Programma dell'attività formativa corso LA CAPACITA DI OSSERVAZIONE DELL ANZIANO FRAGILE IN STRUTTURA (DEMENZA E DELIRIUM)
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1 Programma dell'attività formativa corso LA CAPACITA DI OSSERVAZIONE DELL ANZIANO FRAGILE IN STRUTTURA (DEMENZA E DELIRIUM) Modulo 1 La capacità di osservazione dell'anziano fragile in struttura: il delirium Nell'espressione anziano fragile, il termine fragilità identifica uno stato di vulnerabilità provocato dall incapacità dei sistemi biologici, a vari livelli, di conservare indenni le riserve funzionali. La fragilità nell'anziano rappresenta quindi una condizione di rischio, caratterizzata da un equilibrio instabile e potenzialmente precipitante di fronte a eventi negativi. In ambito geriatrico alcune condizioni cliniche rappresentano degli indicatori di fragilità: tra questi il delirium. Il delirium è una sindrome caratterizzata da una alterazione delle funzioni cognitive, a comparsa improvvisa, di breve durata, e con decorso complesso fluttuante che può durare giorni o settimane. Si tratta, in sintesi, di uno stato confusionale in cui si possono mescolare variamente alterazioni dello stato di coscienza (correlate a modificazioni del ritmo sonno-veglia), disfunzioni delle abilità cognitive (attenzione, orientamento, memoria, pensiero), dispercezioni della realtà (allucinazioni) e mancato controllo psicomotorio e comportamentale (agitazione oppure marcata apatia, o più spesso alternanza fra i due fenomeni). I fattori scatenanti l'insorgenza del delirium sono multifattoriali, e possono essere fatte risalire a : malattie cerebrovascolari, malattie cardiorespiratorie, catetere vescicale, uso di mezzi di contenzione fisica, terapia polifarmacologica, deprivazione del sonno, malnutrizione, disidratazione. Fondamentale risulta essere il riconoscimento ed il trattamento rapidi, essendo il delirium potenzialmente reversibile. Il delirium è una manifestazione frequente nell'anziano ospedalizzato o istituzionalizzato (oltre i 70 anni il 25 % dei ricoverati presenta almeno un episodio di delirium), e in quest'ultimo caso insorge soprattutto al momento dell'accoglienza in struttura, allorquando il soggetto vive una condizione di sradicamento e spaesamento rispetto ai consueti e famigliari contesti di vita. Eppure, malgrado ciò, si tratta di un problema clinico sottostimato, spesso misconosciuto. Si impone dunque la necessità di formare adeguatamente il personale delle residenze assistenziali per anziani sulla tematica in oggettto, rendendolo consapevole dei gravi esiti disfunzionali che può produrre un delirium non riconosciuto e trattato. Il corso ha perciò la finalità di affinare la capacità osservativa degli operatori sanitario-assistenziali (con particolare riferimento agli infermieri e agli assistenti sanitari) che operano in strutture protette per anziani, al fine di consentire loro di discriminare e riconoscere in maniera tempestiva i sintomi del delirium. Il modulo si prefigge altresì di trasferire ai corsisti le strategie di intervento più adeguate per trattare il delirium, qualora si manifesti. Nello specifico, si cercherà non solo di ristabilire i parametri fisiologici (temperatura corporea, ossigenazione, pressione arteriosa, bilancio idro-elettrolitico), ma risulterà parimenti importante predisporre un ambiente tranquillo per il soggetto (dotando gli spazi di una buona illuminazione, utilizzando luci notturne, limitando i rumori, ricorrendo all'uso di calendari e orologi per favorire l'orientamento spazio-temporale) in modo da aiutare l'ospite, soprattutto se in fase iniziale di accoglienza, ad interpretare l ambiente, dandogli adeguate informazioni ( utilizzo dei presidi, delle apparecchiature, e del piano di assistenza), evitando i trasferimenti se non necessari, e spiegandogli le situazioni che l'anziano andrà via via a sperimentare. Il modulo formativo prevederà anche l'illustrazione di una scheda di valutazione ad hoc, che costituisce un metodo di accertamento dell'insorgenza del delirium : The Confusion Assessment Method (Inouye et al., 1990).
