POLITICHE DI GESTIONE DEL RISCHIO DI CREDITO
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- Casimiro Marconi
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1 Banca di Credito Cooperativo di S.Pietro in Vincio POLITICHE DI GESTIONE DEL RISCHIO DI CREDITO Esercizio 2011
2 INDICE 1 PREMESSA POLITICHE DI RISCHIO Rischio di Credito Propensione al Rischio Mitigazione del Rischio Garanzie Sistema dei Limiti Operativi Obiettivi di Rischio/Rendimento PROCESSO DI GESTIONE DEL CREDITO Pianificazione ed Organizzazione Concessione e Revisione Gestione del Credito Monitoraggio e Gestione dei Crediti Anomali Gestione del Contenzioso Controllo sulla Gestione dei Rischi... 4 ASPETTI METODOLOGICI Strumenti di Valutazione del Rischio - Sistema di Scoring Stress Testing REMEDY PLAN ALLEGATI Limiti Operativi
3 1 PREMESSA Il presente documento definisce le linee guida per l assunzione e la gestione del rischio di credito della Banca, in coerenza con le indicazioni provenienti dalle Istruzioni di Vigilanza per le banche e dalla Circolare 263/2006 di Banca d Italia, la quale ha recepito, in linea con quanto stabilito dalla Direttiva 2006/48/CE, il Nuovo Accordo sul Capitale (Basilea 2). Conformemente a quanto previsto dalla nuova disciplina prudenziale, e tenuto conto delle caratteristiche e della complessità operativa della Banca, il presente documento descrive: la propensione al rischio della Banca; il sistema dei limiti interni; il modello organizzativo nel quale ruoli e responsabilità sono assegnati alle funzioni coinvolte nel processo di gestione e controllo del credito; i principi guida del processo di erogazione del credito; le principali metodologie a supporto della rilevazione del rischio; il piano di interventi da attivare al verificarsi di specifici eventi di particolare gravità (processi organizzativi dedicati e possibili interventi volti a ricondurre verso condizioni di accettabilità l esposizione al rischio). Il presente documento si integra con la normativa interna ed esterna che regola l erogazione del credito e la gestione dei rischi. Tra tali normative si ricorda: il regolamento generale d istituto e la struttura organizzativa aziendale; il regolamento di processo del credito; i poteri di firma e le deleghe di potere in materia di credito; le disposizioni in materia di conflitto di interessi; il regolamento per il trattamento dei dati personali; tutte le disposizioni di legge, amministrative e/o statutarie vigenti. Il Consiglio di Amministrazione, in quanto organo di supervisione strategica dell istituto, approva le presenti politiche di gestione del rischio di credito, delegando al Direttore Generale la predisposizione delle misure idonee a darne attuazione. 3
4 2 POLITICHE DI RISCHIO Le Politiche di gestione del rischio di credito della Banca rappresentano le linee guida che l istituto intende attuare per la gestione e per il presidio del rischio di credito, in coerenza con la propensione al rischio tempo per tempo definito dalla Banca. Tali politiche sono pertanto finalizzate a definire la migliore composizione degli impieghi, massimizzando gli obiettivi di mitigazione del rischio e di miglioramento del rendimento. L individuazione di una politica ottimale, in grado di allocare al meglio le risorse e valorizzare compiutamente le potenzialità aziendali e le prospettive di crescita, impone quindi un preventivo esame delle principali variabili economiche e finanziarie di sistema, nonché delle peculiarità che caratterizzano l operatività della Banca, tra le quali rilevano: la domanda di credito aggregata e quella a livello locale; l andamento attuale e prospettico dei tassi di interesse; l evoluzione della composizione della raccolta al fine di verificarne l idoneità a sostenere gli impieghi e ad assicurare il rispetto dei necessari equilibri di redditività, liquidità e stabilità delle risorse; l adeguatezza del capitale, attuale e prospettica, in relazione alle strategie aziendali ed ai rischi connessi; l efficacia e l affidabilità dei sistemi di controllo e di gestione dei rischi; le modifiche della normativa interna, primaria e secondaria. Le politiche di gestione del rischio di credito, definite dal Consiglio d Amministrazione, si basano quindi sulla definizione degli elementi che caratterizzano l orientamento della Banca nell assunzione e nella gestione del rischio, con particolare riferimento ai seguenti aspetti: dimensione tollerata delle esposizioni deteriorate presenti in portafoglio; limiti di concentrazione; ammontare complessivo dei Grandi Rischi ; segmenti di clientela affidabile; vincoli particolari sulle caratteristiche dei prenditori potenziali e sui garanti; obiettivi di mitigazione del rischio tramite acquisizione di garanzie; restrizioni specifiche sulle tipologie di garanzie, reali e personali, che possono essere accettate dalla Banca; restrizioni specifiche sulle caratteristiche dei prodotti e/o sulla durata degli stessi; obiettivi di remuneratività degli impieghi. Per la corretta attuazione delle politiche di gestione del rischio di credito della Banca, ognuno degli elementi citati ed opportunamente trattati nel presente documento sarà oggetto di apposita verifica in fase di erogazione del credito od in fase di controllo sulla gestione dei rischi. 