MODULO 1. Tecniche e strategie della comunicazione audiovisiva. Obiettivi. Unità 2 La televisione. Unità 1 Il cinema
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- Anna Alfano
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1 MODULO 1 Tecniche e strategie della comunicazione audiovisiva Contenuti Unità 1 Il cinema Unità 2 Obiettivi Saper definire le peculiarità del linguaggio audiovisivo. Conoscere i principali termini e strumenti della comunicazione cinematografica e televisiva.
2 Unità 2 Contenuti Nota introduttiva La Tv: buona o cattiva Un telespettatore maestra? consapevole e critico 1. Nota introduttiva Tecniche e strategie per una pedagogia del mass medium televisivo Altri strumenti di comunicazione audiovisiva: video e cortometraggio Agli inizi del nostro secolo, non era ancora possibile diffondere le notizie sui fatti e sugli avvenimenti contemporanei. Esisteva soltanto l informazione sul passato, che era assicurata dalla stampa, dai libri, dalla comunicazione orale e dalla comunicazione scritta (relazioni, documenti e così via). I fatti e gli avvenimenti erano conosciuti immediatamente solo da chi vi assisteva come spettatore o da chi vi partecipava in prima persona. Lo sviluppo tecnologico e i progressi economici, nelle società industrialmente avanzate, hanno permesso la nascita e lo sviluppo di numerosi mass media (cinema, radio, telegrafo, telefono, televisione) e, quindi, la possibilità di trasmettere le notizie sui fatti e sugli avvenimenti contemporaneamente al loro verificarsi. Questo è avvenuto, Comunicazioni di massa: sistema di comunicazione sociale attraverso mezzi che permettono di trasmettere simultaneamente lo stesso messaggio a un numero molto grande di persone. Uno dei primi televisori in bianco e nero inizialmente, soltanto mediante l immagine o la parola; in seguito, tramite l interazione e l interdipendenza dell immagine, della parola e del suono. Negli ultimi decenni, il processo di diffusione delle comunicazioni di massa si è sviluppato in modo vertiginoso., in questo rapido e costante sviluppo, è stata lo strumento che ha permesso a tutti di percepire e di cogliere maggiormente i cambiamenti della società. Essa ha introdotto l immagine come valore aggiunto all immediatezza delle notizie: ha permesso di unire e di fondere insieme, in perfetta sincronia, la contemporaneità dei fatti e la loro immagine, non ferma, ma in continuo movimento; in tal modo, la televisione è stata il mass medium che, secondo alcuni studiosi, ha determinato e fatto nascere la civiltà dell immagine. I mass media hanno dato vita, quindi, alla società dell informazione sul presente; sono stati gli strumenti che hanno fatto emergere le maggiori differenze tra le società moderne e quelle tradizionali. Le società tecnologicamente avanzate, infatti, sono caratterizzate da veloci e spesso incontrollabili trasformazioni, che, da una parte, producono maggiore benessere e ricchezza di stimoli; dall altra, però, possono far nascere senso d insicurezza 2
3 Unità 2 Massificazione: caratteristica delle società industriali e progredite, nelle quali i comportamenti dell uomo tendono a diventare standardizzati e omologati. e problemi di disadattamento. Spesso il progresso tecnologico ha fatto in modo che, in tali società, i mass media, invece di far acquisire autonomia e libertà, agevolassero comportamenti conformistici e massificazione. 