Spedizione in A.P. 70% - Art. 2 comma 20/D - L. 662/96 - Filiale di Siena. L a piramide bianconera resta in A! giugno 2005

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1 GIUGNO :24 Page i u ro 2,00 Spedizione in A.P. 70% - Art. 2 comma 20/D - L. 662/96 - Filiale di Siena Mensile di critica e attualità sportiva L a piramide bianconera resta in A! 210 giugno 2005

2 editoriale Direttore Mario Ciani Direttore responsabile Paolo Corbini Un capolavoro a mezzo Direzione Redazione Fotolito Bernard & Co. Strada di Busseto 18 C2/7 Siena Tel Fax redazione@mesesport.it Edito e stampato presso Arti Grafiche Ticci Loc. Pian dei Mori Sovicille (Si) Tel Fax Autorizzazione del Tribunale di Siena n. 430 del Hanno collaborato a questo numero: Duccio Balestracci, Luca Bianchin, Mauro Bindi, Andrea Bruschettini, Barbara Cerretani, Mario Ciani, Chiara Cicali, Vincenzo Coli, Elena Costantini, Mario De Gregorio, Fabio Fineschi, Stefano Fini, Emilio Giannelli, Daniele Giannini, Antonio Gigli, Mario Lisi, Luca Luchini, Laura Massai, Augusto Mattioli, Andrea Monciatti, Roberto Morrocchi, Marco Naldini, Paolo Ridolfi, Roberto Rosa, Gigi Rossetti, Senio Sensi, Jacopo Sordi, Antonio Tasso, Matteo Tasso, Andrea Tosi, Francesco Vannoni. Fotografie di Paolo Lazzeroni/Chechi e Augusto Mattioli Collaborazione fotografica: Fabio Di Pietro Editing: Francesco Vannoni Sito web: Olivia Agnelli Progetto grafico: Bernard Chazine numero 210 giugno 2005 ANNO XXIII Non bastassero le parole per capire che tipo di stagione è stata l ultima, ci viene in soccorso un dato: per il quarto anno consecutivo, da queste parti c è da festeggiare qualcosa: nel 2002 la salvezza del Siena a Genova e la conquista della Coppa Saporta da parte della Montepaschi; nel 2003 l ulteriore, clamoroso salto dei bianconeri in serie A; nel 2004 l arrivo in casa Mens Sana del primo scudetto tricolore e la conferma della Robur nella massima serie; quest anno la seconda salvezza consecutiva dei bianconeri. A questo punto ciascuno può dare l interpretazione che vuole di questa realtà, resta il fatto che ancora una volta, la quinta negli ultimi sei anni (considerata la promozione in B del 2000), il ritorno delle bandiere delle contrade alle finestre, è stato anticipato da quello dei vessilli bianconeri e biancoverdi. Un anticipo di quel cromatismo che avvolgerà la città per tutta l estate. Insomma tanti piccoli capolavori uno dietro l altro. Siena, e tutto quello che c è dentro in fatto di sport, esce dunque a testa alta anche stavolta, perché se non è un disonore mancare il secondo tricolore consecutivo nel basket, meno che mai è la salvezza raggiunta dalla Vecchia Robur negli ultimi 9 minuti dei 3420 complessivi, ad attenuare la portata di un evento pur sempre di spessore storico. Che poi dagli uomini di Recalcati ci si aspettasse qualcosa di più, soprattutto in relazione alle attese che avevano suscitato al momento della conquista della Supercoppa (a mani vuote, dunque, la sponda mensanina non resta neppure quest anno ), è un altro discorso. Che non può prescindere peraltro dalla valanga di infortuni sotto la quale sono rimasti sommersi nel momento decisivo della stagione. Fermo restando che il peso specifico degli ultimi innesti non ha bilanciato quello degli assenti. Ma qui non si deve soppesare tutto con il bilan- cino del farmacista. La verità vera è che lo sport senese di vertice non arretra, conquista un altra promozione (in B1) con il Cus volley femminile; si conferma in A2 con la Ducato e, sia pure a fatica, mantiene le posizioni anche in B1 con la Virtus. Senza contare il fenomeno tennis tavolo. Ma sul fatto che la stessa Montepaschi non intenda ripercorrere la strada della meteora Juve Caserta che agli inizi degli anni novanta interruppe il dominio incontrastato di Pesaro, Milano e Bologna, non ci piove. E sono proprio le Istituzioni, le tanto bistrattate Istituzioni, a garantire questo affascinante percorso, perché lo sport è diventato anche a Siena (e per fortuna senza gli eccessi e i paradossi di tante altre piazze), un veicolo così importante di immagine e crescita, che va gestito solo da chi è deputato a farlo.

3 Preso amaramente atto che aggiungere valore a valore non significa necessariamente diventare più forti, non resta che voltare pagina MAURO BINDI MPS, ripartire dagli errori basket 3 L illusione della parte finale della stagione regolare è durata poco, l esplosione di vitalità ed entusiasmo che ha agitato Roma nel primo atto dei playoff contro la Montepaschi, ci ha riproposto nel breve volgere di quattro gare un condensato dell intera stagione senese, caratterizzata da opportunità non sfruttate, da una identità di squadra mai veramente decollata, il tutto condito da una componente di sventura, che è l unica cosa veramente cresciuta nell arco della stagione. Certamente se con questo ci limitassimo a giudicare la sola fine dell avventura senese in questo campionato, finiremo per essere senza dubbio ingenerosi con chi ha concluso stremato il torneo in corso, cercando di sopperire spesso ad emergenze proprie ed altrui, principalmente con il proprio orgoglio. Ma la stagione non è fatta solo di un epilogo, risulta essere la sommatoria di un intera stagione e nel caso della Montepaschi, dispiace ammetterlo, essa è stata oltre modo negativa. Coach Recalcati l ha definita contraddittoria, mettendo in evidenza l incapacità del gruppo di saper rispondere alle diverse sollecitazioni che uno scudetto cucito sul petto porta con sé, ma a ciò si deve aggiungere il rischio tecnico determinato dalle scelte fatte nel dopo scudetto, scelte legittime e ponderate, che in questo caso hanno dimostrato come aggiungere valore, non necessariamente vuol dire essere più forti sul campo. Ma questa purtroppo è una valutazione che si può fare solo a posteriori e in un mondo come quello sportivo, dove le sfide sono il sale di qualsiasi avventura, il rischio di un fallimento è pur sempre dietro l angolo. Per questo è necessario saper accettare con equilibrio l esito di questa stagione, che ha visto comunque la Montepaschi conquistare un trofeo, come la Supercoppa italiana, nonché confermare la volontà della società di proporsi sempre al meglio, muovendosi con il tempismo giusto per rispondere nei modi più consoni alle esigenze della squadra. Certamente l ulteriore salto di qualità sarà determinato proprio dalla capacità di saper metabolizzare nella giusta maniera i risultati della stagione appena conclusa, partendo proprio dagli errori commessi e soprattutto non accelerando processi di rifondazione, che potrebbero aggiungere altri errori. Intanto a scuotere ulteriormente l ambiente, c è stata la ventilata possibilità di una uscita di Carlo Recalcati dalla panchina senese, una voce circolata in verità soprattutto fuori di Siena, ma che ha aggiunto ulteriori motivi di preoccupazione in un ambiente indubbiamente deluso per l uscita anticipata dalla lotta per lo scudetto. L infondatezza di questa notizia, confermata dai diretti interessati Minucci e Recalcati, restituisce senza dubbio tranquillità a tutti, perché al di là della gratitudine che sicuramente ci legherà sempre al suo nome, l uomo ed il tecnico Recalcati ci impongono una riflessione, soprattutto oggi che lo possiamo giudicare sia dopo l ebbrezza di un trionfo, che dopo la delusione di un mezzo fallimento; a Siena ormai di allenatori ne abbiamo conosciuti molti, spesso di spiccate qualità tecniche ed umane, ma sinceramente come Recalcati non ne abbiamo ammirati mai e la conferma di ciò scaturisce non solo da una valutazione tecnica, che i risultati da soli dipingono in maniera inequivocabile, ma anche per l onestà intellettuale che accompagna sempre le sue analisi, siano esse riferite alla singola gara, che ad un intero campionato. Non è casuale il riferimento all intero arco temporale di una stagione, perché l interpretazione che il coach senese ha dato del campionato senese, assumendosi una buona fetta di responsabilità riguardo ad esempio alla vicenda Myers, è esemplare di un atteggiamento che raramente si trova negli uomini di sport, sempre pronti a giustificare i propri insuccessi, ammettendo al massimo mezze responsabilità, ma sempre propensi a trovare negli altri i veri responsabili degli insuccessi. Sarà perchè la vicenda Myers ci lascia la convinzione di una scommessa voluta

