Contrasto: variabile _ I

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1 Contrasto: variabile _ I una selezione di libri di fotografia a cura di Alessio Zemoz in collaborazione con

2 Noi crediamo alla fotografia come arte. Questo mezzo di espressione moderno e sensibilissimo ha raggiunto [...] la duttilità la ricchezza l efficacia di un linguaggio indipendente e vivo. [...] (dal manifesto del circolo fotografico La Bussola redatto da Giuseppe Cavalli nel 1947) Dalla collaborazione tra l associazione culturale Mountain Photo Festival e la libreria À la page è nata l idea di avviare una piccola iniziativa che auspichiamo sia gradita a tutti gli appassionati di fotografia. In occasione delle imminenti festività natalizie, lo scaffale abitualmente dedicato ai libri di fotografia, ospiterà una selezione di opere che, per ovvie ragioni di mercato, normalmente faticano ad essere distribuite nelle nostre librerie. A partire da questa selezione curata da Alessio Zemoz, l iniziativa si pone l obiettivo di contribuire ad alimentare l interesse che esiste sul territorio valdostano per la fotografia o sarebbe meglio dire, per la cultura della fotografia proponendo periodicamente ai numerosi appassionati, così come al pubblico in generale, un percorso vuoi tematico vuoi cronologico attraverso la fotografia contemporanea. La selezione di apertura è stata intitolata Contrasto: variabile (come le carte Multigrade usate in camera oscura!) ed è dedicata ad alcuni dei principali autori della fotografia contemporanea italiana. A partire da La fotografia in Italia di Paolo Morello, passando per i lavori dei grandi maestri Gianni Berengo Gardin e Mario Giacomelli, fino a Polaroid Venezia di Maurizio Galimberti, tutti pubblicati da Contrasto editore, si propone un primo percorso dedicato alla rivisitazione, anche storica, di quella che è la tradizione fotografica italiana dagli anni '40 a questa parte. Un esperienza che ci accompagna in un viaggio a ritroso nel tempo, alla riscoperta dei grandi autori che hanno fatto la storia della fotografia in Italia e nel mondo, da cui apprendere poetiche e linguaggi, per imparare a comprendere il nostro presente, sempre di più, fatto di immagine e rappresentazione. Per tutti i libri presentati è disponibile una sinossi dell opera accompagnata da una nota biografica sell autore. Buona scelta e buona lettura! alessandro ottenga Associazione Mountain Photo Festival Contrasto: variabile _ Autori e titoli (selezione e schede di presentazione a cura di Alessio Zemoz): Paolo Morello, La fotografia in Italia Gianni Berengo Gardin, monografia Mario Giacomelli, La figura nera aspetta il bianco Mimmo Jodice, Perdersi a guardare Marco Delogu, Noir et Blanc Maurizio Galimberti, Polaroid Venezia

3 La fotografia in Italia Paolo Morello La Fotografia in Italia di Paolo Morello è una delle operazioni editoriali più interessanti degli ultimi anni a questa parte. Una storia della fotografia che si sviluppa nel confronto tra l evoluzione dei codici, del pubblico, delle strutture del mercato, e l evoluzione sociale, politica ed economica dell Italia repubblicana. Siamo nell immediato dopoguerra, ovvero gli anni in cui la fotografia in Italia registra, in assoluto, le sue punte massime di incidenza sociale; la televisione non ha ancora preso il sopravvento e l informazione è mediata attraverso la stampa illustrata e, dunque, attraverso la fotografia. Dai primi fondamentali esperimenti dei circoli e delle associazioni alla nascita dei grandi autori (che proprio attraverso quelle esperienze costruiscono il proprio sguardo), questo libro ripercorre la storia degli uomini prima di tutto, e degli artisti poi, e del loro modo di vedere la fotografia e dunque il mondo. Un libro che ci traghetta fin dentro lo sguardo moderno: una sfida di tecnica e di linguaggio, densa di influenze delle avanguardie straniere per temi, soggetti e tecniche, ma anche di quelle nazionali come ad esempio Croce e il suo contributo al discorso attorno all'estetica. Una storia di relazioni tra fotografi e realtà, di vicende piccole o grandi ma comunque fondamentali, un racconto di andirivieni di quelle emozioni particolari che corrono sotto la pelle del fotografo come autore e dell autore come uomo. Ecco i nomi di alcuni degli uomini che hanno fatto questa storia: Cavalli, Mollino, Ferroni, Donzelli, De Biasi, Monti, Branzi, Berengo Gardin, Patellani, Mulas, Jodice, Scianna, Giacomelli. Grazie ad un approccio che affianca lo svolgersi temporale degli eventi a quello tematico, l autore ha ricostruito le tappe, i luoghi ed i personaggi di quello che è così divenuto un racconto illuminante sulle dinamiche e sulle vicende che hanno contribuito a creare un'idea di Fotografia in Italia. Questa prima uscita prende in considerazione il trentennio dal 1945 al Ne seguiranno altre due, al fine di giungere ai giorni nostri. Paolo Morello ha insegnato Storia della Fotografia, in diverse università italiane (Palermo, Milano Cattolica, Bologna, Venezia); a Milano ha fondato e diretto il Corso di formazione in Storia e Gestione della Fotografia, il primo Master biennale in Europa interamente dedicato alla fotografia; dirige l Istituto Superiore per la Storia della Fotografia e, dal 2001, è Contributing Editor della rivista History of Photography. Autore di numerosi volumi sulla fotografia italiana dell Otto e del Novecento, dal 2009 vive e lavora all estero. Adesso lavora ad una Storia della fotografia e alla fondazione del Museo della fotografia italiana, destinato ad ospitare la collezione di capolavori di cui quelli ora in mostra a Forma offrono una ristretta ma significativa rappresentanza.

