Prof.R. Andrei. prof. Riccardo Andrei

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1 Prof.R. Andrei La riproduzione agamica nelle piante

2 PROPAGAZIONE DELLE PIANTE La propagazione delle piante avviene secondo due indirizzi fondamentali: per via sessuata o gamica detta riproduzione; per via asessuata o agamica o vegetativa detta moltiplicazione; LA RIPRODUZIONE Le piante si riproducono attraverso il seme, che è il prodotto dell unione tra il gamete maschile e quello femminile: questo tipo di riproduzione si chiama gamaica o sessuata. In condizioni pedoclimatiche adatte il seme germina.

3 Le tecniche di moltiplicazione agamica Le tecniche che più frequentemente propagazione agamica delle piante sono: si impiegano per la Talea; Propaggine; Margotta; Innesto; Micropropagazione;

4 TALEA La talea è una porzione di organo vegetativo di piante, lunga da qualche centimetro a qualche decina di cm, che posta in favorevoli condizioni emette radici e germogli e forma così una nuova pianta. Le talee, in relazione alla posizione nelle piante da cui vengono prelevate, si distinguono in : talea di ramo: la più comunemente usata nelle specie arboree; talea di foglia: più comunemente impiegata in alcune piante da ornamento talea di radice: usata in alcune specie da frutto Le talee di ramo si distinguono in : erbacee: quando sono ricavate da germogli ancora erbacei semilegnose: quando provengono da germogli già parzialmente lignificati; legnose: quando sono formate da porzioni di ramo prelevate nel periodo invernale

5 Talea legnosa fogliare barbatella

6 ANATOMIA DELLA RADICAZIONE LA TALEA FORMA E ESTROFLETTE I PRIMORDI RADICALI, I QUALI SI ORIGINANO DA CELLULE PARENCHIMATICHE CHE RIACQUISTANO CAPACITA MERISTEMATICA LE FASI DELLA RADICAZIOE: INDUZIONE DIFFERENZAZIONE DEI PRIMORDI ESTROFLESSIONE. CALLO: TESSUTO CICATRIZIALE PARENCHIMATICO ALLA BASE DELLA TALEA CHE OSTACOLA L INGRSSO DEI PATOGENI E FUNGHI. POTERE RIZOGENO: LE PIANTE ARBOREE SI POSSONO DISTINGUERE IN TRE GRUPPI: o PIANTE CHE RADICANO FACILMENTE, ABBOZZI RADICALI PREFORMATI, SALICE, PIOPPO;

7 o o PIANTE CHE SOLO IN ALCUNE SITUAZIONI FORMANO GLI ABBOZZI RADICALI: VITE E OLIVO PIANTE CHE RADICANO CON MOLTA DIFFICOLTA, LA MAGGIOR PARTE DEI FRUTTIFERI. SI DEVE RICORRERE AD ALTRE FORME DI PROPAGAZIONE (INNESTO, PROPAGGINE, MARGOTTA) FISIOLOGIA DELLA RADICAZIONE ORMONALI LA RADICAZIONE E FAVORITA DA FATTORI NUTRIZIONALI AMBIENTALI

8 AUXINE:stimolano la formazione Degli abbozzi e allungamento radici FATTORI ORMONALI Ormoni inibitori ostacolano la Rizogenesi, sono idrosolubili Dilavati con l immersione della Talea in acqua citochinine Importante è il giusto equilibrio con le auxine Citochinine: schiusura gemme Auxine: buona radicazione ma. Gibberelline: ruolo contraddittorio

9 NUTRIENTI: La carenza di macro e microelementi (P,K, Ca, Mg,) ostacola la radicazione. Importante un equlibrato rapporto C/N I carboidrati favoriscono la radicazione, ma ostacolano il germogliamento. Lo stato e i trattamenti Radicano meglio le talee di piante madri in buon stato nutrizionale e in forte attività vegetativa. Trattamenti ormonali e d eziolamento Epoca di prelievo. Varia con la spp., dall annata e zona. In molte caducifoglie il prelievo avviene nel periodo invernale o inizio primavera

10 La miglior radicazione avviene : - Con rami di un anno - Con rami a legno rispetto a rami afiore - Talee munite di porzione di ramo di 2 o più anni (magliolo) - Presenza di foglie e gemme: producono ormoni e s. nutritive importanti per la radicazione - Polarità la parte base della talea deve essere immersa nel substrato e non viceversa - Topofisi: impiegando talee di succhioni si ottengono piante con spiccate attitudini vegetative

