LA COMUNICAZIONE IN SALA DIALISI

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2 LA COMUNICAZIONE IN SALA DIALISI Seminario Ante Aprile Sala Congressi Hotel Corallo, Riccione a cura di Claudia Ravelli

3 E molto più importante sapere che tipo di persona ha quella malattia, piuttosto che sapere che tipo di malattia ha quel paziente. William Osler (medico canadese)

4 Il paziente reagisce in modi diversi alla malattia e gestire stati d animo, talvolta complessi, è un compito non sempre facile. La domanda da porsi è: «Quanto sono disposto a investire in questa parte del mio lavoro?»

5 Non sono disposto a investire, quindi reagisco

6 Sono disposto a investire, quindi accolgo

7 ACCOGLIERE significa usare intelligentemente le proprie emozioni

8 Il paziente, durante la seduta dialitica, ha tanto tempo per osservare. Come si forma la sua prima impressione e come si costruisce una relazione di fiducia?

9 un punto di partenza... Queste percentuali riassumono il nostro modo di stare in sala dialisi e di relazionarci con i nostri pazienti

10 Ma come reagiscono i nostri pazienti di fronte alla loro malattia?

11 Il paziente è: Collaborativo e compliante Aggressivo /Arrabbiato Colui che rifiuta la malattia Colui che, per cultura e religione diverse, ha richieste particolari Colui che delega ad altri Polemico Colui Polemico che vuole mantenere le sue relazioni sociali Colui che cerca di garantire il suo futuro Difeso, distaccato con forte controllo emotivo Colui che non parla Il paziente medico Depresso Diffidente

12 Che cosa è utile capire? L altro è, talvolta, il nostro specchio, ma mentre a noi non è sempre così chiaro, per chi ci osserva lo è. Viviamo, spesso, a livello personale, la reazione dell altro.

13 Quali comportamenti sono consigliabili? OSSERVARE è importante capire chi si ha di fronte (differenza fra auto-centratura ed etero-centratura) PORRE DOMANDE E ASCOLTARE (in un dialogo con il paziente, in percentuale, quanto parliamo e quanto ascoltiamo?) IN UN DIALOGO, RIPRENDERE E VALORIZZARE LE PAROLE DEI NOSTRI PAZIENTI («Rispetto a quel che ha detto» «Capisco» «Mi sta dicendo che» ecc.)

14 Come possiamo gestire le reazioni diverse dei nostri pazienti? Alcuni esempi: Aggressivo /Arrabbiato è consigliabile un atteggiamento attento, ma complementare al suo; Colui che rifiuta la malattia porre domande a partire dalle sue ragioni; Colui che, per cultura e religione diverse, ha richieste particolari difeso, distaccato con forte controllo emotivo è utile conoscere la sua cultura e la sua religione; è bene cambiare la propria prospettiva per evitare confronti con il nostro modo di vivere; non vale la pena forzare i tempi per indurlo ad abbassare le difese. Mostriamogli di aver capito e di rispettare la sua posizione continuando a fare bene il nostro lavoro.

15 Come possiamo gestire le reazioni diverse dei nostri pazienti? colui che vuole mantenere le sue relazioni sociali colui che manifesta rabbia per il futuro minacciato poniamo domande sulle sue paure e sulla sua rabbia. Non è evitandole che lo aiuteremo. delegante ha bisogno di più tempo per assumere un atteggiamento di maggior collaborazione: individuiamo dei momenti in cui decidiamo di accettare che deleghi in toto e altri momenti in cui lo obblighiamo ad assumersi le sue responsabilità. Il paziente medico Permettiamoglielo, senza troppe permalosità.

16 Possedere INTELLIGENZA EMOTIVA e usarla, significa: 1. osservare 2. riflettere 4. osservare 3. agire

17 La potenza della parola nei riguardi delle cose dell'anima sta nello stesso rapporto della potenza dei farmaci nei riguardi delle cose del corpo. Gorgia (filosofo)

18 Letture consigliate Autore: Daniel Goleman 1. Che cosa è e perché può renderci felici Autore: Gianni Bonadonna 2. Medici umani, pazienti guerrieri Autore: Fortunato Rocco 3. I reni di Mick Jagger Autore: Marco Venturino 4. Cosa sognano i pesci rossi

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