4 Gianni Berengo Gardin Se la fotografia ha mai avuto un interprete italiano, un artigiano disciplinato, un compagno, un amante, costui è certamente Gianni Berengo Gardin. Questo libro è la più ampia collezione esistente delle sue immagini. Corredato da conversazioni con Goffredo Fofi e Frank Horvat, il libro contiene, oltre alle immagini, una bio-bibliografia redatta dal fotografo stesso. Gli undici capitoli, che raccontano l Italia e gli italiani degli ultimi trent anni, sono presentati da Sandro Fusina: questo immenso volume propone la passione dell autore per le strade, per la gente qualunque incontrata per caso, sorprendenti abbracci rubati al quotidiano, ma anche per la storia e per il racconto della realtà. Si tratta di immagini pronte a scatenare emozioni attraverso la poetica inconsapevole di cui è capace la cronaca dell esistenza. Sono pagine dense di immagini che misurano lentamente gli spazi e che lentamente e senza far rumore si muovono e prendono vita davanti agli occhi degli utenti. Si potrebbero definire fotografie contadine per quell attenzione e per quel rispetto che Berengo Gardin ha del vivere quotidiano e della terra su cui traccia sempre dei solchi in punta di piedi. I colori rigorosamente virati in bianco e nero raccontano le sfumature delle stagioni e delle emozioni. Ed è proprio nel mutamento e nel cambiamento che si può scorgere la cifra che lega tutta la produzione di Gianni Berengo Gardin, il mutamento che misura il passare del tempo e che affiora nella memoria e nel ricordo. Non sono mai fotografie nostalgiche, la memoria serve soltanto a richiamare uno sguardo perduto o dimenticato, a far riaffiorare il sudore e gli odori di un tempo passato che irrimediabilmente è entrato a far parte della storia, una storia fatta di piccoli gesti, di persone qualunque che vivono e guardano il passare del tempo senza sensazionalismi o colpi di teatro: paesaggi con figure, i grandi cambiamenti della storia, la sua città natale, i malati di mente o gli zingari sono solo alcuni dei temi trattati, sempre con quel particolare garbo che appartiene solo ai grandi autori. Gianni Berengo Gardin nasce a Santa Margherita Ligure nel 1930, e inizia a occuparsi di fotografia nel 1954, dopo aver vissuto a Roma, Venezia, Lugano e Parigi. Nel 1965 si stabilisce a Milano e inizia la sua carriera dedicandosi al reportage, all indagine sociale, alla documentazione di architettura e alla descrizione ambientale. Le sue prime foto sono state pubblicate nel 1954 su il Mondo. Ha lavorato con le principali testate della stampa italiana ed estera, con il Touring Club Italiano e con l Istituto Geografico De Agostini, ma si è principalmente dedicato alla realizzazione di libri fotografici, pubblicandone oltre 200. Tra i più importanti riconoscimenti, nel 1963 è stato premiato dal World Press Photo, nel 1990 è stato invitato d onore al Mois de la Photo di Parigi dove ha vinto il Premio Brassai e nel 1995 ha vinto il Leica Oskard Barnack Award ai Rencontres Internationales de la Photographie di Arles. Ha tenuto circa 200 mostre personali in Italia e all estero, e sue immagini fanno parte delle collezioni di diversi musei e fondazioni culturali, tra cui la Calcografia Nazionale di Roma, il Museum of Modern Art di New York, la Bibliotheque Nationale, la Maison Européenne de la Photographie e la Collection photo FNAC di Parigi, il Musée de l Elysée di Losanna. Nel 1975 Cecil Beaton lo ha citato nel libro The magic Image: the genius of photography from 1839 to the present day ed è presente tra gli 80 fotografi scelti da Henry Cartier-Bresson nel 2003 per la mostra Les choix d Henri Cartier-Bresson.

