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1 ANALISI DEL CONTESTO SERVIZI SEMIRESIDENZIALI La situazione attuale A partire dai primi anni Ottanta, nel territorio dell Ulss n. 6 Vicenza, sono sorti i primi Centri Diurni per persone con disabilità, promossi e gestiti da Enti storicamente presenti nell ambito del volontariato. Nel tempo gli Enti che promuovono e gestiscono servizi per la disabilità, e tra questi i servizi semiresidenziali, hanno costruito, insieme agli attori pubblici, Ulss n. 6 Vicenza e Comuni, un sistema di rete che trova il principale strumento di regolamentazione nell Accordo di Programma per la programmazione e la gestione di servizi in favore delle persone con disabilità e delle loro famiglie. Le persone con disabilità che fruiscono dei Servizi Semiresidenziali al sono 541. Suddivisione utenti nei Centri Diurni (totale 541 utenti) Privati Accordo di Programma Pubblici Aquilone Proget In strutture fuori Ulss Il grafico seguente rileva la distribuzione degli utenti inseriti nei Centri Diurni tra i quattro Distretti Socio Sanitari dell Azienda: Ripartizione utenti per Distretto di provenienza 13% 21% 22% 44% Distretto Vicenza Distretto Est Distretto Ovest Distretto Sud est Risulta evidente che il maggior numero di utenti inseriti in Centri Diurni appartiene al Distretto di Vicenza ovvero il Distretto cittadino la cui popolazione rappresenta il 36% degli abitanti complessivi dell Ulss e dove, storicamente, sono nate le prime strutture semiresidenziali.

2 Rispetto ai 541 utenti, 497 sono inseriti nelle strutture gestite da Enti dell Ulss n. 6 Vicenza mentre 38 sono gli utenti inseriti in centri diurni di territori confinanti all Ulss n. 6. Per alcune situazioni particolari (6 persone con disabilità) sono stati realizzati degli inserimenti in strutture non propriamente riconducibili a Centri Diurni. La distribuzione degli utenti nelle diverse strutture è di seguito rappresentata: Ente Gestore n. sedi capacità ricettiva Cooperativa Easy Cooperativa L Eco Papa Giovanni XXIII Fondazione Ferruccio Poli Fond. C. Stefani CD via Fontana Fond. C. Stefani CD Villa Rossa Fond. C. Stefani CD Il Capannone Cooperativa Il Cigno - Aquilone Cooperativa Il Cigno - Get Bolzano Vic.no Cooperativa Il Cigno Get Cresole Coop. Il Nuovo Ponte CD Laghetto Coop. Il Nuovo Ponte CD Povolaro Coop. Il Nuovo Ponte CD Camisano Coop. Il Nuovo Ponte CD Anconetta Spazio Aperto Cooperativa La Fraglia Cooperativa Margherita Cooperativa Mea Coop. Primavera 85 Valmarana Coop. Primavera 85 - Roncolato Coop. Primavera 85 - Littorina Coop. Primavera 85 Avvenire Coop. Primavera 85 CLP Sovizzo Azienda Ulss n. 6 - Aquilone Azienda Ulss n. 6 - Proget In strutture diverse o fuori Ulss 44 Totale Posti occupati utenti Ulss 6 Non sono previste nuove realizzazioni di strutture diurne nel prossimo quinquennio. I dati di cui sopra si riferiscono al numero di utenti (teste), se si considera invece il dato medio (con eventuali frequenze parziali) gli utenti presenti al sono 533,10. Pur con questa precisazione appare evidente come, nelle strutture del nostro territorio la capacità ricettiva è alquanto limitata soprattutto in relazione al trend di inserimenti avvenuti negli ultimi 5 anni: 2

3 Andamento inserimenti diurni ultimi 5 anni ,1 533, ,02 475, anno 2005 anno 2006 anno 2007 anno 2008 anno 2009 anno 2010 Al si presume che gli utenti medi presenti nei Centri Diurni saranno 543; questo dato, rispetto, in particolare, ai tre anni precedenti, conferma un deciso contenimento nel numero di inserimenti. L incertezza circa le risorse finanziarie a disposizione ha indotto l Azienda ad autorizzare il solo inserimento nei Centri diurni di persone con disabilità in situazione di emergenza. Per garantire ciò il Servizio Disabili e gli Uffici Distrettuali competenti hanno realizzato, con l avallo dell Esecutivo dei Sindaci, un regolamento che attribuisce un punteggio a ciascuna situazione e definisce così una graduatoria di accesso. Il numero di utenti che fruiscono del Centro Diurno e che sono, contemporaneamente, inseriti in una struttura residenziale è pari a 102 ovvero quasi il 20% degli utenti complessivi L invecchiamento del bacino d utenza Rispetto all attuale bacino di utenza dei Centri Diurni, le caratteristiche più rilevanti si riconducono a due dati: l età degli utenti e la gravità. Nel grafico seguente viene riportata la distribuzione delle fasce d età delle persone con disabilità inserite al : 37% 8% 2% 4% 49% 0-18 anni anni anni anni 65 anni e oltre 3