4 4 basket fortemente, senza però una reale condivisione da parte di tutti, aver accentrato su se stesso la maggiore responsabilità di colpa, ci dimostra la levatura del personaggio. La cui capacità di saper razionalizzare gli eventi, sarà sicuramente importante per pianificare la prossima avventura in campionato ed è risaltata evidente anche nel corso di questi playoff, di fronte ad un atteggiamento arbitrale, che non può essere addotto come unica giustificazione della vittoria romana, ma che ha lasciato molto amaro in bocca in casa biancoverde. Qui apriamo un altra parentesi pericolosa, rifuggiamo assolutamente l idea dei complotti e tecnicamente dobbiamo riconoscere a Roma la capacità di essersi presentata ai playoff con un volto assolutamente diverso rispetto a quello mostrato nella stagione regolare, ma questo non vuol dire che Siena ed in ciò possiamo accomunare anche Treviso e Bologna, non si trovino a lottare con un avversario in più, invisibile e dai contorni indefiniti, ma dalla forza dirompente e che risponde ad una volontà ben precisa di rilanciare le metropoli alla vetta dell intero movimento. Un processo assolutamente positivo per la visibilità del basket, che non può non far piacere a chi come noi è appassionato di questo sport, ma che ci lascia perplessi quando è ancora tutto da verificare l aspetto sostanziale dei programmi societari delle grandi città. Quello che comunque appare inaccettabile, è che a livello di opinione pubblica e mass media si azzerino i meriti di quelle società che per tanti anni hanno sorretto il basket anche nei momenti più difficili bastano a tal proposito le parole di Ettore Messina, che alla vigilia delle semifinali si è lamentato del fatto che si parla solo di Milano e Roma, dimenticando i meriti di squadre come Treviso e Bologna, che insieme a Siena hanno rappresentato in maniera tangibile la bontà del basket italiano a livello di club anche in Europa. Ma anche in questo contesto coach Recalcati e lo stesso Minucci indicano una strada fatta non di scontato vittimismo, ma bensì di pragmatico approccio alla questione. Nessuna polemica dirompente, ma una vigile valutazione di quanto è accaduto e soprattutto di quello che potrà accadere; valutazioni che dovranno essere fatte pesare negli appositi luoghi, senza chiudere gli occhi rispetto la considerazione che una presenza importante e consolidata delle grandi città nel basket, è comunque un passaggio fondamentale per una definitiva affermazione di questo sport. Certo tutto ciò aumenta la concorrenzialità al vertice del campionato, ma questo non può mutare gli orizzonti di riferimento mensanini, perché la presenza di uno sponsor come la Banca Montepaschi garantisce una effettiva continuità competitiva, anche in presenza di una programmazione, che a livello tecnico, necessita obiettivamente di una rimodulazione. Gli indirizzi appena accennati, e non potrebbero essere diversamente visto che ancora la stagione deve concludersi sia a livello italiano che europeo, ci inducono a credere che molte saranno le partenze riferite al gruppo storico che ha conquistato lo scudetto, alcune forse dettate anche da motivi fisici, altre da scelte personali già palesate come nel caso di Kakiouzis, ma su altre peserà anche il giudizio negativo che Recalcati ha dato del gruppo nella gestione dell annata e soprattutto l aspetto legato al coinvolgimento personale degli stessi, nei progetti che lecitamente una società porta avanti. Quando si afferma, come ha fatto il coach senese, che nella vicenda Myers a deluderlo maggiormente non è stata la guardia riminese, bensì il resto del gruppo che era chiamato a facilitare o quantomeno aiutare il suo inserimento, è altrettanto ovvio che a livello personale qualcuno ha speso meno di quello che era ritenuto necessario e rimanere nel dubbio che tutto sia stato determinato dal carattere indubbiamente particolare di Myers, che del suo ce l ha messo senza dubbio, vorrebbe dire comunque sorvolare sulla possibilità che questo rischio non possa ripetersi anche con altri giocatori. D altra parte ad un atleta è chiesto di giocare e non di occuparsi delle scelte societarie e questo più o meno velatamente è accaduto nel corso della stagione, impoverendo il gruppo proprio in quelle caratteristiche che l avevano reso praticamente imbattibile un anno prima, cioè la grande coesione, l entusiasmo e la convinzione. All indomani dell uscita di scena di Myers, il problema principale accanto a quello divenuto pressoché ingestibile degli infortuni, era proprio ricreare le condizioni mentali per tentare di invertire una rotta palesemente dispersa. I nuovi arrivi, al di là delle considerazioni tecniche che appartengono al giudizio singolo sul loro rendimento e sulle loro caratteristiche, hanno contribuito quanto meno a risvegliare una certa identità di squadra e a ristabilire degli equilibri mentali che nella sostanza potrebbero pesare fortemente sul giudizio finale della stagione. In effetti aver compiuto l impresa di raggiungere la seconda posizione in coabitazione con Bologna, partendo da una situazione pesantemente condizionata dalle considerazioni fatte precedentemente, ci consente di sperare fino all ultimo nella qualificazione alla prossima Eurolega e nessuno può togliere agli artefici di questa parte finale della stagione regolare, il merito di aver acquisito un risultato dato quasi sicuramente per scontato ad inizio stagione, ma tutt altro che certo a dieci giornate dalla fine della prima fase. Proprio l accanimento degli infortuni ci lascia il giudizio sospeso su come effettivamente la Montepaschi avrebbe potuto concludere questa stagione, nessuno ce lo potrà dire, ma in altrettanto modo nessuno potrà convincerci sul fatto che l ultima versione mensanina con Chiacig presente, avrebbe potuto gestire meglio tatticamente la serie con Roma. Ora vivremo l appendice del campionato con il fiato sospeso, tifando, un po contro natura, per squadre come Treviso e Bologna, che hanno rappresentato gli ostacoli più importanti negli ultimi anni nella rincorsa alla definitiva consacrazione di Siena nell olimpo del basket nazionale, ma d altra parte bisogna fare di necessità virtù ed il futuro della Montepaschi passerà anche attraverso quello che sarà il verdetto finale di questa stagione. Fare l Eurolega o meno cambia non solo gli scenari, ma vuol dire soprattutto operare scelte diverse e soprattutto godere di una visibilità differente, specie quando gli obiettivi a livello individuale vanno su soggetti di assoluto rilievo continentale. Come l ala-pivot Boisa, georgiano, in attesa di un non trascurabile passaporto sloveno, che lo rende a tutti gli effetti comunitario e che la Montepaschi sembra aver firmato già da qualche tempo o il play del Panathinaikos Lakovic, anch esso sloveno, sul quale la Mens Sana sembra aver messo gli occhi o lo stesso Bulleri, che ritardando i tempi di rinnovo del contratto con Treviso, aumenta la fila degli estimatori, tra i quali un ruolo non secondario lo recita ancora la Montepaschi. Insomma ci attende un estate molto calda, gli eventi del campionato sfortunatamente hanno concesso qualche settimana di anticipo a Ferdinando Minucci, un vantaggio di cui sicuramente il dirigente senese avrebbe voluto fare a meno, ma che ora può cercare di sfruttare al meglio. Si ripartirà, come ha detto lo stesso Recalcati, da uomini come Eze e Zukauskas che rappresentano in questo momento il futuro e la continuità rispetto al passato. Ovviamente tra i tanti giocatori sotto contratto già in maglia biancoverde o a spasso in Italia, ci saranno partenze più o meno dolorose o ritorni possibili. L unica cosa che realmente si percepisce però, è la volontà di puntare sui giovani e quando si parla di belle speranze, il discorso scivola inevitabile su Datome, che a livello di intenzioni nella prossima stagione dovrà trovare una collocazione reale in termini di utilizzo. Una sfida questa che ci proietta in un nuovo stadio della programmazione lanciata in questi anni dalla dirigenza mensanina: cominciare a mettere a frutto il grande lavoro di reclutamento fatto in questi anni a livello giovanile, un progetto difficile, ma che prima o poi deve produrre dei risultati. E chi se non Recalcati ha tutti i numeri per raccogliere questa nuova sfida?

5 diario La rivincita è già cominciata Roberto Morrocchi 5 Ètempo di consuntivi e visto che al diario non si può mentire non posso definire soddisfacente la stagione che per noi si è chiusa, ai quarti, a Roma. Partiti in pompa magna con la Supercoppa assicurata alla bacheca mensanina, dall alto di una prova a tratti scintillante, ci siamo barcamenati poi fra prestazioni del tutto convincenti ( vedi i successi interni con Treviso e Fortitudo e quello esterno con Pesaro) ed altre irritanti ( fra tutte il derby di Livorno, le sconfitte di Iesi, Roseto ed Udine, lo scivolone interno con Napoli..). In Coppa Italia siamo usciti dalla comune al primo assalto ed in Europa ci siamo accontentati di un posto peraltro onorevole fra le prime sedici, avendo però regalato giorni di gloria a squadre di modesto lignaggio, già rassegnate a chiudere senza acuti il loro girone. La parentesi Myers, aperta con fondate speranze in estate, si è chiusa in mestizia alla fine dell inverno.inutile tornarci sopra. Il gruppo non accettava il trapianto e Carlton, da parte sua, si metteva fuori dal coro.. Salutato Carlton era sembrato, di lì a poco, che la squadra potesse ritrovarsi. Vincevamo partite importanti ( a Milano facevamo saltare le coronarie a Peterson e Tranquillo) e coglievamo un insperato terzo posto, ad un canestro dalla seconda moneta. Un terzo posto che ci ricolloca fra le belle d Europa, a meno di altri morsi velenosi della mala suerte. Ma non avevamo fatto i conti con la sfortuna più nera che trasformava la coda della stagione in una autentica via crucis. Vanterpool, il collante del gruppo, l uomo in più nella corsa allo scudetto, era definitivamente out a causa di un doloroso guaio ad un ginocchio. Kakiouzis, dopo averci regalato punti importanti con Cantù, si fermava per guai muscolari ad un polpaccio. Era già fuori combattimento Minda, la nostra miglior pedina difensiva, oltre che buon bombardiere, e Chiacig, che aveva dato fiato alla riscossa, si infortunava per non rientrare più. Un commovente Stefanov, acciaccato e stanco cercava di buttare il cuore oltre l ostacolo, ma sul parquet, diciamocela tutta, la Montepaschi dello scudetto non c era più. A proposito anche Petrovic, uno dei tre acquisti dell ultima ora, si era storto di brutto la caviglia e lo avrebbe seguito tiramolla Eze nel bel mezzo di gara quattro a Roma. La sorte, insomma, ci presentava improvvisamente il conto.un conto salatissimo. Conta poco che Siena lo scudetto se lo fosse meritato per intero. La fortuna ci voltava le spalle e anche i media nazionali che avevano cantato, obtorto collo, le imprese della piccola città di provincia, si rivelavano tifosi, senza pudori, del basket metropolitano di Roma e Milano. Lungi da me il piagnisteo. Non l ho mai fatto e non digerisco altri che a questo malvezzo sono adusi. Ma al di là della sorte che come dà, prende, ho avuto l impressione che Siena con lo scudetto strappato alle solite grandi, con la Saporta e quella presenza costante alle finali di Coppa, fosse andata, come dire?, oltre il consentito. Passi per i media e per i giornalisti del lombardo-veneto ai quali apriamo da sempre le porte e il cuore. E qui mi viene il sospetto che più che signori siamo un tantinello provincialotti Passi per qualche Yesman in Lega e in Federazione, inaccettabile però che gli arbitri, per definizione sempre e comunque sopra le parti, si siano accorti della piccola ma ingombrante Siena, affannandosi con fischi vergognosi a dare una mano alla Roma di Pesic. Così va il mondo e non mi meraviglio più di niente.voltiamo pagina e andiamo avanti con rinnovato vigore e la voglia matta di prenderci subito la rivincita. Minucci lavora già alla costruzione della squadra del prossimo futuro e sono certo che saremo come sempre all altezza del compito gravoso che ci attende. Cadetti e Juniores sono, come sempre negli ultimi dieci anni, fra i primi d Italia. Certi nostri ragazzi primeggiano in roster ideali di categoria in Europa faccio voti perché, per esempio, un Datome sia già dalla prossima stagione un protagonista assoluto in serie A. È una speranza che deve diventare certezza

