LE CASE ACCANTO Interventi di domiciliarità comunitaria
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- Serena Leone
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1 LE CASE ACCANTO Interventi di domiciliarità comunitaria 21/11/2012 PRIMAVERA 85 COOPERATIVA SOCIALE ref. pratica: dott. Giovanni Turra
2 La domiciliarità comunitaria. Il concetto di domiciliarità va oltre quello di casa e della sua gestione: esprime la storia, la cultura, gli affetti, le abitudini e i bisogni di chi in quella casa e in quel territorio vive. Sottintende quello di globalità della persona, quindi anche, ma non solo, degli aspetti legati alla salute e alla non autosufficienza. Non si può pensare alla domiciliarità di una persona con autonomie limitate senza tenere conto delle relazioni con la sua famiglia allargata, con l ambiente sociale, con i servizi sanitari e assistenziali di cui può fruire. Il sistema dei servizi sociali pubblici e del privato sociale è sempre più impegnato nella ideazione e gestione di interventi di sostegno alla quotidianità. Ad esso viene richiesto di garantirà la qualità del lavoro educativo e di cura domiciliare, volto a favorire il benessere delle persone nei loro luoghi di vita con azioni e servizi integrati e non con semplici prestazioni ad ore. In tal senso si è consolidata la consapevolezza che il lavoro educativo e di cura domiciliare sia uno snodo importante per la qualità della vita delle persone portatrici di bisogni di sostegno alla loro quotidianità. Motivazione dell intervento Emerge la necessità di pensare ad un nuovo concetto di domiciliarità, che tenga conto non solo della prospettiva di vita all interno del proprio nucleo di origine ma che, se possibile e desiderato dalla persona con disabilità, preveda la possibilità di sperimentarsi in percorsi di autonomia anche di fronte a significative problematiche di autosufficienza. In particolare, come Primavera 85 cooperativa sociale traduciamo questo fenomeno in un macrobiettivo che si definisce meglio in 4 sottobiettivi: o studiare il bisogno relativo alle famiglie con un solo genitore e delle situazioni ad alto rischio; o sperimentare soluzioni innovative, in particolare a sostegno della domiciliarità della persona che resta sola; o sperimentare la domiciliarità comunitaria per chi non ha accesso ad altri servizi (come centri diurni, comunità residenziali, ecc.) ; o Sostenere l attuazione dell amministratore di sostegno e la valorizzazione delle assistenti domiciliari. Inoltre il sostegno alla domiciliarità riguarda una pluralità di soggetti e una pluralità di politiche e non si esaurisce con l attivazione e/o il potenziamento di servizi domiciliari, ma riguarda la valorizzazione delle relazioni, supportando le risorse proprie di ogni persona, della rete famigliare e della comunità locale.
3 La Primavera 85 cooperativa sociale intende ragionare insieme alle famiglie rispetto a nuove consapevolezze per quanto riguarda la promozione e la realizzazione di percorsi di autonomia nell adultità per persone con disabilità. In particolare tutte le nuove sollecitazioni emerse dall incontro con la figura dell amministratore di sostegno e la cooperativa, le famiglie sempre più abituate a muoversi e a conoscere il sistema dei servizi, la scarsità di opportunità alla progettazione di vita indipendente e la saturazione dei posti in situazione di residenzialità, necessariamente pongono al sistema dei servizi stesso un ripensamento progettuale. Si propongono dunque percorsi di domiciliarità comunitaria, a partire proprio dal principio che oggi gli interventi sociali sono efficaci e risultano essere facilitatori di situazioni di benessere se partono dall idea di creare e sollecitare reti di relazioni e scambi mutualistici tra le persone. Inoltre le famiglie hanno oggi voglia, necessità e desiderio di poter comprendere non tanto il meccanismo del dopo di noi, ma piuttosto dall esserci nel qui ed ora, per capire e sperimentare quali possono essere le strade verso l autonomia e la vita indipendente dei propri figli e fratelli. Metodologie