Campania. Figura 1. Popolazione residente in Campania. (livelli e quote, periodo ) (saldi sulla popolazione, periodo )

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1 27 giugno 2012 Campania Dinamiche demografiche La popolazione residente in Campania, in continua crescita nel periodo , ha raggiunto mila abitanti nel 2011 (9,6 per cento della popolazione italiana; 27,9 per cento di quella del Mezzogiorno). Nell arco dell ultimo ventennio si riduce progressivamente il tasso naturale (nel 2011, il tasso di natalità e di mortalità sono pari, rispettivamente, a 9,9 e 8,7 per mille, contro una media nazionale di 9,1 e 9,7 per mille). Cresce invece il peso della componente migratoria estera, in particolare dal 2003 (nel 2011 il tasso è pari al 2,5 per mille, in linea con quello del Mezzogiorno, ma sempre inferiore alla media italiana del 5,3 per mille), mentre il tasso migratorio interno risulta fortemente negativo durante tutto il periodo (-3,7 per mille nel 2011, contro -2,2 del Mezzogiorno e 0,1 per mille dell Italia) (Figura 1). Gli stranieri residenti nella regione, secondo i dati del Censimento, sono aumentati da circa 40 mila unità del 2001 a 164 mila unità nel 2011 (2,5 per cento della popolazione residente della Campania). popolazione (in migliaia) Figura 1. Popolazione residente in Campania Popolazione residente Contributi dei saldi demografici (livelli e quote, periodo ) (saldi sulla popolazione, periodo ) livello quota su Italia 10,2 10,0 9,8 9,6 9,4 9,2 quota su Italia 8,0 6,0 4,0 2,0 0,0-2,0-4,0-6,0-8, tasso naturale tasso migratorio interno tasso migratorio estero Fonte: Elaborazioni DPS su dati Istat. Popolazione residente a metà anno e Bilanci annuali. 1

2 La piramide delle età nel 2011 presenta uno snellimento nelle classi più basse e un forte rigonfiamento in quelle centrali, rispetto alla struttura del 1992 (Figura 2). Figura 2. Piramide delle età anni 1992 e 2011 per classi di popolazione residente in Campania* (popolazione al 1 Gennaio in migliaia per classi di età, livelli e quote sul totale) 95 e oltre classi di età 4,5 4,33,6 4,5 3,9 3,5 3,2 0,9 0,50,2 1,1 3,2 2,8 2,6 2,4 2,31,9 3, ,0 0,1 0,0 0,1 0,4 0,9 1,3 1,5 2,3 2,6 2,6 2,7 2,8 3,2 3,3 3,7 4,3 4,5 4,5 3,1 3,43, popolazione in migliaia 95 e oltre classi di età 3,6 3,12,8 3,8 3,8 3,5 3,4 3,3 3,3 2,9 2,8 2,7 2,7 2,01,8 0,1 0,0 0,4 0,9 1, ,1 0,3 0,9 1,5 2,0 2,2 2,3 2,8 3,0 3,3 3,8 4,0 2,6 2,7 2,83,1 3,2 3,43,63, popolazione in migliaia FEMMINE MASCHI Nota:* le etichette rappresentano le quote sul totale della popolazione regionale Fonte: elaborazioni DPS su dati Istat FEMMINE MASCHI Le dinamiche economiche: PIL per abitante e valore aggiunto L andamento del PIL pro capite rispetto alla media italiana evidenzia, dopo la fase di forte crescita degli anni , l aggravarsi dei divari a partire dalla fine degli anni sessanta (Figura 3). Figura 3. Andamento del PIL pro capite a prezzi correnti, (numero indice, Italia = 100) Fonte: Elaborazioni DPS su dati Svimez e Istat - Nord e Sud a 150 anni dall Unità d Italia, Quaderni Svimez,

3 Il PIL pro capite a valori correnti della Campania era pari nel 2009 al 65,8 per cento della media italiana e al 95,8 per cento di quella del Mezzogiorno (Figura 4). Secondo gli ultimi dati Eurostat, nel 2009 il PIL pro capite in standard di potere d acquisto della regione era pari al 67,2 per cento della media dell UE-27 (66,5 per cento nel periodo ) Figura 4. PIL pro capite, (PIL a prezzi correnti) Campania Mezzogiorno Italia Fonte: elaborazioni DPS su dati Istat, Conti economici territoriali Nel 2009, la distribuzione del valore aggiunto a livello settoriale evidenzia il contributo rilevante del settore dei servizi (80 per cento, rispetto al 77,6 per cento del Mezzogiorno e al 73,2 per cento dell Italia), seguito dall industria in senso stretto (11,7 per cento, contro 12,2 del Mezzogiorno e 18,5 per cento dell Italia). La quota dell industria manifatturiera sul totale delle attività economiche si attesta al 9,3 per cento nel 2009, in linea con la media del Mezzogiorno (9,2 per cento) ma distante rispetto al 15,7 per cento dell Italia (Tavola 1). Tavola 1. Valore aggiunto ai prezzi di base, 2009 (valori correnti; milioni di euro) Italia Mezzogiorno Campania Agricoltura 26,180 10,522 2,224 Industria in senso stretto 254,384 39,543 10,056 di cui: industria manifatturiera su totale attività economiche (%) Costruzioni 87,982 22,543 4,919 Servizi 1,007, ,367 68,749 di cui: commercio, trasporto e magazzinaggio, servizi di alloggio e ristorazione su tot. attività (%) di cui: servizi di alloggio e ristorazione su tot. commercio, trasporto e magazzinaggio, servizi di alloggio e ristorazione (%) Totale attività economiche 1,376, ,975 Fonte: elaborazioni DPS su dati Istat, Conti economici territoriali 85,948 3

