Nuove frontiere della sostenibilità e gestione strategica delle risorse ambientali in azienda, in un'ottica comunitaria e internazionale

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1 Nuove frontiere della sostenibilità e gestione strategica delle risorse ambientali in azienda, in un'ottica comunitaria e internazionale Fabio Iraldo Istituto di Management della Scuola Superiore Sant Anna di Pisa e IEFE Università Bocconi

2 Struttura della presentazione Il contesto competitivo di riferimento Le azioni e gli strumenti per sviluppare scenari di sostenibilità aziendale Le frontiere negli approcci comunitari e internazionali Prospettive

3 Segnali forti da diversi contesti competitivi Il mercato e i consumatori Le azioni intraprese dalle aziende e la loro efficacia La tendenza a promuovere con la comunicazione

4 Premessa: il ruolo-chiave delle performance ambientali dei prodotti e delle scelte del consumatore L impatto ambientale dei prodotti nel loro ciclo di vita è molto concentrato in relativamente poche categorie (studio EIPRO):

5 Premessa: il ruolo-chiave delle performance ambientali dei prodotti e delle scelte del consumatore L impatto ambientale dei prodotti nel loro ciclo di vita è molto concentrato in relativamente poche categorie (studio EIPRO): 80% 20%

6 Premessa: il ruolo-chiave delle performance ambientali dei prodotti e delle scelte del consumatore L impatto ambientale dei prodotti nel loro ciclo di vita è molto concentrato in relativamente poche categorie (studio EIPRO): 80% In particolare: 20%

7 Premessa: il ruolo-chiave delle performance ambientali dei prodotti e delle scelte del consumatore L impatto ambientale dei prodotti nel loro ciclo di vita è molto concentrato in relativamente poche categorie (studio EIPRO): 80% In particolare: 20%

8 (fonte: State of Green Business, 2013) Quanto è rilevante l impatto della filiera?

9 Cosa vuole il consumatore / cittadino? The figures from the 2013 Eurobarometer: Market potential is high: 80% of EU consumers buy green products at least sometimes 26% buy them regularly 89% of EU citizens believes that buying green products makes a difference for the environment Most important considerations when buying: quality (97%), price (87%), environment (84%) 69% of citizens support obliging companies to publish reports on their environmental performance

10 Un esempio settoriale: 2012 Styling Sustainability Survey

11 Greendex created by National Geographic: why consumers do not buy green products?

12 Greendex created by National Geographic: why consumers do not buy green products?

13 Indagine su 281 aziende italiane da parte della SIM ktg D: Ritiene che le iniziative di sostenibilità abbiano riflessi della competitività della Sua azienda?

14 Determinanti fondamentali 51,% 30,9% 27,9% 26,5% 23,5% 19,6% 14,7% 10,8% 5,9% Politica dell'azienda Ricerca di Sviluppo Differenziazione Sviluppo soluzioni processi/prodotti di relazioni di competitive sui costi migliori posizionamentomercato migliori Normativa Visione del top management Realizzazione partnership collaborative Ricerca consenso e notorietà

15 Attività poste in essere sul tema della sostenibilità e tasso di successo % Socio- Poste in essere % di "Molto successo" 50% 40% % % % 0 Attività di customer care e ascolto del cliente Informazioni chiare relative al pdt Dialogo e interazioni con i clienti Politiche di prezzo trasparenti Creazione di partnership con clienti Formaz e sensib.del personale su sostenibilità Qualità sostenibile e sicurezza del sistema di offerta Innovazione nel packaging in termini di riciclabilità Attività di Etichette e educazione dei marchi ecologici clienti a comport sostenibili 0% Naturale prevalenza delle attività di marketing tradizionale ma rilevanti anche le iniziative orientate alla qualità ambientale del prodotto

16 Indagine Scuola Sant Anna di Pisa su comunicazione pubblicitaria ambientale Dall indagine è emersa la presenza di messaggi ecologici su pubblicità presenti nelle riviste selezionate, una percentuale del 9,8%. Settore in cui operano le imprese che hanno pubblicato i messaggi ecologici. ind. Automobilistica e trasporti 57% servizi e terziario 7% produzione elettrodomestici 2% produzione carburanti e energia 10% elettronica 8% tessile e calzaturiero 1% lavorazion e del legno 3% industria alimentare 3% prod.pneumatici 1% editoria 2% altro 1% attrezzature per edifici chimico e (pompe edilizia di calore, farmaceutica caminetti) 2% 1% 2%