2. La Tv: buona o cattiva maestra? all inizio non era, come oggi, in tutte le case, ma solo in quelle dei benestanti, come una sorta di cinema casalingo, che radunava nei salotti, al momento delle trasmissioni, parenti, amici e conoscenti. Da quei tempi, la televisione si è molto evoluta, sia dal punto di vista tecnico (passando, ad esempio, dal bianco e nero al colore, moltiplicando l offerta dei programmi, il numero dei canali e le ore di trasmissione), sia dal punto di vista degli effetti sulla società, studiati a lungo da sociologi e psicologi. Secondo molti studiosi, questa forte espansione delle reti televisive e dei linguaggi mediali potrebbe produrre il rischio di una forte omologazione di massa degli utenti. Per tale motivo, nella coscienza collettiva, sono necessari la consapevolezza della funzione sociale dell informazione e, quindi, il bisogno di disciplinarne l uso. Ognuno, dunque, dovrebbe non solo prendere coscienza dell ambiguità dei messaggi televisivi, ma tentare anche di evitare le forme di condizionamento che questi producono; solo così può, infatti, divenire possibile difendersi dalla persuasione occulta e dalla manipolazione. Altri studiosi, invece, rilevano gli aspetti positivi di questo medium: la televisione, infatti, ha ormai assunto, nella nostra società, anche un innegabile funzione educativa. Questo è avvenuto perché essa, da un lato, è riuscita a diffondere capillarmente la lingua nazionale e, dall altro, ha elevato il livello culturale delle masse (soprattutto nei primi anni dalla sua nascita). Si potrebbero sintetizzare queste due opposte posizioni precisando che, per usufruire solo degli effetti positivi della Tv, bisognerebbe usarla correttamente e in maniera critica. Oggi, infatti, la nostra vita è spesso fortemente condizionata dalla televisione: questo avviene soprattutto perché questo medium ci tempesta di immagini, di suoni, di emozioni e di notizie che non danno modo agli utenti di riflettere né di prenderne coscienza. Esse agiscono su un livello inconscio, specialmente nei bambini, predisponendoli all assuefazione o all accumulo di aggressività, che viene scaricata, a volte, su se stessi, con comportamenti autodistruttivi, o sugli altri, con atti di teppismo o di bullismo. La scuola, perciò, come agenzia educativa, non può ignorare l esistenza e la funzione della televisione, ma deve educare a un uso consapevole e critico di questo mezzo. Omologazione: processo in seguito al quale un determinato numero di persone tende ad assumere atteggiamenti e modi di pensare simili. Manipolazione: influenza che viene esercitata in maniera subdola. Bullismo: atteggiamento, che si manifesta soprattutto tra gli adolescenti, di prepotenza esercitata sui coetanei, facendo ricorso alla violenza e alle minacce. Televisore e famiglia in un disegno infantile 3
4 Modulo 1 Tecniche e strategie della comunicazione audiovisiva per approfondire Spot senza freni : la Tv cattiva maestra Infanzia usata e strapazzata da una pubblicità senza freni che investe sei miliardi di euro in spot per reclamizzare cibo, merendine e abbigliamento: sono passati più di vent anni, ma l allarme lanciato da Karl Popper nel saggio Cattiva maestra televisione è rimasto inascoltato. Almeno per quanto riguarda i network di casa nostra. Una ricerca svolta dall Osservatorio sull immagine dei minori in collaborazione con la Sapienza di Roma e l Università di Bergamo mette in luce la pericolosità degli annunci che passano sul video di casa; e lo stesso fa la Società Italiana di Pediatria. Un passaggio su tre reclamizza cibo (il 40 per cento del totale), una tendenza che contrasta con quella americana che ha ridotto a meno del 20 per cento la percentuale delle merendine in Tv. Insomma la strega di Hans e Gretel, che attirava le creature con la sua casa di cioccolato e pan di zucchero, era niente in confronto agli inserzionisti nostrani, anche se i messaggi hanno una buona costruzione dal punto di vista televisivo, molto meglio di tante trasmissioni d intrattenimento dice Maria D Alessio, professoressa di psicologia dello sviluppo alla Sapienza e curatrice dello studio dell Osservatorio, potrebbero costituire terreno di colture per malattie sociali come bulimia e obesità. Duemila bambini sopra i 5 anni hanno visionato mille spot, il risultato è che il 19 per cento delle femmine (i maschi un po meno) hanno detto di credere alla pubblicità. Dato questo corroborato da un sondaggio della Società Italiana di Pediatria secondo la quale l 81,6 per cento