6 Mille traumi di una stagione in salita, non sono bastati a rompere il legame tra Siena e la Mens Sana. La città ha capito e accettato il rischio Myers, e ancor più ha capito che gli infortuni hanno eccessivamente mutato lo scenario. Tanto da non lasciare al campo la possibilità di emettere i verdetti. La Montepaschi quest annata se l è vista sfilare piano piano, e alla fine il rimpianto più grande è quello di non essersela potuta giocare sino in fondo. Ma il pubblico ha capito e accettato. La squadra, d altro canto, esce lacerata dalla stagione dei mille strappi e vittima di un crollo delle certezze che all interno ha fatto ovviamente le sue vittime. Alle vicissitudini il gruppo ha risposto, ma è irrimediabilmente cambiato, ha perso certi automatismi e un identità pazientemente costruita. La Mens Sana che verrà, del passato avrà le idee ispiratrici e l allenatore, ma ben poco della struttura umana. Il principio di base sarà ancora quello che ha condotto allo scudetto, e quindi indirizzato alla costruzione di un gruppo equilibrato, senza stelle eccessivamente accentratrici. In campo l affidabilità e l esperienza di Zukauskas, i volti giovani e l entusiasmo di Datome ed Eze. Ma anche l esplosivo talento del ventiquattrenne Vladimer Boisa. Un tipo da 15,7 punti di media in Eurolega e che ai dirigenti biancoverdi ha rubato il cuore giocando magnificamente nelle fila del Lubiana. A Siena arriverà con passaporto da comunitario, e tutte le caratteristiche per essere considerato un autentico lusso. Queste certezze sono la base su cui costruire con pazienza. Nel vivo ci si entrerà a campionato finito, ma le linee guida sono già dettate. La rottura degli equilibri costringerà a sacrifici dolorosi un po in tutti i reparti. Probabile che i primi nodi da sciogliere riguardino il settore lunghi, che di fatto sembrerebbe quello più definito. Assieme ad Eze e Boisa ci dovrebbe essere l inserimento di almeno un altro importante acquisto. Un giocatore di prima scelta europea. Dalla rosa che comprende i vari Gigli, Stonerook, Oberto uscirà almeno un nome. In base alle caratteristiche di quest ultimo sarà valutata l eventuale conferma di uno fra Chiacig e Galanda, che difficilmente resteranno quindi a fare coppia. Comunque sia, l obiettivo sembra quello di costruire un reparto di giocatori con passaporto italiano o almeno europeo, in modo da poter spendere i tre visti extracomunitari per gli esterni. Anche per questo settore si fanno già dei nomi. I più ricorrenti sono quelli di Lakovic e Bulleri. Del secondo c è ben poco da dire. Quando uno viene eletto miglior giocatore del campionato è davvero inutile aggiungere altro. Il primo è dato in partenza da Atene, in virtù dell epurazione in corso in casa Olimpiakos. Probabile la partenza di Obradovic, e con lui di molti pezzi pregiati. Lakovic è un ventisettenne play sloveno che coi suoi 15 di media in Eurolega fa gola a La Montepaschi che verrà è già in cantiere e spuntano i primi nomi FABIO FINESCHI molti. Staremo ovviamente a vedere cosa maturerà nei fatti da metà giugno in poi. A tirare a indovinare, la prima novità potrebbe riguardare la panchina. Non quella intoccabile di Consigli per gli acquisti Charlie, ma quella che Pianigiani lascerà vacante partendo per la Legadue. Da lì probabilmente si inizierà a ricostruire. basket 7

7 8 basket I biancoverdi escono all altezza dei quarti dei playoff e si lasciano scucire il tricolore dal petto MARCO NALDINI Il Monte stecca nella difesa L incompiuta. La stagione del tricolore sul petto inizia nei migliori dei modi e con la vittoria della Supercoppa, ma termina nell anonimato. Stona il finale di campionato, stona l eliminazione dalla Coppa Italia, stonano alcuni avvicendamenti del roster campione d Italia, come nel caso di Efthimios Rentzias congedatosi con tre non entrato nella serie dei playoff. Il Monte, strada facendo, ha perso la coralità della sua orchestra, presentandosi di fronte a Roma, nei quarti, con tanti solisti che non sono riusciti a trovare una nota di accordo comune e a sbarazzarsi dei capitolini. Il mancato accesso alla semifinale lascia l amaro in bocca. Il Monte è l unica delle quattro teste di serie del tabellone finale ad uscire subito di scena, ruzzolando dal secondo posto (terzo per differenza canestri) della regular season in coabitazione con la Climamio Bologna, al quinto piazzamento con il quale viene archiviata l annata. Troppo poco rispetto alle premesse ed alle potenzialità di una squadra che nel corso dell annata ha sprecato tante occasioni, per mettersi almeno alla ruota del Benetton, e che poi nel finale di stagione ha dovuto fare i conti con i molteplici infortuni. Il forfait di alcune pedine protagoniste della conquista del tricolore, ha accentuato il trend discendente (soprattutto nella qualità del gioco difensivo) che però era già iniziato prima che l infermeria si infittisse come nelle ultime settimane. A febbraio Siena ha vinto solo in casa con Varese, ma ha perso sia a Jesi (poi retrocessa in Lega 2) che a Udine, oltre alla debacle con Cantù in Coppa Italia. Nell ultimo mese solo Milano e Pesaro sono state tenute sotto i 70 punti, altrimenti i punti subiti sono stati minimo 78 (ben 88 in casa, nella gara-1 persa con la Lottomatica). L Mps si è cucito il tricolore un anno fa producendo tanto in difesa, ora se lo scuce dimenticandosi della sua caratteristica vincente. Capita, quando i processi di crescita sono in atto. Alle porte c è però già un altra occasione per consolidarsi ulteriormente e salire ancora in alto.

8 Processo virtuale ad una squadra che non ha mantenuto fede alle aspettative LUCA BIANCHIN basket La Corte si ritira 9 La denuncia, ancorché anonima, era stata depositata come da protocollo in Tribunale. La data apposta sulla pratica dalla cancelleria - 21 maggio 2005, giorno seguente all eliminazione della squadra Campione d Italia 2004 dai playoff scudetto non rendeva certo omaggio alle teorie di chi ritiene doveroso riflettere qualche giorno sui motivi di un fallimento prima di distribuire colpe e proclamare verdetti. Il capo d accusa del Pubblico Ministero era chiaro: concorso di colpa in stagione fallimentare. L imputata, illustre: la società Montepaschi Mens Sana Siena, nelle persone dei giocatori e dei componenti dello staff tecnico e dirigenziale che la rappresentano. Il processo alla Mens Sana comincia così, a poche ore dall ennesima sconfitta della stagione di una squadra che, appena otto mesi prima, si era presentata al via del campionato con uno scudetto da difendere tra i pronostici dei soliti sapienti del canestro che le accreditavano una facile riconferma. Altri tempi, in cui Efthimios Rentzias (2 minuti di media nella serie contro Roma) sembrava un più che degno sostituto del mercenario David Andersen (16 punti e 9 rimbalzi a partita nelle Top Sixteen di Eurolega) e Carlton Myers era etichettato come l innesto perfetto per il parco esterni più competitivo d Italia. Silenzio in aula. Entri la società Mens Sana Siena. Imputato, come si proclama? Mens Sana.: Non colpevole Parola al pubblico ministero Pubblico Ministero: Imputato, è a conoscenza del fatto che in questi giorni altre squadre si stanno giocando il titolo 2005 mentre lei, dall alto di un talento complessivo superiore a quasi tutte le avversarie, si ritrova a chiudere bilanci che hanno la sola Supercoppa alla voce attivo? M.S.: Certo. Mi permetta però di puntualizzare come la nostra stagione sia stata minata dagli infortuni e da una serie di imprevisti che non augurerei nemmeno al mio peggior nemico. Inoltre credo che il talento complessivo del nostro organico sia stato un tantino sopravvalutato dopo la primavera 2004 in cui, molto francamente, tutto andò per il verso giusto. P.M.: Imputato, le attenuanti generchie (che peraltro le devo riconoscere) non cancellano i dubbi sulla gestione del gruppo. Il caso Myers, tanto per fare un esempio, come lo giustifica? M.S.: In estate, perso Vukcevic, abbiamo scelto di mantenere il nostro stile di gioco, basato su lunghi capaci di tirare da lontano ed esterni pericolosi vicino a canetro. Anche per questo ci serviva un attaccante capace di produrre punti dal perimetro e aprire le difese in penetrazione nei molti minuti di riposo che intendevamo concedere ai nostri americani. Carlton era semplicememte la migliore opzione offerta dal mercato nel ruolo. Non ci fosse stato quel 2 dicembre forse oggi racconteremmo un altra storia P.M.: Vuole spiegare alla Corte a cosa si riferisce? M.S.: Il 2 dicembre ospitammo il Barcellona in un match importante in chiave qualificazione alle Top 16. Una partitaccia: inseguimmo per 35 minuti, fino a quando il nostro coach Carlo Recalcati mise in campo Myers che, con cinque triple in un quarto, sconfisse da solo Bodiroga, Fucka e tutta Barcellona. In quel momento l autostima del ragazzo, mai timido peraltro, raggiunse livelli tali da cancellare tutti i nostri colloqui estivi, nei quali Carlton aveva giurato di poter accettare un ruolo da comprimario. Il gruppo, a quel punto, non lo assecondò e gli fece notare lo scudetto cucito sul petto quando ancora lui abitava in riva al Tevere. Decretando così formalmente la vera svolta negativa della nostra stagione. P.M.: Su alcuni organi d informazione si è parlato a lungo di pesanti scambi di opinioni tra Myers e alcuni compagni di squadra, Vanterpool su tutti. Queste voci corrispondono a verità? Mormorio in aula. M.S.: Mi avvalgo della facoltà di non rispondere. Piuttosto, ben più importante è stata la questione Stefanov P.M.: Già, Vrbica Stefanov, altro imputato di lusso in questo processo. Non crede che il suo rendimento, dopo la fantastica scorsa stagione, sia oscillato tra l appena sufficiente e il molto deludente? M.S.: In società siamo stati sempre convinti (posso portare come prova molte dichiarazioni in proposito di coach Recalcati) che Vrbica fosse l unico giocatore capace di farci fare il salto di qualità e gli abbiamo dato fiducia fino alla fine dei playoff in cui misteriosamente è tornato a eclissarsi perdendo largamente il duello contro un Edney che, per certi aspetti, riteniamo inferiore al nostro numero 4. Non dimenticherei, anche in questo caso, l apporto della sfortuna che con Stefanov ha davvero esagerato. Ricorderete anche voi che nelle ore successive all infortunio di Udine del 27 febbraio molti hanno temuto addirittura per le sue capacità motorie P.M.: Tutto vero. Però di tempo per rimediare ne avete avuto fin troppo, questo deve riconoscerlo. M.S.: Gli infortuni a Vanterpool e Zukauskas ci hanno obbligato a pescare tra i resti del mercato dei free agent. Dove, peraltro, con David Hawkins arrivammo a un passo dal colpo dell anno. P.M.: Si riferisce allo stesso David Hawkins che ha scherzato con Hafnar, Jackson e tutti i vostri esterni tra gara1 e gara4 dei quarti? M.S.: Purtroppo sì. Il nostro general manager raggiunse a metà marzo un accordo con il giocatore, che sarebbe stato ben felice di vestirsi di biancoverde. A distanza di pochi giorni, però, emersero strani rapporti di amicizia sull asse Rieti-Roma che spinsero Hawkins verso la capitale. Evidentemente non eravamo stati gli unici a comprendere le potenzialità del ragazzo P.M.: Ho esaurito le mie domande. La Corte si ritira, l udienza è tolta in attesa del verdetto. I soliti beninformati dicono che per Recalcati, Eze, Lamma, Datome e Zukauskas l assoluzione dovrebbe essere garantita. Stesso discorso per Stefanov, Chiacig e Galanda, che dovrebbero salvarsi per l onorata anzianità di servizio. Più complesso il discorso per Jackson, Thornton e Rentzias che dovrebbero scontare qualche anno di confino ad un livello cestistico inferiore. Resta Myers che, tanto per non rischiare, ha patteggiato da tempo l esilio in Spagna. Galanda e Hafnar alla sbarra.