4 Per quanto riguarda l industria manifatturiera, la ripartizione del valore aggiunto nel 2009 evidenzia il contributo significativo dei comparti dell agroalimentare, della meccanica e della metallurgia; seguono la fabbricazione dei mezzi di trasporto e il tessile (Tavola 2). Tavola 2. Valore aggiunto dell industria manifatturiera, 2009 (valori correnti, milioni di euro; percentuali) Industria manifatturiera (milioni di euro) Italia Mezzogiorno Campania di cui (%): 216,586 29,663 7,971 Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco Fabbricazione di coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio, fabbricazione di prodotti chimici e farmaceutici Industrie tessili, confezione di articoli di abbigliamento e di articoli in pelle e simili Industria del legno, della carta, editoria Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche e altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi Fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e ottica, fabbricazione di apparecchiature elettriche, fabbricazione di macchinari e apparecchiature n.c.a Attività metallurgiche; fabbricazione di prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature Fabbricazione di mezzi di trasporto Fabbricazione di mobili; altre industrie manifatturiere; riparazione e installazione di macchine e apparecchiature Fonte: elaborazioni DPS su dati Istat, Conti economici territoriali Il settore dei servizi ha un peso rilevante nelle province di Napoli e Salerno (73,9 per cento del valore aggiunto dei servizi della Regione); l industria nella provincia di Napoli (48,2 per cento del valore aggiunto del settore della Regione). Il valore aggiunto del settore agricolo si concentra nelle province di Salerno e Caserta (59,2 per cento del valore aggiunto del settore della Regione). Figura 5. Valore aggiunto per settore di attività economica e per province (peso percentuale sul totale, anni 2009) 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Fonte: Istituto Gugliemo Tagliacarne - Unioncamere Agricoltura Industria Servizi 4

5 Le dinamiche del sistema imprenditoriale Nel 2011, rispetto alla media nazionale, la Campania presenta una minore concentrazione di imprese nel settore manifatturiero e nel settore delle costruzioni. La Regione registra invece una maggiore incidenza di attività commerciali (37,4 per cento a fronte del 27 per cento nazionale). Pressoché equivalente rispetto alla media italiana l incidenza delle imprese campane attive nei servizi di alloggio e ristorazione e nei trasporti (Tavola 3). Tra il 2009 e il 2011, la Campania registra una riduzione del numero delle imprese attive pari allo 0,8 per cento (a fronte del 0,2 per cento nazionale), con una diminuzione delle aziende nei settori dell agricoltura (-5,1 per cento), delle attività manifatturiere (-3,5 per cento) e dei trasporti (-1,4 per cento), in parte compensata da aumenti in alcuni comparti del terziario (+4,1 per cento le imprese attive nel comparto dei servizi di alloggio e ristorazione). Tavola 3. Numero imprese attive per settori di attività economiche in Campania e in Italia (valori assoluti, anni ; classificazione Ateco 2007) Settori di attività economica Campania Italia quota Campania Var% Peso% Var% Peso % 2011 Agricoltura, silvicoltura pesca ,1 14, ,6 15,7 8,4 Attività manifatturiere di cui: ,5 8, ,7 10,2 7,6 Industrie alimentari ,0 1, ,2 1,1 11,9 Confezione di articoli di abbigliamento; confezione di ar ,8 1, ,6 1,0 9,3 Fabbricazione di articoli in pelle e simili ,0 0, ,1 0,4 12,2 Industria del legno e dei prodotti in legno e sughero ,5 0, ,7 0,8 7,8 Stampa e riproduzione di supporti registrati ,6 0, ,8 0,4 7,9 Fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di miner ,8 0, ,9 0,5 9,3 Fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi macchinari) ,6 1, ,9 2,0 6,6 Fabbricazione di macchinari ed apparecchiature nca ,0 0, ,3 0,6 3,6 Fabbricazione di mobili ,1 0, ,9 0,5 4,4 Altre industrie manifatturiere ,0 0, ,9 0,8 6,5 Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine ed ,9 0, ,4 0,5 6,3 Costruzioni ,5 12, ,1 15,7 7,2 Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli di cui: ,6 37, ,4 27,0 12,4 Commercio all'ingrosso (escluso quello di autoveicoli e d ,7 10, ,2 2,8 33,3 Commercio al dettaglio (escluso quello di autoveicoli e d ,3 23, ,7 8,7 24,2 Trasporto e magazzinaggio ,4 2, ,9 3,1 8,6 Attività dei servizi alloggio e ristorazione ,1 6, ,9 6,6 9,0 Altro di cui: ,4 16, ,6 21,7 6,9 Servizi di informazione e comunicazione ,2 1, ,7 2,1 7,8 Attività finanziarie e assicurative ,5 1, ,7 2,1 8,2 Attivita' immobiliari ,0 1, ,2 4,7 3,1 Attività professionali, scientifiche e tecniche ,6 2, ,1 3,3 6,2 Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle im ,6 2, ,9 2,7 8,2 Altre attività di servizi ,3 3, ,6 4,2 8,1 TOTALE ,8 100, ,2 100,0 9,0 Fonte: elaborazioni DPS su dati Infocamere-Movimprese. La riduzione del numero di imprese attive nel manifatturiero ( imprese tra il 2009 e il 2011) è spiegata in gran parte dai settori della metallurgia, del tessile, abbigliamento, pelli, dall industria del legno e dei mobili (Tavole 3 e 4). 5