dei dodicenni e tredicenni afferma di acquistare o farsi acquistare oggetti e, soprattutto alimenti (il 55 per cento spende quasi tutta la paghetta in dolciumi), sovrappeso e obesità commenta Giuseppe Saggese, presidente della Società di Pediatria sono vere patologie che stanno assumendo tra i giovani una diffusione confrontabile a quella delle malattie infettive. Se dal 1990 la Svezia ha cancellato l immagine dei bimbi dagli spot, da noi accade il contrario, tra il 1994 e il 2000 la presenza dei ragazzini nella pubblicità in Tv è triplicata. Non solo, si sono affermati anche degli stereotipi: le mamme mangiano con i figli (80 per cento) e però puliscono con le figlie (75 per cento). La Repubblica, 2 febbraio Tecniche e strategie per una pedagogia del mass medium televisivo Il filosofo Karl Popper, in un intervista del 1992, ha sostenuto che i bambini subiscono una continua violenza da parte della televisione. Il bambino, infatti, trascorre davanti al televisore un tempo eccessivo, con conseguenze sicuramente negative; ciò è dovuto, spesso, anche al fatto che, mentre i genitori lavorano, i figli devono confrontarsi e misurarsi da soli con i messaggi televisivi. La Tv, secondo Popper, non dovrebbe mai assumere la funzione di cattiva maestra producendo omologazione o violenza, ma dovrebbe avere un ruolo educativo. brani d autore Uso scorretto della televisione Oggi molti bambini americani hanno problemi personali e uno dei motivi è che trascorrono una parte eccessiva del loro tempo a guardare la televisione. è una ladra di tempo: deruba i bambini di ore preziose, essenziali per imparare qualcosa sul mondo e sul posto che ciascuno vi occupa. E questo sarebbe già abbastanza negativo. Ma la Tv non è soltanto ladra: è anche bugiarda. Guardando la televisione i bambini vi scorgono una fonte ragionevole di informazioni sul mondo. Questo non è vero, ma loro non hanno modo di capirlo: c è molto di falso e di distorto, sia in materia 4
5 Unità 2 di valori che di fatti reali. Il contenuto spettacolare dei programmi televisivi è straordinariamente violento, se paragonato alla vita quotidiana che pretende di ritrarre. I cartoni animati visti da milioni di bambini contengono alcune delle scene più violente attualmente trasmesse in televisione. I bambini reagiscono a ciò che vedono comportandosi essi stessi in modo violento, mostrandosi insensibili alla violenza, acquisendo credenze e valori che dicono loro che il mondo è un posto malvagio e pericoloso in cui c è da aspettarsi atti violenti e in cui questi vengono ammirati. K. Popper, Cattiva maestra televisione, Marsilio, Venezia 2002 I più piccoli non dovrebbero mai essere lasciati soli davanti al televisore Il fenomeno della teledipendenza dei bambini ha riscontri negativi: 1. Sul piano fisico, dal momento che i bambini hanno bisogno di movimento e di spazio. 2. Sul piano cognitivo, poiché i bambini hanno bisogno di attivare l intelligenza pre-operativa, mentre la televisione fornisce loro informazioni disorientanti e incerte sul piano emotivo; in tal modo, i bambini sono costretti ad accumulare tensioni e frustrazioni che, superando la soglia di sopportazione, si trasformano facilmente in forme di aggressività. Lo studioso John Condry, a tal proposito, ha sostenuto nel saggio del 1994, Ladra di tempo, serva infedele, che i messaggi dei programmi televisivi producono una violenza superiore alla realtà quotidiana. La famiglia, collaborando con la scuola, perciò, dovrebbe essere chiamata in causa per attutire l impatto dei contenuti dei programmi televisivi sull infanzia. L una e l altra, infatti, sono istituti primari di socializzazione: quanto più tali istituzioni non funzionano, tanto più la televisione diventa un surrogato. I bambini vengono, così, allontanati non solo dalla curiosità di ascoltare le fiabe, raccontate dai genitori e qualche volta dai nonni (raramente presenti nelle famiglie nucleari), ma anche dalla possibilità di abituarsi