PROGETTO LE CASE RITROVATE. Percorsi di domiciliarita comunitaria. Motivazione dell intervento
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- Serena Ruggiero
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1 Consorzio Solidarietà Sociale PROGETTO LE CASE RITROVATE Percorsi di domiciliarita comunitaria Motivazione dell intervento Il Piano attuativo di Zona anno afferma che emerge la necessità di pensare ad un nuovo concetto di domiciliarità, che tenga conto non solo della prospettiva di vita all interno del proprio nucleo di origine ma che, se possibile e desiderato dalla persona con disabilità, preveda la possibilità di sperimentarsi in percorsi di autonomia anche di fronte a significative problematiche di autosufficienza, con progetti di vita indipendente, utilizzando sia l assegno di cura, integrato con contributi per l assistenza domiciliare, che risorse personali In particolare il Piano di zona traduce questo fenomeno in un macrobiettivo che si definisce meglio in 3 sottobiettivi: - studiare il bisogno relativo alle famiglie con un solo genitore e delle situazioni ad alto rischio. - Sperimentare soluzioni innovative, in particolare a sostegno della domiciliarità della persona che resta sola - Sostenere lo studio e l attuazione del trustee e dell amministratore di sostegno Inoltre dal Programma di avvio del fondo per la non autosufficienza della RER (15/02/06) 2 : il sostegno alla domiciliarità riguarda una pluralità di soggetti e una pluralità di politiche e non si esaurisce con l attivazione e/o il potenziamento di servizi domiciliari, riguarda la valorizzazione delle relazioni, supportando le risorse proprie di ogni persona, della rete famigliare e della comunità locale. Questo obiettivo richiede anche alla rete dei servizi socio-sanitari un profondo ripensamento finalizzato a garantire, con innovazione, creatività e flessibilità, il sostegno alle scelte di rimanere nel proprio ambiente di vita delle persone non autosufficienti. Le cooperative sociali del Consorzio Solidarietà Sociale ed in particolare quelle aderenti al coordinamento di area socio-assistenziale hanno da tempo cominciato a monitorare e a maturare con e nei propri servizi residenziali, i nuovi bisogni emergenti e a ragionare insieme alle famiglie rispetto a nuove consapevolezze per quanto riguarda la promozione e la realizzazione di percorsi di autonomia nell adultità per persone con deficit. In particolare tutte le nuove sollecitazioni emerse dall incontro con la figura dell amministratore di sostegno e il trust, inoltre le famiglie sempre più abituate a muoversi e conoscere il sistema dei servizi, la scarsità di opportunità alla progettazione di vita indipendente e la saturazione dei posti in situazione di residenzialità, necessariamente pongono al sistema dei servizi stesso un ripensamento progettuale. 1 Fonte Comune di Parma, Piano di zona , Attuativo Programma disabilità. 2 Fonte: Fondo Regionale per la non autosufficienza ex legge regionale n 27 /2004, art. 51
2 A seguito quindi dei documenti citati e delle riflessioni emerse all interno delle coop.ve è nata l idea di proporre nuovi percorsi di domiciliarità comunitaria a partire proprio dal principio che oggi gli interventi sociali sono efficaci e risultano essere facilitatori di situazioni di benessere se partono dall idea di creare e sollecitare reti di relazioni e scambi mutualistici tra le persone. Inoltre le famiglie hanno oggi voglia, necessità e desiderio di poter comprendere non tanto il meccanismo del dopo di noi (condizione ormai superata dalle nuove generazioni), ma piuttosto dall esserci nel qui ed ora, per capire e sperimentare quali possono essere le strade verso l autonomia e la vita indipendente dei propri figli e fratelli. Destinatari Destinatari diretti Famiglie con al proprio interno figli/e con disabilità, interessate a sviluppare progetti di domiciliarità comunitaria; Persone disabili che vogliano arrivare alla realizzazione di un progetto di vita indipendente anche per quanto riguarda l area della domiciliarità e della casa. Destinatari indiretti Donne immigrate che svolgono lavoro di cura e che vogliono qualificare il proprio operato con particolare specificità alle funzioni di cura di persone in situazione di disabilità e che siano disponibili ad un percorso di formazione d aula e sul campo. Operatori dei servizi diurni e residenziali delle coop.ve sociali della rete che assumano la funzione di promotori dei percorsi presso le famiglie e che accompagnino le proprie organizzazioni (cooperative e unità operative) a maturare una riflessione professionale interna.
