2.2 Campegli- Castiglione Chiavarese (GE)

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1 2.2 Campegli- Castiglione Chiavarese (GE) Dati generali Il nucleo abitativo di Campegli, edificato in un area a debole pendenza ove affiorano metagabbri e metabasalti in contatto con le serpentiniti dell Unità Bracco-Graveglia (Fig.108), costituisce la testata di una frana relitta originata con meccanismi di scorrimento roto-traslativo così come la parte minore dell abitato in destra del Rio Campegli. All interno di questi corpi maggiori sono state identificate frane minori recenti o attuali a prevalente tipologia di scorrimento traslativo soggette a periodiche attivazioni ( Atlante dei Centri Abitati Instabili della Liguria CNR). L attività di monitoraggio si è svolta con la misurazione dell inclinometro S6I (letto dal 2009) e di due nuovi inclinometri S10I e S11I, installati nel luglio 2013 rispettivamente in zona Lago e nel centro abitato di Campegli. Gli inclinometri S6 (letto per controllo nel 2016), S9I e SNAM4, misurati dal 2009 al 2011, non sono stati più letti avendo concordato con Regione Liguria una esclusione dal monitoraggio per la scarsa rappresentatività. Gli inclinometri S4I e S7I sono stati invece definitivamente abbandonati poiché il primo risulta spezzato e il secondo non risulta più localizzabile in seguito al rifacimento del manto stradale. La scelta di installare due nuovi inclinometri è dovuta nel caso della zona Lago alla mancanza di informazioni circa la superficie di scorrimento profonda nell area a est, mentre lo strumento nel centro abitato ha la funzione di integrare quanto misurato già da S6I più a valle. Le installazioni presenti (Fig.109) ricadono all interno dei seguenti corpi di frana censiti nell Inventario dei fenomeni franosi (Progetto IFFI) come di seguito descritto: Inclinometri: S10I, S9I, S7I (ex) Tipo Stato Complesso Quiescente generico Identificativo Area [mq] Inclinometri: S4I (ex), S6 Tipo Stato Complesso Attivo/riattivato/sospeso Identificativo Area [mq] Inclinometri: SNAM4 Tipo Stato n.d. Quiescente generico 108

2 Identificativo Area [mq] 9156 Inclinometri: S11I e S6I Tipo Stato Scivolamento rotazionale/traslativo Quiescente generico Identificativo Area [mq] Di seguito si riassume l attività di monitoraggio del Data Attività Strumentazione Sistema di misura 25/05/2017 lettura di esercizio sulle guide A1/A3 e sequenza di letture A1B1/A3B3 05/09/2017 lettura di esercizio sulle guide A1/A3 e sequenza di letture A1B1/A3B3 Inclinometri S6I (14 ), S10I (8 ), S11I (8 ), S6 (5 ) Piezometro PZ Inclinometri S6I (15 ), S10I (9 ) e S11I (9 ) Piezometro PZ Sonda servoaccelerometrica biax. S Sonda servoaccelerometrica biax. S Tab. 7 Misure effettuate nel 2017 nel sito di Campegli Fig Stralcio Carta Geologica Regionale (CARG) sc.1:

3 S10I S9I S4I S7I S2 S3PP pz S6 S6I S1P S11I SNAM4 Fig Posizione degli inclinometri letti S10I, S11I e S6I (in fucsia SNAM4, S9I, S6, allo stato attuale non utilizzati mentre S7I e S4I sono irrecuperabili) 110

