I. M. I. A. Padova 26 ottobre Prot. n. 2492/07 Oggetto: Indizione della Visita canonica alle Comunità e comunicazione del Calendario

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1 I. M. I. A. Padova 26 ottobre 2007 Prot. n. 2492/07 Oggetto: Indizione della Visita canonica alle Comunità e comunicazione del Calendario Ai Rev.di Superiori e confratelli Comunità Rogazioniste ICN Loro Sedi Carissimi confratelli, secondo quando già comunicato con la lettera di programmazione e dopo aver verificato nell incontro con i Superiori di Comunità la sua utilità e la sua organizzazione, indico ufficialmente la Visita canonica alle Comunità e alle Opere della nostra Provincia. Essa si terrà da gennaio a giugno 2008 e si concluderà con l avvio dell anno pastorale 2008/2009. Nelle varie visite alle comunità che un Superiore Provinciale è chiamato a fare, la visita canonica riveste delle caratteristiche proprie e si compie in obbedienza al Codice di Diritto Canonico perciò è detta canonica che nel canone 628,1, recita testualmente: «I superiori designati a tale incarico dal diritto proprio dell'istituto visitino con la frequenza stabilita le case e i religiosi loro affidati, attenendosi alle norme dello steso diritto proprio». La visita "canonica" riveste, pertanto, un carattere più ufficiale; si svolge normalmente con una periodicità definita ed ha una certa completezza, nel senso che ha per oggetto della visita tutte le persone, le case, le opere e considera tutti gli aspetti propri della vita dei religiosi: da quello spirituale (escluso ovviamente il foro interno) a quello dell'attività, apostolica o di altra natura; dalla vita interna della comunità a- gli aspetti amministrativi, ecc. Essa come ho scritto nella lettera di programmazione - sarà l occasione per una riflessione più ampia e approfondita sull identità spirituale e apostolica di ognuna delle nostre comunità e avrà come fine la crescita nella corresponsabilità, nella tutela e promozione dei valori del carisma del nostro Istituto, sia nell esperienza personale e comunitaria dei confratelli, che nelle relazioni con il territorio (Chiesa e Società civile) in cui si opera.

2 Per tentare di comunicare con maggior chiarezza i propositi della prossima visita canonica, individuo e distinguo nell'attuazione della visita tre fasi o momenti. Li esprimo sinteticamente attorno a tre verbi: conoscere, valutare, animare. 1. Il primo momento: conoscere Lo scopo di questa visita sarà incontrare i confratelli e le comunità là dove vivono e operano, per vedere più da vicino la realtà delle singole comunità con i loro impegni, i loro progetti, le loro attività, i loro problemi, la loro vita quotidiana. È la comunità concreta, infatti, il luogo e il contesto reale - non immaginario o ideale - della vita della nostra Provincia Rogazionista. In ogni specifica e singolare casa, nei sui spazi, con la sua gente, nella sua città e quartiere viene vissuta la vocazione religiosa rogazionista: è qui, e non in un luogo indefinito e asettico, che si attua la sequela di Cristo attraverso le fondamentali dimensioni della preghiera, della comunione e della missione rogazionista. Visitare i confratelli nella loro casa significa per me dare risalto alla dimensione concreta della vita personale e comunitaria di ciascuno: con il loro specifico servizio nella vita e nella missione della comunità. Sono convinto che la conoscenza dei confratelli, delle comunità, delle opere è condizione indispensabile per poter svolgere bene il mio servizio di Superiore Provinciale. Guidare e animare la nostra Provincia rimanendo abitualmente al mio tavolo di lavoro può aprire la strada ad incomprensioni, equivoci e decisioni non opportune o non aderenti alle situazioni concrete. Quanto più conoscerò le realtà che fanno parte del mio servizio, tanto più potrò evitare incomprensioni ed errori. Gli ambiti privilegiati della Visita saranno anzitutto la qualità della vita consacrata; cioè: la vita di unione con Dio e la pratica della preghiera comunitaria; la vita di fraternità, con i suoi momenti formali e informali in cui la comunità si ritrova, comunica, progetta, verifica e, semplicemente, sta insieme; le attività della comunità e dei singoli, cioè l'opera o le opere in cui il loro impegno missionario prende corpo. Ma sarà opportuno considerare anche altri elementi importanti per la vita religiosa, quali la maniera di praticare i tre voti, la formazione permanente, la testimonianza data nel contesto sociale ed ecclesiale in cui è inserita la comunità, la partecipazione alla vita della Chiesa locale, l'attenzione ai poveri, il riferimento e il senso di appartenenza alla Provincia e all'istituto. Non sono, inoltre, da trascurare due aspetti particolari: la trasparenza amministrativa e il rispetto delle norme civili nel rapporto di lavoro con i dipendenti. Appartiene all'impegno di conoscere la realtà anche il prendere visione di quella documentazione, come i verbali delle riunioni della comunità, che consente di acquisire informazioni preziose circa i progetti, le scelte, le problematiche trattate nelle sedi decisionali. Per una conoscenza quanto più possibile concreta, inoltre sarà necessario prevedere anche l incontro con le persone particolarmente coinvolte nelle attività della comunità. La visita vuol essere così una risposta concreta alla necessità indispensabile di conoscere secondo verità. Per questo cercherò di non rinchiudermi in una stanza ad a- scoltare i confratelli, ma parteciperò anche alla vita della comunità, trattenendomi perciò per qualche tempo in essa, cercando di cogliere il clima e lo stile fraterno, osservando lo svolgimento degli impegni nell'arco della giornata. Per questo la vita 2

