LO STRANO CASO DEL PROF PROMEZIO
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- Dionisia Quaranta
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1 LO STRANO CASO DEL PROF PROMEZIO Stage di Chimica Lavoro svolto da una alunna di 4F Anno Scolastico In collaborazione con altri alunni provenienti da scuole diverse
2 IL CASO Nel 1924 un incendio distrugge il laboratorio del prof. Promezio, che stava tentando di isolare il 61 elemento della tavola periodica. Vengono identificati 5 sospettati e trovate 8 prove (R1/R8). Ciononostante il caso viene archiviato perchè né il professore né l'innesco dell'incendio vengono trovati. Molti anni dopo, un crollo fa affiorare i resti del professore e 3 ulteriori prove (R9/R11). Il caso viene riaperto.
3 SOSPETTATI 1. Dr. Terbio collaboratore del prof., disputa professionale 2. Sig. Olmio - bidello, cattivi rapporti con il Prof. 3. Dr. Samario tecnico, odio causa mancata promozione 4. Sig. Tullio studente pluribocciato, colto nell'atto di rubare gli appunti del Prof. 5. Sig.na Lutezia studentessa complice di Tullio
4 REPERTI R1 - frammento del quaderno del prof. R2/R6 - frammenti di tessuto appartenenti ai 5 sospettati R7 flacone contenente polvere bianca R8 contenitore con sostanza incognita R9 crogiuolo (parzialmente pieno d'acqua a causa dell'alluvione) R10 tubo di metallo inossidabile R11 frammento di tessuto trovato sul cadavere
5 RILEVAMENTO TRACCE DI SANGUE Per la ricerca di tracce di sangue, abbiamo utilizzato una soluzione contente acqua ossigenata, idrossido di potassio e luminolo in grado di emettere fotoni, grazie al ferro presente nell'emoglobina, usato come catalizzatore. Come confermato dalle 5 prove in bianco effettuate, il reagente si illumina non esclusivamente con il ferro. Dopo aver versato il luminolo sul tubo di metallo e aver notato una lieve luce blu, possiamo ipotizzare che siano presenti tracce di sangue; non avendone però la certezza, abbiamo sottoposto il tubo ad ulteriori esami per verificare la presenza di materiale genetico, che tuttavia non è stato ritrovato. Perciò escludiamo l'utilizzo del reperto come arma del delitto.
6 RILEVAMENTO DELLE IMPRONTE DIGITALI Per rilevare le eventuali impronte digitali presenti sul taccuino del professore abbiamo utilizzato un reagente chiamato ninidrina. Esso reagisce con gli amminoacidi presenti nel sudore, colorando le creste delle impronte di rosso porpora. Essendo la ninidrina solida, l'abbiamo solubilizzata con una miscela di solventi organici, in cui abbiamo immerso parte del taccuino. Abbiamo poi messo il reperto nel forno al fine di farlo asciugare. Dai risutati delle analisi risulta una compatibilità con il prof. Promezio, con il Dr. Terbio, con Tulio e con Lutezia.
7 ISOLAMENTO DELLA TERRA RARA Abbiamo riprodotto il metodo ritrovato sul taccuino del prof. per isolare la terra rara dalla monazite. Erano presenti impurità di ferro e silicio. Il silicio in stato solido è stato filtrato, mentre il ferro, prima in soluzione acquosa, è poi precipitato, lasciando solo ossalato di terra rara. Una volta asciugato nel forno, l'abbiamo carbonatato. Lo abbiamo solubilizzato con acido e centrifugato per eliminare il ferro rimasto. Analizzando la soluzione allo spettrofotometro UV-visibile e comparando il grafico dell'assorbanza così ottenuto con quelli delle terre rare già note all'epoca, abbiamo dedotto che il lantanide in questione fosse Neodimio e non il Promezio.
8 Analisi tessuti Abbiamo osservato al microscopio ottico i diversi campioni di tessuti per identificare una somiglianza tra i reperti appartenenti ai sospettati e quello ritrovato sul cadavere. In seguito li abbiamo attaccati chimicamente per determinare la natura dei tessuti.
9 Prove di solubilita' CAMPIONE Acetone KOH HCl DEDUZIONE R2- TERBIO Non solubilizzato NON solubilizzato > Cotone R3- OLMIO Non solubilizzato Solubilizzato Rimasto in soluz seta R4- SAMARIO Non solubilizzato Solubilizzato Rimasto in soluz seta R5 Trama- TULIO Non solubilizzato NON solubilizzato > cotone R5 Ordito- TULIO Non solubilizzato Solubilizzato Rimasto in soluz seta R6- LUTEZIA Non solubilizzato NON solubilizzato > cotone R11- PROMEZIO Non solubilizzato NON solubilizzato > cotone
10 Identificazione polvere bianca Attraverso il saggio alla fiamma abbiamo notato che il reperto reagiva in modo simile al magnesio. Deduciamo che, il magnesio, essendo molto infiammabile, potrebbe essere stato usato come innesco dell'incendio. Successivamente abbiamo analizzato l'acqua trovata nel crogiuolo e abbiamo riscontrato tracce di magnesio confermando la supposizione dell'incendio doloso.
11 Identificazione reperto 7 Per identificare la sostanza abbiamo svolto diverse analisi: a. Estrazione/TLC composto organico b. Esposizione luce UV doppio legame C=C c. Sviluppo con ninidrina presenza di Azoto d. Punto di fusione 177,4 C - 177,7 C e. 2 TLC composto basico f. Polarimetro potere ottico rotatorio -169 (chirale) Infine abbiamo inserito i risultati ottenuti nel database reaxys ottenendo come risultato la CHININA. Abbiamo effettuato una prova per confermare le nostre deduzioni e il risultato è stato positivo. La chinina è un antimalarico, all'epoca la malaria era diffusa soprattutto in Sardegna e Sicilia.
12 DEDUZIONI Dr. Terbio Sg. Olmio Dr. Samario Sg. Tulio Sg.na Lutezia Impronte sul taccuino Tessuti Chinina per malaria Incrociando i risultati ottenuti possiamo dedurre che Terbio è il principale sospettato. A confermare ulteriormente l'ipotesi c'è il movente. Infatti Terbio, dopo essere rientrato da Palermo e aver scoperto che la terra rara analizzata non era l'elemento 61, ma il Neodimio, ha deciso di uccidere il professore. Ha così appiccato l'incendio, lasciando tracce di Mg, usato come innesco. La Chinina ritrovata potrebbe inoltre appartenergli poiché usata come antimalarico.
13 CONCLUSIONE Secondo noi il colpevole è: DR. TERBIO
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