4 2.2.2 Analisi dei dati inclinometrici Inclinometro S4I (37.5 m) centro abitato località Lago Il monitoraggio è stato eseguito dal 2009 al 2011 poiché il 24 marzo dello stesso anno l inclinometro ha evidenziato la definitiva strozzatura alla profondità di 35m e pertanto non è stato più possibile proseguire con le letture. La deformazione della tubazione e il peggioramento delle condizioni rispetto alla lettura di ottobre 2010 è stato determinato da un incremento nello spostamento dell'ordine almeno del centimetro tanto da non consentire più il passaggio della sonda inclinometrica e la conferma dell ostruzione della tubazione è stata fornita dalla telecamera da foro (Fig. 110). L elaborazione differenziale integrale aveva evidenziato nell ultima lettura del 22/10/2010 uno spostamento massimo di circa 21mm in testa tubo (11 mesi di monitoraggio) e una direzione azimutale verso S-SE (Figg.111 e 112). Tale situazione era stata confermata dall elaborazione locale in cui si registrava la presenza di un massimo a 35m di profondità e un valore di deformazione di 11.3mm. Fig Immagine rilevata dalla telecamera da foro a -35m: non si individua più la superficie circolare libera della tubazione ma una strettoia scura (la zona a sinistra della foto in rosso), che rappresenta lo spazio ancora disponibile nella tubazione ma non sufficiente a fare discendere una sonda inclinometrica mentre a destra la zona chiara ( in blu) rappresenta la parete della tubazione compressa dalla spinta del terreno 111

5 Fig Grafici relativi all elaborazione differenziale integrale (risultante degli spostamenti) e all elaborazione differenziale locale (spostamenti locali) dell inclinometro S4I 112

6 Fig Grafico relativo all elaborazione differenziale integrale (diagramma polare della deviazione) dell inclinometro S4I 113

7 Inclinometro S6 (26.5 m) centro abitato località Lago Il monitoraggio esteso dal 2009 al 2011 ha consentito di verificare attraverso l elaborazione differenziale integrale dal basso l assenza di spostamenti: complessivamente i dati elaborati hanno valori inferiori a 8mm con assenza di zone di deformazione (Fig.113), così come rilevato anche dall elaborazione differenziale locale. Si deve puntualizzare che la lunghezza limitata della tubazione potrebbe non identificare eventuali movimenti profondi, registrati più a monte da S4I, e conseguentemente potrebbe essere coinvolta in movimenti di traslazione. Si concorda con Regione Liguria la sospensione delle letture dal Nel 2016 è stata eseguita una lettura di controllo per verificare eventuali nuove deformazioni, e come si può osservare dall elaborazione integrale e locale non si sono prodotte deformazioni di una certa entità, se non un leggero aumento dei valori lungo tutta la colonna inclinometrica. Fig Grafici relativi all elaborazione differenziale integrale (risultante degli spostamenti) e all elaborazione differenziale locale (spostamenti locali) dell inclinometro S6 114

8 Inclinometro S7I (19 m) centro abitato località Lago Il monitoraggio esteso dal 2009 al 2011 ha consentito di verificare attraverso l elaborazione differenziale integrale dal basso l assenza di spostamenti rilevanti: infatti l elaborazione differenziale integrale dal basso ha evidenziato uno spostamento massimo di circa 8mm in testa tubo e una direzione azimutale verso S, in accordo con la morfologia del versante. Sebbene i valori registrati non siano elevati, le deformate hanno evidenziato una zona di deformazione a partire da 12m fino a circa 15m di profondità, mentre i livelli superiori sono sembrati allo stato attuale esenti da deformazioni (Figg.114 e 115). Le deformate locali hanno confermato la presenza della deformazione principale con un picco in evoluzione a 14.5m di profondità. Si sono segnalate deformazioni diffuse lungo tutto l asse della tubazione inclinometrica rilevate con la sonda pilota. Lo strumento non è risultato più rintracciabile a causa del rifacimento del manto della sede stradale e quindi si deve sospendere la misurazione. In ogni caso la rappresentatività dello strumento era già stata messa in dubbio nel periodo del monitoraggio. Fig Grafici relativi all elaborazione differenziale integrale (risultante degli spostamenti) e all elaborazione differenziale locale (spostamenti locali) dell inclinometro S7I 115

9 Fig Grafico relativo all elaborazione differenziale integrale (diagramma polare della deviazione) dell inclinometro S7I 116

