Corso di VALUTAZIONE INTEGRATA di piani e programmi per il governo del territorio prof. Giuseppe De Luca

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1 UNIVERSITA DEGLI STUDI DI FIRENZE Facoltà di Architettura Corso di laurea in Pianificazione della città, del territorio e del paesaggio a.a Corso di VALUTAZIONE INTEGRATA di piani e programmi per il governo del territorio prof. Giuseppe De Luca Le tecniche usate nella valutazione 14 novembre 2013

2 La Valutazione Ambientale può essere considerata un processo sistematico di valutazione delle conseguenze ambientali di proposte di pianificazione in senso ampio, finalizzato ad assicurare che queste vengano incluse in modo completo e considerate in modo appropriato, alla pari degli elementi economici e sociali all interno dei modelli di sviluppo sostenibile, a partire dalle prime fasi del processo decisionale. Tale valutazione non si riferisce alle opere, come nella nota Valutazione d Impatto Ambientale (VIA), ma a piani e programmi, assumendo per queste caratteristiche più generali la denominazione strategica, da qui il nome di valutazione ambientale strategica. La VAS riguarda i processi di formazione dei piani più che i piani in senso stretto. Si tratta quindi di uno strumento di aiuto alla decisione più che un processo decisionale in se stesso (appartiene alle famiglie delle tecniche del cosiddetto Decision Support System) La VAS di una determinata politica/piano/programma è intesa a valutare le implicazioni (positive e negative) più ampie, di un gran numero di iniziative che possono essere di vario tipo (ad esempio, da una rete di trasporti ad un piano urbanistico). Il fine è quello di consentire una «tutela» ampia dell ambiente di cui si cerca di promuovere lo sviluppo consapevole e pesato (sostenibile), nonché la prevenzione degli impatti ambientali negativi.

3 La Valutazione Ambientale Strategica e la Valutazione di Impatto Ambientale possono risultare complementari, all interno di un sistema di valutazione suddiviso in più fasi. Fonte: Commissione europea DGXI, Manuale per la valutazione ambientale dei Piani di Sviluppo Regionale e dei Programmi dei Fondi strutturali dellʼunione europea, Bruxselles 1998)

4 La Valutazione Strategica permette di giungere ad un processo in cui il piano viene sviluppato basandosi su di un più ampio set di prospettive, obiettivi e costrizioni, rispetto a quelli inizialmente identificati Modello concettuale tradizionale e con valutazione strategica piano/programma Star politico set di obiettivi elaborazione tecnica approvazione politico Star politico set di obiettivi elaborazione tecnica approvazione politico partecipata trasformazione in indicatori valutazione con dimensioni ambientali in senso ampio Fonte: ns elaborazione da: Therivel, R., Brown L., Methods of Strategic Environmental Assessment" in Petts, J. (ed), Handbook of Environmental Impact Assessment, Vol. 1, 1999.

5 Programma/Piano e Valutazione Strategica sono, o quantomeno dovrebbero essere, strettamente connessi, al punto da qualificare la VAS come una procedura interna al processo di pianificazione. Da qui l aggettivazione «integrata» nell originaria prospettiva nella legislazione della Regione Toscana. In termini meramente normativi procedurali, si parla di natura endoprocedimentale della Valutazione Strategica (alias «integrata» alla toscana) all interno del piano. I due processi o meglio: le due attività dello stesso processo indipendentemente degli elaborati che li contraddistinguono e che conservano un significato ai fini degli adempimenti amministrativi, dovrebbero idealmente dare origine a un esito unitario. Per questo è fondamentale che il Programma/Piano e la Valutazione Strategica quantomeno cooperino fin dall inizio, soprattutto nell ambito della costruzione del sistema di conoscenze, nella definizione delle scelte, nella aspettativa delle alternative e del loro giusto peso, ecc.