6 Tavola 4. Andamento dei principali indicatori congiunturali delle imprese campane del settore manifatturiero ed estrattivo nel 2011 per comparto (variazioni percentuali) Fonte: Unioncamere Campania Istituto G. Tagliacarne (Maggio 2012) Rispetto alla media regionale e nazionale, le Province campane, fatta accezione di Napoli, registrano una più alta incidenza di imprese attive nell agricoltura; spiccano Benevento e Avellino che presentano rispettivamente il 41,7 e il 30,7 per cento di imprese nel settore agricolo nel 2011 (Tavola 5). Napoli ha la più alta concentrazione di attività commerciali (43,8 per cento) e, nel terziario, di imprese attive nel comparto trasporto e magazzinaggio legate al traffico portuale. Salerno, oltre a registrare una elevata incidenza di imprese nel settore dei servizi, presenta la maggiore concentrazione di imprese attive nel comparto relativo all offerta turistica (servizi di alloggio e ristorazione). Tavola 5. Numero imprese attive per settori di attività economiche e per province (valori assoluti per 2011 e variazioni percentuali rispetto al 2009; classificazione Ateco 2007) Settore di attività economica Caserta Benevento Napoli Avellino Salerno 2011 Var% Peso % 2011 Var% Peso % 2011 Var% Peso % 2011 Var% Peso % 2011 Var% Peso % Agricoltura, silvicoltura pesca ,0 18, ,0 41, ,8 5, ,3 30, ,3 19,5 Attività manifatturiere di cui: ,4 7, ,1 7, ,8 9, ,7 9, ,3 8,8 Industrie alimentari ,9 1, ,8 1, ,0 1, ,2 1, ,0 1,6 Confezione di articoli di abbigliamento; confezione di ar ,2 0, ,6 0, ,4 1, ,9 0, ,1 0,8 Fabbricazione di articoli in pelle e simili 403 5,8 0,5 33 0,0 0, ,7 0, ,6 1, ,0 0,2 Industria del legno e dei prodotti in legno e sughero 473-6,0 0, ,2 0, ,0 0, ,7 0, ,3 0,9 Stampa e riproduzione di supporti registrati 178 0,0 0,2 75 4,2 0, ,7 0, ,4 0, ,0 0,4 Fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di miner ,0 0, ,4 0, ,7 0, ,2 0, ,0 0,7 Fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi macchinari) ,7 1, ,0 1, ,0 1, ,0 1, ,1 1,5 Fabbricazione di macchinari ed apparecchiature nca 151-2,6 0,2 64 8,5 0, ,3 0, ,8 0, ,0 0,3 Fabbricazione di mobili 121-4,7 0,2 49-3,9 0, ,8 0, ,5 0, ,0 0,3 Altre industrie manifatturiere 347 2,7 0,5 95 3,3 0, ,1 0, ,7 0, ,1 0,6 Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine ed ,5 0, ,6 0, ,6 0, ,0 0, ,3 0,3 Costruzioni ,6 16, ,3 10, ,2 12, ,8 12, ,3 12,0 Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli di cui: 5,8 36, ,0 21, ,7 43, ,4 25, ,4 33,4 Commercio all'ingrosso (escluso quello di autoveicoli e d ,7 7, ,5 4, ,2 14, ,0 5, ,6 8,1 Commercio al dettaglio (escluso quello di autoveicoli e d ,5 25, ,2 13, ,2 26, ,3 17, ,8 21,8 Trasporto e magazzinaggio ,7 2, ,2 1, ,7 3, ,0 1, ,0 3,1 Attività dei servizi alloggio e ristorazione ,8 6, ,5 5, ,7 6, ,9 5, ,6 7,3 Altro di cui: ,2 12, ,6 11, ,6 17, ,2 13, ,3 14,5 Servizi di informazione e comunicazione 984 6,7 1, ,5 1, ,4 2, ,5 1, ,8 1,7 Attività finanziarie e assicurative ,3 1, ,9 1, ,4 2, ,6 1, ,0 1,8 Attivita' immobiliari ,9 1, ,3 0, ,0 2, ,3 1, ,9 1,3 Attività professionali, scientifiche e tecniche ,2 1, ,0 1, ,7 2, ,6 2, ,7 2,0 Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle im ,5 1, ,3 1, ,1 3, ,0 1, ,7 2,3 Altre attività di servizi ,1 3, ,9 3, ,9 3, ,4 3, ,3 4,0 TOTALE ,1 100, ,8 100, ,8 100, ,0 100, ,5 100,0 Fonte: elaborazioni DPS su dati Infocamere-Movimprese. Secondo l Istat (Archivio ASIA-Imprese), nel 2009 vi erano circa 59 imprese per mille abitanti; una densità imprenditoriale in linea con la media dell area di appartenenza (59,8), ma inferiore alla media nazionale (74). Per quanto riguarda la dimensione media delle Unità Locali, nel

7 questa risultava pari a 3 addetti, in linea con la media del Mezzogiorno ma inferiore a quella dell Italia (3,6). Mercato del Lavoro Il target Europa 2020 per il tasso di occupazione dei 20-64enni è fissato al 75 per cento. La Campania, con un tasso di occupazione pari al 43,7 per cento nel 2010 (ultimi dati disponibili di fonte Eurostat), è all ultimo posto tra le 271 regioni NUTS-2 dell UE-27 (Figura 6). Figura 6. Tasso di occupazione anni nelle regioni NUTS-2 dell UE-27, anno 2010 Fonte: elaborazioni DPS su dati Eurostat 7

