I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

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1 I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI DALLE NORME ALLE AZIONI Prof.ssa Emanuela Mazzetti Prof. Luca Benedetti PERUGIA,

2 Con la sigla BES si fa riferimento ai Bisogni Educativi Speciali riscontrabili in tutti quegli alunni che presentano difficoltà richiedenti interventi individualizzati non obbligatoriamente supportati da una diagnosi medica e/o psicologica, ma comunque riferiti a situazioni di difficoltà tali da far prefigurare un intervento mirato, personalizzato. Si può trattare di svantaggio sociale e culturale, di disturbi specifici di apprendimento e/o di disturbi evolutivi specifici, di difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse. Le linee di intervento vengono declinate in ordine alle diverse tipologie. Gli alunni che mostrano di avere Bisogni Educativi Speciali sono quantificati intorno al 10-15% del totale, mentre quelli in possesso di una certificazione, individuati storicamente come diversamente abili, da una tradizione pedagogica che ci ha caratterizzato nel mondo, il 2-3%

3 SIAMO DI FRONTE A UN ALLIEVO BES IN TUTTE QUELLE SITUAZIONI IN CUI LA PROPOSTA EDUCATIVA SCOLASTICA QUOTIDIANA NON CONSENTE ALLO STUDENTE UNO SVILUPPO E UN APPRENDIMENTO EFFICACE A CAUSA DELLE DIFFICOLTA DI VARIA NATURA. 07/11/15

4 Premessa: Direttiva BES BES = Alunni con speciale attenzione In questo senso, ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi, fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta.

5 L'esigenza di raggruppare i Bisogni Educativi nasce da... Art 23 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia Art 3 e 34 della Costituzione Prospettiva bio-psico-sociale dell ICF Apporto delle neuroscienze Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell Infanzia e del primo ciclo d istruzione Indicazioni Nazionali e linee guida scuola secondaria superiore (2 ciclo di istruzione)

6 Quando un bisogno educativo diventa speciale? Quando il funzionamento di un alunno rende più difficile trovare una risposta adeguata ai suoi bisogni.

7 Tre grandi sotto-categorie... Disabilità (L. 104) Disturbi evolutivi specifici: DSA ( L. 170); deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria, adhd, funzionamento cognitivo limite, disturbo dello spettro autistico lieve. Svantaggio socio economico, linguistico, culturale (Circ. Min. n. 8 del , nota del )

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11 Le Classificazioni Internazionali elaborate dall Organizzazione Mondiale della Sanità La prima classificazione dell OMS, La classificazione internazionale delle malattie (ICD, 1970) risponde all esigenza di cogliere le cause delle patologie, fornendo per ogni sindrome e disturbo una descrizione delle principali caratteristiche cliniche ed indicazioni diagnostiche. Le diagnosi delle malattie vengono tradotte in codici numerici che rendono possibile la memorizzazione, la ricerca e l analisi dei dati.

12 ICIDH Ha tre componenti fondamentali con cui si analizzano e valutano le conseguenze delle malattie: MENOMAZIONE: danno organico o funzionale DISABILITA': perdita di capacità operative a causa della menomazione SVANTAGGIO (=handicap) difficoltà che si incontra a causa della menomazione MALATTIA (DISTURBO) MENOMAZIONI HANDICAP DISABILITA'

13 DALL ICD ALL ICIDH, ALL ICF Il 22 maggio 2001 l Organizzazione Mondiale della Sanità perviene alla stesura di uno strumento di classificazione innovativo, multidisciplinare e dall approccio universale: La Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilita e della Salute denominato ICF L ICF è la classificazione delle caratteristiche della salute delle persone all interno del contesto delle loro situazioni di vita individuali e degli impatti ambientali. Prima: salute = assenza di malattia Ora: salute = stato di benessere fisico, psichico e sociale, pur in presenza di patologie che vengono però compensate da un contesto facilitante.

