DEPRESSIONE POST PARTUM

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1 LA NASCITA LEBOYER (1981) OSTETRICO FRANCESE HA SUGGERITO UNA TECNICA DI PARTO DEFINENDOLA NASCITA DOLCE CHE SI PROPONE DI FAR NASCERE I BAMBINI IN CONDIZIONI DI STIMOLAZIONE ATTENUATA, IN MODO DA RENDERE IL PIÙ POSSIBILE GRADUALE E DOLCE IL PASSAGGIO DAL GREMBO MATERNO ALL AMBIENTE ESTERNO.

2 VISSUTI MATERNI LA GRAVIDANZA VIENE CONSIDERATA COME UNA CRISI TRANSAZIONALE FISIOLOGICA E VIENE REGISTRATO UNO SQUILIBRIO EMOTIVO ED UNA VULNERABILITA PSICOLOGICA.

3 DEPRESSIONE POST PARTUM IN QUESTA FASE LE REAZIONI PSICOLOGICHE SONO CONTRASTANTI: INFATTI, EMOZIONI POSITIVE COESISTONO CON ANSIE E SENTIMENTI DEPRESSIVI. 1) MATERNITY BLUES O BABY BLUES 2) PSICOSI PUERPERALE 3) DEPRESSIONE POST PARTUM

4 MATERNITY BLUES O BABY BLUES FORMA DEPRESSIVA LIEVE CHE SI VERIFICA NEL 70-80% DELLE DONNE NON COSTITUISCE UN VERO DISTURBO MA UNA NORMALE REAZIONE EMOTIVA. SINTOMI: ANSIA, TRISTEZZA, PIANTO, IRRITABILITA QUESTI SINTOMI SCOMPAIONO DOPO DUE SETTIMANE

5 PSICOSI PUERPERALE POCO FREQUENTE 1-2% SINTOMI: STATO CONFUSIONALE DELIRI, ALLUCINAZIONI CHE POSSONO ESSERE ACCOMPAGNATI DA CROLLI DEPRESSIVI

6 DEPRESSIONE POST PARTUM COLPISCE IL 10-15% E SI VERIFICA ALLA 4 SETTIMANA DOPO IL PARTO. PERSISTENTE UMORE DEPRESSO SENTIMANTI DI INADEGUATEZZA FALLIMENTO, IMPOTENZA, SENSO DI COLPA, CONFUSIONE, ANSIA O PANICO.

7 COSA SA FARE IL NEONATO IL REPERTORIO COMPORTAMENTALE DEL NEONATO VIENE DESCRITTO IN TERMINI DI POSTURA E DI RIFLESSI. IL BAMBINO PRESENTA GIÀ UN REPERTORIO DI RIFLESSI, CONSIDERATI CLASSICAMENTE COME RISPOSTE MOTORIE PRIMITIVE E INVOLONTARIE. IL NEONATO È UN OGANISMO COMPLESSO E DOTATO DI TUTTE LE ABILITÀ NECESSARIE PER NUTRIRSI, RESPIRARE, PROTEGGERSI DA SITUAZIONI POTENZIALMENTE DANNOSE E STABILIRE LE PRIME RELAZIONI SOCIALI.

8 I RIFLESSI I RIFLESSI SONO UNA SERIE DI COMPORTAMENTI, PRESENTI FIN DALLA NASCITA, CHE CONSENTONO DI INIZIARE UN RAPPORTO CON IL MONDO ESTERNO E LA CUI PRESENZA È BASILARE PER LA SOPRAVVIVENZA.

9 I RIFLESSI RIFLESSO PALPEBRALE: AD UNA LUCE FORTE E IMPROVVISA IL BAMBINO CHIUDE LE PALPEBRE. RIFLESSO DI PRENSIONE: QUANDO SI METTE IL DITO NEL PALMO DELLA MANO DEL BAMBINO LUI TENDE AD AFFERRARE IL DITO. RIFLESSO DI SUZIONE: SE IL BAMBINO VIENE STIMOLATO ALLA BOCCA LUI INIZIA A SUCCHIARE

10 Riflessi a b c d Alcuni dei riflessi presenti alla nascita:a) riflesso di Moro; b) riflesso Della marcia; c) riflesso di presa; d) riflesso di suzione

11 SVILUPPO MOTORIO NELLA PRIMA INFANZIA SI VERIFICA UN RAPIDO SVILUPPO DELLE CAPACITÀ MOTORIE. NELLO SPAZIO DI ALCUNI MESI IL BAMBINO PASSA DA UNA QUASI COMPLETA DIPENDENZA DALL ADULTO AD UNA RELATIVA AUTONOMIA: EGLI È CAPACE DI MANIPOLARE OGGETTI, MUOVERSI NELL AMBIENTE ED ESPLORARLO.