2.1 Rischio di Credito La Banca assume come definizione generale del rischio di credito il rischio che si generi una riduzione del valore di un esposizione creditizia in corrispondenza di un peggioramento inatteso del merito creditizio del prenditore, tra cui l'incapacità manifesta di adempiere in tutto od in parte alle sue obbligazioni contrattuali 1. In particolare, il rischio di credito si manifesta come risultato del verificarsi di diversi eventi o molteplici fattori, interni ed esterni alla Banca. La scelta strategica di operare in alcuni specifici segmenti di business oppure cambiamenti dello scenario macroeconomico di riferimento, ad esempio, rappresentano alcuni dei fattori che possono influenzare le dinamiche di gestione del rischio di credito. E pertanto possibile classificare le fonti del rischio di credito in due macro categorie, a seconda che il rischio sia originato da: 1 Cfr. I ratings interni, Banca d'italia, tematiche istituzionali, Aprile
5 eventi negativi che impattano sull intero sistema economico, rischio sistemico; eventi negativi che impattano esclusivamente sulla parte affidata, rischio specifico. Relativamente ad entrambi gli aspetti, la Banca è continuamente impegnata nell analisi e nella valutazione degli scenari che possono produrre effetti negativi sulla solvibilità dell Istituto 2. In merito al calcolo del requisito patrimoniale relativo al rischio di credito la Banca ha adottato la metodologia standardizzata. 2.2 Propensione al Rischio Le politiche di gestione del rischio di credito sono finalizzate all individuazione della composizione degli impieghi, in grado cioè di ottimizzarne il rendimento rettificato per il rischio, a partire dal livello di propensione al rischio stabilito dalla Banca. In particolare la propensione al rischio della Banca è fortemente condizionata dalla propria finalità istituzionale, per cui, attraverso l esercizio dell attività creditizia, la Società si ispira ai principi cooperativi della mutualità senza fini di speculazione privata. Essa ha lo scopo di favorire i soci e gli appartenenti alle comunità locali nelle operazioni e nei servizi di banca, perseguendo il miglioramento delle condizioni morali, culturali ed economiche degli stessi e promuovendo lo sviluppo della cooperazione e l educazione al risparmio ed alla previdenza nonché la coesione sociale e la crescita responsabile e sostenibile del territorio nel quale opera. La Società si distingue per il proprio orientamento sociale e per la scelta di costruire il bene comune. E altresì impegnata ad agire in coerenza con la Carta dei Valori del Credito Cooperativo ed a rendere effettivi forme adeguate di democrazia economico-finanziaria e lo scambio mutualistico tra i soci 3. In considerazione della propria mission, la Banca persegue una strategia generale di gestione del credito improntata ad una contenuta propensione al rischio e ad una assunzione consapevole dello stesso, che si estrinseca: nel rifiutare operazioni che possano pregiudicare la redditività e la solidità della Banca; nella non ammissibilità di forme tecniche che comportano l assunzione di rischi non coerenti con il profilo di rischio della Banca, salvo che l operazione sia espressamente approvata su proposta della Direzione Generale, da parte degli organi collegiali; nella valutazione attuale e prospettica della rischiosità del portafoglio crediti, considerato complessivamente ed a vari livelli di disaggregazione; nella diversificazione delle esposizioni, al fine di contenerne la concentrazione; nella acquisizione delle garanzie necessarie per la mitigazione del rischio. A fronte del profilo descritto, l assunzione dei rischi deve avvenire mediante l utilizzo di adeguate metodologie, procedure e strumenti di supporto in grado di garantire la consapevolezza della relativa dimensione e della dinamica nel tempo. In tal senso, la Banca, nel rispetto delle vigenti norme regolamentari, dovrà utilizzare coerenti sistemi di misurazione delle componenti del rischio di credito, promuovendone l utilizzo nell ambito dei processi operativi, gestionali e di controllo. Il profilo di rischio della Banca si concretizza nell identificazione di specifici indicatori e nella fissazione di soglie (limiti) di rischio, oggetto di valutazione puntuale ed andamentale, rappresentativi: della qualità creditizia; della rischiosità espressa dal sistema di scoring; della quota-parte delle esposizioni coperte da garanzie; del grado di concentrazione del rischio; del grado di raggiungimento degli obiettivi di rischio/rendimento attraverso un costante riferimento delle politiche di prezzo al parametro rischio. Tali indicatori, espressione degli indirizzi strategici ed operativi, devono essere costantemente monitorati e confrontati con il sistema di soglie di sorveglianza descritto di seguito e dettagliato in allegato al presente documento 4. 2 Cfr. rispettivamente cap. 4.1 Strumenti di valutazione del rischio - Sistema di scoring e cap. 4.2 Stress testing. 3 Cfr. Statuto Sociale della Banca Art Cfr. Allegato - cap. 6.1 Soglie Attenzione e Limiti operativi. 5