14 Secondo ICF: non più disabilita ma limitazione delle attività personali Non più handicap ma diversa partecipazione sociale Disabilità come risultante dell interazione tra funzionamento umano e fattori contestuali. Disabilità come fenomeno sociale multidimensionale

15 Dal modello bio-medico al modello bio-psico-sociale Un approccio integrato della classificazione si esprime tramite l analisi dettagliata di tutte le dimensioni esistenziali dell individuo, poste sullo stesso piano, senza distinzioni sulle possibili cause. Un analisi dettagliata va effettuata analizzando questi fondamentali aspetti dell individuo: Le funzioni corporee Le strutture corporee Le attività personali (esecuzione dei compiti-azioni) La partecipazione sociale (coinvolgimento in una situazione di vita) Il tutto logicamente è strettamente correlato a fattori ambientali ed a fattori personali dell individuo.

16 Cambiano i presupposti teorici e pedagogici... L individuo non viene considerato in sé, ma nel rapporto dinamico ed interattivo con il proprio ambiente di vita La nuova classificazione fa riferimento a termini che analizzano la salute dell individuo in chiave positiva (funzionamento e salute) L assunzione fondamentale del modello bio-psico sociale è che ogni condizione di salute o di malattia sia la conseguenza dell interazione tra fattori biologici, psicologici e sociali.

17 Un aiuto in più: Neuroscienza dell Educazione La Neuroscienza dell Educazione, campo interdisciplinare di studi condotti sul sistema nervoso, si occupa di individuare quelle strategie didattiche ed educative della scuola che possano garantire al meglio lo sviluppo delle potenzialità biologiche di ogni individuo per quanto riguarda lo sviluppo del cervello, quello che chiameremo PLASTICITA CEREBRALE Capacità dell encefalo di variare le sue funzioni e la sua struttura sia durante lo sviluppo embrionale che nell età adulta

18 E stato accertato che il QI cresce e diminuisce a seconda del tipo di stimolazione a cui il cervello infantile viene sottoposto. L apprendimento dunque scolpisce il nostro cervello creando sempre nuovi, intricati disegni nelle connessioni neurali. Le parole dell insegnante inviano un impulso di attività elettrica nel cervello di chi ascolta o legge attraverso milioni di cellule cerebrali. Queste parole lasciano una traccia nella mente. 07/11/15

19 Se non lo usi...lo perdi Chi apprende ha bisogno di opportunità per espandere tutte le sue forme di intelligenza e per creare ponti e connessioni tra di esse. Quando interagiamo con l ambiente, le connessioni sinaptiche aumentano. Quelle utili vengono rafforzate, quelle poco usate si indeboliscono fino a scomparire. Questo significa che lo stesso ambiente di apprendimento dovrebbe condurre a indagare, pensare ed esprimere le proprie idee attraverso una varietà di codici diversi. Chi insegna ha bisogno di ricordare che tutte queste diverse forme di funzionamento mentale esistono in modo interdipendente all interno di un unico cervello.

20 Il potenziamento cognitivo Un insegnante consapevole sa di dover promuovere un ambiente facilitatore ricco di stimoli fisici, psichici e sociali mantenendo così una plasticità dell encefalo che permette all allievo di migliorare sempre più le proprie capacità e competenze; più gli stimoli si conformano alle caratteristiche dominiospecifiche (quelle innate) delle funzioni cognitive dell apprendimento, più si facilita il potenziamento prossimale del sistema stesso.

21 Il potenziamento cognitivo POTENZIAMENTO SVILUPPO PROSSIMALE (Vygotsky) NEUROSCIENZE PLASTICITÀ CEREBRALE

22 La ZSP è definita come la distanza tra il livello di sviluppo attuale e il livello di sviluppo potenziale, che può essere raggiunto con l'aiuto di altre persone, che siano adulti o dei pari con un livello di competenza maggiore. Prendendo le distanze da Piaget, Vygotskij non ritiene che il bambino passi attraverso diversi stadi e dunque sia pronto" ad apprendere nuove conoscenze che prima non era in grado di ritenere, ma sostiene che il bambino impara da coloro che si trovano ad un livello di conoscenza superiore.

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24 Scusa, ma adesso che sai tutto di me, che cosa funziona e che cosa non funziona, le mie barriere e i miei facilitatori, tu cosa fai per me?