12 SVILUPPO MOTORIO NEL CORSO DEI PRIMI DUE ANNI DI VITA IL BAMBINO CONQUISTA LE PRINCIPALI ABILITÀ MOTORIE. DA QUESTO SI POSSONO NOTARE DUE LINEE DI SVILUPPO. LA PRIMA: TENDENZA DEL BAMBINO A RAGGIUNGERE UNA SEMPRE MAGGIORE MOBILITÀ (AMPLIARE IL PROPRIO RAGGIO D AZIONE, ESPLORARE AMBIENTI PIÙ VASTI) LA SECONDA: TENDENZA A CONQUISTARE LA POSIZIONE ERETTA, IN MODO DA AVERE LE MANI LIBERE PER FARE COSE INTERESSANTI.

13 MANIPOLAZIONE LA MANIPOLAZIONE DIPENDE SIA DALLA MATURAZIONE NEUROMUSCOLARE SIA DALL ESERCIZIO. SIN DALLA NASCITA È PRESENTE UNA FORMA DI PRENSIONE, IL RIFLESSO DI PRESA. INTORNO AL PRIMO MESE DI VITA IL RIFLESSO DI PRESA COMINCIA A INDEBOLIRSI E SCOMPARE DEL TUTTO VERSO I DUE MESI, ALLA STESSA ETÀ IL BAMBINO COMINCIA A SVILUPPARE LA PRENSIONE VERA E PROPRIA.

14 MANIPOLAZIONE DOPO CHE HA IMPARATO NON SOLTANTO AD AFFERRARE, MA ANCHE A TRATTENERE IN MANO L OGGETTO PER GUARDARLO, MANIPOLARLO O PORTARLO ALLA BOCCA, IL BAMBINO DEVE IMPARARE A LASCIARLO ANDARE. TRA I 6 E GLI 8 MESI, IL BAMBINO IMPARA A LASCIAR ANDARE L OGGETTO VOLONTARIAMENTE AFFINCHÈ QUALCUNO GLIELO PORTI INDIETRO ED EGLI POSSA LASCIARLO ANDARE DI NUOVO.

15 LO SVILUPPO EMOTIVO E AFFETTIVO A DUE MESI COMPARE IL SORRISO SOCIALE NON SELETTIVO IN RISPOSTA ALLA VOCE UMANA (5-8 SETTIMANE) E ALLE PERSONE FAMILIARI (INTORNO AL TERZO MESE), SIA IL SORRISO SELETTIVO (DOPO IL TERZO MESE), TENDENZIALMENTE RIVOLTO ALLA MADRE. DOPO IL PRIMO ANNO, ABBIAMO UN TERZO PERIODO, NEL QUALE APPAIONO LE EMOZIONI COMPLESSE, QUALI TIMIDEZZA, VERGOGNA, ORGOGLIO E INVIDIA.

16 RISCHIO PROBABILITA DI SVILUPPARE: DISADATTAMENTO CAMBIAMENTO NELLO STATO DI SALUTE

17 CONCETTO DI RISCHIO PRENATALE GENETICO AMBIENTALE

18 CONCETTO DI RISCHIO PERINATALE E POSTNATALE BIOLOGICO PSICOSOCIALE

19 FATTORI DI RISCHIO DISTALI (INFLUENZA INDIRETTA) PROSSIMALI (INFLUENZA DIRETTA)

20 FATTORI DI RISCHIO DISTALI 1. POVERTA CRONICA 2. BASSO LIELLO DI ISTRUZIONE 3. GIOVANE ETA DELLA MADRE 4. CARENZA DI RELAZIONI INTERPERSONALI 5. CARENZA DI RETI E D INTEGRAZIONE SOCIALE 6. ESPERIENZE DI RIFIUTO, VIOLENZA O ABUSO 7. SFIDUCIA VERSO LE NORME SOCIALI E LE ISTITUZIONI 8. ACCETTAZIONE DELLA VIOLENZA E DELLE PUNIZIONI COME PRATICHE EDUCATIVE 9. SCARSE CONOSCENZE E DISINTERESSE PER LO SVILUPO DEL BAMBINO

