Università Kore di Enna SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA. a.a. 2016/17. Prof. Salvatore Impellizzeri LEGISLAZIONE SCOLASTICA QUARTA LEZIONE

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1 Università Kore di Enna SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA a.a. 2016/17 Prof. Salvatore Impellizzeri LEGISLAZIONE SCOLASTICA QUARTA LEZIONE L AUTONOMIA DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE La presente lezione prevede una lettura integrale del DPR 275/99 recante il Regolamento dell'autonomia delle Istituzioni scolastiche L'autonomia, intesa come mezzo e non come fine, significa soprattutto controllo intelligente ed efficace di tutte le variabili, interne ed esterne, che intervengono nel processo di insegnamento/apprendimento, e ottimizzazione di tutte le risorse, comprese quelle umane, che vanno valorizzate per dare risposte positive ai bisogni degli alunni e alle corrette aspettative degli stessi docenti (A. Marra). L autonomia alle istituzioni scolastiche è stata conferita dall art. 21 della legge 59/97 (legge Bassanini), nel quadro più generale del trasferimento di funzioni e compiti dallo Stato alle regioni ed enti locali. Il modello di Stato delineato nella legge 59/97 è il seguente: le strutture centrali di articolazione dello stato esercitano esclusivamente funzioni di indirizzo, promozione, coordinamento e controllo le competenze gestionali esercitate in passato vengono delegate alle istituzioni locali, secondo il principio di sussidiarietà Conseguentemente i modelli organizzativi dell intera pubblica amministrazione, la cui mission è quella di realizzare azioni efficaci coniugate con la trasparenza, la responsabilità e la rendicontabilità di tutti gli addetti ai servizi, si fondano su strutture flessibili. In dette strutture le attività sono frutto della progettualità e della partecipazione responsabile di tutti gli addetti, ognuno

2 per la parte di propria competenza, ma con il fine comune di offrire al cittadino un servizio di qualità. Le competenze dello Stato e delle autonomie locali in materia di istruzione sono disciplinate dal Dl.vo 112/98. Nello specifico, l art. 137 attribuisce alla competenza statale compiti e funzioni concernenti: - i criteri ed i parametri per l organizzazione della rete scolastica nazionale (curricoli, classi di concorso, criteri formazione classi, organizzazione didattica dei due cicli di istruzione, organici ) previo parere della conferenza unificata stato-regioni - la valutazione del sistema scolastico - la determinazione e assegnazione del personale scolastico e delle risorse finanziarie a carico del bilancio dello stato. Invece, l art. 138 delega alle regioni le funzioni: - di programmazione dell offerta formativa integrata tra istruzione e formazione professionale - la programmazione della rete scolastica regionale - il calendario scolastico regionale L art. 139 delega ai Comuni, nel caso del primo ciclo di istruzione, e alle Province, nel caso del secondo ciclo di istruzione, competenze relative: - all istituzione, aggregazione, fusione e soppressione di scuole - ai servizi di supporto organizzativo per gli alunni in situazione di handicap o di svantaggio, - alla sospensione delle lezioni per i casi gravi e urgenti. Si delinea, pertanto, un duplice livello organizzativo: - quello nazionale, che comprende tutti i profili del servizio scolastico finalizzati a fissare standard di qualità dell offerta formativa uniformi sul territorio nazionale; - quello regionale che comprende i profili strettamente legati alle esigenze territoriali. Il DPR 275/99 promulga il regolamento dell autonomia scolastica, emanato ai sensi dell art. 21 della legge 59/97, che riconosce alle istituzioni scolastiche responsabilità organizzative e didattiche in un forte quadro unitario garantito dal ruolo dello stato.

3 L autonomia scolastica è funzionale in quanto ha una funzione specifica: la progettazione e la realizzazione del piano dell offerta formativa con il fine di far raggiungere a tutti gli alunni il successo formativo, all interno di un sistema pubblico sottoposto a regole comuni e generali. Con il regolamento dell autonomia scolastica le scuole svolgono le loro funzioni nel rispetto non solo delle leggi ma anche delle competenze spettanti a soggetti politico-istituzionali, quali regioni, province e comuni. La scuola autonoma inoltre non ha alcuna potestà regolamentare, ovvero il potere di autoregolare la propria azione mediante provvedimenti che non risentano di indirizzi o direttive ministeriali o regionali e che siano valevoli al di fuori del perimetro della comunità scolastica. L autonomia scolastica comporta però una diversa qualità dei rapporti funzionali instaurati con l amministrazione centrale e periferica, MIUR ed uffici scolastici regionali, rapporti che da gerarchici si trasformano in direzionali. Nello svolgimento della sua funzione, la scuola eroga un servizio pubblico che rientra nella categoria dei servizi pubblici essenziali in quanto deve essere erogato in modo continuo per garantire la piena fruizione del diritto all istruzione tutelato costituzionalmente. Gli articoli 4, 5, 6, del DPR 275/99 individuano i settori nei quali viene esercitata l autonomia con il fine di progettare e realizzare gli interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana e al successo formativo coerentemente con gli obiettivi generali del sistema di istruzione: la didattica l organizzazione scolastica la ricerca e la sperimentazione L art. 3 del DPR 275/99 specifica che la progettazione si sostanzia nel piano dell offerta formativa che la scuola predispone con la partecipazione di tutte le componenti e che deve contenere: gli interventi curricolari extracurricolari educativi ed organizzativi adottati in coerenza con gli obiettivi educativi e formativi dei diversi indirizzi di studio fissati a livello nazionale

