Servizi Indormatici e Telecomunicazioni, Gestione Applicativi Sanitari organizzativa Responsabile Dott. Carlo Berutti Bergotto

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1 id 23 Amministrazione Ente Ospedaliero Ospedali Galliera proponente Titolo del Prevenzione secondaria del cancro colon-retto Unità Servizi Indormatici e Telecomunicazioni, Gestione Applicativi Sanitari organizzativa Responsabile Dott. Carlo Berutti Bergotto del Indirizzo Mura delle Cappuccine, 14 Città Genova Provincia Genova Regione Liguria Sito web istituzionale Composizione delgruppo di lavoro: Pasqualino Squillace - Assistente Tecnico Ornella Cresci begin_of_the_skype_highlighting end_of_the_skype_highlighting - Collaboratore Tecnico Ornella Mazzetti - Collaboratore Tecnico Francesco Ricci - Assistente Tecnico Annaglays Allegretti - Dirigente Medico Luca Isola - Borsista Egle Minetti - Ricercatrice Gianni Coccia - Dirigente Medico Responsabile Struttura Complessa Gastroenterologia Ente Categoria del Progetto Data inizio del Progetto Durata del passaggio in esercizio del L iniziativa coinvolge: Destinatari del Dopo il passaggio in esercizio del sono Lionello Pardini - Dirigente Medico Medicina Preventiva Ente Ospedaliero Ospedali Galliera Progetti per la prevenzione, l assistenza e le cure Settembre/2008 Gennaio/2010 un gruppo ristretto di Unità Organizzative professionisti sanitari no Prevenzione secondaria del cancro colon-retto 1

2 state effettuate valutazioni di impatto? Il ha comportato nuove modalità organizzative? Il ha richiesto una formazione specifica del personale? Sono state effettuate iniziative di comunicazione? no no sì (se sì descrivere le iniziative, eventualmente indicando anche l indirizzo internet del ) Descrizione Il è rivolto ai dipendenti dell'e.o. Ospedali Galliera ed ai familiari. Per l'occasione è stato organizzato un incontro informativo in data 13 Novembre Il manifesto dell'evento è consultabile cliccando il link seguente: L intervento è no stato realizzato in partnership con altri soggetti pubblici o privati? Costo complessivo del Il è stato finanziato con: Isorisorse Altro (Specificare) Descrizione Isorisorse Allegare il paper 1.Abstract Il cancro colon-rettale rappresenta, nel mondo occidentale,la seconda causa di morte per neoplasia in entrambi i sessi. Anche nel nostro paese si confermano tali dati, con nuovi casi/anno e con decessi/anno, con tassi più elevati nel Centro-Nord. Questo studio ha lo scopo di identificare una popolazione asintomatica, selezionata all interno del nostro Ente, con una proposta di screening rivolto ai dipendenti ed ai loro familiari. POPOLAZIONE A RISCHIO STANDARD? Età superiore a 50 anni (rischio cumulativo: 4% (uomini) e 5% (donne) in Italia) POPOLAZIONE A RISCHIO AUMENTATO? Anamnesi familiare di CCR? Anamnesi personale di polipi intestinali adenomatosi? Malattia di Crohn Prevenzione secondaria del cancro colon-retto 2

3 ? Rettocolite Ulcerosa? Poliposi adenomatosa Familiare (FAP)? CCR ereditario non poliposico (HNPCC) 2.Parole chiave sanità, prevenzione, screening, cancro, colon 3.Problema di partenza Il Carcinoma colo-rettale (CCR) è una delle neoplasie più frequenti per incidenza e mortalità nei Paesi industrializzati ( casi/anno e circa decessi/anno), dove rappresenta circa il 15% delle diagnosi di neoplasia maligna ed è la seconda causa di morte, dopo il tumore polmonare nell uomo e la neoplasia mammaria nella donna. In Italia si ammalano di CCR da a persone ogni anno e circa la metà muore per questa malattia; l incidenza è di nuovi casi per anno per abitanti. In Liguria il tasso standardizzato per i soggetti di sesso maschile è pari a 48,6 in termini di incidenza e di 22,5 in termini di mortalità; mentre tale valore in riferimento ai soggetti di sesso femminile è pari a 30,7 per l incidenza e 13,4 per la mortalità. Le popolazioni urbane sembrano essere maggiormente colpite. Nasce quindi l'esigenza di progettare un database informatizzato per la raccolta di dati strutturati attraverso una maschera di inserimento user-friendly e successivamente avere la possibilità di estrarre i dati in maniera personalizzata. 4.Obiettivi generali e obiettivi specifici ll carcinoma colorettale (CCR) può presentarsi in tre forme: sporadico, ereditario o familiare. La forma sporadica costituita di circa il 90% dei CCR nella popolazione; è più frequente in soggetti di età superiore ai 50 anni, probabilmente come risultato di fattori dietetici e ambientali così come del normale invecchiamento. Il restante 10% dei pazienti ha uno o più parenti affetti anch essi da CCR. Nell ambito di tali forme familiari si distinguono le sindromi da predisposizione ereditaria al CCR. La positività della storia familiare è da considerarsi come un fattore di rischio: un individuo con un parente di primo grado (genitori, figli) affetto ha un rischio relativo di sviluppare la stessa patologia due o tre volte maggiore rispetto a coloro che non presentano una storia familiare positiva per la malattia. Si stima che il rischio aumenti fino a otto volte qualora i parenti di primo grado affetti siano due o più. Si possono pertanto distinguere tre principali categorie di aumento di rischio: Lieve (aumento di rischio di 1,5 volte rispetto alla popolazione generale): soggetti con un solo parente di primo grado in cui il CCR sia stato diagnosticato in età superiore ai 50 anni oppure con due parenti di secondo grado nello stesso ramo della famiglia affetti da CCR diagnosticato a qualunque età. Moderato (aumento di rischio di 2-3 volte rispetto alla popolazione generale): soggetti con un solo parente di primo grado in cui il CCR sia stato diagnosticato in età compresa tra i 40 e i 50 anni Prevenzione secondaria del cancro colon-retto 3

