Rapporto 2002 dell Osservatorio Regionale sull Artigianato

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1 Unioncamere Basilicata Artigianato/artigianati in regione Basilicata Rapporto 2002 dell Osservatorio Regionale sull Artigianato Marzo 2003 pp. 1

2 Il presente Rapporto è stato curato dal Centro Studi Unioncamere Basilicata (coordinatore Franco Bitetti) in collaborazione con il CERTeT (Centro di Economia Regionale, Trasporti e Turismo) dell Università Bocconi di Milano. pp. 2

3 Indice CAPITOLO 1 Introduzione 1.1 Obiettivi e articolazione del rapporto 1.2 Precisazioni metodologiche CAPITOLO 2 L artigianato lucano: una visione d insieme 2.1 Il ruolo dell artigianato lucano 2.2 La distribuzione dell artigianato lucano 2.3 La diffusione dell artigianato sul territorio regionale 2.4 L incrocio settore territorio 2.5 In sintesi CAPITOLO 3 L artigianato manifatturiero 3.1 Una visione d insieme 3.2 L incrocio settore territorio dell artigianato manifatturiero 3.3 In breve CAPITOLO 4 L artigianato tradizionale 4.1 La distribuzione territoriale dell artigianato tradizionale 4.2 Le specificità territoriali 4.3 In breve CAPITOLO 5 L artigianato edile 5.1 Le specializzazioni territoriali dell artigianato edile 5.2 In breve CAPITOLO 6 L artigianato di servizio 6.1 L artigianato di servizio per il sistema produttivo 6.2 L artigianato di servizio per le famiglie 6.3 L artigianato di servizio di rete 6.4 Le relazioni tra servizi 6.5 In breve CAPITOLO 7 Le relazioni tra i settori 7.1 Le relazioni tra i settori artigiani in Basilicata 7.2 Ulteriori osservazioni dalla disaggregazione dei servizi 7.3 Verso una classificazione del SLL pp. 3

4 CAPITOLO 8 Conclusioni Artigianato, tradizione e piccola dimensione: un potenziale freno alla crescita o un ponte verso lo sviluppo? Artigianato, tradizioni e territorio: alcune attenzioni per le politiche di intervento 117 pp. 4

5 CAPITOLO 1 Introduzione Da molti anni la regione Basilicata ha dedicato grande attenzione ai temi dello sviluppo economico del proprio territorio e alla crescita delle Piccole e Medie Imprese (PMI), con specifico riguardo al mondo artigiano, supportata nelle proprie politiche dalle possibilità offerte dai Fondi Strutturali Europei; diverse sono infatti le misure dei due passati Piani Operativi Regionali che hanno interessato le PMI e le imprese artigiane. Il mondo artigiano risulta peraltro estremamente complesso e riccamente articolato: la sua definizione, contenuta nella legislazione vigente, ponendo l accento sulla piccola dimensione dell attività e sulla presenza di un significativo contributo lavorativo diretto dell imprenditore artigiano, risulta economicamente insoddisfacente. L artigianato finisce così per accomunare attività le più svariate, in settori profondamente diversi (nel manifatturiero come nei servizi), con dimensioni che possono arrivare fino ai 15 addetti, e in alcuni casi anche superiori, in presenza di sfide competitive e problematiche gestionali anche profondamente diversificate. Quando si approfondisce la conoscenza del comparto ci si scontra così con la necessità di identificare appropriati sottoinsiemi artigiani (più omogenei al loro interno) per i quali le analisi risultino maggiormente significative, consentendo di meglio comprendere la complessità artigiana: ecco dunque l attenzione per gli artigianati, al plurale. Vi è una certa concordanza, in termini di politiche, circa il fatto che interventi generalizzati sul comparto artigiano, oltre che difficoltosi visti i grandi numeri di imprese potenzialmente coinvolte, siano poco efficaci e, in alcuni casi, rischino addirittura di essere controproducenti: azioni indirizzate alle attività artigiane manifatturiere, per esempio, possono risultare non appropriate o inutili nei confronti di attività di servizio. Alla base di politiche più specifiche, declinate sulle particolari esigenze dei differenti mondi che compongono l universo artigiano, sta necessariamente una conoscenza più approfondita di questa realtà produttiva e della sua articolazione sul territorio. Grazie alla collaborazione con Unioncamere Basilicata la Regione si è ormai dotata di uno strumento conoscitivo e di analisi le monografie sull artigianato realizzate in collaborazione con il CERTeT finalizzate all approfondimento di specifiche tematiche relative all artigianato e all indirizzo degli interventi operativi nei confronti della realtà locale. La presente monografia, in forte continuità con l attività avviata all interno dell Osservatorio, intende offrire un contributo conoscitivo importante alla declinazione degli artigianati lucani, andando ad approfondire gli aspetti settoriali e territoriali della struttura produttiva artigiana regionale. pp. 5

6 1.1 Obiettivi e articolazione del rapporto La precedente monografia dell Osservatorio evidenziava innanzitutto il significativo ruolo dell artigianato nell ambito dell economia regionale; ruolo peraltro confermato anche dai dati più aggiornati: a novembre 2002 le imprese artigiane attive, iscritte alle Camere di Commercio delle due province, erano infatti , pari al 37,2% del totale delle imprese attive. Si rilevava inoltre la presenza di alcune vocazioni settoriali dell artigianato lucano: nel manifatturiero in particolare nell Industria del legno, nella Fabbricazione degli apparecchi medicali e di precisione e nella Fabbricazione e lavorazione dei prodotti in metallo ; nell edilizia; nelle riparazioni e nei servizi; mentre a livello territoriale erano state evidenziate alcune differenze di comportamento del mondo artigiano delle due province. Il rapporto poneva infine l accento sulla presenza di due mondi artigiani, uno dinamico e in evoluzione ed un altro più debole e marginale ed offriva alcuni suggerimenti per la programmazione di interventi più consapevoli delle differenze esistenti all interno del complesso sistema dell artigianato. Il presente rapporto ha inteso realizzare un Atlante delle imprese artigiane lucane che, fotografando la situazione più aggiornata possibile, evidenzi le differenze esistenti sia a livello territoriale fine, sia a livello settoriale. Il percorso conoscitivo ed interpretativo offre così un ulteriore strumento per la programmazione regionale degli interventi a favore del comparto. Viene dunque presentata la struttura produttiva artigiana a novembre 2002; si è scelto di non considerare l evoluzione temporale di tale struttura, in quanto già discussa nel precedente rapporto, mentre l attenzione si è focalizzata sull analisi settoriale e territoriale. L idea guida dell analisi è che dall incrocio settore-territorio sia possibile evidenziare alcune specificità dell artigianato lucano, identificando così appropriati insiemi su cui intervenire con progetti più mirati. Per quanto riguarda le disaggregazioni settoriali e territoriali la semplice codificazione ATECO91 dei settori dell ISTAT è sembrata poco sintetica quando si scendeva nella disaggregazione e poco funzionale agli obiettivi di differenziazione quando si mantenevano aggregati i settori; sono state pertanto identificate alcune aggregazioni che, oltre ad offrire un buon livello di dettaglio dell informazione pur senza eccedere nei particolari, permettessero di svolgere alcuni ragionamenti economici più completi. All interno del manifatturiero, in particolare, si è focalizzata l attenzione su un insieme di settori in grado di ritagliare l artigianato tradizionaleartistico, mentre nei servizi sono stati distinti tre macro comparti, rispettivamente dedicati ai servizi per il mondo produttivo, ai servizi alle famiglie e ai servizi di rete. I successivi paragrafi metodologici offriranno in proposito alcuni chiarimenti. pp. 6

