ALLEGATO TECNICO RIPRISTINO MORFOLOGICO ED ECOLOGICO DEL SISTEMA DUNALE, SUA STABILIZZAZIONE E MODIFICA DELLA LINEA DI DEMANIO,

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2 ALLEGATO TECNICO RIPRISTINO MORFOLOGICO ED ECOLOGICO DEL SISTEMA DUNALE, SUA STABILIZZAZIONE E MODIFICA DELLA LINEA DI DEMANIO,

3 Sommario Premessa... 3 Descrizione naturalistica: aspetti florovegetazionali... 5 Introduzione... 5 Spiaggia Maganuco (ITA080007)... 6 C.da Religione, C.da Pisciotto e Costa di Carro (ITA080008)... 7 Riqualificazione ambiente dunale: METODOLOGIA e INTERVENTI... 8 Premessa... 8 Modalità di intervento... 9 Tecniche di riqualificazione geo-ambientale Ingegneria naturalistica Criteri gestionali Ripristino della morfologia dunale Collocazione residui vegetali sciolti Taglio piante pericolanti Impianto specie erbacee psammofile Impianto specie arbustive psammofile Interventi per la riqualificazione e la fruizione sostenibile del sito Spiaggia di Maganuco Organizzazione della fruizione Accesso da attrezzare Realizzazione di staccionate Realizzazione e collocazione pannelli di divieto informativo e didattico Indicazioni relative all'accessibilità e alla manutenzione Prescrizioni relativamente alle aree limitrofe ai SIC Conclusioni... 25

4 Premessa Il progetto di utilizzazione e regolamentazione del demanio marittimo del Comune di Modica interessa una linea di costa di circa metri lineari, all interno della quale ricadono due SIC denominati ITA e ITA Le presenti norme di salvaguardia si inseriscono nell'ambito del piano di utilizzazione del demanio marittimo del Comune di Modica redatto conformemente alle linee guida emanate con decreto dell Assessorato Regionale Del Territorio E Dell'ambiente del 25 maggio 2006 Linee guida per la redazione dei piani di utilizzo del demanio marittimo della Regione siciliana. Gli obiettivi del progetto sono il ripristino morfologico ed ecologico del sistema dunale e retrodunale del tratto di litorale in oggetto, il monitoraggio della linea di riva, per un area di intervento", estesa su circa 6,2 km, ove realizzare la progettazione degli interventi, e la sua nuova delimitazione, alla luce delle modifiche morfologiche avvenute nel corso degli anni. Le aree demaniali del Comune di Modica presentano uno stato di fatto abbastanza complesso in quanto ci sono determinate unità territoriali, vedi il lungo mare di Marina di Modica o la strada di accesso a molte abitazioni localizzate in zona punta religione, che sono state nel corso degli anni utilizzate dal comune ma che, di fatto, sono di proprietà del demanio. Si propone pertanto, in ottemperanza alle linee guida prima citate, delle quali si riporta di seguito un abstract, ed al fine di porre rimedio a tali incongruenze territoriali, una nuova delimitazione dei confini demaniali che includa le aree di fatto mantenute e gestite dal Comune. In tale ambito si prevede l esclusione di alcune aree come, il retroduna della spiaggia di Marina di Modica, il retroduna della spiaggia di Maganuco, il tratto antistante Piazza donatello, così come indicato dall elaborato allegato alla presente relazione (PROPOSTA DI RIPERIMETRAZIONE), le quali saranno oggetto di progetto di riqualificazione al fine di salvaguardare e ripristinare gli habitat prioritari tutelati presenti (Vedi elaborato INTERVENTI DI RIQUALIFICAZIONE AMBIENTALE ). Tale previsione è stata elaborata mantenendo inalterato il computo delle superfici. In tal modo si consentirebbe: al Comune di gestire in maniera autonoma superfici che di fatto non hanno caratteristiche di tutela; al demanio marittimo di proteggere altre superfici che interessano habitat prioritari o che semplicemente hanno caratteristiche che vanno salvaguardate. Si riporta di seguito citazione delle linee guida dalle quali si evince la fondatezza di tale

5 proposta. Al fine di dare una corretta ed organica sistemazione agli ambiti costituenti il demanio marittimo della Regione siciliana, ogni comune costiero dovrà procedere alla suddivisione del demanio marittimo di propria competenza territoriale in aree, zone e lotti. L'area identificherà l'insieme di ambiti costieri demaniali marittimi, compresi all'interno dei confini comunali, tendenzialmente omogenei in considerazione di medesime caratteristiche ambientali, morfologiche ed infrastrutturali. Ogni area deve costituire inoltre la rappresentazione di uno o più insiemi costieri identificati tenendo presente la loro finalità secondo criteri che consentano una trattazione unitaria dei territori da essa individuati e delle norme ad esso collegate. Inoltre per tenere conto di particolarità specifiche di alcune zone del litorale comunale, le cui esigue dimensioni non possano costituire una area e quindi in essa contenute, ma importanti, tanto da individuare l'esigenza di una regolamentazione specifica, si individueranno zone territoriali la cui particolarità sarà determinabile sia da caratteristiche ambientali sia da specifiche scelte di recupero o sviluppo degli ambiti territoriali che risultino funzionali per il riassetto e lo sviluppo del territorio costiero, individuando altresì eventuali ambiti territoriali nei quali gli studi effettuati avranno presentato alcune emergenze come ad esempio: pericolo geologico; fenomeni erosivi; salvaguardia degli ecosistemi; salvaguardia del paesaggio etc.

