Antonio e Roberta Bergaminelli. L adozione non è un gioco

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1 Antonio e Roberta Bergaminelli L adozione non è un gioco

2 Antonio e Roberta Bergaminelli, L adozione non è un gioco Copyright 2013 Edizioni del Faro Gruppo Editoriale Tangram Srl Via Verdi, 9/A Trento info@edizionidelfaro.it Prima edizione: maggio 2013 Printed in Italy ISBN: In copertina: Orfanotrofio n. 1 di Vologda, foto di A. Bergaminelli

3 L adozione non è un gioco

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5 Abbiamo deciso di scrivere questo libro per lasciare stampata su carta la storia della nostra adozione, far conoscere il vissuto di emozioni e sofferenze impresse nella nostra memoria provate durante questo periodo particolare della nostra vita. Dedicato a nostro figlio Danil, quando leggerà questo libro, capirà il desiderio e la determinazione che hanno avuto mamma e papà di partorirlo dal loro cuore con tanto amore. Antonio e Roberta Bergaminelli 7

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7 Le indagini dei servizi sociali P erché volete adottare un bambino? Ecco la prima domanda che ci fecero i servizi sociali durante il primo incontro del 27 dicembre 2005 presso l ASL. Le risposte da dare erano tante, ma in quel momento la nostra fu questa: Perché abbiamo il desiderio di diventare genitori. È normale che durante i colloqui, assistente sociale e psicologo, devono conoscere la coppia per stendere una relazione da ritornare al Tribunale dei Minorenni di competenza nei tempi stabiliti (quattro mesi), per essere esaminata ed emettere o non il decreto di idoneità, è una sorta d interrogazione scritta e orale sulla vostra vita di coppia e storia personale a livello famigliare. Il primo colloquio andò bene, certo l emozione era tanta, con la paura di sbagliare alcune risposte, ma capimmo che determinate domande erano fatte solo a scopo provocatorio, per metterci alla prova, un consiglio che possiamo darvi è di rispondere sempre con serenità e sincerità, siate voi stessi. Il secondo incontro fu fissato per il 27 gennaio 2006 ore 15.00, con l assistente sociale parlammo delle nostre motivazioni sulla scelta adottiva, una di queste è stata la non possibilità di avere figli biologici a seguito di due fallimenti d inseminazione medico-assistita con la perdita di tre embrioni. 9

8 Psicologicamente è stato pesante superare questi momenti, ma la nostra forza di coppia ci ha permesso di andare avanti col nostro progetto e dopo circa dodici mesi prendere la decisione di adottare. Il 3 febbraio 2006 ore 15.00, durante il terzo incontro con l assistente sociale, parlammo del rischio giuridico e sulla trasmissione della storia adottiva, come e quando raccontarla al bambino. In merito al rischio giuridico nell adozione nazionale, alla coppia viene richiesto un parere a riguardo. Si tratta della possibilità che il minore ritorni alla famiglia di origine, oppure ai parenti sino al quarto grado, durante un periodo di collocamento provvisorio definito dal Tribunale. In questo periodo, il bambino viene provvisoriamente assegnato alla famiglia adottiva, ma non è ancora stato emesso il decreto di affidamento pre-adottivo. Se un minore viene dichiarato adottabile con rischio giuridico, entro trenta giorni dalla notifica del provvedimento di adottabilità, i parenti fino al quarto grado possono impugnare il provvedimento alla Corte di Appello. Entro trenta giorni dalla notifica della sentenza della Corte di Appello, potranno presentare ulteriore ricorso alla Corte di Cassazione. In questo caso, i tempi del rischio giuridico rischiano di allungarsi notevolmente, dipendendo quindi anche dalla magistratura ordinaria. Durante il periodo di collocamento provvisorio, il Tribunale nominerà un tutore, presso il quale il minore avrà residenza. Questo periodo sarà un periodo di speranza e di incertezze, il bambino non può avere un documento d identità e porterà il suo cognome di origine. Il 17 febbraio 2006 ore 14.00, ecco l incontro più temuto dalle coppie, lo psicologo, fu un colloquio individuale e di coppia con relative domande scritte, durò circa tre ore e tutto sommato non andò male. Perché lo psicologo per adottare? Si chiedono molte coppie questo è un passaggio molto delicato durante le verifiche dei servizi sociali per tracciare e valutare la personalità della coppia. Tenete presente che tutte queste informazioni saranno trascritte sulla relazione per il Tribunale dei Minorenni, sarà una base di lavoro per la commissione che valuterà e deciderà l emissione del vostro decreto. 10