4 oppure con due parenti di primo grado nello stesso ramo della famiglia affetti da CCR diagnosticato sopra i 50 anni. Alto (aumento di rischio di oltre 4 volte rispetto alla popolazione generale): soggetti con storia familiare che presenta caratteristiche suggestive del coinvolgimento di un gene maggiore di predisposizione. CCR SPORADICO L eziopatogenesi del CCR è multifattoriale; diversi sono i fattori che possono aumentare il rischio di CCR; è chiaro che il loro riconoscimento ha una importanza fondamentale sulle strategie di screening. Tali fattori sono rappresentati da fattori genetici,ereditari ed ambientali (nutrizionali e demografici):? Dieta ad elevato consumo di grassi e povera di fibre? Età > 50 anni? Anamnesi familiare di CCR? Storia personale di: 1.adenomi colo-rettali 2.carcinomi colo-rettali? Storia familiare di: 1.Poliposi adenomatosa Familiare (FAP) 2.CCR ereditario non poliposico (HNPCC)? Malattie infiammatorie croniche intestinali (Malattia di Crohn e Rettocolite Ulcerosa) La storia naturale del CCR è spesso caratterizzata dalla sequenza adenomacarcinoma; la frequenza con cui avviene la degenerazione maligna dipende dal tipo istologico (importante soprattutto l istotipo villoso), il grado di displasia e le dimensioni del polipo adenomatoso: un carcinoma è diagnosticato nell 1% degli adenomi < 1 cm di diametro, nel 10% degli adenomi con diametro compreso tra 1 e 2 cm e nel 30-50% delle lesioni > 2 cm, rimanendo comunque un processo prolungato nel tempo, da queste osservazioni si deduce l importanza del follow-up endoscopico di questi pazienti in quanto si ha la probabilità del 40-50% di avere lesioni sincrone e del 30% di sviluppare in seguito un altro adenoma: in tal senso è importante eseguire una pancolonscopia come esame diagnostico. Lo sviluppo del CCR rappresenta uno dei modelli di cancerogenesi multifasica umana più studiato, in cui si susseguono tappe caratterizzate da attivazione di protooncogeni e da inattivazione di oncosoppressori dove il clone neoplastico accumula progressivamente nuove lesioni genetiche rispetto allo stadio precedente. La sede della neoplasia è rappresentata dal retto nel 20% dei casi, dalla giunzione retto-sigma nel 10%, dal sigma nel 25%, dal discendente 5%, dal colon trasverso nell 15% e dal cieco-ascendente nel 25%. Il CCR può essere presente in totale asintomaticità clinica o presentare sintomi/segni di allarme (rettorragia, presenza di sangue e/o muco nelle feci, modificazione dell alvo in senso stiptico o diarroico, tenesmo rettale, dolori addominali, dimagramento, anemia sideropenica) PERCHÉ UN PROGETTO DEDICATO ALLA PREVENZIONE SECONDARIA DEL CCR? Il CCR è una malattia prevenibile. La sopravvivenza media a 5 anni si aggira intorno al 40-50% (25-55% in Europa) ed è strettamente correlata allo stadio della malattia al momento della diagnosi: infatti è del 90% dei casi quando la malattia è identificata nella sua fase iniziale e cioè limitata alla parete intestinale mentre scende al 35-60% in caso di Prevenzione secondaria del cancro colon-retto 4

