IMPRONTA ECOLOGICA UNO STRUMENTO PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

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1 IMPRONTA ECOLOGICA UNO STRUMENTO PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE Dossier a cura di Luca Baglivo e Valeria Ratti, CREDA Onlus

2 Dicevano gli Indiani d America: "Sotto la terra che calpestiamo ci sono gli occhi di sette generazioni che ci guardano, pronte a venire al mondo. Per questo i nostri passi devono essere leggeri". Che cos è l impronta ecologica Ognuno di noi, quotidianamente, con i propri comportamenti e il proprio stile di vita, ha un impatto sulla terra dal momento che ogni cosa che produciamo e usiamo proviene dall ambiente naturale. Inoltre nella fase di produzione di un bene e al termine dell uso del bene stesso creiamo scarti e abbiamo quindi bisogno di sistemi ecologici in grado di riassorbire tali residui. Infine le nostre modalità insediative (per ogni tipo di finalità: abitativa, produttiva, infrastrutturale) ci portano ad occupare degli spazi che sottraiamo per forza di cose agli ecosistemi naturali. Considerato che la quantità di terra disponibile per l umanità è una grandezza finita e di conseguenza la produttività è limitata, i problemi di equa distribuzione delle risorse non possono essere ignorati. Le diverse nazioni infatti si appropriano in modo diseguale della capacità bioproduttiva: i paesi più ricchi hanno un consumo di risorse ed una produzione di rifiuti pro capite molto più elevata di quella dei paesi poveri. Essendo il capitale naturale il nostro bene comune, è indispensabile prevedere livelli di ridistribuzione, secondo il principio di equità. È necessario dunque rendersi conto di quanto sia stretto il legame tra il nostro stile di vita (relativamente alle modalità di produzione e consumo) e le risorse naturali, che evidentemente non sono inesauribili. È altrettanto necessario riuscire a misurare quanto sia rilevante il nostro impatto sui sistemi ambientali per apportare modifiche e cambiamenti sulle nostre modalità di comportamento, nel tentativo di attuare uno sviluppo che possa essere sostenibile. Per tenere sotto controllo il progresso verso lo sviluppo sostenibile è necessario essere in grado non solo di definire ma anche di misurare i vari aspetti della sostenibilità: i limiti che ci impone la natura, il nostro impatto su di essa e la nostra qualità della vita (Wackernagel). Sviluppo sostenibile è - uno sviluppo che va incontro alle necessità del presente senza compromettere la possibilità per le future generazioni di andare incontro alle loro (World Commission on Environment and Development) - sviluppo sostenibile globale significa che coloro che sono più benestanti adottino stili di vita che non sono incompatibili con i limiti ecologici del pianeta (World Commission on Environment and Development) - migliorare la qualità della vita umana, rimanendo all interno della capacità di carico di un ecosistema (Caring for the Earth) - una comunità non è sostenibile se consuma le risorse più velocemente di quanto possano essere reintegrate, produce più spazzatura di quanta i sistemi naturali possano assorbire o si basa eccessivamente, per soddisfare i propri bisogni, su risorse che provengono da regioni geograficamente lontane (Sustainable Community Roundtable) L Impronta Ecologica, sistema messo a punto a cavallo degli anni 80 e 90, dall ecologo William Rees e dai suoi collaboratori, tra i quali Mathis Wackernagel, oggi maggiore esperto e divulgatore di tale metodo, è uno strumento estremamente utile al fine di calcolare gli impatti dello sviluppo sui sistemi ambientali. Immaginiamo di racchiudere una qualsiasi città italiana sotto una cupola di vetro trasparente che consenta alla luce di entrare ma che impedisca alle cose materiali di qualunque tipo di entrare ed uscire. Affinché la