25 Premessa ad una didattica inclusiva Vivere in un ambiente facilitatore è la condizione essenziale affinché una persona possa vivere con dignità la propria condizione di persona, malgrado la disabilità La società, quindi tutti e ognuno di noi deve essere facilitatore e non barriera. Guardare al funzionamento e saper leggere al di là della pura diagnosi è quello che ci permette di fare dell ICF lo strumento per la progettazione dei percorsi individuali significativi. Nota introduttiva all edizione italiana ICF, Erickson 2009, di Matilde Leonardi

26 Il processo di POTENZIAMENTO avviene attraverso tre fasi: A) ESPOSIZIONE: Organizzo un ambiente di apprendimento ricco di ciò che serve per generare la competenza di ognuno B) FACILITAZIONE: Tutto ciò che rende più facile la prestazione (assegno compiti adeguati al livello di competenza, diminuisco il carico di lavoro, adotto la strumentazione più adeguata (mappe, schemi, ), divido in sotto-obiettivi. C) POTENZIAMENTO: Dopo un'attenta analisi dell'errore, vado a lavorare sulla funzione debole attraverso strategie educative adeguate, pervenendo alla: COMPETENZA MOTIVAZIONE ALL APPRENDIMENTO SUCCESSO FORMATIVO

27 L analisi dell errore L ERRORE dà diritto al miglioramento L ERRORE è la manifestazione di un processo. Processo di apprendimento Verifiche formative brevi corrette subito in classe per lavorare sul processo L errore come pretesto di discussione Tutoring tra pari L intervista sull errore L errore c è quando l informazione nuova non è armonica con quella vecchia

28 L atteggiamento Le neuroscienze ci dicono che insieme a quel determinato apprendimento ci portiamo dietro l emozione che abbiamo provato in quel determinato momento, per questo è importante che l apprendimento avvenga in un ambiente sereno, perché tutte le volte che lo utilizzeremo, rivivremo emotivamente quel sentimento EFFICACIA DEL SORRISO E DEL GIOCO Essere positivi Il motore che accende la funzione cognitiva sta nel benessere cognitivo: ambiente sereno, motivante produce l allegria del pensiero SORRIDI! La noia e la ripetizione passiva danneggiano la creatività del cervello Il gioco determina il passaggio al pensiero astratto Fare in modo di provocare piacere in una azione cognitiva complessa (didattica per problemi reali)

29 Attenzione all IMPOTENZA APPRESA E un meccanismo psicologico scoperto accidentalmente dallo psicologo Martin Seligman: un animale sottoposto ripetutamente ad una scossa elettrica (senza possibilità da parte sua di evitarla), una volta messo nelle condizioni di poter fuggire dalla gabbia per evitare la scossa, non lo faceva. L'animale aveva appreso che la situazione negativa era inevitabile e non dipendeva dal suo comportamento. In seguito gli studi furono ampliati agli essere umani e il risultato fu che anche gli uomini apprendono che non può essere fatto nulla per controllare o migliorare una data situazione, innescando un blocco neurologico. Se durante la vita scolastica di un individuo le figure di riferimento trasmettono un messaggio di inadeguatezza nei suoi confronti, non fanno altro che innescare il blocco neurologico degli apprendimenti.

30 Il successo formativo Favorire percezione di competenza al fine di non arrivare all impotenza appresa attraverso metodologie significative L ATTEGGIAMENTO INCLUSIONE L ANALISI DELL ERRORE L APPRENDIMENTO COOPERATIVO In quest ottica è il contesto ad essere inclusivo, a organizzarsi dal punto di vista di tutti e di ciascuno. Si lavora sulla zona di sviluppo prossimale sia degli alunni a funzionamento tipico che degli alunni con bisogno educativo speciale

31 Di fronte al bisogno speciale si può : Integrare Includere Di fronte ad una difficoltà ti aiuto in qualche modo affinché tu possa adeguarti all ambiente Es: Ti aiuto a salire le scale Es: Non ti faccio leggere ad alta voce Di fronte al tuo bisogno speciale anticipatamente organizzo l ambiente in modo che tu possa avere le stesse occasione degli altri di fare esperienza, apprendere e crescere Es: Predisporre una rampa per farti salire da solo Es: Assegnare anticipatamente la parte da leggere o l argomento da trattare