10 Inclinometro S9I (32 m) centro abitato località Lago Il monitoraggio eseguito negli anni non ha fornito indicazioni particolari: infatti l elaborazione differenziale integrale dal basso ha evidenziato uno spostamento massimo di circa 5mm in testa tubo e i valori risultano contenuti entro l incertezza strumentale. Dall elaborazione locale non si evince quindi alcun elemento circa un eventuale movimento del terreno (Fig.116). Poiché la lunghezza dello strumento non sembra ottimale si concorda con Regione Liguria la sospensione del monitoraggio e si programma la sostituzione con il nuovo inclinometro S10I. Fig Grafici relativi all elaborazione differenziale integrale (risultante degli spostamenti) e all elaborazione differenziale locale (spostamenti locali) dell inclinometro S9I 117

11 Inclinometro SNAM 4 (29 m) valle del centro abitato località Lago Il monitoraggio eseguito negli anni non ha fornito indicazioni particolari: infatti l elaborazione differenziale integrale dal basso ha evidenziato uno spostamento massimo di circa 5mm in testa tubo. Dall elaborazione locale non si evince peraltro alcun elemento circa un eventuale movimento del terreno a profondità rilevanti e i valori registrati rientrano nell incertezza strumentale (Fig.117). Anche in questo caso così come per l inclinometro S6 si deve osservare che la lunghezza della tubazione potrebbe non identificare eventuali movimenti profondi, registrati più a monte da S4I, e conseguentemente potrebbe essere coinvolta in movimenti di traslazione non identificati dalla sonda inclinometrica. Dal 2012 si concorda con Regione Liguria la sospensione delle letture inclinometriche. Fig Grafici relativi all elaborazione differenziale integrale (risultante degli spostamenti) e all elaborazione differenziale locale (spostamenti locali) dell inclinometro SNAM4 118

12 Inclinometro S6I (17.5 m) centro abitato La verifica dei dataset nell anno 2017 attraverso i checksum e la deviazione standard non ha evidenziato anomalie strumentali nei cicli di letture effettuate. L elaborazione differenziale integrale ha evidenziato nel corso degli anni spostamenti costanti lungo il piano di taglio, anche se non particolarmente rilevanti, eccezion fatta per il periodo ottobre 2013-aprile 2014 in cui si è registrato un incremento di 6mm/6mesi. Lo spostamento totale dal 2009 è di 33mm con una direzione azimutale verso S, in accordo con la morfologia del versante, e una superficie di taglio individuata tra 10 e 11m di profondità. Le deformate locali confermano la presenza della deformazione principale con un picco in evoluzione a 10.5m di profondità e uno spostamento massimo di 27mm (Figg.118 e 119). Fig Grafici relativi all elaborazione differenziale integrale (risultante degli spostamenti) e all elaborazione differenziale locale (spostamenti locali) dell inclinometro S6I 119

13 Fig Grafico relativo all elaborazione differenziale integrale (diagramma polare della deviazione) dell inclinometro S6I 120

14 Inclinometro S11I (26.5 m) centro abitato La verifica dei dataset attraverso il checksum non ha evidenziato anomalie strumentali nella lettura di zero e nelle letture di esercizio. In particolare dalla lettura di zero si evince che la deviazione dalla verticale per la tubazione inclinometrica si aggira intorno a 0.7% e quindi inferiore al margine di tolleranza di 2%. Le letture ad oggi non hanno dato particolari indicazioni circa la presenza in profondità di un piano di scorrimento che possa essere collegato con le deformazioni misurate in S6I: infatti sia dall'elaborazione differenziale integrale che dall elaborazione differenziale locale non si registrano zone di deformazione di una certa entità a profondità significative. Si evidenzia invece a circa 2m dal piano campagna un innalzamento dei valori strumentali imputabili a un debole movimento della coltre con una direzione azimutale S-SW: i valori totali mostrano 12mm di spostamento totale con un picco massimo di 4mm (Figg.120 e 121). Il movimento superficiale potrebbe essere indipendente dal movimento rilevato più a valle oppure essere invece collegato alla struttura geomorfologica principale con sub-affioramento del piano di scorrimento. Fig Grafici relativi all elaborazione differenziale integrale (risultante degli spostamenti) e all elaborazione differenziale locale (spostamenti locali) dell inclinometro S11I 121

