MANUALE SU LA BUSTA PAGA

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1 MANUALE SU LA BUSTA PAGA Il presente volume non esaurisce tutte le tematiche inerenti alla busta paga, si pone solo come supporto al modulo formativo. Per maggiori e più precisi riferimenti rifarsi al CCNL metalmeccanici o alle leggi inerenti gli argomenti regolamentati per legge. Sono gradite osservazioni al testo che possono essere inoltrate alla UILM Bergamo, telefonando al o attraverso il fax o tramite posta elettronica maurizio.testoni@gmail.com. Un ringraziamento a tutti coloro che hanno collaborato a questo lavoro e a coloro che ci aiuteranno a migliorarlo. Marzo 2008 Formazione UILM Lombardia 1

2 Indice 1. La busta paga Nozione di retribuzione Nozione legale Nozione contrattuale Nozione previdenziale Nozione tributaria Livelli di contrattazione Livello nazionale confederale Livello nazionale di categoria Livello aziendale o di gruppo Livello individuale Struttura della busta paga Retribuzione diretta Retribuzione indiretta Retribuzione differita Fringe Benefit Elementi retributivi Paga base o minimo tabellare E.D.R Indennità di vacanza contrattuale Superminimo Terzo Elemento o Superminimo Collettivo Premio di produzione Scatti di anzianità Premio di risultato Maggiorazioni Indennità di lavoro notturno Lavoro straordinario Cottimo Indennità di trasferta Malattia Gli obblighi del lavoratore Controlli di malattia e le fasce orarie Mancata reperibilità Conservazione del posto e trattamento economico Malattie brevi Il pagamento della malattia Obblighi di informazione Infortuni sul lavoro Contributi previdenziali Costruzione dell'imponibile contributivo Applicazione dell'aliquota contributiva Imposta fiscale Costruzione dell imponibile fiscale Applicazione dell'aliquota fiscale Le detrazioni per carichi familiari Le detrazioni per coniuge a carico Le detrazioni per figli a carico Le detrazioni per altri familiari a carico Le detrazioni per tipo di reddito Le detrazioni per lavoratori dipendenti Addizionali Regionali e Comunali Assegno al nucleo familiare

3 11. Trattamento di fine rapporto (T.F.R.) Come si calcola Festività Festività soppresse Retribuzione delle festività Festività lavorate Ferie Decorrenza delle ferie e periodo di godimento La retribuzione delle ferie Casi particolari Malattia sopraggiunta durante le ferie Permessi annui retribuiti (P.A.R.) Periodo di preavviso in caso di dimissioni Forme pensionistiche complementare Cometa Fondapi

4 1. La busta paga La busta paga è il documento riepilogativo della "paga", cioè del corrispettivo che è dato al lavoratore alle dipendenze di un datore di lavoro, per la prestazione oggetto del contratto di lavoro. Più comunemente, la paga è chiamata retribuzione e misura la qualità e la quantità di lavoro che è prestato: quantità perché la retribuzione è direttamente proporzionale alle ore - giornate lavorate e qualità, perché, a seconda del lavoro svolto, con più o meno responsabilità o con più o meno professionalità, si ha diritto ad una retribuzione diversa. Il principio di qualità e quantità della retribuzione è stabilito dall'art. 36 della nostra costituzione al quale la giurisprudenza si è più volte relazionata stabilendo il principio che lì dove manchi un espressa pattuizione, la retribuzione, modulata come abbiamo visto sopra, deve essere quella del Contratto Collettivo applicabile alla categoria. 1.1 Nozione di retribuzione Anche se si pensa alla retribuzione come un dato oggettivo, ovvero ad una quantità economica, esistono varie definizioni di retribuzione, come vedremo meglio nella parte che tratta le imposte fiscali e i contributi. Per il momento ci limiteremo a prendere atto che esistono e sono: 1.2 Nozione legale Ai sensi dell'art del codice civile, la retribuzione costituisce il corrispettivo per l'attività prestata dal lavoratore subordinato. L'art stabilisce che, lì dove manchi un accordo tra le parti, la retribuzione può essere stabilità dal giudice. 1.3 Nozione contrattuale Il Contratto Collettivo di categoria è espressamente delegato dal codice civile a specificare nel dettaglio la retribuzione del lavoratore. La contrattazione collettiva da un senso alla quantità del lavoro prestato disciplinando per esempio gli istituti del part-time, del tempo determinato, della riduzione dell'orario di lavoro, dei ratei degli istituti contrattuali e della qualità del lavoro, individuando dei livelli di professionalità con diverso grado di responsabilità e di competenza, stabilendo quale debba essere la remunerazione per la prestazione lavorativa. La retribuzione è definita nel contratto collettivo come minimo tabellare. Inoltre i contratti collettivi stabiliscono tutti quegli elementi della retribuzione che possono verificarsi durante il rapporto di lavoro: si pensi al lavoro straordinario, al lavoro festivo, alle maggiorazioni per lavoro festivo e notturno, ecc. 1.4 Nozione previdenziale Tutti i lavoratori dipendenti sono tenuti al versamento dei contributi previdenziali e assistenziali agli enti preposti (per semplicità utilizzeremo come referente per il versamento dei contributi l'inps ma si sappia che alcuni rapporti di lavoro hanno come referente altri istituti quali l'inpdap, l'enasarco, etc.). 4