6 Descrizione naturalistica: aspetti florovegetazionali Introduzione Il litorale oggetto dell indagine non si presenta omogeneo, in quanto i cordoni dunali si alternano a promontori rocciosi e molto spesso nelle depressioni umide retrodunali ancor oggi persistono piccoli pantani salmastri come ad esempio quello di Maganuco; In questo tratto di territorio si possono distinguere 5 habitat principali che si compenetrano e si susseguono regolarmente: 1. Il litorale roccioso prossimo al mare; 2 Le dune; 3 Le zone umide; 4 La macchia; 5 La vegetazione nitrofila. 1. Il litorale roccioso prossimo al mare ospita una vegetazione casmofitica costituita da piccoli arbusti, dove si rinvengono specie vegetali adattate a vivere in ambienti altamente selettivi, tra queste ricordiamo: Crithmum maritimum (Finocchio marino), Limonium sp. pl. ( Limonii), Plantago macrorhiza ssp. macrorhiza (Piantaggine), Thymelaea hirsuta (Timelea barbosa) ecc.. Nella parte più interna invece questi piccoli pulvini arbustivi vengono rimpiazzati da una macchia xerofila, presente esclusivamente in questo tratto di territorio dove compaiono specie come Chamaerops humilis (Palma nana), Rhus tripartita (Sommacco tripartito) ecc.. Queste formazioni negli anni hanno subito un notevole degrado a causa dell urbanizzazione ma oggi, grazie all abbandono dei coltivi, in alcune zone stanno poco a poco recuperando. 2. La duna è l habitat maggiormente rappresentato all interno dei territori indagati. L ambiente dunale è costituito da numerose psammofite (cioè specie adattate a vivere su substrati sabbiosi) tra cui ricordiamo: l Elytrigia juncea (Agropyron junceum) (la gramigna delle spiagge), l Ammophila littoralis (lo sparto pungente), il Cyperus kalli (lo zigolo delle spiagge), l Otanthus maritimus (la santolina delle spiagge), l Echinophora spinosa (il finocchio litorale spinoso), la Centaurea sphaerocephala (il fiordaliso delle spiagge), ecc.. I cordoni dunali sono gli ambienti che hanno subito un notevole impatto umano fin dagli anni 60 a causa dell asportazione della sabbia, utilizzata come substrato per le colture protette, a causa della forestazione con essenze alloctone (Eucaliptus spp., Acacia spp., ecc) e l elevatissimo carico dei bagnati durante il periodo estivo. 3. I canneti anche se poco rappresentati all interno del territorio indagato sono

7 estremamente importanti a livello faunistico. Tra le prinicipali specie vegetali che strutturano queste comunità ricordiamo Phragmites australis (la Cannuccia di palude), Carex hispida (Carice ispida), Thypha angustifolia (Lisca a foglie strette), Bolboschoenus maritimus (Lisca marittima) ecc.. 4. All interno dei territori indagati si sviluppano quattro diverse comunità arbustive altamente xerofile che possiamo così distinguere: La macchia a Rhus tripartita (sommacco tripartita) La macchia Juniperus turbinata (Ginepro Feniceo) La macchia Juniperus macrocarpa (Ginepro coccolone L arbusteto a Salsola verticillata e Suaeda fruticosa 5. La vegetazione nitrofila è un tipo di habitat legato alle attività antropiche che infesta nel periodo estivo le colture ma anche i margini delle strade. Le specie che strutturano queste comunità sono per lo più neotropicali come Amaranthus spp., cui si accompagnano spesso altre specie provenienti dalle zone intertropicali Eragrostis, Portulaca ecc.. Come detto in precedenza il territorio è interessato dalla presenza di due Siti di importanza comunitaria, Spiaggia Maganuco (ITA080007) e Contrada Religione, C.da Pisciotto e costa di carro (ITA080008) Spiaggia Maganuco (ITA080007) Il SIC si estende per una superficie di 168 ettari e si rinviene tra i centri abitati di Pozzallo e Marina di Modica. L area risulta caratterizzata da un bioclima di tipo termomediterraneo inferiore semiarido, quindi con una piovosità media di 381 mm annui ed una temperatura media di 18,2. Questo SIC è caratterizzato dalla presenza di vegetazione psammofila; infatti anche se degradata si riscontra tutta la serie dunale (Salsolo-Cakiletum, Eryngio maritimi- Sporoboletum arenarii, Cypero capitati-agropyretum juncei, Medicagini marinae- Ammophiletum australis). Nella parte retrostante invece permane una piccola depressione dunale dove compaiono associazioni legate ad ambienti umidi salmastri come il Limonio virgati-juncetum acuti, Schoeno-Plantaginetum crassifoliae ecc.. Dove invece le sabbie divengono più compatte e l azione dell aerosol marino e minore si rinviene l associazione del Centaureo-Ononidetum ramosissimae. La restante parte dell area ormai è fortemente antropizzata a causa del turismo balneare e della crescente industrializzazione. Inoltre all interno di questo SIC è da sottolineare la presenza dell invasiva Saccharum spontaneum ssp. aegyptiacum che riesce a spingersi ed a colonizzare anche i cordoni dunali prossimi alla riva. Dal punto di vista floristico in quest area si rinvengono numerose specie rare e di elevato

8 interesse fitogeografico. Si riporta di seguito l elenco degli habitat presenti all interno del SIC. SITE CODE ID CODE COVER REPRESENTATIVITY RELATIVE SURFACE CONSERVATION GLOBAL ITA ,4 B C B B ITA ,6 C C A A ITA ,6 C C B B ITA ,36 A C A A ITA ,04 C C A B ITA ,68 C C C C ITA ,8 C C B B ITA ,8 C C B B C.da Religione, C.da Pisciotto e Costa di Carro (ITA080008) Il SIC si estende per una superficie di 194 ettari e si rinviene nelle vicinanze dei centri abitati di Marina di Modica e Sampieri. L area risulta caratterizzata da un bioclima di tipo termomediterraneo inferiore semiarido, quindi con una piovosità media di 381 mm annui ed una temperatura media di 18,2. Questo SIC è caratterizzato dalla presenza di vegetazione psammofila; infatti anche se degradata si riscontra tutta la serie dunale (Salsolo-Cakiletum, Eryngio maritimi-sporoboletum arenarii, Cypero capitati-agropyretum juncei, Medicagini marinae-ammophiletum australis). Sono presenti piccoli pantani salmastri dove permane acqua anche durante il periodo estivo, qui è stato censito il Limonio virgati-juncetum acuti associazione legata ad ambienti umidi. Il SIC risulta invece molto antropizzato a causa della presenza di numerosi complessi turistici e case di villeggiatura, le zone dove era censito l habitat 6420 probabilmente sono invece da riferire a canneti di Saccharum spontaneum ssp. aegyptiacum (Canna d'egitto) che riesce a ricoprire vaste superfici; altra invasiva estremamente aggressiva è Carpobrotus edulis questa aliena riesce a distruggere interi habitat dove prima s insediava Cypero capitati-agropyretum juncei). All interno del SIC inoltre si rinvengono tipologie vegetazionali rare come il Thymelaeo-Helichrysetum siculi (5320), il Limonietum hyblaei (1240) ecc.. Dove invece le sabbie divengono più compatte e l azione dell aerosol marino e minore si rinviene l associazione del Centaureo-Ononidetum ramosissimae. La restante parte dell area ormai è fortemente antropizzata a causa del turismo balneare. Dal punto di vista floristico in quest area si rinvengono numerose specie rare e di elevato interesse fitogeografico.