7 Analogamente, a questo stadio della conoscenza dell artigianato lucano, una disaggregazione a livello territoriale basata sulle semplici ripartizioni amministrative provinciali è apparsa povera d informazione, mentre il dettaglio comunale risultava eccessivo senza aggiungere una reale informazione; si è invece optato per alcune aggregazioni territoriali che avessero un significato dal punto di vista economico e da quello della programmazione regionale; le analisi territoriali si basano quindi su tre tipi di aggregazioni, i sistemi locali del lavoro, i PIT e i sistemi produttivi locali (cfr ). Gli aspetti metodologici relativi alle aggregazioni territoriali e settoriali, così come quelli relativi alle fonti informative utilizzate saranno discussi nel prossimo paragrafo, che chiude questo capitolo introduttivo (Cap.1). Il capitolo successivo (Cap. 2) offrirà una descrizione delle imprese artigiane lucane nel loro insieme, oltre che per aggiornare l informazione dello scorso rapporto, per mettere in luce il peso del comparto rispetto al resto dell economia, vederne la distribuzione territoriale e per rami di attività, e confrontarne il comportamento rispetto a quanto avviene nel Mezzogiorno e in Italia. Nei capitoli seguenti si analizzerà la distribuzione territoriale e settoriale delle imprese artigiane nei principali rami di attività, nel Manifatturiero (Cap. 3), con un approfondimento sull artigianato tradizionale e artistico (Cap. 4), nell Edilizia (Cap. 5) e nei Servizi (Cap. 6); il capitolo successivo offre alcune considerazioni circa le relazioni tra i differenti settori analizzati (Cap. 7), mentre il quello finale (Cap. 8) vengono riprese le principali conclusioni dell intera analisi. 1.2 Precisazioni metodologiche Le fonti informative L ISTAT ha recentemente reso pubblici i primi risultati del Censimento 2001, tuttavia i dati necessari per lo svolgimento del lavoro che sta alla base di questo rapporto non sono ancora disponibili; la fonte informativa più aggiornata, e alla quale questo rapporto fa riferimento, è una banca dati amministrativa, in particolare quella dell Albo artigiani; implicitamente, dunque, si è accettata una definizione di impresa artigiana basata sull iscrizione all Albo Artigiani presso la Camera di Commercio. Più precisamente si è fatto ricorso all archivio Movimprese, relativo alla totalità delle imprese, e all archivio relativo all Albo Artigiani I due archivi forniscono il numero delle imprese operative iscritte al Registro Imprese delle Camere di Commercio disaggregate per classi di attività economica e forma giuridica; mancano, invece, informazioni complete e attendibili sull'aspetto occupazionale. La classificazione delle attività economiche nell'archivio è stata uniformata alla codifica ATECO 91 utilizzata dall ISTAT per il Censimento pp. 7

8 Nel Rapporto si fa riferimento non alle imprese registrate bensì a quelle attive, vale a dire in condizioni di normale funzionamento. È stato utilizzato soltanto l archivio relativo ai dati di novembre Si è potuto disporre, in particolare, dei dati dell archivio Movimprese con due modalità differenti: nel primo caso, il numero di imprese risulta disaggregato per comune e con un livello di dettaglio settoriale che arriva alle categorie (5 digit) della classificazione ATECO 1991; nel secondo caso, i dati sono nominativi, con la descrizione delle attività delle imprese dei soli settori Manifatturiero ed Edilizia. I due insiemi di dati, acquisiti in due momenti differenti, fotografano la realtà lucana a meno di trenta giorni l uno dall altro, rispettivamente all inizio e alla fine del mese di novembre; tra le due banche dati, relativamente ai soli settori Manifatturiero ed Edilizia, si è pertanto riscontrata una differenza di circa 70 imprese, differenza marginale se rapportata alle imprese complessive. Analogamente sono riscontrabili alcune differenze tra il dato complessivo registrato a novembre relativo a imprese ed il dato annuale di Movimprese pari a imprese, ma anche in questo caso si tratta di differenze poco significative Le aggregazioni settoriali L analisi è stata condotta su sei aggregazioni settoriali: Il settore manifatturiero nel suo insieme; Il settore edile; Il comparto tradizionale-artistico; I servizi al sistema produttivo; I servizi alle famiglie; I servizi di rete. Se le prime due aggregazioni (Manifatturiero ed edilizia) non necessitano di particolari spiegazione, alcuni chiarimenti sono invece appropriati in relazione alle successive quattro aggregazioni. Il comparto tradizionale artistico è un sottoinsieme significativo del più vasto universo dell artigianato di prodotto. Ai sensi del Parere relativo alla lettera c), comma 1, art. 4 della L. 443/1985), vengono individuate quali lavorazioni artistiche le: «creazioni, produzioni e opere di elevato valore estetico o ispirate a forme, modelli, decori, stili e tecniche, che costituiscono gli elementi tipici del patrimonio storico e culturale, anche con riferimento a zone di affermata ed intensa produzione artistica [ ]. Dette attività sono svolte prevalentemente con tecniche di lavorazione manuale, ad alto livello tecnico professionale, anche con l ausilio di apparecchiature, ad esclusione dei processi di lavorazione completamente in serie [ ]» La definizione legislativa risulta però di difficile applicazione pratica se non inserita in uno schema metodologico più specifico, capace di agire come filtro selettivo sul numeroso universo di piccole imprese che caratterizzano l economia della Regione. Il primo passaggio di tale metodologia consiste nel lavorare criticamente sulla classificazione ATECO91, tenendo opportunamente conto di alcuni aspetti sui quali insiste la normativa, in particolare le pp. 8