5 1.5 Nozione tributaria Come detto sopra, la retribuzione imponibile ai fini fiscali è individuata dal Testo unico delle imposte, cioè il DPR 917 del La definizione che ne deriva è molto ampia ed è sostanzialmente costituita da tutte le somme e valori a qualunque titolo percepiti nel periodo di imposta in relazione al rapporto di lavoro. Vedremo nella parte che spiega come si passa dalla retribuzione lorda a quella netta quali siano le differenze sostanziali tra la definizione tributaria e previdenziale. 2. Livelli di contrattazione La retribuzione deriva in parte da disposizioni legislative ed in parte è frutto di accordi sindacali con le controparti imprenditoriali e lo Stato. L'articolo 36 della Costituzione italiana, al primo comma, prevede: "il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionale alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa". Per realizzare questo principio costituzionale si è sempre di più affermato il principio della contrattazione sindacale, di tutti gli aspetti che influiscono sulla qualità della retribuzione. Anche gli aspetti che vengono regolati per legge e non per accordi collettivi sono soggetti ad intervento sindacale, come la materia fiscale e previdenziale, gli assegni familiari e così via. I livelli negoziali che influenzano la materia retributiva sono quattro: 2.1 Livello nazionale confederale Si svolge fra le confederazioni sindacali e le confederazioni imprenditoriali (Confindustria, Confagricoltura, Confcommercio, ecc.) e/o i governi e/o i singoli ministeri. Le materie di questo livello negoziale sono la struttura del salario, le normative fiscali e previdenziali, gli assegni familiari. 2.2 Livello nazionale di categoria E svolto fra le federazioni nazionali di categoria e le associazioni di settore degli imprenditori (nel nostro caso FIM-FIOM-UILM con FEDERMECCANICA e UNIONMECCANICA, le Associazioni degli artigiani). Le materie che sono trattate in questo livello negoziale sono gli istituti previsti dai contratti collettivi nazionali di lavoro. In particolare minimi tabellari, scatti di anzianità, lavoro straordinario e festivo notturno, tredicesima, ecc. Secondo le norme in atto il Contratto nazionale di categoria ha una cadenza quadriennale per la parte normativa, mentre per l adeguamento retributivo è previsto un rinnovo biennale. 5