21 FATTORI PROSSIMALI DI RISCHIO E DI AMPLIFICAZIONE DEL RISCHIO A)FATTORI INDIVIDUALI: 1) PSICOPATOLOGIA DEI GENITORI 2) ABUSO DI SOSTANZE 3) DISTORSIONE DELLE EMOZIONI E DELLE CAPACITA EMPATICHE 4) IMPULSIVITA 5) ANSIA DA SEPARAZIONE

22 FATTORI PROSSIMALI DI RISCHIO E DI AMPLIFICAZIONE DEL RISCHIO B) GRAVIDANZA E MATERNITA NON DESIDERATE 6) RELAZIONI DIFFICILI CON LE FAMIGLIE 7) CONFLITTI DI COPPIA E VIOLENZA DOMESTICA C) CARATTERISTICHE DEL BAMBINO 8) MALATTIE FISICHE O DISTURBI ALLA NASCITA 9) TEMPERAMENTO DIFFICILE

23 FATTORI PROTETTIVI E DI RIDUZIONE DEL RISCHIO A) FATTORI INDIVIDUALI. 1) RIELABORAZIONE DEL RIFIUTO 2) CAPACITA EMPATICHE 3) DESIDERIO DI MIGLIORARSI 4) BUON LIVELLO D AUTOSTIMA B) FATTORI FAMILIARI E SOCIALI 5) RELAZIONE ATTUALE SODDISFACENTE CON LA FAMIGLIA 6) CAPACITA DI GESTIRE I CONFLITTI C) CARATTERISTICHE DEL BAMBINO 7) TEMPERAMENTO FACILE

24 SOGGETTI A RISCHIO I BAMBINI NATI PRETERMINE: SONO MENO RESPONSIVI NON ESPRIMONO LE LORO EMOZIONI IN MODO CHIARO E COMPRENSIBILE

25 DEFINIZIONE DI PREMATURITA Neonato con peso inferiore ai 2.500gr senza prendere in considerazione il peso ANNI 60 Peso alla nascita inferiore a 2.500gr Età gestazionale inferiore a 37 settimane ANNI 70 La prima discriminante, anche per l esito futuro, è il suo peso alla nascita e si distingue tra Pretermine AGA (Appropriate for Gestational Age) con peso adeguato e SGA (Small for Gestational Age), di peso basso. All interno degli SGA rientrano i very low o extremely low

26 Mortalità neonatale In Italia la mortalità si mantiene alta nei confronti con altre realtà europee e soprattutto con grandi differenze tra nord, centro e sud Italia Nord 32.9% Centro 41.8% Sud 54.4% La sopravvivenza di bambini sotto il chilo di peso, raggiunge percentuali che vanno dal 60 al 70%

27 FATTORI DI RISCHIO Età Gestazionale Peso Tipo di gravidanza Indice di APGAR (Misure standardizzate di benessere fisico) Scala di Brazelton (Valutazione del comportamento del neonato)

28 FATTORI DI RISCHIO Livelli socioeconomici bassi Ambiente in cui la donna si trova durante la gravidanza Situazione Psicologica Età materna troppo alta o troppo bassa Fumo Svolgimento di lavoro pesante Uso e/o abuso d alcool, sostanze stupefacenti complicazioni perinatali (Sindrome da Distress Respiratorio, Infezioni)

29 ESITI PSICOPATOLOGICI Iperattività Irrequietezza Bassa concentrazione Richiesta di attenzione Difficoltà generali di controllo Bassa motivazione Sviluppo emozionale immaturo Bassa autostima Difficoltà di Socializzazione

30 ASPETTI GENERALI SULLA CONDIZIONE DELLA PREMATURITA Non maturazione di apparati sensoriali Situazioni di stimoli invasivi e perturbanti (Vibrazioni delle culle, luce sempre accesa, prelievi) Assenza di cure parentali e di contatto fisico

31 VITA SOCIALE PER IL PRETERMINE Risposte evitanti o disorganizzate Segnali ambigui risponde e si adatta con lentezza

32 SVILUPPO E COMPETENZE DEL BAMBINO PRETERMINE Scarsa organizzazione e regolazione temporale del comportamento. Non ha ritmi regolari di sonno-veglia, alimentazione, suzione. E poco reattivo