17 Infine, l impostazione innovativa nelle politiche ambientali comunitarie: La politica ambientale deve essere capace di coinvolgere realmente i produttori e i consumatori (non più soltanto problema, parte della soluzione ), poiché in mancanza di una loro partecipazione attiva non è possibile garantire il conseguimento di obiettivi ambientali; l attuazione della politica mirata allo sviluppo sostenibile deve essere a propria volta sostenibile, ovvero deve essere in grado di mobilitare le risorse economiche necessarie a sostenere la fase applicativa; queste risorse non possono più essere soltanto pubbliche, occorre stimolare e mobilitare la volontà di investimento da parte delle imprese sulla base di opportunità (anche competitive) che possano effettivamente essere sfruttate;

18 Infine, l impostazione innovativa nelle politiche ambientali comunitarie: l obiettivo di trasformare l ambiente da vincolo a opportunità è destinato a rimanere un approccio puramente concettuale (e utopistico) se la policy ambientale non riesce a dimostrare che migliori prestazioni ambientali producono realmente un contestuale miglioramento nelle performance economiche e un vantaggio competitivo; le politiche e le iniziative orientate a perseguire obiettivi relativi allo sviluppo di modelli di produzione più sostenibili devono, pertanto, trovare riscontro nelle scelte dei consumatori e dei cittadini e nei trend di mercato e, quindi, devono focalizzarsi su (e promuovere) l interazione fra produttori e consumatori, in modo da favorire le dinamiche di mutua influenza e di condizionamento reciproco.

19 A fronte di questi scenari evolutivi, quali strumenti possibili? Sistemi di gestione delle organizzazioni Governance e rendicontazione aziendale relativa a tematiche ambientali Certificazioni di prodotto / servizio Valutazione e comunicazione delle caratteristiche o degli impatti ambientali dei prodotti / servizi

20 A fronte di questi scenari evolutivi, quali strumenti possibili? Sistemi di gestione delle organizzazioni EMAS Eco-Management and Audit Scheme ISO Sistemi di gestione ambientale ISO Sistemi di gestione dell energia

21 A fronte di questi scenari evolutivi, quali strumenti possibili? Governance e rendicontazione aziendale relativa a tematiche ambientali standard GRI (Global Reporting Initiative) standard Accountability 1000 (AA1000) standard ISAE 3000 (International Standard on Assurance Engagements) rendicontazione delle emissioni di Gas Serra in accordo allo standard ISO o allo standard PAS 2060

22 A fronte di questi scenari evolutivi, quali strumenti possibili? Certificazioni di prodotto / servizio EU Ecolabel Marchio di qualità ambientale dell Unione Europea Nordic Swan (Cigno Bianco dei Paesi Nordici ad es. nel settore della editoria) Blauer Engel (Angelo Azzurro tedesco ad es. nel settore delle vernici)

23 A fronte di questi scenari evolutivi, quali strumenti possibili? Certificazioni di prodotto / servizio Oeco-tex per i prodotti tessili FSC gestione forestale per i prodotti in legno e derivati (anche cellulosici) PEFC gestione forestale per i prodotti in legno e derivati (anche cellulosici) 100% Green Electricity - 100% Energia Verde Energy star per elettrodomestici su risparmio ed efficienza energetica dei prodotti

24 A fronte di questi scenari evolutivi, quali strumenti possibili? Valutazione e comunicazione delle caratteristiche o degli impatti ambientali dei prodotti / servizi PEF EU Product Environmental Footprint Rec. 2013/179/EU EPD - Certified Environmental Product Declaration scheme (secondo la norma ISO 14025) ISO Type III Programma di valutazione dell Impronta Ambientale del MATTM Sistemi di certificazione della Carbon Footprint dei prodotti, basati sullo standard PAS 2050 o analoghi (es.: Carbon Footrprint di CarbonTrust in UK); recente pubblicazione della guideline ISO 14067; ISO Type II