9 Uno per uno tutti i protagonisti di una stagione non all altezza delle ambizioni che aveva giustificato MAURO BINDI basket I 15 uomini che non hanno fatto una squadra 11 Un organico profondo e ricco di individualità costruito per reggere il peso del duplice impegno campionato-eurolega, ritoccato per correggere in corso d opera un peccato originale e poi ulteriormente dilatatosi per porre rimedio ad una situazione sanitaria al limite del collasso. In maniera condensata è questo il contesto che ha caratterizzato la costruzione e la conseguente evoluzione del roster della Montepaschi in questa stagione così tribolata; 15 giocatori veri ed una nidiata di giovani speranze che si sono alternati sui parquet d Italia e d Europa nella speranza di bissare i successi degli ultimi anni, ne è venuta fuori invece una stagione contrastata e controversa, che anche a livello individuale ha regalato e regalerà alla dirigenza senese più di un motivo di discussione ed analisi. VRBICA STEFANOV È uno dei giocatori nei quali si rispecchia l intera annata senese. Una partenza la sua di buon livello caratterizzata da una regia puntuale, fatta di quelle accelerazioni che lo hanno reso uno dei migliori play in circolazione in Europa ed in più un sensibile miglioramento nel tiro da 3, raggiungendo percentuali elevatissimi sia in campionato che in Eurolega, poi il graduale ridimensionamento, coinciso con le difficoltà della squadra ed esploso, suo malgrado, nel terribile impatto contro Wallace sul parquet di Udine, che ci ha fatto veramente temere moltissimo per la sua integrità fisica. L ultima parte della stagione è stata una indubbia sofferenza, sia perché il recupero è stato duro sia sotto l aspetto fisico che mentale, sia perché la squadra, a causa dei tanti infortuni, si è trovata in debito di personalità in mezzo al campo e qui si sono visti certi limiti del play macedone, che nei momenti più critici ha sempre dimostrato difficoltà ad imporre la sua leadership. Privarsene per il futuro può essere un rischio, ma la necessità di valutarne a fondo la consistenza fisica e la rispondenza al ruolo che deve recitare in seno alla squadra, ne mettono in discussione il futuro a Siena. MINDAUGAS ZUKAUSKAS Per antonomasia è il giocatore buono per ogni stagione, capace di riciclarsi in più ruoli sul campo, è anche un uomo sempre positivo come atteggiamento, che fa estremamente comodo in ogni gruppo. Un leader silenzioso che non ha necessità di imporsi a suon di canestri o rimbalzi. Lui, come gran parte dei suoi compagni, ha patito la stagione difficile della squadra, si è ritagliato un ruolo ancora più difensivistico rispetto al passato, fungendo da specialista nella metà campo senese e soffren- do non poco in attacco, in funzione di una redistribuzione offensiva che teneva conto della presenza di tante diverse opzioni. Saltato l impianto iniziale della squadra, ha cercato di dare il suo anche in attacco, ritrovando quegli spazi che gli erano negati per buona parte della stagione. Peccato per l infortunio al piede, ma il suo rientro forzatamente anticipato in gara tre dei quarti di finale contro Roma ha dimostrato come la sua funzione

10 12 GREGOR HAFNAR Arrivato in sordina per sostituire Myers, è stato sinceramente una piacevole sorpresa. I suoi passati italiani ce lo avevano già mostrato come soggetto valido fisicamente e dotato di buone qualità tecniche, il fatto però di aver sempre giocato in squadre di non elevato rango, lo rendevano poco valutabile ai massimi livelli, invece il suo approccio è stato estrebasket dentro la squadra sia superiore rispetto al modo schivo con il quale si propone normalmente. È ormai uno dei nostri e Recalcati lo ha già promosso come chioccia anche per il prossimo futuro. GIACOMO GALANDA Che dire di Jack? Ha rinunciato ad una chiamata NBA, dopo l eccellente Olimpiade greca, per rispettare il contratto con Siena, ha disputato un inizio di campionato più che buono, che ci faceva sperare di poterlo ammirare su certi livelli per buona parte della stagione, tutti si aspettavano prima o poi che arrivasse una fase di declino, ma che questa durasse quasi un intera stagione in pochi se lo aspettavano, oltre che augurarselo. Invece è stato così, addirittura l insistenza di Recalcati a proporlo in campo a dispetto delle sue condizioni, ha creato per un periodo abbastanza lungo frizioni importanti con certa parte del pubblico, ma alla resa dei conti una parte di ragione l ha avuto ancora il coach senese, che ha ritrovato il suo uomo di maggior fiducia in Nazionale e nel club, proprio nel momento finale, quando la sua impennata di rendimento ha coinciso con il recupero senese di fine stagione regolare, oltre ad essere stato sicuramente uno dei migliori nella serie con Roma, ricoprendo, come sa fare, un ruolo da leader. A Recalcati piacciono i quattro che possono giocare anche da cinque, un profilo che si ritaglia perfettamente con le caratteristiche di Galanda. Sotto questo aspetto il suo futuro potrebbe essere ancora bianco-verde, certo la sua stagione è stata tutt altro che esaltante e questo potrebbe avere un peso non trascurabile. mamente positivo. Si è calato con molta umiltà nel clima della squadra, tirando fuori una discreta personalità; sicuramente è stato un giocatore importante per permettere il recupero anche mentale del gruppo. Rimane purtroppo un unico grande neo nella sua avventura senese, quell ultimo incredibile pallone perso in gara uno contro Roma, un errore che ha segnato sinceramente l esito della serie e che purtroppo lo ha visto protagonista in senso negativo. Obiettivamente non sono moltissime le possibilità di vederlo ancora a Siena. BENJAMIN EZE Una stagione rincorsa dietro il conseguimento dello status di italiano, che non lo ha certo aiutato; un impegno iniziale nella sola competizione europea, che poneva ovvi limiti di spazio e coinvolgimento all interno della squadra. Nel momento però che il passaporto è arrivato, il contributo di Benjamin è stato reale e concreto, dando, forse, una minima parte della percezione di quello che può offrire in futuro alla causa mensanina. Grandissimo intimidatore, in certi momenti della gara fa quasi reparto difensivo da solo, le sue potentissime leve ed il suo tempismo lo rendono quasi insuperabile, tanto che gli avversari conoscendolo, devono sempre modificare le proprie traiettorie di tiro. Logicamente Eze deve ancora migliorare moltissimo, specie nella capacità di prendere posizione, fondamentale sia in ottica rimbalzo che in quella degli scarichi, sui quali deve migliorare la sua capacità di ricezione. È chiaro che è uno dei punti riferimento per la Montepaschi del futuro. Piace moltissimo anche per l innata simpatia e per un entusiasmo travolgente. A salvaguardia dei nostri cuori, gli chiediamo di lavorare tantissimo nei tiri liberi, perché non possiamo patire come abbiamo fatto in alcune occasioni e come è successo ad esempio a Milano, dove ci ha regalato insperatamente una delle poche soddisfazioni della stagione. DAVID VANTERPOOL Il leader riconosciuto del gruppo, l uomo che nella passata stagione aveva fatto lievitare il rendimento proprio e quello della squadra partendo quasi dallo scetticismo che circondava il suo nome. Doveva essere l annata della definitiva consacrazione, ma l arrivo di Myers ne ha destabilizzato in parte quell equilibrio che nello scorso campionato gli aveva permesso di dare un contributo, in termini di presenza, pressoché totale. È stato l uomo che più di altri si è esposto nel manifestare la propria non condivisione della scelta di acquisire il contributo di Myers, ma sicuramente questo non vuol dire che sia più colpevole di altri nel fallimento del progetto che coinvolgeva la guardia riminese. Nonostante questo, la sua assenza nel finale di stagione si è sentita eccome, è mancata la sua leadership, la sua capacità di inventare, la sua prestanza fisica anche in chiave difensiva; forse con lui David Hawkins si sarebbe divertito molto meno. La gravità del suo infortunio (si parla di un problema cartaligeneo al ginocchio), rende il suo ritorno a Siena condizionato dal buon esito dell intervento eseguito in America. Se tutto fosse ok è logico pensarlo ancora in maglia bianco-verde, anche perché di giocatori come Vanterpool ce ne sono veramente pochi in giro. CARLTON MYERS Il peccato originale, l addizione che avrebbe dovuto creare dei presupposti importanti sia a livello individuale per la guardia riminese, che per la squadra bianco-verde, si è progressivamente dimostrato un boomerang pericoloso per il gruppo. Le responsabilità devono essere equamente divise tra tutte le componenti che hanno condiviso quella che a buona ragione poteva essere considerata una sfida ricca di affascinanti opportunità, ma anche di rischi esplosivi. Hanno vinto purtroppo quest ultimi e soprattutto la difficoltà del gruppo ad accettare una personalità forte e particolare come quella di Myers. Negli occhi di tutti rimarranno le performance stratosferiche tipo l ultimo quarto di Eurolega contro il Barcellona o la partita giocata contro Bologna all andata, che ha segnato il punto di maggiore coinvolgimento di Myers nel progetto Mens Sana, ma purtroppo rimarrà nella mente degli appassionati anche il progressivo distacco emotivo dall avventura senese. L impegno, soprattutto iniziale, non è mancato, il giocatore non è assolutamente in discussione, rimane solo il dispiacere che tutti abbiano perso una occasione: Myers di ritagliarsi un ruolo diverso per la parte rimanente della propria carriera, Siena di non aver potuto apprezzare fino in fondo un campione come probabilmente ce ne sono pochi in Italia. BOOTSY THORNTON Definito a ragione l uomo degli ultimi mesi e ancor più giocatore da playoff per antonomasia, si è trovato a giocare l ultima parte decisiva della stagione in una condizione di squadra non certo ottimale per esprimersi al meglio.la squadra aveva bisogno di una guida

