Nora. Il foro romano

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1 Università degli Studi di Padova - Dipartimento di Archeologia Nora. Il foro romano Storia di un area urbana dall età fenicia alla tarda antichità Volume II.2 - I materiali romani E GLI ALTRI REPERTI a cura di JACOPO BONETTO - GIOVANNA FALEZZA - ANDREA RAFFAELE GHIOTTO Padova 2009

2 La collana Scavi di Nora raccoglie studi monografici sulla città antica editi dalle Università di Genova, Milano, Padova e Viterbo che operano in sinergia con la Soprintendenza per i Beni Archeologici per le Province di Cagliari e Oristano. La presente opera, suddivisa in quattro volumi, è l esito di una ricerca condotta nell'ambito di una Convenzione tra il Ministero per i Beni e le Attività culturali, Soprintendenza per i Beni Archeologici per le Province di Cagliari e Oristano, e il Dipartimento di Archeologia dell'università di Padova. Università di Padova - Dipartimento di Archeologia Piazza Capitaniato, Padova tel Ministero per i Beni e le Attività Culturali Soprintendenza per i Beni Archeologici per le Province di Cagliari e Oristano Piazza Indipendenza, Cagliari tel L opera è stata realizzata con il contributo e la partecipazione di: Dipartimento di Architettura, Urbanistica e Rilevamento - Università di Padova Dipartimento di Costruzioni e Trasporti - Università di Padova ISBN: Italgraf - Noventa Padovana Tutti i diritti sono riservati. è vietata in tutto o in parte la riproduzione dei testi e delle illustrazioni. Distribuzione: Edizioni Quasar di Severino Tognon s.r.l. - via Ajaccio 41/ Roma tel fax qn@edizioniquasar.it

3 Scavi di Nora I Padova 2009

4 Capitolo 21 La ceramica comune romana Stefania Mazzocchin Lo studio della ceramica comune, trascurata in passato per la bassa valenza estetica, pone sempre notevoli problemi soprattutto per la sua corretta definizione, nonostante il recente incremento di ricerche scientifiche al riguardo 1. Con ceramica comune o meglio ceramiche comuni come è stato proposto da Gloria Olcese nel suo lavoro sulle ceramiche di Albintimilium 2, si definisce il vasellame per la cottura di alimenti, per il servizio sulla mensa, per la conservazione e la preparazione delle pietanze. Questa ceramica risponde quindi a diversi utilizzi, che hanno determinato la creazione di forme precise, dove l aspetto funzionale è preponderante su quello estetico. Alla luce di recenti approfondimenti di indagine archeometrica sugli impasti di questa classe viene definitivamente superata la teoria che la ceramica comune sia una ceramica di produzione locale: accanto a forme prodotte in loco, ve ne sono altre, sia da fuoco, sia da mensa, che sono commerciate a breve, medio e lungo raggio 3. Non è semplice individuare, attraverso una prima classificazione, il materiale locale da quello importato: per questo motivo, in attesa della programmazione di specifiche indagini archeometriche sul materiale di Nora si propone una descrizione degli impasti da una visione macroscopica. Le osservazioni di tipo tecnologico effettuate sul materiale esaminato, permettono di operare una distinzione importante tra le ceramiche destinate alla cottura dei cibi, comunemente indicate come ceramiche grezze, da cucina o da fuoco e quelle utiliz- zate per la mensa e la dispensa. Questa distinzione è fondamentale, ed è interessante rilevare che essa era nota anche agli artigiani antichi, poiché i manufatti che dovevano essere esposti al fuoco e quindi ad escursioni termiche ripetute dovevano essere realizzati con una materia prima dalle caratteristiche particolari, con un alta percentuale di degrassante costituito da quarzo o da materiale di origine vulcanica e con tecnologie specifiche; al contrario le ceramiche non da fuoco, che non devono resistere all esposizione al calore, sono foggiate con una materia prima diversa 4. Per questa ricerca sono stati presi in considerazione 1038 frammenti ceramici (fig. 1), dei quali 470, pari al 45,3%, riconducibili a forme determinate e per le quali si sono potuti trovare riscontri e confronti in altri siti archeologici, e 568, pari al 54,7% sono invece quei frammenti di orli, fondi, pareti e anse che, soprattutto per le ridottissime dimensioni conservate, non sono stati utili alla ricostruzione della forma di riferimento. Le forme della ceramica da cucina riscontrate tra il materiale di Nora (fig. 2) sono le olle, le pentole e 1 Un recente complessivo approccio alla ceramica comune si trova in Ol c e s e Ol c e s e 1993, Ol c e s e 1993, ; Co rt e s e 2005; Sa n t o r o Bi a n c h i 2005a; Santoro Bianchi 2005b. Fig. 1. Percentuale dei frammenti diagnostici e non diagnostici. 4 Ol c e s e 2003, 19.

5 700 Stefania Mazzocchin i tegami; si individuano poi le forme della ceramica da dispensa e da mensa, con bottiglie, brocche, coppe, piatti-coperchio, anforette e alcune forme che presentano impasti semidepurati, adatti ad essere utilizzati per la preparazione dei cibi o per la conservazione, come i bacini e i grandi contenitori. Per la sua funzionalità di ceramica da fuoco, includiamo anche la descrizione dei pochissimi frammenti di ceramica con vernice rossa interna rinvenuti nell area P, che potrebbero rappresentare un elemento di importazione nel panorama della ceramica comune, se, con indagini archeometriche, si verificasse che l impasto è marcato da indicatori vulcanici campani o laziali 5. Concludono la rassegna i balsamari, presenti in numero piuttosto ridotto, in genere privi di rivestimento: tra essi, degno di particolare interesse è un frammento di orlo e collo di un balsamario di dimensioni piuttosto consistenti e di probabile produzione campana. Fig. 2 5 Goudineau 1970; Chiosi 1996; Leotta 2005.