8 Il confronto tra gli anni pre e post crisi (Figura 7) evidenzia l accentuarsi dei divari territoriali in Italia, con una contrazione del tasso di occupazione, tra il 2007 e il 2010, di oltre 2 punti percentuali in tutte le regioni del Mezzogiorno; in Campania di circa 4 punti. Figura 7. Variazione del tasso di occupazione anni nell UE-27 tra il 2007 e il 2010 (variazioni percentuali) Fonte: elaborazioni DPS su dati Eurostat 8

9 Rispetto al 2008, il numero di occupati in Campania diminuisce del 6,7 per cento, a fronte di una contrazione media del 4,1 per cento nel Mezzogiorno e dell 1,9 per cento in Italia. Figura 8. Andamento trimestrale degli occupati (numero indice, anno 2005 = 100) La flessione dell occupazione coinvolge, con andamenti piuttosto simili, tutte le province della Regione, fatta eccezione della provincia di Avellino che, dopo il forte aumento di occupati negli anni 2007 e 2008, registra una riduzione del 12 per cento negli anni seguenti, e della provincia di Salerno con una crescita dell occupazione del 2,8 per cento nel 2011 (Figura 9). Figura 9. Andamento annuale degli occupati (numero indice, anno 2005 = 100) 9

10 Dei 266mila occupati in meno nel Mezzogiorno tra il 2008 e il 2011 quasi la metà (oltre 113mila) è collocata in Campania, di cui circa un terzo (circa 75mila) nella provincia di Napoli (Tavola 6). Tavola 6. Variazione degli occupati tra il 2008 e il 2011 per settore di attività e province (valori in migliaia) La caduta dell occupazione è concentrata in particolare nell industria in senso stretto (Tavola 6), con la perdita di oltre 51mila posti di lavoro (il 17 per cento della riduzione totale del settore in Italia, il 51 per cento della contrazione nel Mezzogiorno) e nel settore dei servizi relativi all offerta turistica comparto commercio, alberghi e ristoranti con la perdita di oltre 46mila occupati (il 28 per cento della riduzione totale del settore in Italia, il 74 per cento della contrazione nel Mezzogiorno)1. Nell agricoltura si osserva l andamento positivo della provincia di Salerno e nel settore dei servizi quello della provincia di Caserta. La contrazione dell occupazione nelle province campane, ma lo stesso accade nel Mezzogiorno, è in media sensibilmente maggiore per gli uomini rispetto alle donne (Tavola 7). Da notare un forte incremento occupazionale delle donne nella provincia di Caserta. Nel 2011, il tasso di occupazione dei 15-64enni in Campania si contrae al 39,4 per cento e quello femminile al 25,4 per cento (contro una media Italia, rispettivamente, al 56,9 e 46,5 per cento) (Tavola 8). 1 Si ritiene opportuno sottolineare che il dato occupazionale relativo al comparto commercio, alberghi e ristoranti risente della componente commerciale. Infatti, dall analisi precedente sulle imprese attive (dati InfocamereMovimprese) si osserva, tra il 2009 e il 2011, un aumento del numero di imprese nei comparti servizi di alloggio e ristorazione (4,1 per cento), su cui incide per il 94 per cento la ristorazione, mentre le attività commerciali registrano un andamento stazionario su cui grava la riduzione delle imprese attive nel settore commercio all'ingrosso e al dettaglio e riparazione di autoveicoli e di motocicli. 10

11 Tavola 7. Occupazione per genere, per settore di attività e province (variazioni percentuali) REGIONE E PROVINCE Tavola 8. Tassi di attività, occupazione e disoccupazione, 2011 Maschi Occupati (migliaia) Femmine Maschi e femmine Tasso di occupazione (15-64 anni) Maschi Femmine Maschi e femmine CAMPANIA Caserta Benevento Napoli Avellino Salerno ,7 25,4 39, ,1 24,7 37, ,2 33,3 44, ,5 21,7 36, ,1 30,7 45, ,9 32,6 45,6 ITALIA ,5 46,5 56,9 REGIONE E PROVINCE CAMPANIA Caserta Benevento Napoli Avellino Salerno Persone in cerca di occupazione (migliaia) Maschi e Maschi Femmine femmine Tasso di disoccupazione Maschi Femmine Maschi e femmine ,7 19,0 15, ,5 15,7 13, ,4 10,9 10, ,7 22,3 17, ,8 19,3 13, ,6 16,1 13,2 ITALIA ,6 9,6 8,4 REGIONE E PROVINCE CAMPANIA Caserta Benevento Napoli Avellino Salerno Forze di lavoro (migliaia) Maschi Femmine Maschi e femmine Tasso di attività (15-64 anni) Maschi Femmine Maschi e femmine ,4 31,4 46, ,5 29,3 43, ,8 37,4 50, ,3 28,0 44, ,4 38,1 52, ,7 38,9 52,7 ITALIA ,1 51,5 62,2 11