15 Fig Grafico relativo all elaborazione differenziale integrale (diagramma polare della deviazione) dell inclinometro S11I 122

16 Inclinometro S10I (40.5 m) zona Lago La verifica dei dataset attraverso il checksum non ha evidenziato anomalie strumentali nella lettura di zero e nelle letture di esercizio. In particolare dalla lettura di zero si evince che la deviazione dalla verticale per la tubazione inclinometrica si aggira intorno a 1.1% e quindi inferiore al margine di tolleranza di 2%. Le prime letture non hanno dato evidenze particolari essendo comprese nell intervallo di incertezza strumentale: infatti sia dall'elaborazione differenziale integrale che dall elaborazione differenziale locale non si sono registrati valori di una certa entità a profondità significative (Figg.122 e 123), ad eccezione delle profondità comprese tra -22m e -29m in cui si è rilevato un innalzamento dei valori. La direzione azimutale indicava una direzione concorde con la giacitura del versante verso S-SE. Con le ultime letture si è potuto invece evidenziare la presenza di una zona di deformazione in profondità: infatti sia dall elaborazione integrale che locale si osserva uno spostamento massimo di 12mm con una serie di picchi in aumento tra -22m e -29m (i maggiori a -23m e -28m di profondità), senza trascurare anche piccoli spostamenti che avvengono anche a profondità superiori. Le future letture potranno chiarire l entità del movimento che sembra però inequivocabilmente profondo in direzione S-SE, in modo concorde con quanto registrato da S4I nel Fig Grafici relativi all elaborazione differenziale integrale (risultante degli spostamenti) e all elaborazione differenziale locale (spostamenti locali) dell inclinometro S10I 123

17 Fig Grafico relativo all elaborazione differenziale integrale (diagramma polare della deviazione) dell inclinometro S10I 124

18 2.2.3 Conclusioni Il monitoraggio inclinometrico dell area iniziato da ARPAL nel novembre 2009 in località Campegli è stato condotto in due aree distinte, la prima in zona Lago e l altra nel centro abitato. I risultati hanno confermato una sostanziale attività della zona e la presenza di corpi morfologici ascrivibili alla classe delle frane complesse - scivolamenti con tassi di spostamento variabili e determinati da cinematismi differenti. In particolare si sono registrati nell area localizzata nel centro abitato incrementi pari a circa 5mm/anno in direzione S-SW, coerentemente con la giacitura del versante (il pendio si trova in un area con un forte contrasto planoaltimetrico), mentre nella zona più occidentale dell abitato (località Lago) si sono verificati, nel 2010, spostamenti maggiori a profondità elevate (Figg.124 e 125). Fig.124- Direzione di movimento delle aree in frana che insistono nell area di Campegli: la zona occidentale (zona Lago) caratterizzata da un cinematismo complesso e l area più a est su cui sorge l abitato di Campegli. Entrando nello specifico nel periodo si è osservato come il versante della zona Lago non mostrasse spostamenti omogenei: infatti mentre nella zona più occidentale si registrava la rottura di S4I a 35m di profondità avvenuta nel 2011, nella zona immediatamente adiacente non si registravano spostamenti particolari. A questo proposito l inclinometro S9I non rilevava alcun movimento mentre più a valle le letture di S7I avevano individuato superfici di scorrimento più superficiali a profondità di circa 12-14m in direzione S-SE, e quindi non direttamente attribuite al piano di scorrimento profondo. Con questo quadro deformativo si è ritenuto come probabile la presenza quindi di due corpi geomorfologici, già identificati da IFFI come indipendenti, separati in 125