9 Si riporta di seguito l elenco degli habitat presenti all interno del SIC. SITE CODE ID CODE COVER REPRESENTATIVITY RELATIVE SURFACE CONSERVATION GLOBAL ITA ,06 A C C C ITA ,66 A C C C ITA ,53 A C C C ITA ,6 A C C C ITA ,65 C C C C ITA ,6 A C C C ITA ,6 B C C C ITA ,06 C C C C ITA ,06 A C C C ITA ,06 A C C C Riqualificazione ambiente dunale: METODOLOGIA e INTERVENTI Premessa Oltre alla notevole valenza naturalistica, le dune sabbiose rappresentano un importante sistema di protezione delle zone litoranee in quanto i cordoni dunali fronteggiano le grandi maree di tempesta, ostacolano il ravvicinamento delle onde più grandi, impediscono il danneggiamento delle opere rivierasche e l inondazione di zone interne. Le dune costituiscono anche una riserva di sabbia che rifornisce la spiaggia in occasione delle tempeste eccezionali e rappresentano un elemento di tutela delle falde dulcacquicole costiere. Tale ambiente risulta particolarmente vulnerabile alla pressione antropica, in quanto fondato su un fragile equilibrio dinamico tra fattori morfologici ed ecologici. Negli ultimi decenni il crescente utilizzo degli arenili a scopo turistico-ricreativo ha portato a un progressivo danneggiamento delle dune nella maggior parte delle spiagge italiane e non solo. in molti contesti ritroviamo incisioni e blowout (spianamento del fronte duna), scomparsa della vegetazione nel fronte e anche sul corpo della duna, fenomeni erosivi, scomparsa delle zone umide retrodunali e, nei casi p i ù estremi, spianamento della duna e urbanizzazione del litorale (parcheggi, edifici, ecc.). Questa condizione determina un notevole impatto sull'ambiente e sugli ecosistemi naturali, producendo anche significative problematiche per le attività antropiche (erosione, trasporto

10 di sabbia nell entroterra ecc.). Escludendo le situazioni maggiormente degradate, l'ambiente dunale, se lasciato indisturbato, tende a recuperare lo stato originale. Ciò nonostante il tempo di recupero risulta particolarmente lungo (anni) ed eventuali azioni antropiche anche involontarie (transito, calpestio del fronte duna, ecc.) possono comunque rapidamente riportare la duna nella condizione iniziale di degrado. Per questo motivo è necessario concepire gli interventi in modo che essi siano compatibili con l'ambiente naturale e le sue dinamiche e ''dedicati" al sito, nonché sperimentare e mettere a punto soluzioni alternative a quelle dell'ingegneria convenzionale. Principio fondamentale, presupposto per l'efficacia degli interventi di protezione e riqualificazione, sarà quindi quello di "restituire spazio al sistema dunale", affinché esso possa espletare le proprie dinamiche evolutive. Ciò significa, in pratica, da un lato attuare interventi tali da ampliare fisicamente gli spazi, dall'altro difendere il sistema dunale e gli interventi stessi dalle azioni di disturbo, di origine naturale e antropica. Modalità di intervento L'apparato dunale nel complesso si trova ancora in discreto stato di conservazione sia a livello morfologico che ambientale, con presenza di formazioni cospicue di vegetazione autoctona. Tuttavia tale condizione non è costante né lungo la fascia né in senso trasversale e sono presenti svariate condizioni di degrado, puntuali e diffuse, che costituiscono non solo un fattore di impoverimento dell'ecosistema, ma anche fattori di minaccia, che possono determinare una diffusione e un'accelerazione del degrado stesso alla restante parte dell'ecosistema. I fenomeni più evidenti in tal senso sono la pressoché totale assenza dell'habitat di duna mobile ed anteduna e la diffusione di sentieri soggetti a frequente calpestio. L'intervento sarà quindi orientato verso il ripristino dello stato naturale, mediante, sia la difesa del sistema dunale dalle azioni di natura meteomarina e antropica che ne provocano il degrado (stabilizzazione del piede e del fronte duna e ripristino della continuità del cordone), sia la realizzazione di interventi che permettano lo sviluppo della seriazione vegetale caratteristica di questi ecosistemi. Nello specifico le tipologie d'intervento saranno quindi le seguenti: interventi di protezione del piede della duna e di ripristino morfologico del cordone dunale, mediante tecniche di ingegneria naturalistica. In particolare uso di interventi che offrano resistenza meccanica ma, al tempo stesso, si integrino con l'ambiente e il

11 paesaggio: tecniche denominate ''cordone antedunale", realizzato con cataste di legname, utilizzando per i ringrossi morfologici materiale vegetale da operazioni di taglio forestale e posidonia spiaggiata mescolati a sabbia; interventi per la fruizione e il controllo degli attraversamenti dunali, mediante creazione di accessi strutturati, posa di staccionate, chiusura di accessi impropri, collocazione cartelli infornativi e di divieto, etc; impianto di specie arbustive, arboree ed erbacee psammofile. Tecniche di riqualificazione geo-ambientale I principi che stanno alla base delle scelte operative hanno come obiettivo la rinaturalizzazione dell'ambiente dunale, degradato per fattori naturali e antropici, e la creazione di condizioni idonee all'integrazione tra ecosistema costiero e attività umane, nell'ottica di una ''gestione integrata delle coste" che garantisca la fruizione del territorio e il mantenimento dell'equilibrio dei sistemi naturali. Per rinaturalizzazione si intendono una serie di interventi che hanno come obiettivo la ricostruzione ex novo o il ripristino di ambienti naturali degradati. Tale operazione consente di arrestare dinamiche che, se incontrollate, potrebbero comportare danni difficilmente recuperabili finanche al depauperamento irreversibile dell'ecosistema. Al tempo stesso vengono accelerati alcuni processi spontanei di recupero che, in certe situazioni, sarebbero troppo lenti, riconquistando un equilibrio naturale più stabile. Negli ultimi anni si è affermato un nuovo approccio a questo tipo di problemi, con lo svilupparsi di nuove tecniche di recupero che vengono classificate come "ingegneria naturalistica". Si tratta di una disciplina tecnica che studia le modalità di utilizzo, come materiali da costruzione, piante vive, parti di piante o intere biocenosi vegetali, impiegate insieme a materiali naturali, quali pietrame, terra, legname, ecc in modo tale da svolgere, contemporaneamente, funzioni idrogeologiche, naturalistiche e paesaggistiche. Sì può affermare che queste tecniche permettono di raggiungere efficacemente, e con minimo impatto ambientale, l'obiettivo primario di ricostituire le condizioni ambientali favorevoli ad una successiva evoluzione naturale del sistema, accelerandone il perseguimento e riducendo sensibilmente gli effetti derivanti dalla precedente attività antropica. In ambito internazionale sono documentabili svariate esperienze di questo tipo, che si basano perlopiù sull'impiego di specie vegetali pioniere, che contribuiscono ad aumentare, grazie ai loro apparati radicali, le proprietà strutturali del substrato sabbioso, proteggendolo contro

