FILOSOFIA DEL LINGUAGGIO III ( )
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- Chiara Franco
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1 + FILOSOFIA DEL LINGUAGGIO III ( ) Dott.ssa Filomena Diodato Modelli della comunicazione lez. 3
2 + 2
3 + Schema di Jakobson 3 Codice Mittente Messaggio Destinatario Canale Contesto
4 + Funzioni di Jakobson (1956) 4 Codice Funzione metalinguistica Mittente Funzione emotiva Messaggio Funzione poetica Destinatario Funzione conativa Canale Funzione fàtica Contesto Funzione referenziale
5 + Metafora del condotto 5 Il modello elementare della comunicazione (anche noto come modello del messaggio o modello del codice) si fonda su una metafora detta del condotto (conduit metaphor), oppure su una metafora postale del processo di comunicazione. Esso assume che i segni di cui è fatto il messaggio siano una specie di contenitore fisico nel quale si mette un certo contenuto (codifica); il messaggio poi si invia al destinatario che, ricevendolo, lo apre e lo decodifica, a condizione che il canale abbia tenuto e che i due protagonisti del processo condividano lo stesso codice. Il processo di comunicazione è considerato come un processo sì/no: o riesce o fallisce.
6 + Modello del codice (Jackendoff, 1993) 6 La comunicazione consiste, per Enrico, nella codifica di un pensiero, cioè nella traduzione del pensiero in suoni; per Sandro la comprensione consiste nella decodifica del messaggio, cioè nuovamente nella traduzione dei suoni in pensiero. La traduzione nell una e nell altra direzione è resa possibile dall interfaccia tra il pensiero e i due moduli linguistici, fonologico e sintattico. In lingue diverse è possibile esprimere lo stesso pensiero servendosi di enunciati solo superficialmente diversi (es. Le chien est mort equivale a The dog is dead e a Il cane è morto).
7 + Da Shannon e Weaver al cognitivismo di 7 prima generazione Il modello che soggiace alle formulazioni esaminate è fondato su una concezione della comunicazione che si fa risalire ad Aristotele. In sostanza, dietro alle diverse formalizzazioni, predominerebbe (con gli opportuni distinguo, soprattutto rispetto alla versione di Jakobson) un idea della comunicazione come processo di codifica/decodifica, quindi come evento lineare e meccanico, a patto che mittente e destinatario condividano lo stesso codice e non vi siano disturbi (rumori) nell ambiente esterno. In particolare, nella versione cognitivista di prima generazione (di Chomsky, per intenderci), questo modello risponde a una visione modulare della mente e a una concezione della lingua come macchina sintattica. Insomma, il modello è funzionale a spiegare la comunicazione come processo meccanico e non semantico.
8 + 8 Secondo questo modello:! la sostanza di cui sono fatti i segni (voce, immagine, ecc.) è indifferente al contenuto o al pensiero che essi veicolano il linguaggio ha, dunque, una funzione comunicativa e non cognitiva;! la piena condivisione del codice da parte del mittente e del destinatario è data per scontata (si parla di conoscenza simmetrica del codice) la lingua è intesa come dispositivo fonologico-sintattico, senza considerare gli aspetti semantico-pragmatici;! il processo di comunicazione non tiene conto del processo di interpretazione che è fisiologico, non solo quando si usano codici comunicativi complessi (da questo punto di vista al modello lineare o del codice si oppone un modello inferenziale della comunicazione).
9 + 9 Un modello astratto come questo è adattabile a una serie di sistemi comunicativi diversi, identifica la comunicazione tra esseri umani, la comunicazione tra animali e la comunicazione tra macchine, pertanto non considera le caratteristiche peculiari dei singoli sistemi (biologici e non). È un modello della comunicazione "disincarnato" in quanto non contempla tutti quegli aspetti della comunicazione che hanno a che fare con il corpo dei partecipanti allo scambio comunicativo: gli animali, ad esempio, percepiscono il mondo attraverso i sensi corporei e le loro interazioni sono motivate dai loro bisogni corporei. Escludendo l'aspetto mentale del processo di comunicazione, il modello postale non riesce a cogliere la variabilità insista nelle interazioni comunicative.
10 + 10 Dobbiamo, infatti, tenere conto che: 1. Il processo comunicativo non sempre "riesce", essendo fisiologicamente esposto al rischi dell'incomprensione (De Mauro, 1982). 2. Nella comunicazione reale è, inoltre, sempre implicita la possibilità della menzogna. 3. L'interpretazione del messaggio dipende talvolta dal contesto comunicativo (luogo, momento, partecipanti dello scambio comunicativo ed eventuali messaggi già emessi; questi ultimi costituiscono il cotesto comunicativo).