3 vita degli abitanti di tale città possa continuare, la cupola dovrebbe ricoprire una quantità di terreno tale da racchiudere tutte le risorse necessarie per produrre energia, alimenti e beni (quindi zone agricole, foreste, fiumi ) e per smaltire i rifiuti e l inquinamento prodotto. L area racchiusa nella cupola rappresenta proprio l'impronta Ecologica di tale città, ovvero la quantità di territorio produttivo necessario per sostenere il consumo di risorse e la richiesta di assimilazione di rifiuti da parte di una determinata popolazione. Chiaramente, se lo stile di vita dei cittadini sotto la cupola implica l elevato consumo di risorse, l impronta ecologica della città sarà più estesa e pesante. Quindi l impronta ecologica è uno strumento di gestione delle risorse finalizzato a calcolare qual è la superficie di sistemi ecologici produttivi necessaria per mantenere a lungo termine le attività economiche e sociali di una particolare comunità, di un paese o dell intera popolazione mondiale, date le esistenti capacità tecnologiche e organizzative della produzione. In altri termini l impronta ecologica misura il consumo di risorse naturali. Essa è strettamente correlata alla capacità della natura di rinnovare tali risorse. È possibile quindi calcolare l area totale necessaria a produrre il cibo che tale paese consuma, ad assorbire i rifiuti prodotti nel consumo di energia e a fornire gli spazi necessari per le sue infrastrutture. Bisogna considerare che le persone consumano risorse e servizi naturali provenienti da tutto il mondo, quindi la loro impronta ecologica è la somma di tali aree, ovunque loro siano nel pianeta. In sostanza invece di chiedersi quante persone può sopportare la terra ci si domanda quanta terra ciascuna persona richiede per essere supportata. L impronta non si concentra sul numero di teste piuttosto sulle dimensioni dei piedi. Diventano quindi rilevanti anche le tipologie di produzione, le tecnologie utilizzate e i modelli di consumo. Si tratta di calcolare l area di terra produttiva e di mare necessaria a sostenere i nostri consumi di materie prime e di energia e ad assorbire i nostri rifiuti. Come tutti i modelli è semplificato e certamente sottostima alcuni fattori, ma fornisce interessanti spunti di riflessione e dà un idea abbastanza realistica dell impatto del nostro stile di vita sull ambiente. Come e perché calcolare l impronta ecologica Per calcolare la propria impronta ecologica è innanzitutto necessario definire e quantificare le superfici necessari alla produzione del cibo che mangiamo, delle foreste che forniscono legno e catturano anidride carbonica, delle aree oceaniche che producono i prodotti ittici che consumiamo; possiamo quindi distinguere sei macrocategorie di aree ecologicamente produttive: 1. terreni agricoli, quelli più produttivi, in grado di produrre la maggior parte della biomassa generale; 2. terreni destinati a pascolo, utilizzati per l allevamento di bovini e degli animali da latte; 3. foreste sia coltivate che naturali 4. aree edificate, ovvero quelle che ospitano gli insediamenti e le strade 5. terre per l energia derivata da combustibili fossili, ovvero quella che dovremmo riservare all assorbimento dell anidride carbonica 6. aree marine

4 Naturalmente, alcune delle aree considerate possono anche essere molto lontane dal posto in cui viviamo (quando, ad esempio, mangiamo un prodotto coltivato in un altro paese): quando si calcola la nostra impronta ecologica non dobbiamo quindi immaginare di calcolare la superficie di fetta di Pianeta che includa solo la nostra città o il nostro paese, ma piuttosto di un insieme di tante fette distribuite in tanti luoghi diversi. Il calcolo dell impronta, partendo dai dati sui consumi nelle categorie sopraindicate, quindi dalla quantificazione delle risorse provenienti da ciascuno dei sistemi ecologici considerati, procede alla conversione di tali dati in quantità di superficie totale necessaria a soddisfare i nostri bisogni. Tale dato viene comparato con la stima della biocapacità del paese, ovvero con il totale delle aree biologicamente produttive, le aree cioè con una produttività animale e vegetale quantitativamente significativa. Il dato relativo al valore dell impronta ecologica di un paese, di una città o di una famiglia non è significativo in termini assoluti ma lo diventa in una serie di raffronti. Innanzitutto diversità relative all impronta indicano differenze negli stili di vita, ma anche sperequazione nell accesso alle risorse. Abbiamo infatti la possibilità di quantificare quanto un gruppo umano ecceda o meno nei suoi consumi. Ad esempio sappiamo che l impronta ecologica sostenibile a livello mondiale (ovvero uno stile di vita che permette di avere impatti riassorbibili dagli ecosistemi ambientali) è pari a 2,3 ettari pro capite e che un italiano medio ha un impronta ecologica pari a 3,1 ettari pro capite. Questo significa che l adozione del nostro stile di vita comporta l uso di risorse che non ci spettano e che sottraiamo ad altre popolazioni (ad esempio gli abitanti del Bangladesh, che hanno un impronta ecologica di 0,07 ettari, non possono usufruire delle risorse che noi utilizziamo). Chiaramente anche all interno dei singoli paesi esistono sperequazioni ed impronte ecologiche differenti. Basandosi su questi dati è anche possibile calcolare il deficit ecologico di ogni paese, rapportando l impronta ecologica del paese stesso con l estensione dei sistemi ecologici produttivi disponibili localmente, ovvero con la capacità ecologica del territorio nazionale. I paesi in deficit, ovvero quelli che consumano più risorse di quante ne producano, colmano tale passivo con massicce importazione della produzione di sistemi ecologici anche molto lontani. In conclusione, calcolare l impronta ecologica della propria famiglia è importante per riuscire a comprendere una fitta rete di interrelazioni tra le nostre azioni quotidiane e la sostenibilità complessiva del nostro pianeta. Inoltre se, una volta presa coscienza del nostro peso sul sistema terra, dovessimo decidere di introdurre dei cambiamenti nel nostro stile di vita (consumi, produzioni di rifiuti), potremmo avere un indicatore immediato per valutarne gli effetti.