12 l'erosione eolica e favorendo l'instaurarsi delle condizioni favorevoli all'ampliamento dei cordoni dunali, nel rispetto della naturalità. Tuttavia, i contesti dunali che ci troviamo qui ad affrontare sono caratterizzati da condizioni morfologiche, ecologiche, climatiche e sociali quasi sempre mollo diverse; per cui se è sempre utile far tesoro di alcuni criteri e metodi provati altrove, è bene evitare di ripeterli tal quali in situazioni molto diverse. Agli interventi "tecnico-naturalistici" vengono poi quasi sempre associate opere atte al controllo e gestione della presenza antropica, per evitare che tale pressione impatti sugli stessi interventi nella delicata fase di sviluppo (crescita vegetale) e continui a degradare aree ad alto valore ambientale il cui equilibrio ecologico e morfologico presenta un'elevata vulnerabilità. Questi interventi, trattati nei paragrafi a seguire, a differenza delle opere di difesa e ricostituzione morfologica, sono diffusi e ben sperimentati, e possono quindi essere presi come riferimento. Ingegneria naturalistica Gli interventi diretti di protezione e accrescimento della duna si fondono sull'impiego di tecniche di ingegneria naturalistica e, contestualmente, di ripopolamento vegetazionale. L'intervento di ripristino e rafforzamento della duna deve infatti tendere allo sviluppo di una vegetazione dunale autoctona con un apparato radicale ben sviluppato, in grado anche dì resistere alle azioni erosive. Per giungere appieno a tale funzionalità si devono però attendere alcuni anni (tipicamente dai 2 ai 5 anni, a seconda della tecnica e del sito) affinché la vegetazione insediata crei un apparato radicale robusto e ben affrancalo e un successivo periodo (dai 6 ai 10 anni) per arrivare alla resistenza massima contro l'erosione e il dissesto. La riqualificazione dunale mira alla ricostituzione di un corpo consolidato tramite l'attuazione di azioni integrate, che uniscano gli interventi strutturali diretti sulla duna a opere accessorie, mirate alla creazione di condizioni di corretta fruizione dell'area, coadiuvata da un'idonea informazione sui valori naturalistici, sul progetto e sui corretti comportamenti da parte di turisti e gestori dell'area. Gli interventi diretti di ricostituzione, protezione e accrescimento della duna si basano sull'impiego di tecniche di ingegneria naturalistica, che comportano il ripascimento di materiale (prettamente sabbioso), a fini di protezione, ausilio alla vegetazione di giovane impianto e dissuasione all'accesso umano e l inserimento o la facilitazione dell'accrescimento spontaneo di vegetazione autoctona (erbacea e arbustiva) lungo la fascia adiacente l'opera. Con questa modalità si perseguono quindi sia obiettivi di assetto strutturale sia, allo stesso tempo, di miglioramento paesaggistico-ambientale, nelle applicazioni in contesti naturali sensibili e di valore, quali le dune sabbiose litoranee, questa tipologia d'intervento

13 risponde quindi a obiettivi di rinaturalizzazione e non solo di difesa del suolo. Tramite l'utilizzo delle tecniche di ingegneria naturalistica e possibile, quindi, ottenere prestazioni di resistenza e protezione dall'erosione già dal momento della loro collocazione e, nel contempo, favorire e accelerare il processo di rinaturalizzazione che si esplicherà nel medio-lungo periodo, ovvero la formazione di una copertura vegetale ben radicata che contribuisca naturalmente al miglioramento della stabilità della duna. Ulteriore vantaggio nell utilizzo di queste tecniche, dato che prevedono lavorazioni in gran parte manuali e la collocazione di manufatti di semplice trasporto e costruzione, è la possibilità di realizzare le sistemazioni anche in siti disagevoli da raggiungere e da "cantierizzare" o ambientalmente pregiati (come quello in questione), con conseguente notevole riduzione degli impatti negativi in sede di esecuzione. Tuttavia, si fa presente che i tempi e il raggiungimento del pieno regime degli interventi dipendono comunque dalle dinamiche meteo-fisiche del sito (disponibilità e trasporto di sabbia per via eolica), dall'accadimento o meno di eventi climatici eccezionali e da azioni esterne (in particolare disturbo antropico). Il verificarsi e il ripetersi di condizioni avverse di questo genere possono anche determinare il fallimento degli interventi; per questo motivo è importante prevedere il monitoraggio e il controllo delle opere e, conseguentemente, l'eventuale esecuzione di interventi di manutenzione straordinaria fino al rifacimento parziale dell'opera stessa qualora fosse gravemente dissestata. Criteri gestionali In considerazione delle problematiche di conservazione degli ambienti dunali e retrodunali risulta indispensabile associare alla realizzazione degli interventi di riqualificazione (chiusura aperture nel sistema dunale, realizzazione di opere di ingegneria naturalistica, realizzazione accessi attrezzati alla spiaggia, ecc.) buone pratiche e norme comportamentali, indirizzate ai fruitori dell'area e agli Enti competenti alle operazioni di pulizia della spiaggia e di gestione delle strutture turistiche. Sì tratta di due azioni complementari e in grado di migliorare l'efficacia complessiva delle azioni di riqualificazione e difesa del sistema costiero. L'attività di pulizia della spiaggia può costituire potenziali elementi di criticità per gli ecosistemi costieri. L'intervento in oggetto è finalizzato anche ad indirizzare le attività di pulizia periodica della spiaggia verso forme maggiormente compatibili. In particolare risulta indispensabile una gestione di tali attività basata su: eliminazione della pulizia meccanica, con sola rimozione manuale di rifiuti solidi;

