Provincia Autonoma di Trento - Strumenti per la Formazione n. 9. Strumenti per la formazione 9

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3 Marketing sociale per contrastare il consumo giovanile di alcol II. Gli atti del convegno e la campagna A cura di Vittorio Curzel EDIZIONI PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO ASSESSORATO AllE POLITICHE per la salute Trento 2008

4 copyright Giunta della Provincia Autonoma di Trento, 2008 Collana Strumenti per la formazione - 9 Assessorato alle Politiche per la salute Servizio Organizzazione e qualità delle attività sanitarie Ufficio Informazione e comunicazione per la salute Via Gilli, Trento tel. 0461/494044, fax 0461/ sif.salute@provincia.tn.it Marketing sociale per contrastare il consumo giovanile di alcol Volume II: Gli atti del convegno e la campagna A cura di Vittorio Curzel Il convegno internazionale Giovani e Alcol. Politiche, Strategie e Azioni per contrastare il consumo giovanile di Alcol si è svolto a Rovereto il 22 e 23 febbraio 2007, presso la Sala Conferenze del MART - Museo d Arte Moderna e Contemporanea di Rovereto (TN) Le traduzioni in italiano degli interventi in inglese, raccolte in Appendice, sono state curate per la pubblicazione da Alessandra Sebaste. Impaginazione: Mario Querin MARKETING sociale per contrastare il consumo giovanile di alcol / a cura di Vittorio Curzel. Trento : Provincia autonoma di Trento. Assessorato alle Politiche per la salute, v. : ill. ; 24 cm + 1 DVD. (Strumenti per la formazione ; 8-9) 1 : Le ricerche preliminari. 379 p. Scritti di vari. ISBN : Gli atti del convegno e la campagna. 266 p. Convegno tenuto a Rovereto nel ISBN Alcoolismo Adolescenza Prevenzione 2. Alcoolismo Adolescenza Prevenzione Trentino I. Curzel, Vittorio

5 Indice 7 Prefazione 11 Cap. 1 Studi, politiche e strategie L alcol in Italia: le declinazioni del bere, le priorità della prevenzione (Emanuele Scafato) Alcohol policies in European Union (Esa Österberg) Il Piano di prevenzione Guadagnare in salute. La strategia europea per la prevenzione (Donato Greco) Federvini: riflessioni e iniziative (Ottavio Cagiano) L impegno dell industria europea della birra sul problema dell abuso giovanile di bevande alcoliche (Piero Perron) La comunicazione contro l abuso di alcol nelle aziende profit oriented (Giovanna Gadotti) Giovani e alcol: un modello di prevenzione dell abuso alcolico e degli incidenti stradali (Franca Baraldi) Condizione giovanile e percezione del rischio (Carlo Buzzi) Comportamenti giovanili a rischio: il ruolo della famiglia (Marco Bonamici) L abuso giovanile di alcol: la necessità di un azione mirata nelle scuole (Elisabetta Caianiello) Peer education: progettazione e valutazione di un esperienza di prevenzione (Maria Chiara Forcella) 103 Cap. 2 Progetti: partecipazione e promozione dello sviluppo giovanile Cosa fare insieme... : progetto per la prevenzione delle dipendenze da alcol e droghe (Concettina Ventimiglia) Il progetto Alza la testa non il gomito (Lorenzo Panizzolo) Progetto Nautibus (Andrea Mian) Progetto Alcol: i piaceri dell uso e i dispiaceri dell abuso (Rita Paradisi) Happy Night : progetto di prevenzione all uso di alcol e nuove droghe (Mauro Travaglini) Programa pedagógico Adolescencia y Alcohol (Andrés Bascones Pérez-Fragero) Don t Risk It, Health Above All & Responsible Drinking Awareness Campaigns (Jean-Claude Cardona)

6 Piloting a web-based personalised feedback and social norms alcohol intervention for university students (Bridgette Bewick) Consumo giovanile di alcol nel contesto trentino: sistema dei servizi e promozione culturale (Bruno Bertelli) 189 Cap. 3 Progetti: campagne di comunicazione Media campaign Das süße Gift: Alcopop (Sweet poison Alcopop): Creating a media campaign with students as a project work (Ralf Lankau) Campaign Drank, de kater komt later (Booze, it hits you later on) (Martijn Planken) Alcohol Don t Push It : Shifting cultural perceptions of excessive alcohol consumption (Kenneth Hogg, Deborah Smith) Campagna della Regione Piemonte Chi è Bob? (Silvia Maria Venutti) 215 Cap. 4 Le iniziative della Provincia Autonoma di Trento per contrastare il consumo giovanile di alcol Le iniziative dei Servizi di Alcologia dell Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari (Roberto Pancheri) Il progetto Alcol, giovani e incidenti stradali (Monica Zambotti) La campagna per contrastare il consumo giovanile di alcol della Provincia Autonoma di Trento (Vittorio Curzel) XXX Appendice Traduzioni degli interventi in inglese XXX Gli Autori

7 Prefazione La Provincia Autonoma di Trento da alcuni anni è fortemente impegnata in numerose e consistenti attività di comunicazione e informazione per la Salute. Fra le attività recentemente realizzate vi è una campagna pluriennale per contrastare il consumo giovanile di alcol. La progettazione della campagna è stata preceduta da due ricerche, appositamente commissionate. Lo studio Adolescenti e comportamenti a rischio per l abuso di sostanze alcoliche, realizzato da Graziella Fava Viziello e dalle sue collaboratrici, era finalizzato a raccogliere informazioni circa le conoscenze, gli atteggiamenti, i comportamenti e le opinioni degli adolescenti trentini con riferimento al consumo di bevande alcoliche, nonché l influenza esercitata in questo ambito dal gruppo dei pari. Una seconda indagine, Il mito del montanaro grande bevitore, condotta da Christian Arnoldi, intendeva raccogliere informazioni sulle rappresentazioni e i miti che possono influenzare le condotte giovanili nonché sui percorsi del divertimento e del consumo giovanile di alcol. Questo consistente corpus di nuove conoscenze è andato a integrare altri studi inerenti le problematiche alcolcorrelate. Fra questi la ricerca Donne e culture dell alcol in Trentino a cura di Marco Rosi e Charlie Barnao, svolta nell ambito del progetto A&A: Autonomia e Autorealizzazione promosso dalla Cooperativa Sociale Samuele di Trento con finanziamento della Provincia Autonoma di Trento, pubblicata insieme alle altre due ricerche sopra citate nel primo di questi due volumi dedicati al Marketing Sociale per contrastare il consumo giovanile di alcol. Vanno ricordati anche altri lavori sul tema, pubblicati nelle edizioni dell Assessorato provinciale alle Politiche per la Salute: Le attività alcologiche in Trentino, a cura di Luigi Pellegrini e Claudio Zorzi, realizzato in collaborazione con l Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari e con il Centro Studi e Documentazione sui Problemi Alcolcorrelati di Trento (2000); Le tossicodipendenze in Trentino: tendenze e strategie (2003) e La prevenzione delle dipendenze: la sfida dei giovani, la dimensione educativa e le politiche locali, con testi di Bruno Bertelli, Carlo Buzzi, Roberto Cornelli, Gloria Guandalini, Enzo Rutigliano (2005), Prevenzione primaria delle dipendenze patologiche e Il Rischio alcol in Trentino. Dinamiche socio-culturali, politica dei servizi e linee di prevenzione, entrambi a cura di Bruno Bertelli (2007). A partire dai risultati delle ricerche e dai lavori del gruppo interdipartimentale e interdisciplinare costituito a questo scopo con il coordinamento dell Assessorato provinciale alle Politiche per la Salute, a cui hanno partecipato anche rappresentanti dell Azienda provinciale per i servizi sanitari, degli Assessorati provinciali alle Politiche sociali, all Istruzione e alle Politiche giovanili, alle Autonomie locali, all Agricoltura, al Commercio e Turismo, del Commissariato 7