11 e onestamente Bootsy ha provato a recitare il ruolo di leader, ma ad eccezione di gara 2 la sua serie finale è stata al di sotto delle sue potenzialità. Potenzialità che hanno bisogno di un contesto che non lo faccia essere l unico punto di riferimento, perché altrimenti il suo gioco offensivo diventa troppo prevedibile, non avendo compiuto progressi significativi soprattutto sul perimetro. La sua stagione, ad eccezione di una partenza lanciata, è stata abbastanza contrastata e le difficoltà della scorsa stagione sono riaffiorate sia in campionato che in Europa, tanto che il suo rendimento è stato tutt altro che esaltante. Thornton rimane sicuramente uno dei migliori americani in circolazione, ma proprio per le considerazioni fatte precedentemente, necessita di un contesto tecnico adeguato e questo alla vigilia di un mercato che potrebbe ridisegnare sostanzialmente il volto della squadra, ne rende forse incerto il futuro. VLADIMIR PETROVIC Arrivato come Hafnar e Jackson per raddrizzare la stagione senese, ha avuto il merito di dare un contributo importante sotto l aspetto atletico, in considerazione di una esuberanza fisica evidente. Anche lui è stato vittima di un infortunio che lo ha tolto di mezzo dopo una manciata di partite. Per quel poco che forse abbiamo visto, si tratta di un giocatore dai notevoli mezzi fisici e con qualità tecniche un po grezze, ma ha dimostrato anche una notevole disponibilità a sacrificarsi in ruoli non suoi. La sua esperienza maturata in vari campionati europei ed anche a livello Eurolega lo rendono soggetto da tenere sott occhio. È arrivato a Siena, che l ha strappato a Milano, con una opzione anche per il prossimo anno. Il suo impiego da comunitario lo rende senza dubbio appetibile, se non si troveranno alternative migliori forse lo rivedremo nella prossima stagione. LUIGI DATOME Lui è l uomo del futuro. Recalcati si è già espresso in tal senso e non possiamo dargli torto. Qualcuno avrebbe voluto vederlo di più in campo già da questa stagione, anche in considerazione della miriade di infortuni toccati alla squadra, ma su di lui ogni passo va fatto con la debita accortezza. Giocatore dalle grandi potenzialità tecniche e dai mezzi atletici fuori dal comune, per assurdo ha proprio nel fisico il suo attuale limite. Un aspetto questo perfettamente compatibile con quei 18 anni che indicano proprio nel rafforzamento fisico il passaggio fondamentale per potersi proporre ai massimi livelli già da possibile protagonista. Lo attende un estate di duro lavoro, ma la prossima Montepaschi dovrà trovargli uno spazio adeguato. ROBERTO CHIACIG Il capitano ha patito non poco l accentuata perimetralità della squadra con l arrivo di Myers. Il suo ruolo da specialista sotto canestro, lo ha visto ai margini del gioco per molta parte della stagione, anche se ha rappresentato l unica vera alternativa vicino al canestro per lo meno per buona parte del campionato. Disciplinatamente ha visto assottigliarsi ancor più il suo impiego, salvo poi ritrovare nel finale di stagione un ruolo centrale nella manovra senese, tanto da risultare decisivo nella parte finale della stagione, dove il suo recupero in termini di coinvolgimento lo hanno restituito ad un ruolo da protagonista assoluto. Il suo inopinato quanto pesante infortunio, ha pesato oltre misura sul cammino della Montepaschi nei playoff; contro Roma la sua presenza avrebbe fatto sicuramente pendere a favore di Siena la lotta sotto canestro, offrendo una opportunità tattica in più al gioco senese e questo è uno dei rimpianti più grandi per quello che riguarda la sfida contro la Lottomatica. Dopo oltre un lustro a Siena, la sua posizione è incerta al pari di molti altri protagonisti in maglia biancoverde. Una cosa è certa: di centri italiani in circolazione con le sue capacità ed esperienza non ce ne sono molti. Privarsene è certamente un rischio, ma qui per lui conteranno soprattutto i criteri tattici che condizioneranno le scelte societarie, ricordando che su Eze si punterà di certo. MICHALIS KAKIOUZIS È il primo partente certo dei grandi protagonisti che hanno regalato a Siena il primo scudetto, sicuramente tra i meno colpevoli di questa stagione. Giocatore fantastico per mentalità e disponibilità, anche lui ha avuto cali di forma tipici di tutti coloro che hanno affrontato l avventura olimpica nella passata estate, ma sicuramente rispetto ad altri il suo rendimento ha avuto picchi meno negativi. È andato a corrente alternata il suo mortifero tiro dall angolo, ma nella sostanza non è mai mancato il suo apporto in termini di scaltrezza e capacità di occupare spazi preclusi a giocatori più prestanti di lui in campo. La sua partenza lascia un vuoto, che in questo momento sembra molto difficile da colmare, la sua mentalità vincente si è notata anche nel finire della stagione quando, rientrato da un infortunio muscolare noiosissimo, si è tuffato subito nel clima infuocato dei playoff con la mentalità giusta per dare un contributo reale alla squadra. E questo, al di là del risulato finale si è visto ed apprezzato proprio in considerazione delle difficoltà con le quali ha affrontato la serie con Roma. A lui rimarremo sempre legati da una profonda riconoscenza. DAVIDE LAMMA Non è facile parlare in termini entusiastici del quinto uomo nella rotazione di inizio stagione dei piccoli e di chi per buona parte della stessa ha più guardato, che giocato, ma Lamma merita un applauso particolare, perché pur condizionato da una serie di problemi fisici che lo hanno condizionato sin dall inizio della stagione, ha saputo farsi trovare sempre pronto nei momenti in cui è stato chiamato in causa. Grande atteggiamento mentale, ha dimostrato pur schiacciato dalla presenza di molta concorrenza di saper interpretare il ruolo con la proverbiale grinta e personalità e proprio per questo la lammite, che ovviamente è sua prerogativa esclusiva, è uno di quegli aspetti caratteriali che ancora vorremmo vedere nel futuro agitarsi dentro una maglia biancoverde. EFTTHIMIOS RENTZIAS Una delle grandi scommesse perse della stagione senese. Rentzias è il classico giocatore che vive il proprio presente guardando ancora indietro al suo eccellente passato, ma proprio per questo sembra non essere proprietario né del presente, né tanto meno del suo futuro. A nemmeno trenta anni Rentzias deve ritrovare proprio caratterialmente la chiave per mettere in luce le qualità tecniche che indubbiamente ha, ma la sua impalpabilità è risultata evidente, pur in presenza di qualche fiammata che ha lasciato intravedere le sue potenzialità. Di questa stagione, però, rimarrà soprattutto il rammarico di non averle viste espresse con la dovuta continuità e soprattutto con la giusta determinazione. È ovvio che il suo futuro è lontano da Siena. DAVID LEE JACKSON L ultimo arrivato in termini di tempo, un mese scarso per mettersi in rotta con il campionato italiano, dopo aver speso buona parte della propria carriera tra qualche avventura nel basket veramente minore (Corea) e tanta CBA a livello comunque di protagonista. Il tiro indubbiamente c è e si è visto e solo quello potrebbe permettergli di sbarcare bene il lunario in ogni parte del mondo, ma quando gli viene richiesto qualcosa in più in termini di costruzione e soprattutto di difesa, sarebbe necessario che capisse che il metro non può essere certo l intensità con la quale si gioca soprattutto in CBA. Un processo forse possibile con tempi di inserimento diversi da quelli che gli potevano essere concessi in questa circostanza, forse qualcuno glieli offrirà, Siena sicuramente no. basket 13

12 14 tiri liberi Turiamoci il naso Antonio Tasso Recalcati l aveva detto nella Loggia dei Nove di Palazzo Pubblico durante la vernice del libro sulla sua vita di coach e di cittì nazionale: Non c illudiamo: siamo rimasti in pochi, contàti e non ci saranno recuperi miracolosi. Dobbiamo far di necessità virtù e lottare, con i reduci che restano, contro Roma avendo un intiero quintetto ( e che quintetto!) rotto. Poi, se saremo stati bravi e capaci di tirar fuori le ultime energie rimaste per allungare il più possibile la serie, potremo cominciare anche a ritrovare qualcuno degli infortunati sulla strada che conduce alla finale. Ma la vedo dura! Ad una stagione pressochè perfetta, senza infortuni, problemi particolari, disguidi od incidenti di percorso ed anche per questo, penso, culminata nella conquista del primo scudetto della nostra storia- aveva fatto seguito un annata piena zeppa d imprevisti, guai atletici, problemi di inserimento, cali di forma e di tensione quali nemmeno ai tempi ormai lontani del buon Luca Dalmonte o del Dodo pirla Rusconi. E dire che le scelte e la squadra erano state di prima qualità, pronte ad emergere (testimone la serie di sei vittorie alla fine della stagione regolare) al momento giusto in un lotto di compagini che detto fra noi anche alla luce di quello che si vede nelle semifinali- non mostravano certo supremazie di spicco. Un Ghiaccio dominante, il Gek ritrovato ai suoi livelli, Vanterpool senza rivali nella sua fisicità, il Minda sindaco di Siena- pronto ancora una volta a colpire col tiro piedi in terra dopo aver annullato qualsiasi avversario, Michalis dio greco della furbizia e dei recuperi- stavano dando ancora una volta ragione a chi la squadra l aveva assemblata in vista di un bis difficile sì ma non impossibile. Con la sorte amica! Ma può la Fortuna baciare per due volte a fila la stessa piccola realtà, gloriosa sì ma provinciale e fuori dai grandi battage pubblicitari? Bis in idem è vietato dal diritto penale figuratevi dalla Sorte cestistica! E da quella palla in mano al generoso Gorencdei poveri-hafnar in gara-uno, gira tutta la stagione mensanina già compromessa dalle assenze per infortuni. Se l avesse trattenuta, se avesse cercato un tiro, un entrata, un fallo. Ma la storia, si sa, non si fa con i se e con i ma: per questo c era già stato il caso Myers e l inarrestabile fuga verso i miliardi (veri e non in rubli!) di Cangurino Andersen Il passaggio di Gregor finisce nelle mani di Huguito Sconochini, il figliastro argentino del Charlie, e da lì in poi cambia tutto. Si recupera qualcosa all Eur pur perdendo- poi, gara-tre riattizza gli ultimi barlumi di speranza. Si va a Roma davanti a diecimila persone (ma durante tutta la stagione dov erano?? Nell orrendo Palatiziano da tremila ci si sguazzava durante il campionato ragazzi, che passione costante quella dei romani!!!) ed al generone capitolino tutto, Sindaco in testa. Si resiste, si rimonta, pur stanchi siamo lì quando ancora si può provarci si rompe Nigeria EZE: è davvero il segno della fine. Per quest anno s è chiuso. Bene? Male? Benino? Così così?? Non saprei dirlo, esprimo sensazioni non do giudizi tecnici e per questo mi sento solo di dire che la Sorte quella amica l anno scorso quest anno non ha frequentato molto il Palasclavo. Del resto, però, se è vero com è veroche la Fortuna è un po puttana, ora che a viale Sclavo quelle signore non passeggiano più, permetterete che anche la Sorte vada a battere in quei viali dell Eur dove il mestiere si pratica senza remore e a cielo aperto! Ci riproviamo un altr anno: le quindicine ante-merlin ruotavano le mestieranti e la Signora potrebbe tornare! Iniziare l estate trovandosi a tifare per la Fortitudo non è di certo il massimo per chi la Beneamata in Biancoverde ce l ha nel sangue e la beve ogni giorno col gotto al Grattacielo, le cene alla Trattoria La Patria a Rapolano o col cappuccino al Planet Basket Bar del Benvenuti & Co di via dei Rossi. Ma è andata com è andata e allora montanellianamente- turiamoci il naso, tappiamoci gli occhi e... Forza Fortitudo!!. C è da salvare l Eurolega acquisita con la fase regolare. Ci mancherebbe altro che, a ruota dei No referendari francese e olandese all Europa, arrivasse un NO grosso così alla nostra quarta partecipazione al torneo dei big continentali, causato da uno scudetto che tocchiamoci!! andasse a Milano Quindi, obtorto collo, Alè Fortitudo, in barba ai nostri sacri principi, ai nostri odi, alle antipatie inveterate che nessuno scorda ma che cerchiamo di adattare alla situazione E qui, ragazzi, il lazzo è brutto!!! come disse il rospo quando vide aguzzare il palo- Tutto e tutti stanno soffiando in una direzione, i giornali, i sindaci, le televisioni più o meno interessate all audience (ma durante la stagione regolare chi le seguiva le partite nelle due metropoli ora, improvvisamente, in amore col basket???) i cronisti più o meno interessati ai benefici che i grandi sembrano promettere ( e dico sembrano, attenzione! Perché poi, non tutti si possono mettere un completo regalato da Armani o possono vincere al Lotto! ). Gli scudetti non si vincono perché siamo vestiti dallo Stilista Principe o perché Galliani deve far divertire il figlioletto smaltendo le delusioni di Liverpool o perché il Sindaco di Roma, abbracciato a Toti, scopre un amore della capitale per il canestro mai testimoniato in anni e anni di campionati davanti a due tremila spettatori del Palazzetto o ai cinquecento dell Eurolega con Carlton Myers. Diecimila, undicimila e poi ancora diecimile e undicimila??? Va bene, ma vince chi fa un canestro, uno solo, più degli altri!! E hai voglia Sor Gino a sbraitare guardando che fanno i Vips intorno a Te, hai voglia politicume romano ad affollare un parterre che prima nemmeno sapevi esistesse Bisogna vincerlo lo scudetto, non averlo per via degli spettatori in due, e dico due, partite!!! E nun ce vonno sta!... Per mesi e mesi si è parlato di gufi che si aggiravano sulla città, nascosti in recessi a sentir dire- ben identificati. Poi, tutto si è sgonfiato e nel cielo senese sono tornati solo le rondini e i piccioni. Devo dire che, alla luce di quello che ci stava capitando (infortuni ed assenze nella fase decisiva), ci siamo provati anche noi a gufare contro quelle Realtà (?) metropolitane che potevano estrometterci dall Eurolega futura. Gufa gufa gufa. E i risultati?? Si rompe Vujanic e la Fortitudo senza Pozzecco- perde l unico play di ruolo per contrastare l Edney ed i Bonora di Roma. Gufa Gufa Gufa muore Bulleri Padre ed il buon Bullo fallisce clamorosamente (com è naturale) gara-due consentendo a Milano di vincere e di coltivare speranze! Gufa gufa gufa e invece, che ne so, di qualche stiramento ai giocatori di Roma chi si fa male? L incolpevole Team Manager Fulvio Polesello, di nostra buona memoria, cade di moto la mattina di gara-quattro ma i giocatori tutti in buona salute. Gufa Gufa Gufa e chi si rompe? Prima Petrovic, che a Roma non gioca e poi, nel momento che ancora si poteva sperare e provarci, il buon Nigeria Eze si accascia al suolo per una caviglia storta! Ah, dimenticavo prima dei play off avevamo gufato anche sugli arbitri: almeno si levasse di torno qualcuno non particolarmente gradito si fece male Gennaro Colucci, il migliore di tutti!! Lasciamo perdere: non saremo mai Gufi reali! Buone vacanze a tutti!