14 per la cantierizzazione delle opere di difesa e riqualificazione, utilizzo di mezzi meccanici idonei; idoneo utilizzo del materiale raccolto nelle spiagge urbane a monte ai fini della riformazione dell anteduna e del consolidamento del fronte dunale, con divieto di sua collocazione diretta sul sistema dunale e sulla vegetazione psammofila (sarà quindi possibile collocarlo una sola volta tratto per tratto, dopodiché, negli anni successivi, si dovrà lasciare evolvere la vegetazione evitando di coprire la superficie); divieto di passaggio nelle aree naturali al di fuori dalla sentieristica e, in particolare, delle zone soggette a riqualificazione ambientale. In considerazione della qualità e pregio dell'ecosistema dunale e costiero si ritiene che la tutela del suo assetto naturale, pur compatibile con la frequentazione turistica, sia un punto fermo da cui non prescindere. Pertanto si ritiene che, ai fini della conservazione dell'ambiente naturale e dell ottimizzazione del processo di riqualificazione, l'arenile debba essere soggetto a limitate attività di pulizia meccanica caratterizzate da elevati livelli di sostenibilità ambientale. Con la realizzazione del progetto, l'attraversamento degli ambienti dunali potrà avvenire solo attraverso i camminamenti attrezzati con passerelle in legno (si prevede la realizzazione di passerelle in legno, con o senza staccionata, sopraelevate). Non sarà consentito il calpestio degli ambienti dunali aperti e l'uso dei sentieramenti non attrezzati. Tale divieto di attraversamento sarà valido anche per gli accessi dalla spiaggia verso il retroduna e si estende agli animali da affezione e ai cavalli. Nell'ambito del territorio costiero sono presenti formazioni vegetali e specie di flora e fauna di interesse conservazionistico, specie di interesse comunitario di cui alle Direttive 92/43/CEE e 2009/147/CE) o comunque funzionali alla protezione del sistema dunale. Dovranno quindi essere vietale attività che comportano il danneggiamento diretto di habitat o specie ad eccezione degli interventi di riqualificazione ambientale, che dovranno essere preventivamente valutati anche in termini della compatibilità ambientale della loro realizzazione. Ripristino della morfologia dunale L'analisi ambientale e i rilievi effettuati portano all interpretazione delle caratteristiche qualitative e quantitative del sistema arenile-duna-retroduna e delle sue criticità e dinamiche spazio-temporali. In base a tale interpretazione si possono definire le tipologie e classi prestazionali delle opere da realizzare ai fini della difesa idrogeologica e del ripristino morfologico e ambientale e dei vari tratti duna li interessati dal demanio.

15 Il risultato di tale valutazione porta ad una zonizzazione delle tipologie di opere in funzione delle esigenze da soddisfare, In estrema sintesi, si giunge a definire una serie di tecniche principali adatte a sopportare determinate condizioni dipendenti da: tipologia dell'azione meccanica incidente (mareggiata, vento con aerosol marino, calpestio); entità dell'azione meccanica incidente; configurazione morfologica; esigenze di riqualificazione ambientale; A tali fattori vanno aggiunti quelli di natura tecnico-economica, ovvero: la qualità prestazionale nel tempo (durata dell opera); la minimizzazione e semplificazione manutentiva; l'impatto ambientale ed estetico dell'opera; la razionalità, il disturbo e semplicità costruttiva in fase di cantiere. Sono quindi state concepite tecniche che si ritiene possano offrire la massima resistenza a tali azioni e/o la massima efficacia nel ristrutturare la morfologia dunale e nella sua riqualificazione ecologica, tenendo nel contempo conto dell'obiettivo di minimizzare l'impatto ambientale, i costi di realizzazione e le esigenze di manutenzione. Collocazione residui vegetali sciolti La tecnica di collocamento dei residui vegetali sciolti consiste nella formazione di cataste di legname grossolano sciolto, quali alberi interi, tronchi, rami, con sviluppo lineare parallelo alla duna, addossata ad essa o ad una distanza di alcuni metri. Tale intervento (per la esatta collocazione si veda l elaborato INTERVENTI DI RIQUALIFICAZIONE AMBIENTALE), previsto su circa 1000 m favorisce una riduzione dell'azione eolica, agevolando la deposizione di materiale sabbioso e quindi il naturale accrescimento della duna e la formazione di un corpo antedunale. Il materiale legnoso, inoltre, biodegradabile, costituisce un apporto di sostanza organica e, soprattutto, microhabitat per insetti e vegetazione e riparo per alcune specie di microfauna. La tipologia dell'intervento, comunque, non impedisce totalmente il passaggio dell'acqua e può favorire, qualora la catasta sia posta in zone soggette ad elevata azione marina, la formazione di erosioni localizzate. Per questo motivo, tale soluzione deve essere adottata in zone soggette ad azione marina ridotta. Tale intervento riproduce la dinamica tipica dell'azione marina di accumulo di materiale sul litorale. In quest'ottica la soluzione non presenta quindi particolari rischi per i fruitori, anche perché facilmente identificabile e composta da materiali naturalmente presenti nel contesto

16 ambientale in questione. Sarà, inoltre, verificata l'assenza di chiodi o altri elementi ferrosi o comunque non legnosi, che qualora rinvenuti, saranno rimossi. Oltre che in fase di realizzazione del progetto, l'intervento permette di essere attuato in fase di gestione del litorale, considerala la semplicità di attuazione e la possibilità di coordinarlo con interventi di gestione forestale della vegetazione retrodunale. Tuttavia, si ritiene opportuno evitare la deposizione ricorrente in quanto inibirebbe la formazione della vegetazione antedunale matura, che richiede alcuni anni di tempo. In tale contesto non sono, infatti, necessari interventi diretti di ripascimento e di protezione dall'erosione della duna, mentre sono opportuni interventi che favoriscano lo sviluppo di una fascia antedunale, proteggendola dal transito. La collocazione di residui vegetali sparsi rappresenta la soluzione che meglio si adatta a questa necessità, presenta caratteristiche di inserimento ambientale e paesaggistico molto buone e risulta di facile realizzazione con costi contenuti. Collocazione di cataste di tronchi e materiale organico in corrispondenza di interruzioni dunali e in anteduna.

