RISPOSTE NUOVE CON RISORSE VECCHIE
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- Chiara Bonetti
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1 RISPOSTE NUOVE CON RISORSE VECCHIE RELATORE: Ass. Soc. Ciro Attanasio A.S. Municipio Roma XI Area contrasto alla Povertà Referente Segretariato Sociale
2 IL CONTESTO DI RIFERIMENTO L XI è un municipio territorialmente piuttosto vasto, con alcuni quartieri storicamente difficili, come il serpentone di Corviale, le occupazioni storiche del Trullo e Monte Cucco, oltre a situazioni di criticità sociale come il campo nomadi di via Candoni. Perdita del potere di acquisto e bolla del mercato immobiliare e degli affitti.
3 Diversamente da alcuni anni fa non si tratta solo di soggetti deboli e marginali (poveri e stranieri), ma il problema ha coinvolto ampie fasce della popolazione toccata dalla crisi economica. E infatti in aumento il fenomeno dello sfratto per morosità, che segnala la non sostenibilità dell impegno delle famiglie rispetto ai costi dell abitazione (proprietà e affitto). Alcune zone, quali Marconi, Ponte Galeria o Piana del Sole stanno vivendo un fenomeno di bolla immobiliare sugli affitti.
4 L emergenza abitativa è sempre più determinata, così, non solo dalla domanda di chi non ha una casa in cui vivere, ma da chi ha una abitazione e paga con sempre maggiore difficoltà il canone di affitto (o la rata di un mutuo). E così cresciuto il bisogno di quelle famiglie che hanno un reddito troppo alto per l edilizia residenziale pubblica, ma troppo basso per accedere al mercato degli affitti e delle proprietà.
5 QUANDO LE PERSONE SI RIVOLGONO AL SERVIZIO SOCIALE? Nella maggior parte dei casi nella fase dell emergenza economica Poco prima dell esecuzione dello sfratto Solo in pochi casi dopo l esecuzione dello sfratto
6 Emergenza abitativa, in Italia nel 2015 oltre 57mila sfratti per morosità. Roma in testa: fuori casa 1 famiglia ogni 272
7 La questione oggi più critica è riferita alle risorse con cui poter affrontare il problema, troppo scarse se non addirittura inesistenti. In particolare per quelle situazioni in cui non basta l azione di segretariato, ovvero il colloquio di supporto e l orientamento. Una criticità che porta una grande frustrazione negli operatori, che si sentono impotenti.
8 1. CHE FARE? 2. QUALE MODELLO? 3. QUALI RISPOSTE? 4. CON QUALI RISORSE?
9 L ASSISTENTE SOCIALE SAPERE SAPER ESSERE SAPER FARE
10 1. CHE FARE? SAPERE: STUDIO DEL FENOMENO E POSSIBILI SOLUZIONI
11 2. QUALE MODELLO? Un modello permeato dai seguenti tre aspetti: 1. La responsabilità, intesa come ruolo deontologico dell assistente sociale che deve impegnare la propria competenza professionale per contribuire al miglioramento della politica e delle procedure dell organizzazione di lavoro. 2. La valutazione, deve emergere con forza questo specifico compito assegnato all assistente sociale anche in questi frangenti e nella gestione di bisogni legati ad emergenze abitative, per meglio leggere le risorse delle famiglie e delle loro reti e per sostenere percorsi di autodeterminazione. 3. L integrazione, come principio che permea il lavoro sociale, particolarmente significativo in questo contesto dove diventa chiave di volta fondamentale saper tenere insieme sguardi, settori, attori e competenze differenti (ufficiale giudiziario, con forze del ordine, con proprietari ).
12 3. QUALI RISPOSTE? SAPER FARE INTERVENTI DI SOSTEGNO ABITATIVO propri del DIPARTIMENTO POLITICHE ABITATIVE: CONTRIBUTO AFFITTO BUONO CASA MORASITA INCOLPEVOLE EMERGENZA ABITATIVA C.A.A.T. BUONO CASA
13 4. CON QUALI RISORSE? INNOVIAMO! UTILIZZO EFFICIENTE DELLE RISORSE MUNICIPALI DISPONIBILI FARE CON EFFICACIA COSE «VECCHIE»
14 D.G.C 154/97
15 ART 7 lettera c)
16 CAMBIO DELL APPROCCIO ALL EROGAZIONE DEI CONTRIBUTI ECONOMICI DGC. 154/97 VALORIZZAZIONE DEL RUOLO DELL ASSISTENTE SOCIALE ELABORAZIONE DEL PROGETTO GLOBALE DI ASSISTENZA COTRUZIONE DI UNA RETE DI RELAZIONI SIGNIFICATIVE CREAZIONE DI UN GRUPPO DI LAVORO STABILE E COLLABORATIVO ATTIVAZIONE DELLE RISORSE INFORMALI PRESENTI SUL TERRITORIO
17 IL PROGETTO INDIVIDUALE CENTRALITA DELLA PERSONA/NUCLEO CODIFICA DEI BISOGNI/DISAGIO IL CONTRIBUTO COME STRUMENTO/AZIONE ATTIVAZIONE DI PROTOCOLLI OPERATIVI RESTITUZIONE AGLI ATTORI COINVOLTI
