Parere sul Piano Integrato di Salute per la zona socio-sanitaria dell Area Pisana espresso unitariamente da CGIL, CISL, UIL Pisa.

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1 Parere sul Piano Integrato di Salute per la zona socio-sanitaria dell Area Pisana espresso unitariamente da CGIL, CISL, UIL Pisa. Nella storia di questa zona socio-sanitaria, le scriventi OO.SS. hanno condiviso lo sviluppo ed la crescita di servizi integrati sociali e sanitari, fin dal parere positivo dato alla costituzione del Distretto Socio-Sanitario Integrato, perché consideravano essenziale la definizione di un punto unico di accesso per dare una risposta adeguata alla complessità del bisogno sociale che non è mai solo sanitario o solo sociale, un cambiamento di prospettiva,quindi, che vedesse per la prima volta i servizi che ruotano intorno al cittadino e non un cittadino che vaga da un servizio ad un altro. Inoltre la programmazione socio-sanitaria di questo territorio, di cui il distretto integrato dovrebbe rappresentare lo strumento organizzativo più adeguato, ha operato per il mantenimento di un sistema pubblico ed universalistico strutturato sulla base di una conoscenza approfondita della realtà sociale e sanitaria del territorio. E su questo contesto che si è innestata e sviluppata la fase di sperimentazione della Società della Salute per l Area Pisana, finalizzata al miglioramento dell efficacia degli interventi sociosanitari ed all ulteriore integrazione dei servizi per dare risposte complete ed adeguate ai cittadini della zona di riferimento. Ci sembra importante ricordare quanto abbiamo scritto nella presa d atto sulla proposta di sperimentazione della SdS Pisana: durante la fase di sperimentazione dell SdS il ruolo e funzioni affidati ai presidi distrettuali dovranno essere mantenuti e rafforzati, completando il disegno dell integrazione socio-sanitaria e delle attività sociali, sanitarie e specialistiche che vengono lì gestite ed erogate, offrendo al cittadino utente un percorso socio-assistenziale adeguato, nella fase di presentazione del PIS, verifichiamo ed apprezziamo la volontà contenuta nel Piano di continuare nell infrastrutturazione del territorio e nella sua ulteriore qualificazione. Il Piano che ci è stato presentato avrà una valenza pluriennale e sarà oggetto di integrazioni e variazioni in base al procedere del lavoro (la dicitura Anno Zero fa riferimento a questo), ma il Piano nella sua vigenza sarà sicuramente influenzato dai futuri orientamenti regionali, in particolare dal Piano Integrato Sociale Regionale non ancora emanato. La fase di sperimentazione, ha visto il coinvolgimento del sindacato confederale sia nella definizione del protocollo di relazioni sindacali, sia nei momenti più significativi di produzione delle linee programmatiche (sia generali, che specifiche per settore) che hanno portato alla definizione di un PIS definito Anno 0 per segnalarne la continua evoluzione. Punto essenziale è stato il confronto sul Documento di Programmazione e sul bilancio preventivo del 2005 confronto che chiediamo di riattivare relativamente al bilancio preventivo 2006, come confronti importanti sono stati quelli di approfondimento sui diversi settori dal materno infantile, all handicap, agli anziani. Rispetto ai diversi settori si fa riferimento a quanto espresso negli incontri a volte anche inviando brevi note. Gli obiettivi che sono stati individuati per il periodo sperimentale, sia quelli generali, che quelli di settore, sono per noi condivisibili e risentono delle nostre osservazioni e richieste.