6 La ceramica comune romana Annotazioni tecnologiche L osservazione di ogni singolo frammento ha permesso di individuare la ricorrenza di una certa varietà di impasti, più grossolani alcuni, caratterizzati dalla presenza di abbondanti inclusi, anche di dimensioni notevoli, più depurati altri, distinti da inclusi di dimensioni più piccole e di frequenza minore. Tale differenza di tessitura dell impasto corrisponde, quasi sempre, alla differente funzione dei materiali: con impasto grossolano e pareti spesse sono foggiate quelle forme destinate alla cottura degli alimenti e alla ripetuta esposizione alle fonti di calore; al contrario, presentano l impasto depurato e pareti più assottigliate quegli oggetti che sono impiegati per la conservazione degli alimenti o per la mensa. Si è notato che alcuni impasti, grossolani e depurati, presentano in sezione una colorazione più scura del nucleo, il cosiddetto cuore nero, dovuto ad una combustione incompleta delle materie organiche presenti nell impasto, a causa della limitata disponibilità di ossigeno nell atmosfera di cottura 6. Nessun oggetto è rivestito. Si rileva solo in alcuni casi una patina, spesso bruna, sulla superficie esterna, probabilmente un sottile strato di argilla più fine steso sulla superficie allo scopo di eliminare la porosità troppo evidente e le asperità dovute agli inclusi. Molto limitate sono anche le decorazioni, presenti unicamente sul collo di alcune brocche e sulla spalla di poche olle con impasto depurato: si tratta di linee di piccole tacche incise con una stecca oppure di linee lucide, steccature, ottenute per strofinamento sulla superficie presumibilmente di uno strumento con la punta larga. con piccoli inclusi neri, di mica, di quarzo e calcite. Impasti Depurati Impasto D1: corpo ceramico dall arancio al bruno, depurato, con rari inclusi molto piccoli di calcite. Patina non uniforme grigiastra sulle superfici interna ed esterna. Impasto D2: corpo ceramico bruno marrone, semidepurato, con piccoli inclusi di calcite, raramente medi. Impasto D3: corpo ceramico rosato, semidepurato, con molti piccoli inclusi marroni, pochi di calcite. Impasto D4: corpo ceramico semidepurato, con grossi e medi inclusi rossi, piccoli inclusi di calcite e molta mica. Impasto D5: corpo ceramico arancione, con moltissimi inclusi piccoli e medi di calcite, più rari di quarzo e mica. Impasto D6: corpo ceramico mattone con piccoli inclusi di calcite e quarzo. Impasto D7: corpo ceramico beige arancio, depurato con molta mica, piccoli inclusi di calcite e rossi. Impasti Grossolani Impasto G1: corpo ceramico rosso mattone e bruno, con molti piccoli inclusi di calcite e mica e più rari grandi inclusi quarzosi. Impasto G2: corpo ceramico arancio, con cuore nero, semidepurato, con molti piccoli inclusi di calcite, quarzo e mica. Impasto G3: corpo ceramico marrone bruno, con inclusi piccoli di calcite e mica, medi e grandi di quarzo, molto grandi rari rossi; patina bruna sulle superfici. Impasto G4: corpo ceramico arancio mattone, duro, a frattura irregolare con piccoli e rari inclusi di calcite. Impasto G5: corpo ceramico arancio mattone, duro 6 Cu o m o d i Ca p r i o 2007, ; sui materiali dell area C era stata fatta la medesima osservazione: Canepa 2003a,

7 702 Stefania Mazzocchin Fig La ceramica da cucina Tra la ceramica comune impiegata in cucina per la cottura dei cibi troviamo poche forme funzionali, tutte caratterizzate dall impasto ricco di inclusi (fig. 3). Le più numerose sono le pentole, recipienti con una larga imboccatura, l orlo appiattito o estroflesso, spesso marcato dalla solcatura per l appoggio del coperchio; il corpo è generalmente capiente, con il profilo quasi cilindrico o poco arrotondato e il fondo piano. Nelle fonti questo tipo di recipiente è denominato caccabus, poteva essere di metallo o di terracotta e rappresentava certamente uno degli strumenti fondamentali in cucina, dato il gran numero di ricette nelle quali è utilizzato; poteva essere posto direttamente sulla brace oppure sopra un treppiede o mediante piedi in terracotta applicati 7. Seguono le olle, distinte dal diametro dell orlo inferiore a quello massimo, che si attesta a livello della spalla; l orlo è variamente conformato, spesso adatto all appoggio del coperchio, la spalla è arrotondata e il fondo si presenta piano. Con aula o olla si indica nelle fonti un recipiente in terracotta, metallo o vetro; il principale uso dell olla in ceramica è la cottura di varie pietanze e la bollitura; l olla poteva essere anche impiegata per contenere provviste nella dispensa 8. La patina, patena o patella corrisponde alla forma del tegame, recipiente dalla larga imboccatu- 7 Hi l g e r s 1969, 40-41; ; Ca r a n d i n i, Ri c c i 1985, Hi l g e r s 1969, 39-40; ; Ca r a n d i n i, Ri c c i 1985, ra, vasca più o meno profonda, con parete diritta, fondo piano. Patina e caccabus costituivano il set indispensabile per la cucina romana; il tegame era utilizzato per la cottura di carni, pesci e verdure e poteva servire anche come piatto da portata 9. Alla medesima forma sono riconducibili anche quei contenitori da fuoco caratterizzati da uno spesso strato di vernice rosso scuro, steso sulla superficie interna e fino all orlo, come antiaderente, funzionale alla cottura del pane e della patina, una pietanza molto comune a base di uova, che avveniva a fuoco lento in forno o direttamente sulle braci; oppure tali tegami, chiusi con il coperchio, potevano essere posti sotto la cenere Le olle Olle con orlo a tesa e imposta per il coperchio Questo tipo di olla è caratterizzato dalla presenza di una tesa più o meno obliqua, con la superficie piana, a volte leggermente concava, sempre segnata da una solcatura per l appoggio del coperchio. Il corpo sembra generalmente globulare, sebbene si conservino frammenti davvero ridotti; i diametri degli orli sono variabili, e compresi tra i 15,5 e gli 8 cm. Questo tipo può essere avvicinato ad un composito gruppo rinvenuto ad Albintimilium e datato ad età tardo romana NR06/PG/11379/CR/3. Fig. 4. Olla con orlo inclinato all interno, breve tesa obliqua con solcatura per l appog- 9 Hi l g e r s 1969, ; Ca r a n d i n i, Ri c c i 1985, Le o t ta 2005, Ol c e s e 1993, figg ,

8 La ceramica comune romana 703 Fig. 4 gio del coperchio, parete leggermente arrotondata. Steccature orizzontali sulla parete esterna, poco sotto l orlo; tracce di affumicature. Impasto G1. 2. NR05/PI/5295/CR/ Fig. 4. Olla con orlo inclinato all interno, breve tesa convessa con margine rilevato e ingrossata all esterno, parete obliqua. Tracce di stesura di argilla depurata sulle superfici. Impasto G2. 3. NR05/PG/11150/CR/11. Fig. 4. Olla con orlo inclinato all interno, breve tesa concava e rilevata, con parte terminale appuntita, parete svasata. Impasto G1. 4. NR03/PF/5983/CR/11. Fig. 4. Olla con orlo inclinato all interno, breve tesa arrotondata con leggera depressione per l appoggio del coperchio, parete svasata. Impasto G1. 5. NR05/PF/12035/CR/19. Fig. 5. Olla con orlo inclinato e sporgente all interno, con tesa orizzontale arrotondata con solcatura per l appoggio del coperchio. Tracce di patina bruna all esterno. Impasto G2 (senza cuore nero). 6. NR06/PH/11624/CR/4. Fig. 5. Olla con orlo a tesa obliqua con margine arrotondato e solco per l appog- Fig. 5