2 Nel modulo formativo si evidenzierà altresì l'aspetto per cui il delirium può anche rappresentare la manifestazione emergente di una demenza ancora non clinicamente manifesta (o sottovalutata). Modulo 2 La capacità di osservazione dell'anziano fragile in struttura: la demenza Nelle strutture per anziani, gli ospiti affetti da compromissione cognitiva e demenza sono in prevalenza rispetto agli ospiti senza deficit cognitivi. Pur essendo una patologia incurabile e a sviluppo irreversibile, la malattia di Alzheimer può essere fronteggiata con delle strategie che rendono meno doloroso il decorso e modificano alcuni aspetti della sua inesorabile evoluzione. In particolare, nel modulo in oggetto si formerà il personale sanitario-assistenziale che opera in struttura (in particolare il personale infermieristico e gli assistenti sanitari) sulle tematiche relative ai problemi comportamentali nelle demenze, in modo da perfezionare ed affinare le capacità osservative. Infatti, se non vengono gestiti e adeguatamente trattati, i problemi comportamentali contribuiscono ad accrescere sia il declino cognitivo-funzionale e il tasso di invalidità del soggetto, sia l uso di farmaci e le possibili reazioni ad essi, sia livello di stress per il caregiver e per il personale della struttura, con la conseguenza del rischio di incorrrere in potenziali errori. I principi cardine della strategia assistenziale per i malati d Alzheimer sono sintetizzabili nel decalogo delle cinque R (Mace 1992), ovvero: rassicurare, rimuovere, reindirizzare, rivalutare. Rassicurare l anziano demente significa fargli comprendere che è al sicuro, utilizzando il contatto fisico, lo sguardo diretto, parole brevi e proferite con tono pacato. Rimuovere significa distrarre l attenzione per prevenire eventuali reazioni catastrofiche. Reindirizzare il comportamento significa riorientarlo piuttosto che impedirlo. Rivalutare la situazione significa interpretare una modificazione del comportamento come potenziale segnale di peggioramento delle condizioni di salute nell'evoluzione del decorso della malattia. Tali strategie, se debitamente utilizzate, possono anche porsi come elemento sia compensativo sia alternativo delle terapie farmacologiche, soprattutto quando quest'ultime non raggiungono obiettivi sintomatologici apprezzabili a livello cognitivo o comportamentale. In conclusione, nel modulo in oggetto, i corsisti saranno aiutati a soffermarsi su modalità di relazione con gli ospiti affetti da demenza che risultino idonee e funzionali al fronteggiamento di situazioni problematiche, e verranno parimenti supportati nello sviluppo di metodi e tecniche osservative precipue, in grado di interpretare quadri comportamentali e sintomatologici complessi correlati alla demenza e alla malattia d'alzheimer. Modulo 3 Discussione su casi assistenziali La discussione sui casi assistenziali costituisce parte integrante del percorso di formazione. Infatti, gli strumenti progettati per la formazione si muovono, essenzialmente, su quattro tipi di tecniche didattiche. 1Trasmissive: utilizzate quando si intende far assimilare ai corsisti delle informazioni e dei concetti che si devono riprodurre (es. lezioni frontali partecipate) 2 Pratiche: utilizzate quando i saperi da trasmettere implicano la capacità di affrontare ed esplorare la realtà (es. esercitazioni applicative) 3 Autoriflessive: utilizzate quando i saperi da acquisire implicano delle attività introspettive (es. discussioni e laboratori) 4.Immaginative: quando si creano i saperi mediante atti cognitivi, ipotetici, progettuali (es. problem solving). Le discussioni sui casi assistenziali (siano guidate dal docente