11 + Il processo di comunicazione come processo di interpretazione 11 Dal punto di vista del destinatario, la ricezione di un messaggio attiva sempre un processo di interpretazione. Lo stimolo che proviene dal mittente non determina meccanicamente una risposta del tipo sì/no, ma implica delle scelte interpretative. Anche nel caso di sistemi di comunicazione molto semplici, quando il destinatario riceve un messaggio attiva una procedura interpretativa mobilitando tutte le conoscenze che possiede (la cosiddetta enciclopedia ) per attribuire il corretto senso al messaggio.
12 + Ch. S. Peirce ( ) 12 La natura ineludibilmente interpretativa del processo di comunicazione è un elemento centrale della riflessione del filosofo americano Ch.S. Peirce che propone una nozione di segno nella quale il processo semiotico è spiegato in tre distinti passaggi: interpretante segno representamen oggetto immediato oggetto dinamico Il segno secondo Peirce (da Peirce, 1980, p. XXXV)
13 + 13 Il processo semiotico parte dall oggetto nella sua datità sensoriale (oggetto dinamico). L azione dell oggetto dinamico sulla mente determina una rappresentazione dell oggetto (oggetto immediato). L oggetto immediato costituisce il contenuto del segno (che è un contenuto iconico, ma indipendente dal referente l oggetto dinamico sebbene da esso originato). Al contenuto corrisponde un supporto materiale, il representamen. L interpretante è il momento in cui si passa dal correlato esterno all elaborazione mentale autonoma del soggetto. Il processo di comprensione, che si traduce nel passaggio da un interpretante ad un altro, si fonda su una continua ri-formulazione: la semiosi è, in linea di principio illimitata, risultando dall eterna fuga degli interpretanti.
14 + L asimmetria tra mittente e destinatario 14 Il modello del messaggio presuppone: " che mittente e destinatario condividano esattamente lo stesso codice; " che il processo di comunicazione avviene meccanicamente, a patto che il canale tenga. Queste condizioni non si verificano nei processi comunicativi quotidiani perché sul processo di comunicazione hanno un peso più o meno determinante: " fattori psicologici soggettivi (l attenzione, le motivazioni, le attese, ecc.); " fattori socio-culturali (dislivelli di conoscenze, linguistiche, sociali, culturali che ostacolano l adeguata comprensione); " fattori contestuali.
15 + La codifica e la decodifica del messaggio: il 15 piano del contenuto La descrizione del processo di comunicazione in termini di codifica / decodifica presuppone una concezione del contenuto indifferente e preesistente al codice nel quale lo si versa. In realtà ciascun codice, per quanto semplice, seleziona, entro certi limiti, i propri significati possibili (v. nozione di pertinenza). Come ha chiarito Saussure nel Corso di Linguistica generale (1916) a proposito della lingua, ogni codice è un sistema nel quale i segni sono correlati gli uni agli altri. Ogni segno è in relazione agli altri segni che compongono il codice per cui ne capiamo la funzione (il valore, nei termini di Saussure) differenziandolo dai segni che lo circondano. Il significato o valore di un segno non si determina, cioè, in positivo ma in negativo. Non apprendo un segno isolatamente ma solo all interno di un sistema di relazioni. Il valore di ciascun segno è, perciò, oppositivo e differenziale.
16 + 16 Ad es. capisco il significato della parola padre perché so il posto che occupa nel sistema linguistico e le relazioni con segni affini quali madre, nonno, figlio, ecc.; capisco il significato di una spia accesa perché si oppone al significato spia spenta. Dalla concezione del codice come sistema discende un altra importante conseguenza: il codice non è mai indifferente al contenuto poiché ciascun codice struttura il piano del contenuto e il piano dell espressione di modo che, per utilizzarlo, devo entrare nell universo semantico che esso determina. Da questo punto di vista, anche uno stesso gesto (come lo scuotere il capo da destra verso sinistra) può assumere un significato diverso a seconda della cultura che lo ha codificato (per un italiano quel gesto significherà no, per un altra cultura significherà sì v. arbitrarietà radicale).
17 + Il contesto 17 Un sistema di comunicazione deve sempre misurarsi con il contesto esterno (dimensione pragmatica); cioè con la situazione comunicativa nel quale avviene il processo di comunicazione. L interpretazione di ciascun segno è vincolata dal contesto (una stessa frase, proferita in circostanze diverse, può veicolare significati diversi dal suo significato letterale, come nel caso delle metafore, dell ironia, ecc.). Naturalmente, la sensibilità al contesto varia notevolmente a seconda del codice.
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