9 704 Stefania Mazzocchin Fig. 6 gio del coperchio. Tracce di patina arancio chiaro stesa all esterno e sull orlo. Impasto G1. Olle con orlo a tesa Si riuniscono qui alcune olle con orli che si presentano genericamente a tesa; il primo tipo, con collo molto evidente, trova confronti in area laziale nel I sec. d.c. 12, gli altri, sporgenti all interno, sono avvicinabili ad un tipo di produzione dei Colli Albani, datato tra il II sec. a.c. e la fine del I sec. d.c NR03/PF/5965/CR/33. Fig. 6. Olla con orlo verticale a tesa inclinata all esterno, gola cilindrica e spalla arro- tondata. Patina bruno nerastra sulla superficie esterna e sull orlo. Impasto G1. 8. NR06/PH/11649/CR/16. Fig. 6. Olla con orlo inclinato e sporgente all interno, a tesa obliqua, parete svasata. Tracce di patina marrone chiaro stesa sull orlo e all esterno. Impasto G1. 9. NR05/PG/11033/CR/ Fig. 6. Olla con orlo inclinato e sporgente all interno, a tesa piana, parete svasata. Impasto G NR01/PF/5708/CR/254. Fig. 6. Olla con orlo inclinato e sporgente all interno, a tesa piana, parete svasata. Impasto G1, con cuore nero. 11. NR06/PH/11685/CR/29. Fig. 7. Olla con orlo inclina- 12 Ol c e s e 2003, tipo 10, tav. XII, 6, Ol c e s e 2003, tipo 14, tav. XIII, 4, Fig. 7

10 La ceramica comune romana 705 to e sporgente all interno, a tesa piana, parete arrotondata. Impasto G1, con tracce di patina bruno scura all esterno e cuore nero. 12. NR03/PG/11011/CR/1. Fig. 7. Olla con orlo inclinato e sporgente all interno, a tesa piana, parete svasata. Impasto G NR03/PG/11010/CR/1. Fig. 8. Olla con orlo inclinato e sporgente all interno, a tesa piana, parete svasata. Impasto G1 con cuore nero. 14. NR/05/PG/11150/CR/9. Fig. 8. Olla con orlo inclinato e sporgente all interno e ingrossato, a tesa piana, parete svasata. Impasto G1, parete sottile. 15. NR/06/PG/11373/CR/1. Fig. 8. Olla con orlo inclinato e sporgente all interno e ingrossato, a tesa piana obliqua, parete svasata. Impasto G1, con inclusi molto piccoli. Olla con orlo a sezione triangolare Un solo esemplare presenta l orlo a sezione triangolare, appuntito e con una solcatura interna probabilmente per l appoggio del coperchio. Presenta impasto arancio, semi depurato, con la superficie Fig. 8 caratterizzata da una patina più scura dell impasto. Il tipo non sembra trovare confronti puntuali tra i materiali di Nora. 16. NR01/PF/5722/CR/311. Fig. 8. Olla con orlo verticale appuntito a sezione triangolare sporgente sulla parete, parete verticale. Impasto G2, uniforme, con patina bruna sulla superficie esterna e all interno dell orlo. 2.2 Le pentole Pentola con orlo a tesa e solco per il coperchio Questa forma di pentola compare già a Nora, nell area C, dove è conservato anche il corpo, che si presenta cilindrico con pareti dall andamento verticale, e fa parte di livelli di III sec. d.c NR02/PF/5841/CR/54. Fig. 9. Pentola con orlo verticale, a breve tesa leggermente inclinata all esterno, sul margine interno profonda solcatura funzionale all appoggio del coperchio, gola verticale e parete obliqua. Impasto G1. Fig Ca n e pa 2003a, 140, tipo If, tav. 35, 4.

11 706 Stefania Mazzocchin Pentola con orlo appiattito e scalino all interno Si riuniscono in questo grande gruppo frammenti di orli di pentole dalle dimensioni piuttosto consistenti, con il diametro che supera i 30 cm, e di dimensioni più contenute, con il diametro che si attesta attorno ai 20 cm. Si tratta di olle caratterizzate dall orlo piano con la gola concava segnata da uno scalino all interno. Questa forma sembra essere già attestata a Nora, poiché è presente tra i materiali dell area C e dell area G, databili genericamente ad età imperiale 15. Ad Albintimilium sono presenti pentole di forma simile, con orlo a tesa e gola accentuata da uno scalino, documentate dalla metà del I sec. a.c. al I sec. d.c. 16. Anche a Roma e nel Lazio è presente un tipo di pentola morfologicamente avvicinabile a quello in esame, datato tra l età tardo repubblicana e l età flavia NR04/PG/11000/CR/110. Fig. 10. Grande pentola con orlo verticale, sporgente all interno e all esterno, con Fig. 10 parte superiore leggermente bombata, all interno la gola è dritta e segnata da uno scalino al passaggio con la parete; parete obliqua. Impasto G3. 3. NR04/PF/5469/CR/19. Fig. 10. Grande pentola con orlo verticale, appiattito e sporgente all esterno, all interno la gola è concava e segnata da uno scalino al passaggio con la parete; parete obliqua. Impasto G1. 4. NR06/PH/11681/CR/1+4. Fig. 10. Grande pentola con orlo leggermente inclinato all esterno, appiattito e sporgente all esterno, all interno la gola è concava e segnata da uno scalino al passaggio con la parete; parete obliqua. Impasto G1, patina bruno nerastra all esterno e sull orlo. 5. NR05/PG/11033/CR/62. Fig. 11. Pentola con orlo verticale appiattito, leggermente sporgente all interno e all esterno, all interno la gola è concava e segnata da uno scalino al passaggio con la parete; parete obliqua. Impasto G1, patina bruno nerastra all esterno e sull orlo. 6. NR05/PG/11164/CR/ Fig. 11. Pentola con orlo verticale appiattito, sporgente all esterno; all interno, la 15 Canepa 2003a, , tipo Ii, tav. 35, 6; Frezza , pentole ad orlo vagamente quadrangolare, Ol c e s e 1993, , fig. 43, Ol c e s e 2003, 74-75, tav. II. Fig. 11

12 La ceramica comune romana 707 gola è concava e segnata da uno scalino al passaggio con la parete; parete obliqua. Impasto G1, patina bruno nerastra all esterno e sull orlo. 7. NR04/PF/5470/CR/19. Fig. 12. Pentola con orlo verticale appiattito, sporgente all esterno; all interno, la gola è leggermente concava e segnata da uno scalino al passaggio con la parete; parete verticale. Impasto G1, patina bruno nerastra all esterno e sull orlo. 8. NR98/PB/5047/CR/24. Fig. 12. Pentola con orlo verticale appiattito, sporgente all esterno; all interno, la gola è leggermente concava e segnata da uno scalino al passaggio con la parete; parete verticale. Impasto G1, con anima nocciola chiaro; patina rossiccia sulle superfici. 9. NR04/PG/11000/CR/106. Fig. 12. Pentola con orlo Fig. 12 verticale appiattito, sporgente all esterno; all interno, la gola è leggermente concava e segnata da uno scalino al passaggio con la parete; parete obliqua, con carena arrotondata. Impasto G1; patina nerastra sulla carena della parete. 10. NR04/PG/11033/CR/49. Fig. 13. Pentola con orlo verticale appiattito, sporgente all esterno; all interno, la gola è leggermente concava e segnata da uno scalino al passaggio con la parete; parete obliqua. Impasto G1; patina nocciola sulla superficie esterna, nerastra sull orlo e sulla parte più bassa della parete. 11. NR03/PI/5295/CR/18. Fig. 13. Pentola con orlo verticale appiattito, sporgente all esterno; all interno, la gola è leggermente concava e segnata da uno scalino al passaggio con la parete. Impasto G1. Fig. 13