8 del Governo, dell IPRASE, del Comune di Trento e del Consorzio dei Comuni del Trentino, dell Associazione dei Pubblici Esercizi del Trentino Unione Commercio Turismo e Attività di Servizio e della Federazione Italiana Esercenti Pubblici e Turistici Confesercenti del Trentino, si è proceduto alla definizione dei contenuti e degli strumenti da utilizzare nonché delle modalità e dei tempi di realizzazione della campagna. La prima iniziativa a partire è stato il Concorso Zerogradiclip, per la realizzazione di un video musicale sui problemi legati al consumo giovanile di alcol. Vi hanno partecipato oltre 200 ragazze e ragazzi di età compresa fra i 13 e i 22 anni, residenti nella provincia di Trento. Il concorso ha dato loro la possibilità di seguire anche varie attività formative: un laboratorio per l utilizzo della videocamera, uno sul montaggio video, uno per l elaborazione dei testi delle canzoni e uno per la registrazione dei brani musicali. I videoclip premiati sono stati riprodotti su pellicola e proiettati per parecchie settimane nelle principali sale cinematografiche, nonché su dvd distribuiti alle scuole e alle biblioteche sul territorio, valorizzando così le potenzialità dell educazione fra pari. Altre iniziative sono seguite, alcune delle quali sono ancora in corso: azioni di comunicazione, informazione, formazione, promozione della cultura e della partecipazione giovanile, integrate e coordinate in un unico piano e attuate in modo sinergico da vari soggetti presenti sul territorio. Nel febbraio 2007 si è svolto a Rovereto, presso il MART, il Convegno internazionale Giovani e alcol. Politiche, Strategie e Azioni per contrastare il consumo giovanile di alcol. All iniziativa, che ha coinvolto in qualità di relatori autorevoli rappresentanti delle istituzioni pubbliche della salute in Italia e in altri Paesi europei, docenti e ricercatori di varie università, rappresentanti del mondo dell industria, esperti di comunicazione pubblica e di marketing sociale, hanno partecipato operatori del settore della salute, delle politiche sociali, del volontariato sanitario e sociale, della scuola e dell associazionismo giovanile, della comunicazione pubblica e sociale. E stata per molti un occasione importante per trasmettere esperienze e per confrontarsi con quelle che altri stanno portando avanti, per riflettere e per discutere, per trovare insieme nuove possibili strategie, per confrontare metodi e prassi operative, per verificare quali alleanze siano possibili, non solo fra i vari comparti della Pubblica Amministrazione e fra questa e le varie realtà del volontariato non profit, ma anche con il mondo della produzione e della distribuzione commerciale, almeno con la parte più sensibile ai temi della responsabilità sociale d impresa, perseguendo una politica di integrazione degli interventi, laddove gli obiettivi possono essere condivisi, coerentemente con quanto previsto da importanti documenti dell Organizzazione Mondiale della Sanità e dell Unione Europea e come indicato a livello nazionale dal programma Guadagnare Salute, approvato nel 2007 dal Governo Italiano. 8

9 La campagna per contrastare il consumo giovanile di alcol della Provincia Autonoma di Trento è stata premiata per lo sviluppo di un approccio innovativo rivolto ai giovani, al fine di renderli soggetti attivi e protagonisti della campagna di prevenzione nel Concorso nazionale Marketing per la Salute I risultati delle ricerche preliminari, le relazioni al convegno, le riflessioni teoriche e le scelte metodologiche che hanno caratterizzato la progettazione e la realizzazione della campagna vengono ora pubblicati in due volumi, con l intento di contribuire, anche dal punto di vista dell elaborazione culturale, alla messa a punto di strategie efficaci nel contrastare il consumo giovanile di alcol, fenomeno che crea crescente preoccupazione nelle famiglie, negli operatori e negli amministratori pubblici. 9

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11 Capitolo 1 Studi, politiche e strategie 1.1. L alcol in Italia: le declinazioni del bere, le priorità della prevenzione Emanuele Scafato Premessa metodologica Il Centro OMS per la Ricerca e la Promozione della Salute su Alcol e Problematiche alcolcorrelate ha elaborato, come ogni anno, la base di dati relativa alla rilevazione annuale (2003) dell indagine nazionale Istat Multiscopo Stili di vita e condizioni di salute ; le procedure e le modalità di elaborazione sono state sviluppate attraverso la collaborazione con l Osservatorio Nazionale Alcol-OssFAD del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione. L elaborazione ha preso in considerazione la serie storica relativa agli anni L anno 1998 è stato preso come riferimento di base in quanto in tale anno partiva l attuazione del Piano Sanitario Nazionale che per la prima volta prevedeva esplicitamente obiettivi di salute orientati alla riduzione del consumo a rischio di bevande alcoliche e di modalità di consumo alcolico sconsigliabili ai fini di un buono stato di salute; inoltre a decorrere dal 1998, sono stati rilevati nell indagine nazionale, oltre ai consumi di vino birra e consumi fuori pasto, anche i consumi di aperitivi alcolici, amari e superalcolici. L indagine campionaria rileva ogni anno gli aspetti fondamentali della vita quotidiana e i relativi comportamenti della popolazione dell anno in corso attraverso la compilazione di un questionario completato in media da circa individui, distribuiti in circa famiglie di tutta Italia. Le informazioni vengono rilevate attraverso intervista diretta degli individui per una parte dei quesiti (nei casi in cui l individuo non fosse disponibile all intervista per particolari motivi, le informazioni sono fornite da un altro componente della famiglia) e per autocompilazione per un altra parte dei quesiti. 11

