INTELLIGENZA. Lezione 2. Spagnoletti Maria, Stella 2018/19

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1 INTELLIGENZA Lezione 2 Spagnoletti Maria, Stella 2018/19

2 Intelligenza Capacità di apprendere dall esperienza e impegnarsi con successo nella soluzione dei problemi e nel ragionamento astratto Attività mentale diretta all adattamento intenzionale ai contesti del mondo reale rilevanti per la propria vita e alla selezione e alla costruzione di essi (Sternberg, 1985) Capacità di comprendere il mondo, pensare razionalmente, usare con efficacia le risorse disponibili in caso di difficoltà

3 Intelligenza Definire l intelligenza non è un compito facile, il rischio di cadere nei luoghi comuni è elevato, infatti il concetto di intelligenza fa riferimento a molteplici funzioni mentali ed è sensibile alle differenze interculturali.

4 Intelligenza Attualmente il concetto di intelligenza fa riferimento in termini generali alla capacità umana di ragionare in termini astratti e concreti, possedere abilità logica e competenze verbali, saper assumere rapidamente delle decisioni quando richiesto dall ambiente, stabilire adeguate relazioni sociali, comprendere le proprie emozioni, i propri bisogni e motivazioni così come quelli degli altri. Prendendo a prestito la cultura occidentale piuttosto che orientale, l enfasi su alcune capacità o abilità è data anche da aspetti contestuali e culturali. Comunque la capacità di comprendere il mondo, pensare razionalmente e usare con efficacia le risorse disponibili in caso di difficoltà, riassume sinteticamente il costrutto di intelligenza.

5 Intelligenza Ricerca di Snyderman e Rothman (1987) Concetto di intelligenza: Ai livelli più alti della gerarchia vi è la capacità di pensiero astratto, di apprendimento e di risoluzione di problemi, le abilità di calcolo, la memoria, la velocità di elaborazione, il linguaggio, l adattamento all ambiente e il pensiero divergente, la motivazione al successo, la presenza di scopi e obiettivi, l adeguato funzionamento dei sensi. Fattore unitario o insieme di più fattori parzialmente indipendenti? Oppure componenti dimensionali in cui ogni dimensione è una intelligenza a sé?

6 Esistono diversi tipi di intelligenza? Esistono diversi tipi di intelligenza? Intelligenza fluida e cristallizzata I fattori dell intelligenza Le intelligenze multiple di Gardner L elaborazione delle informazioni e intelligenza Intelligenza pratica ed emotiva

7 Teorie sull intelligenza UNITARIE GLOBALI MATURATIVE MULTIPLE GERARCHICHE COGNITIVISTE Teoria del fattore g Torie dell'età mentale Teoria delle intelligenze multiple Teoria fattoriale a livelli working memory matrici di Raven Prove piagettiane Scala Wechseler Stanford-Binet Test di abilità primarie Batterie di intelligenza valutazione neuropsicologica

8 Teorie sull intelligenza Nella letteratura scientifica rintracciamo diverse teorie dell intelligenza, una prima suddivisione è tra teorie esplicite e teorie implicite (Sternberg, 1987, 2000). All interno delle teorie esplicite si collocano le teorie cognitive e quelle differenziali.

9 I fattori dell intelligenza Alcune delle prime teorie ipotizzavano che alla base dell intelligenza ci fosse un singolo fattore generale di abilità mentale. L analisi fattoriale fu il metodo statistico utilizzato per acquisire informazioni sulle abilità fondanti il costrutto di intelligenza. L analisi fattoriale permette inoltre una riduzione della complessità del numero di fattori che spiegano un fenomeno.

10 Il fattore g Il fattore generale di intelligenza fattore g (Spearman, 1927): Unico e generico fattore di abilità mentale responsabile di qualsiasi manifestazione di intelligenza, che veniva misurato in sede di verifica Teorie più recenti concepiscono l intelligenza come un concetto multi-dimensionale

11 Attitudini intellettive primarie Successivamente Thurstone (1938) contestò l ipotesi di una intelligenza generale (fattore g) proponendo l esistenza di diversi fattori che definì attitudini intellettive primarie (PMA). Primary Mental Ability (PMA): Abilità numerica Visualizzazione spaziale Memoria Ragionamento Fluidità verbale Comprensione verbale