6 Nella procedura Programma/Piano e Valutazione Strategica, la coincidenza di analista (valutatore) e soggetto competente alla redazione del programma o piano è dunque strettamente funzionale al proficuo svolgimento della valutazione stessa: l indipendenza/oggettività dei giudizi valutativi è sacrificata di fronte all opportunità di non scindere la pianificazione o programmazione dalla valutazione, garantendo pertanto la più proficua integrazione dei risultati dei due rami di attività. Si potrebbe pensare al coinvolgimento di un soggetto terzo cui affidare lo svolgimento dell attività valutativa solo se si riuscissero ad individuare delle modalità di partecipazione di tale soggetto al percorso di formazione del piano o programma strettamente interrelate con l attività pianificatoria o programmatoria vera e propria. Per questo nel DPR 328/2001 che ristruttura gli ordini professionali questo compito è affidato al PIANIFICATORE TERRITORIALE art. 16 sulle competenze professionali, c. 2, lettera b) così elenca le competenze del Pianificatore territoriale: «lo svolgimento e il coordinamento di analisi complesse e specialistiche delle strutture urbane, territoriali, paesaggistiche e ambientali, il coordinamento e la gestione di attività di valutazione ambientale e di fattibilità dei piani e dei progetti urbani e territoriali»

7 IL PIANIFICATORE TERRITORIALE SOVRAPPONE DIVERSE FIGURE

8 Analizziamo il DPR 328/01 nei suoi contenuti tecnici - i biologi (art. 31, c. 1, lettera i) devono circoscrivere la loro attività «valutazione di impatto ambientale, relativamente agli aspetti biologici» - i geologi (art. 41, c. 1, lettera h) possono effettuare «gli studi d'impatto ambientali per la Valutazione d Impatto Ambientale (VIA) e per la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) limitatamente agli aspetti geologici» - gli agronomi non hanno nessuna competenza legata alla VAS, la competenza specifica non è citata nel DPR, né in quelle attribuite precedentemente (legge 152/92, che modifica l ordinamento della professione di Dottore Agronomo e di Dottore Forestale). Solo per similitudine si può estendere una loro competenza, ma comunque limitata agli aspetti agricoli, o meglio per dirla con la lettera g) art. 2 della legge 152/92 «per quanto attiene alle componenti agricolo-forestali ed ai rapporti città campagna». La stessa VIA, esplicitamente citata come competenza, è molto ristretta. Così recita la lettera r) della stessa legge «la valutazione di impatto ambientale ed il successivo monitoraggio per quanto attiene agli effetti sulla flora e la fauna»

9 Analizziamo il DPR 328/01 nei suoi contenuti tecnici - gli ingegneri (sezione Ingegneria civile e ambientale) non hanno una competenza piena nella VAS, ma molto settoriale: il DPR art. 46, c. 1, lettera a) gli affida «la valutazione di impatto ambientale di opere edili e strutture, infrastrutture, territoriali e di trasporto, di opere per la difesa del suolo e per il disinquinamento e la depurazione, di opere geotecniche, di sistemi e impianti civili e per l'ambiente e il territorio» - gli ingegneri (sezione industriale) non hanno una competenza ampia VAS, ma solo molto parziale su un segmento preciso: infatti, il DPR art. 46, c. 1, lettera b) affida loro: «la pianificazione, la progettazione, lo sviluppo, la direzione lavori, la stima, il collaudo, la gestione, la valutazione di impatto ambientale di macchine, impianti industriali, di impianti per la produzione, trasformazione e la distribuzione dell'energia, di sistemi e processi industriali e tecnologici, di apparati e di strumentazioni per la diagnostica e per la terapia medico-chirurgica»