5 La figura nera aspetta il bianco Mario Giacomelli Un lungo viaggio nell immaginario fotografico di Mario Giacomelli: ecco cosa propone al lettore questo importante volume che continua la serie dei grandi classici della fotografia di Contrasto. Tutta l arte di Giacomelli, la sua intima e profonda poesia, si ritrova in queste pagine. Ma il libro non è solo una carrellata di splendide immagini. Una sezione specifica riporta le diverse serie fotografiche, così come le aveva concepite e volute Giacomelli, mentre una terza sezione presenta otto diversi saggi di importati autori internazionali che affrontano i tanti affascinanti aspetti della poetica di Giacomelli. Un libro imperdibile: la testimonianza del più importante fotografo italiano. Con testi, tra gli altri di Christian Caujolle, Alistair Crawford, Goffredo Fofi, Simone Giacomelli, Alessandra Mauro, Paolo Morello, Ferdinando Scianna. Mario Giacomelli, nato a Senigallia nel 1925, inizia a lavorare a 13 anni in una tipografia. Nel 1952 compra una macchina fotografica e scatta la sua prima immagine, L'approdo. Da allora, fotografo non professionista per scelta, si dedica alla creazione delle sue intense serie fotografiche: la vita d ospizio, i paesaggi, Scanno, il mondo contadino. Nel 1953 entra a far parte del gruppo fotografico Misa e nel 1956 de La Bussola. Dal 1955 comincia a ottenere riconoscimenti e a esporre in Italia e all estero. Le sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private di tutto il mondo. Muore a Senigallia nel 2000.

6 Perdersi a guardare Mimmo Jodice Tra i più geniali e importanti fotografi italiani, in questi anni di lavoro e di conoscenza del nostro paese Mimmo Jodice non ha mai smesso di guardare, scoprire, meravigliarsi di possibili bellezze e armonie inattese, di improvvisi squilibri e di magie della visione. Questo continuo esercizio del guardare, libero di perdersi nell orizzonte ma anche nei meandri della memoria, nutre la trama dei suoi viaggi visivi che in tanti itinerari, a volte eccentrici, costruiscono il ritratto multiforme di un Italia che diventa subito territorio universale. Perdersi a guardare racconta le tappe di un lungo e affascinante viaggio fotografico in Italia. Da Torino a Trieste, da Bolzano a Stromboli, le immagini ci consentono di vedere l Italia come realmente è, come esiste e persiste nei nostri sogni, con uno sguardo unico e fresco. Dopo aver visto queste opere meravigliose, non si potrà più percepire il paesaggio italiano senza ammettere che esso possiede un identità nascosta. Forse più semplicemente la verità è che l Italia, in fondo, è una serie di fotografie di Mimmo Jodice (dal testo di Francine Prose). Il volume è integrato con i testi di Francine Prose, Roberta Valtorta e Alessandra Mauro. Nato a Napoli nel 1934, Mimmo Jodice comincia a lavorare con la fotografia negli anni Sessanta. Insegna a lungo all Accademia di Belle Arti di Napoli e, dopo le prime sperimentazioni, si rivolge soprattutto alla realtà di Napoli nei suoi aspetti sociali, storici e paesaggistici. Con le Vedute di Napoli del 1980 ha inizio un profondo rinnovamento del suo linguaggio espressivo. Alla fine degli anni Ottanta realizza una serie di lavori sul mito del Mediterraneo, poi raccolti nel libro omonimo. Recentemente la sua opera si è allontanata da qualunque approccio di tipo documentaristico. Tra le ultime opere Eden del 1998, Il Reale Albergo dei Poveri ( ) e Isolario Mediterraneo ( ). Celebri le sue recenti ricognizioni sugli spazi urbani. Nel 2003 l Accademia dei Lincei gli ha conferito l Antonio Feltrinelli, e nel 2006 l`università di Napoli gli ha tributato la laurea honoris causa in Architettura.