5 Pesiamo troppo che fare? CONSUMARE SI, MA CRITICAMENTE Premessa: Di seguito vengono presentati regole, esempi ed esperienze di consumo alternativo, attento alle conseguenze e agli impatti dello stile di vita sull ambiente; tale carrellata non ha certamente la pretesa di essere esaustiva e completa, vuole piuttosto essere uno spunto per la riflessione, fornendo alcune dritte affinché ognuno di noi possa creare il proprio percorso di consumatore attento e responsabile È possibile basare ad esempio le proprie opzioni di consumatori su delle regole : RIDUZIONE: è fondamentale partire da un ripensamento della quantità di beni e di risorse utilizzate. Risparmio energetico, riduzione dei consumi superflui, diminuzione dei rifiuti prodotti, limitazione dell uso di mezzi di trasporto privati a favore di quelli pubblici; RIUTILIZZO: siamo abituati a buttare via molti oggetti ancora utilizzabili creando così inutili costi di smalitimento e spreco di risorse naturali. Provvedere alla riparazione, finché è possibile, permette di incidere sensibilmente sulla riduzione del nostro impatto; RICICLO: le risorse a disposizione sono limitate, prevedere il riciclo dei materiali utilizzati è una misura che rispetta l ambiente ed i bisogni delle generazioni future; RISPETTO: le materie prime e i processi di produzione utilizzati per la realizzazione delle merci includono oltre alle risorse ambientali anche il lavoro, il consumatore può agire affinché i diritti dei lavoratori siano rispettati. In generale per la scelta dei prodotti da consumare sono preferibili: > prodotti locali: così si riduce l inquinamento e lo spreco energetico dovuti al trasporto della merce (spesso su gomma e quindi impattante dal punto di vista ambientale); > piccoli produttori: non concentrando il potere economico nelle mani delle grosse aziende, delle quali è difficile verificare il comportamento relativamente all attenzione all ambiente e alle condizioni di lavoro; favorendo anche una più facile ed immediata tracciabilità dei prodotti; > prodotti biologici: perché rispettano la terra non utilizzando pesticidi, diserbanti, concimi chimici o altri prodotti che inquinano e consumano energia; > prodotti stagionali: perché i costi per produrre e distribuire prodotti fuori stagioni sono maggiori e il loro apporto nutritivo è indubbiamente minore; > attenzione alle etichette e agli imballaggi: leggere attentamente l etichetta fornisce informazioni sugli ingredienti (ad esempio presenza di OGM) e sulle modalità di produzione, in generale è inoltre preferibile scegliere prodotti con imballaggi leggeri (quindi che creano meno rifiuti, o rifiuti ricilabili/riutilizzabili).

6 AGIRE CONCRETAMENTE: Ridurre il consumo individuale di energia: La riduzione dei consumi di energia è il primo passo per minimizzare gli effetti negativi dell azione umana sul sistema terra. Ognuno di noi può utilizzare degli accorgimenti nel tentativo di ridurre i propri consumi. ILLUMINAZIONE: la maggior parte delle lampadine che abbiamo in caso sono ad incandescenza; queste lampadine, di vecchia concezione, consumano molto e vanno sostituite di frequente. È preferibile installare lampadine a basso consumo energetico o a fluorescenza compatta che, seppur più costose, hanno il pregio di durare di più e di consumare meno energia. APPARECCHI ELETTRICI: gli apparecchi (tv, videoregistratore, stereo, pc ) in stand-by (in attesa che noi li riaccendiamo, con le lucine rosse accese), continuano a consumare corrente, dai 4 ai 12 watt per ora (che all anno significa per ogni elettrodomestico da 30 ai 90 kwh di energia elettrica, quindi un emissione di CO 2 di 21,6-64,8 kg); nell acquisto di nuovi apparecchi è preferibile prediligere quelli di classe A, che causano meno inquinamento, sia per i materiali usati, che per il ciclo di produzione, che per il consumo energetico. ACQUA: evitare gli sprechi di tale preziosa risorsa, riparando ad esempio i rubinetti o lo sciacquone che perdono o evitando di far scorrere l acqua aspettando che si riscaldi o mentre si lavano i piatti o i denti. Fare docce (brevi) piuttosto che il bagno, perché per ogni doccia si utilizzano circa litri di acqua mentre per il bagno ne sono necessari Inoltre si può ridurre il consumo di acqua calda e fredda del 50% installando i riduttori di flusso. CARTA: se un albero viene abbattuto non produce più ossigeno e non assorbe più CO 2. È di fondamentale importanza non sprecare carta (ad esempio utilizzando entrambi i lati dei foglio, o usando i fogli da buttare come carta per appunti), usare carta riciclata, gettare la carta negli appositi contenitori per il riciclaggio. TRASPORTI: preferire i mezzi pubblici, la bicicletta, i piedi all uso dell automobile privata. Se proprio dobbiamo muoverci in auto possiamo farlo in maniera diversa, privilegiando il car pooling (ovvero non viaggiare soli ma organizzare i viaggiatori che percorrono lo stesso tragitto condividendo la stessa macchina, ad es. percorso casa/lavoro) ed eventualmente il car sharing, ovvero la condivisione di un parco auto pagando una quota base fissa annua calcolata sul reale uso del mezzo. Quando compriamo una macchina nuova ricordiamoci che il Gpl e il metano rappresentano la migliore alternativa al momento alla benzina e al diesel. Riferimento: Roberto Bosio, Mini guida alle idee pratiche per un consumo sostenibile, Ed. La Tortuga. (la rete è una fonte preziosa di consigli e informazioni su questi temi ) Consumi organizzati Bilanci di giustizia: obiettivo principale della campagna è sperimentare, con un consistente numero di nuclei familiari, le possibilità di "spostamento" da consumi dannosi per la salute, per l'ambiente e per le popolazioni del Sud del