13 708 Stefania Mazzocchin 12. NR01/PF/5708/CR/261. Fig. 13. Pentola con orlo arrotondato sporgente all esterno; all interno, la gola è leggermente concava e segnata da un leggero scalino al passaggio con la parete obliqua. Impasto G1; patina nerastra sull orlo. 13. NR98/PB/5047/CR/25. Fig. 13. Pentola con orlo appiattito e obliquo verso l interno, sporgente all esterno; all interno la gola è leggermente concava e segnata da un leggero scalino al passaggio con la parete arrotondata. Impasto G1. Pentole con orlo a tesa orizzontale Questa forma assai semplice trova riscontro soprattutto a Roma e nel Lazio, in esemplari che presentano dimensioni maggiori, soprattutto nella tesa e che vengono datati tra I e II sec. d.c. 18 ; tutti sono accomunati dalla presenza di affumicature sull orlo e sulla parete esterna. 14. NR01/PF/5722/CR/324. Fig. 13. Pentola con orlo a Fig. 14 tesa orizzontale appiattita e sporgente all esterno, parete leggermente arrotondata. Impasto G2, senza cuore nero; patina bruno nerastra sull orlo. 15. NR05/PG/11164/CR/23. Fig. 13. Pentola con orlo a tesa orizzontale appiattita e sporgente all esterno, parete obliqua con carena arrotondata. Impasto G2, senza cuore nero; patina bruno nerastra sull orlo e sulla carena. Pentola con orlo arrotondato e rivolto all esterno Un solo frammento di pentola presenta l orlo ingrossato e rivolto all esterno, ma non sembra facilmente confrontabile con analoghe forme da altri contesti. 16. NR04/PF/5482/CR/15. Pentola con orlo ingrossato all interno, arrotondato e rivolto all esterno, parete verticale. Impasto G2, patina bruna all esterno. 18 Ol c e s e 2003, 75-77, tavv. III-IV.

14 La ceramica comune romana 709 Pentola con orlo impostato sulla parete Le tre pentole qui esaminate presentano l orlo allungato sia all interno, sia all esterno della parete, in maniera quasi speculare. Sono presenti a Nora nell area C e in altri contesti sardi e sono ritenuti probabilmente di produzione locale e datati alla prima età imperiale NR97/PA/5015/CR/1. Fig. 15. Grande pentola con orlo orizzontale impostato sulla parete verticale, l orlo è sporgente sia all interno che all esterno e appuntito, la parte superiore è convessa. Impasto G NR05/PH/11560/CR/10. Fig. 15. Pentola con orlo orizzontale impostato sulla parete verticale, l orlo è sporgente sia all interno che all esterno con i margini arrotondati, la parte superiore è convessa. Impasto G NR01/PF/5722/CR/293. Fig. 15. Pentola con orlo orizzontale impostato sulla parete verticale, l orlo è sporgente sia all interno che all esterno e appuntito, la parte superiore è piana. Impasto G2, patina nerastra sull orlo. Fig. 15 Pentole con orlo bifido Sono state isolate tre pentole con orlo solcato sulla parte superiore per l appoggio del coperchio. La morfologia generale consente di accostare questi frammenti alle casseruole in ceramica da cucina africana, ma il tipo di impasto, l assenza di vernice e di patine inducono ad ipotizzare probabilmente una produzione locale anziché dal Nord Africa. Le forme corrispondono chiaramente a modelli noti e in circolazione anche a Nora tra la metà del III sec. d.c. e il IV-V sec. d.c NR05/PG/11295/CR/2. Fig. 16. Pentola con orlo verticale arrotondato, con una profonda solcatura sulla parte superiore. Impasto G NR06/PG/11331/CR/114. Fig. 16. Pentola con orlo leggermente inclinato all esterno, con una profonda solcatura sulla parte superiore, parete verticale. Impasto G4, con cuore nero. Fig Ca n e pa 2003a, 140, tipo Ie, tav. 35, Oltre al tipo Ostia III, fig. 108, i tipi Ostia III, fig. 267 e Ostia I, fig. 269 sono bene rappresentati sia nell area C, sia nell area G: Ga z z e r r o 2003e, 128; Fr e z z a ,

15 710 Stefania Mazzocchin 22. NR05/PH/11531/CR/88. Pentola con orlo verticale ribattuto all esterno, con una profonda solcatura sulla parte superiore. Impasto G4. Pentole con orlo ricurvo all interno Questo più folto gruppo di pentole ha un caratteristico orlo appiattito e aggettante verso l interno; comprende forme piuttosto grandi, con il diametro che supera anche i 26 cm, e forme più contenute, con il diametro di cm. La parete sembra curva e di spessore variabile, ma generalmente molto sottile. Forme simili si ritrovano in Sardegna, tra il materiale dello scavo di S. Eulalia a Cagliari, e possono essere datate tra il IV e l VIII sec. d.c., più precisamente forse tra il IV e il V sec. d.c. 21 ; anche presso il nuraghe Losa di Abbasanta sono presenti pentole con orlo sagomato, impostato sulla parete e che tende a rientrare, riferite ad età tardo romana, V-VI sec. d.c. 22. Il caratteristico orlo rientrante e soprattutto l impasto ricco di degrassante di piccole dimensioni, la patina bruna stesa all esterno e lo spessore molto sottile delle pareti permettono di confrontare gli esemplari di Nora con quelli rinvenuti a Cornus, in stratigrafie prevalentemente di VI-VII sec. d.c. 23. Sull orlo di un solo frammento (NR01/PF/5708/CR/11, n. 30) si notano delle linee ottenute a stecca, che sembrano essere motivo distintivo di questa forma, sebbene tra i frammenti di Nora analizzati questo sia l unico caso NR06/PH/11628/CR/4. Fig. 17. Grande pentola con orlo obliquo ricurvo all interno e leggermente sporgente all esterno, con margini arrotondati e parte terminale piana, parete obliqua spessa. Impasto G3, patina bruna sulla superficie esterna. 24. NR06/PH/11618/CR/2. Fig. 17. Grande pentola con orlo obliquo ricurvo all interno e leggermente sporgente all esterno, con margini arrotondati e parte terminale piana, parete obliqua spessa. Impasto G3, grigio. 21 Sa n g i o r g i 2005, 257, fig. 9, 5-6; Pi n n a 2005, 270, fig. 3, 5. Fig Ba c c o 1997, 80, tav. XIII, Fi c h e r a, Ma n c i n e l l i 2000, Pi n n a 2005, 270.