19 senso circa NW-SE da un particolare cinematismo con una velocità e profondità di scorrimento differenti. Fig.125- DTM dell orografia della zona di Campegli: si noti l energia del rilievo a monte della strumentazione installata e il contrasto planoaltimetrico con l asta torrentizia a valle. La rottura della tubazione S4I del settore ovest andrebbe collegata all inclinometro S2I che già durante il censimento del 2007 aveva mostrato segni di intensa deformazione a profondità elevate: in particolare il tratto di tubazione risultava fortemente compromesso con Strozzature superabili a 17,60 e 34 m; fine tubo a 44,30 m su A1-A3. Strozzatura superabile a 33,50 m; fine tubo a 44,30 m anche su A2-A4. La deformazione nel 2009 risultava molto più evoluta rispetto a quanto già rilevato nel corso della ricognizione effettuata in data 12/11/07: l inclinometro, infatti, veniva registrato come tagliato alla profondità di circa 33.5m in accordo con quanto sarebbe accaduto in seguito per S4I con il rilievo di una superficie di scorrimento principale impostata tra 32 e 35m (Fig.126). La possibilità che sia presente realmente un pendio diviso a metà nella zona Lago potrebbe essere spiegata con la presenza di lineamenti strutturali che impongono cinematismi decisamente differenti, in accordo con la struttura di un basamento roccioso smembrato da faglie NW-SE. Il substrato è rappresentato da masse di metagabbri che risultano separati da un contesto prettamente basaltico attraverso lo sviluppo di strutture fragili (CARG 1:50000): questa placca gabbrica sembra quindi poggiare sui basalti sottostanti e in questo quadro geologico andrebbe inserita l instabilità diffusa della zona che a luoghi mostra cinematismi differenti. 126

20 Fig.126- Sezione nell area di Campegli: la zona occidentale (zona Lago) risulta in maggiore movimento rispetto al corpo adiacente e ad un altro indipendente su cui sorge l abitato di Campegli. Si propongono due ipotetiche superfici di scorrimento profonde che hanno deformato gli inclinometri oltre 30m: la prima (tratto viola) potrebbe essere associata a lineamenti strutturali (faglie e sovrascorrimenti), la seconda (tratto rosso) identifica un tipico scorrimento roto-traslazionale. Non si può escludere la presenza di un piano di scorrimento ancora più profondo (tratto giallo). Fino al 2013 per quanto riguarda la rete inclinometrica installata non esistevano più, a seguito della rottura di S4I, punti di misura rappresentativi nella zona Lago: infatti essa risultava costituita da inclinometri non utili per l intercettazione della superficie di scorrimento principale della frana in zona Lago (S6, S9I e SNAM4). Inoltre l inclinometro S7I e il piezometro S1P risultano allo stato attuale non misurabili per la copertura del pozzetto in seguito al rifacimento della sede stradale. Per migliorare la conoscenza della zona Lago nel dicembre 2011 è stata eseguita una indagine geofisica con la metodologia MASW sul pendio ove risulta installato S4I. Dalla prova eseguita la stratigrafia sembra delineare tre grandi strati sismici: da 0 a 7 metri si sviluppa uno strato a bassa velocità a cui si può attribuire la presenza di un accumulo detritico (coltre franosa), tra 7 e 23 m sembra già delinearsi un bedrock sismico e da 23 a 35m di profondità la velocità assume caratteri tipici di un basamento roccioso con buone caratteristiche geomeccaniche (Fig.127). I due orizzonti ad elevata velocità sismica sono separati da un livello a bassa velocità, interpretabile come orizzonte roccioso a bassa qualità litotecnica. La massa in movimento, dai dati inclinometrici misurati in S4I, coinvolgerebbe i livelli rappresentati dalla coltre detritica, l orizzonte roccioso in frana e caratterizzato da intensa cataclasi e il livello profondo in roccia: quindi la superficie di scorrimento, rilevata a 35m, sarebbe sviluppata all interno dell ammasso ofiolitico tettonizzato smembrato da discontinuità regionali. 127