7 mondo, a prodotti più sani, che non incidono in modo irreparabile sulle risorse naturali e che riducono i meccanismi di sfruttamento nelle regioni sottosviluppate. Non si tratta quindi di affrontare sacrifici e rinunzie in nome di un'etica e di una giustizia concepite in termini astratti, ma di rifiutare in base ad analisi non superficiali e a scelte coscienti e responsabili i consumi che non rispondono più ai bisogni umani reali o che danneggiano in modo spesso irrecuperabile i meccanismi ecologici e le popolazioni da troppo tempo confinate in una povertà incolpevole. Come suo strumento fondamentale la campagna ha scelto i bilanci mensili nei quali ogni famiglia deve indicare i suoi consumi "normali" e i suoi obiettivi di sostituzione di un prodotto considerato dannoso con un altro meno dannoso o valutato in termini positivi. Prodotti del commercio equo e solidale, detersivi biologici, uso delle biciclette al posto dell auto, acquisto di elettrodomestici a basso consumo energetico e che non usano i CFC responsabili del "buco" nell'ozono sono solo alcuni degli esempi di "spostamenti" possibili e che in realtà possono non modificare i nostri livelli dei consumi. In altri casi, peraltro, una attenta analisi dei prodotti può far emergere rapporti tra prezzi e calorie e tra costi e rischi che spingono anche a ridurre i consumi, tenendo presente che siamo tutti sovralimentati (e soffriamo delle malattie causate dal cibo in eccesso) e che è ormai evidente che una diminuzione dell'uso delle auto (e quindi del relativo inquinamento dell'aria) del 20% costituirebbe in realtà un miglioramento della nostra qualità della vita. Gruppi di acquisto solidale: Un gruppo d acquisto e' formato da un insieme di persone che decidono di incontrarsi per acquistare all ingrosso prodotti alimentari o di uso comune, da ridistribuire tra loro. Il gruppo è solidale nel momento in cui decide di utilizzare il concetto di solidarietà come criterio guida nella scelta dei prodotti, solidarietà che parte dai membri del gruppo e si estende ai piccoli produttori che forniscono i prodotti, al rispetto dell ambiente, ai popoli del sud del mondo e a coloro che - a causa della ingiusta ripartizione delle ricchezze - subiscono le conseguenze inique di questo modello di sviluppo. Concretamente il gruppo si occupa di ricercare nella zona piccoli produttori rispettosi dell uomo e dell ambiente, di raccogliere gli ordini tra chi aderisce, di acquistare i prodotti e distribuirli. I gruppi di acquisto sono collegati fra di loro in una rete che serve ad aiutarli e a diffondere questa esperienza attraverso lo scambio di informazioni. Attualmente in Italia sono censiti un centinaio di GAS.

8 Riferimenti: In rete: > > (sito del WWF internazionale); > (WWF nazionale, possibilità di calcolare la propria impronta ecologica; ricca sezione di informazioni e documenti relativi alla definizione e al calcolo dell impronta ecologica); > (Sito dell organizzazione Redefinig Progress, dove attualmente lavora Mathis Wackernagel); > (calcolare la propria impronta in inglese); Libri: > Mathis Wackernagel, L impronta ecologica, Edizioni Ambiente; > WWF, Sulla terra in punta di piedi, Percorsi educativi per un futuro sostenibile.

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