2 In particolare richiamiamo la necessità più volte da noi sottolineata di definire i Livelli Essenziali di Assistenza Sociale, di elaborare linee guida possibili e condivise per l Accreditamento dei servizi socio-sanitari, di conoscere e governare la domanda e l offerta, in termini di risorse impegnate, prestazioni fornite e copertura del bisogno effettivo. Negli obiettivi relativi alla necessità di incrementare l integrazione sottolineiamo che bisogna assicurare la continuità tra le fasi di assistenza intensiva, estensiva e di lunga assistenza, che c è bisogno di avviare la fase di riqualificazione profonda dell impianto complessivo del Sistema dei Servizi, con l obiettivo di costruire un sistema pubblico centrato sul cittadino e dimensionato territorialmente. Allo stesso modo pensiamo che la costruzione degli sportelli unici e l individuazione dei relativi percorsi integrati per anziani, disabili e settore neonatale sia un buon modo per cominciare a dare concretezza alla sperimentazione. Vorremmo, invece, poter approfondire ancora l attivazione delle Unità di Cure Primarie, chiarendone anche nel PIS le funzioni e le relazioni con i presidi distrettuali, anche perché nelle diverse zone, ci sono state presentate ipotesi diverse di ruolo e di risorse (professionali e strumentali) a disposizione delle strutture da sperimentare. Ci sembra poi di grande interesse, importante per gli operatori coinvolti e per l utenza servita, il decentramento territoriale nei presidi distrettuali degli Specialisti della AOUP. Ci sembra importante però, a questo punto sottolineare la necessità che ci sia una più puntuale esplicitazione di una programmazione certa delle prestazioni socio sanitarie e assistenziali che il distretto socio sanitario integrato offre con le ore disponibili per le specialistiche. Rispetto ai dati presentati e letti nello stato di salute e rispetto ai dati di bilancio relativi a mobilità attiva e passiva, condividiamo l avvio di progetti di residenzialità per Salute Mentale e Disabilità. Per quanto riguarda gli Obiettivi del Piano Integrato di Salute Anno 0, ci sembrano importanti tutti i piani ed i programmi individuati, ma pensiamo che siano essenziali sia il Piano per la continuità assistenziale dedicato alla organizzazione di strutture e programmi all interno dei percorsi fra Azienda USL e Azienda Ospedaliero-Universitaria, che il Piano di riorganizzazione dei Presidi Distrettuali in relazione alla costruzione di un sistema unitario di accesso al sistema dei servizi sanitari e sociali. Infatti, il primo risponde alla nostra richiesta di garantire la continuità assistenziale in caso di dimissioni precoci, programmate o protette, assicurando un livello di comunicazione fra ospedale e territorio su cui fare affidamento, dove si fissano processi, procedure che garantiscono l assistenza, e per il secondo pensiamo che il Punto Unico di Accesso sia uno dei frutti più importanti dell integrazione, che può nei fatti modificare in meglio il rapporto con l utenza che a volte può risultare complicato proprio per le persone in stato di bisogno. Questo perché definire un Punto Unico di Accesso significa definire il luogo dell ascolto del bisogno (lo sportello o la rete di sportelli distrettuali), il luogo della presa in carico, in cui si individua l operatore responsabile del procedimento e si attiva la definizione del piano individuale di assistenza da parte della commissione di valutazione, se necessario. La commissione valuterà, lo stato iniziale della persona presa in carico, i suoi progressi ed il grado di efficacia dell intervento. Nel piano individuale saranno proposte all assistito e/o al suo nucleo familiare le varie possibilità di erogazione (diretta e indiretta) per i servizi socio assistenziali integrati, avendo però fatto chiarezza su quali siano i livelli essenziali di assistenza, cioè, quanto è diritto esigibile e quanto a compartecipazione.