10 Analizziamo il DPR 328/01 nei suoi contenuti tecnici - gli architetti nel DPR 328/01 non ne hanno esplicitamente alcuna, né si trova traccia specifica in altre disposizioni nazionali, né nella direttiva europea. La generica (e coprente) formula che usa il DPR all art. 16, c. 1 «le attività già stabilite dalle disposizioni vigenti nazionali ed europee per la professione di architetto, ed in particolare quelle che implicano l uso di metodologie avanzate, innovative o sperimentali» non sono state mai oggetto indicazione ministeriale o regolamentare specifica. Proprio su questa generica formulazione poggia e si estende la competenza degli architetti sulla VAS.. La competenza per il Pianificatore territoriale sulla VAS, sia come coordinatore che come gestore, può essere intesa come una vera e propria riserva professionale. Riserva resa ancora più solida per la cancellazione della precedente Laurea in Scienza Ambientali (DM 509/1999, elenco delle nuove classe di laurea) dal nuovo ordinamento delle lauree (DM 207/2004) italiane. Questi laureati, in ogni caso, per svolgere attività professionale, dovevano superare l esame di stato in Pianificazione e poi iscriversi all'ordine APPC, settore Pianificazione. L iscrizione li assimilava ai Pianificatori territoriali

11 Per il DPR 328/01 La competenza per il Pianificatore territoriale sulla VAS, sia come coordinatore che come gestore, può essere intesa come una vera e propria riserva professionale. Riserva resa ancora più solida per la cancellazione della precedente Laurea in Scienza Ambientali (DM 509/1999, elenco delle nuove classe di laurea) dal nuovo ordinamento delle lauree (DM 207/2004) italiane. Questi laureati, in ogni caso, per svolgere attività professionale, dovevano superare l esame di stato in Pianificazione e poi iscriversi all'ordine APPC, settore Pianificazione. L iscrizione li assimilava ai Pianificatori territoriali.

12 Spostiamo l attenzione sulla formazione universitaria - gli obiettivi formativi qualificanti, quelli legati alla Valutazione Ambientale li troviamo solo nella laurea LM74, Scienze e tecnologie geologiche, ma come abbiamo visto prima la competenza è ristretta solo agli aspetti geologici. Per le altre lauree magistrali, comprese quelle di pianificazione, gli obiettivi formativi sono questi: - LM3, Architettura del paesaggio «l'analisi e la valutazione paesistica e gli studi di impatto ambientale» - LM35, Ingegneria per l'ambiente e il Territorio la «valutazione degli impatti e della compatibilità ambientale di piani e opere»

13 Spostiamo l attenzione sulla formazione universitaria - LM60, Scienze della natura la «valutazione d'impatto, recupero e di gestione dell'ambiente naturale»... nonché «quegli aspetti della legislazione ambientale che richiedono competenze naturalistiche, con particolare riferimento agli studi di impatto (comparto flora-fauna) e alla valutazione di incidenza» -LM73, Scienze e tecnologie forestali ed ambientali la «valutazione d'impatto, recupero e di gestione dell'ambiente naturale»... nonché «quegli aspetti della legislazione ambientale che richiedono competenze naturalistiche, con particolare riferimento agli studi di impatto (comparto flora-fauna) e alla valutazione di incidenza» - LM48, Pianificazione territoriale, urbanistica e ambientale il «coordinamento e gestione delle attività di valutazione di progetti, programmi, piani e politiche urbane, territoriali e ambientali»

14 LA SPIEGAZIONE ESTESA è SU

15 La difficoltà di stabilire esatti contenuti e limiti della VAS determina anche la difficoltà di definire un'unica metodologia universalmente ripetibile e formalizzata per l'applicazione della procedura. Le numerose esperienze maturate in ambito internazionale, soprattutto a partire dagli anni '90, sia in adempimento delle normative vigenti, sia su base volontaria, sia a livello di progetti-pilota, continuano a configurare modelli estremamente eterogenei, dando luogo solo in qualche caso a procedure formalizzate e chiaramente strutturate. In merito alle metodologie «condivise» uno dei riferimenti concreti e più accreditati è il Manuale per la valutazione ambientale dei Piani di Sviluppo Regionale e dei Programmi dei Fondi strutturali dell Unione Europea, elaborato dalla Commissione Europea, DGXI Ambiente, Sicurezza Nucleare e Protezione Civile, Agosto La metodologia del Manuale ha il vantaggio di non risultare rigida e di essere quindi adattabile ad altre tipologie di piani.