16 La ceramica comune romana NR04/PH/11524/CR/11. Fig. 17. Pentola ricostruibile per buona parte, con orlo obliquo ricurvo all interno e leggermente sporgente all esterno, con margini arrotondati e parte terminale piana, corpo ovoidale con spalla arrotondata, parete sottile. Impasto G1, patina bruna sulla superficie esterna. 26. NR06/PH/11681/CR/5. Fig. 18. Pentola con orlo obliquo ricurvo all interno e leggermente sporgente all esterno, con margini arrotondati e parte terminale piana. Impasto G1, patina nera sull orlo. 27. NR01/PF/5708/CR/256. Fig. 18. Pentola con orlo obliquo ricurvo all interno e leggermente sporgente all esterno, con margini arrotondati e parte terminale piana, parete arrotondata. Impasto G1. Fig NR05/PH/11542/CR/13. Fig. 18. Pentola con orlo obliquo ricurvo all interno e leggermente sporgente all esterno, con margini arrotondati e parte terminale piana, parete arrotondata. Impasto G1, patina bruna all esterno. 29. NR06/PH/11618/CR/1. Fig. 19. Pentola con orlo obliquo ricurvo all interno a formare un angolo acuto con la parete e leggermente sporgente all esterno, con margini arrotondati e parte terminale piana, parete arrotondata. Impasto G NR01/PF/5708/CR/11. Fig. 19. Pentola con orlo obliquo ricurvo all interno e leggermente sporgente all esterno, con margini arrotondati e parte terminale piana, parete arrotondata molto sottile. Impasto G1, con cuore nero; sull orlo steccature irregolari. Fig. 19

17 712 Stefania Mazzocchin Fig I tegami Tegami con orlo bifido La forma del tegame ad orlo bifido ha una lunga persistenza nel tempo, poiché è nota dalla fine del II sec. a.c. al I sec. d.c. e oltre e diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo. I tre esemplari di Nora presentano impasti diversi: il fr. NR01/PF/5722/ CR/289+NR01/PF/5708/CR/290 (n. 1) con inclusi molto evidenti di quarzo è avvicinabile a due tegami rinvenuti ad Albintimilium 25 mentre solamente uno, il fr. NR06/PG/11373/CR/2 (n. 3) presenta un impasto con inclusi neri, probabilmente vulcanici, permettendo di ipotizzare una produzione in ambito campano e un importazione di questa forma, insieme forse ai tegami con vernice rossa interna cui assomigliano morfologicamente. Questo tipo di tegame è confrontabile con forme di Pompei, datate alla fine del II-I sec. a.c. ma documentate anche nel I sec. d.c. 26. Nell area C erano presenti esemplari di forma analoga, probabilmente materiali residuali da livelli di III-IV sec. d.c NR01/PF/5722/CR/289+NR01/PF/5708/CR/290. Fig. 20. Grande tegame con orlo arrotondato e bifido, 25 Ol c e s e 1993, 232, fig. 48, Ol c e s e 1993, 225, fig. 45, Ca n e pa 2003a, 146, tipo IIc, tav. 40, 2. parete leggermente bombata. Impasto G3; patina bruno nerastra sull orlo e verso il fondo. 2. NR00/PD/5165/CR/4. Fig. 20. Tegame con orlo arrotondato e bifido, parete leggermente bombata, fondo piano. Impasto G2. 3. NR06/PG/11373/CR/2. Fig. 20. Gegame con orlo arrotondato e bifido, parete leggermente bombata. Impasto G5. Tegami a vernice rossa interna Inseriamo a questo punto i pochissimi frammenti di pareti o fondi di tegami con vernice rossa interna (Pompejanisch-rote Platten), dei quali si offre solamente il computo numerico poiché le ridottissime dimensioni conservate non permettono di riferirsi a tipologie precise: solo il frammento NR02/P/5187/ CR/5 (n. 4) può essere identificato come un grande tegame con piede ad anello. Sebbene tali manufatti siano stati studiati in modo autonomo, in virtù delle loro caratteristiche morfologiche, sono comunque recipienti destinati a scopi funzionali legati alla cottura degli alimenti 28. Questa classe ceramica comprende essenzialmente tegami e in minor misura coperchi, adatti all esposizione al fuoco e rivestiti all interno fino all orlo da uno spesso strato di vernice rossa, com- 28 La medesima scelta viene operata anche per la vernice rossa interna di Albintimilium: Ol c e s e 1993, 45; 232.

18 La ceramica comune romana 713 Fig. 21 patta, sulla quale a volte compaiono solcature circolari concentriche 29. Questi tegami vengono prodotti in vari centri dell Italia e delle province, complessivamente tra il II sec. a.c. e il III sec. d.c.; in particolare quelli realizzati in area vesuviana e a Cuma 30 e, nel Lazio, a Tivoli si datano tra il II sec. a.c. e il I sec. d.c. e si diffondono in tutte le province dell Impero, per la preparazione della patina e di altre pietanze a base di uova, carne e legumi, per le quali era necessaria la cottura in forno, sulla brace o sotto le ceneri NR02/PD/5187/CR/5. Tegame con accenno di piede ad anello. Impasto G3; vernice rosso mattone, opaca. Piede annerito. 5. NR03/PF/5984/CR/30. Tegame con fondo piatto, sulla superficie esterna profondi solchi del tornio. Impasto G4; vernice arancio mattone, opaca. Annerito sulla superficie esterna. 6. NR01/PF/5708/CR/178. Tegame con parete concava e ingrossata verso il fondo. Impasto G2; vernice arancio mattone, opaca, poco spessa. 29 Una prima sistematizzazione di questa classe ceramica si deve a Go u d i n e a u 1970; un ultima trattazione sulla ceramica a vernice rossa interna si trova in Le o t ta 2005, con i riferimenti alla bibliografia e agli studi precedenti. 30 Ch i o s i 1996, Le o t ta 2005, 119. Tegami con orlo ingrossato Si tratta di due tegami con orlo ingrossato, il primo arrotondato e sporgente all esterno, simile al tipo VIb rinvenuto nell area C di Nora e datato all età imperiale 32 ; il secondo ingrossato all esterno ma con parete interna dritta, forse utilizzato con la duplice funzione di tegame e coperchio NR01/PF/5722/CR/319. Fig. 21. Grande tegame con orlo arrotondato e ricurvo all esterno, parete obliqua, accenno di fondo piano. Impasto G2; patina marrone rossiccia sulle superfici. 8. NR04/PG/11033/CR/53. Fig. 21. Tegame con orlo con parte terminale assottigliata, ingrossato all esterno, parete obliqua, fondo piano. Impasto G2, patina nerastra all esterno e sull orlo. Tegami con orlo appiattito I tegami con orlo appiattito e ingrossato sono ben rappresentati a Nora anche nell area C, sia con impasto depurato, da livelli tardi, sia con corpo ceramico ricco di inclusi, come quelli qui esaminati, datati invece più precocemente tra I sec. a.c. e I d.c. 34. Isolato rimane invece il terzo esemplare, caratterizzato dallo spessore ridotto delle pareti. 32 Ca n e pa 2003a, , tipo VIb, tav. 42, Frezza 2003, 368, qui compreso infatti tra le ciotole/coperchio. 34 Ca n e pa 2003a, 147, tipo IIIa, tav. 40, 6.