25 Certificazioni di tipo I Le certificazioni ambientali di tipo I si presentano come un marchio ecologico (tipicamente un simbolo o un logo identificativo) che segnala la migliore performance del prodotto sotto il profilo ambientale rispetto a tutti quei prodotti concorrenti che non possono vantare lo stesso riconoscimento. L elemento distintivo di questo tipo di certificazioni di prodotto è quindi la selettività, ovvero il fatto che il marchio venga assegnato soltanto ai prodotti con le performance ambientali migliori all interno di una certa categoria, sulla base di standard di qualità predefiniti (normalmente sotto forma di indicatori di prestazione ambientale).

26 Certificazioni di tipo I

27 Es.: l Ecolabel In Italia Aggiornamento: 8 marzo 2010

28 Molto utilizzato nelle pubblicità

29 Asserzioni di Tipo II gli environmental claims costituiscono delle asserzioni ambientali auto-dichiarate da parte dell azienda produttrice in merito a specifiche caratteristiche ambientali del proprio prodotto. Questo elemento rappresenta il connotato distintivo di questa tipologia di etichette previste dall ISO, che le differenzia nettamente dalle altre due, in quanto consente all azienda di scegliere a priori un ambito di valorizzazione delle prestazioni ambientali del proprio prodotto e di imperniare la propria strategia di comunicazione ambientale rivolta al cliente/consumatore su quest unico vantaggio ambientale.

30 Certificazioni anche per il Tipo II ISO Nei casi più evoluti, le asserzioni di tipo II possono costituire il fondamento di veri e propri schemi di certificazione, nel cui ambito un soggetto gestore sviluppa e applica un set di requisiti riferiti ad una determinata caratteristica ambientale del prodotto. Si tratta delle certificazioni di prodotto cosiddette single criterion. Ad esempio, uno schema di certificazione può concentrarsi sulle emissioni di gas serra da parte di un prodotto nel suo ciclo di vita e sulla loro eventuale compensazione da parte dell azienda produttrice (si pensi alle numerose etichette, anche di matrice privatistica, disponibili in questo ambito), ovvero sulla provenienza da foreste gestite secondo criteri di sostenibilità della cellulosa per prodotti in carta (ad es.: le etichette FSC o PEFC).

31 Quali strumenti? Il CARBON FOOTPRINT Esempio: Carbon Footprint: è una misura che esprime, in termini di CO 2 equivalente, il totale delle emissioni di gas ad effetto serra (GHG), associate ad un Prodotto, un Organizzazione o un servizio. Esistono diversi approcci normati e riconosciuti a livello internazionale, ma per i prodotti: Norme ISO , BSI- PAS Di fatto si tratta di effettuare una LCA ed estrapolare il dato relativo al GWP E stata recentemente pubblicata la ISO 14067

32 Sistemi Carbon Footrpint Il programma di Valutazione della Carbon Footprint (ormai evoluto verso una Impronta ambientale a 360 gradi) del Ministero dell Ambiente Itaiano il Carbon Footprint sviluppato da Carbon Trust nel Regno Unito, il Certified Carbon Free utilizzato negli Stati Uniti e sviluppato da CarbonFund.org Foundation, il CarbonConnect utilizzato in Canada e sviluppato da CarbonCounted. Esperienze analoghe di recente si stanno sviluppando in Svizzera, in Spagna e in Svezia

33 Ma anche: Water Footprint Indicatore che vuole fornire una misura dell appropriazione, da parte dell uomo, dell acqua dolce disponibile a livello globale Guarda non solo all utilizzo diretto ma anche all utilizzo indiretto WF di prodotto volume totale di acqua dolce consumata in modo diretto e in modo indiretto per realizzare il prodotto, viene calcolata considerando l utilizzo di acqua in tutte le fasi della catena di produzione Attualmente un gruppo di lavoro ISO sta lavorando alla redazione di una norma per il calcolo del Water Footprint (ISO 14046)

