IL COLLEGIO DI MILANO. - Prof. Avv. Antonio Gambaro Presidente (Estensore)

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1 IL COLLEGIO DI MILANO composto dai signori: - Prof. Avv. Antonio Gambaro Presidente (Estensore) - Prof. Avv. Emanuele Cesare Lucchini Guastalla Membro designato dalla Banca d Italia - Prof.ssa Cristiana Maria Schena Membro designato dalla Banca d Italia - Dott. Mario Blandini Membro designato dal Conciliatore Bancario Finanziario - Dott.ssa Anna Bartolini Membro designato dal C.N.C.U. Nella seduta del 20 settembre 2011 dopo aver esaminato: il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione; la relazione istruttoria della Segreteria Tecnica. FATTO In data 26 ottobre 2010 il ricorrente ha comunicato all intermediario convenuto mediante raccomandata - il recesso dalla fideiussione omnibus, sottoscritta il , a favore di altro istituto bancario, incorporato dal predetto intermediario, chiedendone, contestualmente, la restituzione dell originale sottoscritto ovvero una dichiarazione liberatoria equivalente. Con raccomandata del 12 novembre 2010, l intermediario, nel prendere atto della revoca della fideiussione, ha rappresentato al ricorrente che in base alle clausole contrattuali sottoscritte rispondeva delle obbligazioni assunte dalla società debitrice, pari a ,69 alla data della predetta revoca, nei limiti della garanzia prestata. Con nota del 22 novembre 2010, il ricorrente ha inteso formulare alla resistente le seguenti osservazioni: la garanzia è stata sottoscritta il con la banca [ ] sino alla concorrenza di Lire , per un controvalore di euro ,84 e non come indicato [nota del 12 novembre] in ,00; di non avere rapporti da oltre nove anni, né come lavoratore dipendente né come componente del C.di A., con l azienda debitrice, oltre a non essere residente a [ ] da oltre 15 anni; di non aver ricevuto alcuna comunicazione circa il trasferimento della garanzia prestata ad altro istituto di credito, ma di essere venuto a conoscenza nel mese di ottobre 2009, in maniera del tutto casuale e non formale, del trasferimento della garanzia stessa a Pag. 2/6

2 favore della convenuta, manifestando già in quella circostanza la volontà di recedere da tale obbligazione; di essere stato invitato a soprassedere momentaneamente dal recesso dalla fideiussione, in quanto era in corso la pratica di rinnovo del fido, senza che gli fossero fornite puntuali elementi sulla reale esposizione del debitore principale; di avere rinnovato la suddetta richiesta più volte nel corso del 2010 non ottenendo alcun riscontro. In relazioni alle suddette precisazioni, il ricorrente ha chiesto all intermediario una dichiarazione sostitutiva della vs. del per l importo indicato e un attestazione con la quale mi sollevate da ogni obbligazione esistente nei confronti della [ ] e dei suoi successori o aventi causa. Nel proprio ricorso all ABF, il ricorrente dopo aver riepilogato i fatti all origine della controversia, chiede di essere sollevato da ogni obbligazione nei confronti della [convenuta] in quanto la fideiussione era stata rilasciata ad altro istituto di credito e non sarebbero quindi legittime le richieste avanzate dall intermediario, che non ha comunicato il trasferimento della garanzia ad altra banca, né i rischi connessi con l operazione di rilascio della garanzia. Con le Controdeduzioni, pervenute alla Segreteria Tecnica il , la parte resistente ha chiesto all ABF di rigettare il ricorso visto e considerato che i motivi adotti dall esponente non trovano elementi oggettivi di riscontro né in sede legislativa né contrattuale motivando come segue: l operazione di acquisizione per fusione della ex banca [ ] in banca [ ] è stato formalizzato con atto pubblico presso il notaio [ ] in [ ] datato e iscritto al registro delle imprese di [ ] e di [ ] in data ; [richiamo integrale del 4 comma dell art. 57 D.Lgs. 1 settembre 2009 n.385 in materia di fusioni e scissioni]; gli obblighi e i rischi connessi all operazione sono indicatiti nel contratto di fidejussione sottoscritto dal ricorrente, così come lo stesso contratto (art. 5 ), ascrive in capo al fideiussore l obbligo di tenersi al corrente delle condizioni patrimoniali del debitore, di informarsi presso lo stesso dello svolgimento dei rapporti con l azienda di credito. Le controdeduzioni sono state trasmesse al ricorrente con mail del Con mail del 27 gennaio 2011, il ricorrente ha trasmesso la copia di due comunicazioni inoltrate all intermediario, precisamente: la nota del 14 gennaio 2011, indirizzata al responsabile dell agenzia in cui è radicato il rapporto oggetto di ricorso, con la quale il ricorrente ha illustrato le condizioni per le quali, sino alla data di recesso dalla fideiussione, non avrebbe agito a tutela dei propri interessi. Nel merito, ha precisato che l obbligazione assunta unitamente ad altri tre membri del consiglio di amministrazione della società debitrice, pro quota per Lire , ammontava complessivamente a Lire Solo nell ottobre del 2009, volendo chiudere definitivamente la propria posizione, avrebbe appreso che la garanzia rilasciata era stata utilizzata per concedere altri affidamenti alla debitrice per almeno ,00. In reazione a ciò, ha contestato alla controparte, tra le altre, la mancata informativa per gli ampliamenti delle linee di credito; inoltre ha richiamato precise responsabilità in capo al preposto della filiale della convenuta per non averlo informato sulla complessiva esposizione della società garantita, e, soprattutto, per averlo fatto desistere dal chiedere la risoluzione del negozio giuridico per non Pag. 3/6