12 Osservando i dati per Sistemi Locali del Lavoro 2, il tasso di occupazione nel 2010 raggiunge i livelli più bassi nei SLL napoletani e casertani; tra il 2008 e il 2010 soltanto Teano, nella provincia di Caserta, registra un aumento del tasso complessivo, mentre Caserta e Ariano Irpino hanno un andamento quasi stabile (Figura 10). Figura 10. Tasso di occupazione nei Sistemi Locali del Lavoro Tasso di occupazione 2010 Variazione percentuale, Fonte: Elaborazioni DPS su dati ISTAT (1) Rapporto percentuale tra il totale degli occupati e la popolazione con 15 anni o più I tassi occupazionali giovanili (15-24 anni) sono estremamente bassi in tutte le province della Regione (Figura 11); il tasso medio complessivo nel 2011 diminuisce, rispetto al 2008, di oltre 5 punti percentuali segnando quota 11 per cento, rispetto al quale spiccano le punte negative della provincia di Napoli e della provincia di Benevento, con un tasso di occupazione giovanile pari rispettivamente al 9,7 e 9,1 per cento (il dato corrispondente per l Italia è 19,4 per cento). 2 I Sistemi Locali del Lavoro in Campania sono: Aversa, Caserta, Piedimontematese, Sessa Aurunca, Teano, Apice, Benevento, Circello, Guardia Sanframondi, Montesarchio, Morcone, San Bartolomeo In Galdo, San Marco Dei Cavoti, Sant'agata De' Goti, Telese Terme, Capri, Castellammare Di Stabia, Forio, Ischia, Napoli, Nola, Sorrento, Torre Del Greco, Ariano Irpino, Avellino, Calitri, Grottaminarda, Lacedonia, Lauro, Montecalvo Irpino, Paternopoli, Sant'angelo Dei Lombardi, Solofra, Vallata, Agropoli, Amalfi, Buccino, Camerota, Capaccio, Castellabate, Cava De' Tirreni, Futani, Maiori, Nocera Inferiore, Oliveto Citra, Postiglione, Roccadaspide, Sala Consilina, Salerno, Sapri, Sarno, Teggiano, Torre Orsaia, Vallo Della Lucania. 12

13 Figura 11 Tassi di occupazione, anni Allarmante, sempre nel 2011, il tasso di occupazione delle giovani donne (15-24 anni) pari a 7,6 per cento, quasi la metà del corrispondente tasso per gli uomini, pari a 14,6 per cento. Punto di minimo per il tasso di occupazione femminile nella classe giovanile anni è quello della provincia di Benevento, pari al 5,3 percento. Il divario della Campania rispetto all Italia e all UE è significativo anche con riferimento ai giovani NEET (Not in Education, Employment or Training), ovvero quei giovani non più inseriti in un percorso formativo né avviati nel mondo lavorativo (Figura 12). Il dato regionale al 2010 (ultimo anno disponibile) è pari al 34 per cento, rispetto al 22 per cento dell Italia e al 15 per cento dell UE-27. La condizione di NEET in Campania è sensibilmente più diffusa tra le giovani donne toccando quota 37,5 per cento. Figura 12. Giovani NEET di anni per genere, anno 2010 (valori percentuali) 13

14 Il tasso di disoccupazione in Campania è aumentato dal 12,6 per cento del 2008 al 15,5 per cento nel 2011 (Tavola 8 e Figura 13). I disoccupati nel 2011 sono 288mila (il 14 per cento del totale dei disoccupati in Italia). Il tasso più alto si registra nella provincia di Napoli (17,8 per cento), con un aumento di circa 4 punti percentuali rispetto al 2008; il tasso più basso in Campania è quello della provincia di Benevento (10,6 per cento). Da osservare che il tasso di disoccupazione delle giovani donne campane, nella classe di età anni, è aumentato di 12 punti percentuali tra il 2008 e il Figura 13. Tasso di disoccupazione, 2008 e 2011 Il tasso di attività (15-64 anni) della Campania è pari al 46,7 per cento nel 2011 (rispetto a una media italiana del 62,2 per cento), con una forte riduzione rispetto al 2008 (di circa 4 punti percentuali nelle province di Benevento e Avellino), ma in lieve aumento rispetto al 2010 (Tavola 8 e Figura 14). 14

15 Figura 14. Tasso di attività, anni Nella media 2011, il numero di ore di Cassa integrazione guadagni autorizzate in Campania è aumentato del 170 per cento rispetto al 2008 (Figura 15). Mentre le ore di CIG ordinaria sono aumentate del 45 per cento, quelle di CIG straordinaria sono quasi raddoppiate e quelle in deroga quasi quadruplicate. Rispetto al 2010, le ore di CIG autorizzate nel 2011 sono aumentate del 5,5 per cento, in particolare quelle della CIG in deroga. Nei primi quattro mesi del 2012 le ore autorizzate in Campania registrano il primo significativo calo dal 2008 (-21,9 per cento rispetto all analogo periodo del 2011). 15

16 Figura 15. Ore di Cig ordinaria, straordinaria e in deroga in Campania Significativo l aumento nel 2011 delle ore di CIG in deroga nella provincia di Napoli (Figura 16). Figura 16. Ore di Cig ordinaria, straordinaria e in deroga per province 16

17 Apertura verso l estero Dopo la forte riduzione tra il 2008 e il 2009 (-16,2 per cento), nel biennio successivo le esportazioni campane a valori correnti hanno recuperato il calo, ritornando sui livelli del 2007 (Figura 17). Tuttavia, la crescita dell export nel 2011 è del 5,4 per cento, meno della metà del dato nazionale. Dal lato dell import, si osserva un andamento del tutto anomalo rispetto alla media dell area e al dato nazionale. I settori che hanno registrato tra il 2009 e il 2011 una forte crescita delle importazioni sono: i prodotti della metallurgia (con un peso nel 2011 pari al 16,1 per cento e una crescita del 94,8 per cento), i prodotti chimici (con una incidenza del 11,1 per cento e variazione del 42 per cento) e gli altri mezzi trasporto (peso 7,5 per cento e crescita del 108 per cento); seguono i prodotti alimentari e i prodotti dell agricoltura, pesca e silvicoltura (rispettivamente con un peso nel 2011 pari a 9,9 e 7,4 per cento e una crescita del 39,2 e 50,2 per cento). Figura 17. Andamento trimestrale dell interscambio commerciale della Campania, (numero indice, IV trim 2005 = 100) Fonte: Elaborazioni su dati ISTAT Rilevante l andamento crescente delle esportazioni campane verso i Paesi extra UE-27 (Figura 18). 17