11 TALEA LEGNOSA TALEA DA RAMOSCELLO TALEA DA FOGLIA

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13 CONDIZIONI CHE FAVORISCONO LA RADICAZIONE Per facilitare la radicazione delle talee si usano tecniche di forzatura capaci di esaltare o di stimolare la neoformazione radicale delle talee Tali tecniche sono: INCISIONI, LAVAGGI,BASSE TEMPERATURE, FUNGHI ECTOMICORRIZICI - IL RISCALDAMENTO BASALE : è una tecnica che viene utilizzata per le talee legnose (prive di foglie). Le talee sono piantate in appositi bancali nei quali il substrato viene mantenuto ad una temperatura di si utilizzano serpentine in cui circola acqua calda, o resistenze elettriche. - IL TRATTAMENTO CON FITOREGOLATORI (ORMONI) consiste nel trattare le talee delle specie che non radicano con facilità. Di solito questi preparati, in pasta, liquidi o polverulenti, vengono applicati alla base delle talee. La forma liquida è la più usata in quanto risulta più precisa la determinazione della concentrazione del principio attivo. Auxine NAA, e IBA- - I SUBSTRATI DI RADICAZIONE: La natura del substrato di radicazione svolge anch esso un ruolo importante per il buon esito della radicazione. I substrati usati, sia in forma singola che in miscuglio sono: prof. Riccardo sabbia, Andrei torba, si possono usare anche substrati preparati.

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15 NEBULIZZAZIONE: per talee semilegnose o erbacce, consiste nel somministrare alle talee acqua finemente nebulizzata al fine di ridurre la traspirazione e la temperatura della talea. L acqua viene spruzzata ad intermittenza, molto utilizzata per alcuni fruttiferi quali actinidia, olivo ciliegio ecc.

16 PROPAGGINE La propaggine consiste nell interramento di un ramo affinchè sviluppi radici mentre questo si trova ancora unito alla pianta madre. Praticamente la propaggine si ottiene incurvando un ramo della pianta che si vuole moltiplicare, in modo da interrarlo per un certo tratto e far sì che esso emetta radici mentre la parte fuori terra emetta germogli. Si parla di propaggine semplice quando si interra la parte intermedia del ramo, lasciando emergere l apice (si ottiene un solo individuo) Propaggine semplice

17 Mentre la propaggine si dice multipla quando da un unica pianta madre si vogliono ottenere più individui contemporaneamente. Propaggine multipla

18 Infine abbiamo la propaggine di trincea che è ancora usata nel vivaismo per produrre portinnesti. Si comincia con la messa a dimora delle barbatelle che vengono messe a dimora inclinate a 45 in solchi piuttosto larghi e profondi. Dopo che le piante hanno vegetato liberamente per un anno, si scava dal lato dell inclinazione una trincea, poi si piega la pianta all interno dello scavo. Successivamente, seguendo la crescita dei germogli, si ricopre gradatamente la fossa con la terra, in modo da provocare l eziolamento alla base dei germogli. In autunno si può rimuovere il terreno ed asportare le barbatelle, lasciando un ramo ogni 30 cm, per fornire nuove barbatelle l anno successivo. La propaggine per trincea viene utilizzata con successo nella propagazione del Nocciolo e del Ciliegio ma soprattutto portinnesti clonali del MELO E PERO

19 MARGOTTA Scelto un ramo da far radicare, si incide con un coltello ben affilato e pulito la corteccia asportando un anello di altezza più o meno uguale al diametro del ramo; tolta la corteccia, si sparge sulla parte scortecciata un ormone radicante e lo si circonda con terriccio o sfagno o torba.il tutto va ricoperto da materiale plastico trasparente per la conservazione dell'umidità necessaria e per osservare la formazione delle radici. Dopo un tempo variabile ( secondo le essenze), il cartoccio sarà pieno di radici, allora si potrà separare il ramo dalla pianta madre e porlo a dimora o in vaso con terriccio adeguato. Il periodo ideale per eseguire una margotta è maggio-giugno, periodo in cui le temperature sono sensibilmente aumentate; la temperatura, infatti, insieme all'umidità costante, e l'entrata in vegetazione della pianta sono i fattori principali per la buona riuscita di una margotta.