13 16 basket Visto da fuori La stagione del dopo scudetto di Siena si è conclusa male su tutti i fronti, soprattutto la difesa del suo primo storico titolo di campione d Italia è naufragata al primo turno dei playoff, il peggiore risultato sportivo da parte di una squadra detentrice sul format delle otto squadre ammesse alla fase tricolore. In giro, tra gli addetti ai lavori, pochi hanno dubbi nel definire questo risultato con un solo aggettivo: fallimentare. Ma credo che più che di fallimento vero e proprio (Siena ha giocato anche sprazzi di grande basket) si debba parlare di crisi di identità di molti giocatori attorno al soggetto che doveva essere il valore aggiunto del Montepaschi. Parliamo naturalmente di Carlton Myers, un vecchio campione che ha sempre mostrato grande personalità in tutte le sfide che lo hanno accompagnato. Gestire Myers all interno di un gruppo forte e collaudato, è stata la scommessa di Charlie Recalcati, il coach che ha portato Carlton a vincere il suo primo e finora unico scudetto. Solo Recalcati poteva tentare l esperimento di normalizzare Myers al ruolo di giocatore tattico, missione impossibile quando sale la pressione e quando il gioco diventa duro e senza appello. Il contesto non ha aiutato il Charlie a percorre con coerenza e logica il cammino intrapreso in estate. Le scelte sono diventate boomerang perchè Myers in pratica non è stato sostituito. Con tutto rispetto i vari Hafnar, Petrovic e Jackson non valgono insieme la metà di Carlton. Ma questo era facile da prevedere perchè smontare e rimontare in corsa una squadra, tra marzo e aprile, è l operazione più improbabile e sconsigliabile che anche un tecnico navigato possa attuare. Ci riuscì solo Bianchini portando Pesaro dal sesto posto allo scudetto con gli innesti primaverili di Cook e Daye. Ma quello era il basket di 17 anni fa, adesso il sistema è molto cambiato e improvvisare non paga più. Archiviata questa stagione, disgraziata non fallimentare, Siena dovrà fare tesoro di quello che è successo. La grande crescita del club non la rende immune da errori di programmazione. Adesso il termine che più si accosta alle strategie della Mens Sana è rifondazione ma anche in questo caso appare fuorviante. Minucci e Recalcati non devono rifondare nulla, il plafond del club e della squadra resta eccellente. Crediamo che Siena, dopo un restyiling frettoloso e infruttuoso, debba individuare le priorità del suo primo quintetto e scegliere i giocatori idonei per sostituire coloro che se ne andranno. Ci pare di capire che Stefanov, Galanda, Rentzias non faranno più parte del progetto di rilancio, Kakiouzis ha già salutato la compagnia. Mentre i tre acquisti, meglio dire surrogati di Myers, non possono essere riproposti per ovvie ragioni. Siena ha bisogno di 3-4 giocatori forti guardando anche al suo interno: c è baby Datome da lanciare al più presto. Molti club importanti in Italia (Pesaro per esempio) e in Europa (Barcellona, Real, Valencia, solo per guardare la Spagna) sono messi come, se non peggio di Siena. L importante è avere idee chiare e nervi a posto. di Andrea Tosi, inviato della Gazzetta dello Sport

14 Per Simone Pianigiani, dopo anni di successi a livello giovanile, si avvicina il momento del grande balzo STEFANO FINI basket Mi manda la Mens Sana 17 Mentre il basket senese di quota è alla ricerca di quella continuità di rendimenti e risultati che lo rendano non una meteora ma una stella che brilla di luce propria nel firmamento del basket, quello giovanile si è affermato e confermato a tutti i livelli e nelle varie categorie; la continuità, questo difficile componente, fa, quindi, parte del proprio essere ed è diventata una costante. Pertanto il basket giovanile senese è una delle realtà più importanti, se non la più importante d Italia, ed una delle maggiori d Europa. Questa piacevole realtà si sta confermando in questo mese di giugno, periodo di responsi nei vari campionati di categoria, sia ai massimi livelli, ovvero alle finali junior e cadetti nazionali di Lignano Sabbiadoro e Martinafranca, sia ai livelli regionali dove i Cadetti del Costone hanno vinto il titolo a Piombino. Questo stato di benessere generale è frutto di un certo lavoro svolto negli anni, ed è determinato da diversi fattori. Uno di questi, quello che ha costituito la forza trainante di tutto il movimento, è rappresentato, senza dubbio, da Simone Pianigiani, allenatore e responsabile del settore giovanile della Montepaschi. Ciò che contraddistingue il suo lavoro non sono tanto le vittorie, comuni a molti altri allenatori, ma la continuità di rendimento; le sue giovani formazioni, che si sono avvicendate in tanti anni, non hanno conosciuto cedimenti nelle prestazioni e sono state sempre ben motivate e preparate. Riteniamo pertanto che Simone sia stato, in questi ultimi decenni, il primo ed in certi momenti l unico che operava nel contesto del basket senese con le giuste motivazioni; l unico che sapeva trasmettere la voglia di successo ed ha saputo fornire, negli anni, continuità di rendimenti e risultati. Diciamo l unico perchè quando le varie formazioni senior della Mens Sana fornivano prestazioni discontinue od incolori, molte volte al di sotto delle aspettative, le sue formazioni giovanili arrivavano sempre ad ottenere il massimo delle proprie potenzialità: undici finali nazionali, nelle quali ben dieci volte arrivando nelle prime quattro. Tutto questo continuerà ad essere? Il giovane coach senese continuerà a darci tanto e con quella straordinaria naturalezza che rende tutto facile e possibile? I tempi sono maturi perchè lui affronti realtà cestistiche diverse da quelle delle giovanili, dopo aver vinto per l ennesima volta, anche quest anno, una scommessa non facile: quella di rifondare due squadre, quella Junior e quella Cadetti, a seguito della partenza dei vari Lechtahler, Marino, Scarponi, Cavallaro, Tagliague, Vitali. I nuovi arrivi (Gergati, Ammannato, Cigliani, Micevic ecc.) tanti e bravi, hanno saputo fare gruppo, hanno saputo essere squadra e stanno ripetendo in queste finali le stesse prestazioni dei precedenti. Pianigiani ad inizio stagione disse loro: Voi non dovete porvi il problema del confronto con chi vi ha preceduto; non dovete sentire la pressione dei risultati passati, dovete essere sereni e sentirvi forti perchè siete venuti a far parte di un gruppo forte in una società che, negli anni, ha saputo far tanto e bene per i suoi giovani. Adesso questi nuovi giovani formano due gruppi, junior e cadetti, nuovamente competitivi. I primi sono ai vertici della categoria insieme ai più esperti della Pall. Biella (con quattro 87), ai più quotati e talentuosi dell Olimpia Milano capeggiati da Mercanti; o del Cacalpusterlengo con Gallinari, Gradoni, Poletti e Candela; o della solita Fortitudo con l esperto Piazza ed il nuovo Anchimetti. I secondi (cadetti) sono forse fisicamente superiori rispetto ai pari età, questo grazie ai nuovi quattro arrivi dell 89, Micevic e Barozzi fra tutti. Anche loro dovranno vedersela con formazioni altrettanto agguerrite, prima fra tutte la Scavolini Pesaro. Per Simone Pianigiani ed i suoi collaboratori, Griccioli-Borsi-Brenci, anche questi ultimi risultati saranno l ulteriore dimostrazione che la costante che caratterizza il loro lavoro è la continuità. Per il giovane coach senese tutto ha inizio alla fine degli anni 80, quando viene chiamato da Giorgio Brenci ad allenare, prima nel minibasket-propaganda e poi nelle altre categorie, i giovani bianco-verdi; ancor prima era stato giocatore nelle giovanili della stessa Mens Sana e del Costone. In questi sedici anni di attività, tanti bei ricordi: col gruppo dei ragazzi senesi del 79 (Farnetani, Bianciardi, Mulinacci, Neri) e dell 80 (Bonelli, Corsoni, Franceschini) arrivano i primi risultati storici, terzi in Italia nel campionato Cadetti a Varese: Il comportamento, i risultati, i sacrifici di questi indimenticabili ragazzi - dice Simone - sono stati le basi, le fondamenta di una filosofia vincente. Con i primi reclutamenti (Rossetti, Pilotti Malamov), arriva anche la prima finale Juniores a Reggio Calabria contro una poderosa Montecatini che schierava Giachetti, Garri, Perego, Cotani. Il continuo è storia recente; la costante? Forse le vittorie, senza dubbio le motivazioni che hanno sempre stimolato i tanti giovani che si sono avvicendati. E queste motivazioni hanno portato molti di loro a superare i propri limiti. Pianigiani con il gruppo degli Under 20 contro Varese.