a una sana lettura. Il valore della lettura come attività della mente, oggi, è erroneamente trascurato; a esso subentra l esigenza di utilizzare sempre di più le immagini televisive di programmi spesso realizzati da persone non esperte in campo psicologico e educativo. Secondo il saggio La violenza in Tv, del ricercatore e studioso Charles S. Clark, un bambino americano, attraverso la televisione assiste in media a ottomila omicidi e a centomila atti di violenza prima di aver terminato le scuole elementari. L ipotesi che è esistito un legame tra violenza simulata, proposta dal piccolo schermo, e le aggressioni reali della vita quotidiana, risale agli albori della Tv, negli anni 50, ed è stata sempre respinta dall industria televisiva. La maggior parte degli esperti conferma questo legame. È necessario, dunque, che chi operi nel settore di questo gigantesco e mostruoso strumento di comunicazione diventi professionalmente responsabile. Intelligenza pre-operativa: fase di sviluppo dell intelligenza in cui avviene la formazione dei concetti e si acquisisce la capacità di trasformare la realtà in simboli. Famiglia nucleare: è il nucleo familiare tipico della società industriale; è costituita da coniugi e figli (un piccolo nucleo, appunto) e si basa su forti vincoli affettivi, più che sull autorità del capofamiglia. 5
6 Modulo 1 Tecniche e strategie della comunicazione audiovisiva Secondo Popper, per gli operatori della comunicazione servono un albo professionale e una patente, affinché siano pubblicamente controllati. Ogni professione ha un albo e, quindi, anche per gli operatori televisivi lo Stato dovrebbe istituire qualcosa di simile. La patente, secondo Popper, dovrebbe essere concessa a coloro che, dopo un rigoroso corso di addestramento, superino un esame, e dovrebbe essere ritirata a chi non si attiene alle regole dell organizzazione. L organismo supervisore, che dovrebbe giudicare e che avrebbe la facoltà di ritirare tale patente, dovrebbe essere una specie di Corte. Gli operatori della televisione, infatti, devono essere consapevoli di essere coinvolti in una forma di educazione di massa: essi devono agire come educatori perché la televisione porta le sue immagini sia davanti ai bambini e ai giovani sia davanti agli adulti. Chi fa televisione deve sapere di aver parte nell educazione degli uni e degli altri. Bisognerebbe, dunque, fondare una pedagogia dei mass media e liberare, in tal modo, il telespettatore da ogni forma di condizionamento, educandolo all uso intelligente e creativo della televisione. I programmi televisivi, perciò, oltre a dover essere prodotti e condotti da operatori culturali esperti e autorizzati al fine di non imporre modelli precostituiti di comportamento, dovrebbero elaborare e trasmettere messaggi supportati da validi professionisti, tra cui psicologi, sociologi e pedagogisti. La scuola, più che la famiglia (che ha ormai smarrito quasi tutte le funzioni tradizionali che le erano state attribuite dalla storia), dovrebbe assumere un compito importante: far acquisire a tutti la capacità di utilizzare intelligentemente le immagini televisive che vengono presentate quotidianamente, con efficaci e adeguate tecnologie educative Un telespettatore consapevole e critico Se restare per ore passivamente davanti allo schermo televisivo è molto negativo (alcuni hanno parlato di vidioti o teledipendenti), privarsene completamente potrebbe comportare, al contrario, l impossibilità di essere informati su quello che succede nel mondo: l essere umano, infatti, ha bisogno non solo di capire se stesso, ma anche di conoscere la realtà che lo circonda. Si potrebbe dire, allora, che la televisione è utile, ma non indispensabile: bisognerebbe usarla con distacco, con spirito critico e, soprattutto, con misura, per comprenderne e analizzarne i messaggi. Il teleutente deve essere un critico responsabile e possedere una spiccata capacità di analisi dei messaggi che gli vengono