di lavoro e strumenti previsti Il progetto si caratterizza come un intervento sperimentale di azioni per un nuovo approccio alle tematiche della domiciliarità. L idea di sfondo è che i bisogni di casa, autonomia, vita indipendente e adultità debbano essere riconosciuti per tutti, in quanto definibili bisogni primari che determinano la qualità della vita delle persone. Il cambiamento che vorremmo favorire è quello che vede e ritiene le persone e le proprie famiglie protagonisti delle spinte e progettualità verso nuove forme di benessere. Gli interventi educativi ed assistenziali specifici prevedono: 1. lo sviluppo nelle persona con disabilità mentale di competenze per la gestione di alcuni bisogni di autonomia personale (pratici, cognitivi ed emotivi) all interno del proprio nucleo abitativo/familiare, anche con lo studio di possibili ausili tecnici; 2. il sostegno alla famiglia nel consentire al familiare convivente con disabilità di rendersi il più possibile autonomo all interno del nucleo abitativo/familiare; 3. l accompagnamento del disabile e della famiglia all inclusione sociale nel territorio, attraverso la conoscenza ed il contatto con le risorse dei servizi, le occasioni sociali e del volontariato presenti nel territorio accanto al luogo di vita della persona con disabilità; 4. la facilitazione delle dinamiche educative tra la persona con disabilità e i membri della sua famiglia; l accompagnamento e la formazione di eventuali assistenti domiciliari alle necessità e ai bisogni della persona con disabilità.
4 Destinatari Destinatari diretti Famiglie con al proprio interno figli/e con disabilità e/o affetti da Disturbi Pervasivi dello Sviluppo (AUTISMO), interessate a sviluppare progetti di domiciliarità comunitaria; Persone disabili che vogliano arrivare alla realizzazione di un progetto di vita indipendente anche per quanto riguarda l area della domiciliarità e della casa. N.B. Possono beneficiare degli Interventi di sostegno in ambito domiciliare alla persona con disabilità e alla sua famiglia le persone con disabilità accertata ex Legge 104/92, con età compresa tra 0 e 64 anni, residenti nel territorio dell Azienda ULSS n. 6 Vicenza, e le loro famiglie. Destinatari indiretti Donne e uomini immigrati che svolgono lavoro di cura e che vogliono qualificare il proprio operato con particolare specificità alle funzioni di cura di persone in situazione di disabilità e che siano disponibili ad un percorso di formazione d aula e sul campo. Operatori dei servizi diurni e residenziali delle coop.ve sociali della rete che assumano la funzione di promotori dei percorsi di domiciliarità comunitaria presso le famiglie, e che accompagnino le proprie organizzazioni (cooperative e unità operative) a maturare una riflessione professionale interna. Finalità e Obiettivi Permettere alla persona con disabilità, in rapporto alle sue condizioni di salute psico-fisica e di autonomia, di migliorare la qualità della sua vita in casa, in comunità e nel territorio; Mantenere e potenziare le relazioni e le capacità della persona con disabilità, anche attraverso l attivazione di risorse del territorio di appartenenza e dell ambiente di vita della persona con disabilità, riducendo il ricorso a strutture residenziali; Consentire ai familiari della persona con disabilità di mantenere ad un livello sostenibile gli impegni personali, lavorativi e relazionali, e di usufruire in alcuni momenti di un sollievo dal carico assistenziale per perseguire la propria progettualità. Promuovere e sperimentare all interno del sistema dei servizi percorsi di domiciliarità comunitaria ; Aumentare il livello di partecipazione e consapevolezza rispetto alla tematica dell adultità e della vita indipendente; Sperimentare interventi di servizi di domiciliarità comunitaria per persone disabili che non fruiscono di altri servizi pubblici; Sperimentare, se possibile, interventi di servizi di domiciliarità comunitaria per utenti che usufruiscono del servizio presso centri diurno ma a tempo limitato e determinato;