33 METODOLOGIE Lo sviluppo irregolare e atipico dei bambini Pretermine viene valutato con l utilizzo di alcune metodologie: Strange Situation (Ainsworth M.) Adult Attachent Iinterviw (Kaplan, Main) Danno informazioni sulle modalità interattive

34 VISSUTI MATERNI Shock, Trauma, Separazione, Sensi di colpa, Inadeguatezza, Ansia, Depressione Questi vissuti vengono superati con difficoltà solo dopo il rientro a casa con il bambino

35 RELAZIONE DIADICA MADRE-BAMBINO PRETERMINE La qualità delle prime relazioni sociali tra madre e bambino pretermine può avere un influenza sullo sviluppo successivo. Un disturbo nell istaurarsi del rapporto, che può essere dovuto alla separazione precoce tra madre e bambino pretermine o a difficoltà comportamentali nello stesso bambino, ha ripercussioni sullo sviluppo futuro del pretermine che può manifestare problemi relazionali, cognitivi e di linguaggio.

36 RELAZIONE DIADICA MADRE-BAMBINO PRETERMINE Diversi studi hanno indicato che i processi di interazione madre bambino differiscono nelle diadi con bambini nati a termine e nati pretermine. Nei primi mesi i bambini nati pretermine sono percepiti dalle loro madri come poco adattabili.

37 RELAZIONE DIADICA MADRE-BAMBINO PRETERMINE Quando le madri sono sensibili indirizzano verso i loro bambini nati pretermine comportamenti di holding più prolungati, e li stimolano di più durante l interazione faccia a faccia o nel gioco libero rispetto alle madri dei bambini nati a termine. La sensibilità materna gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo sociale, emozionale e cognitivo del bambino.

38 RELAZIONE DIADICA MADRE-BAMBINO PRETERMINE La sensibilità materna apporta dei benefici maggiori sullo sviluppo futuro del bambino nato pretermine. Infatti è stato dimostrato che i bambini nati pretermine che hanno una madre più sensibile durante i primi anni di vita raggiungono molto prima tappe di sviluppo linguistico, di abilità sociali e hanno meno problemi emotivi e comportamentali

39 Emozionale Dal punto di vista emozionale, le madri dei bambini pretermine sembrano meno coinvolte: manifestano poca affettività positiva e sembrano trarre meno soddisfazione, rispetto alle madri dei nati a termine, dall interazione col proprio bambino. Nell interazione face-to-face, le madri dei bambini pretermine rispondono con minore contingenza e minore congruenza, finendo spesso con l ignorare l espressione emotiva del piccolo.

40 Considerando la qualità del comportamento infantile nell interazione con la madre, è stato rilevato che i bambini pretermine emettono una frequenza maggiore di Distogliere lo sguardo e minore espressività facciale, accompagnata da valori alti di pianto o disagio.

41 Interventi Diretti al neonato Diretti a promuovere il contatto precoce tra madre-bambino Interventi diretti ai genitori al fine di: 1) Superare la crisi emozionale 2) Potenziare le attitudini genitoriali di sensitività e responsività Interventi integrati volti a valutare l efficacia dell azione tra il supporto ospedaliero e l assistenza domiciliare

42 PROGRAMMI DI INTERVENTO ROOMING-IN (KLAUS E KENNEL): FAVORIRE IL CONTATTO PRECOCE MADRE-BAMBINO EMERGERE UNA MAGGIORE CAPACITA MATERNA DI PRENDERSI CURA DEL BAMBINO NELLA TIN

43 TERAPIE TERAPIA DEL MASSAGGIO 45 MINUTI DI MASSAGGIO GIORNALIEROSUDDIVISO IN 3 SESSIONI DI 15 MINUTI CIASCUNA. IL NEONATO RICEVE 5 MASSAGGI A) DALLA SOMMITA DEL CAPO AL COLLO; B) DAL COLLO VERSO LE SPALLE C) DALLA PARTE SUPERIORE DELLA SCHIENA VERSO LA VITA D) DALLA COSCIA AL PIEDE E) DALLA SPALLA ALLA MANO

44 KANGAROO-CARE IL BAMBINO NUDO IN UNA SITUAZIONE DI CONTATTO PELLE A PELLE CON IL SENO MATERNO, IN UN MARSUPIO FORMATO DAGLI INDUMENTI DELLA MADRE.