15 recensioni Recalcati o della normalità Mario De Gregorio Mimmo Cacciuni Angelone è dal 1999 il responsabile dei rapporti con la stampa delle Nazionali italiane di basket. Quindi è personaggio che vive «dal di dentro» la pallacanestro italiana, che vede e sente da vicino gli umori, i comportamenti e le avventure degli atleti e dello staff in maglia azzurra a tutti i livelli. Di fatto questo suo volumetto su Recalcati Head Coach & CT racconta con dovizia di particolari la vicenda di quasi un anno in Nazionale di «Charlie», come viene ormai unanimemente chiamato, a partire dal 2001, da quando cioè l attuale coach della Montepaschi Mens Sana è stato nominato allenatore della squadra azzurra dopo la cocente disfatta patita, da campioni in carica, agli Europei in Turchia. La parabola di Recalcati in questo contesto azzurro intenso viene scandita nel libro attraverso il racconto particolareggiato e informatissimo (non può essere altro che così visto l incarico dell autore) di episodi e risvolti della vita di una Nazionale che si è andata ricostruendo e ritrovando poco a poco per mano di Recalcati, e attingendo dalla cronaca di una serie di incontri che hanno segnato degli spartiacque decisivi e hanno portato a successi prestigiosi per gli azzurri della palla a spicchi e per tutto il movimento cestistico italiano: il terzo posto agli Europei di Stoccolma del 2003 con la conseguente qualificazione ai Giochi Olimpici di Atene dell anno successivo e l inaspettata diciamolo pure- medaglia d argento agli stessi Giochi. In mezzo a questi due estremi cronologici (undici mesi e tredici giorni) lo splendido scudetto 2004 targato Montepaschi e la conquista della Supercoppa contro la Benetton Treviso, nell ambito di quel contratto part-time con la Nazionale che ha fatto molto parlare di sé nell estate 2003, ma che è servito a portare finalmente a Siena, insieme all allenatore milanese, quella striscia di stoffa così significativa e quel titolo, meritato e stravinto grazie anche alla competenza e alle capacità gestionali e programmatiche della dirigenza biancoverde. Capacità che come molti a Siena sanno- avevano portanto l attenzione dello staff mensanino sul milanese Recalcati, personaggio di riconosciuta serietà sui campi di gioco, poi allenatore vincente a Varese e a Bologna, in grado di gestire con professionalità un progetto lungimirante e di lunga lena, già da molto tempo. Lo ricorda ancora una volta, nelle pagine introduttive del volume, Ferdinando Minucci, ripercorrendo la vicenda dei rapporti fra la storica società biancoverde e «Charlie», contattato dalla Mens Sana in anni assai lontani, quando ancora allenava a Bergamo in B1. Contatto poi sfumato per ragioni familiari di Recalcati, ma destinato visto l ottimo rapporto allora instauratosi e forse anche perché (com è nel titolo dell intervento di Minucci) già scritto nel destino- a rinnovarsi, quasi fosse il logico soddisfacimento di un impegno fra gentiluomini, nel L apertura del libro è dedicata all avventura degli Europei svedesi del 2003, soprattutto a quell incontro del 6 settembre che a Lulea mise di fronte le nazionali di Italia e Francia e consegnò ai nostri colori la medaglia di bronzo e il passaporto per le Olimpiadi. Una partita che molti di noi appassionati hanno ancora nella memoria, anche per il magone che ci stringeva al collo quando ci mettemmo a sedere per assistere ad uno scontro che non potevamo immaginare al di fuori di un esito scontato. La Francia infatti ma questo forse tutti lo ricordano- con i suoi colored targati NBA ci aveva subbissato di canestri solo qualche giorno prima, nel girone eliminatorio, dandoci una legnata di 33 punti 33 che ci aveva lasciati annichiliti. Invece Invece rivediamo ancora il tiro loffio di Parker che a due secondi dalla fine in entrata non prende nemmeno il ferro e nega anche il supplementare ai transalpini. È il bronzo per l Italia del basket ed è Atene, la qualificazione al massimo, ai Giochi Olimpici, ma è soprattutto la prima, lampante dimostrazione della energica mano di Recalcati, della sua capacità di gestire la sempre ostica scelta dei giocatori e la preparazione della squadra, di motivare, di attribuire responsabilità gli uomini giusti. È la mano di un allenatore che fa della serietà e della preparazione accurata della partita il suo credo irrinunciabile. Che predica, sempre, impegno e concentrazione massima. Uno che questo il ritratto che emerge da queste pagine- sembra guardare negli occhi degli uomini prima che dei giocatori. Recalcati ce lo dice il libro ma ce n eravamo accorti- è coach che non si scompone, che non fa una piega anche nei momenti più drammatici, nemmeno quando, in quel di Svezia e in quel settembre 2003, a nove secondi dalla fine della partita senza ritorno contro la Francia Bulleri scivola e regala palla agli avversari. Ma il coach rimane lo stesso. Impassibile. È sempre lui. È lo stesso Recalcati che pure non aveva tremato di fronte al tiro a segno dei transalpini nel girone eliminatorio. Sembra a volte una maschera, Recalcati. O forse si tratta di un atteggiamento un po snob, come maligna qualcuno. A leggere queste pagine e a conoscere la persona più da vicino non è così. Sono molti gli episodi raccontati da questo volume che, più che una specifico profilo biografico di Recalcati, costituisce la narrazione di uno sguardo non indiscreto, ma certo curioso, buttato spesso oltre le partite, sulla dimensione meno avvicinabile, in qualche modo più privata, dei Nazionali azzurri di questi anni di Recalcati CT. Il libro, più che di «Charlie», ci sembra voglia far sentire da vicino e conoscere fra le righe un mondo dietro il palcoscenico, fatto di viaggi, di alzatacce, di alberghi, di riunioni, di incontri, di discussioni, in fondo di umanità, che stanno al di fuori della faccia conosciuta, raccontata dagli inviati e mostrata dalla televisione, degli incontri o delle grandi manifestazioni internazionali. Una dimensione, quella della Nazionale di «Charlie», senza eccessi, sempre dentro le righe, che si attaglia ad un allenatore vincente che, come noi sembra questo il messaggio che fuoriesce dalle pagine del volume- è uno assolutamente normale. Quasi uno di quelli che ti cammina accanto nella vita. Non a caso l apertura del libro recita proprio così, quasi fosse un manifesto programmatico: «Carlo Recalcati è una persona normale. La sua vita è l esaltazione della normalità». Sembra l elogio della banalità e invece è quasi un programma di lavoro per uno che intende in maniera molto personale il mestiere dell allenatore, che sembra guardare sempre al sodo, senza fronzoli, e che non si espone più di tanto alla spettacolarizzazione degli atteggiamenti e alle istrionerie estemporanee, come fanno certi «santoni» del basket nostrano e internazionale. Charlie, uno normale, non ha segreti particolari: crede negli uomini che sceglie e nel lavoro. Forse proprio per questo, nella sua assoluta normalità, è un vincente e lo ha dimostrato. C è da augurarsi, per l affetto che portiamo alla Nazionale e ai colori biancoverdi, che continui così. 19

16 20 basket ARCHIVIO SERIE A1 Play off Quarti di finale Gara 1 MONTEPASCHI SIENA-LOTTOMATICA ROMA 86/88 Gara 2 LOTTOMATICA ROMA-MONTEPASCHI SIENA 82/78 Gara 3 MONTEPASCHI SIENA-LOTTOMATICA ROMA 85/79 Gara 4 LOTTOMATICA ROMA-MONTEPASCHI SIENA 87/78 Risultato finale: Lottomatica Roma-Montepaschi Siena 3/1 Benjamin Eze