5 Promuovere la qualificazione del personale già attivo come assistente famigliare; Sollecitare reti di auto-mutuo-aiuto e di nuovo volontariato a sostegno dei percorsi di domiciliarità comunitaria; Rendere fruibili e rintracciabili le esperienze progettate e attivate; AREE DI INTERVENTO E OBIETTIVI SPECIFICI Le aree di intervento e gli obiettivi specifici degli interventi di sostegno in ambito domiciliare alla persona con disabilità e alla sua famiglia saranno quelli indicati dal Regolamento Ulss 6: 1. AREA ASSISTENZIALE Obiettivi specifici: a. Prolungare la condizione della domiciliarità della persona con disabilità nel nucleo relazionale di appartenenza; b. Attenuare il carico assistenziale del sistema familiare nella gestione di situazioni complesse. Tali Interventi si concretizzano nelle seguenti azioni: cura della persona (igiene personale quotidiana), mobilità e postura, alimentazione, aiuto nella corretta somministrazione di farmaci prescritti (previa definizione di protocolli specifici e in collaborazione con le figure sanitarie), sostegno della persona nello svolgimento delle attività quotidiane, favorendone l integrazione nel territorio. La durata degli Interventi di sostegno in ambito domiciliare alla persona con disabilità e alla sua famiglia di area assistenziale è definita in sede di UVMD. 2. AREA EDUCATIVA Obiettivi specifici: a. Sviluppare strategie relazionali ed educative che favoriscano un cambiamento di atteggiamenti e comportamenti che provocano disagio alla persona con disabilità e al contestorelazionale di riferimento, in modo da agevolare la gestione comportamentale; b. Allargare la sfera relazionale della persona e favorire i processi di conoscenza, di confronto e di arricchimento, anche rispetto alla comunità di appartenenza; c. Contribuire ad accrescere il patrimonio di stimoli e di risorse a disposizione della persona con disabilità, necessarie al suo accrescimento dal punto di vista psico-fisico, intellettivo e dello sviluppo di specifiche competenze e abilità operative e comportamentali; d. Potenziare e sostenere la rete informale della persona con disabilità, favorendone l integrazione nel territorio di appartenenza;
6 e. Condividere con la famiglia strategie comportamentali ed educative che favoriscano un cambiamento di atteggiamenti e di comportamenti che provocano disagio alla persona con disabilità e alla famiglia. Soggetti pubblici e/o privati coinvolti. Sinergie con il tessuto sociale. Importanti saranno i raccordi tra i progetti oggi in atto sul territorio a partire da quelli di carattere istituzionale e quelli che invece sono promossi dalla comunità, dal volontariato e dalle diverse reti locali del privato sociale. Fondamentale quindi saranno: 1) la partecipazione e progettazione condivisa con gli operatori del Distretto Ulss 6, al fine di condividere e costruire sinergie progettuali e concertare le risorse a disposizione. 2) Partecipazione e/o istituzione di tavoli di lavoro territoriali con le associazioni e/o i soggetti interessati anche con gli enti pubblici che ragionino insieme in modo specifico dei nuovi percorsi che si avvieranno. I soggetti privati. Promotore dell iniziativa denominata Domiciliarità comunitaria è la Primavera 85 cooperativa sociale. Il progetto prevede il coinvolgimento di O.S.S. ed Educatori Professionali della cooperativa stessa. Inoltre ci avvarremo della collaborazione dei seguenti soggetti: Associazione di volontariato DIANTHA Associazione Famiglie Primavera 85 Associazione Autismo Triveneto I soggetti pubblici. Servizio Disabilità - Servizio per la non autosufficienza ULSS 6 Uffici Disabilità Distretto Vicenza, Distretto Ovest e Distretto Sud- Est dell ULSS 6 Comune di Sovizzo (VI)