45 ESITI DELLA KANGAROO-CARE PERMETTE UN PROLUNGATO E REGOLARE CONTATTO FISICO CON LA MADRE, GARANTISCE LA GRATIFICAZIONE TATTILE. HA EFFETTI POSITIVI IMMEDIATI E DURATURI

46 PROGRAMMI DI INTERVENTO CON VALUTAZIONE A BREVE E A LUNGO TERMINE VALUTAZIONE A BREVE TERMINE: ABECEDARIAN PROJECT PROGRAMMA DI CURE EDUCATIVE QUOTIDIANE MIRATO AD INSEGNARE AI GENITORI COME INCORAGGIARE LO SVILUPPO COGNITIVO E SOCIALE DEL BAMBINO

47 PROGRAMMI CON VALUTAZIONE A LUNGO TERMINE MOTHER INFANT TRANSACTION PROGRAM (MITP) PER OTTIMIZZARE L INTERAZIONE MADRE- BAMBINO PRETERMINE DI BASSO PESO INFANT HEALTH AND DEVELOPMENT PROGRAM (IHDP) VALUTA L EFFICACIA DELL AZIONE CONGIUNTA DEL SERVIZIO DI SUPPORTO FAMILIARE E DI SVILUPPO INFANTILE CON I FOLLOW-UP PEDIATRICI

48 ULTERIORI INTERVENTI HANNO LO SCOPO DI SOSTENERE L INDIVIDUO DURANTE UN PROCESSO DI TRANSIZIONE (IL PASSAGGIO DAL REPARTO ALLA PROPRIA CASA) OFFRONO: SUPPORTO PSICOLOGICO ALLA MADRE INCENTIVANDO LA SUA AUTOSTIMA E IL SUO SENSO DI AUTOEFICACIA.

49 LO SVILUPPO DEL BAMBINO PREMATURO NELLA PRIMA INFANZIA I BAMBINI PREMATURI TENDONO AD AVERE UN UMORE PREVALENTEMENTE NEGATIVO E PRESENTANO POCHI COMPORTAMENTI GIOIOSI E AMICHEVOLI. QUESTO PERCHE I BAMBINI NATI PRETERMINE RAGGIUNGONO MOLTO LENTAMENTE UN ADEGUATA ORGANIZZAZIONE NEUROCOMPORTAMENTALE

50 RITARDI I RITARDI COGNITIVI E LINGUISTICI NEL PRIMO ANNO DI VITA SONO EVIDENTI SOLTANTO PER I PREMATURI AD ALTO RISCHIO, MENTRE NON SI RISCONTRANO DIFFERENZE TRA I NATI A TERMINE E I PRETERMINE A BASSO RISCHIO

51 COMPLICANZE PIU O MENO GRAVI DEI DIVERSI APPARATI SINDROME DA DISTRESS RESPIRATORIO APNEA ITTERO IPOTENSIONE ALTERAZIONI GLICEMICHE ANEMIA BRADICARDIA RETINOPATIA DEL PREMATURO BRONCODISPLASIA POLMONARE INFEZIONE DA VIRUS RESPIRATORIO PROBLEMI NEUROLOGICI

52 DISTRESS RESPIRATORIO PATOLOGIA POLMONARE PIU FREQUENTE NEL NEONATO PRETERMINE 15% DEI BAMBINI CON PESO INFERIORE AI 2500gr 70% DEI NATI TRA LA 25 E 30 SETTIMANA

53 DISTRESS RESPIRATORIO DOVUTA ALL IMMATURITA ANATOMICA E FUNZIONALE DEL POLMONE SI PRESENTA ENTRO POCHE ORE DALLA NASCITA SINTOMI: RESPIRI FREQUENTI, RETRAZIONI INTERCOSTALI, ESPIRAZIONE RUMOROSA E CIANOSI CHE TENDE ALPEGGIORAMENTO CURE: VENTILATORE MECCANICO CHE PERMETTE DI MANDARE DIRETTAMENTE NEL POLMONE ARIA E OSSIGENO

