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1 1 - LA COMUNICAZIONE PER IMMAGINI 2 - IL SEGNO 3 - LO SCHEMA COMUNICATIVO DI ROMAN JAKOBSON 4 FUNZIONE DELLE IMMAGINI Informativa o referenziale 4.2 Espressiva o emotiva 4.3 Estetica 4.4 Esortativa o conativa 4.5 Metalinguistica 4.6 Fatica o di contatto 5 LE FIGURE RETORICHE VISIVE 5.1 la metafora 5.2 la similitudine 5.3 l iperbole 5.4 l ellisse 5.5 l antonomasia 5.6 la metonimia 5.7 la simmetria e la contrapposizione 5.8 la prosopopea o personificazione 5.9 le immagini ironiche e paradossali 1 - LA COMUNICAZIONE PER IMMAGINI Riepilogo alcune nozioni di base: 1) Nel 1690 John Locke disse: poiché non si possono avere i vantaggi e il conforto della società senza la comunicazione dei pensieri, era necessario che l uomo trovasse qualche segno esterno sensibile, mediante il quale potessero essere rese note agli altri le idee invisibili di cui i suoi pensieri sono composti 2) Nel 1875 William D. Whitney disse: il linguaggio è il mezzo mediante il quale gli uomini consapevolmente e intenzionalmente rappresentano il loro pensiero, al fine, principalmente di farlo noto agli altri uomini: è l espressione che mira alla comunicazione Quindi possiamo schematizzare quanto segue: 1 - all inizio ci sono INFORMAZIONI 2 - che vengono trasferite attraverso MESSAGGI 3 che a loro volta sono composti da SEGNI. cioè il contenuto, la sostanza della comunicazione (sto bene, sto male, mi piace non mi piace.) Supporti fisici (percepibili ai sensi) per trasferire informazioni da un mittente a un ricevente Qualcosa che, per qualcuno, sta al posto di qualcos altro, sotto certi aspetti o capacità 2 - IL SEGNO cioè l unità comunicativa base attraverso cui passano le informazioni è QUALCOSA che per QUALCUNO, sta al posto di QUACOS ALTRO sotto certi ASPETTI o capacità (definizione di Charles S. Peircer ) PERCEPIBILE AI SENSI UNA SOCIETA ASTRATTO UN CODICE Un insieme strutturato di segni e regole condivisi sia dal mittente che dal destinatario costituisce un LINGUAGGIO SIGNIFICANTE la forma materiale, sensibile IL SEGNO è costituito da SIGNIFICATO il concetto che rappresenta, astratto queste due proprietà si riferiscono al REFERENTE l oggetto concreto cui si riferisce il segno (Ferdinand de Saussure ) Il cartello in un supermercato con su scritto BATTERIE (SIGNIFICANTE) può riferirsi a: - piccoli elementi cilindrici composti da un involucro metallico.. (SIGNIFICATO 1); - oggetti metallici di forma cilindrica, cavi e con manici. per cucinare (SIGNIFICATO 2): - strumento composto da varie parti. che, percosse producono un suono (SIGNIFICATO 3) solo il REFERENTE chiarirà se si parla di pile, pentole o tamburi e piatti Un semaforo non è solo tre luci su un palo per regolare il traffico ma il simbolo di una società che si dà regole che ha deciso di limitare alcune libertà individuali per garantirsi un bene comune superiore. 1

