CAPITOLO X LE NOSTRE ATTIVITÀ
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- Geronima Graziano
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1 CAPITOLO X LE NOSTRE ATTIVITÀ 10.1 La mostra Durante il corso degli anni scolastici 2006/07 e 2007/08, come abbiamo già ricordato in precedenza, allievi ed insegnanti sono stati impegnati in diverse attività relative all intero percorso sulla Resistenza in Val Sangone. Dal momento che uno degli obiettivi principali, oltre quello di far conoscere alle nuove generazioni quegli eventi che altrimenti rischierebbero di essere dimenticati, è diffonderne la conoscenza anche tra i cittadini e permettere loro di potere fruire di queste ricerche e progetti, è sembrato opportuno organizzare e allestire una prima mostra che raccontasse l intero percorso resistenziale. Grazie alla collaborazione di molti docenti, tra cui ricordiamo soprattutto il contributo prezioso e creativo della professoressa Gabriella Castegnaro, gli alunni hanno lavorato per diverse settimane all allestimento della suddetta mostra, preparando cartelloni, facendo ricerche sui partigiani, sintetizzando in modo chiaro e fruibile gli eventi di quegli anni e realizzando un percorso fotografico che illustrasse sia il significato e il senso del nostro lavoro sia gli eventi raccontati. La popolazione di Sangano ha così potuto ammirare la mostra allestita presso la nostra scuola nel mese di giugno. Gli stessi lavori saranno riproposti, nella loro versione definitiva, alla fine dell anno scolastico. 96
2 10.2 La La musica e i canti della resistenza caratteristica principale del progetto è stata senza dubbio l interdisciplinarietà. Tutti gli alunni hanno potuto dare il loro contributo a seconda delle proprie attitudini. La Resistenza è stata studiata e analizzata dal punto di vista di varie discipline: storia, geografia, italiano, arte, teatro, tecnologia e musica; tra i monti, nella clandestinità, i partigiani, come nelle abitudini contadine dei secoli passati, cantavano evocando la futura prosperità, attraverso l intervento di una sorta di evento magico, la sconfitta politica e militare del fascismo e quindi la redenzione della Patria. I canti partigiani assolvono ad una funzione molto speciale e determinata: al pari della stampa clandestina essi si presentano come strumenti di comunicazione che consentono di diffondere episodi e avvenimenti di cronaca e al tempo stesso 97
3 le idee portanti della lotta della Liberazione. La canzone è facilmente assimilabile e praticabile da tutti e diventa veicolo di identificazione e di integrazione per uomini accomunati dalle medesime aspirazioni di libertà e di riscatto. A conclusione dell anno scolastico 2006/07, gli allievi delle classi terze hanno analizzato i testi della Resistenza ed eseguito alcuni brani tra i più rappresentativi, guidati e preparati dal professore di Educazione Musicale, Daniele Nicastro. Concerto di fine anno Classi 3ªA e 3ªB a.s Riportiamo di seguito alcuni dei brani eseguiti e cantati dai ragazzi in occasione del concerto di fine anno Fischia il vento, con Bella ciao, è una delle canzoni-simbolo della Resistenza italiana. Anche di questa canzone si conoscono diverse varianti. Nelle lunghe giornate di attesa a cui i partigiani della seconda Divisione Garibaldina di Imperia erano condannati, nacque l idea di avere una canzone che fosse un inno, una bandiera, che restituisse un identità e un volto dignitoso a quell esercito scalzo, illustrandone le scelte, gli ideali, le speranze. Nella banda c è il partigiano Ivan, Giacomo Sibilla, che ha con sé la chitarra e che durante la campagna di Russia aveva memorizzato una melodia che si accompagnava alle parole d amore di una certa Katiuscia per un soldato. Così, mentre Ivan suona la melodia slava di Katiuscia felice, Cascione propone la prima strofa che rimanda alla durezza della vita partigiana. 98