32 Attivare una didattica inclusiva che sia in grado di raggiungere contemporaneamente ciascuno, valorizzando le competenze presenti, riconoscendo le debolezze, coinvolgendo tutti in un unica attività, è l unico modo per rispettare le specificità di ognuno, valorizzandolo per quello che realmente sa fare, lavorando sulla sua zona di sviluppo prossimale, dandogli così una percezione di competenza. E impensabile che un insegnante da solo possa strutturare 25 percorsi personalizzati

33 AVREMO UNA DIDATTICA INCLUSICA SE:: Si progettano attività didattiche inclusive cioè calibrate su tutti e per ciascuno Si crea un contesto facilitante Si potenziano le funzioni cognitive lavorando sulla zona prossimale di sviluppo Si usano metodologie come l apprendimento cooperativo, il tutoring,l analisi dell errore, la metacognizione Si evitino l ansia da prestazione, l impotenza appresa

34 Il piano educativo personalizzato Un percorso individualizzato e personalizzato costituisce lo strumento privilegiato con cui le difficoltà di apprendimento connesse ai BES possono essere affrontate dalla scuola attraverso la messa a punto di un Piano Didattico Personalizzato (PDP). Questo ha lo scopo di definire, monitorare e documentare le strategie di intervento più idonee e i criteri di valutazione degli apprendimenti. Il PDP è lo strumento in cui si potranno includere progettazioni didattico-educative calibrate sui livelli minimi attesi per le competenze in uscita, da parte dei docenti, sia nelle attività individuali che collegiali.

35 L iter da seguire per redigere questo documento prevede: 1Deposito della diagnosi in segreteria, protocollo ed archiviazione nel fascicolo personale dell alunno; 2. Acquisizione della diagnosi da parte dei docenti e incontro con la famiglia e il referente DSA (o il Dirigente Scolastico) per raccogliere informazioni e ipotizzare le soluzioni più funzionali al caso specifico; 3. Stesura del documento. Il PDP deve contenere almeno i seguenti punti: 1. Dati anagrafici dell alunno; 2. Tipologia del disturbo; 3. Attività didattica individualizzate; 4. Attività didattiche personalizzate; 5. Strumenti compensativi utilizzati; 6.Misure dispensative adottate; 7. Forme di verifica e valutazione personalizzate.

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37 D I S C A L C U L I A

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39 Con la sigla BES si fa riferimento ai Bisogni Educativi Speciali riscontrabili in tutti quegli alunni che presentano difficoltà richiedenti interventi individualizzati non obbligatoriamente supportati da una diagnosi medica e/o psicologica, ma comunque riferiti a situazioni di difficoltà tali da far prefigurare un intervento mirato, personalizzato Nei DSA vi è una mancata o parziale o imprecisa fissazione degli automatismi che investono uno specifico dominio (lettura, scrittura, calcolo) ALTERAZIONE DELLA CAPACITA' DI APPRENDIMENTO DIFFICOLTA' DI: LETTURA SCRITTURA CALCOLO ARTICOLAZIONE VERBALE LINGUAGGIO ESPRESSIVO COMPRENSIONE DEL LINGUAGGIO COORDINAZIONE E FUNZIONE MOTORIA

40 Come afferma Butterworth (1999): «La natura fornisce un nucleo di capacità per classificare piccoli insiemi di oggetti nei termini delle loro numerosità [...] per capacità più avanzate abbiamo bisogno dell'istruzione, ossia di acquisire gli strumenti concettuali forniti dalla cultura in cui viviamo».