12 Capitolo i Il consumo di bevande alcoliche viene rilevato in tutti gli individui presenti nelle famiglie, di età superiore a 14 anni nelle rilevazioni degli anni , e di età superiore a 11 anni dal I dati rilevati dall indagine nazionale sono stati raggruppati dall Osservatorio per fasce di età opportunamente differenziate in funzione delle caratteristiche e dei modelli culturali del consumo, identificate come 1) adolescenti (14-17 anni); 2) giovani (18-24 anni); 3) giovani adulti (25-44 anni); 4) adulti (45-64 anni); giovani anziani (65-74 anni); anziani (+75 anni). L analisi e il dettaglio regionale aggrega i dati relativi alle Regioni Piemonte e Val d Aosta per specifica impostazione del file di base originale. Le elaborazioni attuate dall Istituto Superiore di Sanità sono mirate a integrare il livello informativo prodotto dalle statistiche nazionali, arricchendole del valore aggiunto riguardante le finalità di salute e sanità pubblica e, in parte, a contribuire a fornire le evidenze utili al conseguimento degli obiettivi previsti dalla legge quadro in materia di alcol e di problemi alcolcorrelati (30 marzo 2001 nr. 125). Le informazioni prodotte dall Istituto Superiore di Sanità sono state elaborate sulla base della necessità di disporre di informazioni prioritarie ai fini di salute pubblica e di programmazione sanitaria; il gruppo di lavoro ha elaborato il dato aggregato relativo alla prevalenza dei consumatori di alcol e degli astemi, informazione non disponibile attraverso altre fonti statistiche. Inoltre fanno parte del core set di indicatori e di relative informazioni prodotte la distribuzione e le variazioni dei consumi delle bevande alcoliche in Italia nel medio e breve periodo. Sono infine oggetto di elaborazione originale le stime (frequenze percentuali) relative alle età di 14, 15 e 16 anni, (ossia quelle dei giovani al di sotto dell età legale per la somministrazione di bevande alcoliche nei locali pubblici) e le relative stime di numerosità calcolate sulla base della proiezione delle frequenze alla popolazione italiana di pari età, pesandole attraverso le frequenze utilizzate dall Istituto Nazionale di Statistica per il campionamento originale del campione specifico. Un focus particolare è stato dedicato all analisi dei consumi e dell esposizione a un maggior rischio nell ambito familiare. In linea generale, da un punto di vista metodologico sono stati considerati come astemi tutti i soggetti che all indagine ISTAT hanno dichiarato di non consumare nessuna delle bevande alcoliche inserite nel questionario di rilevazione (vino, birra, superalcolici, amari, aperitivi alcolici e consumi di vino o alcol fuori pasto); per converso, sono stati considerati consumatori tutti coloro 12

13 Capitolo i che hanno dichiarato di consumare almeno una delle bevande alcoliche prese in esame o che hanno omesso la risposta ai quesiti. La scelta adottata dal gruppo di lavoro dell ISS di considerare coloro che non hanno fornito una risposta ai quesiti come consumatori, è dettata dalla considerazione che per gli astemi non era equivocabile la modalità di risposta dell intervistato essendo presente la possibilità di risposta Non consumo per ogni tipologia di bevanda alcolica o Mai nel caso di consumo di alcolici fuori pasto. È stato quindi supposto che coloro che non hanno fornito delle risposte ai quesiti in questione, sebbene consumatori di bevande alcoliche, non ritenessero di appartenere a nessuna delle tipologie di consumo ipotizzate nello standard di rilevazione dell indagine Multiscopo. La prevalenza dei consumatori di bevande alcoliche in Italia La prevalenza di consumatori maschi di bevande alcoliche in Italia a partire dal 1998 è andata progressivamente aumentando raggiungendo un picco nel 2001 per poi mantenersi sostanzialmente stabile su tali più elevati livelli attestati nel 2003 a circa l 87,1% della popolazione maschile di più di 14 anni di età (Tabella 1). Stessa tendenza, ma con prevalenze leggermente inferiori, si è registrata per le femmine con una prevalenza del 2003, pari al 61% della popolazione femminile, sostanzialmente simile ai livelli del 1998, anno di riferimento. Nel periodo l incremento medio del numero di consumatori è stato pari al 0,4% (1,2% per gli uomini, -0,7% per le donne). Tab. 1. Prevalenza (%) dei consumatori di bevande alcoliche in Italia. Frequenze per sesso e anno e variazioni (%) osservate nel periodo Sesso Anno Variazione % Maschi 86,1 86,7 87,2 87,7 86,6 87,1 1,2 Femmine 61,4 63,0 63,6 63,1 60,1 61,0-0,7 Totale 73,3 74,4 75,0 75,0 72,9 73,6 0,4 Elaborazioni Osservatorio Nazionale Alcol CNESPS -OssFAD e WHO CC Research on Alcohol su dati ISTAT Multiscopo Anni In termini di salute pubblica è possibile affermare che un numero aggiuntivo di individui (prevalentemente di sesso maschile) ha scelto di incominciare a bere nel 2003 ampliando la platea dei soggetti esposti nel 1998 al potenziale fattore di rischio alcol. 13

14 Capitolo i L analisi della distribuzione dei consumatori di bevande alcoliche per sesso e classe di età (Tabella 2) mette in evidenza tra gli uomini un aumento del numero di consumatori di bevande alcoliche registrato per tutte le fasce di età con un particolare incremento registrato tra gli anziani (7%); tra le donne si registrano variazioni oltre che tra le adolescenti (5,2%) e le giovani (2,5%), anche tra quelle di età compresa tra i 65 e i 74 anni (2,9%). Gli unici decrementi si possono osservare tra le donne di età compresa tra anni (-2,2%) e 75+anni (-1,2%). Tab. 2. Prevalenza (%) dei consumatori di bevande alcoliche in Italia. Frequenze per sesso, classi di età e variazioni (%) osservate nel periodo Sesso Maschi Femmine Classi di età adolescenti giovani giovani adulti adulti giovani anziani 75+ anziani adolescenti giovani giovani adulti adulti giovani anziani 75+ anziani Anno Variazione % ,8 55,9 56,8 54,8 53,1 51,1 0,6 84,1 83,8 84,9 87,2 84,6 84,9 1,0 90,2 90,5 90,9 90,7 89,3 90,3 0,1 90,0 90,3 91,0 90,9 90,8 91,2 1,3 86,2 86,3 86,2 88,4 87,6 87,2 1,2 78,6 77,2 78,2 81,6 80,2 84,1 7,0 38,4 41,9 43,1 44,3 36,7 40,4 5,2 60,2 64,5 64,1 62,5 59,7 61,7 2,5 67,2 68,0 69,3 67,9 64,5 65,7-2,2 65,1 67,5 67,6 67,9 65,2 64,5-0,9 56,0 58,4 58,5 55,9 56,6 57,6 2,9 50,0 48,6 49,3 52,4 47,1 49,4-1,2 Elaborazioni Osservatorio Nazionale Alcol CNESPS - OssFAD e WHO CC Research on Alcohol su dati ISTAT Multiscopo Anni La tendenza registrata a livello generale impone una maggiore attenzione tra i consumatori al di sotto dell età legale ossia nella fascia di età anni (Tabella 3). Nonostante un lieve decremento complessivo registrato nella fascia di 14