17 La lavorazione consiste nella realizzazione di una catasta di legname di larghezza massima di 2 m e altezza media 1 m, formata da tronchi e rami ricavati dal taglio di pini e altre specie arboree e arbustive dall'ambito retrodunale. La catasta è fissata mediante corda del diametro non inferiore a 2 cm passata intorno a pali dell'altezza di m, dentro occhielli in acciaio inox con filettatura da legno infissi nel terreno per m. Tale legatura ha la funzione non tanto di trattenere il materiale nel tempo, quanto di aumentarne la compattazione e l'ancoraggio al terreno che avviene durante il completamento dell'infissione dei pali. Rispetto alla collocazione di materiale vegetale sparso, la realizzazione di catasta di legname presenta una maggiore strutturazione e resistenza, risultando adatta all'applicazione in ambiti da degrado medio del fronte duna interessati da azione marina contenuta o nulla, che rispetto ai tratti di applicazione della tecnica richiedano maggiore efficacia nell'inibizione della fruizione e nella formazione di una fascia antedunale. In ragione di quanto sopra esposto, la tecnica è stata prevista nella porzione del tratto demaniale interessata dalla presenza di dune più o meno consolidate, pertanto in corrispondenza del tratto orientale della spiaggia di Maganuco e in corrispondenza del tratto orientale della spiaggia di Marina di Modica, come si evince dall elaborato INTERVENTI DI RIQUALIFICAZIONE AMBIENTALE, in quanto caratterizzate dalle suddette condizioni di medio degrado e scarsamente interessata dalle mareggiate. L'opera, quindi, oltre a contribuire alla stabilità morfologica, permette di stabilizzare gli habitat che, in assenza di interventi, rischierebbero di scomparire. Lo sviluppo complessivo dell'intervento è pari a 1000 m circa. Anche dove non si presenta una componente erosiva da parte della corrente è comunque possibile che questa raggiunga la base della duna oltrepassando la catasta. Tale condizione rallenterebbe lo sviluppo vegetale, specialmente delle specie edificanti. In tale zona dovrebbero comunque svilupparsi specie pioniere che permettono nel tempo l'accrescimento dunale e lo sviluppo di specie edificanti. Il processo risulta però più lento rispetto a zone da subito insediabili da parte dell'ammofila, richiedendo quindi un monitoraggio costante ed eventualmente prevedendo, quando possibile, interventi progressivi di ripascimento negli anni successivi. Taglio piante pericolanti La presenza di numerose piante arboree o alto arbustive in pessime condizioni di stabilità comporta un elevato rischio per l'incolumità dei fruitori sia durante la stagione estiva che durante gli altri periodi dell'anno. Si rende pertanto necessario effettuare degli interventi

18 puntuali di messa in sicurezza almeno delle aree prossime alla rete viaria e di quelle maggiormente fruite. Tali interventi consistono, a seconda dei casi nella nell'abbattimento delle piante stroncate (principalmente pini), o affette da fitopatologie, con successiva depezzatura e allestimento del materiale legnoso. Il materiale vegetale prelevato potrà essere utilizzato nell'ambito degli interventi recupero della morfologia dunale. Impianto specie erbacee psammofile L intervento è previsto in alcune piccole aree aperte su duna mobile interessate dalla chiusura dei sentieri o dalla realizzazione di sentieri attrezzati con divieto di accesso nelle aree limitrofe, si veda la Carta degli interventi. Gli obiettivi sono: Ampliamento della vegetazione psammofila delle dune embrionali mobili; Riqualificazione ed ampliamento habitat dunali; Promuovere lo sviluppo della vegetazione stabilizzatrice e consolidatrice delle dune; Consolidamento morfologico e creazione di habitat maggiormente in grado di resistere all'erosione costiera ed al disturbo antropico. L'intervento prevede la realizzazione di celle di impianto quadrangolari all'interno di schermi di 2x2 m di protezione (dal vento e dal calpestio), così come evidenziato nell elaborato allegato. Gli impianti prevedono l'uso di specie erbacee psammofile autoctone, pali di castagno (d = 10 cm; h = 100 cm), stuoie di canne (2-3 cm) legate mediante corde in fibra naturale, tirafondi in acciaio zincato (6x80 mm), corde di canapa (d = 0,6 cm; portata 50 kg). Impianto di specie dunali in vaso 10x10x15 cm, propagate da materiale di provenienza certificata (ecotipi locali). In particolare sono utilizzabili le seguenti specie: Ammophila arenaria, Agrupyrum junceum, sporobolus virginicus, calystegia soldanella, Pancratium maritimum, Echinophora spinosa, Eryngium maritimum. L'intervento prevede la realizzazione di barriere frangivento costituite da schermi quadrati montati a scacchiera, di 2 m di lato. La struttura portante è realizzata con pali di castagno (h- 100 cm, d = 10 cm), interrati per circa 50 cm, posti ai vertici del quadrato e a distanza di un metro l uno dall'altro. Gli schermi sono costituiti da stuoia in canne, tessuta in modo da risultare semipermeabile al vento, favorendo la deposizione del sedimento, interrata per circa 20 cm e fissata ai pali in legno mediante due verghe, ancorate con tirafondi e legatura con corde in canapa. La procedura realizzativa prevede: Posizionamento di pali di castagno ai vertici e a metà di ciascun lato di un quadrato di 2 metri di lato, infissi per una profondità pari a circa 50 cm; scavo di piccalo solco;

19 posizionamento delle stuoie di canne e interramento delle stesse per circa 20 cm; fissaggio della stuoia alle verghe di armatura a circa 10 cm dalla sommità dei pali; fissaggio della struttura ai pali mediante tirafondi e legatura con corde; sistemazione e rincalzo della sabbia attorno agli schermi. La crescita delle specie vegetali psammofile autoctone, con la creazione i tipiche cenosi vegetali, favorisce: i fenomeni deposizionali e di accumulo sedimentario, consentendo: L accrescimento dei corpi dunali embrionali e di avanduna; il ripristino dei naturali rapporti morfodinamici tra avanduna e retroduna; il riequilibrio dei rapporti nella seriazione morfo-vegetazionale del campo dunale ed in particolare tra retrospiaggia, dune primarie e dune secondarie, mediante la ricostituzione e il ripristino degli habitat; la riqualificazione degli habitat dunali ed il miglioramento della loro funzionalità ecologica e paesaggistica. Impianto specie arbustive psammofile L'intervento verrà realizzato negli ambiti di duna mobile e fissa e retrodunali degradati e frammentati, gli obiettivi dell'intervento sono: Riqualificare ed ampliare habitat dunali di duna fissa con particolare riferimento all'habitat prioritario a Juniperus macrocarpa; Consolidamento morfologico e creazione di habitat maggiormente in grado di resistere all'erosione costiera ed al disturbo antropico; Arrestare il processo di erosione e scalzamento eolico dei corpi dunali stabilizzati; Chiudere i varchi tra la vegetazione connessi con il passaggio pedonale attraverso il cordone dunale; Contenere l'incanalamento del vento tra i varchi e gli spiazzi aperti privi di vegetazione; Si tratta di celle di impianto quadrangolari all'interno di schermi di 2x2 m di protezione (dal vento e dal calpestio). Gli impianti prevedono l'uso di specie arbustive autoctone, ecotipi locali, (Juniperus oxycedrus subsp. macrocarpa, Pistacia lentiscus e Cistus salvifolius). E : previsto l'impiego di pali di castagno (d = 10 cm; h = 100 cm), stuoie di canne (deanne = 2-3 cm) legate mediante corde in fibra naturale, verghe di legno (spessore 1 cm e altezza 3 cm; lunghezza = 2,20 m), tirafondi in acciaio zincato (6x80 mm), corde di canapa (d = 0,6 cm; portata 50 kg). Piantine di uno e/o due anni allevate in contenitore (vaso o fitocelle; altezza 15 cm circa) con dichiarazione di origine del seme o materiale da propagazione di Ginepro coccolone (Juniperus oxycedrus subsp. macrocarpa) e Lentisco (Pistacia Ientiscus).

