Prof. Pagani corrado APP PER SISTEMI MOBILE: ANDROID

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1 Prof. Pagani corrado APP PER SISTEMI MOBILE: ANDROID

2 INTRODUZIONE Per mobile si intendono: Smartphone Tablet Phablet e altri dispositivi assimilati Sistemi operativi più diffusi: Android (Google) ios (Apple) Windows Phone (Microsoft)..

3 DIFFUSIONE SISTEMI MOBILE DATI 2016

4 CARATTERISTICHE DEI DISPOSITIVI Minore capacità di elaborazione rispetto ad un PC Memoria limitata Ridotte dimensioni del display Assenza di alimentazione esterna Differenti tecnologie per l accesso a internet WiFi GSM 2G GPRS 2,5G UMTS 3G HSDPA 3,5G LTE e WiMAX 4G Nuove metodologie di immissione dati (input)

5 IL SISTEMA OPERATIVO ANDROID Sviluppato inizialmente da Android Inc e acquisito da Google nel 2005 Si basa su diverse versioni del kernel Linux Ha avuto una diffusione molto diversificata trasversalmente (marche, fasce di prezzo,...), ma subisce di conseguenza una frammentazione notevole dello scenario applicativo costringendo gli sviluppatori a molta cura degli aspetti di adattamento alle caratteristiche del dispositivo ospite Open Source?

6 ANDROID È OPEN SOURCE? Cit. da Per la valutazione sono stati utilizzati quattro parametri: Accesso: cioè la facilità con la quale ogni sviluppatori, o utente interessato, può accedere al codice sorgente; secondo l infografica, in Android, ciò non avviene completamente, cioè il rilascio dei codici non avviene contemporaneamente per tutti gli utenti, ma i partners commerciali di Google ricevono il codice sorgente molto prima rispetto al resto degli utenti. Sviluppo: cioè la possibilità di essere identificato come contribuente al progetto; ed in questo, Android, come molti altri sistemi open fanno del loro meglio. Derivati: cioè il controllo da parte della casa madre sulla distribuzione della propria piattaforma; qui Android, non ne esce bene. Se tutte le altre piattaforme danno la libertà di utilizzare marchio, codice e tante altri fattori, con Android ciò non avviene, in quanto, per esempio, per usufruire dei servizi del market si deve prima firmare un contratto con Google. Community: questo parametro considera la libertà ed i permessi concessi a tutti gli sviluppatori; ed anche se Android, non è tra le più intransigenti, sicuramente non raggiunge i livelli di Mozilla ed Eclipse.

7 ANDROID È OPEN SOURCE? Il sistema operativo Android, tra gli otto progetti open-source analizzati, è il meno open, piazzandosi all ultimo posto con un indice di apertura pari al 23%, il più open risulta essere Eclipse con l 84%.

8 VERSIONI 1.0 Angel Cake 23 settembre Battenberg 9 febbraio Cupcake 30 aprile Donut 15 settembre Eclair 26 ottobre Froyo 20 maggio Gingerbread 6 dicembre Honeycomb 22 febbraio Ice Cream Sandwich 19 ottobre Jelly Bean 9 luglio KitKat 31 ottobre Lollipop 3 novembre Marshmallow 5 ottobre Nougat 22 agosto 2016

9 EMULATORI Componente che replica le funzioni di un determinato sistema su un secondo sistema differente dal primo Indispensabili in fase di test quando non si hanno a disposizione tutti i dispositivi su cui può essere installata l applicazione Tipicamente integrati nell Ambiente di sviluppo

10 PRINCIPI ISPIRATORI DELLE APP ANDROID Salvaguardia delle risorse essendo progettato per sistemi embedded, storicamente dotati di poche risorse di memoria, Android ha avuto sin da subito uno spirito parsimonioso. Sicurezza Android è figlio di Linux e ha nel DNA la ricerca della stabilità. Ogni applicazione vive in un proprio processo in cui viene allocata una nuova istanza della virtual machine, ciò per evitare che il crash di un applicazione propaghi instabilità alle altre app in esecuzione è assolutamente sconsigliata, per non dire vietata, qualsiasi pratica che porti un app ad invadere lo spazio riservato ad un altra.