54 APNEA SOSPENSIONE DEL RESPIRO PER PIU DI 20 SEC.

55 BRADICARDIA RALLENTAMENTO DEL BATTITO CARDIACO E SPESSO SI ACCOMPAGNA ALL APNEA APNEA E BRADICARDIA SONO DOVUTE ALL IMMATURITA DEI CENTRI RESPIRATORI, CON LA CRESCITA MIGLIORANO 25% DII TUTTI I BAMBINI PREMATURI AGA 80% CON PESO NEONATALE A 1000gr

56 ITTERO E UN SEGNO DI MALATTIA O DI ALTERAZIONE FUNZIONALE DELLE CELLULE DEL FEGATO. SINTOMI: COLORAZIONE GIALLA DELLA CUTE 70-80%DEI PREMATURI TERAPIA: FOTOTERAPIA

57 IPOTENSIONE PRESSIONE BASSA A CAUSA DELLA PERDITA DI LIQUIDI. VA CORRETTA CON SOMMINISTRAZIONI DI FLEBO O CON TRASFUSIONI DI SANGUE

58 RETINOPATIA DEL PREMATURO DANNO DELLA RETINA CHE COLPISCE PREVALENTEMENTE I BAMBINI AL DI SOTTO DELLE 28 SETTIMANE E CON PESO INFERIORE AI 1000gr. GRAVE IMMATURITA DELLA VASCOLARIZZAZIONE DELLA RETINA. TERAPIA: LASER-TERAPIA

59 BRONCODISPLASIA POLMONARE INSUFFICIENZA RESPIRATORIA CHE NECESSITA DELLA SOMMINISTRAZIONE DI OSSIGENO PER MOLTE SETTIMANE DOPO LA NASCITA. COLPISCE QUASI ESCLUSIVAMENTE I NEONATI MOLTO PREMATURI

60 INFEZIONE DA VIRUS RESPIRATORIO E LA PRINCIPALE CAUSA DI MALATTIE DELLE BASSE VIE RESPIRATORIE NELL INFANZIA. PUO ESSERE CAUSA DI APNEE, BRONCHIOLITE E POLMONITENEI PREMATURI

61 PROBLEMI NEUROLOGICI I PREMATURI CON PESO INFERIORE A 1000gr PRESENTANO UN GRANDE RISCHIO DI EMORRAGIE CEREBRALI DIAGNOSI: ECOGRAFIA CEREBRALE, ANALISI INDOLORE E NON INVASIVA. EMORRAGIE DI I E II SONO LE PIU FREQUENTI MA NON CAUSANO DANNI CEREBRALI PERMANENTI III EMORRAGIA MOLTO ESTESA NON NECESSARIAMENTE DANNI PERMANENTI IV GRADO DI RISCHIO DI DANNO NEUROLOGICO PERMANENTE, MOTORIO E COGNITIVO

62 LO SVILUPPO DEL BAMBINO PREMATURO NELLA PRIMA INFANZIA I BAMBINI PREMATURI TENDONO AD AVERE UN UMORE PREVALENTEMENTE NEGATIVO E PRESENTANO POCHI COMPORTAMENTI GIOIOSI E AMICHEVOLI. QUESTO PERCHE I BAMBINI NATI PRETERMINE RAGGIUNGONO MOLTO LENTAMENTE UN ADEGUATA ORGANIZZAZIONE NEUROCOMPORTAMENTALE

63 Diagnosi e prognosi precoce di disabilità motoria nei nati pretermine I neonati prematuri che in età scolare presentano deficit neurologici gravi sono il 10-12%. Il 25-50% dei neonati pretermine soffrono di problemi di sviluppo meno gravi come: ritardo motorio, anomalie neuromotorie (ipotonia del tronco, asimmetrie di movimento, cammino sulle punte) ritardo intellettivo, problemi di linguaggio, disturbi dell attenzione, disturbi dell apprendimento con conseguenti difficoltà, o fallimenti scolastici, disturbi del comportamento e della socializzazione.

64 Le lesioni cerebrali del neonato pretermine Le più comuni sono: Emorragia della matrice germinale e intraventricolare, l idrocefalo post-emorragico e la leocomalacia periventicolare (conosciuta come anomalie della sostanza bianca o encefalopatia del preteremine) L encefalopatia consiste in un quadro di lesioni diffuse della sostanza bianca cerebrale e correla con lo sviluppo nei bambini molto pretermine con deficit neurologici in età successive (Volpe, 2009b).

