Perugia, 22 giugno 2012

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1 Sede di Perugia Coordinamento Regionale per l Umbria servizi-idrici@autorita.energia.it Perugia, 22 giugno 2012 Spett.le AUTORITA PER L ENERGIA ELETTRICA E IL GAS Ufficio speciale Tariffe e Qualità Servizi Idrici Oggetto: CONSULTAZIONE PUBBLICA PER L ADOZIONE DI PROVVEDIMENTI TARIFFARI IN MATERIA DI SERVIZI IDRICI OSSERVAZIONI Premessa. 1) Le considerazioni che seguono derivano dalla sola esperienza regionale, in cui operano per il SII tre ATI con gestori del servizio aventio forme societarie a partecipazione interamente pubblica o misto pubblico-privata; 2) Non riteniamo che gruppi di cittadini organizzati debbano trasformarsi in tecnici delle singole materie, ma intendiamo partecipare alla consultazione da comuni cittadini, rispondendo, per quanto riusciamo a comprendere della materia, così come esplicitata nel documento di consultazione; 3) La totale assenza di partecipazione dei cittadini nei processi decisionali in materia di SII, più volte denunciata dalle Associazioni, così come evidenziata dallo stesso Conviri, e rispetto alla quale lo stesso nulla ha fatto, seppur deputato anche alla tutela degli utenti, nasce dalla mancanza di semplificazione ed esplicitazione dei contenuti tecnici propri della materia; primo ed ineludibile passo verso una reale partecipazione. Ad esempio, ci permettiamo di osservare la maggiore efficacia del documento di consultazione di codesta spettabile Autorità in termini di comunicazione del suo contenuto e della qualità delle risposte, qualora accompagnato da una sorta di glossario di approfondimento, esplicativo di talune espressioni o concetti di non immediata percezione. Pensiamo ad esempio alla proposizione di cui al punto 5.13 regole di unbundling. RISPOSTE Q1. A quanto evidenziato, si aggiunga: 1) la carenza di informazioni accessibili ed esaustive sui soggetti competenti all effettuazione dei controlli della qualità dell acqua e i risultati degli stessi; 2) Necessità di creazione di strumenti di controllo della qualità dell acqua che esce dai rubinetti; 3) Mancanza di indennizzi per il mancato rispetto degli standard di qualità dell acqua potabile (si pensi ai casi di presenza di arsenico e alla necessità di ricorso al Tar per tutelare i diritti degli utenti); 4) Conflitto di interessi tra gli Ato/i composti dai sindaci/comuni appartenenti all ambito e le società partecipate, che vedono i comuni come azionisti, quindi gli stessi soggetti che nello stesso tempo sono i controllori e i controllati, che da un lato devono tutelare gli utenti e 1

2 dall altro spesso, per motivi di bilancio dei loro comuni, fanno pressioni sul gestore perché incrementi gli utili; 5) Mancanza di trasparenza sulle decisioni ed attività svolte dagli Ati/o; 6) Impossibilità da parte degli Ati oltre che dei cittadini di conoscere i reali bilanci e costi dei gestori, con conseguente riflesso negativo sui Piani finanziari da redigersi a cura degli Ato/i Su questo aspetto già a suo tempo si pronunciò il Coviri (poi Conviri); 7) Mancanza totale di informazioni accessibili agli utenti sull attività di controllo del corretto operato dei gestori e sugli investimenti realizzati; 8) Incameramento della remunerazione del capitale ante-referendum da parte dei gestori spesso sganciate dalla realizzazione effettiva dei piani di investimento; 9) A proposito di impianti di depurazione. Assoluta mancanza di traccia e informazioni sui fondi vincolati presso gli Ato/i costituiti dai canoni di depurazione corrisposti dagli utenti ante sentenza della Corte costituzionale e spesso utilizzati ad altro fine (ad es. per altri impianti), in violazione di legge; 10) Impossibilità di realizzare con investimenti privati le infrastrutture del SII, così come risulta dai rapporti della stessa Federutility; 11) Inapplicabilità della logica del profitto tipica della forma SPA nel SII. Q3. Le priorità di investimento ci sono in parte imposte dall Europa, vista la procedura di infrazione in atto, con riferimento alla mancanza di impianti di depurazione in molte regioni italiane in linea con gli standard definiti dalla legge. II priorità: riduzione drastica delle perdite di rete; Q4. come detto sopra, le pianificazioni di investimenti effettuate a livello dei singoli