21 Fig Prova MASW del pendio in frana: si osservano la coltre detritica, il basamento ofiolitico disgregato (strato intermedio) e a maggiore profondità l ammasso roccioso interessato dalla discontinuità principale a 35m. Al fine di verificare se il pendio possieda un cinematismo unico oppure se effettivamente esistano due sottozone a doppia velocità, è stato eseguito nel 2013 un sondaggio a distruzione di nucleo con una ultima parte prevista a carotaggio continuo, necessario per l installazione dell inclinometro S10I (profondità sondaggio 43.5 e lunghezza utile inclinometro 40.5m). Dall esame dei cuttings risaliti in superficie e dall osservazione delle carote prelevate negli ultimi metri si è osservato quanto segue: fino a 15 m di profondità si incontrano in alternanza blocchi lapidei e livelli incoerenti attribuibili alla coltre franosa, tra 15 e 21 m iniziano a comparire livelli attribuibili a una basamento roccioso molto tettonizzato (metagabbri), la cui qualità litotecnica rimane bassa fino a 43m. Nella foto seguente (Fig.128) si evidenzia l intervallo del basamento roccioso m con spezzoni di carota non superiore a 20cm e costituite da metagabbri cataclastici a grana mediogrossa che talvolta passano a un materiale detritico sabbioso. 128

22 Fig Sondaggio S10I in zona Lago: intervallo del basamento roccioso m con carote di metagabbri ad elevato grado di tettonizzazione. Il materiale appare fortemente disgregato con una colorazione verde-ocra e una granulometria grossolana. La cataclasite assume quindi i caratteri di una roccia macinata, nel caso specifico di un gabbro cataclastico. L intensa cataclasi dei metagabbri è confermata anche da affioramenti presenti lungo la strada che risale il versante in frana: infatti affiorano in rari punti metagabbri con una struttura ben conservata, talvolta in forma di brecce con blocchi di serpentinite. La foto sottostante (Fig.129) denota come la struttura del gabbro sia conservata con la presenza di pieghe isoclinali e sviluppo di una foliazione metamorfica, mentre la litologia originaria della roccia è quasi completamente trasformata da un intenso sviluppo pedogenetico. Fig Affioramento di metagabbri a monte di S10I in zona Lago: la roccia appare fortemente alterata e il processo di trasformazione in suolo in atto ha modificato le caratteristiche litologiche del gabbro ma non quelle strutturali. 129

23 Per quanto riguarda invece la zona del centro abitato di Campegli il corpo morfologico risulta separato e indipendente evidenziando spostamenti contenuti e un piano di taglio localizzato intorno a 10m di profondità con direzione azimutale S- SW. Un secondo sondaggio nel 2013 (profondità raggiunta 28.5m e installazione inclinometro con lunghezza utile 26.5m), anch esso a carotaggio continuo solo negli ultimi metri e codificato S11I, è stato eseguito nel centro abitato di Campegli per confermare eventualmente anche più a monte gli spostamenti rilevati dal 2009 con le letture di S6I. Dall esame dei cuttings risaliti in superficie e dall osservazione delle carote prelevate negli ultimi metri, la stratigrafia dei vari orizzonti può essere descritta come segue: fino a 15 m di profondità si incontrano in alternanza a rari blocchi lapidei e livelli incoerenti attribuibili alla potenza della coltre franosa, tra 15 e 28 m si osserva la presenza del basamento roccioso (metagabbri) e nell intervallo 28-30m sembra essere presente un cambio della litologia verso un litotipo basaltico, con un aspetto marcatamente cataclastico. Il materiale attraversato, fortemente disgregato dall azione dell avanzamento del sondaggio a distruzione di nucleo, mostra una colorazione verdeocra passante a grigio verde con l aumento della profondità e livelli completamente arenitizzati con una granulometria francamente sabbiosa, intervallata da livelli litoidi sempre molto cataclasati (Figg.130 e 131). Fig Sondaggio S11I nel centro abitato: l avanzamento a distruzione di nucleo ha trasformato il metagabbro, già fortemente cataclasato e completamente destrutturato, in un materiale sciolto a granulometria sabbiosa. 130