proposti; deve mettere in moto non solo le sue risorse di scelta e di comprensione, ma anche le sue capacità logiche e intuitive. Palinsesto: con questo termine si indica la programmazione di una radio o di una Tv in cui si specifica in che giorno e a che ora ogni singolo programma verrà messo in onda. Il termine deriva dal greco antico e significa «raschiato di nuovo» (pàlin + psestòs). Si trattava in pratica di una pergamena cancellata e riutilizzata. Il compito di educare a usare in modo corretto i messaggi che la televisione manda in onda, spetta all istituzione sia familiare sia scolastica. I palinsesti televisivi, ad esempio, andrebbero discussi in famiglia e soprattutto a scuola, durante le attività educative. I bambini dovrebbero essere fortemente stimolati a tale discussione, affinché, già da piccoli, apprendano e si abituino a essere telespettatori consapevoli e critici. Solo in tal modo la televisione, da fattore di omologazione e di limitazione del processo socializzante, potrebbe diven-
7 Unità 2 tare, oltre che fattore di crescita e di apprendimento, anche motore per acquisire libertà e per diffondere democrazia. Videocamera amatoriale 5. Altri strumenti di comunicazione audiovisiva: video e cortometraggio 5/1 Il video Il termine video deriva dal latino vidēre ed è un informazione elettronica. Esso è un immagine soggetta nel tempo al cambiamento. Il video è, dunque, un processo d informazione che, sotto forma di corrente elettrica e di onde elettromagnetiche viaggia sia all interno di strutture elettroniche sia nello spazio. Il video, come idea per comunicare, nasce negli anni Venti del ventesimo secolo, dopo l invenzione dell apparecchio televisivo. Le immagini in movimento nel video vengono prodotte attraverso le immagini fisse, quando sono visualizzate in una rapida sequenza; ciò avviene allo stesso modo della tecnica cinematografica. Le immagini fisse, quando vengono infatti rappresentate a una frequenza abbastanza alta, sono percepite come immagini in movimento. Ciò si realizza per il caso della persistenza della visione; questa, al contrario di quanto si crede, non è dovuta a un processo di persistenza delle immagini sulla retina ma a un assemblaggio che il cervello compie secondo meccanismi ancora del tutto poco chiari. Il video presenta, nel complesso, le seguenti caratteristiche: 1. Risoluzione video. 2. Frequenza delle immagini. 3. Tipo di scansione delle immagini. 4. Rapporto d aspetto (un immagine è prodotta dalla sua larghezza divisa per la sua altezza, ad esempio: 4:3, 16:9 e così via). Negli anni Ottanta del Novecento, il video, con l invenzione delle telecamere portatili, si è molto diffuso a livello amatoriale. La videoregistrazione di immagini in movimento ha, così, totalmente sostituito la tecnica ideata nel 1895 dai fratelli Lumière e basata sulla pellicola filmica. Ultimamente è stato l home video a rivoluzionare il settore commerciale dei contenuti della comunicazione audiovisiva in forma elettronica, sostituendo, così, definitivamente la vecchia pellicola cinematografica. La comunicazione e l informazione elettronica possono, attraverso il video, essere rappresentate in due forme diverse: 1. Analogica (Il video analogico è il video in cui l informazione elettronica è rappresentata in forma analogica). 2. Digitale. (Il video digitale è il video in cui l informazione elettronica è rappresentata in forma digitale). 7