65 Indagine strumentale Ecografia cerebrale indagine strumentale maggiormente utilizzata nelle Unità di Terapia Intensiva Neonatale per valutare l evoluzione del quadro cerebrale. Risonanza Magnetica Nucleare (RMN) esame più costoso ma più dettagliato.

66 Esame obiettivo neurologico tradizionale E utile per identificare le anomalie neurologiche durante il periodo neonatale e nei primi due anni di vita. I neonati pretermine devono essere valutati mediante strumenti che consentono di stimare EG (elettroncefalogramma) e l appropriatezza dello sviluppo cerebrale.

67 Strumenti di valutazione neurologica Esame della motilità spontanea, i General Movements (GM) secondo Prechtl è incentrata sull esame del repertorio motorio spontaneo del neonato. I General Movements coinvolgono tutto il corpo in una sequenza variabile di movimenti di tronco, collo, gambe e braccia. La Neonatal Behavioural Assessment Scale (NBAS) di Brazelton valuta gli stati comportamentali e le sue risposte ai diversi stimoli ambientali

68 Lo sviluppo comunicativo-linguistico e cognitivo dei nati pretermine Ritardi cognitivi, comunicativo-linguistici, attentivi, comportamentali, nella memoria e negli apprendimenti, sono molto frequenti in età prescolare e scolare.

69 Abilità linguistiche Le difficoltà nello sviluppo lessicale e grammaticale sono state evidenziate a partire dal secondo anno di vita e durante l età prescolare e scolare. Alcuni studi hanno individuato, tra l età scolare e l adolescenza, un recupero in alcune abilità più semplici, quali la comprensione lessicale e la persistenza di difficoltà più complesse. Nei nati estremamente pretermine i deficit cognitivi, linguistici e motori sono spesso più severi e permangono fino all adolescenza.

70 Il percorso scolastico nei bambini nati pretermine Le difficoltà cognitive sono particolarmente evidenti in bambini con elevata immaturità neonatale. Le difficoltà scolastiche diventano più frequenti e più severe nei bambini con più estrema immaturità neonatale (EG< 25 settimane) e nel passaggio dalla scuola primaria alla scuola secondaria

71 ETA PRESCOLARE LO SVILUPPO DEL BAMBINO E IL RISULTATO DELL AZIONE CONGIUNTA DI UNA MOLTEPLICITA DI FATTORI SIA DI NATURA INDIVIDUALE (TEMPERAMENTO NL PRIMO ANNO DI VITA PRESTAZIONI INTELLETTIVE) SIA DI TIPO AMBIENTALE (LIVELLO DI ISTRUZIONE MATERNA QUALITA DELL ACCUDIMENTO

72 RELAZIONE DIADICA MADRE-BAMBINO PRETERMINE La sensibilità materna apporta dei benefici maggiori sullo sviluppo futuro del bambino nato pretermine. Infatti è stato dimostrato che i bambini nati pretermine che hanno una madre più sensibile durante i primi anni di vita raggiungono molto prima tappe di sviluppo linguistico, di abilità sociali e hanno meno problemi emotivi e comportamentali

73 A quattro anni e 5 anni I bambini nati prematuri manifestano, con una maggiore frequenza rispetto ai loro coetanei nati a termine, problemi legati alle capacità attentive e alle abilità sociali. Questi problemi persistono anche all età dei cinque anni.

74 A sette otto anni Si registrano problemi cognitivi, attentivi, ritiro e isolamento sociale, immaturità nelle competenze sociali richieste per interagire con i pari.

75 Disturbo Specifico dell Apprendimento (DSA) Il disturbo specifico dell apprendimento è una condizione di difficoltà scolastica che si manifesta, quasi sorprendentemente, in bambini che in apparenza avevano tutte le carte in regola per apprendere a leggere, a scrivere e fare i calcoli e ad affrontare le situazioni di apprendimento.

76 Linee giuda per l insegnante che ha a che fare con le difficoltà di apprendimento Essere in empatia con il bambino in difficoltà non solo mettersi nella mente del bambino ma stabilire con lui una relazione empatica. Essere curiosi e informati farsi guidare non solo dall intuito e dall esperienza ma anche dalle nozioni che sono state acquisite sul campo. Osservare Saper valutare Mantenere un atteggiamento sensibile ed equilibrato domandarsi cosa può veramente fare bena al bambino, farsi aiutare dall esperto, prendere decisioni accorte. Distinguere i problemi primari di apprendimento dal disagio emotivo-motivazionale.