3 pregiudicare il rinnovo della pratica di fido. Al termine della predetta esposizione, ha chiesto alla convenuta di conoscere la reale esposizione della società garantita; la nota del 26 gennaio, con la quale il ricorrente, nel ribadire il proprio diritto di ricevere la documentazione relativa ad un rapporto diverso da quello per cui aveva prestato garanzia nel 1996, ha richiesto di ricevere la documentazione inerente i rapporti intrattenuti dalla società debitrice dal 2001 al 2010 presso l intermediario convenuto. Nella circostanza, ha tenuto a richiamare le previsioni degli articoli del codice civile: 1956, sulla liberazione del fideiussore, per contestare il mancato rilascio di apposita autorizzazione per la concessione del nuovo credito alla società debitrice; 1175 e 1375, sul comportamento secondo correttezza e buona fede nell'esecuzione del contratto, per aver trasmesso la richiesta di pagamento al debitore e al fideiussore senza aver verificato che la controparte avesse ricevuto l avviso in questione, posto che il domicilio indicato nel predetto avviso era errato, cosi come risultava errato l importo in esso indicato. Con mail del 25 marzo 2011, il ricorrente ha trasmesso una copia della lettera, redatta dal legale di fiducia e datata , indirizzata alla direzione generale della convenuta in risposta alla lettera del 31 gennaio Con tale comunicazione il legale del ricorrente ha contestato la validità della fideiussione, perché la copia a mani del ricorrente era priva dell indicazione del debitore principale, diversamente da quella a mani della banca, nella quale sarebbe stata apposta a stampa successivamente all apposizione della firma del ricorrente. Inoltre, avendo la società debitrice, nel frattempo, variato la denominazione sociale, il legale contesta la mancata novazione dell obbligazione, per acquisire dal fideiussore la volontà di prosecuzione nel negozio giuridico. In seguito, il legale, richiamando le previsioni dell art del c.c., ha comunicato di ritenere estinta la fideiussione per comportamento del creditore, perché - nel corso degli anni - sarebbero state concesse ulteriori linee di credito al debitore pur in presenza di crescenti difficoltà certamente note all istituto di credito. In particolare: la presenza di un pignoramento immobiliare davanti al Tribunale di Arezzo avanzato da un creditore; la relazione redatta dal Collegio Sindacale della società, relativamente al bilancio 2009, dove veniva evidenziata una crescente crisi di liquidità e tensioni e sconfinamenti nel sistema bancario. Per tale ultimo aspetto, nel corso del 2010, si sarebbe registrato il dimezzamento del prestito sociale e per contro sarebbero aumentati gli affidamenti bancari sino a di euro. Il legale ha tenuto a precisare, infine, che a nulla rileva la previsione dell art. 5 del contratto, che pone in capo al coobbligato l onere informativo sul rapporto contrattuale, superato dalla previsione legislativa del rilascio di una preventiva autorizzazione del fideiussore per concedere ulteriore credito al debitore principale. Con mail del 26 maggio 2011, il ricorrente per dimostrare la conoscenza da parte dell intermediario dello stato di crisi e/o d insolvenza del debitore principale a far data dal 2008, ha trasmesso in copia: 1) Decreto Ingiuntivo del 7/07/2008; 2) Esecuzione Immobiliare Trib. Arezzo n. 140/2009; 3) Richiesta restrizione ipotecaria ad MPS Capital Services (mail 17/11/2009); 4) Risposta a richiesta restrizione ipotecaria di MPS Capital Services del 22/02/2010; 5) Relazione Collegio Sindacale, al Bilancio di Esercizio 2009 della società debitrice. DIRITTO Pag. 4/6