15 Capitolo i età che stiamo considerando, l analisi dettagliata per anno di nascita evidenzia incrementi per entrambi i sessi, maggiormente consistenti per il sesso femminile, tra i ragazzi di 15 e 16 anni e una contestuale riduzione del numero di consumatori di 14 anni di età. Le variazioni più rilevanti si registrano per le ragazze di 15 e 16 anni le cui prevalenze, con il trascorrere degli anni, stanno determinando una convergenza della forbice che normalmente caratterizza le differenze di genere nei confronti dell abitudine al bere e che vede, nella popolazione adulta, frequenze notevolmente più elevate tra i maschi. Tab. 3. Prevalenza (%) dei consumatori di bevande alcoliche in Italia al di sotto dell età legale. Frequenze per sesso, età (14-16 anni) e variazioni (%) osservate nel periodo Sesso Maschi Femmine Anno Età Variazione % anni 34,3 39,3 46,1 43,3 43,5 27,2-20,7 15 anni 42,3 51,8 50,7 52,1 42,6 44,7 5,7 16 anni 61,0 58,8 61,2 59,1 56,7 62,5 2, anni 46,2 49,7 52,8 51,6 47,6 45,8-0,9 14 anni 31,8 28,7 31,4 34,7 28,0 27,1-14,8 15 anni 33,3 37,9 42,8 40,7 22,2 35,4 6,3 16 anni 41,3 45,0 42,3 49,6 42,0 44,9 8, anni 35,7 37,3 38,9 41,6 31,2 35,4-0,8 Elaborazioni Osservatorio Nazionale Alcol CNESPS -OssFAD e WHO CC Research on Alcohol su dati ISTAT Multiscopo Anni Le prevalenze rilevate consentono di stimare, attribuendo a ogni unità campionaria un peso che indica il numero di unità della popolazione rappresentate dall unità medesima, che nell anno 2003 il numero di consumatori di bevande alcoliche al di sotto dell età legale di 16 anni si è incrementato rispetto allo scorso anno di circa adolescenti raggiungendo la numerosità di circa giovani per il Nella classe di età anni si registra per entrambi i sessi un cospicuo aumento del numero dei giovani consumatori rispetto al Riguardo agli astemi, tra i ragazzi di 14 anni invece, si assiste a un forte incremento del numero di astemi (Grafico 1) sia di sesso maschile (+10,8% rispetto al 1998) sia di sesso femminile, sebbene in termini meno consistenti (+6,9% rispetto al 1998). 15

16 Capitolo i Graf. 1. Prevalenza (%) degli astemi in ITALIA al di sotto dell età legale. Frequenze per sesso, età (14-16 anni) e variazioni (%) osservate nel periodo MASCHI 100 % 80 % 60 % 40% 20 % 0 % anni 15 anni 16 anni 65,7 60,7 53,9 56,7 56,5 72,8 57,7 48,2 49,3 47,9 57,4 55,3 39,0 41,2 38,8 40,9 43,3 37,5 FEMMINE 100 % 80 % 60 % 40% 20 % 0 % anni 15 anni 16 anni 68,2 71,3 68,6 65,3 72,0 72,9 66,7 62,1 57,2 59,3 77,8 64,6 58,7 55,0 57,7 50,4 58,0 55,1 Elaborazioni Osservatorio Nazionale Alcol CNESPS -OssFAD e WHO CC Research on Alcohol su dati ISTAT Multiscopo Anni Sono state elaborate, solo per l anno 2003, le prevalenze dei consumatori al di sotto dell età legale tenendo conto della disponibilità fornita dal nuovo standard di rilevazione che ha abbassato a 11 anni l età di rilevazione. È stato pertanto possibile calcolare per la prima volta la prevalenza dei consumatori di 11, 12 e 13 anni di età che completa, quindi, il quadro delle prevalenze dei consumatori al di sotto dell età legale in Italia (Grafico 2). È da segnalare che la prevalenza relativa agli undicenni è da prendere con molta cautela in funzione della bassissima numerosità campionaria ISTAT. 16

17 Capitolo i Graf. 2. Prevalenza (%) dei consumatori di bevande alcoliche in ITALIA al di sotto dell età legale. Frequenze per sesso, età (11-16 anni) osservate nell anno % 60 % 50 % 40 % 30 % 20 % 10 % 0 % Maschi Femmine 11 anni 12 anni 13 anni 14 anni 15 anni 16 anni 24,40 20,31 19,91 27,22 44,73 62,52 26,65 15,12 21,74 27,07 35,37 44,87 Le tabelle successive mostrano la distribuzione dei consumatori di bevande alcoliche a livello regionale degli uomini (Tabella 4) e delle donne (Tabella 5). Per gli individui di sesso maschile (Tabella 4) le prevalenze mostrano un incremento in tutte le regioni Italiane a eccezione di Calabria, Umbria, Sardegna, Piemonte e Valle D Aosta in cui si osserva un lieve decremento dei livelli di prevalenza del 2003 rispetto alla linea di base del Tab. 4. Prevalenza (%) dei consumatori di bevande alcoliche in Italia.Frequenze per Regione e variazioni (%) osservate nel periodo Maschi. Anno Regione Variazione % Liguria 84,8 86,0 83,8 88,5 87,7 88,1 3,9 Lombardia 86,5 88,5 88,6 88,5 86,5 89,3 3,2 Basilicata 86,5 86,8 87,0 87,0 86,7 89,1 3,0 Lazio 84,5 87,6 87,1 86,2 86,9 86,7 2,6 Abruzzo 86,5 89,2 90,2 87,5 85,9 88,3 2,1 Trentino Alto Adige 87,3 89,0 89,7 89,1 89,0 89,1 2,1 Campania 82,1 80,7 82,7 86,1 84,8 83,4 1,6 17

18 Capitolo i Regione Anno Variazione % Marche 88,8 88,6 89,5 89,0 90,1 90,1 1,5 Toscana 87,0 88,5 86,7 87,9 88,8 88,1 1,3 Veneto 89,5 88,2 88,6 88,9 88,4 90,6 1,2 Italia 86,1 86,7 87,2 87,7 86,6 87,1 1,2 Sicilia 80,6 79,8 81,1 81,6 80,8 81,1 0,6 Puglia 87,6 88,3 88,8 87,0 88,8 88,8 0,5 Emilia Romagna 87,9 88,2 88,9 90,6 86,6 88,1 0,2 Friuli Venezia Giulia 88,0 86,9 88,5 90,7 88,1 88,1 0,1 Molise 89,5 86,5 89,9 88,4 87,8 89,6 0,1 Calabria 88,5 87,3 88,8 89,4 86,5 87,8-0,8 Umbria 86,6 88,5 87,8 88,0 89,1 85,7-1,0 Sardegna 87,4 87,4 87,5 88,3 84,2 86,1-1,5 Piemonte e V. Aosta 87,5 88,1 89,6 89,4 87,0 85,8-1,9 Elaborazioni Osservatorio Nazionale Alcol CNESPS -OssFAD e WHO CC Research on Alcohol su dati ISTAT Multiscopo Anni Rispetto alla precedente rilevazione inoltre, si osservano i maggiori incrementi in Lombardia, Basilicata, Abruzzo e Veneto, ossia in quattro delle dieci regioni con valori superiori alla media nazionale. Tra le regioni con prevalenze inferiori rispetto alla linea base del 1998 e alla media nazionale risalta il caso della regione Sardegna che vede comunque incrementare notevolmente la popolazione dei consumatori rispetto al precedente anno (da 84,2 a 86,1). Per gli individui di sesso femminile (Tabella 5), a livello nazionale si è registrato un decremento complessivo dello 0,7% e le prevalenze registrate risultano più basse di quelle degli uomini. Diversamente da quanto visto nel caso di individui di sesso maschile, sebbene si registri un decremento a livello nazionale, le forti variazioni sia di segno positivo che negativo registrate a livello regionale, hanno evidenziato notevoli differenze nelle prevalenze delle consumatrici dell Italia centro-settentrionale e quelle dell Italia meridionale. Nel complesso in dodici delle venti regioni italiane si registra una variazione percentuale positiva rispetto ai valori del I più forti incrementi si osservano in Abruzzo, che mantiene comunque i livelli registrati l anno immediatamente precedente e in Friuli Venezia Giulia, che invece raggiunge il valore di prevalenza più alto registrato negli ultimi sei anni. Maggiori decrementi si registrano infine in Campania, Puglia, Basilicata. 18