41 SONO COINVOLTI MOLTI PROCESSI COGNITIVI E VENGONO ATTIVATE MOLTEPLICI AREE MENTRE FACCIAMO MATEMATICA ATTENZIONE PENSIERO MOTIVAZIONE MEMORIA ORIENTAMENTO SPAZIO/TEMPORALE Da Vianello R., Difficoltà di apprendimento, situazioni di handicap, integrazione. Edizioni junior, Bergamo, 1999

42 Intelligenza Numerica = Intelligere attraverso la quantità è innata Età critica: 4,5 5,5 la Ricerca dimostra che PRINCIPALI MECCANISMI INNATI: Subitizing: riconoscimento immediato ed accurato di piccole quantità senza la capacità di contare <4-6 n + 1 a partire da 1 (un insieme di oggetti può essere manipolabile) n 1 Corrispondenza biunivoca Ordine stabile Accesso semantico preverbale precede accesso verbale Dalla letteratura (Gelman e Gallistel; Fuson; Karmilov Smith; Butterworth) potenziamento sviluppo prossimale tramite istruzione dei processi base specifici PROCESSI SINTATTICI (grammatica interna = regolano il valore posizionale delle cifre) 13: 1 Decina e 3 Unità PROCESSI SEMANTICI (regolano la comprensione della quantità) 3 = PROCESSI LESSICALI (regolano il nome del numero) 3, tre

43 EVOLUZIONE DELL INTELLIGENZA NUMERICA TRAGUARDI IMPORTANTI Nel corso dell ultimo anno della scuola dell infanzia i bambini in genere raggiungono: a) l enumerazione fino a dieci b) il conteggio fino a cinque c) il principio di cardinalità d) la capacità di comparazione di piccole quantità. COSA MONITORARE: Alla fine della prima elementare è opportuno individuare i bambini che non hanno raggiunto una o più delle seguenti abilità: a) il riconoscimento di piccole quantità, b) la lettura e la scrittura dei numeri entro il dieci, c) il calcolo orale entro la decina anche con supporto concreto.

44 Classificare gli errori... Errori semantici: Non riconosce il significato del numero, ovvero la sua grandezza = 2 COMPARAZIONE Giudizio di numerositá: SERIAZIONE Riordino di sequenze numeriche STIMA Approssimazione numerica Errori lessicali: Sbaglia a pronunciare il nome del numero es. Scrive o legge 6 al posto di 8 Enumerazione e scrittura dei numeri Errori sintattici: non conosce il valore di una cifra in base alla sua collocazione nel numero Coinvolge anche gli aspetti lessicali es. 2 e 5 nel 25 hanno un valore diverso rispetto al 52: rappresentazione di quantità diversa e lettura in modo diverso (es. ottocentoventicinque: scrittura dei numeri) (da Valentina Dalla Villa, BES e Matematica, Giornata Pedagogica, Laives, )

45 ERRORI INTELLIGENTI Scrivi centotre 1003 Scrivi milletrecentosei Scrivi centoventiquattro

46 Per chi ha DSA LEGGERE SCRIVERE CONTARE Non sono abilità automatiche QUANDO ACCORGERSENE? -A metà della I elementare è possibile individuare ritardi di automatizzazione della decodifica e della transcodifica dei processi di letto-scrittura. Ciò permette di iniziare un processo abilitativo specifico per ridurre le difficoltà. Il trattamento logopedico dovrebbe già cominciare! -Al termine della II elementare è possibile fare una diagnosi di dislessia, disortografia, disgrafia - Al termine della III elementare è possibile fare una diagnosi di discalculia

47 Il Disturbo del Calcolo si manifesta in bambini di intelligenza normale, che non hanno subito danni neurologici. Può presentarsi associata a dislessia (=COMORBILITA'), ma è possibile che ne sia dissociata La caratteristica tipica di questo disturbo è una capacità di calcolo inferiore a quanto previsto in base all età cronologica del bambino e ad un istruzione adeguata; in particolare, nei casi più gravi compaiono deficit nel concetto di numero, nelle abilità logico-operatorie, nelle abilità del calcolo e nel ragionamento aritmetico

48 Identikit di un discalculico Consensus Conference Deficit nelle componenti di cognizione numerica (intelligenza num. basale) la discalculia interviene sugli elementi basali dell abilità numerica (Cecità al numero): subitizing (=riconoscimento immediato di piccole quantità) meccanismi di quantificazione seriazione e comparazione strategie di composizione e scomposizione di quantità strategie di calcolo a mente. 2. Deficit relativo alle procedure esecutive e al calcolo la discalculia rende difficoltose procedure e calcoli (Difficoltà negli algoritmi): procedure esecutive per lo più implicate nel calcolo scritto lettura e scrittura dei numeri Incolonnamento