18 Figura 18. Andamento trimestrale delle esportazioni per destinazione geografica, (numero indice, IV trim 2005 = 100) Fonte: Elaborazioni su dati ISTAT Il 75 per cento dell export campano ( 9,4 miliardi complessivi nel 2011) si concentra in 6 SLL: Napoli ( 3,1 miliardi), Torre del Greco ( 1,25 miliardi), oltre a Salerno, Nola, Nocera Inferiore e Caserta (tutti sopra i 500M). Nel sistema locale di Napoli i prodotti della filiera aeronautica concentrano il 21 per cento circa dell export, mentre Torre del Greco è fortemente specializzata nel comparto farmaceutico (78 per cento).tra il 2009 e il 2011 quasi tutti i SLL campani mostrano un aumento delle esportazioni, in alcuni casi con performance estremamente positive (SLL di Lauro e Maiori). Pochi territori mantengono un trend negativo (tra questi il SLL di Nocera Inferiore) o stazionario (Figura 19). Figura 19. Esportazioni di merci nei SLL (milioni di euro) Esportazioni nei Sistemi Locali del Lavoro Esportazioni 2011 Variazione%, Fonte: Elaborazioni DPS su dati ISTAT. 18

19 Le principali destinazioni geografiche delle esportazioni della Campania sono, nel 2011, la Svizzera, la Francia e gli Stati Uniti (32 per cento delle esportazioni totali). I Paesi extra UE-27 rappresentano il principale mercato di sbocco (Tavola 9). Tavola 9. Esportazioni di merci della Campania per destinazione geografica e dettaglio BRICS TERRITORIO (milioni di euro) Mondo Ue27 Extra Ue27 Quota BRICS (1) Var.% Var.% Var.% 2011 Campania 8.938, ,5 5, , ,9 1, , ,6 9,2 8,9 (1) I paesi BRICS sono: Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica. La quota BRICS è espressa in percentuale sul totale delle esportazioni verso i mercati Extra UE-27. Fonte: Elaborazioni su dati ISTAT Le esportazioni campane verso i paesi BRICS, che rappresentano nel 2011 circa il 9 per cento delle esportazioni della regione verso i mercati extra UE-27, evidenziano il peso rilevante della Cina e della Russia (Figura 20). Figura 20. Esportazioni di merci della Campania per destinazione BRICS, anno 2011 (peso percentuale sul totale BRICS) Fonte: Elaborazioni su dati ISTAT Nel 2011, i comparti merceologici a più elevata specializzazione all export della regione sono i prodotti alimentari, i mezzi di trasporto, i prodotti farmaceutici e i prodotti tessili; tutti con oltre il 9 per cento del totale delle esportazioni (Tavola 10 e Figura 21). 19

20 MERCE (milioni di euro) Tavola 10. Esportazioni di merci della Campania per settore Var% peso% 2011 A-PRODOTTI DELL'AGRICOLTURA, DELLA SILVICOLTURA E DELLA 345,4 356,6 3,2 3,8 PESCA B-PRODOTTI DELL'ESTRAZIONE DI MINERALI DA CAVE E MINIERE 21,4 15,6-27,1 0,2 CA-Prodotti alimentari, bevande e tabacco 2.058, ,0 0,9 22,0 CB-Prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori 875,1 930,3 6,3 9,9 CC-Legno e prodotti in legno; carta e stampa 314,2 402,7 28,2 4,3 CD-Coke e prodotti petroliferi raffinati 23,1 26,9 16,4 0,3 CE-Sostanze e prodotti chimici 138,9 151,3 8,9 1,6 CF-Articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici 994, ,3 18,0 12,4 CG-Articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi 573,0 596,8 4,2 6,3 CH-Metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e 571,9 650,0 13,7 6,9 impianti CI-Computer, apparecchi elettronici e ottici 368,8 288,1-21,9 3,1 CJ-Apparecchi elettrici 533,6 602,3 12,9 6,4 CK-Macchinari ed apparecchi n.c.a. 372,6 409,8 10,0 4,3 CL-Mezzi di trasporto 1.512, ,5-0,2 16,0 CM-Prodotti delle altre attività manifatturiere 135,4 139,3 2,9 1,5 C-PRODOTTI DELLE ATTIVITA' MANIFATTURIERE 8.472, ,4 5,7 95,0 Altre merci 99,7 95,9-3,8 1,0 Totale 8.938, ,5 5,4 100,0 Fonte: ISTAT. Il calo delle esportazioni rilevato in alcuni comparti (principalmente quello automobilistico), è compensato dall'espansione dell'export di altri settori (agroalimentare, farmaceutico e aerospaziale). Nel 2011, medicinali e preparati farmaceutici, frutta e ortaggi lavorati e conservati e aeromobili, veicoli spaziali e relativi dispositivi sono i comparti (classificazione Ateco 2007) con un volume di esportazioni più elevato (32,2 per cento delle esportazioni totali). 20

21 Figura 21. Esportazioni di merci per settore, anni 2006 e 2011 (peso percentuale sul totale manifatturiero) Fonte: Elaborazioni su dati ISTAT Turismo La crisi economica e l emergenza ambientale hanno avuto importanti ripercussioni sul settore turistico. Nel biennio sono crollate in Campania le presenze turistiche, in particolar modo quelle straniere (-16,7 per cento tra il 2007 e il 2009) (Tavola 11). Si stima che la spesa dei viaggiatori provenienti dall estero sia diminuita del 14,5 per cento nel 2009 (fonte Banca d Italia). Tavola 11. Presenze turistiche per residenza dei clienti Variazioni percentuali Italiani Stranieri Italiani Stranieri Italiani Stranieri Campania -2,5% -9,1% -1,3% -8,3% 1,7% 6,1% Fonte: elaborazioni DPS su dati ISTAT. 21

