatti è un tema che avevamo sollevato anche a livello di Unione europea, perché connesso anche al tema delle tariffe doganali tecniche, che ovviamente risentono dell attività che viene svolta. Lei ritiene, quindi, che in altri porti mi ha già risposto sostanzialmente, però le chiedo conferma dove i riscontri sono più bassi in termini di visibilità e di incidenza, ciò avvenga semplicemente perché si fanno dei controlli meno accurati? Calabria. Assolutamente sì. Non parlo solo di Rotterdam e Amburgo: aggiungerei anche Barcellona, Marsiglia, Algeciras e, tra poco, secondo me, il porto del Pireo, che sta facendo qualcosa da monitorare attentamente (oltre a Tangeri e Port Said, da sempre). PRESIDENTE. Le confermo che i riscontri che abbiamo avuto lo scorso anno, nel corso della nostra missione nell Unione europea, ci segnalavano, appunto, principalmente i tre porti di Barcellona, Rotterdam e, forse un po meno, Amburgo: questa è una questione nota anche alle autorità europee. Quindi, che fare?

4 4/9 Calabria. Che fare? Il problema è che noi abbiamo un limite in tutto questo. Sicuramente, non possiamo allinearci su certi tipi di trend perché a Barcellona stanno facendo qualcosa di diverso: una cosa del genere non è immaginabile. Noi abbiamo mantenuto un certo trend costante. Devo anche dire che, nonostante questo intensificarsi di controlli, di affinamento delle tecniche di analisi dei rischi, paradossalmente, in un panorama mondiale in cui c è stata una flessione dei traffici su tutti i porti del mondo, negli ultimi tre anni, il porto di Napoli non ha avuto flessioni, pur avendo questo tasso di positività ai controlli, perché dei traffici che non vi passavano più sono rientrati, il che è stata una cosa significativa. C è stato anche un atto significativo, che abbiamo fatto come direzione regionale di cui ho avuto modo di riferire in un audizione presso la VI Commissione permanente della Camera in materia di depositi Iva. Noi avevamo fatto un analisi dei rischi secondo cui il 78 per cento delle frodi perpetrate a livello nazionale sui depositi Iva avveniva tra Campania e Calabria. Ho, pertanto, emesso una disposizione di servizio, aiutato dalla sentenza della Cassazione che ha stabilito una ben netta demarcazione tra l Iva all importazione e l Iva nazionale o domestica, riconoscendo l Iva delle merci introdotte in deposito Iva come Iva all importazione. Questo fatto mi ha dato la stura, la possibilità per agire in una certa maniera. Abbiamo adottato, quindi, questa disposizione, che poi è stata tradotta nella modifica recente all articolo 50-bis del decreto-legge 30 agosto 1993, n. 331, dopo l audizione avuta presso la VI Commissione. Abbiamo poi assistito a una cosa significativa: dal nostro porto sono scomparse 1373 aziende che lavoravano in regime di deposito Iva. Potevamo facilmente immaginare una gravissima flessione del riscosso, che però non c è stata, anzi, abbiamo addirittura accertato un riscosso superiore, pur con 1373 aziende in meno, che peraltro non sono comparse in altre parti d Italia, il che significa che erano 1373 aziende sulla carta, che avrebbero dichiarato quel fatturato in quel momento, per poi scomparire di lì a otto o nove mesi. Questo, secondo me, ha dato la sensazione agli operatori onesti che potevano tranquillamente ritornare ad operare nel porto di Napoli: questo è il dato. PRESIDENTE. Tornando al ragionamento di prima e per restare all argomento che riguarda gli approfondimenti della nostra Commissione, vorrei farle una domanda: rispetto a quel terzo - a quel 34 per cento - di irregolarità che riscontrate, avete un idea di quante siano poi legate al tema della contraffazione o di una qualche frode commerciale sui marchi, piuttosto che ad altre tipologie ascrivibili alle tematiche che sono di interesse della Commissione?