12 Guilford (1982), seguendo sempre l approccio fattoriale, organizzò le capacità mentali secondo tre assi: Operazioni (cognizione, memoria, produzione divergente, produzione convergente, valutazione) Contenuti (figurale, simbolico, semantico, comportamentale) Prodotti (unità, classi, relazioni, sistemi, trasformazioni, implicazioni)

13 Intelligenza fluida e cristallizzata Negli anni Sessanta sono stati distinti due tipi di intelligenza: quella fluida e quella cristallizzata. Semplificando l intelligenza fluida indica un tipo di intelligenza generale, quella cristallizzata riflette la cultura nella quale una persona cresce Intelligenza fluida: Riflette le capacità di elaborazione delle informazioni, il ragionamento, la memoria Intelligenza cristallizzata: Accumulo di informazioni, abilità e strategie che le persone apprendono attraverso l esperienza e che applicano nelle risoluzioni di problemi

14 Elaborazione delle informazioni Le prime (teorie cognitive) dette anche teorie dell elaborazione dell informazione si pongono l obiettivo di individuare e indagare i processi mentali che contribuiscono all esecuzione di un compito cognitivo. Le differenze individuali, secondo le teorie cognitive, sono dettate da una serie di variabili di tipo cognitivo collegate ai processi di elaborazione.

15 Elaborazione delle informazioni Questo approccio invece di concentrarsi sulla struttura dell intelligenza o su i contenuti e le dimensioni della stessa, esamina i processi coinvolti nella produzione di comportamenti intelligenti ( Sternberg et al.) Nel modello dell intelligenza di Sternberg (2002;2005) si evidenziano tre sottoteorie dell intelligenza: 1. La sottoteoria delle componenti 2. La sottoteoria dell esperienza 3. La sottoteoria di contesto

16 Elaborazione delle informazioni Nella sottoteoria delle componenti rientrano i meccanismi di base di elaborazione delle informazioni, ossia processi come la capacità di pianificare e valutare le informazioni per risolvere un problema, oppure i processi di performance che includono la scelta di strategie di risoluzione. La sottoteoria dell esperienza valuta come l esperienza individuale può incidere sulla facilità di risoluzione di un compito in considerazione delle maggiore o minore familiarità con il compito stesso. Infine la sottoteoria di contesto esplora la relazione tra l ambiente esterno e l intelligenza individuale.

17 Gardner: le intelligenze multiple Esiste un minimo di 8 diversi tipi di intelligenza, relativamente indipendenti l uno dall altro (Gardner, 2000) Ciascun tipo di intelligenza è legato a sistemi neurologicamente indipendenti a livello cerebrale 1.Intelligenza musicale 2.Intelligenza corporeo-cinestetica 3.Intelligenza logico- matematica 4.Intelligenza linguistica 5.Intelligenza spaziale 6.Intelligenza interpersonale 7.Intelligenza intrapersonale 8.Intelligenza naturalistica

18 Gardner: le intelligenze multiple Secondo Gardner ogni persona possiede gli otto tipi di intelligenza individuati, ma il grado con si esprimono varia da un individuo all altro. Gardner considera inoltre l esistenza di altri tipi di intelligenza, per esempio l intelligenza esistenziale. Il concetto di intelligenze multiple ha portato allo sviluppo di test di intelligenza in cui più di una risposta può essere corretta.

19 Intelligenza pratica Sternberg inoltre affermò che il tipo di intelligenza più utile è l intelligenza pratica: Un tipo di intelligenza legato ad un successo generale nella vita Si acquisisce principalmente attraverso l osservazione del comportamento altrui I test che valutano l intelligenza pratica misurano la capacità di applicare principi generali per risolvere problemi quotidiani

20 Intelligenza emotiva L intelligenza emotiva è un insieme di abilità che sono alla base del giudizio accurato e della valutazione delle emozioni proprie e altrui. È alla base dell empatia verso gli altri, dell autocoscienza e delle abilità in ambito sociale. Secondo Goleman (1995) regola l abilità di stare bene con gli altri, fornendo una comprensione di ciò che gli altri sentono e sperimentano permettendo una risposta adeguata.