3 I DESTINATARI DIRETTI E INDIRETTI: LA MAPPA DI RELAZIONE La mappa si riferisce a tutte le tipologie di servizio diurno e residenziali. ANFFAS AIAS Assoc. Di famiglie Forum Solidarietà cepdi Rete h Ass di volontariato Ass promoz soc. ARCI AUSL Comuni Comunità Montane Parrocchie Comunità Locale (cittadini) Rete h Fondazioni bancarie, Scuola Provincia (SILD) SIL SERT, Istituti penitenziaru SOCI lavoratori SOCI fruitori (famiglie /utenti) SOCI volontari Utenti Famiglie Lavoratori non soci Volontari Volontari in servizio civile Enti di formazione, Scuole, Università Borse lavoro (SIL, SILD, Comune SERT ) CSS di Parma Cooperative socie del CSS di Parma Consorzio Nazionale CGM RETE TERRITORIALE RETE CONSORTILE Destinatari diretti RETE POLITICA DI APPARTENENZA RETE DI ORGANIZZAZIONI DI TERZO SETTORE MASS MEDIA E COMUNICAZIONE Portatori di interesse Confcooperative ( federsolidarietà) Legacoop Stampa locale Comunità locale Questa mappa rappresenta l interazione dei soggetti pubblici e privati che possono collaborare alla costruzione di nuovi percorsi di domiciliarità comunitaria.
4 Finalità e Obiettivi Per l anno 2007 Promuovere e sperimentare all interno delle organizzazioni cooperative percorsi di nuova domiciliarità comunitaria. Aumentare il livello di partecipazione e consapevolezza all interno delle cooperative sociali rispetto alla tematica dell adultità e della vita indipendente Promuovere la qualificazione del personale già attivo e da selezionare : corso per assistenti famigliari. Sollecitare reti di auto aiuto e di nuovo volontariato a sostegno dei percorsi di nuova domiciliarità. Rendere fruibili e rintracciabili le esperienze progettate e attivate. Per l anno 2008 Rafforzare e dare corpo a i percorsi nuovi e primi processi di valutazione della progettazione e attivazione degli interventi; Continuare il lavoro di sollecitazione territoriale al fine di costruire reti nuove di volontariato Continuare il lavoro formativo/di conoscenza all interno delle organizzazioni cooperative. Soggetti pubblici e/o privati coinvolti I soggetti privati Promotori dell iniziativa LE COOPERATIVE SOCIALI DEL CONSORZIO SOLIDARIETA SOCIALE Il progetto prevede il coinvolgimento delle cooperative del coordinamento socio-assistenziale (n 13) e un iniziale avvio della progettualità con il gruppo residenzialità (n 5 cooperative e 2 in ingresso nel gruppo). Nel 2 anno di lavoro si comincerà la connessione d ei lavori con le cooperative B sub A che hanno servizi di residenzialità per persone con disagio psichiatrico (n 3). In collaborazione Fondazione TRUSTEE Associazioni di famigliari (ANFFAS, Non ti scordar di me, Gruppo Gen-OP) Associazioni di vario tipo che collaborano sui territori di attivazione del progetto. I soggetti pubblici coinvolti Azienda USL di Parma (settori di competenza) Comune di Parma Agenzia Disabili e altri assessorati da coinvolgere Comune di Fidenza Assessorato Servizi Sociali Successivamente verranno coinvolti: Distretto Valli Taro e Ceno con comuni di competenza e Comunità Montana Distretto Sud-Est di Langhirano con comuni di competenza e Comunità Montana
5 Metodologie di lavoro e strumenti previsti Il progetto si caratterizza come un intervento sperimentale di azioni per un nuovo approccio alle tematiche della domiciliarità. L idea di sfondo è che i bisogni di casa, autonomia, vita indipendente e adultità debbano essere riconosciuti per tutti, in quanto definibili bisogni primari che determinano la qualità della vita delle persone. In effetti quando si parla sull adultità oggi ci si scontra con modelli culturali che vedono anche le persone senza problemi non abbandonare mai il nucleo della famigliari origine e di nuovi adulti de responsabilizzati. Quando poi si parla di persone con disabilità la questione si complica non solo dal punto di vista logistico/organizzativo ma soprattutto per la