L Accordo generale sulle tariffe e il commercio
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- Enrico Pinna
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1 L Accordo generale sulle tariffe e il commercio
2 GATT 1947 (ad esclusione della Grandfather clause) Il contenuto del GATT 1994 GATT acquis (Precedenti concessioni tariffarie, Protocolli di adesione e decisioni delle PARTI CONTRAENTI) Sei intese interpretative di disposizioni del GATT Liste di concessioni tariffarie risultanti dai negoziati dell Uruguay Round
3 La clausola della nazione più favorita I principi di base del GATT La clausola del trattamento nazionale Il principio di «protezione doganale esclusiva» Le reazioni alle pratiche anticoncorrenziali
4 La clausola della nazione più favorita (Art. I: 1) Tutti i vantaggi, favori, privilegi o immunità, concessi da una Parte contraente a un prodotto originario da ogni altro Paese, o a esso destinato, saranno estesi, immediatamente e senza condizioni, a tutti i prodotti similari, originari del territorio di ogni altra Parte contraente, o a esso destinati.
5 Dazi doganali Imposizioni di qualsiasi genere riguardanti le importazioni e le esportazioni Ambito di applicazione Oneri riguardanti trasferimenti di valuta destinati al regolamento di importazioni ed esportazioni Disciplina amministrativa di importazioni ed esportazioni Imposte, dirette e indirette, sui prodotti importati Qualsiasi disciplina riguardante la vendita, l acquisto, il trasporto, la distribuzione e l utilizzazione dei prodotti importati nel mercato interno
6 Traffici commerciali di frontiera, unioni doganali e zone di libero scambio (Art. XXIV) Le eccezioni al funzionamento della clausola Il Sistema di Preferenze Generalizzate (cd. Clausola di abilitazione) Gli Accordi Plurilaterali
7 La clausola del trattamento nazionale (Art. III: 1) Le Parti contraenti convengono che le tasse e altre imposizioni interne, come pure le leggi, i regolamenti e le prescrizioni concernenti la vendita, l'offerta in vendita, l'acquisto, il trasporto, la somministrazione o l'impiego di prodotti sul mercato interno e gli ordinamenti quantitativi interni che disciplinano la miscela, la trasformazione, o l'impiego di certi prodotti, secondo quantità o proporzioni determinate, non saranno applicate ai prodotti importati, o nazionali, in maniera da proteggere la produzione nazionale.
8 La clausola del trattamento nazionale Divieto di discriminazione negativa Consentito accordare trattamento più favorevole a merci straniere ma necessaria estensione in virtù della c.n.p.f. Portata materiale del divieto Tasse ed altre imposizioni interne Misure interne diverse dalle imposizioni fiscali (ad es. standard ambientali delle merci o requisiti di salute) Contenuto «duplice» del divieto Divieto di trattamento discriminatorio dei prodotti «similari» Divieto di trattamento discriminatorio dei prodotti «succedanei», quando la disparità di trattamento abbia effetti protezionistici
9 Due nozioni chiave per l applicazione di c.n.p.f. e trattamento nazionale Nozione di «discriminazione» Nozione di «prodotto similare»
10 La nozione di «discriminazione» Discriminazione de jure Trattamento differenziato espressamente basato sull origine dei prodotti Discriminazione de facto Trattamento formalmente neutrale rispetto all origine dei prodotti, ma tale da realizzare un impatto negativo sproporzionato sulle importazioni dei prodotti esteri (o di alcuni fra questi)
11 Il caso Comunità europee Carne bovina dal Canada (1981) Con Regolamenti del 1979, le Comunità europee introdussero un contingente tariffario, in esenzione di dazio, per le carni bovine alimentate con cereali di alta qualità. L esenzione dal pagamento dei dazi doganali era subordinata alla presentazione di un certificato di autenticità. Sennonché, secondo quanto previsto dai regolamenti, l unico ente autorizzato a produrre tali certificati era un agenzia governativa statunitense. La misura è stata considerata in contrasto con l art. I: 1 GATT
12 Assenza di indicazioni nel testo degli Accordi La nozione di «prodotto similare» Definizione emersa nella prassi Prodotti con elevato grado di «sostituibilità» in ragione delle caratteristiche, degli utilizzi e dei gusti dei consumatori Prodotti «succedanei» Prodotti non similari ma comunque caratterizzati da una certa elasticità della domanda incrociata
13 Il caso Giappone Bevande alcoliche (1996) Il sistema di tassazione delle bevande alcoliche utilizzato dal Giappone tendeva a distinguere i prodotti locali (sake, schochu e mirin) da quelli occidentali (birra, vino, whisky, brandy, grappa, etc.), sottoponendo questi ultimi a maggiori oneri fiscali. L Organo delle risoluzione delle controversie ha ritenuto tale sistema in contrasto con la clausola del trattamento nazionale nelle seguenti ipotesi: Prodotti similari Discriminazione tra prodotti nazionali ed esteri aventi la medesima denominazione (gin giapponese e gin europeo) o comunque oggettivamente simili in virtù delle loro caratteristiche (schochu e vodka) Prodotti succedanei Discriminazione in danno di prodotti esteri oggettivamente distinti da quelli nazionali (ad es. il rum), la cui domanda presentava un elevato grado di flessibilità in rapporto ai prezzi ed era pertanto significativamente influenzata in modo negativo dal trattamento fiscale discriminatorio
14 Il GATT auspica una riduzione progressiva dei dazi doganali (art. XXVIII bis), ma non ne vieta l imposizione Il principio di «protezione doganale esclusiva» Al contrario, i dazi doganali sono l unico strumento di protezione dei mercati nazionali espressamente consentito Obbligo di rimuovere le barriere non tariffarie al commercio: Tasse e regolamentazioni interne discriminatorie (Art. III) Oneri e formalità relativi all importazione e all esportazione (Art. VIII) Divieto di restrizioni quantitative
15 Il divieto di restrizioni quantitative (Art. I: 1) Nessuna Parte contraente istituirà, o manterrà, sull'importazione di un prodotto originario del territorio di un'altra Parte contraente [ ] dei divieti o delle restrizioni diversi dai dazi doganali, tasse o altre imposizioni, ancorché attuati sotto forma di contingenti, licenze d'importazione o d'esportazione o in qualunque altra maniera.