20 MARGOTTA AEREA

21 LE TECNICHE DI PROPAGAZIONE PER INNESTO L innesto è un metodo di moltiplicazione agamica che consiste nell unire fra loro, in modo durevole, parti vegetative provenienti da piante diverse, in modo da costituire un unico individuo. Le parti che costituiscono l innesto si chiamano (bionti). La pianta che fornisce le radici viene chiamata soggetto o portinnesto; la parte dell altra pianta che viene accostata al portainnesto o inserita in esso per fornire la chioma viene detta marza o nesto Affinchè l unione (attecchimento) delle due parti si verifichi regolarmente è che si realizzano alcune condizioni fondamentali, e cioè: necessario - che esista affinità fra i due bionti; questa il più delle volte è determinata dalla vicinanza botanica, vale a dire che di solito l affinità è massima fra le varietà appartenenti alla stessa specie - che esistano condizioni di temperatura e di umidità adatte al tipo di innesto; - che ogni tipo di innesto sia effettuato nella stagione opportuna; - che si applichi la marza sempre rispettandone la polarità, cioè la posizione che essa aveva sulla pianta da cui è stata prelevata, con le gemme rivolte verso l alto - che subito dopo l esecuzione, al punto di innesto vengano applicate le protezioni adatte a favorie l attechimento

22 Motivi per cui l innesto è così diffuso Propagare cultivar Regolare la vigoria, longevità, precocità Favorire l ambientamento al terreno e clima Resistenza ai parassiti e malattie Migliorare l impollinazione

23 Influenza del portinnesto sulla marza Vigoria: disponibilità di diversi portinnesti con diversa vigoria: nanizzanti (M9 M27) media vigoria (M106) vigorosi (M111 Franco) Precocità: collegata alla vigoria: più vigorosi e più tardi entrano in produzione; Durata: durata e vigoria sono collegate: piante deboli sono in genere poco longeve; Adattamento pedo-climatico: ai terreni sciolti, argillosi, umidi, calcarei, acidi. Resistenza al freddo (Pirus ussuriensis) Resistenza ai parassiti: Pesco. Portinnesti Hansen sono resistenti ai nematodi Meloydogene. Melo portinnesti MM resistenti all afide l anigero Assorbimento elementi nutritivi: M9 maggior assorbimento di N, Ca, Mg. L SO4 nella vite maggior assorbimento di K rispetto ad altri Fasi fenologiche: il portinnesto può influenzare sulle diverse fasi dal germogliamento alla maturazione. I portinnesti deboli anticipano la fioritura.

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25 I TIPI DI INNESTO I tipi di innesto sono molto numerosi ed i più importanti sono : innesti a gemma innesti a marza 1. Innesti a gemma, dove si utilizzano delle porzioni di corteccia con almeno una gemma (generalmente queste sono prelevate da una marza) questo tipo di innesto è di uso molto frequente e nella maggior parte dei casi possiede un altissima percentuale di riuscita. Di solito viene praticato al colletto, circa nei primi 20 cm dal piede del soggetto, o comunque sempre piuttoso in basso. Gli innesti possono essere fatti in due diversi momenti: A fine primavera, gemma vegetante A fine estate gemma dormiente Sono distinti in base alla forma del nesto: - Ad occhio o a scudetto - A pezza o a toppa - Alla maiorchina - A scheggia o Clip budding

26 INNESTO A SCUDETTO INNESTO ALLA MAIORCHINA Impiegato per drupacee e pomacee in vivaio Nesto ricavato da rami vigorosi con 2 tagli Portinnesto inciso con 2 tagli a T Dopo l attecchimento il portinnesto è tagliato 5-7 cm sopra l innesto Impiegato per la vite in vivaio Nesto ricavato da rami vigorosi con 2 tagli Portinnesto inciso per formare un incastro Generalmente a gemma dormiente

27 Ad occhio o a scudetto Il nesto è provvisto di una gemma, una porzione di corteccia e un po di legno; sul portainnesto si effettua un incisione a T della corteccia, si inserisce lo scudetto e si schiude l incisione mediante legaturara

28 INNESTO A TASSELLO O PEZZA INNESTO A ZUFOLO O ANELLO Impiegato su olivo, noce e kaki Può essere utilizzato sia con gemma dormiente che con gemma vegetante Impiegato su piante con difficile attechimento (Kaki, fico, noce, vite) Si effettua a maggio

29 A pezza o a toppa Il nesto ha forma rettangolare ed è provvisto di una gemma e una porzione di corteccia; sul portainnesto si asporta un analoga porzione di corteccia e si inserisce la pezza

30 INNESTO A SCHEGGIA O CHIP BUDDING Impiegato per pomacee in vivaio Nesto ricavato da rami misti vigorosi con 2 tagli Portinnesto inciso per formare un incastro Si può effettuare anche quando il soggetto non è in succhio Tecnica messa a punto in tempi prof. relativamente Riccardo Andrei recenti nella stazione sperimentale di East Malling

31 Alla maiorchina È simile a quello a scudetto ma il nesto è tagliato con forma ovale schiacciata da ambo i lati e sul portainnesto viene asportata una parte di corteccia di forma analoga, in modo da incastrare il nesto sopra e sotto.