4 Il quadro generale sulla divisione per fasce d età rileva, chiaramente, una percentuale maggiore nella fascia che considera l intervallo più ampio di età (19-40 anni). Il dato più significativo tuttavia è rappresentato dal 10% di persone sopra i 56 anni che frequentano i Centri Diurni; questa percentuale, di cui il 2% rappresenta addirittura gli over 65, evidenzia il significativo invecchiamento degli utenti e al conseguente necessità di ridefinire delle unità di offerta che rispondano in modo adeguato e specifico alle esigenze delle persone con disabilità anziane. Un altro dato rilevante è rappresentato dal 4% di giovani sotto i 18 anni per i quali è stato già realizzato un inserimento diurno: trattasi di casi di particolare gravità per i quali non è più stato possibile il proseguimento del percorso scolastico. La gravità del bacino d utenza Dall anno 2002 è stato applicato un sistema di valutazione della gravità delle persone con disabilità inserite in Centri Diurni basato su 7 Percorsi Educativi Diurni. Questi percorsi sono suddivisi in due grandi aree: percorsi ecuativo-occupazionali (EO1-EO2-AB- PL) e percorsi di natura prevalentemente assistenziale (EA1-EA2-EA3). Dall anno 2009 sono stati definiti due ulteriori percorsi per rispondere a bisogni specifici in particolare di persone con autismo e disturbi generalizzati dello sviluppo e un percorso per persone con esiti da Gravi Cerebrolesioni Acquisite. Al la suddivisione dei Percorsi Educativi è la seguente: Distribuzione percorsi educativi 20% 1% 4% 8% 7% 0% EO1 EO2 AB PL EA1 34% 26% EA2 EA3 AUTISMO Dal grafico emerge un quadro molto chiaro: i quattro percorsi occupazionali non raggiungono il 20% del totale mentre gli utenti con problemi assistenziali e comportamentali si attestano intorno all 80% di cui le situazioni di maggiore gravità (EA2-EA3) rappresentano più della metà degli utenti. Il percorso individuato per le persone con autismo, considerando l applicazione recente e la peculiarità di intervento rappresenta l 1% (6 persone). La prevalenza di persone con gravi problemi assistenziali e comportamentali all interno dei Centri Diurni è stata il frutto di una politica adottata negli ultimi anni che ha portato le persone con una gravità medio-lieve ad intraprendere percorsi, attraverso progetti personalizzati, diversi e/o alternativi al Centro Diurno. 4

5 ANALISI DEL CONTESTO: ALTRI SERVIZI DELLA DOMCILIARITA A) INTERVENTI DI SOSTEGNO ALLA FAMIGLIA IN AMBITO DOMICILIARE I primi interventi in ambito domiciliare dell Ulss n. 6 Vicenza sono partiti, a livello sperimentale nel 2003, con l utilizzo dei fondi L. 162/98. Dall anno 2003 il servizio ha registrato un incremento costante delle persone con disabilità che hanno fruito dell intervento. Nell ultimo biennio, in particolare, l incremento medio è stato di 15 persone in più all anno. Lo schema seguente mette in evidenza l incremento: Beneficiari nel triennio anno 2008 anno 2009 anno 2010 La maggior parte delle persone con disabilità che fruiscono degli interventi di sostegno alla famiglia fruiscono contemporaneamente di altri servizi, ciò a dimostrazione di come il sostegno in ambito domiciliare sia utilizzato quale strumento integrativo per favorire la permanenza della persona disabile nel proprio ambiente di vita. L analisi dei beneficiari mette in evidenza la seguente situazione: Fruizione di altri servizi 41% 4% 17% casa scolastica centro diurno 38% lavorativo 5

6 L intervento in ambito domiciliare, inoltre, si sta rivelando un valido supporto per sollevare i familiari dal carico assistenziale, permettere loro di usufruire di tempi personali e offrire occasioni di scambio e confronto con l operatore. La tipologia di sostegno realizzata in questa Ulss prevede dei programmi di natura prettamente assistenziale e programmi di tipo educativo. 1. Interventi domiciliari assistenziali (assistenza domiciliare come cura della persona e della casa). E un programma, svolto da un Operatore Socio Sanitario, ad alto tenore assistenziale che mira a sostenere la famiglia nei compiti di accudimento del familiare disabile e della propria abitazione, provvedendo a suggerire tutti gli atteggiamenti e i miglioramenti necessari a rendere il domicilio organizzativamente e relazionalmente adeguato alle esigenze specifiche. 2. Interventi educativi (sviluppare al massimo le potenzialità del disabile nel campo dell autonomia personale e sociale); Si tratta di programmi, realizzati da Educatori Professionali, che mirano a riconoscere, attivare, sostenere e potenziare le abilità cognitive, motorie e sensoriali delle persone disabili. Si mira dunque ad introdurre stimoli adeguati, restituendo alla persona disabile i risultati ottenuti. Questi interventi sono effettuati attraverso il coinvolgimento di operatori socio-sanitari che operano attraverso un progetto educativo costruito con la collaborazione di educatori che supervisionano costantemente l intervento; Laddove le condizioni lo permettano e, comunque in linea con gli obiettivi del progetto individuale, i due programmi di intervento sopracitati possono prevedere, in contemporanea o in una fase successiva, uno specifico intervento di integrazione sociale. Tale programma mira ad individuare, potenziare e sostenere la rete informale della persona disabile che viene fortemente coinvolta nell intervento stesso. Il lavoro prevede la raccolta degli interessi della persona disabile e l individuazione nel territorio di opportunità atte a favorire l inserimento sociale e l arricchimento nel tempo libero. Anche la relazione con l operatore viene intesa come una palestra di socializzazione. Nell anno 2010, la prevalenza degli interventi è di tipo assistenziale: Tipologia di moduli fruiti 17% Modulo Assistenziale Modulo Educativo 83% 6