16 I contingenti Fissazione di un ammontare prestabilito della quantità o del valore di un prodotto che può essere importato o esportato I sistemi di licenze Le misure vietate dall art. XI Divieto generale all importazione o all esportazione che può essere derogato «caso per caso» sulla base di apposita autorizzazione amministrativa Le «altre misure» Tutti i provvedimenti statali che, pur non avendo l obbiettivo esplicito di limitare le importazioni o le esportazioni, costituiscono comunque un ostacolo al commercio internazionale Materia complessa, caratterizzata da diverse eccezioni e regolata da vari Accordi allegati (ad es. Accordo sugli ostacoli tecnici agli scambi)
17 Le reazioni alle pratiche anticoncorrenziali Dazi compensativi Dazi antidumping
18 L Accordo sulle sovvenzioni e sulle misure compensative I due elementi della nozione di sovvenzione (art. 1) Aiuto pubblico (diretto o indiretto) Conferimento di un vantaggio alle imprese Tre tipologie di sovvenzioni Sovvenzioni vietate Sovvenzioni all esportazione Sovvenzioni condizionate all uso prefereziale di merci nazionali Sovvenzioni passibili di azione legale Sovvenzioni volte a sostenere determinate imprese nazionali e tali da provocare effetti pregiudizievoli per gli interessi degli Stati membri Sovvenzioni consentite Sovvenzioni a carattere non specifico Sovvenzioni volte a fornire assistenza alla ricerca, aiuto alle regioni sfavorite, assistenza all adeguamento di impianti produttivi ad obblighi in materia ambientale
19 Sovvenzioni vietate e passibili di azione legale I regimi applicabili Ricorso unilaterale a dazi compensativi Obbligo di svolgere un indagine preliminare volta ad accertare l esistenza di una sovvenzione, il pregiudizio arrecato all industria nazionale, il nesso di causalità tra sovvenzione e pregiudizio In caso di esito positivo dell indagine, applicazione di dazi compensativi proporzionati e temporanei (MAX 5 anni prorogabili) Ricorso alla procedura di risoluzione delle controversie Sovvenzioni consentite Obbligo di notifica al Comitato per le sovvenzioni e le misure compensative
20 Dumping e dazi anti-dumping (Art. VI: 1 e 2) 1. Le Parti contraenti convengono che il dumping, per il quale viene fatto d'introdurre nel mercato di un Paese dei prodotti d'un altro, a un prezzo inferiore al loro valore ordinario, sia condannevole, quando cagioni, o sia per cagionare, un pregiudizio considerabile a una produzione attuale d'una Parte contraente, oppure ritardi notevolmente l'attuazione d'una produzione nazionale. [ ] 2. Allo scopo di bilanciare o d'impedire il dumping, ciascuna Parte contraente potrà riscuotere, su ogni prodotto importato in dumping, un dazio antidumping, il cui ammontare non sarà superiore al margine di dumping attenente a quel prodotto
21 Quando il prezzo di una merce è inferiore a quello ordinario? L Accordo relativo all applicazione dell articolo VI GATT: «se il prezzo di esportazione di tale prodotto, esportato da un paese all altro, è inferiore a quello comparabile, praticato nell ambito di normali operazioni commerciali, per un prodotto similare destinato al consumo nel paese di esportazione» (Art. 2) Esclusi dumping sociale e ambientale
22 Esistenza di un margine di dumping Le condizioni per l adozione di dazi antidumping Pregiudizio per l industria nazionale del Paese importatore Nesso di causalità tra dumping e pregiudizio Indagine preliminare volta all accertamento di tali presupposti
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