19 714 Stefania Mazzocchin Fig NR01/PF/5708/CR/264. Fig. 21. Tegame con orlo verticale appiattito e ingrossato sia all interno che all esterno, parete curva. Impasto G1, con cuore nero; patina nerastra sulla superficie esterna e sull orlo. 10. NR04/PH/11524/CR/4. Fig. 22. Tegame con orlo appiattito e ingrossato sia all interno che all esterno, parete dritta. Impasto G NR04/PG/11029/CR1. Fig. 22. Tegame con orlo appiattito a tesa concava con i margini assottigliati, parete verticale. Impasto G1, con orlo annerito.

20 La ceramica comune romana La c e r a m i c a d a m e n s a e d a dispensa Rispetto alla ceramica da cucina, sono più numerose le forme che compongono il corredo della ceramica da mensa e da dispensa (fig. 24): accanto a quelle destinate a contenere, come le coppe, prevalgono quelle con la doppia funzione di piatto e di coperchio, ma numerose sono anche le brocche e le bottiglie, adatte a contenere e versare liquidi. Individuano i materiali da dispensa le olle, le anforette e i pochi contenitori di grandi dimensioni, mentre bacini e mortaria sono impiegati per lo più per la preparazione dei cibi. Le olle, o meglio le aululae o ollulae 35, hanno impasto depurato e pareti sottili ed erano impiegate per contenere provviste, come frutta, olio, noci 36. Le bottiglie, lagoenae nelle fonti 37, sono caratterizzate da uno stretto e lungo collo, corpo ovoidale o arrotondato, una o due anse e fondo piano; la loro funzione principale in età romana era quella di contenere il vino o il mosto sulla mensa, mentre in età tardoantica è testimoniato l uso della lagoena per contenere l acqua 38. Le brocche sono assai numerose e caratterizzate da un ampio orlo, a volte anche trilobato, generalmente un ansa, corpo ovale e fondo piano. Erano utilizzate per contenere acqua, vino, aceto, mosto o conserve di frutta, ma anche come misure di capacità, e denominate urcei o urceoli 39. Sono attestate le coppe, gli acetabula, contenitori con imboccatura larga, ampia vasca e piede generalmente ad anello, utilizzati per svariati usi sulla mensa, nella dispensa e forse anche per la toilette e la cosmesi 40. La forma presente in maggior numero è quella del piatto, catinus, catillus o patina 41, recipiente con una larga apertura e vasca poco profonda, utilizzato sulla mensa per servire i cibi e per mangiare: la loro dimensione anche piuttosto grande permette di ipotizzare un uso collettivo del piatto, uso che sarà tipico del modo di mangiare dell età tardoantica. Proprio il largo diametro e la ridotta profondità consentono di utilizzare i piatti anche come coperchi, sia di contenitori da fuoco, sia da dispensa 42. Con la definizione di anforetta si intende un contenitore caratterizzato dal collo generalmente cilindrico, corpo arrotondato e capiente, fondo piano e due anse, destinato a conservare nella dispensa derrate alimentari in quantità ridotte rispetto alle anfore da trasporto. I bacini, pelves o conchae 43, servivano per molteplici usi, connessi alla vita domestica, soprattutto per operazioni di lavaggio 44, 35 Hi l g e r s 1969, Ca r a n d i n i, Ri c c i 1985, Hi l g e r s 1969, Ca r a n d i n i, Ri c c i 1985, Fig Hi l g e r s 1969, ; Ca r a n d i n i, Ri c c i 1985, Hi l g e r s 1969, 91-92; Ca r a n d i n i, Ri c c i 1985, Hi l g e r s 1969, ; Ca r a n d i n i, Ri c c i 1985, Hi l g e r s 1969, ; Ca r a n d i n i, Ri c c i 1985, 21.

21 716 Stefania Mazzocchin mentre i mortaria 45 erano specificatamente destinati alla preparazione dei cibi, per schiacciare o triturare 46. Si distinguono i grandi contenitori che, come i dolia, presentano spessore delle pareti e dimensioni maggiori delle altre stoviglie ed erano impiegati per lo stoccaggio delle derrate liquide e solide 47. minale arrotondata e leggermente ricurva verso l esterno, concavo, gola segnata e parete svasata; sulla spalla due solcature incise. Impasto D Le olle Olle con orlo concavo Con questa denominazione si riuniscono le olle che presentano l orlo generalmente concavo o a fascia, con uno spigolo o sporgenza interna piuttosto accentuata, probabilmente funzionale all appoggio del coperchio. Si tratta di contenitori destinati alla conservazione di alimenti, di dimensioni piuttosto ridotte: i diametri ricavati dalla ricostruzione grafica, in assenza di esemplari integri, vanno dagli cm ai cm. Probabilmente presentavano fondo piano e apodo, mentre non sono state rilevate tracce di anse o prese. Gli impasti, di colore variabile tra l arancio e il bruno, sono di tipo depurato o semi depurato, con rari e piccoli inclusi visibili e in alcuni casi una patina bruna stesa sulla superficie esterna e a volte sull orlo. Due frammenti, con parete piuttosto sottile, presentano una decorazione a file orizzontali di tacche incise, sulla spalla in un caso, mentre sull intera superficie esterna nell altro. Questa tipologia trova ampi confronti con il materiale di Nora, sia dall area C, sia dall area G, per i quali si propone una datazione compresa tra la fine del I sec. d.c. e gli inizi del III sec., analogamente a quanto si risconta a Sulci, sebbene altrove forme analoghe siano presenti già in età repubblicana NR01/PF/5708/CR/192. Orlo verticale con parte terminale piana, concavo, gola segnata e parete svasata; sull orlo all esterno una solcatura. Impasto D1. Fattura non regolare. 3. NR01/PF/5722/CR/403. Orlo ingrossato e arrotondato, concavo, gola segnata e parete svasata; sull orlo all esterno una solcatura. Impasto D1. Fattura non regolare. 4. NR04/PG/11054/CR/4. Orlo inclinato all esterno, arrotondato, leggermente cavo, gola segnata all interno dall appoggio per il coperchio, parete svasata. Impasto D2 con superficie ruvida. 5. NR06/PG/11379/CR/5. Orlo verticale con parte terminale arrotondata, concavo, gola segnata all interno dall appoggio per il coperchio, parete svasata. Impasto D1. 6. NR06/PH/11685/CR/35. Fig. 25. Orlo con parte terminale appuntita, concavo, gola segnata all interno dall appoggio per il coperchio, parete svasata. Impasto D1. 2. NR01/PF/5722/CR/287. Orlo verticale con parte ter- 45 Hi l g e r s 1969, Ca r a n d i n i, Ri c c i 1985, Ca r a n d i n i, Ri c c i 1985, Sirigu 1999, 145, forma 10, , tav. VIII; Fr e z z a , ; Ca n e pa 2003a, 159, tipo IIIb. 7. NR04/PF/5472/CR/13. Fig. 25. Orlo arrotondato e concavo, gola segnata e parete svasata. Impasto D3. 8. NR05/PG/11331/CR/17. Fig. 25. Orlo leggermente inclinato all esterno e concavo, parete obliqua; sulla spalla doppia fila orizzontale di tacche incise. Impasto D1. 9. NR04/PG/11000/CR/179. Fig. 25. Orlo inclinato all esterno, concavo con gola segnata all interno per