6 2.3 Mitigazione del Rischio Coerentemente con la propensione al rischio che la caratterizza, la Banca persegue l obiettivo di contenere il rischio di credito, oltre che tramite un adeguata valutazione del merito creditizio, anche attraverso l acquisizione di garanzie. In considerazione del possibile mutamento degli scenari futuri e/o delle proprie strategie di mercato e gestionali, la Banca potrà fare residualmente ricorso ad ulteriori diverse tecniche di mitigazione, quali le cartolarizzazioni o la cessione di specifiche componenti del portafoglio crediti, mentre è escluso l utilizzo di strumenti finanziari derivati per la copertura del rischio di credito. L eventuale utilizzo di queste tecniche dovrà essere oggetto di apposita delibera da parte del Consiglio di Amministrazione. La Banca deve definire tempo per tempo le specifiche garanzie accettabili, le condizioni che ne richiedono obbligatoriamente l assunzione e gli scarti minimi da applicare. Dovranno essere specificatamente indicate le singole forme di garanzia che, in considerazione del loro scarso contenimento del rischio, non possono essere accettate, salvo i casi in cui si configurino come forme di protezione ulteriore rispetto a quelle minimali richieste in relazione al rischio dell operazione. In ogni caso ogni forma di garanzia acquisita dalla Banca si configura come elemento accessorio dell esposizione garantita. Da ciò deriva che la valutazione circa la bontà dell operazione di affidamento deve basarsi solo in via residuale sulla garanzia. La valutazione deve quindi prendere in considerazione principalmente la capacità dell obbligato principale di far fronte ai propri impegni, a prescindere dalle eventuali garanzie fornite. Le garanzie assunte dalla Banca, di tipo reale o personale, possono avere valenza esclusivamente gestionale oppure essere riconosciute anche dalla normativa prudenziale ai fini del calcolo dei requisiti patrimoniali. L Accordo di Basilea 2, recepito dalla circolare 263/2006 di Banca d Italia, Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche, emanata il 27 dicembre 2006, prescrive infatti che le garanzie rispettino una serie di requisiti di ammissibilità per essere utilizzate ai fini della mitigazione del rischio di credito (CRM - Credit Risk Mitigation) con benefici in termini di minore assorbimento patrimoniale; i requisiti di ammissibilità, che devono essere presenti non solo al momento della costituzione della garanzia, ma per tutta la sua durata, si distinguono in requisiti sia generali che specifici. Nell applicazione di tali principi, avendo la Banca optato per l approccio standardizzato, devono essere rispettate le regole previste dalla normativa per le banche che scelgono tale opzione. A tal riguardo si rimanda a quanto previsto nell ambito della regolamentazione interna della Banca, in merito all acquisizione ed alla gestione delle garanzie ammissibili a fini regolamentari. Le garanzie acquisite, a prescindere dalla loro qualificazione come CRM (Credit Risk Mitigation) devono essere sempre congrue rispetto all operazione garantita, ovvero qualitativamente e quantitativamente adeguate alla tipologia ed all entità dell affidamento Garanzie In coerenza con la contenuta propensione al rischio della Banca devono essere assistiti da apposita garanzia i finanziamenti caratterizzati da un livello di rischio rilevante attraverso l acquisizione di solidi strumenti di mitigazione del rischio, in grado di garantire un adeguata copertura dell esposizione, tenuto anche conto della variabilità del loro valore di realizzo. In ottemperanza a tali principi guida il processo istruttorio deve rispettare le regole di seguito elencate in tema di: tipologie di finanziamenti per i quali deve essere acquisita idonea garanzia: le forme di garanzia da richiedere in funzione della tipologia di finanziamento richiesto rappresentano una forma minimale di copertura che deve essere sostituita da una forma di garanzia più forte in tutti i casi in cui la rischiosità dell operazione lo richieda; scarti minimi da applicare: al fine di garantire la consistenza della copertura dell esposizione nel tempo, in considerazione di possibili eventi che possono determinare la fluttuazione del valore della garanzia; forme di garanzia non accettate dalla Banca: in considerazione del loro scarso effetto sul contenimento del rischio, ovvero dell eccessiva variabilità del loro valore intrinseco, non sono accettate dalla Banca alcune forme di garanzia (se non come forma di protezione ulteriore rispetto a quella minimale richiesta in funzione della rischiosità dell operazione). I limiti ed i vincoli citati risultano descritti ed individuati nel regolamento di processo e nelle relative disposizioni attuative, a cui si rimanda per ogni dettaglio, trattandosi di modalità operative riferibili al processo Credito, connesse alla gestione ed alla determinazione del merito creditizio della singola posizione di rischio. 5 Cfr. cap.succ. Garanzie. 6
7 In considerazione di particolari opportunità commerciali, e comunque a seguito di adeguata motivazione e nel rispetto di un adeguata valutazione del livello di rischio/rendimento che caratterizza l operazione, i limiti indicati nella normativa di processo, potranno essere oggetto di deroga motivata e formalizzata da parte degli organi aziendali, nel rispetto di un adeguato processo autorizzativo e nell ambito di un articolata struttura di poteri delegati in materia creditizia. 