7 B) I PROGETTI SPERIMENTALI E I PROGETTI INTEGRA Nell ambito dei servizi per la Domiciliarità, negli ultimi anni sono stati definiti e proposti una pluralità di progetti alternativi all inserimento al Centro Diurno. La caratteristica prevalente di questi progetti è la personalizzazione dell intervento in un contesto socializzante esterno. In particolare i progetti sperimentali hanno l obiettivo di proporre alla persona disabile, senza capacità lavorative ma con potenzialità di tipo relazionale, l inserimento in contesti normali al fine di una acquisizione di una identità sociale e il riconoscimento di un ruolo. Dopo tale percorso, della durata di circa un anno, sulla base dei risultati di tale sperimentazione, alla persona disabile viene proposto l inizio di un percorso formativo-lavorativo/inizio di un progetto di integrazione sociale in ambito lavorativo (tirocinio sociale) a tempo pieno o parziale. Questo è la presentazione grafica del numero degli utenti negli ultimi cinque anni: anno 2005 anno 2006 anno 2007 anno 2008 anno 2009 anno 2010 Negli ultimi anni il numero dei fruitori dei progetti sperimentali ha subito un decremento: ciò è dovuto al fatto che i maggiori fruitori, in particolare dell anno 2005, erano utenti dei Centri Diurni. Ad oggi, considerata la gravità degli inserimenti diurni degli ultimi anni, i potenziali fruitori sono per lo più persone con una disabilità medio-lieve uscite dal percorso scolastico o per le quali l inserimento in un Centro Diurno è stato valutato inadeguato. Il Progetto Sperimentale rappresenta inoltre una risorsa per coloro che hanno intrapreso un percorso lavorativo successivamente fallito. Non sempre i Progetti Sperimentali hanno dato esiti positivi: per una importante percentuale il termine del Progetto ha comportato il rientro nel Centro. Per altri ci sono state evoluzioni diverse: a casa rientro in centro diurno 2% 5% 11% 20% 7% 9% 5% 41% frequenza centro diurno e inserim. Sociale inserimento sociale inserimento lavorativo Progetto integra 7 Progetto Integra e inserim. Sociale

8 I Progetti Integra - dall anno 2008 sono stati attivati progetti sperimentali a favore di 14 persone con disabilità: questa esperienza ha permesso alle persone partecipanti, soprattutto giovani, di misurarsi in un contesto lavorativo e potenziare gli aspetti relazionali-abilitativi al fine di valutare la possibilità di intraprendere un percorso propedeutico al lavoro o di integrazione sociale in contesto lavorativo. Sono stati altresì realizzati degli interventi ad integrazione/sostegno di progetti di integrazione sociale (denominati progetti INTEGRA) a favore di circa 10 persone con disabilità: i Progetti Integra si propongono di offrire alle persone con disabilità per le quali è attivo un Progetto di Integrazione Sociale in ambito lavorativo (ISAL) delle attività integrative di gruppo finalizzate a sostenere l esperienza nel contesto lavorativo e a favorire la partecipazione alle attività del tempo libero proposte nella comunità locale (Progetti Integra tempo parziale). I Progetti Integra sono altresì rivolti a persone con disabilità, con una esperienza di Progetto ISAL conclusa ma con una sufficiente autonomia personale e relazionale in grado di sostenere l esperienza in un contesto esterno, per le quali sono attivate sia delle attività di gruppo sia un supporto individuale (Progetti Integra tempo pieno). Gli attuali utenti di Progetti Integra sono complessivamente 11. C) I PROGETTI VITA INDIPENDENTE I primi progetti partono nell anno 2003 a seguito di un finanziamento apposito da parte della Regione Veneto nell ambito della L. 162/98; A fine 2004 la Regione approva le Linee Guida Regionali: il finanziamento viene riconosciuto esclusivamente a persone con disabilità di tipo fisico per l assunzione, diretta o tramite Cooperativa, di un assistente personale al fine di promuovere l autonomia nell ambito domestico/relazionale/lavorativo; L andamento dei beneficiari dei Progetti Vita Indipendente è così riassunto: Beneficiari Progetti Vita Indipendente anni anni anni

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