9 Il 24 febbraio 2006 ore 14.00, l assistente sociale venne a farci la visita domiciliare, questa è una procedura per visionare l abitazione, i locali e gli spazi interni ed esterni riservati al futuro bambino. Su consiglio dei servizi sociali e Tribunale dei Minorenni, partecipammo al corso di formazione per coppie disponibili all adozione, svoltosi a Como presso l ASL nei giorni 20/23/27/30 marzo 2006 dalle ore alle ore 22.00, diversi furono gli argomenti trattati, legislazione in materia di adozione, il bambino, la coppia e la costruzione di una storia condivisa. Molte coppie pensano e si sentono dire che i corsi pre-adozione non servono a nulla, oppure è solo una perdita di tempo, tutti gli argomenti trattati è un infarinatura che servirà a tempo debito nella partita in campo con il vostro futuro bambino. Fatti tutti gli accertamenti, i servizi sociali stesero la relazione da restituire al Tribunale dei Minorenni di Milano, letta e sottoscritta da noi, il 28 giugno 2006 venne restituita al Tribunale. Nel mese di ottobre presentammo anche la nostra disponibilità per l adozione Internazionale, così il 05 dicembre 2006 alle ore 15, veniamo convocati per un colloquio integrativo con l assistente sociale e il giorno 14 dicembre ore 8.15 con lo psicologo, venne scritta una seconda relazione sulle motivazione della scelta fatta in un secondo tempo e anche questa venne rispedita al Tribunale. Il tempo passò, ed ecco la prima telefonata dal Tribunale dei Minorenni di Milano di presentarci il giorno 23 maggio 2007 (giorno del compleanno di Roberta) per un colloquio, adozione Nazionale. Non vi dico l emozione, ci presentammo puntualissimi e molto emozionati a questo incontro, eravamo diciotto coppie per un bambino di un anno accolto in una comunità, sapevamo però che una chiamata non voleva dire essere scelti, infatti non sapemmo più nulla del risultato di questo incontro e la scelta del Tribunale andò non su di noi. Il mese seguente, una seconda chiamata ci fissò un incontro con il Giudice per un colloquio relativo all adozione Internazionale, prassi normale prima che venga emesso il decreto di idoneità. Anche questa volta fu un colloquio abbastanza teso da parte nostra, avere di fronte un Giudice non capita tutti i giorni. 11

10 Il 19 luglio 2007 ricevemmo una notifica dal Tribunale dei Minorenni, la quale richiedeva ai servizi sociali del territorio un approfondimento rispetto ai seguenti punti: ai rapporti dei coniugi con le rispettive famiglie d origine, con particolare riferimento al processo di costruzione della coppia e di differenziazione e autonomizzazione; alle motivazioni ad adottare un minore straniero e al grado di consapevolezza dei coniugi rispetto alle peculiarità dell adozione internazionale, con particolare riferimento al tema della diversità di cui è inevitabile portatore un minore adottivo, di cui il tratto somatico è solo un aspetto; ulteriori riflessioni e motivazioni dei coniugi per preparasi con maggior sicurezza ad accogliere un minore adottivo straniero. Il 21 agosto 2007, ci incontrammo ancora con l assistente sociale e lo psicologo per approfondire questi punti che il Tribunale ci aveva contestato e il 03 settembre 2007, presso l ASL di Como, venne scritta la relazione di approfondimento di valutazione psicosociale dei coniugi la quale diceva: Con riferimento alla richiesta di approfondimento formulata per i coniugi in data 19 luglio 2007, si è provveduto a incontrare nuovamente la coppia: Relativamente al punto rapporti con le famiglie di origine e costruzione della coppia e differenziazione/autonomizzazione ; Antonio e Roberta godono della presenza in vita di entrambe le coppie dei genitori, tutti ancora giovani pensionati, i genitori di lui vivono nella costruzione di comune abitazione con la coppia, in appartamento specifico al piano superiore, condividendo il giardino della casetta; i genitori di lei risiedono a tre chilometri. L individuazione dei singoli e lo svincolo dalle famiglie di origine sono avvenuti senza strappi né presuntuose dialettiche o rivoluzioni, ma per continuità, per maturazione anagrafica, determinandosi così, per loro, l adempimento alla realizzazione degli obiettivi socio-esistenziali di giovani adulti con la conservazione, vagliata e riconfermata, con naturalezza, delle inclinazioni religiose, etiche e sociali delle famiglie di origine, peraltro omogenee tra loro. 12