9 tecniche di lavorazione manuale, sia pure con l ausilio di apparecchiature, e l esclusione dei processi di lavorazione completamente in serie. È così possibile identificare, in via preliminare, un certo numero di categorie all interno delle quali è più probabile che operino botteghe artigiane classificabili come artigianato tradizionale e artistico. La classificazione statistica così individuata è ancora decisamente grezza, ma rappresenta comunque un primo passo che, per approssimazioni successive, porta all obiettivo indicato. Sono state così estratte quelle che si possono definire come categorie sensibili, all interno delle quali sono presenti aziende artigiane del comparto artistico tradizionale. Tabella 1.1 Categorie sensibili per l artigianato artistico ATECO91 BREVE DESCRIZIONE DA1 ALIMENTARE E BEVANDE TESSILI E AFFINI 17.2 Tessitura di filati tipo lana cardata 17.4 Confezionamento biancheria da letto, da tavola e per l arredamento 17.5 Fabbricazione di tappeti e moquettes 17.5 Fabbricazione di tulli, pizzi, merletti 17.5 Fabbricazione di ricami ABBIGLIAMENTO 18.2 Confezione su miura di vestiario 18.2 Confezione di cappelli 18.2 Altre attività collegate all industria dell abbigliamento 18.3 Preparazione e tintura di pellicce, confezione di articoli in pelliccia 20.5 Preparazione di articoli di paglia e di materiali da intreccio CUOIO, PELLI E AFFINI 19.0 Fabbricazione di articoli da viaggio, borse, articoli da correggiaio e selleria 19.3 Fabbricazione di calzature non in gomma CARTA E AFFINI 21.2 Fabbricazione di prodotti cartotecnici 21.2 Fabbricazione di altri articoli di carta e cartone EDITORIA E AFFINI 22.2 Altre stampe di arti grafiche 22.2 Composizione e fotoincisione CERAMICA 26.2 Fabbricazione di prodotti in ceramica per usi domestici ed ornamentali pp. 9

10 VETRO 26.1 Lavorazione e trasformazione del vetro piano 26.1 Fabbricazione di vetro cavo 26.1 Lavorazione di vetro a mano e a soffio MARMO E PEITRE AFFINI 26.7 Lavorazione artistica del marmo e di altre pietre affini; lavori in mosaico FERRO E AFFINI 28.6 Fabbricazione di utensileria a mano 28.7 Fabbricazione di oggetti in ferro, rame ed altri metalli e relativi lavori di riparazione LEGNO E MOBILI 20.5 Laboratori di corniciai 36.0 Fabbricazione di strumenti musicali 36.1 Fabbricazione di mbili 36.1 Fabbricazione di sedie e sedili 36.1 Fabbricazione di poltrone e divani 36.1 Fabbricazione di altri mobili 36.1 Fabbricazione di altri mobili in legno 36.1 Fabbricazione di mobili in giunco, vimini e altro materiale simile OREFICERIA E AFFINI 36.2 Coniazione di monete e medaglie 36.2 Fabbricazione di oggetti di gioielleria e articoli connessi 36.2 Fabbricazione di oggetti di gioielleria e oreficeria di metalli preziosi 36.2 Lavorazione di pietre preziose e semipreziose per gioielleria 36.6 Fabbricazione di oggetti di bigiotteria 52.7 Riparazione di orologi e di gioelli FOTOGRAFIA 74.8 Studi fotografici Il passaggio successivo, è stato quello di esaminare e valutare l effettiva artisticità/tradizione dell attività condotta da ciascuna delle imprese appartenenti a questo primo insieme selezionato, lavorando sui semplici descrittori dell attività, così come depositati in Camera di Commercio all atto dell iscrizione dell impresa artigiana. Purtroppo le descrizioni delle attività sono risultate abbastanza vaghe, più di quanto sia accaduto in altri studi recenti; è stato comunque possibile selezionare con un grado ragionevole di certezza e completezza un artigianato tradizionale, all interno del quale opera sicuramente anche un artigianato artistico, che non è stato però possibile quantificare con precisione ed in modo esaustivo. Un analisi più completa del comportamento, dell evoluzione e delle sfide dell artigianato artistico non potrà quindi essere condotta sulla base di dati quantitativi, ma dovrà passare necessariamente attraverso un indagine qualitativa con domande dirette ad un ampio campione di imprese artigiane. Il settore dei servizi è stato disaggregato in tre comparti, ciascuno dei quali contiene al suo interno un certo numero di classi di attività individuate secondo la codifica ATECO91 dell ISTAT. La metodologia seguita è quella individuata dall ISCOM 1 nel 1988 con la quale il vasto mondo dei servizi è stato disaggregato non in base alla tipologia di processo produttivo metodologia sottostante la classificazione ATECO ma la destinazione dell output prodotto. 1 AA.VV.: Il sistema terziario in Italia, Quaderni di Politica Commerciale e Turistica dell ISCOM, n.7/8/9 agosto-ottobre pp. 10