21 Intelligenza emotiva Mayer e Salovey (2004) descrivono 4 componenti dell intelligenza emotiva: 1) riconoscere, valutare ed esprimere con accuratezza le emozioni proprie ed altrui 2) Accedere e generare emozioni in quanto facilitatori del pensiero 3) Comprendere ed analizzare le proprie emozioni 4) Regolare le emozioni

22 Teorie sull intelligenza Si aggiungono nel frattempo alle precedenti altre posizioni, che mantenendosi nell area psicometrica, hanno ulteriormente articolato il panorama delle concettualizzazioni dell intelligenza. Alcune tesi di tipo più eclettico e globalistico, approcciano con il funzionamento intellettivo senza prendere una vera posizione nel dibattito teorico, limitandosi ad individuare le funzioni più rappresentative per la valutazione dell intelligenza (Binet, Simon, Terman e Merrill, Wechsler) ma sottraendosi alla richiesta di spiegare l intelligenza.

23 Teorie sull intelligenza Negli ultimi decenni sono state formulate nuove ipotesi (per una visione esaustiva vedi C. Cornoldi, 2007) sui meccanismi cognitivi dell intelligenza. Il punto di vista del cognitivismo moderno si orienta verso l idea secondo la quale una serie di principi strutturali sottostanno ai meccanismi coinvolti nelle diverse abilità. Questi meccanismi quali velocità di elaborazione, memoria di lavoro, attenzione controllata, promuovono e spiegano il funzionamento intellettivo.

24 Valutare l intelligenza Vista la varietà di teorie nate nel tentativo di spiegare un concetto così complesso, non sorprende che la misurazione dell intelligenza si sia rivelata davvero articolata. I primi tentativi si rivelarono inoltre errati in quanto basati su principi semplicistici e fuorvianti. Tra questi singolare è la risposta formulata da Galton ( ).

25 Francis Galton ( ) Ipotizza una naturale superiorità intellettuale nelle persone dell alta società, dimostrando che l intelligenza è un fatto ereditario Misura e forma della testa (fatti ereditari) avrebbero una relazione diretta con la grandezza del cervello, e quindi con l intelligenza Il merito principale di Galton fu pensare che ci potesse essere un modo oggettivo di quantificare e misurare l intelligenza

26 Binet e lo sviluppo dei test Dopo Galton i primi veri test di intelligenza furono formulati dallo psicologo Alfred Binet ( ) L ipotesi di partenza di Binet era che se è vero che la prestazione in determinati compiti o prove migliora con l età cronologica o fisica, la prestazione può dunque essere presa come distinguo tra persone più e meno intelligenti all interno di una determinata fascia d età. Sulla base della formulazione dei test per misurare il livello intellettivo nasce il concetto di età mentale, ossia il livello di sviluppo dei soggetti che raggiungono una particolare prestazione in un test

27 Il quoziente di intelligenza Una elaborazione successiva (Stern e Terman) dei test di Binet condusse all individuazione di un nuovo indice conosciuto come quoziente di intelligenza (QI)

28 Il quoziente di intelligenza Il Quoziente di Intelligenza (QI) Risultato che tiene conto dell età mentale e cronologica di un individuo: QI = MA / CA X 100 dove MA sta per età mentale e CA per età cronologica Nonostante i principi fondamentali per il calcolo di un QI siano ancora ritenuti validi, oggi questi risultati sono considerati in modo diverso e vengono definiti come QI di deviazione.

29 Scala di Intelligenza Stanford-Binet Giunto ora alla quinta edizione, il test consiste in una serie di voci che variano di natura a seconda dell età della persona esaminata L esame è orale: ad esempio viene chiesto ai bambini di ricopiare immagini o rispondere a domande su attività quotidiane, mentre gli adulti devono risolvere analogie, spiegare proverbi, descrivere le somiglianze esistenti tra gruppi di parole. L esaminatore comincia l indagine con domande sufficientemente allineate all età mentale del soggetto, aumentando man mano il livello di difficoltà delle domande.