22 Nel 2010, la Campania registra un recupero, con un aumento delle presenze turistiche del 3,4 per cento (rispetto all 1,3 dell Italia). Nel 2011, le stime provvisorie degli Enti provinciali per il turismo mostrano un aumento delle presenze turistiche (5,1 per cento), dovuto prevalentemente alla crescita della componente straniera (10,7 per cento) a fronte di un incremento più contenuto per quella italiana (1,3 per cento). Nonostante l alto potenziale turistico della regione, la quota delle presenze turistiche in Campania sul totale nazionale è pari nel 2010 al 4,9 per cento. Tra il 2009 e il 2011, la spesa dei turisti stranieri ha rappresentato in media l 1,3 per cento del PIL regionale (1,9 in Italia). La capacità ricettiva degli esercizi, pari a un totale di posti letto, se misurata in rapporto al numero di abitanti (34,2 per mille) è significativamente inferiore alla media del Mezzogiorno (57) e a quella nazionale (77,7). Indicatori del contesto sociale, obiettivi di servizio, target Europa 2020 In Campania la percentuale della popolazione che vive in famiglie al di sotto della soglia di povertà è pari nel ,9 per cento, in linea con la media del Mezzogiorno (27,1 per cento), ma significativamente superiore alla media italiana (13,8 per cento). I giovani che abbandonano prematuramente gli studi sono il 23 per cento nel 2010 (contro il 22,3 del Mezzogiorno e il 18,8 in Italia). Gli adulti che partecipano all'apprendimento permanente (percentuale della popolazione anni che frequenta un corso di studio o di formazione professionale) sono il 5,6 per cento nel 2010 (rispetto al 5,5 del Mezzogiorno e al 6,2 in Italia). La percentuale di bambini in età 0-3 anni che hanno usufruito del servizio di asilo nido è nel 2010 ancora modestissima, pari al 2,7 per cento, molto inferiore alla media Mezzogiorno (5,2 per cento), al target del 12 per cento, e alla media nazionale (13,5 per cento). La percentuale di anziani (65 anni e oltre) trattati in assistenza domiciliare integrata (ADI) è nel 2010 pari al 2,1 per cento, inferiore al 2,3 del Mezzogiorno, al target del 3,5 per cento e alla media nazionale del 4,1 per cento. Nel settore ambiente la percentuale di rifiuti urbani oggetto di raccolta differenziata è nel 2009 pari al 29,3 per cento, superiore alla media del Mezzogiorno (19,1 per cento) e inferiore a quella nazionale (33,6 per cento). Per i servizi idrici, la percentuale di acqua erogata sul totale dell acqua immessa nelle reti di distribuzione comunale era pari nel 2008 al 61,2 per cento, contro il 60,3 del Mezzogiorno e il 67,9 dell Italia. Il disagio è significativamente elevato in relazione alla sicurezza, la percentuale delle famiglie che segnalano la presenza di rischio di criminalità nella zona in cui vivono è nel 2011 pari al 45,4 per cento, molto superiore alla media del Mezzogiorno (26,7) e a quella italiana (26,6 per cento). 22

23 Tavola 12. Posizione della Campania rispetto ai target di Europa 2020 Indicatore 2003* Ultimo valore disponibile Campania Mezzogiorno Italia UE(27) Campania Mezzogiorno Italia UE(27) Obiettivi NAZIONALI "UE2020" Obiettivi UE2020 Giovani che lasciano prematuramente la scuola** (2004*, 2010) Laureati tra anni*** (2004, 2010) 28,6 27,7 22,9 16,1 23,0 22,3 18,8 14, ,0 12,9 15,6 27,9 12,9 15,6 19,8 33, Tasso di occupazione in età anni (2010) 49,8 50,5 61, ,7 47,8 61,1 68, Spesa pubblica per R&S (2010) 1,1 0,8 1,11 1,86 1,3 0,9 1,27 2,00 1,53 3 Popolazione a rischio povertà (2005,2009)****, migliaia 2.587, , *Per tutti gli indicatori è indicato tra parentesi l anno iniziale, quando diverso dal 2003, e l ultimo anno disponibile. ** In ambito comunitario corrisponde all indicatore Early leavers from education and training. *** In ambito comunitario corrisponde all indicatore Population aged having completed tertiary education ****Dati Eurostat, i valori assoluti sono stati ottenuti dai dati percentuali e dalla popolazione. Fonte: Istat e Eurostat riduzione di riduzione 20 milioni 23