19 Capitolo i Tab. 5. Prevalenza (%) dei consumatori di bevande alcoliche in Italia. Frequenze per Regione e variazioni (%) osservate nel periodo Femmine. Regione Anno Variazione % Abruzzo 54,2 60,5 59,1 58,3 59,6 59,7 10,1 Friuli Venezia Giulia 66,1 66,9 72,1 69,3 65,0 72,6 9,8 Liguria 62,8 64,5 63,9 65,1 65,0 65,9 4,9 Trentino Alto Adige 67,4 71,7 67,8 67,5 70,2 70,2 4,2 Umbria 61,2 65,5 67,8 62,2 65,3 63,5 3,8 Sardegna 53,5 59,2 59,1 56,5 51,8 55,0 2,8 Lombardia 60,7 66,0 65,4 63,2 59,6 62,1 2,3 Marche 68,5 69,1 66,3 69,4 67,1 70,0 2,2 Emilia Romagna 66,6 66,7 67,9 67,9 65,9 67,7 1,7 Lazio 60,8 64,0 65,6 62,2 60,2 61,7 1,5 Piemonte e V. Aosta 62,0 65,2 66,7 65,2 62,1 62,8 1,3 Veneto 68,3 68,2 69,3 69,0 66,9 68,1-0,3 Totale 61,4 63,0 63,6 63,1 60,1 61,0-0,7 Toscana 66,8 68,4 65,9 68,6 66,8 65,2-2,4 Sicilia 52,1 54,0 57,2 53,3 48,4 50,6-2,9 Molise 55,1 54,3 55,7 556,3 55,7 52,9-4,0 Calabria 60,6 59,7 59,4 59,7 57,9 57,9-4,5 Basilicata 58,9 57,4 59,9 55,2 53,7 55,9-5,1 Puglia 62,4 62,3 59,6 61,8 61,3 56,4-9,6 Campania 57,8 52,8 56,2 61,2 51,9 52,1-9,9 Elaborazioni Osservatorio Nazionale Alcol CNESPS -OssFAD e WHO CC Research on Alcohol su dati ISTAT Multiscopo Anni Relativamente alla ripartizione territoriale per macroaree (Tabella 6), l incremento generalizzato del numero di consumatori appare più evidente nelle aree Settentrionali e in quelle Centrali in cui si registrano, peraltro, le prevalenze più elevate. Per il sesso maschile si osservano incrementi dei consumatori in tutte le aree con valori superiori a quelli registrati a livello nazionale nell Italia Nord-Occidentale e Centrale (che tuttavia risultano inferiori ai valori registrati nel 2002). Per il sesso femminile, gli incrementi nelle aree dell Italia Settentrionale risultano maggiori di quelli registrati per il sesso maschile, mentre si registra un marcato decremento delle prevalenze nell area dell Italia meridionale (-6,9%) e dell Italia Insulare (-1,5%). 19

20 Capitolo i Tab. 6. Prevalenza (%) dei consumatori di bevande alcoliche in Italia. Frequenze per Ripartizione Geografica e variazione (%) osservata nel periodo Sesso Maschi Femmine Ripartizione territoriale Anno Var. % Italia Nord-Occidentale 86,6 88,1 88,4 88,8 86,8 88,2 1,8 Italia Centrale 86,0 88,1 87,3 87,3 88,1 87,5 1,7 Totale 86,1 86,7 87,2 87,7 86,6 87,1 1,2 Italia Meridionale 85,4 85,1 86,4 87,1 86,5 86,3 1,1 Italia Nord-Orientale 88,6 88,1 88,8 89,8 87,7 89,3 0,8 Italia Insulare 82,3 81,7 82,8 83,4 81,7 82,4 0,1 Italia Nord-Occidentale 61,3 65,6 65,6 64,0 61,0 62,7 2,3 Italia Nord-Orientale 67,3 67,7 68,9 68,5 66,6 68,7 2,1 Italia Centrale 63,8 66,2 65,9 65,2 63,6 64,0 0,3 Totale 61,4 63,0 63,6 63,1 60,1 61,0-0,7 Italia Insulare 52,5 55,3 57,6 54,1 49,2 51,7-1,5 Italia Meridionale 59,2 57,5 58,1 60,5 56,4 55,1-6,9 Elaborazioni Osservatorio Nazionale Alcol CNESPS -OssFAD e WHO CC Research on Alcohol su dati ISTAT Multiscopo Anni Analisi sintetica delle tendenze di consumo delle singole bevande alcoliche Sulla base dei dati elaborati è possibile stimare la frequenza assoluta dei consumatori nella popolazione italiana (Tabella 7), attribuendo a ciascuna unità campionaria un peso che indica le unità della popolazione rappresentate dall unità medesima, ed è possibile calcolare le variazioni registrate nel corso del periodo (Tabella 8). Riguardo agli individui di sesso maschile, si registra un incremento nelle prevalenze dei consumatori di vino, birra, aperitivi alcolici, amari e superalcolici; il maggior incremento si registra per gli aperitivi alcolici che passano dal 37,4% al 43,8% (in quattro anni +17,1%). Si confermano anche nell anno 2003 i maggiori incrementi per le bevande alcoliche a più elevata gradazione quali amari e superalcolici (6,8 e 9,3% rispettivamente). Si registra inoltre una discreta riduzione della prevalenza complessiva dei consumatori di oltre ½ litro di vino e di oltre ½ litro di birra al giorno (con un decremento del 16,5% e del 15% rispettivamente) che rappresentano, comunque, l 8,1 e il 1,7% circa della popolazione maschile. Relativamente al consumo femminile, si registra un aumento delle consumatrici di aperitivi alcolici (18,8%) e di superalcolici (13,5%) per i quali si rileva rispetto al 1998, una variazione percentuale del +22,7e del +8,9% rispettivamente. 20