11 Le categorie elementari della classificazione ATECO81 sono state quindi raccolte dall ISCOM in quattro gruppi omogenei rispetto alla destinazione del prodotto: i servizi per il sistema produttivo, destinati all impiego intermedio delle imprese agricole, industriali o terziarie (ad esempio il commercio all ingrosso); i servizi per le famiglie, destinati all impiego finale da parte delle famiglie (ad esempio il commercio al dettaglio); i servizi di rete, orientati sia all impiego finale sia a quello intermedio (ad esempio trasporti, assicurazioni e credito); i servizi a destinazione collettiva, per i quali non è possibile distinguere tra impiego finale e intermedio; si tratta di servizi non destinabili alla vendita rivolti alla collettività in generale, i cui fruitori non sono quindi individuabili (ad esempio l Amministrazione centrale o periferica). Dovendo compiere un analisi del comparto artigiano, si è centrata l attenzione sui primi tre raggruppamenti. Poiché la metodologia ISCOM era basata sulla classificazione ATECO81, è stato possibile raggruppare le categorie secondo questo schema logico solo dopo aver convertito le singole categorie nella più recente classificazione ATECO91, operazione compiuta seguendo le tabelle di conversione predisposte dall ISTAT. Tabella 1.2 Una classificazione funzionale dei servizi SERVIZI PER LE FAMIGLIE G 52 H 55 M 80 N 85 O 92 O 93 P 95 commercio al dettaglio, escluso quello di autoveicoli e di motocicli; riparazione di beni personali e per la casa alberghi e ristoranti istruzione sanita' e altri servizi sociali attivita' ricreative, culturali e sportive altre attivita' dei servizi servizi domestici presso famiglie e convivenze SERVIZI DI RETE G 50 G G I 60 J 65 J 66 J 67 K 70 K 71 K 713 K 7134 K K 714 K 732 K 747 O 90 commercio, manutenzione e riparazione di autoveicoli e motocicli; vendita al dettaglio di carburante per autotrazione Commercio all'ingrosso di prodotti petroliferi e lubrificanti Commercio all'ingrosso di combustibili solidi trasporti terrestri; trasporti mediante condotte intermediazione monetaria e finanziaria (escluse le assicurazioni e i fondi pensione) assicurazioni e fondi pensione, escluse le assicurazioni sociali obbligatorie attivita' ausiliarie della intermediazione finanziaria attivita' immobiliari noleggio di macchinari e attrezzature senza operatore e di beni per uso personale e domestico noleggio di altri macchinari ed attrezzature noleggio di altri macchinari e attrezzature n c a noleggio di macchine distributrici e giochi elettromeccanici noleggio di beni per uso personale e domestico n c a ricerca e sviluppo sperimentale nel campo delle scienze servizi di pulizia e disinfestazione smaltimento dei rifiuti solidi, delle acque di scarico SERVIZI PER IL SISTEMA PRODUTTIVO pp. 11

12 G 51 G 511 G 512 G 513 G 514 G 515 G 5151 G G 5152 G 5153 G 5154 G 5155 G 5156 commercio all'ingrosso e intermediari del commercio, autoveicoli e motocicli esclusi Intermediari del commercio commercio all'ingrosso di materie prime agricole e di animali vivi commercio all'ingrosso di prodotti alimentari, bevande e tabacco commercio all'ingrosso di altri beni di consumo finale commercio all'ingrosso di prodotti intermedi non agricoli, di rottami e cascami commercio all'ingrosso di combustibili solidi, liquidi, gassosi e di prodotti derivati commercio all'ingrosso despecializzato di combustibili solidi, liquidi, gassosi e di prodotti derivati (inclusi oli e grassi lubrificanti) commercio all'ingrosso di metalli e di minerali metalliferi commercio all'ingrosso di legname e di materiali da costruzione, vetro piano, vernici e colori commercio all'ingrosso di articoli in ferro, di apparecchi e accessori per impianti idraulici e di riscaldamento commercio all'ingrosso di prodotti chimici commercio all'ingrosso di altri prodotti intermedi pp. 12

13 (segue Tabella 1.2) G 5157 commercio all'ingrosso di rottami e cascami G 516 commercio all'ingrosso di macchinari e attrezzature G 517 commercio all'ingrosso di altri prodotti K 7131 noleggio di macchinari e attrezzature agricole K 7132 noleggio di macchinari e di attrezzature per lavori edili e di genio civile K 7133 noleggio di macchinari e attrezzature per ufficio, inclusi gli elaboratori K noleggio di altri macchinari e attrezzature n c a K 72 informatica e attivita' connesse K 73 ricerca e sviluppo K 731 ricerca e sviluppo sperimentale nel campo delle scienze naturali e dell'ingegneria K 74 altre attivita' professionali ed imprenditoriali K 741 attivita' legali, contabilita', tenuta di libri contabili; consulenza in materia fiscale; studi di mercato e sondaggi di opinione; consulenza commerciale e di gestione; holding K 742 attivita' in materia di architettura, di ingegneria ed altre attivita' tecniche K 743 collaudi e analisi tecniche K 744 pubblicita' K 745 servizi di ricerca, selezione e fornitura di personale K 746 servizi di investigazione e vigilanza K 748 altre attivita' di tipo professionale ed imprenditoriale n c a Le aggregazioni territoriali A livello territoriale, le disaggregazioni proposte sono tre: i sistemi locali del lavoro, così come individuati dall ISTAT; le circoscrizioni geografiche individuate per l attuazione dei PIT (Progetti integrati territoriali); i sistemi produttivi locali. I sistemi locali del lavoro possono essere definiti come entità socioeconomiche formate da più comuni con caratteristiche omogenee, dove si concentrano attività produttive e servizi in quantità tali da offrire opportunità di lavoro e residenziali alla maggior parte della popolazione insediata. Ogni sistema locale viene identificato con il comune che funge da polo di attrazione (cioè che fornisce più posti di lavoro) nei confronti dei comuni circostanti. Sulla base dei dati del Censimento 1991, il territorio nazionale è stato ripartito in 784 sistemi locali del lavoro, di questi 25 sono normalmente attribuiti alla Basilicata, in quanto il comune polo di attrazione è localizzato nella regione. Restano però così esclusi alcuni comuni lucani facenti parte di sistemi locali del lavoro che ruotano intorno a comuni localizzati al di fuori del territorio regionale, in particolare: Rapone, appartenente al sistema locale di Calitri (Sistema Locale n. 449); Irsina, che gravita nel sistema di Gravina in Puglia (Sistema locale n. 535) Banzi, Forenza, Genzano di Lucania, Montemilone e Palazzo San Gervasio del sistema locale di Spinazzola (Sistema locale n. 537) Castelluccio Inferiore e Castestelluccio Superiore, che fanno parte del sistema di Mormanno (Sistema locale n.592) pp. 13

14 Maratea e Trecchina del sistema locale di Praia a Mare (Sistema locale n.594) Questi sistemi sono stati anch essi considerati nell analisi, pur facendo riferimento solamente ai comuni lucani; analogamente, per il Sistema locale di Pescopagano (n. 560), di cui solo il comune polo di attrazione è incluso nel territorio regionale, si è fatto riferimento unicamente alle imprese localizzate in questo comune, ignorando quelle con sede legale nei limitrofi comuni della Campania. Utilizzando i Sistemi locali del lavoro è possibile dunque includere nell analisi l intero territorio regionale mantenendo un maggiore livello di dettaglio e di informazione sulla struttura produttiva artigiana rispetto ad una disaggregazione provinciale senza eccedere e disperdere l informazione come accadrebbe analizzando il livello comunale. I sistemi locali del lavoro hanno inoltre il pregio di costituire delle unità economiche e sociali, e non solo amministrative, all interno delle quali le popolazioni condividono tradizioni, culture, modi di vivere e, spesso, di produrre: il lavoratore vive e lavora all interno del sistema locale, mentre, se si fosse considerato il comune, il lavoratore potrebbe lavorare al di fuori dei confini amministrativi e l unità da noi considerata, l impresa, sarebbe molto meno significativa nel rappresentare la realtà economica locale e l importanza dell artigianato sul territorio. Nell ambito del POR Basilicata è stata istituita la Partnership Locale Istituzionale, con il compito di sovrintendere all intero processo di concertazione da sviluppare sul territorio, e di individuare dei Progetti Integrati Territoriali (PIT) da realizzare. Per ciascuna Partnership/PIT è stata assunta una circoscrizione geografica relativa ad un insieme di comuni; l insieme delle circoscrizioni individuate è riportato nella tabella seguente. pp. 14