3 Il PIS vede la luce in un quadro molto difficile dal punto di vista finanziario, le ultime finanziarie e gli ultimi atti del governo dal taglio del 50% del Fondo Sociale Nazionale per il 2005 (comunicato dopo l estate) confermato anche per il 2006 con la riduzione di fatto dei trasferimenti sanitari (nessun trasferimento legato al rinnovo contrattuale, non rispetto dei patti per il ripiano dei debiti pregressi), quello che si pone è un problema di risorse per riuscire prima a confermare e poi a qualificare le politiche per la salute dei cittadini. Questa situazione, impone a livello locale la necessità di fissare priorità condivise. I progetti di innovazione presenti nel PIS, da una parte prevedono protocolli e procedure che permettono di usare in sinergia risorse che rispondono ad amministrazioni diverse e che usate assieme dovrebbero produrre risultati migliori, dall altra implicano però interventi di migliore infrastrutturazione del territorio e per essere realizzati hanno bisogno di più risorse. Pensiamo che le tre fonti di nuove risorse che ci sono state presentate durante gli incontri di presentazione del PIS diano concrete possibilità di essere realizzate anche a quelle parti di progetti che sono onerose. In particolare pensiamo siano importanti i Euro in tre anni per progetti sperimentali previsti nel PSR e frutto anche dall accordo fra la SdS di Pisa, quella di Firenze e la Regione Toscana. Inoltre apprezziamo la strategia sottesa a quanto si sta definendo con l AOUP cioè una riconversione delle risorse dell ospedale da dedicare in parte ad investimenti sul territorio, per la realizzazione di strutture quali gli ospedali di comunità che permettendo i ricoveri di sollievo, le dimissioni programmate e protette permettono la riduzione dei ricoveri impropri. Vorremmo verificare il progetto per vedere se è una risposta concreta alla nostra richiesta di non rompere la continuità assistenziale fra ospedale e territorio. Questa scelta continua un progressivo spostamento delle risorse dall ospedale al territorio che è da sempre una richiesta sindacale. In questo ambito va sottolineata, però, la necessità che il processo sia temporalmente seguito e controllato, per cui il processo dei ricoveri impropri andrà ridotto solo a fronte di soluzioni adeguate (aumento dei posti letto negli ospedali di comunità, adeguamento dei moduli delle RSA, aumento di ADI) concretamente utilizzabili, ed a fronte di procedure definite, testate e funzionanti. Pensiamo poi che una sorta di riconversione interna al bilancio, che coinvolga la riabilitazione e la salute mentale permettendo di erogare nella zona prestazioni che di fatto si acquistano dall esterno dell area o addirittura della ASL, permetta un utilizzo migliore delle risorse ed aumenti di fatto la infrastrutturazione del territorio. Per quanto riguarda gli anziani confermando la richiesta di piena applicazione della delibera regionale 402/04, si assumono completamente i contenuti della nota allegata, che diventa parte integrante del parere, prodotta unitariamente dai sindacati dei pensionati di CGIL, CISL e UIL di Pisa. Infine, solo alcune note relativamente alla programmazione istituzionale ed agli accordi già definiti o in fase di definizione, fra l altro, con Provincia, Asl, AOUP, Università, CNR, S.Anna, ARPAT. Apprezziamo la capacità di stabilire relazioni, siglare accordi e definire procedure fra amministrazioni diverse, che ci sembrano essenziali per garantire dei servizi integrati, pensiamo siano da sviluppare ulteriori contatti e verificare possibilità di ulteriori integrazioni. In particolare ci sembra importante il protocollo con il Dipartimento di Prevenzione, struttura essenziale per garantire la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro in termini di controllo, ma anche di formazione ed orientamento degli RLS. Nel Documento di programmazione sono riportati i dati relativi al bilancio 2004 da cui si evince che il 5% previsto dal PSR come spesa per la prevenzione non è stato raggiunto (3,28%, in calo rispetto al 2003) sappiamo che il 5% è relativo a tutta la prevenzione, comprese ad esempio le

4 vaccinazioni, ci piacerebbe avere i dati scomposti, capire la situazione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro in termini di risorse investite, personale occupato e risultati ottenuti. Sottolineiamo che l ambito della formazione alla salute ed alla sicurezza ha una priorità fondamentale negli interventi verso i lavoratori extracomunitari e i lavoratori con contratti precari e/o temporanei, apprezziamo in questo ambito il progetto sui lavoratori Atipici in cui è impegnato il dipartimento. In conclusione ci sembra importante confermare, nel pieno rispetto del protocollo sulle relazioni sindacali, il nostro ruolo di confronto sul percorso di completamento e sulle fasi di realizzazione del Piano Integrato di Salute, sia per quanto riguarda le linee generali, bilancio compreso, sia per i progetti specifici che scaturiranno dal piano. Ci aspettiamo che le nostre considerazioni e proposte vengano accolte nella definizione del PIS e ci riserviamo le valutazioni conseguenti sia sul testo finale che durante la fase di realizzazione. Pensiamo comunque sia necessario ridefinire il protocollo di relazioni sindacali per adeguarlo alla futura fase attuativa. Pisa, 21 febbraio 2006 CGIL Pisa CISL Pisa UIL Pisa