4 Il POF è il documento fondamentale costitutivo dell identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche ed esplicita la progettazione curricolare, extracurricolare, educativa e organizzativa che le singole scuole adottano nell ambito della loro autonomia Il POF è elaborato dal collegio dei docenti, sulla base degli indirizzi generali definiti dal consiglio di istituto, tenuto conto delle proposte e pareri formulati da genitori e studenti ed è adottato dal consiglio di circolo/d istituto con apposita delibera. Il dirigente scolastico L autonomia scolastica costituisce, quindi, la più importante riforma scolastica, segna lo spartiacque tra il passato e il futuro della scuola italiana, perché disegna sul piano giuridico una scuola non più dipendente dal centralismo burocratico. Questa nuova organizzazione della scuola autonoma richiede una figura di capo d istituto che possa assumere un ruolo di guida, di promozione e che nello stesso tempo assuma le responsabilità giuridico amministrative che sono attribuite dalla legge ai dirigenti dello stato: la funzione dirigenziale. La dirigenza scolastica attribuita ai capi di istituto viene intesa, nelle norme di legge (art. 21, comma 16 della legge 59/97), come l affidamento, nel rispetto delle competenze degli organi collegiali scolastici, di autonomi compiti di direzione, di coordinamento e valorizzazione delle risorse umane, di gestione di risorse finanziarie e strumentali, con connesse responsabilità in ordine ai risultati il dirigente scolastico è il legale rappresentante dell istituzione, è titolare delle relazioni sindacali e organizza il servizio scolastico in termini di efficienza ed efficacia. La presenza di più soggetti con diversi ruoli e diverse tipologie di lavoro, all interno della stessa struttura, richiede che il dirigente scolastico adotti uno stile di direzione finalizzato a suscitare il consenso e la partecipazione responsabile di tutti. La gestione finanziaria della scuola autonoma è funzionale al raggiungimento degli obiettivi didattico-educativi, infatti il bilancio di previsione esistente prima dell autonomia è stato sostituito con il programma annuale, documento contabile elaborato partendo dal POF, secondo le modalità fissate nel decreto interministeriale 44/2001. Il decreto legislativo 80/98 definisce la dirigenza come figura organizzatoria e non come semplice qualifica professionale in quanto, primus inter pares, deve assicurare la legittimità dell azione amministrativa l efficienza dell azione l efficacia dell azione

5 la trasparenza dell azione la qualità del servizio istruzione il coordinamento e la promozione dell attività didattica l esecuzione deliberazioni degli OO.CC. (Organi collegiali: consiglio e collegio) le funzioni di ordine amministrativo Assistiamo quindi ad una progressiva sostituzione del modello gerarchico in senso stretto con quello gerarchico in senso lato, fondato sulla competenza. Riguardo le competenze dei diversi organi di gestione della scuola, l art. 16 D.P.R. 275/99 stabilisce che gli organi collegiali della scuola garantiscano l'efficacia dell'autonomia delle istituzioni scolastiche nel quadro delle norme che ne definiscono competenze e composizione. Il dirigente scolastico esercita le funzioni di cui al decreto legislativo 6 marzo 1998, n. 59, nel rispetto delle competenze degli organi collegiali. I docenti hanno il compito e la responsabilità della progettazione e dell'attuazione del processo di insegnamento e di apprendimento. Il responsabile amministrativo assume funzioni di direzione dei servizi di segreteria nel quadro dell'unità di conduzione affidata al dirigente scolastico. Il personale della scuola, i genitori e gli studenti partecipano al processo di attuazione e sviluppo dell'autonomia assumendo le rispettive responsabilità. Riassumendo, i ruoli nella progettazione del POF sono i seguenti: - Consiglio di istituto: Funzione di indirizzo - Collegio docenti: Funzione propositiva - Azione elaborativa - Dirigente scolastico: organo di gestione dell azione didattico-educativa e dell attività amministrativa e gestionale. Sul piano didattico il regolamento dell autonomia sancisce giuridicamente il passaggio dalla scuola del programma alla scuola del curricolo. L art. 8 attribuisce infatti alle scuole il compito della costruzione del curricolo, ma garantisce l esistenza di un sistema formativo nazionale affidando al