2.5 Sistema dei Limiti Operativi La Banca identifica, definisce e struttura un sistema di soglie di sorveglianza per il rischio di credito, che, in coerenza con la propensione al rischio dell istituto, consenta di verificare: riguardo alla qualità creditizia, il rapporto tra il volume delle esposizioni deteriorate ed il totale del portafoglio; per quanto concerne la concentrazione, il livello della stessa, con riferimento alle esposizioni nei confronti di una o più controparti (o gruppo di controparti connesse) ovvero controparti appartenenti allo stesso settore economico; riguardo alla redditività corretta per il rischio assunto, il livello di raggiungimento degli obbiettivi di rischio/rendimento; relativamente alla rischiosità espressa dal sistema di scoring, i dati aggregati (score) declinati secondo predefiniti criteri di analisi; relativamente alla mitigazione del rischio di credito, la quota di esposizioni garantite sul totale del portafoglio; il rispetto di limiti previsti dalla normativa di vigilanza. Periodicamente la funzione Risk Controlling dovrà verificare il rispetto dei limiti stabiliti nelle presenti politiche di gestione del rischio di credito, relazionando agli Organi di Vertice secondo le modalità definite nei regolamenti interni. I risultati di tale attività permettono di verificare, nel continuo, la corrispondenza tra i rischi effettivamente assunti ed i limiti stabiliti dalla Banca al fine di promuovere tempestivamente i dovuti interventi correttivi od, eventualmente, rivedere le politiche di gestione del rischio di credito in virtù del mutato scenario riscontrato. Per una completa identificazione degli indicatori oggetto di monitoraggio si faccia riferimento all allegato al presente documento Obiettivi di Rischio/Rendimento Periodicamente devono essere rilevati i rendimenti prodotti dall intero portafoglio; tali rendimenti devono essere quindi rapportati alla rischiosità rilevata sul portafoglio e confrontati con gli obiettivi fissati dall istituto. In particolare gli obiettivi di rischio/rendimento della Banca vengono sintetizzati da uno specifico indicatore, il RORAC (Return On Risk Adjusted Capital) ovvero dal rapporto tra l Utile Operativo Netto (NOPAT - Net Operatine Profit After Tax) e Capitale a Rischio (CaR). Coerentemente con tale impostazione, la Banca individua negli assorbimenti patrimoniali sui rischi di credito e concentrazione la misura interna del Capitale a Rischio sottostante le singole esposizioni in essere, cui rapportare l Utile Operativo Netto per la valutazione del RORAC ai fini del profilo rischio/rendimento relativo al portafoglio crediti. Gli obiettivi di remuneratività degli impieghi in rapporto al rischio stabiliti dal Consiglio di Amministrazione concorrono anche alla verifica della corretta definizione delle strategie commerciali e distributive ed alla fissazione delle condizioni applicabili alle varie tipologie di prodotti e/o segmenti di clientela. 6 Cfr. Allegato - cap. 6.1 Soglie di Attenzione e Limiti operativi. 7
8 3 PROCESSO DI GESTIONE DEL CREDITO Le politiche di gestione del rischio di credito si basano su un solido processo di erogazione, gestione e monitoraggio del credito, che sia in grado quindi di garantire il raggiungimento degli obiettivi in esse stabiliti. Vengono pertanto di seguito definiti i principi guida cui si deve ispirare la definizione/aggiornamento del processo del credito. 3.1 Pianificazione ed Organizzazione Gli orientamenti strategici e le politiche del credito devono essere definiti dal Consiglio di Amministrazione, il quale approva inoltre le modalità attraverso le quali i rischi stessi sono rilevati e valutati. Lo stesso organo delibera la struttura organizzativa più idonea per una appropriata allocazione di compiti e responsabilità, con particolare riguardo ai meccanismi di delega 7. La pianificazione del credito deve essere effettuata in coerenza con le presenti politiche, tenuto anche conto dei modelli organizzativi adottati, i quali dovranno essere oggetto di evoluzioni future, qualora siano ritenute necessarie per il raggiungimento degli obiettivi prefissati. 3.2 Concessione e Revisione La fase di concessione deve essere finalizzata alla verifica dell ammissibilità della richiesta di affidamento, coerentemente con le strategie commerciali e con le politiche di gestione del rischio di credito in essere, ed è caratterizzata dall iter di istruttoria, delibera ed erogazione. La gestione del rischio in fase di affidamento, ovvero durante l istruttoria, deve sempre basarsi sull accertamento dei presupposti di affidabilità dei richiedenti il fido, mediante la valutazione: del merito creditizio della controparte; della rischiosità dell operazione; della coerenza tra il rendimento dell operazione ed il rischio assunto; dell accertamento delle caratteristiche specifiche dell operazione, con particolare riguardo alla coerenza tra l importo, la forma tecnica, la scadenza e la destinazione del finanziamento. Al fine di contenere la concentrazione del rischio di credito, devono essere sempre opportunamente valutate le connessioni giuridiche ed economiche tra la clientela. Nell attività di istruttoria il giudizio espresso dal Sistema di Scoring, e le associate stime di inadempienza, dovranno essere tenuti nella massima considerazione in quanto elementi essenziali ed imprescindibili per una compiuta valutazione del cliente. La decisione in merito alla concessione dell affidamento deve essere presa dai competenti organi deliberanti tenendo nella dovuta considerazione tutte le informazioni emerse durante la fase istruttoria, nonché ogni ulteriore elemento di giudizio eventualmente disponibile. L organo deliberante non deve coincidere con quello incaricato allo svolgimento dell istruttoria, salvo le sole eccezioni che devono essere normate nei poteri delegati in materia di erogazione