24 Fig Sondaggio S11I nel centro abitato: l ultima parte seguita a carotaggio continuo ha permesso di osservare la qualità geomeccanica della roccia. Il metagabbro assume i caratteri di una breccia di faglia, nel caso una cataclasite, e tra 28-30m il litotipo predominante sembra assumere i caratteri di un basalto. Nel 2017 il monitoraggio dell abitato di Campegli ha confermato l andamento caratterizzato da spostamenti invernali e pause estive con uno spostamento massimo pari a 33mm (S6I): risalta dal grafico sottostante il gradino autunnale 2013-primaverile 2014 durante il quale l andamento della deformata evidenzia una velocità superiore all andamento medio. Il nuovo inclinometro S11I, installato nel centro dell abitato e più a monte non ha dato particolari indicazioni se non un movimento della coltre superficiale, localizzato intorno a 2m di profondità. Analizzando l entità degli spostamenti degli inclinometri e la direzione di movimento, si evince che entrambi mostrano la stessa velocità, circa 5mm/anno, e la stessa direzione azimutale S- SW. Allo stato attuale risulta quindi difficile stabilire se il movimento superficiale sia localizzato e indipendente dal movimento rilevato più a valle, oppure sia invece collegato alla struttura geomorfologica principale con sub-affioramento del piano di scorrimento, da una profondità di -10m a valle a -2m (zona di monte). Il collegamento tra gli spostamenti di S6I e S11I potrebbe però essere possibile e con la prosecuzione del monitoraggio forse potranno emergere nuovi elementi per far propendere verso l una o l altra ipotesi. 131

25 La zona Lago monitorata con il nuovo inclinometro S10I ad inizio 2015 non aveva dato particolari segnali di deformazioni in atto e pertanto la verifica dell attività della frana in zona Lago, a suo tempo rilevata da S4I in direzione S-SE in un breve lasso di tempo e lo sviluppo di una superficie di scorrimento profonda a 35m, avrebbe dovuto ancora attendere riscontri più certi. Le ultime letture eseguite non hanno rilevato spostamenti di una certa entità, anche se a profondità elevate sono comparsi livelli in deformazione in modo concorde con quanto registrato da S4I nel , e pertanto le future letture potranno chiarire l entità del movimento (Fig.132). I dati relativi alla circolazione idrica sotterranea hanno confermato la presenza di una falda a profondità comprese tra -10 e -20m nella zona occidentale e localizzata intorno a -15m nella zona orientale. La quota della piezometrica risulta superiore alla profondità alla quale si è registrato lo scorrimento profondo che pertanto si trova in condizioni di costante saturazione in zona Lago, mentre nella zona dell abitato l escursione del livello comprende la zona di spostamento lungo il piano di taglio. Fig. 132 Velocità delle deformazioni. 132