20 Realizzazione di barriere frangivento come da intervento precedente e messa a dimora di specie arbustive autoctone allevate in contenitore (vaso o fitocelle). Le piante all'interno dello schermo di protezione saranno disposte come illustrato di seguito in figura; Juniperus oxycedrus subsp. macrocarpa, b) Pistacia Ientiscus, e) Cistus saivifolius. La crescila delle specie vegetali psammofile autoctone, con la creazione i tipiche cenosi vegetali, favorisce: il rallentamento del processo di destabilizzazione degli ambiti dunali e della dispersione sedimentaria verso il settore interno; la ricostituzione delle dune secondarie e del settore di cresta là dove si riconoscano fenomeni erosivi indotti dal calpestio; la riduzione della frammentazione vegetazionale delle dune stabilizzate e dell'immediato retroduna; la riqualificazione degli habitat dunali ed miglioramento della loro funzionalità ecologica e paesaggistica. Tale intervento è coerente con le dinamiche attuali di spiaggia e non interferisce con la sua naturale evoluzione. Impianto specie arbustive per accelerazione processo di ricolonizzazione. Interventi per la riqualificazione e la fruizione sostenibile del sito Spiaggia di Maganuco Gli habitat e le specie di interesse comunitario per la cui conservazione è stata proposta l istituzione del sito sono presenti esclusivamente nell area costiera a valle della strada di

21 collegamento fra Pozzallo e Marina di Modica. Tale porzione del SIC presenta attualmente un discreto stato di conservazione, che potrebbe migliorare sensibilmente se sottoposto ad azioni di tutela più incisive, anche con interventi di riqualificazione che ne garantiscano il ripristino ed una fruizione più sostenibile, in particolar modo nella stagione estiva. Gli enti competenti dovranno programmare interventi coerenti con la strategia del PdG. Per tale motivo si prevede l istallazione di una passerella sopraelevata che attraversa l intera zona umida, e di una serie di interventi, che avranno l obiettivo di ottemperare a tutte le prescrizioni sopra menzionate ed elencate di seguito in maniera dettagliata. Particolare delle passerelle che saranno istallate nel retroduna della spiaggia di Maganuco per tutelare e ripristinare gli habitat prioritari presenti. Il PDG (Piano di Gestione) per tale area prevede i seguenti interventi: Realizzazione di recinzioni per la difesa degli habitat dunali e retrodunali e della vegetazione psammofila dei litorali (habitat di interesse comunitario 2110, 2120, e 2250*) Realizzazione di interventi per la regolamentazione degli accessi alle spiagge finalizzati alla tutela degli habitat dunali e retrodunali (habitat di interesse comunitario 2110, 2120, e 2250*)

22 Manutenzione e pulizia del litorale finalizzate alla tutela del zone intertidali, dune mobili e consolidate ed aree retrodunali (habitat 1240, 1410, 1430, , 2210, 2230, 2250; Realizzazione della sentieristica pedonale e di strutture e infrastrutture per una fruizione didattica del sito; Revisione della pianificazione esistente sul sito Spiaggia di Maganuco con previsione di misure di compensazione; Monitoraggio dell'evoluzione naturale degli habitat costieri di interesse comunitario riferibili alle tipologie 1240, 1410, 1420 e 1430; Monitoraggio dell'evoluzione naturale degli habitat dunali e retrodunali di interesse comunitario riferibili alle tipologie ; Creazione di un sistema informativo territoriale finalizzato alla migliore gestione delle risorse del SIC, al loro monitoraggio, alla predisposizione di misure di salvaguardia ed al supporto di programmi di educazione ambientale; Promozione e sostegno di azioni informative sul SIC con coinvolgimento di alunni e docenti delle scuole elementari e medie mediante l'organizzazione di seminari tematici e promozione di progetti di educazione ambientale; Realizzazione di materiale informativo e di un sito Web dedicato ed organizzazione di convegni illustrativi sulle varie azioni del Piano; Formazione, informazione e sensibilizzazione di operatori da utilizzare sia per il monitoraggio che per le attività di educazione ambientale; Tali interventi descritti nel PDG rappresentano condizione necessaria alla gestione sostenibile del litorale e dei suoi habitat pertanto si ritengono inclusi nelle norme di salvaguardia del presente piano di utilizzazione del demanio marittimo. Per la descrizione grafica degli interventi si veda l elaborato INTERVENTI DI RIQUALIFICAZIONE AMBIENTALE allegato. Organizzazione della fruizione Accesso da attrezzare La presenza di sentieri di accesso all'arenile, e di sentieri diffusi, rappresenta una via privilegiata dell'erosione eolica ed un elemento di disturbo ed alterazione dell'ecosistema dunale. Attualmente il tratto di costa in oggetto presenta svariate interruzioni del fronte dunale corrispondenti a sentieri principali, secondari o a sentieramenti diffusi. Complessivamente sul fronte dunale saranno quindi presenti accessi all'arenile che saranno