6 ministro il compito di stabilire gli obiettivi specifici di apprendimento relativi alle competenze degli alunni. Il principio educativo della scuola è, dunque, la centralità del soggetto che apprende, con la sua individualità e la rete di relazioni che lo legano alla famiglia e ai diversi ambienti sociali, regionali ed etnici ( ) Occorre garantire l acquisizione di cognizioni e far comprendere la loro importanza. Le cognizioni sono esse stesse durevoli e durevoli ne sono gli effetti in quanto siano proposte in modo che chi apprende ne sia coinvolto, ne percepisca la rilevanza per i successivi studi e per le scelte successive, per costruire il suo progetto di esistenza e, insomma, per poter tornare ad esse e riutilizzarle per tutto l arco della vita. Sono dunque importanti in quanto sappiano essere strumentali rispetto all imparare durevolmente ad apprendere, alla maturazione dell identità personale, all educazione a diventare liberi cittadini e cittadine di una Nazione antica e rinnovata quale è l Italia della Repubblica, il nostro Paese ( ) L obiettivo è quello di favorire un reale successo formativo che consenta a ciascuno secondo le sue vocazioni e le sue possibilità effettive di conseguire non solo e non tanto un titolo di studio, quanto e soprattutto un adeguata capacità di padroneggiare i contenuti dell apprendimento.1 L autonomia didattica (art. 4 del DPR 275/99) consente la flessibilità didattica: - una articolazione modulare del monte ore annuale di ciascuna disciplina e attività - la definizione di unità orarie di insegnamento non coincidenti con l unita oraria di lezione e l utilizzazione degli spazi orari residui nel curricolo obbligatorio - l attivazione di percorsi didattici individualizzati - l articolazione di gruppi di alunni provenienti dalla stessa classe o da classi diverse - l aggregazione delle discipline in aree ed ambiti disciplinari. L autonomia organizzativa (art. 5 del DPR 275/99) consente di: - adattare il calendario scolastico in relazione alle esigenze derivanti dal pof, nel rispetto delle competenze regionali in merito. in nessun caso le scuole possono modificare il numero di giorni di lezione, fissato ogni anno con delibera regionale, ne il termine delle lezioni stabilito a livello nazionale perché legato ad adempimenti quali gli esami di stato del secondo ciclo e la prova 1 T. De Mauro, Indirizzi per l attuazione del curricolo, in G. Cerini, I. Fiorin, I curricoli della scuola di base. Testi e commenti, Napoli, Tecnodid, 2001, pp , 27.

7 nazionale degli esami di stato del primo ciclo che si realizzano nelle stesse date in tutto il territorio nazionale - articolare flessibilmente, rispettandone il monte ore annuale, l orario complessivo del curricolo e delle singole discipline, fermo restando che le lezioni non possono svolgersi in meno di cinque giorni settimanali. L autonomia di ricerca (art. 6 del DPR 275/99) consente di: - progettare ed esercitare l innovazione metodologica e disciplinare - entrare in rapporto, ai fini di implementare le esperienze di innovazione, con altri soggetti, aderendo ad accordi di rete, a consorzi - realizzare ampliamenti dell offerta formativa, singolarmente o in rete o nel consorzio, introducendo discipline e attività facoltative per gli alunni. La creazione di reti di scuole (art. 7 del DPR 275/99) che permettono di promuovere o aderire ad accordi di rete aventi ad oggetto: la ricerca didattica la formazione e l aggiornamento del personale problematiche di tipo amministrativo e contabile l orientamento scolastico e professionale l accordo sulle tematiche didattiche e l aggiornamento e formazione del personale deve essere approvato, oltre che dal consiglio di circolo/d istituto, anche dal collegio dei docenti Le scuole possono partecipare ad accordi anche al di fuori delle tematiche prima indicate, per il coordinamento di attività di comune interesse che coinvolgano, su progetti determinati, più scuole e enti. L art. 16 del regolamento dell autonomia scolastica si occupa del coordinamento delle competenze in quanto la presenza nella struttura scolastica di più soggetti aventi poteri decisionali in particolari materie richiede il loro coordinamento al fine di garantire l efficacia del servizio.

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