18 SI PUO FARE!!
19 IL SAPER FARE L ASSSITENTE SOCIALE PROFESSIONISTA MULTIDIMENSIONALE - INTEGRAZIONE TRA RICHIESTE DELL ENTE - ASPETTATIVE DELL UTENZA - PRINCIPI E VALORI DELLA PROFESSIONE
20 CENTRALITA DEL CITTADINO/UTENTE CONOSCERE PROGETTARE REALIZZARE VALUTARE PROGETTARE CON LUI PERCORSI INDIVIDUALIZZATI DI SUPERAMENTO DEL DISAGIO
21 RAPPORTO DI ALLEANZA ATTIVAZIONE DELLA RETE TERRITORIALE
22 PRESA IN CARICO MULTIDIMENSIONALE Sensibilizzazione alla cura di sé Emersione, implementazione e ottimizzazione delle risorse personali Tutoraggio per l autopromozione ed il mantenimento dei livelli di autostima Consulenza e orientamento alla gestione abitativa ed economica MOTIVAZIONE ALLA RICERCA ATTIVA DEL LAVORO
23 Collaborazione con il COL Bilancio delle competenze Supporto nella compilazione del C.V. Valutazione delle aspettative professionali Analisi del percorso formativo/lavorativo
24 Coaching individuale Supporto individuale Gruppi di auto mutuo aiuto
25 STORIE DI SUCCESSO Giovane adulto non conosciuto da altri servizi pubblici Presenta un lieve ritardo cognitivo, disoccupato, in affitto presso l appartamento del condominio, ma da quando gli anziani genitori nel 2012 sono venuti a mancare non paga più l affitto e i condomini avviano la procedura di sfratto. Presa in carico e attivazione della rete di volontariato parrocchiale Mediazione con avvocato e ufficiale giudiziario per il rilascio dell immobile I volontari trovano una stanza in un appartamento, a seguito di contratto di sub affitto viene erogato un contributo 154 adulti inizialmente pari a 1500 fino alla fine del percorso di complessivi 5000 in due anni. Attualmente L. G. ha terminato un corso di formazione come badante, ed è ospite dell anziano a cui fa il badante contribuendo alla spese dell abitazione.
26 Giovane coppia di italiani con figlia di 2 anni Casa con regolare contratto di affitto, pagamento regolare fino alla perdita di lavoro di lui e della gravidanza di lei. Lui pizzaiolo, lei estetista con titolo riconosciuto. Per circa un anno vivono occupando per brevi periodi alloggi, che si sono nel tempo disponibili in zona trullo. Durante l ultimo sgombero con la forza pubblica i vigili informano il magistrato che la coppia non vuole rilasciare l immobile e a giustificazione portavano la presenza del figlio minore. Il magistrato non emette alcun dispositivo in quanto la coppia ritorna sulle proprie posizioni e rilascia l immobile occupato. Preoccupati vengono al servizio per chiedere informazioni sul da farsi. Viste la motivazione della coppia genitoriale strutturiamo un percorso di mediazione sociale in ambito alloggiativo, finalizzato ad una fattibilità economica ed al reperimento di una nuova abitazione in affitto
27 il percorso di inserimento abitativo è stato caratterizzato dalle seguenti fasi: orientamento e accompagnamento sociale, consulenza sui diritti abitativi, supporto nella ricerca di offerte abitative, erogazione del contributo economico finalizzato al pagamento della caparra e delle prime mensilità Dopo il percorso la coppia ha trovato un appartamento in locazione nel comune di Aguillara, pagano regolarmente l affitto, lui ha trovato lavoro come pizzaiolo in un ristorante della zona, lei ha già preso contatti con un centro estetico del territorio e la bambina dall anno prossimo frequenterà il nido di zona.
28 Grazie per l attenzione!
SCHEDA DI MONITORAGGIO
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