21 Capitolo i Una forte diminuzione si registra tra le consumatrici di vino e birra in quantità superiore a ½ litro al giorno che rappresentano l 1,1 e lo 0,2% rispettivamente della popolazione femminile. Le modalità di consumo fuori pasto mostrano un lieve decremento rispetto al 1998 tra gli uomini (-3,3%) e un consistente aumento tra le donne (+14,4%), rappresentando un modello di consumo seguito nel 2003 da circa un quarto della popolazione (38,0% per gli uomini e 14,3% per le donne). Le elaborazioni effettuate per l intera popolazione sono state le stesse anche per la popolazione più vulnerabile quale quella dei giovani compresi tra i 14 e i 16 anni di età (Tabelle 9 e 10). È da rilevare che il consumo in questa fascia d età dovrebbe essere teoricamente pari a zero sia in funzione del divieto di somministrazione di bevande alcoliche nei luoghi pubblici, sia per l età che rappresenta una delle principali controindicazioni al consumo di bevande alcoliche. I dati elaborati mostrano riguardo agli adolescenti di sesso maschile, un forte aumento dei consumatori per tutte le bevande alcoliche a più alta gradazione con massimo incremento registrato per gli aperitivi alcolici (+43,5%) e per i superalcolici (+28,7%) nel corso dei quattro anni esaminati. Una discreta diminuzione si registra invece nel consumo di vino (-4,12%) e di birra (-9,6%), diminuzione che si osserva in maniera più marcata anche nei consumi oltre il ½ litro al giorno di queste due bevande. Il più elevato numero di consumatori registrato nel 2003 è relativo ai giovani consumatori di birra ( individui); seguono i consumatori di aperitivi alcolici ( ) che nel corso dei quattro anni hanno raggiunto e superato il numero di adolescenti consumatori di vino. Anche per gli amari è da rilevare un notevole aumento del numero di consumatori che nel 2003 risulta stimato di individui. Riguardo alle teenager, come per i coetanei di sesso maschile, le prevalenze più elevate si registrano tra le adolescenti che consumano birra (19,1%) seguite da quelle che consumano aperitivi alcolici (+16,0%). È da notare tuttavia che, mentre rispetto al 1998 il consumo di birra è diminuito facendo registrare un decremento del 21,4%, il consumo di aperitivi alcolici continua a crescere, registrando un incremento (49,5%) che risulta maggiore di quello registrato tra i maschi della stessa età. È apprezzabile rilevare che, nel quadriennio in esame, risultano azzerate tra le ragazze e prossime allo zero tra i ragazzi le prevalenze delle consumazioni di oltre ½ litro di vino e di oltre ½ litro di birra al giorno. Le modalità di consumo fuori pasto tra il 1998 e il 2003 mostrano forti incrementi per entrambi i sessi (+42,5% per i maschi e +59,8% per le femmine) 21

22 Capitolo i rappresentando una modalità di consumo seguito nel 2003 dal 16,2% della popolazione adolescenziale (18,1% per il sesso maschile, 13,9% per le femmine). Una rappresentazione grafica di sintesi delle tendenze sinora esposte è riportata nei grafici che seguono e più agevolmente identificano le variazioni più importanti registrate. Graf. 3. Variazioni nelle prevalenze per classi di età e alcune bevande alcoliche. Periodo ,0 40, adolescenti giovani giovani adulti MASCHI adulti giovani anziani 75 + anziani 30,0 20,0 10,0 29,8 8,5 30,5 21,1 9,4 23,0 15,7 7,9 18,8 6,8 6,1 13,3 17,9 13,1 11,1 11,7 18,1 6,8 0,0-10,0-2,4-7,0 1,0-3,3-0,7 0,1 0,7 2,9 1,3 1,0 3,5 0,0-20,0 50,0 40,0 48,5 39,6 46,4 FEMMINE 43,4 30,0 25,5 25,2 20,0 17,6 13,3 18,5 16,1 15,4 10,0 6,3 6,8 4,6 8,9 0,0 0,0-10,0-8,0-3,2-8,7-8,3-8,4-9,0-5,5-2,2-4,5-3,3-9,6-7,3-6,0-20,0-16,1 Vino Birra Aperitivi alcolici Superalcolici Amari Elaborazioni Osservatorio Nazionale Alcol CNESPS -OssFAD e WHO CC Research on Alcohol su dati ISTAT Multiscopo Anni

23 Capitolo i Tab. 7. Stima ( * ) della frequenza assoluta (numero) e relativa (%) di consumatori di bevande alcoliche. Analisi per bevanda, quantità consumate e modalità di consumo in accordo a una selezione delle variabili ISTAT Multiscopo. Confronto tra gli anni 1998 e Maschi Femmine Totale Stima (%) Stima (%) Stima (%) Vino , , ,9 Birra , , ,2 Aperitivi alcolici , , ,0 Amari , , ,1 Superalcolici , , ,0 Consumo fuori pasto Vino oltre ½ litro al giorno Birra oltre ½ litro al giorno Consumatori di alcol , , , , , , , , , , , ,3 Maschi Femmine Totale Stima (%) Stima (%) Stima (%) Vino , , ,9 Birra , , ,2 Aperitivi alcolici , , ,9 Amari , , ,7 Superalcolici , , ,8 Consumo fuori pasto Vino oltre ½ litro al giorno Birra oltre ½ litro al giorno Consumatori di alcol , , , , , , , , , , , ,6 ( * ) La stima della popolazione è stata calcolata attribuendo a ogni unità campionaria un peso che indica il numero di unità della popolazione rappresentata dall unità mediana. Elaborazioni Osservatorio Nazionale Alcol CNESPS -OssFAD e WHO CC Research on Alcohol su dati ISTAT Multiscopo Anni

24 Capitolo i Tab. 8. Variazioni (%) registrate nelle prevalenze dei consumatori di bevande alcoliche nel periodo Analisi per bevanda, quantità consumate e modalità di consumo in accordo a una selezione delle variabili ISTAT Multiscopo. Confronto tra gli anni 1998 e Maschi (%) Femmine (%) Totale (%) Vino 1,3-6,3-1,8 Birra 2,6-4,2 0,0 Aperitivi alcolici 17,1 22,7 18,8 Amari 4,4-4,3 2,1 Superalcolici 6,6 8,9 7,5 Consumo fuori pasto Vino oltre ½ litro al giorno Birra oltre ½ litro al giorno Consumatori di alcol -3,3 14,4 1,6-16,5-26,7-18,2-15,0-33,3-18,2 1,2-0,7 0,4 Elaborazioni Osservatorio Nazionale Alcol CNESPS -OssFAD e WHO CC Research on Alcohol su dati ISTAT Multiscopo Anni Tab. 9. Stima ( * ) della frequenza assoluta (numero) e relativa (%) dei giovani consumatori di bevande alcoliche (età anni). Analisi per bevanda e modalità di consumo. Confronto tra gli anni 1998 e Maschi Femmine Totale Stima (%) Stima (%) Stima (%) Vino , , ,7 Birra , , ,7 Aperitivi alcolici , , ,8 Amari , , ,0 Superalcolici , , ,8 Consumo fuori pasto Consumatori di alcol , , , , , ,3 24