16 Il Manuale prevede una procedura articolata in 7 fasi fra loro interconnesse 1. Valutazione dello stato dell ambiente ed elaborazione dei dati di riferimento Fornisce un analisi della situazione in campo ambientale con riferimento alle risorse naturali nonché alla valutazione delle possibili interazioni positive e negative tra le risorse naturali e il piano oggetto di valutazione. 2. Obiettivi, finalità, priorità Identifica gli obiettivi, le finalità e le priorità in materia di ambiente e di sviluppo sostenibile da inserire nel piano, in base al risultato della valutazione dello stato dell ambiente. 3. Bozza di proposta di piano e identificazione delle alternative Inserisce nella bozza di piano gli obiettivi e le priorità ambientali accanto agli obiettivi di sviluppo, alle iniziative e alle alternative finalizzate al raggiungimento degli obiettivi.

17 4. Valutazione ambientale della bozza di piano Valuta le implicazioni ambientali delle priorità di sviluppo e la coerenza della strategia prevista con le finalità di sviluppo sostenibile. 5. Indicatori in campo ambientale Stabilisce gli indicatori ambientali che aiuteranno decisori e pubblico a comprendere le iterazioni tra l ambiente e il settore di sviluppo: è importante che gli indicatori siano quantificati in modo che possano descrivere nel tempo le variazioni. 6. Integrazione dei risultati della valutazione nella decisione definitiva Orienta, utilizzando i risultati della valutazione, in direzione della sostenibilità la redazione del piano 7. Monitoraggio e valutazione degli impatti Il monitoraggio è l attività di raccolta ed elaborazione delle informazioni circa l efficacia dell attuazione del piano; l attività di monitoraggio consente la valutazione dello scostamento tra obiettivi identificati e quelli conseguiti.

18 CON QUALI TECNICHE?.. Banali (semplici) MATRICI che identificano valenze/criticità e opportunità/minacce del programma/piano sul territorio

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22 Matrice coassiale: quelle che intersecano tra loro opere a specifiche pressioni di ogni tipologia di piano. A queste viene attribuito un punteggio di tipo qualitativo (Alto/Medio/Basso) che può, in certi casi, essere parametrizzato numericamente a seconda del rango specifico, in modo da ottenere al termine dell analisi una concatenazione logica consequenziale di analisi attinenti effetti negativi e positivi generabili.

23 Matrice coassiale: quelle che intersecano tra loro opere a specifiche pressioni di ogni tipologia di piano. A queste viene attribuito un punteggio di tipo qualitativo (Alto/Medio/Basso) che può, in certi casi, essere parametrizzato numericamente a seconda del rango specifico, in modo da ottenere al termine dell analisi una concatenazione logica consequenziale di analisi attinenti effetti negativi e positivi generabili.

24 Matrice coassiale: quelle che intersecano tra loro opere a specifiche pressioni di ogni tipologia di piano. A queste viene attribuito un punteggio di tipo qualitativo (Alto/Medio/Basso) che può, in certi casi, essere parametrizzato numericamente a seconda del rango specifico, in modo da ottenere al termine dell analisi una concatenazione logica consequenziale di analisi attinenti effetti negativi e positivi generabili.

25 Checklists: elenchi selezionati di parametri, relativi alle componenti e fattori ambientali, a fattori di progetto e/o a fattori di impatto, che costituiscono la guida di riferimento per l'individuazione degli impatti, che consenteno di predisporre un quadro informativo sulle principali interrelazioni che dovranno essere analizzate.

26 Grafo di correlazione

27 QUADRO LOGICO PS L ANALISI DI COERENZA INTERNA

28 QUADRO LOGICO RU L ANALISI DI COERENZA INTERNA

29 Analisi multicriteri con scenari di riferimento metodologia di approccio al problema decisionale che consente di generare un ordinamento delle alternative: ad ogni soluzione esaminata è attribuito un punteggio, che ne misura la prestazione rispetto a tutti i criteri considerati.

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