5 5/9 Calabria. Noi abbiamo un numero esatto, che le posso fornire in maniera dettagliata. Se crede, domani le farò avere tutto il prospetto. Questa è una vecchia relazione, con dei numeri, che avevamo preparato per una presentazione fatta in alcune scuole, con cui abbiamo iniziato un discorso in tema di contraffazione. PRESIDENTE. Lei non ricorda, a grandi linee, qual è l incidenza? In genere, le irregolarità che riscontrate sono la metà, un terzo, il 10 per cento? Altrimenti, me lo riferirà in seguito: non è tenuto a dirmelo adesso. ANNA TERESA FORMISANO. Se potesse darci il dato ultimo ufficiale, sarebbe meglio! Calabria. Senza meno, l ultimo dato ufficiale sulla contraffazione, in termini di pezzi e di valore, perché dobbiamo fare un distinguo... PRESIDENTE. Mi scusi, noi però eravamo al tema delle infrazioni. Lei diceva che su un campione di cento, trentaquattro sono le infrazioni registrate, quindi, quante di queste sono più o meno ascrivibili alla contraffazione? Questo è un dato importante per noi, per capire esattamente quanto il porto di Napoli possa essere considerato strategico per questo tipo di mercato. ANDREA LULLI. Può darsi che ci siano delle infrazioni non immediatamente ricollegabili alla contraffazione, ma che poi, invece, possono esserlo: la contraffazione ha vari aspetti. Ci può essere anche un ingresso legale di merci, che successivamente entrano nel circuito della contraffazione. Calabria. Noi abbiamo riscontrato proprio questo! Abbiamo, infatti, riscontrato un trend in diminuzione della contraffazione, negli ultimi anni, un po per l intensificarsi dei controlli, un altro po perché è variata la geografia della contraffazione stessa. Questi signori hanno raffinato il sistema: oggi noi non troviamo più un container pieno di jeans contraffatti, bensì containers pieni di jeans neutri, che non hanno non solo un etichetta, ma neanche più un bottone o una cucitura. Pertanto, mentre prima riuscivamo a risalire all origine, magari anche dal solo bottone marcato in una certa maniera, ora non c è più nulla di tutto ciò: il jeans arriva puro. Quest ultimo verrà poi

6 assemblato e riceverà una finitura finale, collegandosi con altri carichi: per esempio, abbiamo intercettato un carico aereo in cui vi erano sia etichette di note griffe, sia bottoni e via dicendo. 6/9 DEBORAH BERGAMINI. Si parla anche di borse di Hermes al seguito di passeggeri! Calabria. Tutto questo materiale viene poi assemblato sul territorio, ma ciò sposta, a quel punto, la soglia di un nostro possibile intervento. ANDREA LULLI. C è poi da verificare quanta parte di quella merce vada nella filiera della contraffazione e quanta parte, invece, vada nella filiera legale! Calabria. Su questo sono perfettamente d accordo. Sulla sua analisi convengo assolutamente: tante volte ce lo siamo chiesti e ce lo stiamo chiedendo adesso, soprattutto rispetto al circuito dei prodotti farmaceutici. Abbiamo, infatti, recentemente eseguito un sequestro a Gioia Tauro di 21 milioni di pezzi contraffatti (il più grosso sequestro d Europa, da questo punto di vista): si trattava in parte di Viagra e, in parte, di un antidolorifico della Pfizer, oltre a 3 milioni di pezzi di profilattici. Ci sorge, pertanto, il dubbio che si stia creando da qualche parte un dumping farmaceutico! Noi non siamo, però, in grado di dare risposte in merito: su questo bisognerebbe fare uno studio approfondito! ANDREA LULLI. Al di là del circuito della contraffazione, che è chiaramente da reprimere, è del tutto evidente che, se c è una continuità tra i due circuiti, anche se la merce va nel circuito legale, i suoi possibili valori aggiunti sono molto elevati. Calabria. Ciò che ci ha colpito nel sequestro di questi farmaci, è che venivano tutti dagli Emirati Arabi. Allora, ci è sorto il dubbio che si possa innescare una sorta di dumping farmaceutico, da parte delle stesse case farmaceutiche che svendono il prodotto di base. È, però, un analisi da fare in maniera molto più approfondita e che, logicamente, sfugge alla linea operativa su cui noi siamo. Su tale vicenda dovrebbe esserci non solo un back office da parte dell Agenzia delle dogane, ma anche un tavolo allargato perché si tratta di una cosa molto seria. GABRIELE CIMADORO. Questi dati sui prodotti dagli Emirati Arabi sono recenti?