34 Certificazioni di Tipo III Cosiddette dichiarazioni ambientali di prodotto o Ecoprofiles : Environmental Product Declaration (EPD - Dichiarazioni Ambientali di Prodotto), basate sulla norma ISO Scopo della norma: fornire uno schema di riferimento per lo sviluppo di EPD certificabili Il logo EPD:

35 Esempi

36 Fra le più recenti:

37 L ultima tappa costituisce anche una prospettiva interessante per i prossimi anni: la PEF Product Environmental Footprint La Commissione Europea muove dalla considerazione dell esistenza di molti rifeirmenti in materia di footprint:

38 Nel 2012 viene pubblicata la metodologia PEF dalla Commissione Europea: L impronta ambientale di un prodotto è una misura, fondata su una valutazione multi-criteri, delle prestazioni ambientali di un bene o di un servizio lungo tutto il suo ciclo di vita ed è calcolata principalmente al fine di ridurre gli impatti ambientali di tale bene o servizio, considerando tutte le attività della catena di fornitura (supply chain): dall estrazione delle materie prime, attraverso la produzione e l uso, fino alla gestione del fine-vita. Product Environmental Footprint (PEF) Guide

39 Schema di sviluppo della PEF Ecological footprint BP X PAS 2050 ISO ISO ILCD Product Standards, Greenhouse Gas Protocol (WRI/ WBCSD)

40 Step ad oggi Lo sviluppo delle PEF è guidato dalla Commissione Europea in un numero ristretto di casi (call for volunteers). Negli altri, le aziende (singole compagnie o organizzazioni, Europee e non) possono proporsi volontarie per guidare il processo. Pubblicata ad Aprile la Comunicazione CE Costruire il mercato unico dei prodotti verdi: Migliorare le informazioni sulle prestazioni ambientali dei prodotti e delle organizzazioni, che introduce la PEF (insieme alla gemella OEF) e la relativa Raccomandazione 179/2013

41 Parallelamente allo sviluppo della PEF, alcune iniziative settoriali: Protocollo ENVIFOOD, sviluppato dalla European Round Table on Food Sustainable Consumption and Production (il nostro team sta supportando una delle sperimentazioni in corso) Greenhouse Gas Accounting Sector Guidance for Pharmaceutical Products and Medical Devices, sviluppata da NHS LIFE+ PREFER (Product Environmental Footprint Enhanced by Regions), capofila Scuola Superiore Sant Anna

42 In conclusione: ulteriori prospettive con cui fare i conti La Commissione Europea con una direttiva del 2005 (32/2005/CE) ha istituito un quadro per l elaborazione di specifiche tecniche e gestionali per la progettazione ecocompatibile di prodotti che consumano energia. L approccio profondamente innovativo della direttiva, ispirata ad un principio di prevenzione e basata sul concetto di ciclo di vita, l ha diffusa e fatta conoscere con il termine generico di Direttiva EcoDesign, anche se essa si riferisce esclusivamente agli Energy-using Products (EuP). Revisionata dalla recente direttiva 2009/125/CE, che ha esteso l applicazione ai cosiddetti ErP Energy-related Products, che includono ad esempio i materiali da edilizia, ma l obiettivo è estendere la Direttiva a TUTTE LE CATEGORIE DI PRODOTTI entro il 2012.

43 Applicazione della Direttiva ErP I prodotti che ottemperano alle specifiche per la progettazione ecocompatibile fissate nelle misure attuative della Direttiva saranno dotati della marcatura CE (e delle associate diciture e informazioni). Solo in presenza di tale marcatura sarà consentita la loro immissione sul mercato interno dell UE e la loro libera circolazione. A tal fine, le disposizioni della Direttiva saranno attuate e la loro corretta applicazione sul mercato sarà sorvegliata da autorità competenti opportunamente designate dagli Stati Membri.

44 Fra le specifiche della Direttiva ErP valutazione degli aspetti ambientali su tutto il ciclo di vita del prodotto messa a punto di un Eco-profile, da mettere eventualmente a disposizione del consumatore / cliente possibilità di far certificare da parte terza indipendente quanto realizzato e, come suggello al percorso, il marchio CE apposto sul prodotto

45 Grazie per l attenzione Per maggiori informazioni fabio.iraldo@unibocconi.it ( Let s connect on ) 46

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