del credito. Il Consiglio di Amministrazione può delegare parte delle proprie competenze direttamente agli organi aziendali ed ai responsabili delle unità organizzative. Il modello dei poteri delegati per l erogazione del credito deve prevedere la fissazione di limiti stabiliti sulla base di specifici elementi caratterizzanti il rischio, quali: ammontare dell affidamento; forma tecnica di utilizzo del fido; tipologia e valore delle eventuali garanzie prestate; durata del finanziamento. Le linee di credito devono essere rese operative e, quindi, messe a disposizione del prenditore solo ad avvenuto perfezionamento di quanto previsto nella delibera, con particolare attenzione: all acquisizione delle garanzie; 7 Fonte: Istruzioni di vigilanza per le banche Banca d Italia Titolo IV Capitolo 11 Sezione II. 8
9 alla verifica che l operazione non comporti il superamento dei limiti stabiliti per l assunzione dei grandi rischi (tempo per tempo fissati dalla Normativa di Vigilanza e dal Consiglio di Amministrazione, a livello di singolo cliente o gruppo di clienti connessi). L attività di revisione deve essere svolta secondo criteri di priorità e con modalità che tengano conto del grado di rischio delle posizioni. La fase di revisione si deve concretizzare: nella verifica della sussistenza delle condizioni di solvibilità dell affidato e dei suoi garanti; nell accertamento della persistenza dei requisiti minimali richiesti per l acquisizione delle garanzie; nel controllo dell aggiornamento delle informazioni e dei dati registrati sugli archivi informatici; nell esame delle cause che hanno comportato l eventuale downgrading dello score. I risultati di tali attività devono essere adeguatamente considerati nella valutazione del rinnovo dell affidamento, della sua revoca o dell avvio di una nuova istruttoria. Nelle attività di revisione si deve tenere in considerazione il giudizio di scoring e le cause che eventualmente abbiano comportato una variazione dello stesso. La revisione può essere effettuata anche in via semplificata ed automatica con riferimento a posizioni che presentano livelli di rischiosità contenuti sulla base di specifici indicatori fissati nella regolamentazione di processo. 3.3 Gestione del Credito La fase di gestione delle posizioni affidate è volta a ritrarre dal portafoglio clienti la migliore contropartita di lavoro, in rapporto alle potenzialità, coniugando lo sviluppo della Banca con i rischi assunti e da assumere. La regolamentazione interna definisce i criteri operativi per la gestione del portafoglio clienti. 3.4 Monitoraggio e Gestione dei Crediti Anomali La fase di monitoraggio continuativo delle posizioni creditizie consente di rilevare tempestivamente l eventuale aumento del rischio e garantisce, quindi, il mantenimento di un elevato livello di qualità del portafoglio impieghi. Coerentemente con quanto indicato nei Principi generali del Sistema dei Controlli Interni delle Istruzioni di Vigilanza 8, sulle modalità di gestione del rischio di credito, il Consiglio di Amministrazione, su proposta del Direttore Generale, approva le metodologie di misurazione del rischio di credito, le tecniche di controllo andamentale, nonché le unità organizzative responsabili del monitoraggio, le quali devono essere indipendenti dalle funzioni di gestione operativa di tali rischi. Il monitoraggio del credito e delle garanzie deve essere effettuato attraverso l osservazione costante dell affidabilità delle controparti (affidati/garanti) e la periodica verifica della persistenza dei requisiti definiti dalla Banca o dalle Istruzioni di Vigilanza e del valore delle protezioni acquisite. A tal fine la Banca deve dotarsi di un sistema di monitoraggio che permetta sia di controllare gli aspetti relativi all andamento del rapporto affidato, sia di valutare l esposizione al rischio dell intero portafoglio creditizio e dei suoi sotto-portafogli. Le posizioni anomale devono essere classificate in specifiche classi dettagliate nel Regolamento del Credito; la classificazione di una posizione in uno degli stati di anomalia deve comportare l avvio di una fase di intervento finalizzata a regolarizzare la posizione nel più breve tempo possibile o, in caso contrario, ad avviare le azioni legali necessarie per la salvaguardia degli interessi della Banca. 3.5 Gestione del Contenzioso La Banca deve minimizzare il tasso di perdita in caso di default (LGD Loss Given Default) attraverso l assunzione di azioni di recupero stragiudiziali o giudiziali, da avviare qualora siano presenti condizioni che impediscano la prosecuzione del rapporto. Comunque, su ogni posizione deve essere sempre definita e motivata la strategia di recupero che si intende perseguire, privilegiando le modalità di recupero stragiudiziali, senza ritardare o compromettere eventuali azioni giudiziali. Nella gestione delle sofferenze, particolare attenzione deve essere posta agli aspetti contabili. Il Consiglio di Amministrazione, su proposta del Direttore Generale, definisce i criteri operativi con i quali effettuare le valutazioni collettive ed analitiche, periodicamente esaminati ed eventualmente aggiornati sulla base di apposita reportistica sullo stato delle posizioni, prodotta dall unità organizzativa preposta alla gestione del contenzioso. 8 Fonte: Istruzione di vigilanza per le banche Banca d Italia Titolo IV Capitolo II Sezione II. 9