cultura sia dei servizi che delle famiglie che finora ha avvallato un modello assistenziale. Il cambiamento invece che come cooperative stiamo cercando di innestare e favorire è quello che vede e ritiene le persone e le proprie famiglie protagonisti delle spinte e progettualità verso nuove forme di benessere. L approccio metodologico quindi prevede l incontro diretto tra: - Famiglie e operatori per conoscersi meglio e comprendersi insieme in nuove riflessioni. - Famiglie e esperti per acquisire nuove informazioni e approfondire le tematiche dell amministratore di sostegno e del trust. - Famiglie e organizzazioni cooperative e esperti per ridefinire ruoli e condividere progettualità. - Enti pubblici e organizzazioni cooperative per definire insieme e sperimentare nuove forme di sussidiarietà e progettualità complessa - Famiglia, organizzazione cooperativa e territorio/comunità per costruire nuove forme di volontariato e reti di vicinato. - Famiglie e assistenti famigliari e organizzazioni cooperative per avviare nuove figure professionali al sostegno della quotidianità e per superare l isolamento operativo. RACCORDI PROGETTUALI Importantissimi saranno i raccordi tra i progetti oggi in atto sulla città a partire da quelli di carattere istituzionale e quelli che invece sono promossi dalla comunità, dal volontariato e dalle diverse reti locali. Fondamentale quindi saranno 2 tipologie di lavoro: 1) partecipazione e progettazione condivisa sui Tavoli dei Piani di Zona distrettuali al fine di condividere e costruire sinergie progettuali e concertare le risorse a disposizione. 2) Partecipazione e/o istituzione di tavoli di lavoro territoriali con le associazioni e/o i soggetti interessati anche con gli enti pubblici che ragionino insieme in modo specifico dei nuovi percorsi che si avvieranno. Il progetto poi si integrerà con le azioni promosse da atri progetti di rete, in particolare OLTRELAVORO, A Casa in compagnia, A casa con sostegno, Proscuola, Altra Ala. COLLABORAZIONE CON IL SERVIZIO CIVILE VOLONTARIO Specifica sarà la collaborazione con i volontari in servizio civile che potranno sostenere e seguire l avvio dei nuovi progetti con l intento e la finalità Attività di documentazione/monitoraggio/valutazione
6 L attività di documentazione specifica del progetto consiste nella realizzazione di un DVD biografico dell esperienza da utilizzare, per raccontare l esperienza e favorirne la diffusione oltre a tutta la documentazione cartacea più tradizionale. L attività di monitoraggio: consiste nell accertamento e nella descrizione precisa del processo di avanzamento di un intervento, nonché nella puntuale segnalazione di evidenti discrepanze rispetto a quanto era stato prestabilito, consentendo quindi di tenere sotto controllo l andamento dell intervento stesso. Si costruiranno e si definiranno gli strumenti che si intendono utilizzare per compiere tali azioni di monitoraggio, la periodicità di utilizzo e i soggetti che se ne occupano. L attività di valutazione: consiste in una attività attraverso la quale si devono constatare e rilevare i reali effetti prodotti dall intervento sui destinatari, riferendosi anche alle risorse impiegate in rapporto agli obiettivi raggiunti. E un processo di costruzione di senso, di valore, svolto attraverso attività di ricerca realizzate nell ambito di un processo decisionale; è integrata alla progettazione ed implementazione poiché il suo fine è di fornire un input per il miglioramento e la riprogettazione di politiche ed interventi. Indicare con quali metodi e strumenti si intende effettuare la valutazione dell attività posta in essere. Indicare i momenti e le fasi di valutazione, i soggetti preposti ad effettuare le operazioni di valutazione, se è previsto o meno il coinvolgimento dei destinatari ed in quali forme.
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