22 La ceramica comune romana 717 l appoggio del coperchio, parete svasata; fila di tacche orizzontali incise sulla superficie esterna. Impasto D1 con cuore nero. 10. NR04/PG/11000/CR/180. Fig. 25. Orlo verticale, concavo, con gola segnata per l appoggio del coperchio, all esterno due cordoli a rilievo, parete obliqua. Impasto D1. Fig. 25 Olle con orlo a tesa Alcune olle presentano l orlo conformato a tesa, leggermente obliqua, con la parte terminale a volte squadrata, più spesso arrotondata. Come per il tipo precedente, le dimensioni sembrano piuttosto ridotte. Si tratta in genere di ollette utilizzate per la conservazione, con il diametro dell orlo compreso tra gli 11 e i 19 cm circa. Anche in questo caso nessun esemplare si presenta integro, né si conservano porzioni di fondo associate, tuttavia probabilmente esso doveva essere piano. Gli impasti più frequenti sono quelli definiti depurati, con piccole percentuali di inclusi molto piccoli visibili ad occhio nudo. Nessun frammento è decorato. Questo tipo è presente a Nora in livelli di età imperiale 49, a Sulci sembrerebbe databile tra la fine del I sec. a.c. e gli inizi del I sec. d.c. 50, a Turris Libisonis al II sec. d.c NR06/PH/11685/CR/38. Olletta con orlo leggermente obliquo, arrotondato, parete arrotondata. Impasto D NR06/PN/5295/CR/32. Olletta con orlo obliquo e squadrato, parete obliqua. Impasto D NR03/PF/5983CR/12. Fig. 26. Olletta con orlo leg- 49 Fr e z z a , ; Ca n e pa 2003a, Sirigu 1999, 145, tav. VII, 10, Qui è presente una forma con orlo a tesa orizzontale: Vill e d i e u 1984, 145, fig. 88.

23 718 Stefania Mazzocchin germente obliquo e arrotondato, parete verticale. Impasto D NR01/PF/5747/CR/16. Fig. 26. Olletta con orlo leggermente obliquo e arrotondato, parete verticale. Impasto D1, con cuore nero. 15. NR01/PF/5722/CR/291. Fig. 26. Olla con orlo leggermente obliquo e arrotondato, parete verticale. Impasto D1, con cuore nero e sporadico un grosso incluso quarzoso. Fig. 26 Bottiglia con orlo verticale Questa bottiglia con orlo che non si espande sul collo non sembra trovare confronti puntuali tra i materiali della Sardegna esaminati, tuttavia non mostra caratteristiche marcatamente differenti dai tipi con orlo estroflesso, né nel tipo di impasto, né nelle dimensioni. 1. NR01/PF/5710/CR/ Bottiglia con orlo arrotondato e leggermente inclinato all esterno, collo cilindrico, attacco superiore dell ansa a metà collo. Sul collo vi sono steccature verticali irregolari. Impasto D NR06/PH/11624/CR/38. Fig. 26. Olletta con orlo leggermente obliquo e arrotondato, parete svasata. Impasto D NR05/PG/11164/CR/20. Fig. 26. Olletta con orlo leggermente obliquo e arrotondato, parete svasata. Impasto D1 con cuore nero. 3.2 Le bottiglie Bottiglie con orlo estroflesso Bottiglie con orlo variamente estroflesso modanato, con nervature a rilevo che sottolineano il passaggio con il collo sono state rinvenute a Nora nell area G e C 52, sempre con argille depurate, dove sono visibili solamente piccoli inclusi di calcite e databili al III sec. d.c. 53. Bottiglie simili si ritrovano in Sardegna, a Sulci, datate tra la fine del I sec. a.c. e il III sec. d.c. 54 e ad Albintimilium, con la medesima morfologia, di prima età imperiale 55. Si nota, in particolare sul collo delle bottiglie, la presenza di una decorazione a steccature, ottenuta a crudo con un piccolo strumento dalla punta piatta; ne risultano linee lucide verticali, più o meno regolari. Questa decorazione, che è notata sugli esemplari dall area G di Nora, sembra una pratica comune già Ia. 52 Fr e z z a , 115; Ca n e p a 2003a, , tipo 53 Ca n e p a 2003a, Sirigu 1999, 145, tav. V, tipo 2, Ol c e s e 1993,

24 La ceramica comune romana 719 tra I e III sec. d.c., si mantiene in uso nei secoli, fino al VII sec. d.c., e pare tipica della Sardegna centromeridionale, in particolare del Campidano, dove si ipotizzano alcuni centri di produzione di ceramica polita a strisce NR06/PG/11331/CR/136. Bottiglia con orlo rilevato e pendente obliquo all esterno, solcatura nella parte superiore, collo cilindrico, attacco superiore di ansa a nastro subito sotto l orlo. Impasto D2. 2. NR00/PD/5246/CR/20. Bottiglia con orlo inclinato all esterno, a sezione quasi triangolare, collo cilindrico. Impasto D1. 3. NR03/PF/5965/CR/31. Bottiglia con orlo leggermente inclinato all esterno, arrotondato con margine appuntito, collo cilindrico, attacco di ansa a nastro poco sotto l orlo. Impasto D1, nella sezione dell ansa si nota il cuore nero. 3.3 Le brocche 4. NR04/PF/5470/CR/2. Bottiglia con orlo rivolto all esterno, leggermente appiattito nella parte superiore, linea a rilievo al passaggio con il collo, collo troncoconico. Sul collo vi sono steccature verticali irregolari. Impasto D1 con cuore nero. Brocche con orlo estroflesso In questo gruppo rientrano varie brocche accomunate dall orlo estroflesso, con il profilo variamente modanato; il caratteristico limitato spessore delle pareti è la causa dell estrema frammentarietà degli esemplari, per i quali è difficile determinare se avessero una o due anse 57. Tipi analoghi trovano confronti a Nora, a Sulci e in Sardegna, ad Albintimilium soprattutto tra I e III sec. d.c NR01/PF/5722/CR/105. Brocca con orlo inclinato all esterno, arrotondato, nervatura a rilievo sul collo troncoconico; subito sotto l orlo attacco superiore di ansa a nastro, con due solcature. Impasto D1, con leggera patina sulla superficie esterna. 5. NR06/PG/11331/CR/125. Bottiglia con orlo orizzontale estroflesso, con parte terminale ricurva, linea a rilievo sotto l orlo, inizio di collo forse troncoconico. Impasto D1. 56 Tr o n c h e t t i 1996a, 108; Pi n n a 2005, Ca n e pa 2003a, Ol c e s e 1993, ; Tr o n c h e t t i 1996a, 119, tav. 21, 1-4; Sirigu 1999, 145, tavv. I, II; Frezza , 230; Can e pa 2003a, , tipo IIb, tav. 52, 1.