5 Parere sul Programma Integrato del Settore Anziani Le scriventi organizzazioni sindacali, pur rinviando il giudizio complessivo, una volta conosciuti: 1. il Piano Integrato di Salute nella sua completezza, 2. la relazione sociale e sanitaria di accompagnamento, 3. il budget complessivo della Società della Salute, 4. i criteri per l attuazione del progetto anziani, di cui al PSR , 5. la percentuale della spesa per gli anziani nel PIS, pongono alla vostra attenzione alcune considerazioni e puntualizzazioni per meglio comprendere i dati che ci avete fornito sullo Stato di Salute, e confrontarci poi, sulle scelte da intraprendere, per noi sarebbe utile: scorporare, dalle tabelle del quadro epidemiologico della ASL 5, la situazione dell Area Pisana, indicare nell indice del tasso di ospedalizzazione, (pag. 13 solo per polmonite ed influenza) quelle patologie che si manifestano con maggiore frequenza e/o cronicità per le persone anziane, specificare e distinguere le cifre, sui livelli di spesa per anziani per ospedalizzazione, da quelle,che successivamente sono indicate, come spese per anziani maggiori e minori di 75 anni, imputate ai singoli comuni (spesa sociale?). Le proiezioni demografiche dell area pisana rispecchiano i dati della Regione. Il numero degli anziani non autosufficienti che voi segnalate per il 2004 è la quota annua rilevata, ma non è il totale degli anziani non autosufficienti dell Area Pisana, che, nella famiglia o nelle strutture residenziali, sono in carico per le prestazioni e i servizi sanitari necessari alla cura e assistenza, pertanto, è opportuno conoscere quanti sono gli anziani non autosufficienti, oggi, per avere un parametro di proiezione, su cui calibrare l offerta socio sanitaria e assistenziale. Riteniamo necessario che nel Piano Integrato di salute non si possa prescindere, anche in previsione della applicazione della delibera regionale 402 /2004, dalla suddivisione della non autosufficienza per patologie, dalla disponibilità dei posti letto nelle RSA, per quanto oggi essi siano in grado di fronteggiare le liste di attesa, da come si darà seguito, con scelte strutturali ed operative, all organizzazione del territorio, per quanto voi indicate nei determinanti di salute e nell immagine di salute, intanto, per fronteggiare le attuali liste di attesa, ma anche con una previsione della offerta che il sistema pubblico e/o convenzionato sarà in grado di disporre nel breve periodo, dalla definizione delle linee di programmazione e le scelte operative, tese al potenziamento dell assistenza domiciliare integrata, in modo da raggiungere l obbiettivo stabilito dalla Regione Toscana di almeno il 3% della popolazione ultrasessantacinquenne dai tempi di attuazione per l ampliamento di strutture intermedie, quali Hospices e Ospedali di Comunità. Per dare compiutezza alla sperimentazione è opportuno sollecitare la Regione Toscana per la definizione dei livelli essenziali di assistenza, definiti nei protocolli diagnostici per tutti i cittadini, i percorsi assistenziali per le malattie croniche e/o per quelle che maggiormente si manifestano tra gli anziani, che potranno prevedere anche passaggi tra ospedale e hospices, e l ADI.

6 Prendiamo atto che per alcuni progetti è operativa la delibera 402, è opportuno conoscere il numero delle persone assistite e se questi progetti possono essere una base importante per attuare la sperimentazione. E necessaria una maggiore puntualizzazione delle prestazioni socio sanitarie e assistenziali che il distretto socio sanitario integrato offre, le ore disponibili per le specialistiche, il piano di massima per l ampliamento dei processi informativi e dei punti di assistenza nella rete socio assistenziale e sanitaria del territorio, in modo che il distretto socio sanitario integrato, le sue emanazioni, prevedano il punto unico di accesso che risponda alle esigenze sopra descritte per la continuità assistenziale, nelle dimissioni programmate e protette, insomma il distretto ed i luoghi della presa in carico, per una reale integrazione socio sanitaria, per i programmi specificati nella delibera 402, con l indicazione dell operatore responsabile del Piano Individuale di Assistenza e gli interventi intermedi, che voi prevedete nell immagine di salute e nella programmazione, in questo, un ruolo significativo potrà essere svolto dai medici di medicina generale. Pisa, febbraio 2006

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