3 della comunità, durante la visita, non dovrà rivestire un carattere di eccezionalità, ma dovrà rendere visibile la sua "ferialità". Se la conoscenza della realtà è l oggetto della visita canonica il colloquio con i confratelli riveste una importanza fondamentale. Cercherò, pertanto, di non sottrarmi alla "fatica" di un ascolto attento e disponibile, cosciente che tale ascolto può essere in qualche modo ostacolato, se non addirittura vanificato, da un atteggiamento di pregiudizio nei confronti della persona ascoltata, o dalla presunzione di conoscere già tutto. Al confratello che mi parla di sé e della comunità intendo offrire il servizio specifico e prezioso dell'ascolto, ponendomi rispettosamente e attentamente di fronte alla sua lettura della realtà, alle sue valutazioni, alle sue critiche, alle sue esigenze, ai suoi desideri, alle sue eventuali sofferenze. Cercherò di non sottovalutare il "quadro di valori" che egli ha dentro di sé, sapendo che la sua conoscenza e concezione della vita religiosa influisce direttamente sulle sue decisioni e la sua familiarità con le fonti della nostra spiritualità carismatica guida il suo modo di accostarsi e di valutare la vita concreta della Comunità, della Provincia e della Congregazione. 2. Il secondo momento: valutare Il momento successivo all'ascolto e all'assunzione delle informazioni deve essere perciò un momento di riflessione personale pacata e serena. È evidente che la conoscenza delle persone, della comunità, delle opere, dei problemi ecc. non è fine a se stessa: è "materiale" da utilizzare in vista della vita della comunità o della Provincia, al cui servizio si pone il mio compito di Superiore. Diventa perciò particolarmente importante, dopo la fase dell'ascolto, il momento valutativo. Quale uso fare delle conoscenze acquisite? Pongo questo interrogativo perché sono convinto che il rispetto dovuto verso i confratelli che si sono aperti con me assuma un carattere particolarmente delicato in questa fase valutativa. Anzitutto so di dover custodire con riservatezza ciò che ha conosciuto. Non devo dimenticare che i confratelli - anche se forse non sempre e non tutti - si sono "confidati" con me, mi hanno dato fiducia. A questa fiducia deve corrispondere l'uso sobrio e attento delle confidenze ricevute, un uso dettato esclusivamente dalla ricerca del bene. Sappiamo tutti quanto il pettegolezzo, la divulgazione non necessaria di realtà problematiche, specie se personali, nuoccia alla vita fraterna. Cercherò pertanto di fare, prima personalmente e poi insieme con la comunità, una lettura oggettiva e integrale delle conoscenze acquisite facendo una sintesi di tutte le informazioni o i pareri ascoltati, valorizzando il contributo di tutti, armonizzando tutti i valori chiamati in causa dalla realtà concreta, rispettando la complessità del reale, filtrando il tutto attraverso gli ideali spirituali e apostolici che animano la nostra vita religiosa rogazionista, ma anche tenendo conto del contesto concreto, sempre limitato e limitante, in cui la comunità vive e opera. Cercherò, nella diversità e complessità delle situazioni, di cogliere ciò che appare necessario o prioritario per il cammino di ogni particolare comunità, che è sempre unica e irripetibile. In questo servizio sarà importante aver presente il quadro certo dei valori propri della vita consacrata e del nostro carisma specifico, con le relative norme, generali e particolari, che li rendono concreti e vivibili in maniera - almeno relativamente - u- niforme da parte di tutti i membri dell'istituto. È il caso di ricordare che, ancora una volta, questa delicata operazione ha bisogno della luce dello Spirito e dovrà essere accompagnata sia dalla mia personale 3