7 PERSONALE, TURN-OVER, FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO DEGLI OPERATORI Titoli di studio e professionali degli operatori: per gli interventi saranno impiegati operatori con i titoli riconosciuti di Operatore Socio-Sanitario e di Educatore Professionale (in possesso del diploma o della laurea in Scienze dell Educazione). Responsabile/coordinatore del servizio sarà un Educatore Professionale o un Assistente Sociale (da definire) che conosce in modo approfondito il territorio in cui la cooperativa opera dal 1985 (comuni di Sovizzo, Creazzo, Altavilla, Monteviale, Gambugliano); Supervisione e coordinamento degli operatori sarà svolta mensilmente dal dott. Giovanni Turra, psicologo (iscritto all Ordine Psicologi della Lombardia n ), counselor professionale, educatore, membro del comitato scientifico di AssoCounseling e docente collaboratore Università di Padova; Le figure professionali coinvolte saranno coinvolte in momenti di formazione e aggiornamento sulla domiciliarietà comunitaria una volta al mese, gestiti dal supervisore. Per quanto riguarda il fronteggia mento di situazioni di emergenza/assenza ci si atterrà all art.8 del Regolamento per la realizzazione degli interventi di sostegno in ambito domiciliare alla persona con disabilità e alla sua famiglia anno 2013 dell Ulss 6. Turn-over: nell ultimo triennio, su un numero di 40 lavoratori della Primavera 85 coop. soc., i dimissionari sono stati n.3. Esperienza precedente. Primavera 85 coop. soc. è presente sul territorio afferente ai Distretti OVEST Ulss 6 dal 1985 ad oggi con servizi diversi: Centri Diurni per disabili, Centri Diurni per persone affette da Disturbi pervasivi dello sviluppo (autismo), Centro Lavoro e Formazione Lavorativa Protetto per disabili, Negozio di prodotti sviluppati nei laboratori occupazionali dei centri Diurni, Doposcuola per alunni della scuola elementare (in collaborazione con il Comune di Sovizzo e Istituto Comprensivo di Sovizzo), La primavera 85 cooperativa sociale ha gestito un servizio di domiciliarietà per utenti disabili e autistici inviati dal Distretto Ovest Ulss 6, negli anni 2009 e Attività di monitoraggio e valutazione L attività di monitoraggio: consiste nell accertamento e nella descrizione precisa del processo di avanzamento di un intervento, nonché nella puntuale segnalazione di evidenti discrepanze rispetto a
8 quanto era stato prestabilito, consentendo quindi di tenere sotto controllo l andamento dell intervento stesso. Si costruiranno e si definiranno gli strumenti che si intendono utilizzare per compiere tali azioni di monitoraggio, la periodicità di utilizzo e i soggetti che se ne occupano. L attività di valutazione: consiste in una attività attraverso la quale si devono constatare e rilevare i reali effetti prodotti dall intervento sui destinatari, riferendosi anche alle risorse impiegate in rapporto agli obiettivi raggiunti. E un processo di costruzione di senso, di valore, svolto attraverso attività di ricerca realizzate nell ambito di un processo decisionale; è integrata alla progettazione ed implementazione poiché il suo fine è di fornire un input per il miglioramento e la riprogettazione di politiche ed interventi. Indicare con quali metodi e strumenti si intende effettuare la valutazione dell attività posta in essere. Indicare i momenti e le fasi di valutazione, i soggetti preposti ad effettuare le operazioni di valutazione, se è previsto o meno il coinvolgimento dei destinatari ed in quali forme. Inoltre, per facilitare il confronto, ci si adeguerà agli indicatori che verranno utilizzati dall Ulss 6 in sede di verifica: a. Numero di beneficiari, rispetto al totale, che hanno richiesto l inserimento definitivo o l accoglienza programmata in una struttura residenziale; b. Numero di Interventi, rispetto al totale, che hanno raggiunto gli obiettivi specifici; c. Grado di soddisfazione dei beneficiari, misurato tramite un questionario formulato dall Ente gestore; d. Numero di incontri di verifica in cui sono stati presenti le figure sanitarie inserite nel Progetto. CERTIFICAZIONE QUALITA UN EN ISO 9001 La Primavera 85 coop. soc. è in possesso della CERTIFICAZIONE QUALITA UN EN ISO 9001:2008 per Erogazione di servizi diurni per persone con disabilità Prima emissione: 23/06/2006 Rinnovata il 17/04/2012 (Certificato n PR85) Scadenza il 22/06/2015. Numero di registrazione: IT-52288
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