11 Questa comunità parentale, entro la quale i confini delle singole famiglie sono tuttavia ben definiti, è considerata da loro, ed effettivamente appare, come una risorsa preziosa di tipo assistenziale ed educativo in caso di accoglimento di un minore adottivo in famiglia. Relativamente al punto motivazioni ad adottare un minore straniero e grado di consapevolezza rispetto al tema della diversità di cui il tratto somatico è solo un aspetto. La coppia ha riconfermato, con apprezzabile consapevolezza, i propri limiti e risorse, il proprio progetto, teso a circoscrivere la variabilità etnica del bimbo da incontrare entro i limiti dell est Europa. Anche recentemente, di ritorno da una vacanza ad Haiti e Santo Domingo, hanno riportato un articolata notazione e consapevolezza della condizione infantile percepita in quei luoghi, accanto alla franca coscienza di non disporre delle disposizioni motivazionali e tecniche atte all ingaggio famigliare di quei bimbi. Relativamente al punto ulteriori riflessioni dei coniugi per prepararsi con maggior sicurezza all accoglienza del minore e all assunzione dei peculiari compiti come genitori adottivi ; hanno cercato e incontrato due coppie adottive, le quali hanno accolto bambini in età scolare. Queste hanno evidenziato loro gli aspetti di criticità incontrati nella loro esperienza, sia in relazione alla specifica situazione del soggetto minore, che in relazione alla sua provenienza da un paese straniero. Così la coppia, mentre in precedenza manifestava un sostanziale preferenza per un bambino piccolo, ora ha operato delle considerazioni diverse su un soggetto grandicello, maturando una riflessione che, da una parte non riconduce automaticamente una maggior facilità di integrazione alla tenera età e dall altra considera anche i vantaggi dell accogliere un bambino non piccolissimo. Anche la scelta dell adozione internazionale, opzione operata principalmente per la maggior possibilità di realizzare l esperienza adottiva, viene assunta dalla coppia con maggior consapevolezza e responsabilità. Hanno incontrato, contattando Enti Autorizzati per frequentare corsi di formazione, difficoltà per la concomitanza del periodo estivo, ripie- 13

12 gando su cicli di incontri tematici generali sull adozione, tenuti dall associazione di genitori adottivi Petali nel Mondo ai quali risultano iscritti. 14

13 Decreto di idoneità Il Tribunale dei Minorenni decide che la coppia è idonea ad avere, accudire e crescere un bambino. Il decreto di idoneità ha validità dodici mesi dalla data di emissione, entro il quale dovrà essere conferito il mandato a un Ente autorizzato. Ottenuto il decreto di idoneità il 16 ottobre 2007, dal Tribunale dei Minorenni di Milano, continuiamo la ricerca dell Ente, fino a questa data ne avevamo visti tre. Ad aprile 2008 abbiamo avuto il primo incontro informativo con SOS Bambino International Adoption filiale di Cinisello Balsamo (Mi), dove ci è stata fatta una presentazione e panoramica sui paesi operativi e accreditati, Federazione Russa, Ucraina, Colombia, Messico e Tanzania. L impressione fu buona, così decidiamo di partecipare ai corsi informativi svolti nel mese di maggio e giugno tenuti dall operatrice responsabile di filiale con la psicologa. A settembre 2008, seguito ulteriori colloqui con gli operatori, decidiamo di dare mandato a SOS Bambino e definire la nazione a noi più idonea, la Federazione Russa. Nel frattempo abbiamo partecipato a degli incontri e feste con altre coppie che frequentavano l Ente, come noi in attesa di abbinamento e coppie che avevano già concluso l iter adottivo, a tutt oggi siamo anco- 15

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