8 Modulo 1 Tecniche e strategie della comunicazione audiovisiva La seconda informazione elettronica, rappresentata in forma digitale, offre dei vantaggi rispetto alla prima. I vantaggi del video digitale sono rappresentati: 1. Dalla possibilità e dalla facilità a ottenere copie identiche a quelle originali. 2. Da una qualità migliore rispetto al video analogico. 3. Dalla facilità e dalla possibilità di trasmettere in un sistema di telecomunicazioni. 4. Dalla possibilità di manipolarne il contenuto in maniera illimitata. Il video è costituito di immagini che possono essere visualizzate con due diverse metodologie di scansione: 1. Scansione di interlacciamento (dal termine inglese: interlace ). Tale tipo di scansione è stata prodotta allo scopo di realizzare, a causa della mancanza di una banda con segnale ristretto, una visualizzazione adeguatamente qualitativa. Quando le linee di scansione sono, infatti, orizzontali, tutti i fotogrammi interlacciati vengono numerati uno di seguito a un altro e suddivisi in due field (nelle linee di numeri pari si hanno le field pari e nelle linee di numeri dispari si hanno, invece, le field dispari). 2. Scansione progressiva, che deriva dall aggettivo inglese: progressive. Con la metodologia della scansione progressiva, che è impiegata in maniera specifica dai monitor per computer, si può realizzare un adattamento e aggiornamento continuo di tutte le linee dello schermo. Si ha, così, come effetto, una maggiore risoluzione; nello stesso tempo, si possono eliminare tutti quei prodotti artigianali che potrebbero, in parte, far vibrare un immagine fissa. La procedura di rimozione dell interlacciamento (deinterlacing) è utilizzata per trasformare i segnali interlacciati, come, ad esempio, gli analogici, i DVD e i satellitari, in procedimenti che vengono impiegati da apparecchiature a scansione progressiva, come, ad esempio, i televisori a cristalli liquidi, i videoproiettori e i pannelli al plasma. La rimozione dell interlacciamento non permette, in ogni modo, di far raggiungere al video la stessa qualità che consente la scansione progressiva. La quantità di dati che la scansione dell interlacciamento è, infatti, quasi la metà di quella fornita dalla scansione progressiva. 5/2 Il cortometraggio Un cortometraggio è un prodotto filmico; esso ha una durata, di solito, non superiore ai trenta minuti complessivi. In Italia, la normativa stabilisce, tuttavia, che un cortometraggio potrebbe durare fino a settantacinque minuti. I cortometraggi hanno acquisito tale nome sia per la circostanza che la lunghezza della pellicola è appunto corta sia perché nel linguaggio cinematografico si parla, riguardo alla lunghezza della pellicola, di metraggio. I cortometraggi, oggi, vengono spesso impiegati per rappresentare i diversi generi di cinematografia con uno stile, però, scarno e immediato, come quello del cinema del primo Novecento. Alcune produzioni di cortometraggi riproducono la tradizione del cinema di animazione, con cui giovani artisti e cartoonists raccontano diverse forme di spettacoli e di animazioni, attenendosi a stili molto innovativi. 8
9 per approfondire Il cortometraggio non solo ma anche Unità 2 Il cortometraggio si presenta, oggi come dalle sue origini di prodotto altro rispetto allo standard cinematografico, il luogo del non solo ma anche : è difficile, infatti, trovarne una collocazione univoca nel panorama della produzione e della fruizione. È fondamentale palestra in attesa del lungometraggio ma anche forma espressiva autonoma, sta al racconto (ma anche all aforisma o allo sketch) come il film sta al romanzo, è esordio e apprendistato di tanti grandi maestri del cinema ma anche una loro chicca sconosciuta ai più, è territorio di sperimentazione di nuovi stili, spazio dell autoproduzione e dell indipendenza, espressione per eccellenza della creatività giovanile ma anche formato che s innesta nel filone della tradizione specialmente legata al documentario o ad altre forme consolidate, corto come spazio di libertà da schemi ma anche luogo vincolato da condizionamenti produttivi. L elenco potrebbe continuare, mostrando come a un aspetto ne corrisponda un altro diverso, talvolta diametralmente opposto: tutto questo testimonia che gli approcci al cortometraggio possono essere diversi, ma la mentalità che guida queste realizzazioni è la medesima che consente a un film di nascere; questa precisazione è ancora una volta fondamentale poiché, dimostrando la perfetta sovrapposizione della volontà