23 progettati sia mediante passerelle sopraelevate sia mediante delle passerelle adagiate al suolo, sulla base delle diverse casistiche che si valuteranno di volta in volta; nello specifico in caso di attraversamento dunale si prevede l utilizzo di passerelle sopraelevate, mentre in caso di accesso su zona esclusivamente afitoica si prevede l istallazione di passerelle tradizionali adagiate al suolo, per i dettagli sul dimensionamento delle passerelle, e su profili e sezioni si veda la Relazione Tecnica facente parte integrante del progetto. Per gli accessi all'arenile è prevista la sistemazione della via di accesso pedonale all'arenile mediante la realizzazione e posa in opera di 3 frangivento, ciascuna di 3 metri di lunghezza e 1,8 metri di altezza fuori terra, due delle quali disposte ai lati dell'imbocco del sentiero in senso parallelo alla linea di costa e la terza disposta centralmente a chiudere rimbocco a 1,5 metri di distanza così da permettere il passaggio dei pedoni. Ogni fascinata è realizzata con 3 sostegni di castagno (diametro di 10 cm) distanziali 1,5 metro e da 6 pali di castagno (diametro dì 8 cm) ciascuno di lunghezza di 3 metri posizionati a coppia con viti autofilettanti in file orizzontali a creare un armatura adatta racchiudere fasci intrecciati di erica del diametro di mm e lunghezze a correre non inferiori a 1.5 m, tenuti assieme con filo di ferro zincalo e legate all'armatura. L'accesso è dotato di camminamento attrezzato costituito da una pedana/passerella in legno con altezza minima dal suolo di 40 cm (larghezza. media utile 1,20 m) di lunghezza in media di circa 20 metri disposto secondo l'andamento morfologico del tracciato esistente che in prossimità dell'imbocco all arenile si adatta al profilo naturale della duna. L'assemblamento e la posa in opera come da disegni esecutivi descritti in relazione tecnica. Nell'ambito dei sentieri attrezzati è stato individuato un tratto, uno di circa 400 metri, in attraversamento di aree umide da riqualificare con passerella sopraelevata. Si tratta di passerella pedonale rialzata in legno di larice o pino nordico e legname protetto con il trattamento di impregnazione in autoclave. La passerella sarà realizzata sollevata mediamente rispetto alla quota del terreno di 40 cm fino al massimo di 60 cm.

24 Particolare della recinzione Realizzazione di staccionate Oltre alle staccionate previste lungo i camminamenti attrezzati il progetto ha individuato la necessità realizzare delle staccionate per delimitare le aree di interesse conservazionistico. Le staccionate saranno realizzate in corripondenza di habitat prioritari presenti o da ripristinare, la sua presenza è finalizzata ad impedire l'accesso ai sentieri che attraversano aree aperte in zona retrodunale, con vegetazione psammofila. Realizzazione e collocazione pannelli di divieto informativo e didattico Di frequente i danni antropici agli ambienti dunali sono riconducibili a una cattiva fruizione causata da una scarsa conoscenza del valore e della vulnerabilità degli ecosistemi dunali. L'informazione ai fruitori risulta quindi un intervento di utilità pari agli interventi attivi di difesa. A questo scopo, il progetto prevede, quindi, di installare pannelli didattici, in particolare di 3 tipi: * descrittivo degli ambienti di duna e retroduna, degli habitat e delle specie di flora e di fauna, delle emergenze e degli elementi di criticità; * descrittivo degli interventi di riqualificazione realizzati nell'area: tecniche di ingegneria naturalistica utilizzate, piantumazione di specie psammofile. realizzazione sentieri attrezzati, ecc. * mappa d'insieme del territorio con indicazione della sentieristica attrezzata, con

25 relativa numerazione, servizi, parcheggi e norme comportamentali da rispettare. E' prevista la realizzazione e installazione di bacheche in corrispondenza di ogni accesso. Sono inoltre previsti pannelli di divieto di accesso da localizzare in punti strategici per una efficace riduzione dei sentieri su duna e dei pannelli illustrativi degli habitat presenti. Mantenimento e completamento strutture per la fruizione secondo modelli esistenti. Indicazioni relative all'accessibilità e alla manutenzione L'arenile risulta accessibile dall'entroterra mediante un sistema di accessi, anche carrabili, che si prevede di ridurre. Sarà comunque mantenuto un numero adeguato di ingressi per i mezzi meccanici di gestione dell'arenile e per la sicurezza. Le zone oggetto di intervento di ripristino della morfologia dunale saranno intercluse alla fruizione e la manutenzione dovrà essere attuata con modalità tale da minimizzare il transito soprattutto dì mezzi meccanici, al fine di favorire lo sviluppo della vegetazione. Una particolarità dell'intervento è rappresentala dal fatto che alcune zone saranno deputale alla deposizione della posidonia spiaggiata negli anni successivi alla fine dei lavori con finalità di incremento dell'efficacia dell'intervento. Per quanto riguarda le opere di riqualificazione della vegetazione, l'efficacia dei tagli dovrà essere verificata negli anni successivi all'intervento, attuando ulteriori interventi di controllo arboreo qualora necessario. Le opere di fruizione potranno essere oggetto di usura differente in funzione dell'utilizzo a cui saranno sottoposte. Gli aspetti principali da controllare sono la sicurezza e l'integrità soprattutto nei confronti di eventuali rischi per i fruitori e la verifica della

26 continuità delle recinzioni per evitare il transito in zone non deputate con conseguente rischio di danneggiamento della duna e della sua vegetazione. Prescrizioni relativamente alle aree limitrofe ai SIC Il rilascio delle concessioni demaniali deve essere sottoposto alla procedura di valutazione di incidenza ex D.P.R. 357 e ss.mm.ii., secondo le modalità stabilite dai relativi Decreti, A.R.T.A., inoltrando apposita istanza al competente Servizio Ambiente ed Ecologia dell Amministrazione Comunale o al Sig. Sindaco. Nelle aree sensibili individuate si rispetteranno le prescrizioni per la tutela degli habitat prioritari presenti, di seguito riportate: le strutture di appoggio di eventuali pedane o similari non dovranno interferire con la vegetazione locale e pertanto dovranno posizionarsi sul substrato nudo; Dovrà essere escluso qualsiasi rischio di contaminazione chimica dovuta a versamenti di reflui anche di acque dolci provenienti dall uso di servizi igienici o di altra origine. Tutte le acque di scarico dovranno essere opportunamente convogliate ad un impianto di raccolta ed opportunamente smaltite certificandone l allontanamento; le strutture metalliche dovranno essere costituite da materiale inossidabile per evitare il rischio di inquinamento chimico del substrato per ossidazione o rilascio di sostanze chimiche. le pedane/piattaforme dovranno essere sopraelevate e lasciate libere lateralmente; è vietato l uso di ancoraggi delle pedane/piattaforme che prevedono la perforazione di roccia o scavo del suolo come: chiodature, picchetti, tiranti etc.; le sovrastrutture dovranno essere realizzate in modo tale da garantire il deflusso delle acque meteoriche sul sottostante suolo escludendo qualsiasi forma di impermeabilizzazione; il substrato roccioso non dovrà essere modificato sia nel suo aspetto cromatico che morfologico. La segnalazione del mancato rispetto sarà seguita da un verbale di constatazione in contraddittorio con la Ditta a carico del Servizio Ecologia e/o urbanistica dell Amministrazione Comunale, che si riserva di valutare se le prescrizioni di che trattasi siano ottemperate. Conclusioni La conservazione in buono stato del sistema dunale è un punto fondamentale della gestione

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