Ato/i sono state disattese. Il vecchio sistema non consente di rispettare le pianificazioni e i controlli sulla loro realizzazione sono risultati inadeguati; Q6. sulla base del quadro illustrato e dei risultati referendari non vi è dubbio che il modello migliore sia un modello di forte impronta pubblica e locale e ampiamente partecipato dai cittadini. Un sistema di sostegno agli investimenti è quanto mai utile e necessario, previo approfondimento delle sue dinamiche; Q7.la programmazione degli investimenti prioritari evidenziati più sopra va fatta sulla base di una programmazione nazionale e con la creazione di uno specifico fondo nazionale, alimentato dalla fiscalità generale, seppure con gli opportuni correttivi che impegnino ciascuna comunità locale a perseguire comportamenti virtuosi, con sistemi di premialità e penalità, secondo il principio internazionale chi più inquina più paga, ma ciò non vuol dire scaricare sulle comunità locali le incapacità di programmazione degli amministratori locali; Q8. risorse dalla fiscalità generale e introduzione di tasse di scopo, ma niente componenti occulte in tariffa; Q9. Criticità: 1) mancanza di trasparenza contrattuale: utilizzo di contratti per adesione che contengono poche disposizioni, limitandosi a richiamare i regolamenti definiti dalle Autorità d ambito, senza produrne alcuna copia; 2) presenza di clausole vessatorie. Esempio: caso che mdc-umbria ha già da tempo segnalato a codesta spettabile Autorità, in merito alla nuova competenza in materia di clausole vessatorie, in tema di deposito cauzionale e suo adeguamento (di fatto un incremento tariffario occulto); 3) tendenza del Gestore privato ad imputare alle Autorità l unica responsabilità in materia di disciplina del SII, negando natura di contratto normativo, al contratto concluso dall utente con il gestore, con la conseguenza che l utente, secondo l interpretazione del gestore, per tutelare i propri diritti, dovrebbe agire dinanzi al Tar, anziché nei confronti del Gestore; 4) scarsa ed inefficace comunicazione sui diritti degli utenti, anche in termini di standard di qualità e indennizzi; 5) modifiche unilaterali del contratto all insaputa dell utente e con impossibilità di recesso, stante l esercizio dell attività di gestione del SII secondo la forma del monopolio naturale; 2

3 Interventi a tutela: 1) elaborazione di standard di qualità e misure d indennizzo uniformi a livello nazionale, come per gas ed elettricità; 2) elaborazione di strumenti di controllo più efficaci di quelli attuali, rispetto all operato dei gestori; 3) creazione di uno sportello presso l Autorità, simile allo Sportello per il consumatore di energia; 4) evidenziare nelle carte del servizio ed anche nei contratti i diritti dell utente in termini di qualità della risorsa idrica e di controllo della stessa; Q10. Come detto, agli utenti né al momento della stipula dei contratti né successivamente viene data alcuna informazione sulle condizioni di contratto né tanto meno viene consegnata la Carta dei servizi. Priorità: 1) creazione di una carta dei servizi standard e uniforme sul piano nazionale; 2) comunicazione in bolletta, almeno una volta all anno, dei principali contenuti della carta compresi gli indennizzi; 3) inserimento nella Carta dell indicazione dei criteri di determinazione della tariffa; Q11. Non abbiamo le nozioni tecniche necessarie per fare valutazioni, ma certamente sottolineiamo la totale mancanza di trasparenza di un sistema tariffario necessariamente complesso, ma che non rende chiare le reali componenti tariffarie; Q12. La metodologia tariffaria deve necessariamente essere unica per tutto il territorio, al pari, come visto, degli standard di qualità del servizio. Il tutto evidentemente con gli opportuni correttivi, qualora, per motivazioni che, allo stato, non appaiono individuabili, l applicazione di una determinata metodologia dovesse dar luogo a risultati iniqui; Q13. 