4 preghiera che da quella della comunità, unitamente ad un umile ascolto della Parola di Dio. 3. Il terzo momento: animare Il compito di valutare, richiesto dalla specificità della visita canonica non è fine a se stesso. Tale valutazione deve essere posta a servizio dei confratelli e della comunità visitata. In altre parole, dopo aver ascoltato, conosciuto e preso coscienza della realtà, e dopo aver riflettuto, anche insieme al mio consiglio, devo con chiarezza ed umiltà offrire il mio specifico aiuto alle persone e alle istituzioni che ho visitato. Senza questo momento viene reso vano il lavoro precedente. La visita canonica non è un ispezione ma un momento forte che mira a infondere nuova vitalità alla comunità. Ciò che mi muove a visitare le comunità non è il desiderio di verificare la qualità della vita religiosa rogazionista o l efficacia apostolica, ma di partecipare più a fondo alla vita della nostra Provincia, respirare la sua fede, partecipare al suo zelo apostolico. Il constatare la maggiore o minore fedeltà alle norme non ha come fine il giudizio, ma l'animazione: cioè il dare animo, infondere coraggio, fiducia e speranza. Il frutto ultimo della visita deve essere una più intensa presa di coscienza e assunzione dei valori fondamentali, che costituiscono le basi della vita consacrata. In questa luce la visita canonica si mostra come "momento forte" dell'esercizio dell'autorità. Il ministero del Superiore Maggiore trova qui il modo di attuarsi in pienezza. Il magistero spirituale, la sollecitudine verso la "perfetta carità", l ordinamento della vita comunitaria in ordine alla missione, la costruzione di autentiche fraternità capaci di condivisione e corresponsabilità, l assunzione e l esecuzione di decisioni, frutto di elaborazione comune, sono impegni che il superiore-visitatore non può trascurare nella fase conclusiva della visita. Lo stile dell'animazione non è solo un modo di "governo", ma anche magistero spirituale che mira alla santificazione, per questo esso comprende anche l'impegno della correzione in una maniera non solo, o non tanto, autoritativa, con decreti e imposizioni disciplinari, quanto con il mettere la comunità o il singolo religioso inadempienti, di fronte alla bellezza e all'importanza dei valori trascurati. Nel presentare la relazione sulla situazione riscontrata, cercherò di essere un fratello al quale il Signore ha donato il compito di stimolare una vera e propria "revisione di vita" della comunità; di svolgere la funzione di promotore e animatore di una revisione di cui la comunità stessa si fa protagonista. Non è mia intenzione sostituirmi alla riflessione e all impegno della comunità nel ricercare vie e modi per una rinnovata vitalità, ma solo di orientare e aprire possibili vie di impegno spirituale e apostolico. Per questo la visita troverà un suo momento speciale nella presentazione della relazione per promuovere nella comunità con un "discernimento" circa ciò che essa deve fare nel futuro per essere più fedele alla sua vocazione cristiana e religiosa, al carisma dell'istituto, alla situazione concreta in cui vive e opera. Sarà oltremodo proficua la visita se il discernimento comunitario portasse anche alla formulazione di un progetto comunitario, o alla rielaborazione del progetto comunitario già esistente. È evidente che per compiere queste operazioni e giungere a queste scelte c è bisogno di un clima particolare: un clima spirituale, di preghiera e di ascolto della Parola di Dio. 4

5 4. L Organizzazione della visita Per una buona riuscita della Visita sarà importante sviluppare una reciproca fiducia e una libera volontà di collaborazione con l assunzione delle responsabilità secondo il proprio livello decisionale. Abbiamo in Provincia e nelle comunità parecchi livelli di responsabilità, ma spesso ci piace immaginarla a un livello diverso da quello in cui deve essere esercitata. Si dice: Deve agire la Provincia, ma chi è la Provincia se non noi stessi? Penso che l esercizio della mia responsabilità di Superiore Maggiore si attua nell ottica ben più impegnativa della corresponsabilità. Per questo dovranno essere coinvolti nella preparazione tutti i confratelli secondo il loro ufficio e la loro responsabilità. Unisco in allegato i questionari che, dopo un loro approfondimento comunitario, saranno l ossatura principale delle relazioni che il Superiore e i Responsabili di Opera faranno all inizio della visita. La Visita Canonica si aprirà ordinariamente con una mezza giornata di Ritiro spirituale comunitario guidato dal Superiore Provinciale che sarà così organizzato: - Presentazione di un testo biblico e lectio divina - Esposizione dell Eucaristia e meditatio personale in adorazione - Termine dell adorazione con preghiera comunitaria e benedizione - Condivisione fraterna della Parola in un assemblea comunitaria. Seguirà al pomeriggio o al mattino dopo, la visita, con un Incontro comunitario nel quale il Superiore farà la Relazione sulla vita della comunità e i vari responsabili di opera le relazioni sulle attività, collaborazioni e organizzazioni del loro settore. Quindi si darà spazio agli incontri personali del Superiore Provinciale con tutti i Confratelli della comunità, con i collaboratori istituzionali, con il Parroco, con il Vescovo o almeno con il suo delegato per la vita consacrata. Un nuovo incontro comunitario e la Celebrazione eucaristica comunitaria concluderà la prima parte della visita. Dopo un adeguato tempo, che potrà essere prolungato fino al mese di Ottobre 2008, ci sarà un incontro comunitario nel quale sarà presentata la relazione conclusiva. In allegato troverete anche il calendario delle visite, preparato secondo le indicazioni concordate nell incontro con i Superiori. Invocando su tutti noi e sulle nostre Opere la sovrabbondanza delle benedizioni del Signore, e ponendo questa Visita Canonica sotto la speciale protezione dei Divini Superiori, vi saluto con fraterno affetto. P. Silvano Pinato, RCI P. Mario Menegolli, RCI Superiore Provinciale Segretario Provinciale 5

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