ISTITUTO COMPRENSIVO «DON MILANI» DI AQUILEIA
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- Monica Bello
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1 ISTITUTO COMPRENSIVO «DON MILANI» DI AQUILEIA HANNO PARTECIPATO AL CORSO DI FORMAZIONE TUTTE LE SCUOLE DELL INFANZIA PIMPA DI AQUILEIA Insegnante Titotto MICHIELI DI FIUMICELLO Insegnante Puntin (Che proporranno l esperienza di fisica nel prossimo anno scolastico) Il percorso è stato realizzato da novembre ad oggi dalle scuole CIPÌ DI TERZO 17 bambini Grandi Insegnanti Sandrin e Vrech e ARCOBALENO DI VILLA VICENTINA 19 bambini Grandi Insegnante Giaffredo PERCORSO DI FISICA I FENOMENI OTTICI
2 PERCHE UN PERCORSO DI FISICA NELLA SCUOLA DELL INFANZIA I bambini elaborano la prima organizzazione fisica del mondo esterno attraverso attività concrete che portano la loro attenzione sui diversi aspetti della realtà, sulle caratteristiche della luce e delle ombre, sugli effetti del calore Dare attuazione alla proposta di innovazione culturale e didattica delle Indicazioni Nazionali per il curricoli della Scuola dell Infanzia e del Primo Ciclo d istruzioni 2012, Campo d esperienza La conoscenza del Mondo Porre le basi dei concetti scientifici a partire dal campo d esperienza ( Cerini ) Le buone prassi dell educazione scientifica: La scelta di cose emblematiche della scienza Gli argomenti basilari della fisica I riferimenti alla realtà Le esperienze pratiche La valorizzazione delle competenze una prospettiva di curricolo verticale
3 PERCHE IL CORSO DI FISICA: CHE COSA HO IMPARATO GLI APPROFONDIMENTI CULTURALI, DISCIPLINARI E DIDATTICI CI HANNO PERMESSO DI: Formarci su ciò che il docente deve conoscere per utilizzare con padronanza i concetti fisici (leggi, teorie, modelli interpretativi dei fenomeni ottici) Chiederci, in base alla Fisica, quali sono i concetti basilari della fenomenologia ottica che la scuola deve focalizzare dall infanzia in poi. Cambiare la nostra prospettiva metodologica L insegnante non trasmette conoscenze, ma costruisce i saperi insieme ai bambini (COME FARE) Scegliere, pensare attività ed esperimenti adatti all età dei bambini (CHE COSA FARE) Sperimentare e riflettere sul proprio agire (FARE RIFLESSIVO)
4 FASI DELL INTERVENTO DIDATTICO OSSERVAZIONE-SPERIMENTAZIONE Il percorso didattico si sviluppa su fenomenologie che si sperimentano e si osservano, non si raccontano, l esperienza concreta costituisce il punto di partenza (errori della didattica) DISCUSSIONE Valorizzazione dell attività linguistica cognitiva individuale punto centrale nel processo di costruzione dei concetti (formulazione di domande, confronto di singole idee e di ragionamenti che vengono di volta in volta precisati, modificati e integrati ) RAPPRESENTAZIONE Trasposizione dell esperienza in un sistema simbolico (gestuale, grafico, manipolativo) Raggiungere i bambini là dove sono mentre guardano le stesse cose ed aiutarli ad interpretare ciò che vedono.
5 ESITI DIDATTICI Interesse, motivazione ed apprezzamento da parte dei bambini. Significativa evoluzione degli apprendimenti Parole, resoconti, discorsi, ragionamenti sempre più ricchi articolati e adeguati dal punto di vista scientifico. Modalità di rappresentazione simbolica (verbale, gestuale, grafica, manipolative):più analitiche e personali Fondamentale l osservazione partecipe e la valutazione incrociata tra le due insegnanti.
6 CRITICITA Spazi non adeguati, compresenze ridotte, numero alunni. Preparazione accurata del setting: ricerca di materiali funzionali ( oscuramento stanze, torce, fili, bacinelle, specchi ) Necessità di tempi lunghi da destinare ad ogni intervento che viene completato in più sessioni di lavoro.( verbalizzazioni, registrazioni delle osservazioni, documentazione, ricognizione ) Insicurezza delle insegnanti sperimentatrici nella gestione del processo in fase di prova
7 LE TAPPE DEL NOSTRO PERCORSO 1. VEDERE FENOMENI DOVUTI ALLA LUCE NOVEMBRE /DICEMBRE PROPAGAZIONE RETTILINEA GENNAIO IL MECCANISMO DELLA VISIONE GENNAIO INTERAZIONE DELLA LUCE CON LA MATERIA- LE OMBRE FEBBRAIO RIFLESSIONE FEBBRAIO RIFRAZIONE FEBBRAIO /MARZO 2014
8 LA PROPAGAZIONE RETTILINEA DELLA LUCE Gioco «le parole amiche della luce»(brainstorming) L INSEGNANTE CHIEDE: Quali sono le parole amiche della Luce? I bambini partecipano elencando le seguenti risposte «lampadina, torcia, sole, raggio, vetro, specchio, lampada, lampadario, lava del vulcano, luna.» L INSEGNANTE PROSEGUE: Fate tre disegni che fanno vedere la luce. I disegni individuali rappresentano aspetti percettivi legati alla luce presenti nella realtà naturale e artificiale.
