CONVEGNO INTERNAZIONALE. VIGILI DEL FUOCO: SOCCORRERE IN SICUREZZA (ROMA, Aprile 2002)

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1 CONVEGNO INTERNAZIONALE VIGILI DEL FUOCO: SOCCORRERE IN SICUREZZA (ROMA, Aprile 2002) OGGETTO: Abstrakt dell argomento preparato dal c.sq. Stefano GRIMALDI - insegnante di Educazione Fisica (ISEF, Università Cattolica di Milano) ed osteopatia (I.S.O. di Milano) -12 anni di servizio presso il Comando dei Vigili del Fuoco di Bolzano LEGGE 626: MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI:ASPETTI SPECIFICI DELLA PROFESSIONE DEL V.d.F. I disturbi acuti e cronici sono assai diffusi tra coloro che devono eseguire lavori manuali. Nell industria è possibile prevedere e organizzare le attività di movimentazione dei carichi in modo adeguato e nel rispetto della salute del lavoratore. Nella gestione delle emergenze tale normativa non può essere sempre seguita e possiamo affermare che: LA PROFESSIONE DEL VIGILE DEL FUOCO PRESENTA SPESSO APETTI IMPREVEDIBILI. IMPIEGA FISICAMENTE LA PERSONA IN ATTIVITÁ CHE, A VOLTE, NON RISPETTANO SUFFICIENTEMENTE LA SALUTE. Presso il Comando dei Vigili del Fuoco di Bolzano questo tema è stato trattato in alcune fasi dell addestramento professionale e ginnico con lezioni teoriche e pratiche. (Visione di slide illustrativi) IL RACHIDE: Cenni di anatomia funzionale. La colonna vertebrale assolve ad un ruolo statico di sostegno e ad una complessa funzione cinetica. Nel rachide sono identificabili unità funzionali sovrapposte; ciascuna di queste è formata da due vertebre adiacenti e dai tessuti interposti. Le unità funzionali si distinguono in due sezioni: anteriore e posteriore. La prima è costituita dal corpo vertebrale e dal disco, l altra dalla coppia di articolazioni che pongono in connessione le due vertebre. SEZIONE ANTERIORE Risponde alla funzione di sostegno e di assorbimento degli stress meccanici. Nel disco intervertebrale il liquido nucleare circondato dall anello fibroso, obbedisce alle leggi fisiche dei liquidi e risulta incomprimibile. La presenza del liquido nucleare impedisce che le sollecitazioni compressive provochino un eccessivo avvicinamento dei corpi vertebrali.

2 Il movimento a dondolo di una vertebra sull altra è reso possibile dallo spostamento avanti o all indietro, con distensione delle fibre dell anulus. La resistenza del rachide agli stress è legata anche alla presenza dei legamenti longitudinali anteriori e posteriori, le cui inserzioni connettono le vertebre tra loro e ne impediscono i movimenti eccessivi. A livello lombare il legamento longitudinale posteriore si restringe gradualmente procedendo verso lo spazio di L5-S1. Il rischio di erniazione risulta pertanto più alto nel tratto lombare. SEZIONE POSTERIORE Risponde alla funzione di mantenimento della stazione eretta, di locomozione e di esecuzione di movimenti più complessi. È costituita dagli archi, dai processi traversi e da quelli spinosi, nonché dalle coppie di articolazioni posteriori e pone le vertebre in reciproca connessione. Le faccette articolari servono soprattutto a dirigere il movimento fra due vertebre adiacenti: esse si comportano come dei binari. Cenni di fisiopatologia. I dischi intervertebrali sono costantemente soggetti a stress: torsioni, compressioni, sollecitazioni di taglio. Nel corso degli anni queste continue sollecitazioni finiscono per influire sfavorevolmente sulla struttura del disco, il quale va in contro così ad alterazioni degenerative progressive; queste possono determinare solo un decadimento delle funzioni del rachide oppure sfociare in manifestazioni francamente patologiche, spesso acute. La degenerazione del disco ha inizio sotto forma di esili fissurazioni tra le fibre concentriche dell anello fibroso e di disidratazione del materiale nucleare che tende a penetrare in tali fissurazioni. La nutrizione del disco, non dotato di vasi propri, avviene per osmosi dai tessuti circostanti. Il mantenimento di una circolazione distrettuale efficiente è garantito da un normale trofismo e da una piena capacità contrattile dei muscoli regionali. Va inoltre rimarcato che ripetuti stress compressivi sul disco (in particolare dovuti a sollevamento di carichi a schiena flessa) possono essere sufficienti a causare microfratture nella cartilagine e nell osso subcondrale dei corpi vertebrali che potrebbero gravemente alterare il meccanismo di nutrizione del disco Esperimenti su reperi anatomici hanno dimostrato che i livelli di compressione sul disco, a cui si verificano le microfratture, sono assai variabili in funzione di caratteristiche individuali, età, sesso. Molteplici studi epidemiologici hanno dimostrato incidenze crescenti di episodi lombalgici in lavoratori sottoposti ai carichi lombari più elevati. Rispetto a carichi lombari inferiori a 250 kg si è visto che l incidenza di lombalgie patologiche è circa 5 volte superiore in coloro che sono esposti a carichi di kg. e 10 volte superiori in coloro che sono esposti a carichi lombari superiori a 650 kg. Esempi di forze compressive sul disco INFERIORE A 250 KG: sollevare 20 kg. a schiena dritta e ginocchia flesse TRA 250 E 650 KG: sollevare 20 kg. a schiena flessa e ginocchia estese SOPRA I 650 KG: trasportare una persona non collaborante da una sedia ad un altra (estrazione da un sedile di una macchina di un ferito non cosciente)