77 Linee giuda per l insegnante che ha a che fare con le difficoltà di apprendimento Capire le potenzialità dell allievo capire cosa si può pretendere e cosa non si può chiedere all allievo. Essere creativi e flessibili nell insegnamento se qualcosa non va nel processo di apprendimento di alcuni alunni, può essere opportuno cercare di raggiungere lo stesso obiettivo sfruttando modalità didattiche diverse. Proposte: gruppo di lavoro, lavoro a coppia.

78 Nuova normativa sui DSA IL 29 SETTEMBRE 2010 LA Commissione Istruzione del Senato approva la legge 170/210 sui DSA. Riconosce l esistenza i diritti e i bisogni del DSA, e alla scuola sono state affidate precise responsabilità.

79 Responsabilità della scuola Costruire un progetto individualizzato per lo studente DSA, predisporre un Progetto Educativo Personalizzato (PEP) specificando quanto si è deciso di fare per il bambino in accordo con i genitori. Cosa deve contenere il PEP Descrizione della situazione di partenza, strategie didattiche, metodologie specifiche, strumenti compensativi e misure dispensative che si pensa di attuare, modalità di verifica. Saper usare provvedimenti dispensativi

80 Responsabilità della scuola Fare uso appropriato degli strumenti compensativi in ogni scuola ci deve essere un insegnante referente sui DSA che arricchisce un patrimonio di strumenti e sussidi. Saper monitorare i progressi del bambino le misure previste nel PEP sono sottoposte periodicamente al monitoraggio per valutare l efficacia e il raggiungimento degli obiettivi.

81 L importanza della stima intellettiva Gli apprendimenti scolastici si basano sulle capacità intellettive generali del bambino. Più un bambino possiede alte competenze cognitive, più egli potrà raggiungere traguardi elevati. Bambini con capacità ridotte incontreranno gravi problemi di apprendimento. Test di intelligenza (Simon e Binet) Tra livello intellettivo generale e successo nell apprendimento ci sono delle eccezioni e cioè i Disturbi Specifici dell Apprendimento (DSA)

82 UN BAMBINO IN DIFFICOLTA Le teorie unitarie dell intelligenza trovano una clamorosa smentita nei casi di dislessia, discalculia, disgrafia, in cui si incontrano bambini con spiccate capacità intellettive, accompagnate da problemi. Il caso di Roberto, arrivato in una nuova città e in una nuova scuola. Roberto frequenta la quarta.

83 Il caso di Roberto Roberto è brillante, ricco di interessi, riesce molto bene in matematica, ma quando deve affrontare lo studio di un testo diventa svogliato, non si applica a sufficienza, ricorda poco. La mamma lo trova ciondolante tra televisione, libro di studio e videogiochi e non sa come riuscire ad impegnarlo. Gli insegnanti si sono domandati se il problema è dovuto all adattamento nella nuova scuola (ma allora perché in matematica riesce così bene?), allo scarso interesse, al poco impegno o se ci sia sotto un qualcosa d altro. Quando incontriamo Roberto al Servizio sui disturbi dell apprendimento riconosciamo che non sa leggere adeguatamente, un brano che i suoi coetanei leggono in due minuti e mezzo a lui richiede più di quattro minuti, e non mancano gli errori. Il bambino è affetto da dislessia.

84 Dalla valutazione all intervento Test standardizzati e verifiche in classe Le prove standardizzate vengono utilizzate quando si vuole ottenere un quadro più preciso e chiaro della situazione Verifiche L obiettivo di ogni progetto educativo è sempre permettere al bambino di acquisire abilità, strategie e competenze che gli consentono di operare in autonomia. Ogni attività deve essere strutturata in modo tale da diminuire progressivamente il supporto e la mediazione dell adulto.

85 L intervento a scuola Intervento individuale Intervento in coppie o piccoli gruppi Intervento in classe

86 Strategie Lettura ad alta voce di brevi testi scritti. Questi brani non devono essere conosciuti già dal bambino. Utilizzo di materiale per il potenziamento e il recupero della lettura, che vanno dai suggerimenti alle proposte didattiche. Importanza della motivazione

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