25 Capitolo i 2003 Maschi Femmine Totale Stima (%) Stima (%) Stima (%) Vino , , ,8 Birra , , ,5 Aperitivi alcolici , , ,7 Amari , , ,8 Superalcolici , , ,7 Consumo fuori pasto Consumatori di alcol , , , , , ,0 ( * ) La stima della popolazione è stata calcolata attribuendo a ogni unità campionaria un peso che indica il numero di unità della popolazione rappresentata dall unità mediana. Elaborazioni Osservatorio Nazionale Alcol CNESPS -OssFAD e WHO CC Research on Alcohol su dati ISTAT Multiscopo Anni Tab. 10. Variazioni (%) registrate nelle prevalenze dei giovani consumatori di bevande alcoliche dei giovani consumatori di bevande alcoliche (età anni). Analisi per bevanda e modalità di consumo. Confronto tra gli anni 1998 e Maschi (%) Femmine (%) Totale (%) Vino -4,1-8,7-5,7 Birra -9,6-21,4-14,1 Aperitivi alcolici 43,5 49,5 46,1 Amari 4,3 32,6 11,4 Superalcolici 28,7 18,3 24,4 Consumo fuori pasto Consumatori di alcol 42,5 59,8 50,0-0,9-0,8-0,7 Elaborazioni Osservatorio Nazionale Alcol CNESPS -OssFAD e WHO CC Research on Alcohol su dati ISTAT Multiscopo Anni Discussione e proposte Dopo venti anni circa di decremento costante e continuo, il consumo di alcol in Italia registra una stabilizzazione ben rappresentata dal plateau degli ultimi 25

26 Capitolo i quattro anni e che nel 2003 ha fatto registrare una media pro capite annuale di 7,4 litri di alcol assoluto (World Drink Trend). Secondo l Health for All Database dell Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) la media di consumo pro capite per la popolazione di età superiore a 15 anni è più elevata rispetto alla stime di produzione del World Drink Trend e pari a un valore medio registrato di 10,5 litri pro capite nel 2003, in calo nel lungo periodo, ma in crescita rispetto al 2002 (9,2 litri) e agli anni immediatamente precedenti. L OMS ha posto da anni come target prioritario per la popolazione il raggiungimento entro il 2010 di un consumo pro capite pari a 6 litri l anno e a zero litri per la popolazione d età inferiore ai 15 anni. L ultima indagine ESPAD (European School Survey Project on Alcohol and other Drugs), condotta nell anno 2003, ha evidenziato che il 13% dei 15-16enni italiani beve alcolici finalizzando il bere all ubriacatura (binge drinking), con prevalenze del 19% tra i maschi e l 8% tra le ragazze e una tendenza in decremento tra i maschi e sostanzialmente stabile tra le teenager. Il Progetto dell OMS Health Behaviours in Schoolaged Children (HBSC), attraverso l indagine ha registrato tra i giovani 11-15enni italiani una prevalenza di episodi ripetuti di ubriachezza che cresce con il crescere dell età: a 11 anni il 5,1% e il 1,0% rispettivamente per maschi e femmine; a 13 anni il 7,4% e il 5,2% e a 15 anni il 22,8% e il 16,8%. Le prevalenze registrate per i ragazzi undicenni sono al di sopra della media europea HBSC, sia per i maschi che per le femmine (media rispettivamente del 4,3% e 1,5%) e costituiscono il fenomeno di maggiore preoccupazione in comparazione con i dati registrati per gli altri Paesi. Secondo i risultati dell indagine 2002 Eurobarometer promossa dalla Commissione Europea il numero di italiani che dichiara di non ritenere pericoloso il consumo di alcol è pari al 66%, quota leggermente superiore alla media europea (62%); nel corso dell indagine condotta per via telefonica su campioni di popolazione rappresentativi degli Stati afferenti all Unione Europea, gli italiani intervistati hanno fatto registrare il primato europeo della precocità dichiarando un età media di avvio al consumo alcolico di circa 2 anni e mezzo inferiore rispetto alla media europea: 12,2 anni rispetto ai 14,6 dell Unione Europea. Secondo le stime riportate nel presente report, il Centro Collaboratore dell OMS per la Ricerca sull Alcol e l Osservatorio Nazionale Alcol CNESPS- OssFAD dell Istituto Superiore di Sanità (ISS) stimano in circa i giovani 14-16enni al di sotto dell età legale che hanno dichiarato nell anno 2003 di consumare bevande alcoliche (Alcol Prevention Day 2006). La tendenza al consumo fuori pasto è in costante incremento e non interessa solo i giovani, ma anche le fasce adulte della popolazione che appaiono maggiormente propense all adozione di modelli di consumo alternativi (e meno salutari) rispetto al tradizionale stile mediterraneo. 26

27 Capitolo i Le elaborazioni relative alla distribuzione del consumo e all identificazione della popolazione a maggior rischio hanno evidenziato quote significativamente elevate di eccedenza nei consumi nella popolazione, con prevalenze massime tra gli anziani, degli individui che non si attengono alle Linee Guida per una Sana Alimentazione (20 grammi di alcol al giorno per le donne, pari a 1-2 Unità Alcoliche di 12 grammi, 40 grammi al giorno per gli uomini, pari a 2-3 Unità Alcoliche di una qualsiasi bevanda alcolica) (Rapporto OsservaSalute 2004 e 2005, ISBN , Vita e Pensiero ed.). Le prevalenze più elevate sono state registrate nelle classi di età e anni per entrambi i sessi. Il 10% circa dei consumatori di bevande alcoliche e il 2,0% circa delle consumatrici sono considerabili Heavy drinkers, bevitori problematici, secondo le definizioni dell OMS. Dai dati elaborati dall Osservatorio Nazionale Alcol dell ISS emerge una forte correlazione tra il modello di consumo adottato nell ambito familiare dal capofamiglia e quello dei componenti il nucleo familiare; nelle famiglie il cui capofamiglia è astemio si registra la più bassa prevalenza di componenti del nucleo familiare a rischio, mentre la proporzione più elevata di componenti che abusano dell alcol si riscontra nei nuclei familiari in cui il capofamiglia eccede. L influenza del modello del bere del capofamiglia risulta particolarmente evidente tra i figli, rispetto al coniuge o convivente. Secondo i dati presentati al Parlamento nella Relazione annuale del Ministro della Salute sull implementazione delle azioni connesse alla Legge 125/2001, nel 2004 il tasso nazionale di ospedalizzazione per diagnosi totalmente attribuibili all alcol è di 167,2 (valore per abitanti) nel 2003, in lieve decremento rispetto al 171,1 del Il numero delle dimissioni ospedaliere per le diagnosi totalmente attribuibili all alcol (tanto in causa principale di ricovero che nelle cause successive) è risultato pari a unità nel 2003, rispetto alle unità rilevate nell anno Nell anno 2003 il numero delle diagnosi ospedaliere per patologie totalmente attribuibili all alcol è risultato pari a , rispetto alle diagnosi registrate nel Il 78,5% delle diagnosi totalmente attribuibili all alcol sono relative a individui di sesso maschile ( complessivamente), il 21,5% a pazienti di sesso femminile (23.331) di tutte le età; un lieve incremento è stato registrato tra i maschi rispetto all anno Il 12,2% delle diagnosi ospedaliere totalmente alcol-attribuibili si registra nelle fasce di età più giovani (15-35 anni) con incidenza prevalente per la diagnosi di abuso di alcol ed effetti tossici dell alcol. L intossicazione alcolica è stata oggetto di diagnosi anche per la fascia di individui con età fino a 14 anni; lo 0,2% di tutte le diagnosi effettuate fanno riferimento pressoché esclusivo agli effetti tossici dell alcol. Fra il 2000 e il 2003 la distribuzione percentuale delle diverse diagnosi totalmente alcolcorrelate presenta una tendenza sostanzialmente stabile nel tempo, fatta eccezione per la diagnosi di cirrosi epatica alcolica, per la quale è stato registrato un incremento del 14,1% (dal 26,3% al 30,0%). 27