7 Noir et Blanc Marco Delogu Tutto il lavoro fotografico di Marco Delogu è un gioco di nero e di bianco che come due elementi distanti e contrari si rincorrono, si scontrano e capovolgono, nelle diverse rese fotografiche, i reciproci rapporti di forza e di armonia. Questo volume presenta per la prima volta insieme tutte le serie realizzate negli anni da Delogu: il suo lavoro continuo e incessante sui gruppi chiusi di persone, che si riconoscono in linguaggi ed esperienze comuni (carcerati, zingari, contadini); l amore per il cavallo, simbolo di una potenza immacolata e del tutto naturale; la passione per la natura, struggente orizzonte di vita; il fascino continuo e sotterraneo per l antico. Sfondi fatti di spiagge, campi, boschi, esempi di natura nei quali si ritrovano immersi i suoi soggetti in un rapporto di reciproco beneficio. Un approccio diretto, privo di vincoli, risultato di un singolare percorso professionale di ricerca visiva e sociale del fotografo romano. Delogu non crede ad una fotografia fatta di improvvisazione, di istanti da catturare in tempo reale. La fotografia è pianificata, determinata da attese, nello studio del preciso momento dei modi e dei tempi sul come catturare le sue impressioni. Marco Delogu è nato a Roma, dove vive e lavora, nel La sua ricerca si concentra su ritratti di gruppi di persone con esperienze o linguaggi in comune. Negli ultimi anni i suoi progetti si sono maggiormente concentrati sulla natura, nelle differenti declinazioni di un attenzione che si sposta dall uomo a ciò che lo circonda. Ha pubblicato oltre venti libri e esposto in Italia e all`estero in numerose gallerie e musei, tra i quali: Accademia di Francia, Villa Medici (Roma), Galleria Comunale d`arte Moderna e Contemporanea (Roma), Palazzo delle Esposizioni (Roma), Warburg Institute (Londra), Henry Moore Foundation (Leeds), IRCAM - Centre George Pompidou (Parigi), Museé de l`elysee (Losanna), PhotoMuseum (Mosca), Ex GIL (Roma).

8 Polaroidvenezia Maurizio Galimberti Maurizio Galimberti è tra i fotografi italiani più celebri. L uso unico e innovativo della polaroid lo ha fatto conoscere rapidamente nel mondo dell immagine. In questo lavoro il suo obiettivo è diretto sulla città di Venezia e le sue polaroid colgono in frammenti significativi le trasparenze dell acqua, l atmosfera dell aria e tutta la magia di Venezia. Avevo l ossessione delle gondole. Non volevo nemmeno guardarle. Poi ho capito. Ho visto la foto notturna sul Canal Grande di Venezia di Carlo Naya. La luna piena era l unica fonte di illuminazione e tutto aveva lo stesso equilibrio calato in un silenzio irreale. Allora ho reagito. Ho voluto cercare l ordine nel disordine e lo straordinario nell ordinario. Dall introduzione di Denis Curti: Maurizio Galimberti è una specie di supereroe della fotografia. Il suo occhio è davvero magico ed è capace di svelare i misteri celati nelle pieghe più nascoste del mondo. Dei personaggi di finzione, Maurizio ha le sembianze fisiche, l energia, la carica umana, la simpatia. Il suo superpotere: dar corpo alla visione, trasformare un immagine fotografica in vera e propria opera dai richiami pittorici, in qualche cosa di unico, in qualche cosa da mangiare come egli stesso ama ripetere. Galimberti assapora i luoghi nascosti di Venezia e li interpreta in figure astratte, dando vita a composizioni che svelano, ma non troppo, la tipicità della città. Maurizio Galimberti: artista di fama internazionale, nasce in provincia di Como nel Esordisce utilizzando una fotocamera Widelux per poi passare alla Polaroid, diventando ideatore del movimento Polaroid Pro Art. Galimberti è soprattutto noto per i ritratti e i paesaggi a mosaico. Nel 2007 ha pubblicato New York Polaroid e METAMORFOSI. Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti nel campo fotografico e artistico. le sue opere fanno parte delle più importanti collezioni artistiche dei musei del mondo.