4 Bella Ciao è la più famosa delle canzoni della lotta partigiana e della Resistenza italiana nell ultima guerra. Sulla nascita della versione partigiana non si è riusciti a chiarire quando e come essa sia stata elaborata. Pare che abbia cominciato a diffondersi tra i militanti della Resistenza a cominciare dalla regione emiliana. Roberto Leydi fa risalire il testo alla nota ballata popolare Fior di tomba e la musica ad una filastrocca infantile derivata dall'altra nota ballata popolare, Bevanda sonnifera. FISCHIA IL VENTO Fischia il vento e infuria la bufera, scarpe rotte e pur bisogna andar, a conquistare la rossa primavera, dove sorge il sol dell'avvenir. A conquistare... Ogni contrada è patria del ribelle, ogni donna a lui dona un sospir, nella notte lo guidano le stelle, forte il cuor e il braccio nel colpir. Nella notte... Se ci coglie la crudele morte, dura vendetta verrà dal partigian; ormai sicura è già la dura sorte di quei vili che ognor cerchiam. Ormai sicura... Cessa il vento, calma è la bufera, torna a casa il fiero partigian, sventolando la rossa sua bandiera; vittoriosi, alfin liberi siam! Sventolando... BELLA CIAO Stamattina mi sono alzata o bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao questa mattina mi sono alzata e ho trovato l'invasor. O partigiano portami via partigiano portami via ché mi sento di morir. E se io muoio da partigiano e se io muoio da partigiano tu mi devi seppellir. E seppellire lassù in montagna e seppellire lassù in montagna sotto l'ombra di un bel fior. E le genti che passeranno e le genti che passeranno e diranno "oh, che bel fior" E' questo il fiore del partigiano è questo il fiore del partigiano morto per la libertà. 99
5 10.3 Spettacolo teatrale: Esistere x Resistere Monologo del protagonista che descrive con grande carica emotiva l attacco e la morte di De Vitis. Il 26 gennaio 2007, in occasione del giorno della Memoria, presso la sala comunale Agorà di Sangano, gli alunni e gli insegnanti della scuola media, il Dirigente scolastico e alcune autorità comunali, tra cui il Sindaco, hanno potuto assistere ad un toccante spettacolo teatrale che rimetteva in scena gli episodi più significativi della Resistenza locale dal titolo Esistere x Resistere. Ai due ragazzi della compagnia teatrale, Giorgio Mignemi e Roberto Levis, era stato chiesto se fosse possibile, visto il tema del nostro progetto, inserire anche l attacco alla Polveriera di Sangano. I ragazzi hanno seguito lo spettacolo con attenzione e commozione allo stesso tempo, catturati dalle capacità comunicative dei due attori, che hanno saputo trasmettere il significato di quei tragici eventi con tanta semplicità e un linguaggio chiaro e diretto che potesse essere comprensibile al tipo di pubblico. La storia, tra l altro, ricostruita attraverso la testimonianza diretta del nonno di uno dei due protagonisti. E così dopo una intensa rappresentazione degli eventi della vita partigiana sulle montagne, della descrizione delle condizioni di vita e dei rapporti con la popolazione, con le famiglie e con i rappresentanti del clero locale, si è arrivati al tragico momento della strage del 26 Giugno Vogliamo ricordare quel momento attraverso il monologo recitato dall attore negli attimi che precedettero la morte di De Vitis e dei suoi uomini: La Polveriera di Sangano: 26 Giugno1944 (Giorgio esce dalla quinta come se fosse inseguito con l affanno e in silenzio soffocando la voce inizia a raccontare Foglie vengono sparse sul palco) Comandante, Tremendo, Giovanni, Stefano, Mario, Comandante sono tutti morti NO! Tremendo, dove sei Tremendo, Giovanni, Stefano. 100