15 PIT VULTURE Comuni aderenti Acerenza, Atella, Banzi, Barile, Forenza, Genzano di Lucania, Ginestra, Lavello, Maschito, Melfi, Montemilione, Oppido Lucano, Palazzo San Gervasio, Rapolla, Rapone, Rionero in Vulture, Ripacandida, Ruvo del Monte, San Chirico Nuovo, San Fele, Tolve, Venosa MARMO-MELANDRO Balvano, Baragiano, Bella, Brienza, Castelgrande, Muro Lucano, Pescopagano, Picerno, Ruoti, Sant'Angelo le Fratte, Sasso di Castalda, Satriano di Lucania, Savoia di Lucania, Tito, Vietri di Potenza VAL D'AGRI Armento, Corleto Perticara, Gallicchio, Grumento Nova, Guardia Perticara, Marsico Nuovo, Marsicovetere, Missanello, Moliterno, Montemurro, Paterno, Roccanuova, San Chirico Raparo, San Martino d'agri, Sant'Arcangelo, Sarconi, Spinoso, Tramutola, Viggiano LAGONEGRESE-POLLINO Calvera, Carbone, Castelluccio Inferiore, Castelluccio Superiore, Castelsaraceno, Castronuovo di Sant'Andrea, Cersosimo, Chiaromonte, Episcopia, Fardella, Francavilla in Sinni, Lagonegro, Latronico, Lauria, Maratea, Nemoli, Noepoli, Rivello, Rotonda, San Costantino Albanese, San Paolo Albanese, Senise, Severino Lucano, Teana, Terranova di Pollino, Trecchina, Viaggianello ALTO BASENTO MONTAGNA MATERANA MATERANO METAPONTINO Abriola, Albano di Lucania, Anzi, Avigliano, Brindisi Montagna, Calvello, Campomaggiore, Cancellara, Castelmezzano, Filiano, Laurenzana, Pietragalla, Pietrapertosa, Pignola, Trivigno, Vaglio Basilicata Aliano, Calciano, Cirigliano, Craco, Ferrandina, Garaguso, Gorgoglione, Oliveto Lucano, Accettura, Salandra, San Mauro Forte, Stigliano, Tricarico Grassano, Grottole, Irsina, Miglionico, Montescaglioso, Pomarico Bernalda, Colobraro, Montalbano Jonico, Nova Siri, Pisticci, Policoro, Rotondella, San Giorgio Lucano, Scanzano Jonico, Tursi, Valsinni Tabella 1.3 Composizione comunale delle aree PIT Tra le misure ed azioni del POR per le quali devono essere attivati i Progetti Integrati alcune riguardano lo sviluppo locale e le imprese, artigiane e non artigiane; ricordiamo, a titolo di esempio, ed in modo non esaustivo: a) III.1.D.1: Sviluppo della formazione continua, della flessibilità del mercato del lavoro, e della competitività delle imprese pubbliche e private con priorità alle PMI; b) III.1.D.3 Sviluppo e consolidamento dell imprenditorialità ed emersione del lavoro irregolare; c) IV.1 Miglioramento della dotazione infrastrutturale per industria, artigianato e servizi; d) IV.2 Politiche per il mercato a favore delle imprese industriali, artigianali, commerciali e dei servizi; e) IV.3 Sostegno alla creazione di nuove imprese; pp. 15

16 f) IV.4 Aiuti ai servizi alle imprese; g) IV.9 Diversificazione dell attività industriale. Analoghe sono le motivazioni nella scelta di considerare un altro livello di aggregazione territoriale, anch esso non esaustivo rispetto all intero territorio regionale: i sistemi produttivi locali. Questi ultimi corrispondono a quei Sistemi locali del lavoro che soddisfano due condizioni: la specializzazione nel settore manifatturiero (misurata in termini di occupazione manifatturiera) e la concentrazione di piccole imprese. I sistemi produttivi locali così individuati sono sette, corrispondenti ai sistemi locali del lavoro di Bella, Melfi, Pescopagano, Rionero in Vulture, Sant Angelo Le Fratte, Matera e Pisticci. I sistemi produttivi locali sono stati introdotti dall Amministrazione Regionale al fine di individuare delle aree dove realizzare politiche economiche territoriali, volte cioè a creare condizioni ambientali favorevoli ad attivare e/o consolidare processi di sviluppo locale. Si ritiene dunque utile, a sostegno della programmazione delle politiche territoriali, evidenziare le caratteristiche dell artigianato anche in queste aree. pp. 16

17 CAPITOLO 2 L artigianato lucano: una visione d insieme 2.1 Il ruolo dell artigianato lucano Tra le regioni meridionali, la Basilicata si distingue per l importante ruolo svolto dall artigianato nell ambito dell economia regionale. Le imprese artigiane attive iscritte alle due Camere di Commercio della regione rappresentano infatti ben il 37,4% delle imprese complessivamente presenti sul territorio regionale; questo dato è superiore non solo rispetto a quello medio riscontrabile nel Mezzogiorno (30,1%), ma anche rispetto a quello nazionale (36%). Graf Il peso dell'artigianato, 2002 % su totale economia Basilicata 37,4 62,6 Mezzogiorno 30,1 69,9 Imprese artigiane Altre imprese Italia 36,0 64,0 0% 20% 40% 60% 80% 100% Per incidenza dell artigianato sul totale dell economia, la Basilicata è dunque, dopo la Sardegna, la prima tra le regioni meridionali, mentre resta a livelli inferiori rispetto alla gran parte delle regioni centrali e settentrionali. L importanza del ruolo svolto dall artigianato nella regione è confermato dal dato sulla densità delle imprese: sono infatti presenti, in Basilicata, 20,7 imprese artigiane ogni abitanti, rispetto alle 17,4 imprese mediamente rilevate nel Mezzogiorno (cfr. Grafico 2.3); la densità delle imprese artigiane lucane risulta invece inferiore alla media nazionale, sulla quale incidono le aree di tradizionale presenza della piccola impresa, quali quelle dell Italia centrale e di alcune aree del Nord est. La lettura congiunta dei due indicatori (incidenza dell artigianato e densità) fa ritenere che a parità di diffusione delle imprese, l imprenditoria lucana esprima una netta preferenza per la forma giuridica dell impresa artigiana. La questione che si pone è se la preferenza per la forma artigiana sia dovuta al tentativo di sfruttare al meglio ed in termini di vantaggio competitivo le opportunità che essa offre, per esempio la flessibilità pp. 17