11 STRUMENTI Utilizzeremo i seguenti pacchetti software gratuiti: JDK il kit di sviluppo per la tradizionale programmazione Java, visto che questa è il linguaggio di programmazione con cui realizzeremo i nostri programmi; IDE (ambiente di sviluppo integrato) include tutti gli strumenti necessari al programmatore. l Android SDK pacchetto di strumenti che ci permetterà di vedere realizzati i nostri programmi per Android. Nonostante l importanza fondamentale rivestita, solitamente si integra nell IDE. Esempi Android Studio la soluzione ufficiale e quindi preferibile, Eclipse gode ancora di un folto bacino di utenza.

12 STRUTTURA DI UNA APPLICAZIONE ANDROID Ogni applicazione Android è suddivisa in 4 tipi di componenti che permettono l integrazione con il Sistema Operativo Android: 1. Activity sono i moduli che gestiscono l interfaccia utente 2. Service lavoro che viene svolto interamente in background senza bisogno di interazione diretta con l utente, spesso preparano i dati che le activity devono mostrare all utente permettendo una reattività maggiore in visualizzazione 3. Content Provider spazio di condivisione di dati tra applicazioni 4. Broadcast Receiver reagisce ad un invio di messaggi a livello di sistema appunto in broadcast con cui Android notifica l avvenimento di un determinato evento, ad esempio l arrivo di un SMS o di una chiamata o sollecita l esecuzione di azioni

13 GESTIONE DELLE RISORSE Android tiene in vita ogni processo il più a lungo possibile compatibilmente con le risorse hardware a disposizione, altrimenti il S.O. si troverà nella necessità di dover liberare memoria abbattendo processi. I primi processi ad essere chiusi sono quelli considerati di minore importanza secondo la classificazione seguente: Processi in foreground : sono quelli che interagiscono direttamente o indirettamente con l utente. Stiamo parlando delle app che contengono l Activity attualmente utilizzata o i Service ad essa collegati. Processi visibili comprendono quei componenti ancora visibili all utente anche se non vi interagiscono più, svolgono comunque un ruolo particolarmente critico. Anche in questo caso si tratta di Activity visibili e Service ad esse collegati; Processi service contengono dei service in esecuzione che generalmente svolgono lavori utili all utente anche se non direttamente collegati con ciò che egli vede nel display. Il loro livello di priorità può essere considerato medio. Processi in background contengono activity non più visibili all utente. Questa è una categoria solitamente molto affollata composta dal gran numero di applicazioni che l utente ha usato e messo poi in disparte, ad esempio premendo il tasto Home. Processi empty sono praticamente vuoti nel senso che non hanno alcuna componente di sistema attiva. Vengono conservati solo per motivi di cache, per velocizzare la loro riattivazione qualora si rendesse necessaria

14 PANORAMICA DI ANDROID STUDIO All inizio di ogni nuovo progetto, l IDE propone diversi template di applicazioni e la configurazione è affidata ai file build di Gradle, strumento di build automation che permette una configurazione molto flessibile. Facile integrazione di librerie di sviluppo prodotte da Android o da sviluppatori di terze parti esistono direttive che permettono di recuperarle direttamente in rete tramite coordinate costituite da group id, artifact id e versione. Editor per layout visuale usabile in modalità drag and drop; Accesso a SDK Manager per la personalizzazione dell SDK scaricato e AVD (Android Virtual Device) Manager per la gestione degli emulatori; Inline debugging funzionalità che rende più immediata l ispezione del codice durante il debug, affiancando alle righe di linguaggio Java i valori ed i riferimenti collegati agli oggetti; Monitoraggio delle risorse di memoria e della CPU utilizzate dall app.

15 ANDROID STUDIO: NUOVO PROGETTO All avvio, l IDE mostra una finestra di benvenuto, sulla sinistra della quale troviamo un elenco di progetti aperti di recente, mentre sulla destra è presente un menu che permette l avvio del lavoro in varie modalità. Selezioniamo la voce Start a new Android Studio project.

16 ANDROID STUDIO: NUOVO PROGETTO 1 La prima schermata consente di specificare nome dell app, Company Domain (di default costituirà la prima parte del package Java che creeremo), nome completo del package Java e collocazione del progetto nel file system.

17 ANDROID STUDIO: NUOVO PROGETTO 2 La seconda schermata permette di scegliere il fattore di forma dell app: possiamo scegliere tra smartphone/tablet, TV, dispositivi indossabili (Wear) o Google Glass. È evidente quanto questa IDE sia pensata specificamente per il mondo Android nella sua interezza;

18 ANDROID STUDIO: NUOVO PROGETTO 3 La terza schermata offre la scelta tra vari template per la prima Activity che si vuole aggiungere all applicazione.