7 7/9 Calabria. Sì. GABRIELE CIMADORO. Non so se ricordate - diversi anni fa - lo scandalo riguardante i medicinali contraffatti ad opera di un livornese - peraltro, una persona che conoscevo - che aveva accumulato un ingente massa di prodotti medicinali falsi provenienti dalla Cina. Una volta scoperto, oltre a dovere pagare una multa ingente, sarebbe dovuto finire in galera per quarantasette anni, invece, è andato a Dubai (ciò avveniva sei o sette anni fa). Non vorrei che si trattasse dello stesso personaggio, che magari ha ora rimesso in piedi l organizzazione di un tempo. Calabria. Il sequestro di medicinali di cui parlo è avvenuto alla fine del è molto recente - e sono ancora in corso delle perizie sugli antidolorifici. Dal 2002 al 2004 sono stato direttore a Fiumicino e, in quel periodo, c era stata un attenzione particolare sugli anabolizzanti per le palestre. Si puntò tutta l attenzione sui paesi dell ex Unione Sovietica o ad essa legati. Tutti i controlli che facevamo su quei voli davano però esiti regolari: non riuscivamo a pescarne uno in difetto! Poi, per caso, una sera una funzionaria scoprì un passeggero che veniva dall Egitto. Da quel momento, abbiamo messo a segno una serie di controlli positivi dai paesi arabi e del Medioriente: gli anabolizzanti, in realtà, venivano da lì. Questo fatto non siamo mai riusciti a spiegarcelo, posto che quelli del Medioriente non sono paesi produttori di tali sostanze. ANDREA LULLI. Ci sono, però, paesi vicini - anche se non amici - che hanno una fiorente industria farmaceutica: non si sa mai! PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUDOVICO VICO PRESIDENTE. Direttore, al fine di inquadrare meglio il problema - come stiamo provando a fare - sarebbe molto utile se ci potesse fornire i dati della campionatura che pianificate settimanalmente (ovviamente, su ogni tipo di traffico all import). Infatti, nel primo bimestre del 2012, tutti i porti container, eccetto Gioia Tauro, hanno il segno positivo. Il più debole è quello di Napoli, oltre a quello di Gioia Tauro (per le ovvie ragioni dell uscita di Maersk, che è poi intervenuta

8 8/9 recentemente). Poiché il campionamento avviene sia sui containers sbarcati, sia su quelli in transito (anche se meno su questi ultimi, soprattutto per il transito con la Cina e i paesi extracomunitari, cioè quelli che non passano con la regolazione comunitaria) e spesso accade che nei porti dove le dogane non sono molto attente (prima non lo erano molto, ora lo sono di più) non avvengano sequestri. Come dice il direttore Peleggi, rendendo esplicito il concetto in una maniera straordinaria, quando in un porto non c è un sequestro, c è un problema di dogana. È, quindi, veramente apprezzabile come, negli ultimi anni, a campionatura, si facciano dei controlli anche sui containers in transito, i quali, in qualche modo, sono quelli che riservano le sorprese maggiori. Pertanto, se ci potrà fornire il dato statistico più aggiornato, ciò sarà molto gradito a questa Commissione, perché negli ultimi anni Napoli è tornata - se si può dire così - nell area della legalità e noi siamo molto contenti per il paese, per Napoli e anche per lei. Calabria. La ringrazio di questo. Aggiungo che, un paio di anni fa, abbiamo scoperto una cosa interessante. Intanto, Napoli raramente fa da transito: il transito è piuttosto se non tutto - sul porto di Gioia Tauro, un vero porto di transhipment dove, fino a due anni fa, c erano 4,5 milioni di containers essendo il primo porto d Europa in questo: dopodiché, è successo quanto ha detto lei. PRESIDENTE. I cinesi hanno deciso nuove destinazioni! Calabria. Esatto: i cinesi italiani hanno deciso nuove destinazioni, ciò essendo stato, dal punto di vista dell impatto lavorativo, veramente una tragedia. Quindi, Napoli sdogana, cioè accoglie importazione definitiva: su containers, ci sono sdoganamenti. PRESIDENTE. Il porto di Napoli non è di transhipment, cioè non c è la nave feeder? Lì c è lo sbarco? Calabria. Esatto, lì c è lo sbarco. Ha capito benissimo e mi sembra molto ben informato. ANNA TERESA FORMISANO. Negli ultimi tre anni lo sbarco a Napoli è in aumento o è in diminuzione?

9 9/9 Calabria. È costante: non ha avuto flessioni, se non un poco dall inizio di quest anno. ANNA TERESA FORMISANO. La provenienza è sempre la stessa? Calabria. Le provenienze sono sempre le stesse: Cina, Nordafrica, Nordamerica, Medioriente. Quelle che c erano prima sono rimaste e come volume di traffici, Napoli non ha risentito, mentre ha risentito molto Salerno, che penso abbia perso circa il 30 per cento di traffico: in un anno e mezzo ha avuto un picco verticale in negativo, sicuramente, legato anche alle vicende FIAT, perché Salerno faceva molte macchine. Sui tabacchi volevo dire che, un paio d anni fa, qui abbiamo fatto un grossissimo sequestro che ha evidenziato una nuova frontiera: la contraffazione del contrabbando! In altre parole, il massimo che si poteva avere: due in uno! Sono anche venuti i periti della Philip Morris, i quali non riuscivano a capire come, finanche sul filino che apre il pacchetto di sigarette, potesse essere riportato un marchio Philip Morris uguale all originale. PRESIDENTE. Direttore, noi la ringraziamo per il suo contributo. Evidentemente, sulle vicende del tabacco sentiremo alcune posizioni importanti, quindi, è molto probabile che avremo un altra sede d incontro. Nel frattempo, attendiamo, possibilmente entro domani, i dati aggiornati secondo la statistica della sua amministrazione. Grazie. Dichiaro conclusa l audizione. La seduta termina alle