Disabilità STATO DI FUNZIONAMENTO ALTERATO RISPETTO A QUELLO TIPICO
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- Roberta Bini
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2 Disabilità STATO DI FUNZIONAMENTO ALTERATO RISPETTO A QUELLO TIPICO
3 Il funzionamento umano può essere valutato prendendo in considerazione 5 dimensioni Abilità intellettive Comportamento adattivo Salute Partecipazione: coinvolgimento nelle esperienze quotidiane Contesto: fattori ambientali e personali
4 Le funzioni cognitive che si definiscono con l espressione abilità intellettive sono Ragionamento Pianificazione Soluzione dei problemi Astrazione Comprensione di idee complesse Apprendimento dall esperienza
5 Criteri per effettuare una diagnosi di disabilità intellettiva Funzionamento intellettivo sotto la media (Q.I. < 70) Deficit o compromissione del funzionamento adattivo (legato allo standard di età, ambiente e cultura). Esordio prima dei 18 anni
6 Gradi per classificare il Q.I. nel R.M. Lieve (Q.I. compreso tra i fino a 70): sviluppa nel periodo prescolare soddisfacenti capacità sociali e comunicative con lieve compromissione nelle aree psicomotorie. Pensiero aderente al concreto. Moderato (Q.I. compreso tra i a 50-55): la maggior parte acquisisce capacità comunicative durante la fanciullezza e traggono giovamento da trattamenti riabilitativi. Sviluppano capacità di autonomia nella cura della propria persona con moderata supervisione. Grave (Q.I. compreso tra i a 35-40): linguaggio gravemente compromesso e limitato a richieste di soddisfacimento di bisogni primari. Attraverso addestramento possono apprendere le elementari attività di cura della propria persona. Gravissimo (Q.I. inferiore ai 20-25): è presente una marcata compromissione funzionale che richiede continua assistenza, non oltrepassa un età mentale di 2 o 3 anni e può avere alterazioni relazionali importanti.
7 Per effettuare una diagnosi è necessario valutare inoltre le capacità di adattamento e il ruolo dell ambiente che può mitigare o accentuare le difficoltà dell individuo. Altra situazione da non sottovalutare sono le problematiche affettive e sociali
8 Causa del ritardo mentale Genetico (5%) Alterazioni prenatali (tossiche/infettive), perinatali (emorragie/ischemie), postnatali(infiammatorie/tossiche/traumatiche) Influenze ambientali (mancanza di accudimento e stimolazioni verbali/sociali) Altri disturbi mentali (disturbi generalizzati dello sviluppo) Per il 30/40% dei casi non è possibile identificare una causa precisa
9 Strumenti di valutazione WISC-IV (6-16 anni) WAIS-IV (16-90 anni) Scala Laiter (in assenza di linguaggio) Raven, matrici progressive Vineland, per la valutazione delle capacità di adattamento LA FASE DIAGNOSTICA RAPPRESENTA ANCHE UN PRE-REQUISITO INDISPENSABILE PER LA PROGRAMMAZIONE E LA REALIZZAZIONE DI INTERVENTI ABILITATIVI MIRATI
10 La scuola e gli insegnanti Il bambino/ragazzo che presenti un R.M. necessita di una scuola che nella pratica dell insegnamento si avvalga anche di attività quali: educazione musicale, drammatizzazione, psicomotricità relazionale, laboratori con attività creative che, oltre ad arricchire il patrimonio esperienziale ed intellettuale, permettano di lavorare anche con un bambino che NON impara a leggere e a scrivere. Sono da tenere ben presenti in ogni caso i seguenti punti: L insegnante deve conoscere bene il proprio alunno; In riabilitazione e nell educazione in generale non esiste un tetto oltre al quale non si può andare, perciò non è possibile stabilire a priori se un bambino con ritardo medio scriverà parole o meno, se leggerà o riconoscerà le insegne dei negozi.
11 Inclusione Inclusione come integrazione reciproca, accomodamento fra individuo con disabilità e contesto Processo che prevede modificazioni sia nelle persone con disabilità che nel contesto
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13 Il concetto di inclusione deve nascere dal sostanziale passaggio dal focus sullo stereotipo che riguarda la disabilità allo sguardo capace di incontrare l altro nella sua complessità, nella rete di possibilità e limiti che gli è propria, per identificare piste utili a ideare e realizzare un itinerario formativo significativo.
14 I genitori Spesso i genitori dei soggetti con R.M. sembrano avere lo sguardo annebbiato dalla malattia ed è come se non vedessero il loro figlio come un bambino con bisogni di bambini ; non hanno fiducia e la loro preoccupazione principale riguarda il futuro. Proprio per questo bisogna pensare ad un piano di lavoro e ad un trattamento riabilitativo/educativo che deve essere condiviso con la famiglia e vissuto anche all interno della realtà domestica. Occorre perciò riconoscere, valorizzare, rinforzare le risorse della famiglia e puntare sulla ricostruzione di un accettabile livello di fiducia in quello che il bambino potrà fare.
15 Il bambino con disabilità intellettiva richiede un efficiente lavoro di gruppo per la sua integrazione nel contesto sociale vale a dire a casa, a scuola e nell ambiente ludico Spesso è necessario un sostegno psicoeducativo per il nucleo familiare Integrazione scolastica
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17 Grazie per l attenzione Dott.ssa Federicafavero psicologa, psicoterapeuta Dott.ssa Marina Montanari Educatrice
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