2 I SEGNI che ci circondano sono molteplici e vari tra loro (per una classificazione, non esaustiva - si rimanda a: Trattato di semiotica generale di Umberto Eco) a noi interessano i segni visivi che possiamo ricondurre a tre tipologie principali (definizione di Charles S. Peircer ) ICONA comunica per somiglianza (una fotografia, un quadro, un modellino in scala) INDICE comunica per connessione o per orientamento ( lampo, fumo, vapore, impronte.) Un SEGNO: 1 - DENOTA è l immediata definizione 2 - CONNOTA è un ampliamento SIMBOLO comunica per convenzione (le parole, i numeri, i colori., cartelli stradali..) 3 - EVOCA è una libera associazione in genere soggettiva Denota circolare, d argento, con piedini 2 - rettangolare con bordi raccordati, schermo blu.. Connota tempo ciclico, che si ripete, eterno ritorno 2 - tempo infinito, che può espandersi all eternità (evoca) 3 - LO SCHEMA COMUNICATIVO DI ROMAN JAKOBSON Roman Jakobson (inizio anni 60) rielabora, in campo linguistico, lo schema comunicativo messo a punto alla fine degli anni 40, in campo ingegneristico, da Shannon e Weaver (Teoria matematica della comunicazione), ma comprese che il processo di decodifica non è mai un confronto meccanico tra segnali ricevuti e un codice astratto ma è un processo di interpretazione in cui giocano un ruolo enorme il contesto, le disposizioni emotive e le conoscenze del destinatario e quindi rielabora lo schema: 1) elimina la distinzione tra fonte e trasmittente, tra ricettore e destinatario, elimina la nozione di segnale e quella di rumore 2) introduce il CODICE e il CONTESTO Lo stesso schema e le stesse funzioni valgono anche per il linguaggio visivo MITTENTE (funzione emotiva) CONTATTO (CANALE): apparato fisico o connessione psicologica di cui ci si vale per attivare la comunicazione CODICE: insieme strutturato di invarianti, almeno parzialmente comuni a M e D CONTESTO (funzione referenziale) MESSAGGIO (funzione poetica) CONTATTO (funzione fatica) CODICE (fu.ne metalinguistica) CONTESTO: indica la complessità delle condizioni in cui si svolge la comunicazione - è la situazione, nota o presupposta che accomuna M e D DESTINATARIO (funzione conativa) Comprese che ogni elemento svolge una funzione. Pertanto se in una comunicazione prevale: si ha una funzione: MITTENTE EMOTIVA (espressiva) CONTESTO REFERENZIALE ( informativa) MESSAGGIO POETICA (estetica) CONTATTO FATICA CODICE METALINGUISTICA DESTINATARIO CONATIVA 4 FUNZIONE DELLE IMMAGINI La funzione di una immagine dipende dal fine per cui è stata pensata (informare, esortare a fare qualcosa, commuovere ecc.). In genere una immagine contiene più fini (per esempio può informare avendo caratteristiche estetiche) ma in genere è possibile individuare una funzione prevalente INFORMATIVA O REFERENZIALE 4.2 ESPRESSIVA O EMOTIVA 4.3 ESTETICA 4.4 ESORTATIVA O CONATIVA 4.5 METALINGUISTICA 4.6 FATICA O DI CONTATTO FUNZIONE INFORMATIVA/REFERENZIALE FUOCO SUL CONTESTO Quando ci si riferisce a qualcosa, si parla, si descrive o si informa di qualcosa, di un avvenimento che interessa il mondo in cui si vive (le immagini dei cataloghi tecnici o dei manuali d uso di apparecchiature svolgono al meglio questa funzione) Nel linguaggio verbale ha valore descrittivo della realtà: oggi è nuvoloso L efficacia comunicativa di un immagine dipende certamente dalla forma, cioè dalla composizione, che l artista o chi comunica decide di dare all immagine. Tuttavia, molto spesso, i messaggi visivi per attirare l attenzione, essere efficaci e persuasivi associano alle scelte formali un uso particolarmente accorto del linguaggio. Tale esigenza fu chiara fin da subito ai filosofi e ai politici dell antica Grecia che inventarono una vera e propria disciplina la retorica che vale per ogni linguaggio da quello verbale a quello visivo 2