24 Istruzione e formazione Tavola 13. Alcuni indicatori di contesto della Campania Indicatore (Anno inizio serie; ultimo anno disponibile) Campania Mezzogiorno Italia Campania Mezzogiorno Italia Anno: inizio serie Anno: ultimo disponibile - Percentuale della popolazione anni, con al più la licenza media, che abbandona prematuramente gli studi (2004; 2010) 1 28,6 27,7 22,9 23,0 22,3 18,8 - Laureati in matematica, scienze e tecnologia (per abitanti) (2000; 2009) 4,2 3,8 5,7 10,4 8,3 12,2 - Percentuale della popolazione anni che frequenta un corso di studio o diformazione professionale (2000; 2010) Ricerca e innovazione 4,3 4,7 5,5 5,6 5,5 6,2 - Capacità innovativa: percentuale di spesa pubblica e privata in R&S sul Pil (2000; 2009) 2 1,0 0,8 1,0 1,3 0,9 1,3 - Addetti alla R&S (per abitanti) (2002; 2009) 2,0 1,6 2,9 2,5 1,9 3,8 - Percentuale di imprese (con più di dieci addetti) dei settori industria e servizi che dispongono di collegamento a banda larga (2003; 2010) 3 31,7 25,2 31,2 75,2 78,6 83,1 - Percentuale di addettidelle imprese (con più di 10 addetti) deisettori industria e serviziche utilizzano computer connessi a Internet (2003; 2010) 3 16,1 16,0 24,2 24,4 22,8 33,2 Ambiente ed energia - Percentuale di famiglie che denunciano irregolarità nell'erogazione dell'acqua (2000; 2010) 20,7 28,6 15,0 11,9 18,7 10,8 - Lunghezza delle coste non balneabili per inquinamento sulla lunghezza totale delle coste (percentuale) (2000; 2009) 19,7 6,0 5,5 17,3 6,4 5,9 - Popolazione dei comuni con il servizio di rete fognaria con depurazione completa dei reflui convogliati sul totale della popolazione residente (percentuale) (1999; 2008) 36,1 48,3 47,3 74,0 50,6 49,8 - Percentuale di rifiuti solidi urbani oggetto di raccolta differenziata sul totale dei rifiutisolidi urbani (2000; 2009) 1 1,8 2,4 14,4 29,3 19,1 33,6 - Frequenza delle interruzioni accidentali lunghe del servizio elettrico (numero medio per utente) (2000; 2010) 5,0 5,2 3,6 4,9 3,7 2,2 - Energia prodotta da fonti rinnovabili (eolica, fotovoltaica, geotermoelettrica) su produzione totale (percentuale) (2000; 2009) 16,4 5,2 19,1 20,3 14,6 24,2 Condizioni sociali - Percentuale di famiglie che avvertono molto o abbastanza disagio al rischio di criminalità nella zona in cui vivono (2000; 2011) 48,2 28,7 30,6 45,4 26,7 26,6 - Percentuale di popolazione che vive in famiglie al di sotto della soglia di povertà (2002; 2010) - Percentuale di bambinitra 0-3 anni che hanno usufruito deiservizi per l'infanzia (2004; 2010) 24,3 23,6 12,4 26,9 27,1 13,8 1, 4 1,5 4,2 11,2 2,7 5,2 13,5 - Percentuale di anziani (65 anni e oltre) trattati in assistenza domiciliare integrata (ADI) (2001; 2010) 1 0,8 0,9 1,9 2,1 2,3 4,1 Risorse culturali e turismo - Numero divisitatori di istituti statali di antichità e d'arte per istituto (valoriin migliaia) (2000; 2010) 113,7 68,9 76,6 105,8 52,1 88,3 - Biglietti venduti per attività teatrali e musicali (per 100 abitanti) (2000;2010) 23,9 28,6 50,9 34,2 34,3 56,3 - Giornate di presenza (italiani e stranieri) nel complesso degli esercizi ricettivi per abitante (2000; 2010) Trasporti e mobilità - Percentuale di utenti di mezzi pubblici sul totale delle persone che si sono spostate per motivi di lavoro e hanno usato mezzi di trasporto (2000; 2010) 3,6 3,3 6,0 3,2 3,6 6,2 26,6 20,7 19,7 24,6 18,8 19,4 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita per ferrovia sul totale delle modalità (2000; 2010) 1,5 1,8 2,3 0,5 0,6 1,0 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita per ferrovia per 100 abitanti (2000; 2010) 14,0 21,7 51,0 5,8 10,0 27,4 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita su strada per abitante (2000; 2010) 8,4 9,9 20,6 10,0 12,9 24,6 - Passeggeri sbarcati e imbarcati per via aerea (per 100 abitanti) (2000; 2010) 70,3 85,2 158,0 95,0 155,9 229,6 Sistemi produttivi - Tasso netto di turnover delle imprese (differenza tra il tasso di natalità e di mortalità delle imprese) (2000; 2009) 4 1,3 0,9 0,8-1,1-0,8-0,4 - Percentuale di unità di lavoro irregolari sul totale delle unità di lavoro (2001; 2009) 23,0 21,1 13,8 15,7 18,9 12,1 - Indice di intensità creditizia: impieghibancari (consistenza media annua) in percentuale del Pil (a prezzi correnti) (2000; 2009) Sistemi urbani - Linee urbane di trasporto pubblico locale nei comuni capoluogo di provincia per 100 Kmq di superficie comunale (2000; 2009) - Emigrazione ospedaliera in altra regione per ricoveri ordinari acuti sul totale delle persone ospedalizzate residenti nella regione (2000; 2010) Apertura internazionale 25,3 26,8 43,2 37,3 36,3 62,0 204,4 91,7 112,6 205,1 96,9 120,3 10,0 10,7 6,9 9,7 9,5 6,5 - Investimenti diretti netti dall'estero in Italia sul Pil (2000; 2006) 0,1 0,2 1,2 0,2-0,1 1,7 - Capacità di esportare (valore delle esportazioni di merci in percentuale del Pil) (2000; 2009) 10,3 10,0 21,9 8,3 8,5 19,2 1 L'indicatore è un obiettivo di servizio. 2 L'indicatore è un target della Strategia Europa I dati del 2010 non sono confrontabili con quelli del 2003 perché la classificazione ATECO di riferimento è diversa. 4 I dati del 2010 si riferiscono solo alle regioni del Mezzogiorno; l'ultimo anno disponibile per l'italia è il Fonte: DPS-ISTAT Banca dati indicatori regionali per le politiche di sviluppo -ultimo aggiornamento gennaio

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