25 720 Stefania Mazzocchin 2. NR00/PE/5632/CR/1. Brocca con orlo inclinato all esterno, profonda solcatura sulla parte superiore; subito sotto l orlo attacco superiore di ansa a nastro, con due solcature. Impasto D1, con leggera patina sulla superficie esterna. all interno. Impasto D1 con cuore nero sull orlo. 3. NR06/PM/5385/CR/106. Brocca con orlo ripiegato all esterno, con parte superiore concava e solcata. Impasto D3. 4. NR05/PF/5599/CR/11. Brocca con orlo rivolto all esterno, arrotondato. Impasto D2. 5. NR05/PI/5315/CR/13. Brocca con orlo rivolto all esterno, arrotondato. Impasto D4. Tracce di patina grigia sull orlo. Brocche con largo collo cilindrico Qui si riuniscono pochi esemplari di brocche caratterizzati da un largo collo cilindrico con stacco netto dalla spalla e orlo estroflesso. Questo tipo è ben attestato ad Albintimilium e in Italia centrale, ma ha confronti anche ad Atene e a Laodicea, ed è datato tra I e III sec. d.c. 59. In Sardegna il tipo sembra diffuso e confrontabile con materiale proveniente dall area C di Nora e datato in un ampio arco cronologico, dal II sec. a.c. al III sec. d.c. 60. Gli esemplari esaminati presentano tutti sul collo una decorazione a linee orizzontali di tacche incise e a steccature irregolari verticali, simile, quest ultima, a quella che si ritrova sulle bottiglie. 8. NR01/PF/5722/CR/348. Brocca con orlo verticale a sezione quadrangolare con le superfici superiore ed esterna concave, sporgente sul collo; collo cilindrico con una solcatura al passaggio con la spalla. Decorazione a file orizzontali e parallele di tacche triangolari incise. Impasto D1 con cuore nero. 6. NR06/PH/11685/CR/34. Brocca con orlo rivolto all esterno, arrotondato; nervatura a rilievo sotto l orlo. Impasto D1, con mica superficiale. 9. NR01/PF/5722/CR/ Brocca con orlo verticale a piccola tesa orizzontale con la superficie superiore concava, sporgente sul collo; collo cilindrico con una solcatura al passaggio con la spalla. Decorazione a file orizzontali e parallele di tacche incise. Impasto D1. 7. NR06/PG/11331/CR/129. Brocca con orlo rivolto all esterno, ripiegato all interno; profonda solcatura 59 Ol c e s e 1993, 288, fig. 74, Ca n e p a 2003a, 168, tipo IIIa, tav. 52, 6.

26 La ceramica comune romana NR01/PF/5708/CR/4. Brocca con orlo arrotondato leggermente inclinato all esterno, collo cilindrico bombato. Sul collo decorazione a steccature verticali irregolari. Impasto D1. Brocche con orlo trilobato Tra il materiale di Nora sono rappresentate anche le brocche con orlo trilobato, e solcatura nella parte superiore, conformazione adatta al deflusso di liquidi. Tali brocche sono presenti nell area G e C di Nora, dove sono datate dall età repubblicana al III sec. d.c. 61, ma sono molto diffuse nel mondo roma- no e di lunga persistenza cronologica e per questo difficilmente databili NR02/PF/5841/CR/ Fig. 27. Brocca con orlo trilobato, verticale ingrossato all esterno, con solcatura sulla parte superiore. Impasto D NR06/PG/11331/CR/123. Fig. 27. Brocca con orlo trilobato, verticale ingrossato, con solcatura sul margine esterno. Impasto D2; patina bruna all esterno. Brocche con orlo a sezione triangolare Queste brocche, caratterizzate dalla particolarità dell ansa che parte dall orlo, senza soluzione di continuità, e lo sormonta, in analogia con modelli già presenti in ambito punico, presentano pareti di spessore considerevole e impasti per lo più poco depurati. Esse sono presenti a Nora nell area G e nell area C e sono molto diffuse in Sardegna, e datate tra il II e il III sec. d.c NR01/PE/5625/CR/ Fig. 27. Brocca con orlo a sezione triangolare con parte superiore arrotondata e appuntita verso l esterno. Sull orlo si imposta l ansa a 61 Fr e z z a , 245; Ca n e pa 2003a, , tipi IVa e IV b, tav. 53, 2-3. Fig Ol c e s e 2003, Tr o n c h e t t i 1996a, 121, tav. 22, 2; Fr e z z a , ; Ca n e pa 2003a, 166, tipo Ia, tav. 51, 4.

27 722 Stefania Mazzocchin sezione ovale. Impasto D2 con cuore nero. 14. NR01/PF/5708/CR/184. Brocca con orlo a sezione triangolare con parte superiore arrotondata e appuntita verso l esterno. Impasto D1 con ingobbio giallastro sulle superfici. Brocca con orlo a fascia 3.4 Le coppe Coppe con vasca arrotondata Queste coppe presentano l orlo indistinto rispetto alla parete o appena ingrossato, e vasca concava arrotondata: si tratta di tipi molto diffusi sia in ambito punico che romano, con paralleli anche in classi ceramiche diverse, quali la vernice nera e la sigillata 64. Un esemplare, il fr. NR01/PF/5708/CR/190 (n. 1), caratterizzato dall orlo leggermente inclinato all esterno, si ritrova in Sardegna in contesti di I sec. d.c., a Cagliari oltre che a Nora NR01/PF/5708/CR/190. Coppa con orlo arrotondato e leggermente inclinato all esterno, vasca arrotondata. Impasto D NR06/PM/5340/CR/1. Brocca con orlo verticale a fascia, concavo all interno. Scalino al passaggio con il collo; attacco di ansa all inizio del collo. Impasto D2, con ingobbio giallastro sulle superfici. Ansa di brocca 16. NR04/PG/5496/CR/7. Ansa a sezione quadrangolare di brocca, con un margine incavato. Impasto D3. 2. NR04/PF/5470/CR/42. Fig. 28. Coppa con orlo verticale arrotondato, vasca arrotondata con la superficie esterna costolata. Impasto D5. 3. NR04/PF/5472/CR/ Fig. 28. Grande coppa con orlo verticale arrotondato, segnato da alcune solcature all esterno. Impasto D2 con cuore nero. 4. NR03/PF/5965/CR/34. Fig. 28. Coppa con orlo verticale leggermente appuntito e ingrossato all esterno, solcatura all esterno al passaggio con la parete concava. Impasto D2 con cuore nero. 5. NR01/PF/5708/CR/189. Fig. 28. Coppa con orlo verticale arrotondato, con una solcatura all esterno al passaggio con la parete concava. Impasto D2 con cuore nero. Coppe con vasca carenata Le due coppe seguenti si caratterizzano per l orlo quasi indistinto dalla parete e per la carenatura, arrotondata e a spigolo vivo, della parte stessa. La sua forma può derivare da modelli in vernice nera diffusi dall età repubblicana e persistenti anche in epoca più tarda. In ambito sardo questi tipo è presente a Sulci, Cagliari e Nora, in età imperiale NR02/PF/5841/CR/22. Fig. 29. Coppa con piccolo orlo verticale arrotondato, parete leggermente obliqua con carena arrotondata. Impasto D1. 64 Ca n e pa 2003a, Ca n e pa 2003a, 163, tipo IIa. 66 Sirigu 1999, tav. VI, tipo 4/12; Ca n e pa 2003a, 162, tipo Ib.

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