30 Attualmente quando parliamo di Quoziente di Intelligenza facciamo riferimento al QI di deviazione

31 Il QI di deviazione Il QI di deviazione corrisponde alla posizione occupata da un soggetto, nelle prestazioni fornite in un test di intelligenza, rispetto ad una popolazione definita «normale» avente la stessa fascia di età cronologica. Le prestazioni fornite dal gruppo di riferimento sono coerenti con quelle previste da una curva normale con media 100 e deviazione standard diversa a seconda dei test utilizzati. Le differenze o deviazioni, tra ciascun risultato e quello medio (100) permettono di individuare il quoziente del singolo individuo. Le deviazioni sono calcolate con l aiuto di tecniche statistiche in considerazione delle differenze tra ciascun risultato ottenuto dal singolo soggetto, rispetto al dato medio ottenuto dalla popolazione di riferimento indagata (con riferimento alle fasce d età).

32 Il QI di deviazione Il test di QI ideati a D.Wechsler hanno media 100, ogni deviazione è corrispondente a 15

33 WAIS-IV Individua quattro differenti indici che contribuiscono al calcolo del Quoziente Intellettivo Totale (QIT): - Indice di comprensione verbale (ICV) - Indice di ragionamento percettivo (IRP) - Indice di memoria di lavoro (IML) - Indice di velocità di elaborazione (IVE) Esempi di prove a) Informazione b) Comprensione c) Aritmetica d) Somiglianze e) Simboli e cifre a) Chi ha scritto Tom Sawyer? c) 3 donne si dividono equamente 18 palle da golf. Quante palle da golf riceve ognuna? f) L esaminando deve decidere quale di queste 5 possibilità può sostituire il punto di domanda e completare la sequenza f) Ragionamento con matrici g) Disegno con blocchi (cubi)

34 Test legati all intelligenza Test di profitto Test ideato per determinare il livello di conoscenza di una persona in un area d interesse specifica Si concentra sul materiale specifico acquisito da un individuo Test attitudinali Ha l obiettivo di predire la capacità di una persona in uno specifico campo di lavoro SAT, ACT

35 Criteri di utilità dei test Attendibilità Un test è utile se fornisce misurazioni coerenti. Un indice di coerenza è l attendibilità alla riapplicazione (test-retest reliability), ossia il grado in cui ci si può aspettare che una persona sottoposta ad un test più di una volta ottenga lo stesso punteggio Validità Un test è valido quando misura quello che deve misurare. La validità di un test può essere misurata sulla base della concordanza tra il punteggio ed un criterio esterno

36 Definire gli estremi dell intelligenza Il ritardo mentale Soggetti dotati di una particolare intelligenza Esplorando la diversità: natura, educazione e QI Intelligenza ed ereditabilità

37 Ritardo mentale Disturbo caratterizzato da significative limitazioni sia delle funzionalità intellettuali sia del comportamento di adattamento che coinvolge abilità concettuali, sociali e pratiche (AAMR, 2002) Incidenza: nei soli Stati Uniti colpisce dall 1 al 3% della popolazione Ritardo lieve: tra i 55 e 69 punti nei test di QI Ritardo moderato: tra i 40 e i 54 punti Grave ritardo: tra i 25 e i 39 punti Ritardo profondo: al di sotto dei 25 punti

38 Cause del ritardo mentale Cause di tipo biologico: rappresenta quasi 1/3 dei casi (sindrome di Down, sindrome fetale da alcol) Anomalia nella struttura del cromosoma Ritardo familiare: mancanza di evidenza di deficit biologici ma storia di ritardo nella famiglia

39 Soggetti dotati di particolare intelligenza Individui tra il 2 e il 4% della popolazione che raggiungono risultati di QI superiori ai 130 punti Persone adattate, di successo, in grado di fare la maggior parte delle cose meglio delle persone comuni

40 Differenze individuali di intelligenza Contesto ed esperienza di una persona sono potenziali fattori di influenza del risultato nei test di QI. È stato infatti riscontrato che membri di gruppi culturali o etnici specifici raggiungono solitamente risultati più bassi rispetto a membri di altri gruppi

41 Un test di QI culturalmente equo prevede domande basate su esperienze comuni a tutte le culture comprende più voci che non richiedono l uso del linguaggio Il tentativo di costruire un test di QI culturalmente equo risulta molto difficile, dal momento che esperienze passate, abitudini, valori esercitano quasi sempre un influenza sulle risposte.

42 Ereditabilità In generale, l intelligenza dimostra una grande percentuale di ereditabilità Rappresenta un metro di giudizio per stabilire quanto una caratteristica sia legata alla genetica, a fattori ereditari

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