1) in applicazione del risultato referendario, occorre immediatamente eliminare il 7% della remunerazione del capitale, tuttora persistente. Si vedano per l Umbria, le delibere in tal senso degli Ati 1, 2 e, violative della legge vigente; 2) inoltre, per quanto ci è dato di valutare nell elencazione di cui ai punti 5.13 e 5.14: - migliorare il sistema di individuazione dei costi e il metodo contabile sotteso; - obbligo di aggiornamento dei piani e recupero di quanto ricavato dal gestore come remunerazione del capitale in presenza di investimenti non realizzati; - inserire criteri di parametrazione del corrispettivo del servizio alla qualità della risorsa e del servizio; - applicazione del principio chi inquina paga, soprattutto per le attività industriali, agricole e commerciali; - adeguamento obbligatorio in caso di scostamenti significativi tra volumi erogati e volumi attesi; Q14. si concorda con gli obiettivi formulati, con le seguenti precisazioni. Quando si parla di investimenti infrastrutturali, si ricorda la posizione già più sopra espressa: per interventi sulla rete volti al suo ammodernamento e alla drastica riduzione delle perdite di rete, si ritiene che debba intervenire lo Stato, con apposito fondo, costituito da risparmi di spesa in altri settori e dalla fiscalità generale, che dia conto come per le infrastrutture stradali in maniera trasparente degli interventi effettuati e delle risorse impiegate. Inoltre, in ordine agli altri interventi, quali gli impianti di depurazione o quanto altro vada a costituire il patrimonio infrastrutturale di un determinato territorio, si ritiene più utile e trasparente l inserimento di tasse di scopo, condivise dalla popolazione. Difficile garantire con forme diverse la necessaria trasparenza e il controllo sociale sul corretto operato di istituzioni e gestori; Q15. Si, se non altro in quanto vanno nell ottica di un controllo maggiore e più efficace sul corretto operato dei gestori e del superamento della forte criticità attuale, già indicata, dell accessibilità alla reale situazione economica e patrimoniale dei gestori oltre che dei costi dallo stesso dichiarati, che finisce per falsare l attività di programmazione; 3

4 Q16. Non siamo in grado di valutare approfonditamente, ma il periodo transitorio dovrà essere più breve possibile; Q17. Sulla base dell esperienza locale, daremmo ai tre capisaldi indicati al punto 5.22 l ordine che segue: 1) tenuta dei conti secondo procedure che ne garantiscano il riscontro contabile, la tracciabilità e la pertinenza; 2) qualità del servizio; 3) regolazione tariffaria; Q18. Non sappiano rispondere e non sta a noi farlo, ma riteniamo che il settore vada quanto prima uniformato; Q19. Tale sistema regolatorio prevede la preparazione delle risorse umane addette al sistema e si adatta meglio a quei territori in cui si sono già fatti percorsi verso efficienza, trasparenza, contenimento delle tariffe ecc. Riteniamo che occorrerà maggiore supporto per le realtà più arretrate; Q20. Realizzazione di impianti e ricerca in merito al recupero delle acque piovane e a sistemi di risparmio della risorsa idrica e riciclo sia per imprese che utenze domestiche; Q21. Si, ma occorre rendere i sistemi trasparenti e darne conto all utente; Q22. Si preferisce la seconda possibilità descritta al punto 6.10, in quanto l Autorità è garante di maggiore competenza e trasparenza e condividendo la valutazione secondo la quale in tal modo si favorisce l introduzione di una regolazione incentivante omogenea sul territorio nazionale; Q23. la ricognizione degli impianti esistenti e delle opere da realizzare, nonché la loro programmazione; Q24. Si, nella sostanza, ma con meccanismi di garanzia che il costo pianificato sia quanto più vicino al costo reale dell investimento, in modo che eventuali scostamenti soprattutto verso l alto siano situazioni del tutto eccezionali. Il tutto fermo restando quanto già detto in merito agli investimenti prioritari; Q25. resistenze da parte di Comuni che non ne hanno sinora riconosciuto l autorità; Q26. controlli a campione il più possibile estese e ispezioni; Q27 e 28. Si ritiene che gli ambiti debbano essere ridefiniti laddove necessario secondo il criterio dei confini idrografici e nell ottica di una più razionale gestione della risorsa idrica e che le soluzioni tampone debbano essere adottate solo transitoriamente. Si ritiene altresì che si debba muovere verso l obbligatorietà dell applicazione della medesima tariffa per la medesima tipologia di cliente finale e a parità di servizio offerto; Q29. Si; Q31. Probabilmente si, ma con obbligo di trasparenza delle relative procedure e risultati e purché soggette a