5 coinvolgimento dei linfonodi regionali ed è meno del 10% in soggetti con malattia metastatica. Il CCR è una neoplasia a prognosi relativamente buona, molto migliore rispetto alle medie europee delle altre neoplasie maligne dell apparato digerente (sopravvivenza a 5 anni: esofago 3-15%,stomaco 11-28%, pancreas 1-9%, fegato 1-11%). 5.Metodologia utilizzata SCREENING Con il termine di screening si intende una procedura sistematica condotta con mezzi clinici, laboratoristici e strumentali, volta ad individuare una malattia in una fase preclinica o precursori/indicatori di malattia su un campione di popolazione generale o di un sottogruppo. È di solito composto da test, quale il test del sangue occulto fecale (FOBT), che suddividono i soggetti esaminati in positivi e negativi e da una serie di esami successivi di approfondimento per i soggetti risultati positivi al test. METODICHE DI SCREENING Questionario per la stratificazione del rischio FOBT (Sangue occulto feci) Colonscopia Colonscopia virtuale TC Clisma colon TC Videocapsula colon (da validare) Il è stato presentato ai dipendenti nel corso di incontri informativi e sul sito dell Ente, con le modalità di adesione e i recapiti dei referenti. A tutti gli interessati è stata proposta la compilazione di un questionario inerente la stratificazione del rischio, a cui è seguito un colloquio con il Gastroenterologo di riferimento, con successivo consiglio per un percorso personalizzato di sorveglianza. A capo di tutto si è realizzata una versione informatizzata del questionario. Tutti i campi sono stati opportunamente strutturati in modo da permettere all'operatore che dovrà imputare i dati una certa facilità di inserimento con quanto compilato dal paziente. L'aver strutturato i dati permette in seconda battuta di formulare opportuni report e manipolare i dati a seconda del tipo di ricerca o analisi che verrà effettuata. Questo fa sì che in pochissimo tempo si è in grado di rispondere a qualsiasi domanda inerente il. Per esempio conoscere in tempo reale il numero di pazienti femmine o maschi che hanno partecipato piuttosto che il numero di pazienti che ha eseguito un determinato esame differenziato per sesso, età, con esame istologico eseguito o meno, il legame familiare etc. Una volta richiamata l'anagrafica dal sistema centralizzato, la maschera prevede la possibilità di inserire la seguente tipologia di dati: Struttura di appartenenza Anamnesi familiare Anamnesi patologica Data e risultato FOBT Data colonscopia di screening Qualità della preparazione Regione raggiunta Lesioni individuate e loro sede Prevenzione secondaria del cancro colon-retto 5

6 Procedure eseguite Eventuali sedazioni Complicanze Data colonscopia virtuale Data clisma colon-tac Data metodiche di completamento Referto Data e referto esame istologico differenziato Data e descrizione intervento chirurgico Staging Monitoraggio Follow-up 6.Obiettivi raggiunti e risultati raggiunti Hanno partecipato allo studio 170 pazienti (71 M/99 F), asintomatici, dipendenti o familiari di dipendenti della nostra struttura, di età superiore a 50 anni (94) o con familiarità per neoplasia intestinale (76). E stata indagata la presenza di sangue occulto fecale su 3 campioni in 57 pazienti (33.5% 27 M/30 F); 121 pazienti (71.2% 54 M/67 F), sono stati sottoposti a colonscopia diagnostica, 9 (5.3% 4 M/5 F) a clisma colon-tc, 8 (4.7% 3 M/5 F) a colonscopia virtuale. In 32 (18.8%) pazienti non si sono rese necessarie indagini di livello ulteriore per negatività del sangue occulto e/o assenza di fattori di rischio E stata inoltre data la possibilità (come da linee guida internazionali), di eseguire le indagini invasive in sedazione profonda, su richiesta degli interessati. Nessuna lesione è stata segnalata nei 17 pazienti sottoposti a clisma colon-tc e/o colonscopia virtuale. Dei 121 pazienti sottoposti a colonscopia, 3 (2.5%) presentavano una neoplasia conclamata, 21 (17.3%) presentavano micropolipi, per cui è stata indicata sorveglianza endoscopica, 15 (12.4%) presentavano polipi, per cui è stato indicato follow up postpolipectomia; questi ultimi, in dettaglio, erano così suddivisi: 3 non recuperati, 1 displasia di alto grado, 1 adenoma serrato, 7 con displasia lieve-moderata, 3 iperplastici. I pazienti con familiarità per neoplasia intestinale hanno mostrato una frequenza simile di lesioni endoscopiche (17/ %) rispetto agli altri pazienti (22/ %). Nel gruppo di pazienti con familiarità, i maschi tendono ad avere lesioni (11/28) più frequentemente rispetto alle femmine (6/35) [p<0.05]. Il nostro studio conferma la necessità di allargamento dei protocolli di screening nell ambito della prevenzione del cancro del colon-retto, soprattutto attraverso la colonscopia, che rimane, per accuratezza diagnostica e per la possibilità di eseguire manovre operative, il gold standard per lo studio del grosso intestino. 170 pazienti totali 121 colonscopia 17 CCT o colon. virtuale 32 nessuna procedura 3 neoplasie 21 micropolipi 15 polipi ablati FOLLOW UP Prevenzione secondaria del cancro colon-retto 6

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