3 Per riassumere, lo stress meccanico sui dischi lombari durante i sollevamenti di carichi dipende: dall entità del peso dalla sua distanza dal corpo dalla modalità di sollevamento (schiena flessa) dalla frequenza di sollevamento LE CURE Farmaci: agiscono generalmente sul dolore e sull infiammazione. Hanno risultati di breve durata, non intervengono sulle cause. Vanno utilizzati nelle fasi di dolore acuto; se ne sconsiglia l uso prolungato, dati i notevoli effetti collaterali indotti. Cure fisioterapiche: agiscono sull infiammazione e sulle contratture muscolari. Non intervengono sulle cause che le hanno determinate; i risultati sono di media durata. La loro efficacia dipende anche dal tipo di malattia e dalla costituzione del paziente. Cure alternative (Chiropratica, Osteopatia, Agopuntura, ecc.): di efficacia non sempre prevedibile; sono anche in rapporto alla competenza professionale dell operatore. Educazione Fisica, Sanitaria e Riabilitazione (difesa e controllo della schiena): intervengono sulle cause meccaniche che sono alla base di molti disturbi del rachide. Le persone vengono coinvolte in prima persona nell assumere atteggiamenti e/o abitudini di vita adatti a proteggere la schiena e nello svolgimento di esercizi di rilassamento, stiramento e rinforzo muscolare. AGENDO SULLE CAUSE DEI DISTURBI SI POSSONO DETERMINARE RISULTAI BENEFICI DI LUNGA DURATA. LA SALUTE DELLA SCHIENA DIPENDE MOLTO DA NOI STESSI: IL LAVORO DEL VIGILE DEL FUOCO PREVEDE SPESSO PESANTI SOLLEVAMENTI LA CUI POTENZIALE PERICOLOSITÀ VA CONTRASTATA CON SPECIFICHE MISURE PREVENTIVE. PER PREVENIRE E CURARE I DISTURBI DEL RACHIDE, PER OTTENERE RISULTATI DI LUNGA DURATA; DOBBIAMO PRENDERCI CURA DI NOI STESSI SEGUENDO I CONSIGLI CHE CI VERRANNO MOSTRATI E MANTENENDO IL CORPO PIÙ EFFICIENTE MEDIANTE UNA CORRETTA E SPECIFICA ATTIVITÀ FISICA. GINNASTICA ADDOMINALE E DORSALE Mantenere un buon trofismo delle masse muscolari permette di stabilizzare e sostenere la colonna vertebrale durante i vari movimenti. Consente anche una buona circolazione sanguigna che influisce positivamente sul nutrimento di tutti i tessuti. Il nostro busto può essere considerato inoltre come due strutture gonfiabili sovrapposte divise tra loro dal diaframma toracico. Queste sono la cavità toracica e quella addominale che permettono di ridurre i carichi sulla colonna se opportunamente utilizzate.

4 Si può infatti aumentare la pressione di queste due cavità principalmente mediante la contrazione della parete addominale e del diaframma mantenendo la glottide serrata (manovra di Valsalva). Questa azione permette di ridurre, in una flessione del busto in avanti, a metà del carico la compressione tra D12 e L1 ( tra la 12 vertebra dorsale e la 1 lombare) e del 30% tra L5 ed S1 (tra la 5 vertebra lombare e la 1 sacrale). Ciò risulta possibile solamente se la muscolatura toracica ed addominale sono in buono stato di allenamento (senza comunque escludere il resto della muscolatura periferica che svolge un importante ruolo di cuore muscolare per impedire ripercussioni sulla circolazione venosa). Precauzioni per la ginnastica addominale e dorsale. Per consentire un buon trofismo dei muscoli addominali e dorsali occorre eseguire degli esercizi che a loro volta potrebbero risultare dannosi se male eseguiti. L anatomia della colonna condiziona la sua funzione e quindi occorre prestare particolare attenzione agli esercizi che interessano distretto in modo da non nuocere.

5 Esercizi addominali. Spesso accade che gli esercizi di irrobustimento addominale vengano erroneamente fatti coincidere con dei movimenti di flesso estensione dell anca. Tale azione viene eseguita utilizzando una importante struttura muscolare chiamata Ileo-psoas, presente simmetricamente ai lati dei corpi vertebrali lombari ed all interno delle fosse iliache e riunita in una unica inserzione sui femori (piccolo trocantere). Tale potente muscolatura traziona le vertebre lombari in avanti aumentandone eccessivamente la loro curvatura. I muscoli addominali e soprattutto i retti hanno invece la funzione di avvicinare lo sterno e le coste al pube fungendo anche da potenti muscoli espiratori. È indispensabile così impedire agli psoas di intervenire nell esercizio con gli effetti indesiderati anzidetti. Ciò lo si ottiene mantenendo una o meglio entrambe le anche flesse durante il movimento di flessione del busto. Esercizi dorsali. Negli esercizi di irrobustimento della muscolatura dorsale ed in particolare di quella paravertebrale è importante evitare compressioni anomale dei dischi intervertebrali. Questo potrebbe avvenire soprattutto in quegli esercizi eseguiti in sala di muscolazione sull apposita panca. Sulla panca non va mai ricercata l iperestensione della colonna lombare in quanto, quando il corpo è allineato orizzontalmente al terreno, i dischi che si trovano caricati assialmente, verrebbero pizzicati dai bordi dei piatti vertebrali. Ciò non accade invece se una moderata iperestensione viene ricercata partendo da una posizione prona a terra dove l allineamento di tutti i segmenti non carica minimamente i dischi scongiurando il rischio di pinzamento.