oppure prodotte dal gruppo) rispondono in maniera ottimale all'approfondimento sia della tecnica autoriflessiva, sia della tecnica immaginativa, mediante la riconsiderazione dei casi in termini di problem solving, e contemporaneamente assolvono al compito di rinforzare e corroborare la didattica trasmissiva e pratica. La discussione sui casi assistenziali svolta nel terzo modulo si focalizzerà sulla capacità del gruppo di connettere le informazioni ricevute durante la formazione (tecniche osservative sulle situazioni di delirium e demenza, scale valutative ad hoc, acquisizione strategie per il trattamento del delirium e per il
3 fronteggiamento delle problematiche comportamentali nel quadro della demenza) alle esperienze vissute con gli ospiti della struttura durante lo svolgimento della professione, al fine di poter elaborare le situazioni sperimentate e, di riflesso, sviluppare la capacità di riconoscere, in futuro, limiti, rischi, spazi di manovra e opportunità di esperienze similari, nell'ottica sia del benessere dell'ospite (l'anziano demente può manifestare non solo comportamenti auto ed eteroaggressivi, ma anche la tendenza al ripiegamento autistico), sia del miglioramento qualitativo delle prestazioni rese. FERDINANDO SCHIAVO: Breve curriculum vitae dei docenti: INFORMAZIONI PERSONALI Nome Ferdinando Schiavo Indirizzo Via Cavour Udine Telefono Tel. 0432\ Cell schiavo.libero@libero.it Nazionalità ITALIANA Luogo e Data di nascita Siracusa, 27/06/1945 ESPERIENZA LAVORATIVA dal 01/03/1970 al 11/07/1970 dal settembre 1970 al 3 gennaio 1972 Ospedale Civile di Valdobbiadene (TV) Assistente Medico Reparto Neuropsichiatrico Reggimento Bersaglieri di Pordenone Dirigente Medico di Reggimento
4 dal 30/03/1971 al 31/12/1971 dal 22/02/1972 al 31/07/1972 dal 15/11/1972 al 30/11/1993 dal 01/12/1993 al 31/03/2000 dall aprile 2001 fino al 31 dicembre 2007 Condotta di Montereale Valcellina (PN) Medico Condotto Sostituto in diverse aree mediche del Veneto e del Friuli Venezia Giulia Divisione Neurologica dell Ospedale Civile di Udine Aiuto Corresponsabile Divisione Neurologica dell Ospedale Civile di Udine neurologo corresponsabile dell Ambulatorio Disturbi Cognitivi (Amb. U.V.A.) Da aprile 2013 dell ASS n. 4 MedioFriuli Dirigente neurologo presso il Distretto Socio-Sanitario di Codroipo ISTRUZIONE E FORMAZIONE 1969 Nome e tipo di istituto di istruzione o formazione Principali materie / abilità professionali oggetto dello studio Qualifica conseguita Livello nella classificazione nazionale (se pertinente) Facoltà di Medicina di Catania Laurea in Medicina e Chirurgia 110/110 e lode
5 1976 Nome e tipo di istituto di istruzione o formazione Principali materie / abilità professionali oggetto dello studio Qualifica conseguita Livello nella classificazione nazionale (se pertinente) Clinica Neurologica di Modena Specializzazione in Neurologia 68/70 GIOVANNI RINOLDI: Nato a Gonzaga (MN) il 24/09/1936 Residente a Rovereto (TN) in via Monte Nero,9/a Cell / Fax: 0464/ Mail: giovanni.rinoldi@gmail.com Corso di Laurea in Filosofia presso l Università degli Studi di Padova. Corso di laurea in Teologia centro teologico della Lombardia MI Attività professionale Casa di Soggiorno per Anziani Rovereto (Tn) Coordinatore del personale e Coordinatore dei Servizi Sociali: Funzionario / Responsabile di Servizio in struttura di ampie dimensioni. Responsabile delle attività formative di tutto il personale dell Ente: programmazione e gestione dei Corsi di formazione e di aggiornamento del personale dipendente dal 1976 al 30 settembre Attività di libera professione dal 2004 ad oggi
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