10 3.6 Controllo sulla Gestione dei Rischi Il monitoraggio sulle esposizioni a livello aggregato deve essere effettuato dalla funzione Risk Controlling, quale funzione di controllo di secondo livello. Tale attività deve essere finalizzata alla verifica di coerenza tra rischi e limiti stabiliti dalle politiche di gestione del rischio di credito della Banca, nonché alla tempestiva individuazione di interventi correttivi od, eventualmente, al riesame delle politiche di assunzione dei rischi di credito. In particolare la funzione Risk Controlling dovrà presidiare le verifiche sul rispetto dei limiti individuati dalle presenti politiche di gestione del rischio di credito. Tale controllo fa riferimento principalmente ai seguenti aspetti: assorbimenti patrimoniali complessivi sui rischi di credito e sui differenti portafogli di vigilanza; obiettivi di rischio/rendimento sul portafoglio crediti; classificazione del portafoglio per classi di score e transizione tra classi nel tempo; concentrazione dei rischi relativamente ai seguenti aggregati: o singola posizione; o gruppi di clienti connessi; o settori/rami di attività economica. andamento dei volumi delle esposizioni deteriorate; altri limiti su aggregati creditizi stabiliti nelle politiche di gestione del rischio di credito 9. Le analisi precedentemente descritte devono essere oggetto di apposita reportistica, con cadenza prefissata, nei confronti del Direttore Generale e nei confronti del Consiglio di Amministrazione e secondo gli schemi previsti nei regolamenti interni vigenti. 9 Cfr. Allegato - cap. 6.1 Soglie di Attenzione e Limiti operativi.
11 4 ASPETTI METODOLOGICI Di seguito si riportano le principali scelte adottate dalla Banca in riferimento alla valutazione del rischio di credito attuale e prospettico. 4.1 Strumenti di Valutazione del Rischio - Sistema di Scoring Coerentemente con le indicazioni della Banca d Italia e del Comitato di Basilea la Banca adotta un Sistema di Scoring, sviluppato nell ambito della categoria, per la valutazione del merito creditizio della clientela (Sistema di Classificazione dei Rischi di Credito CRC). In particolare, il più ampio modello di valutazione utilizzato dalla Banca si compone, oltre al Sistema di Scoring, anche dell insieme strutturato e documentato delle metodologie, dei processi organizzativi/di controllo e delle basi di dati che consentono la raccolta delle informazioni rilevanti e la loro elaborazione per la formulazione di valutazioni sintetiche relative ai seguenti aspetti: merito di credito di un soggetto non ancora affidato; merito di credito di un soggetto già affidato; stima della percentuale di recupero in caso di default. Il Sistema di Scoring trova inoltre adeguata applicazione nel processo del credito nelle fasi di pianificazione, concessione e monitoraggio. 4.2 Stress Testing Il rischio di credito deve essere monitorato sia in condizioni di normale operatività sia attraverso simulazioni di stress. Nella conduzione delle analisi di stress, gli scenari di riferimento devono essere costruiti con riguardo ad eventi sia di carattere sistemico che specifico, in considerazione del panorama macroeconomico, delle politiche commerciali e di possibili variazioni nei comportamenti della clientela. Per le simulazioni di stress la Banca si adegua alle linee guida della Circolare 263/2006 che prevede, nell ambito del processo di autovalutazione della propria adeguatezza patrimoniale (ICAAP), che gli Istituti di credito di classe 3, sviluppino specifiche analisi di sensibilità rispetto ai principali rischi tra i quali è previsto il rischio di credito. Sulla base degli Stress Test devono essere simulati gli effetti sia gestionali sul merito creditizio del portafoglio sia le relative perdite attese ed assorbimenti di capitale, al fine di valutare la vulnerabilità della Banca ad eventi avversi e di crisi. La Policy della Banca prevede quale scenario di stress l utilizzo della peggior congiuntura registrata negli ultimi sette anni a livello di incidenza dei crediti deteriorati sul totale impieghi. Le analisi di stress forniscono quindi indicazione sulle possibili ipotesi di tensioni gestionali e patrimoniali, a fronte delle quali devono essere intraprese azioni correttive quali ad esempio: operazioni di ricapitalizzazione; accantonamenti straordinari; valutazione dell adeguatezza dei limiti operativi; valutazione dei profili critici del processo di erogazione e monitoraggio; valutazione dell adeguatezza del Remedy Plan. I risultati delle prove di stress devono inoltre essere utilizzati per effettuare una valutazione in merito al capitale interno complessivo. Cfr. Istruzioni di Vigilanza per le banche: Le banche devono disporre di sistemi che consentano di identificare, misurare e controllare l'esposizione alle singole fattispecie di rischio, nonché di gestire l'esposizione complessiva. 11 Cfr. Core Priciples Methodology Principio 8: La banca deve aver definito apposite politiche e procedure per identificare, misurare e controllare il rischio di credito. Questi processi dovrebbero essere commisurati alla dimensione ed alla complessità dell attività svolta dall intermediario. 12 Cfr. Sound Credit risk assessment and valuation for loans Principio 2: La banca dovrebbe utilizzare idonei sistemi per classificare le esposizioni sulla base del rischio di credito. 11