4 Con la propria domanda rivolta all ABF il ricorrente ha chiesto di essere sollevato da ogni obbligazione nei confronti della banca convenuta. A sostegno di tale domanda il ricorrente ha svolto diversi argomenti. Il principale è che si sarebbe realizzato un trasferimento della posizione soggettiva del soggetto creditore a sua insaputa. Il mero fatto in sé è vero posto che la fideiussione è stata rilasciata favore di una banca denominata XY mentre il creditore attuale è una banca denominata YX. Tuttavia tale fatto è irrilevante. La banca resistente, del tutto correttamente, ricorda che tra la prima banca e l attuale resistente si è realizzata una fusione formalizzata con atto pubblico presso un notaio e che l atto datato è stato iscritto al registro delle imprese di [ ] e di [ ] in data ; al riguardo la banca richiama Ma, forse, nella presente sede è preferibile esprimersi diversamente: una fusione tra società innesta un fenomeno di successione universale. La successione universale è quanto avviene nel mondo delle persone fisiche quando qualcuno abbandona questa valle di lacrime e lascia un unico erede: poniamo sua figlia. Se Tizio era debitore del defunto lo rimane verso la figlia. Nessuna persona sensata ritiene che la morte del suo creditore lo liberi dal debito; né pretende di essere liberato perché non è stato avvisato della morte e della successione. Ciò che può pretendere è di avere la prova della intervenuta successione; prova che nel caso in esame è stata data facilmente dato che la fusione si è realizzata per atto pubblico trascritto al registro delle imprese. Infatti se la scomparsa del creditore non libera il debitore come è ovvio, per quest ultimo rimane solo l obbligo di adempiere ed il suo interesse è limitato al fatto di essere sicuro di poter adempiere in maniera liberatoria. Chiarito ciò è da rilevare come gli altri argomenti svolti dal ricorrente non possono essere presi in considerazione perché configurano vizi genetici del rapporto i quali risalgono tutti ad epoca antecedente al 1 gennaio 2007, che costituisce il limite cronologico della cognizione dell ABF. Fa parzialmente eccezione a tale preclusione la doglianza in cui in sostanza si invoca il disposto dell art c. c. a norma del quale «Il fideiussore per un obbligazione futura è liberato se il creditore, senza speciale autorizzazione del fideiussore, ha fatto credito al terzo, pur conoscendo che le condizioni patrimoniali di questo erano divenute tali da rendere notevolmente più difficile il soddisfacimento del credito». La norma, che è espressione del più generale principio di buona fede e correttezza nella materia de qua, è soggetta dunque a due presupposti applicativi: l uno di carattere oggettivo, consistente nella concessione di un ulteriore finanziamento successivo al deterioramento delle condizioni economiche del debitore principale e sopravvenuto alla prestazione della garanzia; e l altro, soggettivo, della consapevolezza del creditore del mutamento delle condizioni economiche del debitore medesimo, raffrontate a quelle esistenti all atto della costituzione del rapporto. Relativamente a tali requisiti, giova ulteriormente ricordare che l onere della relativa prova grava sul fideiussore che chiede la liberazione della prestata garanzia (cfr. Cass. 7 febbraio 2006, n. 2524; Cass. 22 maggio 2003, n. 8042). Ad avviso del Collegio, tuttavia, parte ricorrente non offre, a sostegno delle proprie doglianze, elementi probatori in ordine alle indicate circostanze, limitandosi ad evocare uno scenario in cui il loro ricorrere appare non del tutto escluso. Il che però non attinge al livello dell onere della prova richiesto. Pag. 5/6

5 P.Q.M. Il Collegio non accoglie il ricorso. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 6/6