18 come molte imprese manifatturiere del Nord e del Centro Italia hanno saputo fare o sia conseguenza delle caratteristiche e peculiarità dei settori economici in cui si opera. Graf Peso dell'artigianato sull'economia regionale, 2002 % imprese artigiane su totale imprese attive Marche Emilia-R. Veneto Umbria Val d'aosta Piemonte Molise Trentino - A.A. Sardegna Toscana Friuli- V.G. Abruzzo Basilicata Lombardia Liguria Italia Puglia Sicilia Lazio Calabria Campania 0,0 20,0 40,0 Fermo restando che una risposta esaustiva a tale questione richiederebbe un analisi di tipo più qualitativo, che indaghi più in profondità all interno di un ampio campione di aziende con appositi questionari, si possono comunque ottenere alcune indicazioni osservando, via via con un livello di dettaglio crescente, la distribuzione settoriale dell artigianato lucano. pp. 18

19 Graf La diffusione dell'artigianato, 2002 Numero di imprese per abitanti 30,0 25,0 20,0 24,2 17,4 20,7 15,0 Imprese artigiane 10,0 5,0 0,0 Italia Mezzogiorno Basilicata 2.2 La distribuzione dell artigianato lucano La distribuzione per rami di attività delle imprese evidenzia l importanza del ramo delle costruzioni (32,1%); all interno del Mezzogiorno, si tratta di una peculiarità della Basilicata, mentre risulta essere in linea, con quanto avviene a livello nazionale. La similitudine con il dato nazionale è in realtà solo apparente, come si evidenzia dalla lettura congiunta con un altro indicatore, la percentuale delle imprese artigiane sul totale delle imprese di ciascun settore: in Basilicata l elevata percentuale delle imprese edili sul totale dell artigianato lucano riflette un peso generalmente elevato di questo settore sul totale dell economia regionale; a livello nazionale, al contrario, riflette il peso che l artigianato ha in questo specifico settore. Il contrario accade nel manifatturiero: pur rappresentando nell ambito dell artigianato lucano il ramo di attività più importante per numero di unità produttive e peso relativo sul totale delle imprese, il suo ruolo è decisamente inferiore a quello ricoperto nel resto del Paese; inoltre l elevato numero di imprese del manifatturiero non è da attribuirsi tanto alla rilevanza di questo ramo sull economia regionale, quanto alla preferenza espressa dalle imprese manifatturiere lucane per la forma giuridica artigiana (73,9% delle imprese manifatturiere). pp. 19

20 Tab Imprese artigiane per settore Basilicata Mezzogiorno Italia n imprese % su tot. % su tot. % su tot. % % % artigiane economia economia economia Energia, gas, acqua ed estrattive 25 0,2 30,5 0,1 20,3 0,1 20,1 Manifatturiero ,2 73,9 32,5 67,8 32,0 69,0 Costruzioni ,1 65,2 28,2 56,5 33,8 73,8 Commercio, alberghi 657 5,3 4,9 4,4 3,0 3,2 3,0 Riparazioni ,0 64,3 10,3 57,0 6,9 56,8 Trasporti e comunicazioni ,3 63,7 6,9 48,2 8,6 64,4 Altri servizi ,9 36,8 17,5 34,7 15,5 27,2 Totale ,0 37,5 100,0 30,5 100,0 35,9 nota bene: il totale imprese del totale economia include il commercio e i servizi alle imprese Non ha dunque senso confrontare le distribuzioni percentuali tra artigianato e totale economia Analoga a quella del manifatturiero è la valutazione che si può dare al ramo Altri servizi : si tratta rispettivamente del terzo ramo di attività per importanza nell artigianato lucano, ma ha un peso inferiore a quello risultato nel resto del paese; è inoltre attribuibile più alla preferenza per la forma artigiana che al ruolo del ramo nell economia regionale. Il settore delle Riparazioni è il quarto per incidenza sull artigianato lucano, e il peso dell artigianato sul totale delle imprese del settore risulta elevato se confrontato con il Mezzogiorno e con l Italia. Significativa, se comparata con le altre regioni italiane, è anche la presenza dell artigianato nei rimanenti rami di attività ( Trasporti e Commercio e alberghi 2 ): qui si concentra una discreta percentuale delle imprese artigiane lucane, ed una buona parte delle imprese che vi operano ha preferito assumere lo status di impresa artigiana. Questi due rami di attività sono inoltre gli unici per i quali la presenza di imprese artigiane per abitanti è superiore alla media nazionale; negli altri rami il numero di imprese artigiane lucane si posiziona a livello intermedio tra il Mezzogiorno e l Italia, con l unica eccezione del ramo degli Altri servizi, nel quale la Basilicata risulta allineata con il resto del Mezzogiorno (cfr. Grafico 2.4). Poco significativo per il comparto dell artigianato è il ramo dell energia, gas acqua ed attività estrattive, in Basilicata come nel resto del Paese, e da ora in poi non sarà più tenuto in considerazione. 2 A causa dell importanza relativamente contenuta nell ambito dell artigianato, e per facilitare l esposizione e la sintesi nel rapporto, sono stati unificati in un solo ramo di attività quelli che nella classificazione ATECO91 dell ISTAT sono normalmente i settori G51 (Commercio all ingrosso), G52 (Commercio al dettaglio) e H. Per ragioni opposte, vale a dire la forte rilevanza del settore nel comparto artigiano, si è invece osservata separatamente dal ramo G del Commercio la distribuzione delle imprese delle Riparazioni (G50). pp. 20