12 5 REMEDY PLAN Gli organi aziendali deputati al monitoraggio ed alla gestione del rischio di credito devono essere in grado di condurre tali attività sia in condizioni di normale operatività che in condizioni caratterizzate da un decadimento dei principali indicatori di rischio. L obiettivo del Remedy Plan è pertanto quello di individuare per tempo ed attivare, al verificarsi di una condizione di crisi, le opportune azioni correttive finalizzate a ricondurre il rischio ad un livello tollerato. Tale attività si struttura nelle seguenti fasi: definizione dei possibili scenari ed individuazione degli indicatori di tensione del portafoglio crediti; definizione di ruoli e responsabilità degli organi aziendali nel processo di gestione della situazione di crisi; individuazione ex ante di un sistema di interventi predefiniti ma flessibili, da attivare nei primi stadi di sviluppo della crisi. Definizione dei possibili scenari ed individuazione degli indicatori di tensione del portafoglio Al fine di individuare per tempo possibili scenari di crisi dovuti al manifestarsi di eventi eccezionali ma plausibili derivanti da fattori congiunturali e/o specifici, devono essere effettuate apposite prove di stress 13 attraverso le quali valutare i possibili impatti sul portafoglio crediti e sul patrimonio della Banca. Tali prove sono inoltre finalizzate ad individuare gli indicatori (e le relative soglie) che maggiormente sono in grado di prevedere il manifestarsi di tali eventi dannosi e le relative azioni di contenimento del rischio (Remedy Plan). Gli indicatori di tensione del portafoglio crediti devono essere definiti periodicamente dalla funzione Risk Controlling (tenuto anche conto delle prove di stress effettuate) e sottoposti ad approvazione da parte del Direttore Generale della Banca. Ruoli e responsabilità nel processo di gestione della crisi Allo scopo di attuare tempestivamente il piano di interventi finalizzato a contenere gli effetti dannosi dello stato di crisi deve essere effettuato un costante monitoraggio degli indicatori di tensione da parte della funzione Risk Controlling. Il superamento delle soglie di tolleranza comporta l immediata segnalazione al Direttore Generale, il quale valuterà la sussistenza delle condizioni che configurano una situazione di crisi da fronteggiare attraverso provvedimenti straordinari. Per l analisi degli elementi di rischio rilevati il Direttore Generale, ove ritenuto necessario, richiede la collaborazione del Comitato Rischi al fine di interpretare i fenomeni attuali e prospettici connessi alla situazione di crisi rilevata. Qualora dall analisi effettuata emerga la presenza di elementi di rischiosità non fronteggiabili attraverso azioni ordinarie di gestione del credito, il Direttore Generale con il supporto del Comitato Rischi deve individuare le migliori strategie di intervento stimandone, nel contempo, gli effetti sul rischio e gli impatti sul patrimonio della Banca. Tali strategie fanno ad esempio riferimento a: operazioni di ristrutturazione/rinegoziazione del credito; operazioni di cartolarizzazione; piani di ricapitalizzazione; interdizione di specifiche operazioni; accantonamenti straordinari. La strategia definita (Remedy Plan) deve essere sottoposta all attenzione del Consiglio di Amministrazione per l approvazione. E compito del Direttore Generale dare attuazione al piano di intervento deliberato con il supporto delle unità operative coinvolte, mentre spetta alla funzione Risk Controlling il monitoraggio costante degli effetti sugli indicatori di rischio. Il Direttore Generale deve relazionare periodicamente al Consiglio di Amministrazione sull avanzamento delle azioni deliberate e sui relativi effetti, al fine di valutare l opportunità di prosecuzione del piano, ovvero la necessità di definire nuove azioni correttive. 13 Cfr. cap. 4.2 Stress testing. 12
13 6 ALLEGATI 6.1 Limiti Operativi A supporto delle attività di controllo sulla gestione del rischio, e per verificare che il livello di esposizione al rischio ex-post sia conforme al livello tollerato (stabilito exante dalle presenti politiche del credito), sono stati individuati specifici indicatori di rischio, oggetto di periodico monitoraggio da parte della funzione Risk Controlling. Per ogni indicatore è stato indicata: la fonte utilizzata per il reperimento del dato; l ufficio incaricato della rilevazione; la periodicità della rilevazione; quando disponibile, l evoluzione dei valori dello stesso; i limiti previsti ed il valore target POLITICHE DI GESTIONE DEL RISCHIO DI CREDITO: Limiti Operativi INDICATORI (Indicatori di Tensione) Limiti / Target Trend Valori Tipologia Descrizione Fonte Uff.Ril. Per.Ril. Alert Soglia 12/ /20 06/20 12/ Req.Patr. Rischio Credito / Patr.Vigilanza Segn.Vig. Risk Ctr. T 58,0% 60,0% 57,5% 0,0% 54,6% 57,2% 2 Req.Patr. Rischio Controparte / Patr.Vigilanza Segn.Vig. Risk Ctr. T 0,7% 1,0% 0,5% 0,0% 0,4% 0,4% 3 Req.Patr. Rischio Credito e Controparte / Patr.Vigilanza Segn.Vig. Risk Ctr. T 58,7% 61,0% 58,0% 0,0% 55,0% 57,6% ADEGUATEZZA PATRIMONIALE QUALITA' PORTAFOGLIO CREDITI Crediti Non Performing QUALITA' PORTAFOGLIO CREDITI Altri 4 EAD (Amm.Cent.+Int.Vig.+Retail+Gar.Imm.) / Tot. EAD Segn.Vig. Risk Ctr. T 57,0% 55,0% 57,5% 0,0% 58,8% 54,6% 5 EAD Retail / EAD (Imprese+Retail+Gar.Imm.+Scadute) Segn.Vig. Risk Ctr. T 28,0% 26,0% 28,0% 0,0% 27,7% 26,0% 6 EAD Scadute / EAD (Imprese+Retail+Gar.Imm.