19 ANDROID STUDIO: NUOVO PROGETTO 4 Tramite l ultima schermata possiamo configurare la prima Activity, definendo il nome della classe e del file di layout.

20 STRUTTURA DEL PROGETTO Per prima cosa, si noti che il progetto è contenuto in una cartella denominata app. Su Android Studio troveremo tre parti principali del progetto: 1. la cartella con il codice Java 2. La cartella res (contenente risorse per lo più realizzate in XML) 3. file di configurazione denominato AndroidManifest.xml. Dopo il modulo app troviamo la sezione Gradle (tool di build automation) Scripts. Qui ci sono i file di build che userà Gradle per trasformare il nostro progetto in un app funzionante. In particolare, i file di build sono due: 1. uno per tutto il progetto 2. uno per il solo modulo app.

21 ACTIVITY PRINCIPALE Per creare un Activity è necessario fare due cose: Estendere la classe Activity (o AppCompatActivity), appartenente al framework Android; Registrare l Activity nell AndroidManifest.xml mediante l uso dell apposito tag XML <activity>. Queste indicazioni valgono per tutte le quattro componenti fondamentali di un applicazione. Struttura del codice Java implementazione dell override del metodo oncreate: super.oncreate(savedinstancestate): invoca il metodo omonimo della classe base operazione obbligatoria; setcontentview(r.layout.activity_main): specifica quale sarà il layout dell Activity impone come struttura grafica dell Activity il contenuto del file activity_main.xml presente nella cartella res/layout.

22 ACTIVITY PRINCIPALE LAYOUT

23 LAYOUT DESIGN Possibilità di inserire i controlli grafici dalla apposita palette Ogni controllo ha un elenco di properties configurabili La proprietà Id è il nome univoco associato al controllo Attraverso la modalità text è possibile visualizzare il layout in linguaggio XML

24 INSERIRE UN GESTORE EVENTO PER UN BUTTON Versione con ascoltatore recupero il button e setto il suo onclicklistener Versione con settaggio proprietà onclick

25 ANDROIDMANIFEST.XML Il nodo <application> contiene le componenti usate nell applicazione. In questo caso, c è un nodo <activity> che con l attributo android:name specifica il nome della classe Java che incarna l Activity. Il nodo intent-filter all interno serve ad indicare che questa activity è la main activity del progetto, in pratica l interfaccia che accoglierà l utente all ingresso nell applicazione.

26 IL CICLO DI VITA DI UN ACTIVITY Quando un activity va in esecuzione per interagire direttamente con l utente vengono obbligatoriamente invocati tre metodi: oncreate: l activity viene creata. Il programmatore deve assegnare le configurazioni di base e definire quale sarà il layout dell interfaccia; onstart: l activity diventa visibile. È il momento in cui si possono attivare funzionalità e servizi; onresume: l activity diventa la destinataria di tutti gli input dell utente. Android pone a riposo l activity quando l utente si sposta su un altra attività del sistema (apre un applicazione diversa, riceve una telefonata o viene attivata un altra Activity, ). Anche questo percorso, passa per tre metodi di callback: onpause (inverso di onresume) notifica la cessata interazione dell utente con l activity; onstop (inverso di onstart) segna la fine della visibilità dell activity; ondestroy (inverso di oncreate) segna la distruzione dell activity.

27 ESEGUZIONE SU DISPOSTIVO REALE Operazioni preliminari sul dispositivo: Connect your device to your development machine with a USB cable. Verificare (tramite gestione dispositivi) di avere un driver funzionante senza avvisi Enable USB debugging on your device by going to Settings > Developer options. On Android 4.2 and newer, Developer options is hidden by default. To make it available, go to Settings > About phone and tap Build number seven times. Return to the previous screen to find Developer options. Abilitare preferibilmente l opzione quando il dispositivo è collegato al pc in modo che le autorizzazioni siano rese effettive per il pc stesso In Android Studio select your project and click Run from the toolbar. In the Select Deployment Target window, select your device, and click OK. Android Studio installs the app on your connected device and starts it Dispositivo Mobile Visualizza l interfaccia dell applicazione

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