Le 1000 e una sfaccettature di un buon metodo di studio
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- Cornelio Ferrara
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1 Laura Giudici logopedista Le 1000 e una sfaccettature di un buon metodo di studio Melegnano, 10 ottobre 2016
2 Il metodo di studio valutazione motivazione apprendimento cooperativo attenzione autovalutazione organizzazione stile d apprendimento comprensione
3 MOTIVAZIONE Perché studio riflettere insieme per il voto per far piacere ai genitori Perché mi scoccia fare figure per sapere cosa mi interessa per esercitare la memoria Per essere autonomo nel futuro
4 MOTIVAZIONE interessare i ragazzi partendo da ciò che sanno e incuriosirli
5 MOTIVAZIONE A cosa possono essere interessati: armi, musica, lavoro dei genitori, loro esperienze passate, episodi appena accaduti EMOZIONARE - SPERIMENTARE- FAR ESSERE ATTIVI L INSEGNAMENTO DEVE ESSERE GENERATIVO
6 ATTENZIONE Molti ragazzi oggi non riescono a mantenere l attenzione perché: non comprendono la morfosintassi (soggetto-verbo-oggetto) non capiscono bene i concetti (difficoltà cognitive) hanno un disturbo fisiologico nello stare attenti (ADHD) pensano di non essere portati per lo studio e quindi non si impegnano (demotivati, poco stimati)
7 ATTENZIONE Possibili soluzioni: Fare un patto con i ragazzi più in difficoltà Dividere l ora in attività più brevi comunicando il tempo che di volta in volta si occuperà («ora in dieci minuti proviamo a rispondere a queste prime tre domande») Chiamare (non richiamare) spesso i distratti per chiedergli o fargli fare qualcosa Avere fiducia in loro
8 Aiutare i ragazzi ad organizzarsi: ORGANIZZAZIONE Darsi delle regole (non divieti)- porsi obiettivi realistici Planning settimanale per non fare tutto all ultimo Gestire le materie in modo diverso anche in base alle proprie qualità Creare portalistini/quaderni ad anelli per gli schemi Valutare i tempi di studio necessari Diario digitale o linguette colorate ATTENZIONE AL CARICO DI LAVORO POMERIDIANO INDICE
9 COMPRENSIONE Capire un testo: costruzione mentale (attivazione e soppressione degli elementi) Memoria di lavoro Morfosintassi Lessico Inferenze lessicali («il calcio mi fa male») e semantiche («sono sulle nuvole») Metacognizione (difficoltà del testo, corretta modalità di lettura) No deficit cognitivi o sociali ascoltare leggere
10 COMPRENSIONE Comprendere prima di leggere riattivo ciò che già so: Sfoglio le pagine precedenti e quelle da affrontare Guardo le immagini Leggo le didascalie Leggo titolo, titoletti, sottotitoli Leggo le parole in grassetto Leggo le domande finali
11 Ognuno ha il suo stile STILI DI APPRENDIMENTO Cambia a seconda della materia (flessibilità a seconda dello scopo) Bisogna sperimentare diversi stili e riflettere sui vantaggi/svantaggi Deve essere attivo (per es. post-it) LA PERFEZIONE NON ESITE, INSEGNARE AD AUTOREGOLARSI
12 STILI DI APPRENDIMENTO Sintesi vocale (prima: audiolibri) dislessici, deficit comprensione in lettura Evidenziare sistema attivo, veloce Mappe, schemi e tabelle (personali!) problemi di memoria e di ordine (anche mentale) Video, internet visivi Riassunti verbali Ripetere registrandosi/riascoltandosi memorizzazione Leggere molte volte verbali Ripetere più volte difficoltà di linguaggio Suddividere il lavoro in più giorni difficoltà di attenzione
13 STILI DI APPRENDIMENTO FORMICA PIATTO PANE TRENINO FORCHETTA MELA PALLA PUZZLE CONIGLIO BANANA
14 STILI DI APPRENDIMENTO
15 STILI DI APPRENDIMENTO Utilizzare più linguaggi Nihil est in intellectu quod prius non fuerit in sensu Nulla è nell intelletto che prima non sia stato nei sensi
16 STILI DI APPRENDIMENTO Caratteristiche di un buon metodo di studio: Non mi rallenta nello studio Mi rende attivo Mi fa superare alcune mie difficoltà specifiche Consente più esercitazioni Ecco perché l uso di strumenti informatici può essere vantaggioso
17 AUTOVALUTAZIONE Autovalutazione sul metodo di studio non per prevedere il voto della verifica: Ho mantenuto i tempi previsti per lo studio? Sono rimasto concentrato? Ho utilizzato tutti gli strumenti necessari? Mi sono preparato bene? Se la risposta è negativa chiedersi il perché e trovare strategie per superare il problema
18 AUTOVALUTAZIONE IMPARARE DAGLI ERRORI VUOL DIRE NON VEDERE TUTTO NEGATIVO (non so la matematica) MA ANALIZZARE COSA DEVO MIGLIORARE (non ho capito le frazioni) e noi insegnanti? Dalle nostre esperienze negative con i ragazzi (laboratori o le gite) decidiamo di evitarle o di vedere cosa modificare perché abbiano successo.
19 APPRENDIMENTO COOPERATIVO Il gruppo aiuta ad affrontare meglio le difficoltà, consola, sostiene Come nei giochi di squadra nessun giocatore può bastare a se stesso, ognuno ha un suo ruolo così nel gruppo la diversità diventa ricchezza Nella formazione dei gruppi tener conto dei vari elementi Far compilare elenco con il ruolo di ogni ragazzo nel gruppo prima dell inizio dei lavori Al termine fare un autovalutazione del proprio lavoro e porsi obiettivi di miglioramento dare nota positiva alla classe se ci si aiuta a vicenda Organizzare lavori che non mettano in competizione!!! Proporre momenti di confronto su problematiche comuni
20 APPRENDIMENTO COOPERATIVO Presidenti della Repubblica italiana
21 De Nicola Pertini Einaudi Cossiga Gronchi Scalfaro Segni Ciampi Saragat Napolitano Leone Mattarella
22 VALUTAZIONE Interrogazioni programmate Le verifiche devono essere scritte in modo chiaro Evitare che i ragazzi debbano copiare dalla lavagna Complessità crescente Spiegare bene gli esercizi Prevedere di suddividere la prova in due tempi per i più lenti Evitare richieste puramente mnemoniche (in tal caso prediligere abbinamenti con richiesta di inserimento di freccia tra parola e definizione)
23 VALUTAZIONE Il DSA deve poter usufruire di tutti i sistemi compensativi di cui necessita Per i ragazzi in difficoltà la scuola può far utilizzare gli strumenti compensativi decisi dal consiglio di classe e con redazione di un PDP in attesa di una diagnosi (circolare 8/2013 «ove non sia presente certificazione clinica o diagnosi, il Consiglio di classe o il team dei docenti motiveranno opportunamente, verbalizzandole, le decisioni assunte sulla base di considerazioni pedagogiche e didattiche») Se la verifica è insufficiente interrogare oralmente il ragazzo per guidare la valutazione
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