+Scadute) Segn.Vig. Risk Ctr. T 7,0% 8,0% 7,0% 0,0% 5,7% 6,5% 7 Patrimonio Disponibile / Patrimonio di Vigilanza Segn.Vig. Risk Ctr. T 23,0% 21,0% 24,0% 94,4% 34,5% 32,6% 8 Total Capital Ratio Segn.Vig. Risk Ctr. T 12,5 11,5 12,8 142,8 13,2 12,7 9 Tier 1 Capital Ratio Segn.Vig. Risk Ctr. T,5,0,5 124,1 11,5,8 1 Tasso Decadimento Impieghi (Nuove Soff. / Impieghi Dec. t - 1) Segn.Vig. Risk Ctr. M 0,9% 1,0% 1,0% 1,1% 0,7% 2,8% 2 Sofferenze Lorde / Impieghi Lordi Segn.Vig. Risk Ctr. M 4,8% 5,0% 4,9% 4,7% 4,7% 4,4% 3 Partite Anomale / Impieghi Lordi Segn.Vig. Risk Ctr. M 8,5% 9,0% 8,2% 6,7% 7,4% 8,0% 4 Crediti Non Performing / Impieghi Lordi Segn.Vig. Risk Ctr. M,0% 11,0% 9,7% 7,9% 8,6% 9,4% 5 Scad.Sconfinanti da oltre 90gg / Impieghi Lordi Segn.Vig. Risk Ctr. M 3,0% 3,5% 2,5% 2,0% 2,0% 3,1% 6 Scad.Sconfinanti da 90gg a 180gg / Impieghi Lordi Segn.Vig. Risk Ctr. M 1,5% 2,0% 1,5% 0,9% 0,8% 1,7% 7 Scad.Sconfinanti da oltre 180gg / Impieghi Lordi Segn.Vig. Risk Ctr. M 1,5% 2,0% 1,5% 1,1% 1,2% 1,4% Sconf.Contabili / Utilizzi CC-SBF-FT DAG Risk Ctr. M 6,0% 7,0% 6,0% 4,2% 4,1% 3,4% 2 Sconf.Disponibili / Utilizzi CC DAG Risk Ctr. M 8,0% 9,0% 8,0% 7,3%,3% 8,3% 3 Rate in Mora / Finanziamenti Rateali DAG Risk Ctr. M 0,6% 0,7% 0,6% 0,8% 0,7% 0,7% 4 (SAR > 80 + Incagli) / Impieghi Vivi SAR Risk Ctr. M 8,0% 9,0% 8,0% 6,0% 9,6% 17,1% 5 SAR > 80 / Impieghi in Bonis SAR Risk Ctr. M 6,0% 7,0% 6,0% 4,1% 7,2% 14,0% 6 CRC < 2 Mlgr / Fidi CRC CRC Risk Ctr. M 30,0% 32,0% 29,0% 29,1% 32,2% 32,8% 7 Fidi Scaduti > 6 Mesi / Fidi a Revoca SOAR Risk Ctr. M 18,0% 20,0% 18,0% 21,4% 20,7% 15,8% 8 Sotto Osservazione / Impieghi Lordi SOAR Risk Ctr. M 13,0% 14,0% 13,0% 11,7% 12,8% 14,7% 9 13
14 4 5 POLITICHE DI GESTIONE DEL RISCHIO DI CREDITO: Limiti Operativi INDICATORI (Indicatori di Tensione) Limiti / Target Trend Valori Tipologia Descrizione Fonte Uff.Ril. Per.Ril. Alert Soglia 12/ /20 06/20 12/ Grandi Rischi / Patr.Vigilanza (limite complessivo) Segn.Vig. Risk Ctr. M 60,0% 65,0% 60,0% 0,0% 61,9% 74,0% 2 Grandi Rischi / Patr.Vigilanza (limite individuale) Segn.Vig. Risk Ctr. M 14,0% 15,0%,0% 0,0% 14,7% 14,3% 3 Prime Posizioni-Gruppi / Impieghi Vivi Ctr.Gest. Risk Ctr. M 12,0% 12,5% 12,0% 12,2% 12,8% 12,4% CONCENTRAZIONE CREDITIZIA CONCENTRAZIONE ECONOMICA 6 COPERTURA IMPIEGHI 7 NORMATIVA VIGILANZA FGDCC FGI 4 Prime 20 Posizioni-Gruppi / Impieghi Vivi Ctr.Gest. Risk Ctr. M 19,0% 20,0% 19,0% 19,9% 20,8% 19,9% 5 Prime 50 Posizioni-Gruppi / Impieghi Vivi Ctr.Gest. Risk Ctr. M 34,0% 35,0% 34,0% 34,0% 35,5% 34,7% 6 Posizioni-Gruppi > / Impieghi Vivi Ctr.Gest. Risk Ctr. M 67,0% 68,0% 67,5% 65,8% 65,8% 65,6% 7 Posizioni-Gruppi > / Impieghi Vivi Ctr.Gest. Risk Ctr. M 40,0% 41,0% 39,5% 39,7% 40,4% 40,8% 8 Importo Affidamento Medio (Migliaia di Euro) Sch.Com. Risk Ctr. M Max Concessione Sing.Controparte (Milioni di Euro) Lib.Fidi Ser.Cred. M 1,0 1,2 Max Concessione Gruppo (Milioni di Euro) Lib.Fidi Ser.Cred. M 2,2 2,5 1 Prime 3 Branche Attività Economica / Impieghi Vivi Ctr.Gest. Risk Ctr. M 51,5% 54,0% 50,0% 50,7% 52,3% 53,5% 2 Finanziamenti a "Famiglie" / Impieghi Vivi Ctr.Gest. Risk Ctr. M 30,0% 28,0% 31,0% 30,0% 28,4% 27,1% 3 Finanziamenti a "Società Non Finanziarie" / Impieghi Vivi Ctr.Gest. Risk Ctr. M 58,0% 60,0% 58,0% 58,4% 59,4% 60,6% 4 Incidenza Max "Altri Ser.Destinabili Vendita" Ctr.Gest. Risk Ctr. M 26,0% 27,0% 26,0% 25,4% 29,6% 30,9% 5 Incidenza Max "Comm.Riparazioni" Ctr.Gest. Risk Ctr. M 19,0% 20,0% 18,0% 18,9% 18,0% 17,6% 6 Incidenza Max "Edilizia Op.Pubbliche" Ctr.Gest. Risk Ctr. M 6,5% 7,0% 6,0% 6,4% 4,7% 4,9% 7 Incidenza Max Settore Edilizia, BAE (rami 830/850) Ctr.Gest. Risk Ctr. M 29,0% 31,0% 29,0% 28,6% 30,8% 32,4% 8 Req.Patr. Rischio Concentrazione / Patr.Vigilanza Segn.Vig. Risk Ctr. M 5,0% 5,5% 5,0% 0,0% 4,4% 3,8% 9 1 Impieghi Coperti Garanzia Reali / Impieghi Segn.Vig. Risk Ctr. S 54,0% 52,0% 55,0% 0,0% 51,2% 48,1% 2 Impieghi Coperti Garanzia Personale / Impieghi Segn.Vig. Risk Ctr. S 20,0% 18,0% 20,0% 0,0% 17,6% 20,5% 3 Impieghi Coperti Garanzia / Impieghi Segn.Vig. Risk Ctr. S 74,0% 70,0% 75,0% 0,0% 68,8% 68,6% 4 Rett.Valore Sofferenze / Sofferenze Segn.Vig. Risk Ctr. S 54,0% 53,0% 55,0% 54,6% 54,9% 54,1% 5 Rett.Valore (Impieghi - Sofferenze) / (Impieghi -Sofferenze) Segn.Vig. Risk Ctr. S 0,6% 0,5% 0,6% 0,6% 0,5% 0,6% Operatività Fuori Zona Competenza Segn.Vig. Risk Ctr. M 3,5% 4,0% 3,5% 0,0% 3,9% 3,9% 2 Operatività con Soci Segn.Vig. Risk Ctr. M 62,0% 60,0% 65,0% 0,0% 65,8% 55,7% 3 Operatività con Soci al netto Attività a Ponderazione Zero Segn.Vig. Risk Ctr. M 45,0% 44,0% 46,0% 0,0% 44,2% 39,4% 4 Posizione in Cambi Segn.Vig. Risk Ctr. M 0,2% 0,5% 0,1% 0,0% 0,0% 0,0% 5 Sofferenze Nette / Patrimonio di Vigilanza Segn.Vig. Risk Ctr. S 18,0% 20,0% 19,0% 18,8% 17,7% 16,2% 6 Sofferenze Nette / Impieghi Segn.Vig. Risk Ctr. S 2,2% 2,5% 2,3% -67,5% 2,2% 2,1% 7 Perdite Nette su Crediti / Risultato Lordo Gestione Segn.Vig. Risk Ctr. S 50,0% 55,0% 50,0% 46,3% 51,9% 62,3% 8 Perdite Nette su Crediti / Totale Attivo Segn.Vig. Risk Ctr. S 0,5% 0,6% 0,5% 0,0% 0,2% 0,6% 9 14
15 8 POLITICHE DI GESTIONE DEL RISCHIO DI CREDITO: Limiti Operativi INDICATORI (Indicatori di Tensione) Limiti / Target Trend Valori Tipologia Descrizione Fonte Uff.Ril. Per.Ril. Alert Soglia 12/ /20 06/20 12/ RORAC [NOPAT (Utile Oper.Netto) / Req.Patr. Credito-Concentrazione] Segn.Vig. Risk Ctr. S 7,0% 6,0% 6,5% 0,0% 3,3% 6,8% 2 RORAC [NOPAT (Utile Oper.Netto) / Req.Patrimoniali Totali] Segn.Vig. Risk Ctr. S 6,0% 5,0% 5,5% 90,5% 2,9% 6,2% 3 INDICATORI RAPM
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