controllo dell Autorità; Q33. Si ritiene che i parametri da utilizzare in materia debbano essere quanto più possibili in linea con i dati reali e che debba essere fortemente ridotto ogni utilizzo di sistemi forfettari; Q34 e 35. Non sappiamo rispondere; Q35. Si, purché anche le interconnessioni siano utilizzate in un ottica di efficienza e operino opportuni sistemi di controllo per evitare utilizzi strumentali dei sistemi atti a garantire profitti ingiustificati; Q36. la remunerazione del capitale è venuta meno, pertanto, siamo contrari ad ogni meccanismo che la riproponga sotto qualunque forma. E ben evidente che per i contributi pubblici a maggior ragione non vi possa né debba essere alcuna forma di remunerazione; Q riteniamo che il sistema così come tracciato, nonché i meccanismi già positivamente sperimentati in altri settori possano essere utilizzati anche nel SII, ma sempre con la premessa di cui al punto precedente. Positiva in termini di trasparenza ed aderenza alla realtà effettiva della distinzione tra le varie forme di finanziamento; Q51. Si. Q52. Si. Depurazione e impianti per eliminazione delle gestioni in deroga; Q53 e 54. Si; Q55. Si; 4

5 Q56. Riteniamo che, se fattibile, la validazione debba essere effettuata dall Autorità; ciò sarebbe di maggiore garanzia per gli utenti; Q58. Si; Q59. Si, con sempre maggiore peso della quota variabile, sia nell ottica di stimolare l uso razionale della risorsa che di spingere il Gestore verso l abbattimento dei costi del servizio; Q60. Si. Anche qui al fine di incentivare l uso razionale della risorsa, l adozione di impianti di riciclo e di risparmio, soprattutto da parte delle imprese; Q61. Le due categorie attualmente esistenti, condividendo la creazione di sottocategorie all interno dei clienti non domestici, proprio al fine di attuare il principio chi inquina paga ed incentivare così le imprese ad adottare propri sistemi di riduzione dell inquinamento, favorendo quelle più virtuose; Q62. Non sappiamo rispondere. Q63. Riteniamo che essendo l acqua una risorsa essenziale alla vita, a ciascun utente debba essere garantito il minimo vitale. Ovviamente il minimo vitale va garantito ai clienti domestici residenti; Q64. Il livello di consumo vitale minimo dovrà essere quello definito da organismi internazionali competenti, come l OMS; Q65. Siamo favorevoli a sistemi di agevolazione per utenti disagiati e famiglie numerose, in primis, quelle disagiate, con un sistema ISEE su base regionale, visti i diversi costi della vita nelle diverse aree del territorio nazionale; Q66. Concordiamo con la gradualità, ma la durata del periodo transitorio andrà stabilita con riferimento al livello di discontinuità nei valori tariffari; Q67. mancanza di contatori anche laddove la normativa da anni ne prevede l installazione e mancanza di esatta misurazione dei reflui; Q69. Si, purché si garantisca l indipendenza del terzo e si contemperi anche l esigenza del contenimento dei costi; Q70. Mappatura dello stato del servizio e modifiche delle convenzioni; Q71. Si; Q72. Si. Si fa presente che per esperienza della Scrivente, i gestori locali utilizzano un sistema tariffario a fasce con attribuzione dei consumi pro-die. Spesso gli utenti lamentano l iniquità di tale sistema in quanto lo stesso comporterebbe una ripartizione dei consumi per fasce nei singoli periodi che sarebbe più onerosa rispetto ad una ripartizione per fasce della totalità dei consumi annuali.molti utenti invece ignorano tale criterio di ripartizione. Riteniamo essenziale che lo stesso sia sottoposto al controllo di correttezza di codesta spettabile Autorità e che il criterio sia esplicitato in fattura; Q73. Indicazione del consumo medio giornaliero, come per l elettricità, e del consumo del periodo; Q74. Si; Q75. Si; Q76. Si; Q77. Si; Q78. Si se ciò è essenziale per il contenimento del periodo transitorio e per evitare aggravi eccessivi agli utenti; Q85. Sarebbe meglio stabilire meccanismi di controllo e non lasciare alla sola certificazione; Q91. Si. L esito referendario sarebbe vanificato se non si consentisse la sua attuazione alle Convenzioni in essere ed è peraltro del tutto legittimo trattandosi di modifica della normativa vigente. f.to Il presidente Avv. Cristina Rosetti 5

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