28 Capitolo i Nel 2004, soggetti alcoldipendenti ( uomini e donne) risultano in carico presso i servizi territoriali per le alcoldipendenze operanti nell ambito del S.S.N. Nel corso degli ultimi sette anni, a partire dall anno 1996, risulta costante e progressivo l aumento del numero di alcolisti afferenti alle strutture sanitarie pubbliche, con un numero più che raddoppiato degli alcoldipendenti in trattamento, con forti variazioni geografiche e un gradiente nord-sud. Risulta incrementato tra il 2003 e il 2004 il numero di alcoldipendenti di sesso femminile appartenenti alle fasce di età giovanili sino ai 49 anni e di sesso maschile 20-29enni e gli ultrasessantenni. Nel 2004, lo stato di ebbrezza alcolica ha costituito il 72% del totale delle cause di incidenti stradali collegati ad alterazioni dello stato psicofisico del conducente, con casi rilevati (rispetto ai del 2003). Rispetto agli anni precedenti, nell anno 2004 si è registrato un incremento del numero di incidenti stradali: nelle notti tra venerdì e sabato risulta confermata la più marcata correlazione tra incidente stradale e abuso di sostanze, ivi compreso l alcol. Nell anno 2004 sono stati rilevati dall ISTAT incidenti stradali (contro i del 2003) che hanno provocato morti (contro i del 2003), con un indice di mortalità (rapporto tra numero di morti e numero di incidenti) sostanzialmente invariato rispetto agli anni precedenti. L incidente stradale (accidentalità stradale da veicolo a motore, secondo la classificazione Istat delle cause di morte) continua a rappresentare per i maschi 15-24enni la causa principale di mortalità con il 46,2% sul totale dei decessi rilevati nel 2002, in aumento rispetto al 44,1% del Sulla base delle elaborazioni sin qui effettuate e delle integrazioni informative riportate dalle fonti nazionali ed europee che contribuiscono a meglio definire l impatto sociale e sanitario dell alcol in Italia, è possibile affermare che si consolida la necessità di interventi efficaci volti a ridurre il carico di malattia, di disabilità e di disagio sociale legato agli effetti negativi dell alcol sulla salute. L affermazione e la rapida diffusione di abitudini poco salutari, come il consumo di alcolici al di fuori dei pasti, sottolinea il profondo cambiamento nel modello tradizionale del bere che le generazioni precedenti ispiravano a un consumo moderato, ai pasti e tendenzialmente legato al vino. In estrema sintesi, la diminuzione del consumo medio di alcol nasconde problemi tuttora irrisolti legati alla distribuzione e alla concentrazione dei consumi alcolici che riguardano una quota non indifferente di italiani e che vanno affrontati tempestivamente. Tra questi, quelli del bere giovanile, preoccupazione principale di tutti i governi occidentali e che vedono in Italia il dilagare di un trend che richiede interventi specifici e incisivi volti a dissuadere i giovani da modelli spesso assorbiti passivamente e spesso rinforzati dalla cultura dell accettazione sociale e dalle pressioni mediatiche. 28

29 Capitolo i Il riscontro di rapidi cambiamenti nelle tendenze di consumo che i giovani per primi acquisiscono attraverso la rete di comunicazione formale e informale, deve poter stimolare la rapida attuazione di interventi che comprendano la cultura giovanile e la stimolino verso obiettivi di salute e interventi che allo stato attuale appaiono prioritari e urgenti. Una serie di principi che richiede il rafforzamento di regolamentazioni e misure che possono contribuire a migliorare la capacità individuale e della società a fronteggiare il problema alcol. L Istituto Superiore di Sanità è da anni impegnato in attività di ricerca, di prevenzione e di promozione della salute sui principali determinanti della salute e sui fattori di rischio. Tra questi l alcol è oggetto di studi condotti prevalentemente a livello di popolazione generale rivolti all identificazione e al monitoraggio dei consumi alcolici e delle modalità di uso e abuso delle bevande alcoliche. Attività che l Istituto Superiore di Sanità offre alla collettività e che forniscono i presupposti per l attuazione delle iniziative di comunicazione svolte in collaborazione con il Ministero della Salute nell ambito delle attività previste dalla Legge 125/2001. L Articolo 4 della Legge 125/2001 ha istituito la Consulta Nazionale sull alcol e sui problemi alcolcorrelati, definendone le funzioni e le prerogative che possono essere ricondotte ad attività di formulazione di pareri e proposte per il perseguimento delle finalità e degli obiettivi definiti dall articolo 1 della Legge 125/2001: a. tutelare il diritto delle persone, e in particolare dei bambini e degli adolescenti, a una vita familiare, sociale e lavorativa protetta dalle conseguenze legate all abuso di bevande alcoliche e superalcoliche; b. favorire l accesso delle persone che abusano di bevande alcoliche e superalcoliche e dei loro familiari a trattamenti sanitari e assistenziali adeguati; c. favorire l informazione e l educazione sulle conseguenze derivanti dal consumo e dall abuso di bevande alcoliche e superalcoliche; d. promuovere la ricerca e garantire adeguati livelli di formazione e di aggiornamento del personale che si occupa dei problemi alcolcorrelati; e. favorire le organizzazioni del privato sociale senza scopo di lucro e le associazioni di auto-mutuo aiuto finalizzate a prevenire o a ridurre i problemi alcolcorrelati. Volendo tentare di individuare alcune strategie prioritarie da perseguire nel prossimo futuro, mirate all esigenza di ridurre l impatto alcolcorrelato nella popolazione, si può far riferimento alle principali proposte avanzate dalla Consulta Nazionale Alcol ai Ministri competenti. Nel corso delle attività svolte nel 2005 la Consulta ha segnalato un nucleo rappresentativo delle più rilevanti indicazioni per l attuazione di strategie preventive finalizzate agli ambiti richiamati dall art.1 della legge 125/

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