6 La sera prima ci muoviamo sotto una luce amica e calda, la luna di prima estate è così chiara che ti fa pensare all amorosa, ma il Comandante vuole che noi stiamo attenti a dove mettiamo i piedi. La notte del 25 giugno 44, ci muovemmo in assoluto silenzio come animali notturni alla ricerca della propria preda, noi la nostra preda, si chiamava POLVERIERA da giorni effettuavamo appostamenti, metrature, osservazioni, il Comandante partiva il mattino per Torino alla sede della C.L.N. per avere la conferma ma a sera quando tornava, la risposta era sempre NIENTE STASERA SE DORM La mattina del 24 giugno il sospirato SI! La notte seguente il firmamento è di buon auspicio, il VECIO è il primo ad appostarsi con la sua squadra, il 26 gennaio Sala Comunale Agorà Gli alunni della Scuola Secondaria di 1 grado Tenente Nicoletti insieme al con il Dirigente Scolastico, il Sindaco e gli attori nostro Comandante De Vitis e Luciano sono pronti. Alle sette del 26 giugno una serrata sparatoria dà il via all impresa, in pochi minuti le sentinelle di guardia alla polveriera si arrendono, nelle nostre retrovie non ci sono feriti, che dire, è successo! Il Comandante aveva anche ordinato di piazzare delle cariche dinamitarde, intorno alla polveriera in modo da farla saltare dopo il nostro saccheggio. Una squadra intanto si sposta a sud verso Giaveno intuendo le mosse di un possibile intervento dei Tedeschi, che da Airasca e Torino non tardano ad arrivare I nostri non si muovono e con coraggio trattengono fino alle 14 le truppe nazzi- fasciste. Ma dopo, dopo è l inferno. Il Comandante urla di ripiegare, l accerchiamento messo in atto dai Tedeschi è asfissiante, le automatiche che abbiamo preso alla Polveriera non 101
7 bastano per stanare i nostri aguzzini, allora il Comandante decide di arretrare per ultimo, dando, l ordine di scappare verso il crinale della collina e poi Tremendo, Giovanni, Giovanni dove sei?, Dai ragazzi, venite fuori non c è nessuno, dai Comandante, Arrigo... Dalla quinta Mario : EUGENIO sta zitto e vieni, basso stai basso Giorgio esce dal palco e si dirige in quinta parlando e camminando basso 10.4 Le uscite e le visite nei luoghi della Resistenza In più occasioni gli allievi della scuola hanno visitato i luoghi degli scontri e della memoria. Nell Ottobre del 2006 insieme agli insegnanti si sono recati a fare una passeggiata lungo il sentiero che dalla strada Polveriera porta fino al Cippo commemorativo. Già in questa occasione si sono fatti notare i particolari del luogo e spiegati i concetti essenziali della Resistenza. Il 24 Settembre 2007, con le classi III A e III B, ci siamo recati in visita all Ecomuseo di Coazze, che ospita molte testimonianze dell epoca; nella stessa occasione, insieme alla guida messaci a disposizione dall organizzazione del Museo, abbiamo effettuato un percorso, in parte a piedi, che da Forno di Coazze ci ha condotto fino alla Palazzina Sertorio, altro luogo storico, testimone di scontri resistenziali. Anche qui, con i ragazzi, ci siamo soffermati a riflettere sugli eventi e dopo una breve pausa, abbiamo perlustrato in parte i sentieri che gli stessi partigiani ripercorrevano negli anni Infine a conclusione della giornata ci siamo soffermati a visitare l ossario di Forno di Coazze, che ospita le lapidi dei partigiani caduti. Gli alunni in visita nei luoghi degli scontri L 11 Marzo 2008, infine, abbiamo visitato il Museo Diffuso della Resistenza di Torino e abbiamo partecipato a un laboratorio intitolato Dalla dittatura alla Costituzione Italiana, che ci ha permesso di ascoltare le testimonianze di chi ha vissuto gli anni della dittatura fascista attraverso avanzate tecnologie e l interazione digitale. 102
8 Particolare della Palazzina Sertorio Gli alunni presso il Cippo De Vitis Allievi e docenti all imbocco del Sentiero De Vitis da loro progettato 103
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