21 Graf La diffusione dell'artigianato per settore, 2002 Numero di imprese per abitanti 9,0 8,0 7,0 6,0 5,0 4,0 3,0 2,0 1,0 0,0 Italia Mezzogiorno Basilicata Manifatturiero Costruzioni Commercio, alberghi Riparazioni Trasporti e comunica... Servizi 2.3 La diffusione dell artigianato sul territorio regionale Una prima analisi sulla diffusione territoriale dell artigianato può essere condotta facendo riferimento ai Sistemi Locali del Lavoro (SLL). Un terzo delle imprese artigiane è localizzato nei due ampi SLL di Potenza e Matera, che ospitano rispettivamente e aziende. Ciò nonostante queste due aree non si caratterizzano per una forte presenza artigiana: sono infatti localizzate solamente 19,2 imprese per abitanti a Potenza e 20,1 a Matera, valori al disotto, sia pur di poco, della media regionale. La varianza nella diffusione delle imprese a livello territoriale è abbastanza elevata e va da un minimo di 17,6 imprese per abitanti (SLL di Rotonda) ad un massimo di 27,9 imprese (Francavilla in Sinni). Un vero e proprio polo artigiano, con 45,6 imprese artigiane per abitanti, risulta essere il comune di Mormanno, che fa però parte di un SLL esterno alla regione. A vocazione artigiana possono essere considerati i SLL di Marsicotevere (25,9 imprese), Latronico (24,4) e Senise (24,3) e il comune di Calitri, con una densità di imprese artigiane significativamente superiori alla media regionale. Al contrario, la presenza di imprese artigiane risulta particolarmente contenuta nei SLL di Salandra (18,4 imprese), Pisticci e Tricarico (19,2) oltre al già citato SLL di Rotonda. I SLL identificati come sistemi produttivi locali e come distretti industriali presentano valori di diffusione dell artigianato nel suo insieme di poco superiori alla media regionale, con l unica eccezione del distretto di Sant Angelo Le Fratte; il distretto di Matera e il sistema produttivo locale di Pisticci, come si è visto, assumono valori addirittura inferiori al dato regionale. pp. 21

22 Tab Imprese artigiane per Sistemi Locali del Lavoro Basilicata n imprese imprese artigiane % artigiane per abitanti Acerenza 148 1,2 21,4 Bella 267 2,2 20,1 Francavilla in Sinni 170 1,4 27,9 Latronico 165 1,3 24,4 Lauria 576 4,7 22,0 Marsicovetere 563 4,6 25,9 Melfi 745 6,1 22,0 Moliterno 251 2,0 19,9 Muro Lucano 166 1,3 22,6 Pescopagano 45 0,4 21,0 Potenza ,6 19,2 Rionero in Vulture 576 4,7 20,7 Rotonda 130 1,1 17,6 Sant'Angelo Le Fratte 230 1,9 23,0 Sant'Arcangelo 260 2,1 23,1 Senise 327 2,7 24,3 Venosa 314 2,6 22,3 Matera ,0 20,1 Pisticci 902 7,3 19,2 Policoro 777 6,3 20,2 Rotondella 191 1,6 19,8 Salandra 105 0,9 18,4 San Giorgio Lucano 131 1,1 20,1 Stigliano 256 2,1 20,4 Tricarico 270 2,2 19,2 Calitri 31 0,3 25,8 Gravina in Puglia 115 0,9 20,1 Spinazzola 351 2,9 20,4 Mormanno 152 1,2 45,6 Praia a Mare 80 0,7 10,3 Totale ,0 20,7 Altre informazioni relative alla distribuzione territoriale delle imprese artigiane si possono ottenere dall analisi dei territori coinvolti dai Progetti Integrati Territoriali (da ora in poi denominati PIT). Sono localizzate in queste aree imprese artigiane, l 80% quindi del totale dell artigianato lucano; di queste il 55% si concentra in tre soli PIT, quello di Vulture (2.252 imprese), di Lagonegrese-Pollino (1.684 imprese) e di Metapontino (1.557 imprese). La concentrazione di imprese qui rilevata è da attribuirsi in parte alle dimensioni relative dei territori, ed in parte ad una maggiore presenza di aziende artigiane per abitanti; solo nel caso del Metapontino la densità risulta inferiore alla media regionale e dei PIT (21,1). Risultano inoltre a scarsa diffusione di imprese artigiane i PIT dell Alto Basento (18,6 imprese per abitanti) e del Materano (19,9 imprese) mentre il PIT a più elevata densità è quello della Val d Agri (23,6 imprese) che ospita l 11% delle imprese artigiane delle aree PIT. pp. 22

23 Tab Imprese artigiane nei PIT Basilicata n imprese imprese artigiane % artigiane per abitanti Vulture ,8 21,2 Marmo - Melandro ,9 22,1 Val d'agri ,5 23,6 Lagonegrese - Pollino ,0 22,3 Alto Basento 817 8,3 18,6 Montagna Materana 739 7,5 20,9 Materano 623 6,3 19,9 Metapontino ,7 19,6 Totale ,0 21,1 2.4 L incrocio settore-territorio La distribuzione delle imprese artigiane tra i diversi rami di attività riscontrata a livello regionale si ripete in quasi tutti i SSL; fanno eccezione i SLL di Francavilla in Sinni, Latronico, Venosa, Matera, il distretto di Sant Angelo Le Fratte, il sistema produttivo locale di Pisticci, e i comuni di Calitri, Gravina in Puglia e Spinazzola, dove è possibile osservare una presenza di imprese manifatturiere superiore a quella delle imprese edili. Tra questi SLL, quelli di Francavilla in Sinni e Latronico in particolare si distinguono per l elevata densità di imprese manifatturiere (rispettivamente 10,2 e 8,6 per abitanti), ma nelle rispettive economie assumono un ruolo superiore alla media anche altri rami di attività, quali l edilizia e le riparazioni a Francavilla in Sinni e commercio e alberghi a Latronico. Nell economia dei SLL di Muro Lucano, di Salandra e di Stigliano prevale il ramo delle Costruzioni, sia per densità di imprese che per ruolo ricoperto all interno dell economia locale: nel sistema di Muro Lucano, in particolare, quasi un impresa artigiana su due opera nel ramo delle costruzioni, con una densità di 11 imprese edili per abitanti, contro una media regionale di 6,6. I SLL di Potenza e Matera si caratterizzano per l importanza degli Altri servizi : è l unico ramo in cui i due SLL presentano un numero di imprese per 1000 abitanti ed una percentuale di imprese artigiane significativamente più elevati rispetto agli altri SLL. Gli Altri servizi rappresentano un ramo importante dell economia locale anche nel sistema produttivo locale di Melfi, dove prevale tuttavia il ruolo dell edilizia e del manifatturiero, e nei SLL di Lauria e di Rotondella. I servizi delle Riparazioni sono fortemente presenti nelle economie dei SLL di Senise e Policoro; in questo ramo operano infatti più del 12% delle imprese artigiane locali. L importanza dei servizi a Senise è ribadita anche dall importanza del ramo Commercio e alberghi. pp. 23