32 A scheggia o Chip budding Si applica in particolare alla Vite, a gemma vegetante (fine inverno). Lo scudetto, fornito di una porzione di legno, deve avere uno spessore, nella parte inferiore, di circa 3 mm, e una lunghezza di 2-3 cm. Il taglio nel portainnesto deve consentire l'incastro dello scudetto alla base.

33 Ad anello Mediante il coltello a doppia lama si ricava una striscia di corteccia di nesto, alta circa 3 cm, con al centro una gemma ben formata. Si stacca una striscia di corteccia, identica, sul portainnesto, risparmiando una piccola porzione verticale che serve per assicurare la circolazione della linfa; poi si inserisce l'anello e si lega.

34 Innesti a marza, Sono quegli innesti nei quali il nesto (chiamato anche marza o calma) è costituito da una porzione di ramo lignificato provvisto di due tre gemme. Sono distinti in base al tipo di collegamento che viene creato tra la marza e il portainnesto: SPACCO (no drupacee, si pratica l innesto a corona ) periodo durante il riposo fine febbraio A CORONA si pratica durante la ripresa vegetativa marzo aprile; - AD INTARSIO O AD INCASTRO - AD ARCO - A PONTE - DI RINVIGORIMENTO MICROINNESTO

35 spacco comune, con una o più marze; a spacco terminale; DIVERSI INNESTI A SPACCO a spacco inglese semplice; a doppio spacco inglese; a sella; a cavallo laterale; a sperone;

36 INNESTO A SPACCO COMUNE FASI Si capitozza il soggetto e vi si apre una fenditura diametrale di pochi cm ; La marza, lunga una decina di cm e con due gemme, ha l estremità inferiore sagomata a cuneo che viene immessa nello spacco; Se il soggetto ha un diametro molto superiore della marza, si possono usare anche 2 3 marze sempre sagomate a cuneo. SVANTAGGI: provoca ampie lesioni, che lasciano cavità all interno del portinnesto che facilitano l insediamento di malattie e parassiti.

37 Innesto a spacco pieno

38 INNESTO A SPACCO PIENO prof. R. Andrei 38

39 Innesto a spacco diametrale

40 Innesti a spacco inglese SEMPLICE DOPPIO SPACCO

41 INNESTO A DOPPIO SPACCO INGLESE Impiegato su materiale di diametro limitato (1 cm) I 2 bionti devono avere il medesimo diametro Impiegato sulla vite prof. R. Andrei 41

42 INNESTO A SPACCO VUOTO I 2 bionti devono avere il medesimo diametro Impiegato su materiale di diametro limitato (1-2 cm)

43 INNESTO A SPACCO LATERALE PENNA Tipico dell olivo. Si pratica a maggio, capitozzando il selvatico, praticando un incisione corticale e inserendo una piccola talea provvista due foglie prof. R. Andrei 43

44 Innesti a spacco laterale

45 Innesto a SELLA La parte inferiore della marza è tagliata a penna A CAVALLO LA MARZA SPACCATA, IL SOGGETTO TAGLIATO A CUNEO

46 A triangolo o ad incastro Periodo febbraio, o in autunno. È adatto per piante nelle quali, a causa della struttura irregolare del legno, è difficile ottenere una fenditura netta. La marza, lunga cm e fornita di 2-3 gemme, si foggia a cuneo, con superfici diverse: la più ampia verso l'esterno, subito sotto a una gemma. Si innesta al piede oppure su una branca. Il soggetto si taglia a 5 cm dal terreno. Si estraggono dei "cunei" lunghi 10 cm e profondi 3, quindi si inseriscono le marze (3 o 4), si lega e si protegge. Si può praticare l'innesto anche sulle branche

47 INNESTO A TRIANGOLO prof. R. Andrei 47

48 INNESTI A CORONA O SOTTOCORTECCIA Da preferirsi per le drupacee e gli agrumi Praticato in primavera più avanzata rispetto le tecniche a spacco, in quanto richiede che il portinnesto sia in vegetazione, per cui la corteccia si stacchi facilmente dal legno La marza deve avere le gemme ferme, quindi essere prelevata in precedenza e conservato in frigorifero ( gemme ferme) Marza, cm e con 2-3 gemme ha la parte basale sagomata a V; nel soggetto capitozzato si solleva la corteccia per inserirvi la marza o le marze (2-3) fra corteccia e legno; Con corteccia poco elastica si può praticare fenditura prof. R. Andrei 48

49 INNESTO A CORONA

50 Innesto a corona

51 Innesto laterale a becco di luccio

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53 INNESTI AL TAVOLO OMEGA INCASTRO MULTIPLO CELERINA prof. R. Andrei 53