26 Il rapporto tra eventi meteorici e movimenti del versante dal 2008 al 2017 è descritto nei grafici seguenti (Figg. 133, 134, 135 e 136): -anni 2009 e 2010: piogge distribuite come intensità e durata nel periodo invernale e autunnale (eventi estremi nel settembre 2010 con 146mm/2gg), ove frequentemente le cumulate mensili hanno superato i 200mm. Si sono riscontrati movimenti importanti a rottura in zona Lago e spostamenti continui anche nel centro abitato senza stasi; -anni 2011 e 2012: l attività della frana nel centro abitato continua con spostamenti costanti a prescindere dal regime pluviometrico in atto. Particolarmente evidenti le due cumulate mensili dei mesi di settembre 2011 e ottobre 2012, rispettivamente pari a 261mm e 392mm, con eventi estremi di 250mm/2gg e 187mm/1g; -anni 2013 e 2014: le precipitazioni risultano distribuite meno uniformemente nell arco dell anno e talvolta concentrate in un solo mese. Risaltano le cumulate di marzo 2013 (342mm), e nel 2014 i mesi di gennaio (351mm), febbraio (293mm) e novembre (392mm), cui non si associano particolari eventi estremi. Per quanto riguarda il movimento della frana si può osservare come in generale sia mantenuto il trend di spostamento con il movimento a seguito dell inverno 2014, mentre a seguito della cumulata di novembre 2014 si è riscontrata una decelerazione/stasi; -anni : si registra una decelerazione del movimento nel periodo, sostanzialmente modesto a livello di precipitazioni, e le due cumulate più importanti dei mesi di ottobre 2015 (338mm di pioggia caduta ed eventi intensi con 196mm/3gg) e di febbraio 2016 (335mm di pioggia con un evento di 130mm in un solo giorno) non hanno avuto alcuna influenza sulla ripresa del movimento. Per quanto riguarda la cumulata del mese di dicembre 2017 pari a 218mm (con eventi pari a 180mm/3gg) si rimanda alle prossime letture. Ad oggi, quindi, l influenza degli eventi meteorici sembra limitata nella zona Lago, mentre maggiormente reattivo alle precipitazioni risulta il corpo morfologico orientale con un piano di taglio a bassa profondità: per quest ultimo si osserva bene una pulsazione della frana che tende a spostarsi a seguito di mesi piovosi, a prescindere da eventi intensi, e rallentare o fermarsi del tutto durante periodi poco piovosi. Può accadere che non si verifichi alcun incremento a seguito di cumulate mensili importanti ma riferite a un singolo mese. Inoltre per quanto riguarda la grande frana della zona Lago, ad eccezione degli spostamenti avvenuti nel 2010 a seguito di mesi piovosi che hanno portato alla rottura di S4I ad elevata profondità, si evidenziano segnali contradditori osservando il grafico delle pluviometrie in relazione con S10I: il primo spostamento registrato nella primavera 2014 dopo un periodo piovoso che ha coinvolto alcuni mesi è stato seguito da una lunga fase di quiescenza anche in concomitanza di singoli mesi intensi a livello precipitativo. La minore reattività della massa franosa sarebbe dimostrata in accordo soprattutto con le caratteristiche del corpo morfologico, che sviluppa deformazioni a profondità molto elevate e quindi la massa in movimento, oggettivamente molto potente (>35m), potrebbe non risentire affatto delle 133

27 piogge ( deformazione profonda da creep in roccia ), ed essere quindi dominata nella quasi totalità dalla gravità e dalle caratteristiche geomeccaniche. Fig. 133 Andamento pluviometrico mensile (stazione SARA) per gli anni in relazione con le letture inclinometriche S4I Fig. 134 Andamento pluviometrico mensile, eventi estremi (stazione SARA) e letture inclinometriche S6I - anni

28 Fig. 135 Andamento pluviometrico mensile, eventi estremi (stazione SARA) e letture inclinometriche S10I - anni Fig. 136 Andamento pluviometrico mensile, eventi estremi (stazione SARA) e letture inclinometriche S11I - anni

29 I dati interferometrici (desunti dal sito Ambiente in Liguria della Regione Liguria) evidenziano nel periodo e (ENVISAT) una situazione composita per quanto riguarda il movimento di PS posti sugli edifici: per la località Lago (zona ovest) sono stati osservati spostamenti di circa 6mm/anno, mentre la parte orientale risulta registrare movimenti inferiori (2mm/anno). Tali valori, sebbene siano leggermente inferiori ai dati inclinometrici delle due differenti aree, possono essere considerati compatibili, eccezion fatta per il pendio ove è ubicato S4I in zona Lago che ha fatto registrare nel periodo attraverso l acquisizione dei dati inclinometrici il picco di rottura di 20mm/10mesi. 136

Data Attività Strumentazione Sistema di misura 04/07/ lettura di esercizio sulle guide A1/A3 e sequenza di letture A1B1/A3B3

Data Attività Strumentazione Sistema di misura 04/07/ lettura di esercizio sulle guide A1/A3 e sequenza di letture A1B1/A3B3 7.3.1 Armo (IM) 7.3.1 Dati generali L area interessa un tratto di versante a monte ed a valle della Strada Provinciale, soggetto a instabilità ed erosione del rio con evidenti segni di instabilità spondale.

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