17 21 quelli che il tifo biancoverde Ritorno all umiltà Barbara Cerretani Un anno fa, proprio in questi giorni, stavamo festeggiando la vittoria del primo scudetto della storia della Mens Sana, uno scudetto vinto dopo aver dominato stagione regolare e playoff, meritato dall inizio alla fine e conquistato nonostante momenti brutti, di flessione, brillantemente superati grazie ad un gruppo che stava bene insieme, compattato naturalmente anche dai buoni risultati ottenuti. Impossibile dimenticare anche la seconda, storica, qualificazione alle Final Four di Eurolega, la Mens Sana lanciata in classifica in Italia e sul tetto d Europa in coppa. In estate ci eravamo convinti che la squadra di quest anno potesse migliorare ancora, o comunque dare seguito ai risultati della scorsa stagione, era lecito aspettarsi altre vittorie da un organico, che se pur privo di David Andersen e Dusan Vukcevic, aveva acquisito sostituti di indubbio valore. Alla fine però, la Supercoppa Italiana di fine settembre, vinta in un clima surreale, con gran parte del palasport che si permetteva di non esultare quasi fosse una amichevole, è rimasta l unico trofeo in bacheca per quest anno. Ci penseranno bene a questo episodio, da ora in poi, coloro che si erano abituati troppo velocemente agli allori del tricolore, magari riacquistando un po dell umiltà che ha sempre contraddistinto i tifosi biancoverdi. Dalla curva, per tutto l anno, si è avvertito all interno del palasport un clima di eccessivo distacco, solo il Commandos Tigre per buona parte dell anno è stato vicino alla squadra, soffrendo anche sui parquet di tutta Italia, per sostenere e difendere i colori della propria squadra che, da Campione d Italia, ha regalato ben poche gioie lontano dal Palasclavo. L eliminazione dalla Coppa Italia, obiettivo di primo piano e competizione nella quale si era investito molto a livello di aspettative, ha portato la società a decisioni inevitabili come la rescissione del contratto di Carlton Myers (confermatosi spaccasquadre di lusso), scelta estiva coraggiosa, ma che mal si era integrata con le gerarchie ed i meccanismi di squadra della Mens Sana campione in carica. Ancora tante critiche quindi, pareri discordanti, e clima di tensione intorno ai giocatori, contestati dalla curva con un silenzio sofferto da parte di chi c è sempre, ma che doveva servire a spronare una squadra in crisi di risultati, che non mancava certo di impegno, ma che comunque era fortemente condizionata da un identità difficile da trovare. L esclusione dalle Top 16 di Eurolega è stata la conseguenza della mancanza di risultati positivi in trasferta e di un calo fisico materializzato poi negli innumerevoli infortuni che hanno caratterizzato il finale di stagione quando ai già acciaccati Vanterpool e Zukauskas, si sono aggiunti Kakiouzis ed un Chiacig in forma come non mai. Si è reso quindi necessario un imprevisto rientro sul mercato, con l arrivo di tre nuovi giocatori, ottimi gregari i vari Petrovic, Hafnar e Jackson, ma senz altro non in grado di sovvertire in senso positivo gli equilibri di una squadra come quella di inizio stagione, che pur conoscendosi aveva le sue belle difficoltà a trovare il giusto affiatamento. Anche dal punto di vista tecnico, una tale rivoluzione nel roster a poche giornate dalla fine della stagione regolare, non è stata senz altro facile da gestire, il gioco non poteva essere dei più limpidi e gli automatismi tutt altro che collaudati; fortunatamente la vittoria a Milano ai danni dell Olimpia ha permesso ai biancoverdi il raggiungimento del terzo posto in regular season che, alle spalle di Treviso e Bologna, garantisce la partecipazione all Eurolega del prossimo anno a meno di sorprese clamorose in sede di assegnazione dello scudetto, ma di sfortuna per quest anno la Mens Sana ne ha avuta già molta Con l eliminazione ai quarti di finale playoff si è conclusa la brutta stagione biancoverde, annata storta che può starci, al di là del dispiacere dei tifosi, delle discussioni in campo e fuori, delle critiche che l ambiente del basket nazionale è stato ben lieto di rivolgerci. Ci siamo consolati con il fatto che, da tifosi, abbiamo vissuto senz altro momenti peggiori, quando non si parlava di una semifinale scudetto non raggiunta ma bensì di una iscrizione al campionato che sembrava impossibile: per questo il classico ricordiamoci da dove siamo venuti non è la solita frase fatta, bensì una parziale consolazione per chi sa di poter superare momenti nei quali la sconfitta e la sfortuna tornano a bussare alla porta. Siamo sicuri che, nell estate già alle porte, la società lavorerà al meglio per riconsegnarci una squadra in grado di riscattare l amarezza delle recenti sconfitte, una squadra competitiva, che metta in campo motivazione e fame di vittorie, componenti importanti tanto quanto le caratteristiche tecniche: ripartendo dal Capitano e da coloro che saranno meritatamente confermati, passando attraverso i nuovi arrivi e lo staff tecnico, siamo sicuri che da ottobre gireremo definitivamente pagina lasciandoci senza rimpianti alle spalle la stagione Certo.non avremo più il tricolore sulle maglie, ma chissà che questo non stimoli ulteriormente la voglia di riconquistarlo!

18 22 zapping Fra insinuasioni e verità Vincenzo Coli Ora possiamo dirlo: dei media nazionali nessuno, ma proprio nessuno sembrava credere nella retrocessione del Siena prima dell ultima giornata. Nemmeno la Snai, che infatti aveva sospeso le scommesse. Guardavano solo a Parma, Bologna, Brescia, Chievo, Fiorentina. Forse ritenevano la nostra squadra troppo forte per finire in B? O che ci fosse un gap eccessivo tra i nostri colori e quelli di una squadra già condannata ma che, non dimentichiamolo, nel girone di ritorno ha tenuto una media da qualificazione Uefa? Forse gli addetti ai lavori pensavano semplicemente a Siena-Atalanta come a un match a senso unico. Motivazioni enormi per i bianconeri, motivazioni zero per gli orobici, questa la ragione ufficiale della scarsa considerazione. Magari c era anche un pizzico di malizia, il sospetto di calcio taroccato di fine stagione, undici giocatori programmati per segnare, gli altri undici fin troppo ospitali: signora punta, prego si accomodi. Un copione visto tante volte. Naturalmente nessuno lo ha scritto o detto, in assenza di uno straccio di prova. E nessuno poteva pensare a una soluzione che non fosse lealmente sportiva. Tutti hanno fatto la loro parte. La società, i tifosi, la stampa locale, le istituzioni e la città intera hanno caricato di energia positiva la squadra: segnali forti di fiducia, non carichi isterici di responsabilità che avrebbero ottenuto l effetto contrario. Però questa sottovalutazione da parte della stampa nazionale era percepita come un segnale allarmante, che rischiava di allentare la giusta concentrazione. Via internet giungevano messaggi deliranti da Firenze, un invasione di campo che in caso di pareggio avrebbe salvato il Brescia e condannato il Siena, e segnalare la minaccia alla federazione è stato senz altro opportuno. Insomma, c era di che temere. E poi, dopo Milan-Liverpool, chi se la sente più di azzardare pronostici? E invece le cose sono andate proprio come dovevano andare, nella maniera migliore e non solo per via del risultato. Grande merito alla Robur, altrettanto all Atalanta, che è stata avversaria, leale, seria, mai datasi per vinta, capace di giocare a viso aperto, come sempre quest anno. Scende in B, ma merita il plauso e il rispetto di tutti gli appassionati. E la festa della seconda salvezza, come quella della prima, avrà il gusto inebriante della conquista sudata, con forza e intelligenza, contro tutto e tutti. Ok, ok, signori di Sky, la Mens Sana ha tolto il disturbo, Subito, 1-3 beccato da Roma e a casa. Contenti? Il vostro regista per tutta gara4 ha fatto vedere negli intervalli solo gli highlights capitolini, i voli di Hawkins e le bombe di Tusek, e le maglie biancoverdi mai che si staccassero una volta dal parquet. Un caso? Il vostro cronista - era già successo con Armani-MPS in stagione regolare - si eccitava ai canestri romani, prendeva atto delle risposte mensanine e dava di matto alle repliche dei ragazzi di Pesic. Un caso? I nostri giocatori erano descritti come agnelli sacrificali alla fine del primo tempo, quando perdevano di quindici, e il giudizio liquidatorio non cambiava nemmeno quando risalivano a meno tre. Un caso? Il brutto è che quell impressione negativa ce l avevamo pure noi, innamorati inguaribili davanti alla tv. Quella partita mai in nessun momento abbiamo dato l impressione di poterla fare nostra. La sconfitta si materializzava come logico corollario dopo tanti incidenti, trapianti non riusciti, cali di tensione letali. L anno scorso la Mens Sana giocò splendidamente e tutto filò liscio, quest anno qualcuno ci ha pisciato nel battesimo. Ci rifaremo. Alla faccia di Sky e di chi ci vede ancora come gli imbucati al gran ballo di corte. Tornano al grande basket le metropoli, riaffiora la Virtus Bologna. Per il bene della pallacanestro siamo contenti, ma la passione del nostro pubblico non vacilla per questo. Spetta al coach, ai giocatori nuovi e a quelli confermati, sbugiardare i gufi e mettere in difficoltà chi è sensibile solo all audience e alle tirature. Spetta allo sponsor confermare il progetto e far passare chiaro e forte il messaggio: non è stato un episodio.

19 23 calcio speciale salvezza Un sogno che riparte da cento

20 Dunque la Fiorentina è salva. Il circo del grande calcio tira un sospiro di sollievo. Eh sì, la squadra era stata costruita in poche ore sulle macerie di un presunto scandalo-scommesse che avrebbe abbattuto anche un toro. Ma i Viola no. Racimolate dal patron Della Valle poche lirette (euro suona male ), Lucchesi ha messo mano ad un complesso praticamente senza futuro, con gente per lo più sconosciuta ai grandi palcoscenici. Invece a dispetto di tutti ce l ha fatta, e noi siamo contenti con loro. E la Robur? Ci mancherebbe, si è salvata anche lei. A pochi minuti dal termine della stagione, ma si è salvata. Se non lo avesse fatto sarebbe stato un autentico calcio speciale salvezza cataclisma. Con quello che aveva speso, con il bacino d utenza che si ritrova Insomma una stagione ripresa pei capelli, in tempo cioè per non far gridare al fallimento completo Il calcio è davvero buffo, proprio come certi personaggi che lo frequentano. E noi, che domenica 29 maggio 2005 abbiamo vissuto una delle giornate più intense che si possa immaginare e ricordare, non sappiamo se riderci su o piangerci. Anzi, piangerci senz altro no. Il Siena, che solo due anni fa aveva conquistato una promozione tanto clamorosa quanto inattesa, quindi prendendo tutti in contropiede, anche la stagione prossima giocherà per la terza volta consecutiva in serie A, a fianco di squadroni ai quali già quest anno ha preso le misure. Roba da non crederci. Ma quello che più conta, a livello mediatico, è la salvezza della Fiorentina, che nello specifico non ha neppure colpe. Non si addice però ai sostenitori bianconeri piangersi addosso: se qualcuno pensa che nella corsa verso la salvezza i meriti dei gigliati siano stati superiori a quelli dei bianconeri, pace. Un minimo di ironia, però, ci sia concessa. In realtà la seconda stagione del Siena in serie A è stata affrontata in condizioni non augurabili a nessuno. L incertezza determinata, in chiave mercato, da un procedimento a carico della società rivelatosi per fortuna un autentico flop; la rottura traumatica La piccola Siena corona con successo il secondo tentativo di restare in Serie A al fianco delle grandi metropoli Sofferta sì, ma anche più bella Mario Ciani 1 con Ricci e Papadopulo; il caso Taddei in grado di influenzare umori e serenità del gruppo. Tutte cose che non hanno agevolato la partenza di una squadra di per sè già costretta a muoversi sulla difensiva ed in mezzo alla diffidenza di tanta gente. Da qui anche l incerto incedere di Simoni, grand uomo fuori dal campo, ma forse il meno adatto per motivare una squadra segnata fin dall inizio dal marchio della prima candidata a scendere in B. Idea rafforzata dalla graduale constatazione che molte avversarie inserite nel campionato che, dentro al campionato, si sarebbe giocato per evitare la retrocessione, in realtà potevano mirare a traguardi ben più alti. Da qui la decisione di dare uno 24 scossone a tutto l ambiente e soprattutto di tornare sul mercato, questa volta senza quei lacci e laccioli che ne avevano condizionato la sessione estiva. E qui sono emerse le capacità di Perinetti, che non è soltanto un amico di Luciano Moggi, ma un perfetto conoscitore dell ambiente in cui deve muoversi. Così sono arrivati i pochi, ma mirati, acquisti, che nel girone di ritorno hanno fatto la differenza. Certo, anche con l aiuto di quel Moggi che alla prima richiesta seria non si è tirato affatto indietro, confermando quello che aveva sempre sostenuto: Presentatemi un progetto fattibile, e farò di tutto per aiutare il Siena. Probabilmente non solo con l arrivo di Tudor, aggiungiamo noi. Gigi De Canio ha fatto il resto. 2

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