54 Innesti ad arco

55 Innesti a ponte

56 INNESTI A PONTE L intermediario deve avere affinità sia con il portinnesto che con il nesto Uno o più intermediari fungono da ponte tra portainnesto e nesto bypassando l innesto non più efficiente prof. R. Andrei 56

57 Innesto di rinvigorimento

58 SOVRAINNESTI Per risolvere problemi di disaffinità si pone un intermediario tra soggetto ed oggetto. L intermediario deve avere affinità sia con il portinnesto che con il nesto A DOPPIO SCUDO prof. R. Andrei 58

59 SOVRAINNESTI SOVRINNESTO DISETANEO Agosto: Innesto di una gemma dormiente su un ramo di un anno dell intermediario Fine inverno: preparazione della marza bimembre prof. R. Andrei 59 Inserimento della marza nel portainnesto

60 SOVRAINNESTI SOVRINNESTO COETANEO Fine inverno: preparazione con innesto al tavolo della marza bimembre Inserimento della marza nel portainnesto prof. R. Andrei 60

61 REINNESTI prof. R. Andrei 61

62 Gli attrezzi e i materiali necessari per l esecuzione degli innesti Coltelli: l attrezzo più importante per l innestatore rimane comunque il coltello; un tipo di coltello da innesti molto comune è quello a lama dritta (5) che, all estremità della lama, presenta sul dorso un appendice (<<unghia>>) a forma di cresta non tagliente (a), utile per sollevare la buccia negli innesti a gemma o per staccare la << pezza>> o <<l anello>> di corteccia negli innesti che sono contraddistinti da questi nomi.. Altrettanto diffuso è il coltello con lama ricurva (6) usato di solito per l esezuzione degli innesti a triangolo. Accanto al coltello, molto utili sono vari tipi di roncoletta (7) per ripassare i tagli effettuati sul soggetto con le forbici o con il seghetto.

63 Alcuni modelli di coltello da innesti a lama diritta presentano, all estremità del manico, un appendice(spatolina) in osso, in metallo o in materiale plastico (8) che si impiega per sollevare la buccia o staccare la corteccia senza ferirla. Per qualsiasi tipo di coltello è indispensabile l uso della pietra (9) per la perfetta affilatura della lama

64 Fenditoi, Mazzuoli e cunei: Vi sono poi attrezzi specifici per determinati innesti, come il cuneo (10) per l innesto a spacco (provvisto di un appendice per divaricare lo spacco) o lo speciale attrezzo per l innesto a triangolo(11) che permette, in un colpo solo, di praticare l incastro nel soggetto. Per l innesto ad anello esistono in commercio degli attrezzi costituiti da due coppie di lame disposte a <<V>> (12-13) con distanza fissa o variabile fra le coppie), in modo che l anello di corteccia asportato dal soggetto e quello che deve sostituirlo come nesto risultino di altezza perfettamente uguale.

65 Forbici: le forbici sono indispensabili per il taglio dei germogli e dei rami dai quali si dovranno prelevare le gemme o le marze, o per recidere portinnesti di piccolo diametro, un breve richiamo va fatto per i seghetti necessari per tagliare, nel punto di innesto, soggetti o branche il cui diametro non consente un razionale uso delle forbici: si devono preferire i seghetti a lama piuttosto sottile e a denti piccoli o comunque i tipi con cui è possibile effettuare un taglio il meno scabro e sfilacciato possibile. Oggi il seghetto viene talvolta sostituito dal troncarami detto comunemente forbicione, specialmente nei casi in cui si devono effettuare molti tagli sulla chioma per sostituire la varità. Con questo attrezzo il lavoro risulta più rapido, anche se richiede una certa attenzione nel suo uso corretto affinchè il taglio risulti più netto.

66 Materiali per legatura: Per le legature degli innesti si ricorre oggi a nastri di gomma (19), in particolare per gli innesti erbacei, a nastri di plastica di vario tipo, con preferenza per quelli più elastici, a nastri biodegradabili (20) e a nastri adesivi non telati (21). Vi sono poi i tubetti in gomma (22) che consentono di effettuare legature a cui si richiede una certa elasticità, oppure altre molto solide senza dover ricorrere a nastri di larghezza eccessiva.

67 Mastici: Quanto ai mastici (23), se ne trovano in commercio di vari tipi, densi o fluidi, contenenti spesso anticrittogamici e/o sostanze che stimolano la cicatrizzazione. Si tratta di prodotti già pronti per essere applicati, a volte proprio come una vernice, sulla superficie rimaste a nudo del nesto e del soggetto.

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