49 Il discalculico ha difficoltà... In compiti relativi all automazione delle procedure di conteggio, anche a mente, come ad esempio nel contare a salti o contare all indietro Nell enumerazione, nei cambi di decina e/o omette numeri Nella scrittura e lettura dei numeri, confusione dei simboli matematici (+ scambiato con x) Ad imparare le tabelline e recuperare fatti numerici Con i disegni di geometria e con le loro definizioni, con gli strumenti di misura, peso, altezza Nelle procedure (calcoli in colonna, espressioni) nella gestione dello spazio, con problemi nell incolonnamento delle operazioni Nella risoluzione dei problemi nonostante l integrità delle capacità logiche A comprendere o nominare i termini, le operazioni o i concetti matematici e decodificare problemi scritti in simboli matematici Da: Valentina Dalla Villa

50 DISCALCULIA EVOLUTIVA = DISTURBO NELL'ESECUZIONE DI COMPITI NUMERICI ED ARITMETICI PROCESS. NUMERICO PROCEDURALE PER I F. ARITMETICI Incapacità di lettura-scrittura difficoltà algoritmi e difficoltà recupero in procedure di calcolo memoria ERRORI LESSICALI ERRORI DI TABELLINE, (legge 82 e non 89, 9 e non 3, INCOLONNAMENTO, OPERAZIONI ENTRO Scrive 21 e non 28 sotto dett.) RIPORTO, PRESTITO IL 20 ERRORI SINTATTICI (legge 98 invece di 89)

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52 COME DIAGNOSTICARLA Analizzare il livello raggiunto dal bambino: nel calcolo scritto e a mente nella comprensione dei simboli aritmetici Nella comprensione del significato dell'ordine posizionale delle cifre nell'acquisizione del sistema del calcolo nella capacità di risolvere i problemi. TEST APPOSITI - lettura e scrittura di numeri - calcoli scritti e a mente entro un tempo predefinito - comprensione dell'ordine di grandezza, cioè quale numero è più grande degli altri - calcolo progressivo in senso discendente e ascendente (conta in avanti da 30 a 50; conta all'indietro da 50 a 30, ecc.) - comprensione testuale di un problema e l'utilizzo delle strategie e delle operazioni adeguate per la sua risoluzione (Quali operazioni faresti per risolvere questo problema? Per prima cosa quali dati prendi in considerazione?)

53 Test di I Livello: AC-MT (Cornoldi, Lucangeli, Bellina, Erickson, 2002) per tutte le classi elementari screening di base Test di II Livello: ABCA (Lucangeli, Tressoldi, Fiore, Erickson, 1998) 2003) BDE (Biancardi, Nicoletti, Omega ed., profilo di discalculia evolutiva

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60 QU - MAT: Software Didattico Compensativo Per Ragazzi Con Discalculia

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64 SITOGRAFIA RAGIONATA PER L INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI CON HANDICAP Normativa Sistema informativo sugli aspetti legislativi connessi alla disabilità e all handicap. Il servizio è curato dal Centro per la Documentazione Legislativa un servizio della Direzione Nazionale della UILDM, l Unione Lotta alla Distrofia Muscolare. Sezione sull'handicap, a cura di Rolando Alberto Borzetti, del sito Educazione& Scuola. Particolarmente ricca e curata la parte sulla normativa. Tutte le leggi relative all'handicap e non solo Una sezione di ScuolainWeb dedicata alle norme sull'handicap divise per tipologia e per categoria. Scuola In Web e' una completa vetrina dei siti realizzati dalle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado. Associazioni insegnanti di sostegno Sito del C.N.I.S. - Associazione per il Coordinamento Nazionale degli Insegnanti Specializzati e per la Ricerca sull'handicap. Sezione di Brescia Sito della Federazione Associazioni di Docenti per l'integrazione Scolastica. Normativa, documenti, news... Sito del Coordinamento Italiano Insegnanti di Sostegno Tecnologie didattiche Sito del Servizio Documentazione Software Didattico del CNR di Genova, Istituto per le Tecnologie Didattiche. Progetto dell'indire per la certificazione del software didattico Ausili e attrezzature Sito della Fondazione A S P H I onlus: Avviamento e Sviluppo di Progetti per ridurre l'handicap mediante l'informatica. Missione della Fondazione è promuovere l'integrazione delle persone disabili nella scuola, nel lavoro, e nella società attraverso l'uso della tecnologia ICT. L ARS - Divisione FABANET si occupa principalmente di commercializzare ausili meccanici, elettronici, informatici e nuove tecnologie principalmente provenienti da ditte Americane ed Europee, al fine di contribuire al benessere degli individui e all autonomia della persona. Sito dell'ausilioteca di Bologna, con cataloghi molto esaurienti di hardware e software specifici per l'handicap. Sito del GRUPPO DI LAVORO INTERREGIONALE CENTRI AUSILI ELETTRONICI ED INFORMATICI PER DISABILI, che riunisce una ventina di Centri italiani di riferimento nel settore. Si tratta di realtà stabili, pubbliche o private, senza fini commerciali, che hanno avviato un confronto tecnico-scientifico e una collaborazione permanente. Sito dell'ausilioteca di Bologna, con cataloghi molto esaurienti di hardware e software specifici per l'handicap. Sito dell'associazione Italiana Dislessia All'interno del sito del C.N.R. di Genova si possono trovare numerose esperienze sia di realizzazione che d'uso di software per l'integrazione