9 VERBALIZZAZIONI Si commentano i disegni e si discute per trarre delle conclusioni: Sofia : «Il raggio di luce che dalla finestra entra nella scatola dei giocattoli» 2.Enea : «I raggi del sole che vanno dappertutto» Anna esprime il suo pensiero «La luce, però, è nel paese, entra dalla finestra di vetro che è trasparente, dalla porta no perché è di legno, ed entra nella stanza.» ESITI DI CONOSCENZA Dai disegni e dalla condivisione è emerso che i bambini intuiscono: Le sorgenti : dirette e indirette La propagazione rettilinea dei raggi del sole ma non delle altre sorgenti La Luce identificata come ente che entra e viaggia nello spazio
10 DAGLI ESITI DI CONOSCENZA ALLA COMPRENSIONE DEL FENOMENO FISICO DI PROPAGAZIONE RETTILINEA DELLA LUCE Si esce all aperto per osservare e verificare. Si propongono giochi con le torce in un ambiente oscurato. Dopo l esperienza concreta i bambini descrivono, raccontano e rappresentano l esperienza confrontano i disegni e commentandoli. Dal confronto tra le due produzioni emerge la differente lunghezza dei raggi tracciati. Enea mima con il dito la traiettoria dei raggi di luce che «dalla sorgente (sole) arrivano al muro dell aula, agli oggetti.» ESITI DI CONOSCENZA I bambini hanno capito: da dove viene la luce (sorgente) che la luce si propaga nello spazio in tutte le direzioni, lungo traiettorie dette RAGGI.
11 IL GIOCO DELLE GALLERIE L INSEGNANTE CHIEDE AI BAMBINI : Come si muove la luce? VERBALIZZAZIONI Enea: «Va dritta così, va avanti così.» (mima il movimento) Sofia: «Si muove a ondine che vanno avanti così.»(mima un movimento ondulatorio) Giulia: «se io muovo la torcia però la luce si sposta.» Emma: «la luce parte dalla torcia e va sulle cose.» ATTIVITÀ / ESPERIEMENTI ( per verificare le ipotesi) Materiali Stanza oscurata, torcia, schermo, due cartoncini forati nello stesso punto, filo di lana rosso, e pupazzo. ( gruppi di cinque bambini alla volta) 1. I bambini puntano la luce verso lo schermo e osservano, poi segnano la strada illuminata con il filo rosso ( dalla torcia allo schermo). La traiettoria appare immediatamente DRITTA agli occhi dei bambini.
12 2. I bambini provano a posizionare i due cartoncini forati (le gallerie), in modo tale che il fascio di luce arrivi allo schermo. Questo accade se i due cartoncini sono allineati. E se li spostiamo? Sperimentiamo tutti i casi che i bambini richiedono. A conclusione si propone ai bambini di rappresentare graficamente e verbalizzare quanto compreso Sebastiano: «Se spostiamo bene i cartoncini la luce va sempre dritta come il filo» Vittoria: «Abbiamo seguito il passaggio dritto della luce che va dritta e non storta»
13 ESITI DI CONOSCENZA I bambini scoprono e comprendono che : la luce si propaga in linea retta (sul filo rosso) se i due cartoncini risultano fra loro allineati. Anna: «La luce passa dritta, attraversa le gallerie e arriva al pupazzo» spostando il secondo cartoncino il percorso della luce, non aggira l ostacolo, ma si interrompe. Anna «la luce va diritta, non storta, va nel buco e può arrivare al pupazzo, se c è l ostacolo no» Emma «La luce passa dal primo cartoncino e resta dietro il secondo». Edoardo «La luce se trova un buco passa se trova il muro si ferma». Leo: «La luce va sempre dritta, se io sposto il cartoncino la luce si ferma e io non vedo il pupazzo.»
14 SPERIMENTIAMO IL PERCORSO DELLA LUCE A LIVELLO MOTORIO Dopo le esperienze i bambini discutono, spiegano agli altri quanto hanno capito. Le spiegazioni formulate dai bambini vengono accolte, valorizzate e riprese nella fase successiva, per introdurre, affrontare un nuovo fenomeno in questo caso, l interazione della luce con i materiali.
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