24 Il distretto di Sant Angelo le Fratte si distingue per un elevata presenza di imprese artigiane operanti nei Trasporti (3,2 imprese per abitanti, contro una media regionale di 1,7), ramo che riveste un importante ruolo nell economia locale: pur trattandosi di un distretto manifatturiero, le imprese artigiane del ramo dei trasporti rappresentano infatti il 13,9% della struttura produttiva artigiana del territorio. Se come disaggregazione territoriale si prendono in considerazione i PIT, si osserva innanzitutto una generale prevalenza del ramo delle Costruzioni sui comparti artigiani locali; la percentuale di imprese in questo ramo può variare dal 31,3% del Metapontino al 38,9 del PIT di Marmo-Melandro, area, quest ultima, in cui sono localizzate quasi 9 imprese edili per abitanti. La Val d Agri e il Materano sono caratterizzati da un incidenza dei rami Manifatturiero (rispettivamente 29,4% e 32,1%) e Trasporti sull economia locale e da una diffusione delle imprese di questi due rami superiori a quella degli altri PIT. Anche nel Lagonegrese-Pollino l incidenza del manifatturiero sul complesso delle imprese artigiane è particolarmente elevata (31,1%), con una buona diffusione delle imprese artigiane manifatturiere sul territorio. I PIT del Metapontino e del Vulture vedono invece una significativa incidenza del ramo Altri servizi sull economia locale (16,6% e 14,2% delle imprese artigiane delle rispettive aree), ed elevata, rispetto alla media regionale, è anche la diffusione sul territorio delle imprese artigiane di questo ramo. I rami Commercio e alberghi hanno un incidenza relativamente contenuta, in termini di numero di imprese artigiane, nell economia di tutti i PIT; presentano valori significativamente superiori alla media nei territori del Vulture e del Lagonegrese-Pollino. L Alto Basento si caratterizza infine per una distribuzione delle imprese artigiane più in linea con la media regionale, con una leggera prevalenza dei rami Costruzioni, Commercio e alberghi e Trasporti a danno delle Riparazioni e degli Altri servizi. 2.5 In sintesi Il peso dell artigianato sull economia regionale è rilevante: più di un terzo delle imprese lucane sono artigiane, per un totale di unità produttive attive iscritte alle Camere di Commercio della regione. Dal confronto della realtà artigiana con il resto del Paese risulta evidente la preferenza da parte degli imprenditori lucani per la forma giuridica dell impresa artigiana; si pone il problema di capire quanto questa preferenza sia determinata dalle caratteristiche dei settori in cui le aziende lucane si specializzano, e quanto è invece determinato dalla volontà di sfruttare al meglio ed in termini di vantaggio competitivo la dimensione artigiana; l analisi successiva cercherà di dare un contributo, sia pure parziale e ancora approssimativo, a questo tema di indagine. pp. 24

25 A livello settoriale è risultata evidente la prevalenza per numero di imprese dei rami di attività delle Costruzioni e del Manifatturiero, in linea con quanto avviene in Italia; in realtà sussistono alcune differenze: in particolare, nel ramo delle Costruzioni, l elevato numero delle imprese artigiane è conseguenza del notevole peso di questo ramo di attività sull economia regionale, notevolmente superiore alla media nazionale; nel ramo Manifatturiero, al contrario, la presenza elevata di imprese artigiane va attribuita non al peso del ramo sull economia regionale, ma alla preferenza per la forma giuridica artigiana, e si torna quindi al problema esposto al punto precedente. Rilevanti per l artigianato in generale, e per la Basilicata in particolare, sono risultati i rami degli Altri servizi e delle Riparazioni. L analisi della distribuzione territoriale dell artigianato ha permesso di evidenziare una forte concentrazione delle imprese artigiane sul territorio: due soli SLL (Potenza e Matera), ospitano più di un terzo delle imprese artigiane, rispettivamente e aziende; analogamente, a livello di PIT il 55% delle aziende artigiane si concentra nei tre PIT di Vulture (2.252 imprese), di Lagonegrese- Pollino (1.684 imprese) e di Metapontino (1.557 imprese). Si tratta di una concentrazione dovuta però non ad una specifica vocazione artigiana, quanto alle ampie dimensioni di questi territori. Risultano a vocazione artigiana i SLL del Marsicotevere (con 25,9 imprese artigiane per abitanti), di Latronico (24,4) e Senise (24,3), i comuni di Mormanno e Calitri, e il PIT di Val d Agri (23,6 imprese). La presenza di imprese artigiane risulta invece scarsa nei SLL di Rotonda (17,6 imprese per abitanti) di Tricarico (19,2) e Salandra (18,4), e nel sistema produttivo locale di Pisticci. È infine osservabile la maggiore rilevanza, rispetto alla media regionale, di specifici rami di attività in alcuni territori: il Manifatturiero nei SLL di Francavilla in Sinni, Latronico, Venosa, Matera, nel distretto di Sant Angelo Le Fratte, nel sistema produttivo locale di Pisticci, e nei comuni di Calitri, Gravina in Puglia e Spinazzola; le Costruzioni nei SLL Muro Lucano, di Salandra e di Stigliano; gli Altri servizi nei SLL di Potenza, Matera, di Lauria e di Rotondella e nel distretto industriale di Melfi; le Riparazioni nei SLL di Senise e Policoro; Commercio e alberghi ancora a Senise e i Trasporti nel distretto di Sant Angelo le Fratte. pp. 25

26 Tab Imprese artigiane nei Sistemi Locali del Lavoro Valori assoluti Rami di attività Manifatturiero Edilizia Riparazioni Commercio e Alberghi Trasporti Altri servizi Totale* Acerenza Bella Francavilla in Sinni Latronico Lauria Marsicovetere Melfi Moliterno Muro Lucano Pescopagano Potenza Rionero in Vulture Rotonda Sant'Angelo Le Fratte Sant'Arcangelo Senise Venosa Matera Pisticci Policoro Rotondella Salandra San Giorgio Lucano Stigliano Tricarico Calitri Gravina in Puglia Spinazzola Mormanno Praia a Mare Totale * Energia, gas ed acqua esclusi pp. 26

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