65 BIBLIOGRAFIA Rapporti L. (USR Umbria, CTS PG) Processi di inclusione per alunni e studenti con bisogni educativi speciali, Maggio 2015 Andrea Canevaro (a cura di) L integrazione scolastica degli alunni con disabilità, Erickson, 2008 D. Ianes, V. Macchia, La didattica per i bisogni educativi speciali: strategie e buone prassi di sostegno inclusivo, Erickson, 2008 Stella G., Grandi L., La dislessia e i DSA, Giunti Scuola, 2011 Scarpin C., Da Re F., Didattica per competenze ed inclusione, Erickson, 2014 Vio C., Tressoldi P., Lo Presti G., Diagnosi dei disturbi specifici dell'apprendimento scolastico, Erickson 2012 MIUR,. Linee guida per l integrazione scolastica degli alunni con disabilità, MIUR, 2009 Legge 170/2010 e Linee Guida per il diritto allo studio di alunni e studenti con DSA Direttiva Min. 27 dicembre 2012 Strumenti d intervento per alunni con bisogni educativi speciali e org. territoriale per l inclusione scolastica Circolare Ministeriale n.8 del 6 Marzo 2013, indicazioni operative. Legge 5 febbraio 1992, n. 104 "Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate"

66 INDICAZIONI BIBLIOGRAFICHE DISCALCULIA Biancardi A., et al., (2003), La discalculia evolutiva, F. Angeli ed., Milano Biancardi A., Galvan N., (2007), Una didattica per la discalculia, A.I.D., Libriliberi, Firenze Girelli L,(2006), Noi e i numeri, Il Mulino, Bologna Lucangeli D., Iannitti A., Vettore M., (2007), Lo sviluppo dell'intelligenza numerica, Carocci, Roma Lucangeli D., Poli S., Molin A., (2003), L'intelligenza numerica, Erickson, Trento- 4 voll. Molin A., Poli S., Lucangeli D., (2007), BIN 4-6, Batteria per la valutazione dell'intelligenza numerica in bambini dai 4 ai 6 anni, Erickson, Trento Psicologia della cognizione numerica -Lucangeli Mammarella- Franco Angeli. Psicologia cognitiva dell apprendimento- De Beni- Erickson La Motivazione- Angelica Moè- Il mulino Psicologia dello sviluppo/adolescenza A. Vianello- Junior Numeri e calcolo- Brian butterworth- Erickson Il pallino della matematica- Stanislas Dehaene, Cortina R. ed. RIVISTE Erickson, Difficoltà in matematica Giunti, La Vita Scolastica Daniela.lucangeli@unipd.it perona.mario@gmail.com cnispadova@virgilio.it Associazioni di riferimento C.N.I.S. Coordinamento nazionale per gli insegnanti specializzati AIRIPA Psicopatologia dell apprendimento AID Ass. It. Dislessia

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