Apprendimento delle lingue seconde: percorsi, strategie, abilità (Didattica delle lingue moderne, OCI 1)
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- Pasquale Paolini
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1 Apprendimento delle lingue seconde: percorsi, strategie, abilità (Didattica delle lingue moderne, OCI 1) Anno accademico 2018/19 Prof. Elena Nuzzo
2 La messa in grammatica del lessico Fase successiva > inizia il processo di grammaticalizzazione (o messa in grammatica) del materiale linguistico. lo sviluppo grammaticale delle interlingue avviene secondo schemi regolari e in larga misura prevedibili. Questi schemi evolutivi sono specifici di ogni lingua-obiettivo, ma i principi che li determinano possono essere ricondotti a meccanismi e strategie universali.
3 Esempi di meccanismi/strategie universali Gli elementi linguistici funzionalmente più chiari e univoci (1 forma 1 funzione) sono preferiti da chi impara. cane > L abbinamento forma-funzione è trasparente di > il cane di Mario, il cane di terracotta, il cane di ieri L abbinamento forma-funzione non è trasparente I pronomi personali IO, TU, LEI sono più trasparenti delle desinenze verbali -O, -I, -A/-E
4 Esempi di meccanismi/strategie universali Gli elementi meno marcati sono preferiti da chi impara. Gli elementi meno marcati sono forme e usi più frequenti, più prototipici, più normali. Per esempio, in italiano SVO è meno marcato di OVS. La zia compra il salame Il salame lo compra la zia Gli apprendenti tendono a produrre prima frasi SVO e poi frasi OVS.
5 Esempi di meccanismi/strategie universali Regolarizzazioni: produzione di forme devianti dalla norma della L2 sulla base di regole esemplate sulla varietà nativa ma non correttamente applicate (la problema per il problema 1 ), o applicate a forme che nella varietà nativa sono irregolari (eated per ate). 1 Regola interlinguistica: gli elementi collegati al nome finiscono con la stessa lettera con cui finisce il nome.
6 Esempi di meccanismi/strategie universali Sovraestensioni: applicazione di regole a contesti diversi, più ampi, rispetto a quelli previsti dalla LO. Es: ce l ho fame per ho fame, modellato su ce l ho il libro (solo in determinati contesti pragmatici). Possibile regola interlinguistica (risponde anche a criterio 1 forma = 1 funzione): avere = ausiliare, *celavere = possesso
7 A coppie Cercate esempi di regolarizzazioni e sovraestensioni nei tre campioni di interlingua di A.X., J.W. e F.L.
8 Elementi di variabilità Differenze anche notevoli tra un apprendente e l altro: alcuni sono più veloci di altri, alcuni raggiungono risultati migliori di altri, alcuni manifestano in ogni fase di sviluppo maggiore accuratezza di altri.
9 Cause di variabilità Molti fattori determinano questa variabilità interindividuale (= tra un individuo e l altro). Distinguiamo fattori intrinseci = quelli che l insegnamento non può modificare, per es. l età, la L1, le caratteristiche dell individuo; fattori contestuali = quelli che possono essere controllati e manipolati tramite l insegnamento, per es. l esposizione all input, la possibilità di produrre output e di ricevere feedback > ne parleremo nelle prossime lezioni.
10 L età Ruolo dell età > oggetto di ampio dibattito e le posizioni non sono concordi, ma i risultati della ricerca portano a ritenere che esista un età critica determinata dallo sviluppo neurofisiologico dell essere umano: chi entra in contatto con la L2 prima di tale soglia raggiunge livelli di competenza superiori rispetto a chi inizia l acquisizione dopo, e la differenza si manifesta più evidente in certi aspetti della competenza linguistica (es. fonologia più che sintassi).
11 L età I bambini imparano in modo prevalentemente implicito, mentre negli adulti la memoria procedurale è meno efficiente e devono supplire con quella dichiarativa; i bambini hanno più tempo a disposizione, in due sensi: dedicano più tempo all apprendimento linguistico nei primi anni di vita in prospettiva possono metterci di più.
12 L interferenza della L1 Anni Cinquanta > le abitudini linguistiche della L1 influiscono pesantemente sul processo di acquisizione della L2. Tutti gli errori degli apprendenti sono conseguenza diretta delle differenze strutturali tra la lingua madre e quella da imparare.
13 L interferenza della L1 Oggi > la L1 agisce in modo indiretto sul processo di acquisizione, ostacolando o favorendo la formulazione di ipotesi corrette sul funzionamento della lingua-obiettivo: maggiore è la distanza tipologica tra la L1 e la L2, maggiori sono le probabilità che l apprendente formuli ipotesi non corrette sulla lingua da apprendere e debba fare numerosi tentativi prima di ricostruire il sistema della L2.
14 Le caratteristiche individuali Motivazione, intelligenza, attitudine, ambiente culturale, stile cognitivo, strategie di apprendimento ecc. contribuiscono a determinare differenze tra un individuo e l altro nel processo di acquisizione della L2. Difficoltà nella definizione e misurazione di queste caratteristiche individuali > ostacolo all individuazione di un nesso chiaro e definito con lo sviluppo interlinguistico.
15 Riepilogo Ricapitolando, è possibile e accade a molte persone imparare una lingua diversa da quella materna in modo spontaneo, usandola. I meccanismi cognitivi alla base dell acquisizione spontanea sono sempre attivi quando impariamo un altra lingua, anche se lo facciamo a scuola. E quindi opportuno conoscerli per capire come su di essi agisce l insegnamento, e come potrebbe agire meglio.
16 Riepilogo Lo sviluppo dell interlingua segue alcune tappe che sono uguali per tutti gli apprendenti, ma è anche caratterizzato da variabilità nei tempi e nei risultati. La variabilità dipende da numerosi fattori, alcuni intrinseci all individuo che impara (età, L1, personalità), altri legati al contesto (esposizione all input e opportunità di interagire con altri parlanti ricevendo feedback e producendo output). Questi fattori possono essere manipolati mediante l intervento didattico, che può così potenziare e ottimizzare i meccanismi naturali di acquisizione.
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