3 4.2 FUNZIONE ESPRESSIVA/EMOTIVA FUOCO SUL MITTENTE Che esprime le sue emozioni al destinatario cercando di coinvolgerlo sullo stesso piano Molto importanti sono i soggetti e il punto di vista, in genere ravvicinato per creare vicinanza Nel linguaggio verbale deve provocare una emozione al destinatario ti desidero! FUNZIONE ESTETICA/ POETICA FUOCO SUL MESSAGGIO Si valorizzano gli aspetti qualitativi e formali del messaggio (materiali, colore, composizione). Tutto il resto può essere messo da parte - Nel linguaggio verbale quando si usano espressioni tipo...e il naufragar m'è dolce in questo mare FUNZIONE ESORTATIVA/CONATIVA FUOCO SUL DESTINATARIO Quando il messaggio contiene un ordine, una seduzione, un obbligo che riguarda il destinatario inducendolo ad assumere un certo comportamento. - Nel linguaggio verbale espressioni come: apri la finestra, chiudi la porta, FUNZIONE METALINGUISTICA FUOCO SUL CODICE Si usano segni per spiegare, interpretare e commentare altri segni facendo comunicazione sulla comunicazione - Nel linguaggio verbale la formula E=mc2 ci parla di un linguaggio utilizzando un altro linguaggio 3

4 4.6 - FUNZIONE FATICA/DI CONTATTO FUOCO SUL CONTATTO Quando utilizziamo elementi per mantenere e sottolineare il contatto comunicativo con il destinatario. Mani che si protendono, sguardi che si incontrano, elementi particolari che attirano e mantengono l attenzione sul canale. - Nel linguaggio verbale tutti gli uhm...si, si...davvero detti durante una conversazione telefonica per far capire all'altro che siamo attenti e interessati a ciò che ci viene raccontato 5 LE FIGURE RETORICHE VISIVE Le figure retoriche verbali sono numerose e a volte complesse. Anche le immagini usano spesso figure retoriche. Senza la pretesa di essere esaustivi indichiamo le principali figure retoriche verbali rintracciabili anche nel linguaggio visivo come: 5.1 LA METAFORA LA SIMILITUDINE L IPERBOLE LA METONIMIA L ELLISSE L ANTONOMASIA LA SIMMETRIA E LA CONTRAPPOSIZIONE LA PROSOPOPEA O PERSONIFICAZIONE LE IMMAGINI IRONICHE E PARADOSSALI 5.1 LA METAFORA 5.2 LA SIMILITUDINE. Associa due o più elementi completamente diversi; funziona perchè essi hanno un elemento in comune. Il rospo uccide le mosche come l insetticida fa un semplice paragone per spiegare meglio le caratteristiche di qualcosa. E simile alla metafora, ma in genere nella similitudine i due termini, entrambi presenti restano distinti e autonomi (ciò non accade nell immagine accanto dove il rospo viene usato come una bomboletta spray) 5.3 L IPERBOLE 5.4 L ELLISSE si accentuano, si amplificano le caratteristiche di un elemento. E come dire super-, extra-, - issimo 5.6 LA METONIMIA 5.7 LA SIMMETRIA E LA CONTRAPPOSIZIONE 5.5 L ANTONOMASIA la pin up sta per tutte le ragazze giovani e moderne che bevono la coca cola. Così come il bel ragazzo nella pubblicità del profumo indica tutti i ragazzi belli e affascinati Si elimina una parte dell elemento che tutti conoscono. La mancanza ci sorprende e ci colpisce La parte di un elemento sostituisce tutto l elemento e lo richiama completamente: il solo cappello di Babbo Natale e della fata sta per la figura intera dei due personaggi. O come il Colosseo o la Torre Eiffel che stanno per Roma e Parigi La simmetria rispetto ad un asse viene spesso utilizzata per contrapporre diversità (ma anche per sottolineare similitudini) 4

5 5.8 LA PROSOPOPEA O PERSONIFICAZIONE Si attribuiscono o oggetti o animali caratteristiche o qualità umane 5.9 LE IMMAGINI IRONICHE E PARADOSSALI Anche situazioni paradossali e ironiche o allusioni attirano la nostra attenzione perché contraddicono la quotidianità 5

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