di partenza, quella cioè di narrare o descrivere, si mettono i due metraggi sullo stesso piano e quindi, indirettamente, se ne sancisce l indipendenza. Con il termine approccio s intende l avvicinamento a un qualsiasi progetto che include una pianificazione: questa è una delle sostanziali differenze tra il cortometraggio e il lungometraggio. Nel momento in cui un regista (o un artista in genere) decide di sfruttare il formato del corto, può farlo per due ordini di motivi: il primo è, banalmente, di carattere economico. Tale aspetto divide i livelli produttivi a seconda di budget e distribuzione: riconosciamo i blockbusters, film che richiedono sforzi produttivi molto alti poiché annoverano attori famosi, registi affermati, location e risorse sul set di proporzioni elevate; a produrli sono le grandi case americane e alcune co-produzioni europee, la loro distribuzione avviene a livello internazionale ed è accompagnata da una pubblicità pervasiva. Abbiamo poi i film commerciali, che si sviluppano solitamente in ambito nazionale e a questo mercato sono destinati: si sviluppano su più livelli, dal film di bassa fattura destinato a limitati guadagni, a film di qualità realizzati da autori consolidati che però, seguendo le parole che si riferiscono al panorama italiano del regista Maderna, rarissimamente fanno qualcosa di forte, poiché tendono a riprodurre lo stesso meccanismo. Al penultimo gradino riconosciamo i film indipendenti, originariamente film nati da piccole case di produzione o da singoli artisti per opporsi alle grandi produzioni: mezzo di protesta ma anche modo per trattare tematiche che non possono trovare spazio nei filoni dei blockbusters. Prodotti con limitate finanze, diventano baluardo di una cinematografia d autore, molto volte troppo elitaria: è per questo motivo che restano limitati a un circuito d essai che non ne permette, salvo rari casi, una larga distribuzione. Per ultimo l autoproduzione: ogni possessore di una videocamera e di un sistema per il montaggio (con il digitale è diventato anch esso di economica realizzazione) può diventare filmmaker e produrre un proprio film, più o meno importante, più o meno caratterizzato da una tecnica e da una consapevolezza narrativa. La distribuzione acquista oggi, anche per quest ultimo filone, il carattere della globalità, specialmente pensando agli archivi che internet mette a disposizione per la raccolta di prodotti di ogni genere. 9
10 Unità 2 Prove di verifica 1. Il messaggio televisivo è audiovisivo. Spiega in cinque righe il significato di questa espressione e fai degli esempi pratici: Secondo il filosofo Karl Popper, la televisione rischia di essere per noi una cattiva maestra. Ci sono però anche molti lati positivi di questo medium. Sapresti sinteticamente indicare i lati positivi e negativi della Tv nella nostra società? Parla del video come strumento audiovisivo: Esponi le analogie e le differenze tra pellicola cinematografica e cortometraggio:
11 Prove di verifica Unità 2 5. Rileggi attentamente il brano di Karl Popper a pag. 103 e poi rispondi alle domande: a) Perché secondo l autore la televisione è ladra e bugiarda? b) Perché i bambini possono reagire in modo violento, assistendo ad alcuni programmi Tv? c) Credi che sia pericoloso guardare la televisione? d) Credi che esistano «programmi buoni» e «programmi cattivi»? e) Secondo te la televisione può influenzare il nostro modo di vivere e di pensare? f) Quali sono i programmi che faresti guardare a un bambino di 10 anni e quali invece no? g) Qual è la tua trasmissione preferita? Perché? h) Pensi che sarebbe possibile un mondo senza Tv? Credi che sarebbe un mondo migliore o peggiore? h) Credi che la televisione dia un immagine realistica o falsata della realtà? i) Se fossi tu il proprietario di un canale Tv, cosa trasmetteresti? Indica 10 programmi, collocandoli nelle fasce orarie che ritieni più adatte. 11
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