6 2.3 Livello aziendale o di gruppo Si svolge fra le R.S.U. di azienda e/ o di gruppo congiuntamente alle O.O.S.S. territoriali e il datore di lavoro dell'azienda o del gruppo. Le materie che sono contrattate in questo livello sono il premio di risultato, il cottimo, i superminimi, le diverse indennità, la mensa, ecc, che costituiscono il contenuto del contratto aziendale. Secondo le norme in atto il contratto aziendale ha una cadenza quadriennale e il suo rinnovo deve essere sfalsato rispetto ai rinnovi del Contratto nazionale di lavoro. 2.4 Livello individuale Si attua fra il singolo lavoratore ed il datore di lavoro. Le materie retributive che formano oggetto di contrattazione riguardano i superminimi individuali e quelle forme di retribuzione definite aumenti al merito. 3. Struttura della busta paga Il documento che riassume la retribuzione del lavoratore può essere di se molto complicato, ma con l'ausilio di una chiave di lettura, possiamo notevolmente semplificare il lavoro. Per riassumere possiamo dire che la retribuzione si divide in: 3.1 Retribuzione diretta È la retribuzione che percepiamo tutti i mesi, ne fanno parte sia elementi fissi della retribuzione quali i minimi tabellari, il terzo elemento, i superminimi individuali e collettivi, che alcuni elementi variabili, cioè legati alla effettiva prestazione di lavoro (straordinario, lavoro supplementare, maggiorazione notturna etc.). 3.2 Retribuzione indiretta Si tratta di quella parte della retribuzione che percepiamo, per l'appunto, non direttamente dal datore di lavoro. Possiamo supporre, infatti, che ogni lavoratore stipuli con il proprio datore di lavoro una sorta di assicurazione per cui al verificarsi di alcuni eventi come la malattia, l'infortunio, la maternità è erogata un indennità economica capace di sostenere il lavoratore quand'anche questi sia impossibilitato a prestare la propria opera per gli eventi sospensivi del rapporto di lavoro appena ricordati. Legata alla condizione del nucleo familiare è invece l'erogazione dell'assegno al nucleo familiare da parte dell'inps. 3.3 Retribuzione differita Come accennato sopra, per ogni ora lavorata, il lavoratore ha diritto a percepire non solo retribuzione nella paga di quel mese, ma anche un "pezzettino" di retribuzione come le mensilità aggiuntive (13 mensilità) a determinate scadenze annuali o il TFR (trattamento di fine rapporto) al termine della sua prestazione lavorativa. Durante il rapporto di lavoro inoltre il lavoratore matura anche dei giorni di ferie e delle ore di permessi individuali, chiamati PAR. 6

7 3.4 Fringe Benefit I fringe benefit sono i compensi in natura, cioè quei compensi che non sono di denaro ma di fruizione di un servizio o di un oggetto: si pensi ad esempio alla mensa aziendale, ad un auto, ad un telefonino, al vitto o all'alloggio. Questi valori possono o non apparire nelle buste paghe, ma di certo non sfuggono alla definizione di retribuzione previdenziale e tributaria viste sopra. 4. Elementi retributivi 4.1 Paga base o minimo tabellare E il minimo tabellare riconosciuto ai lavoratori in base al loro inquadramento professionale. Riportiamo di seguito i minimi tabellari dei contratti: metalmeccanici federmeccanica. liv. Dal Dal Dal euro euro euro , , , , , , , , , , , , , , ,56 5s 1.552, , , , , , ,89 *59, ,45 *59, ,83 *59,39 metalmeccanici unionmeccanica. liv. Dal Dal Dal euro euro euro , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,85 *59, ,41 *59, ,04 *59, ,27 *59, ,15 *59, ,43 *59,39 * elemento retributivo 7

8 4.2 E.D.R. L'Elemento Distinto della Retribuzione, pari a 10,33, è stato introdotto a parziale recupero della perdita dell'indennità di Contingenza in conseguenza di quanto pattuito con il protocollo del 31 luglio 1992 fra CGIL-CISL-UIL e Confindustria. 4.3 Indennità di vacanza contrattuale (I.V.C.) L'indennità di vacanza contrattuale, è stata stabilita dall'accordo del luglio 1993 ed è legata al mancato rinnovo contrattuale. Qualora le parti non si accordano sulla cifra di aumento contrattuale scatta l'indennità di vacanza contrattuale pari al 30% del tasso di inflazione programmata, dal terzo mese successivo a quello di scadenza del contratto o della data di presentazione della piattaforma contrattuale, diventa il 50% trascorsi sei mesi. Sostanzialmente si prende il tasso di inflazione programmata, si moltiplica per i coefficienti sopra ricordati per ottenere quel valore percentuale che, moltiplicato per i minimi tabellari, stabilisce appunto l'indennità di vacanza contrattuale. 4.4 Superminimo In un rapporto di lavoro che tende sempre ad essere più frequentemente individualizzato, la voce superminimo compare sempre più spesso nelle retribuzioni dei lavoratori. Si tratta di valori che sono contrattati "ad personam" senza nessun riferimento particolare a valori convenzionali se non l'andamento del mercato del lavoro di quella particolare figura professionale. Gli aumenti dei minimi tabellari non potranno assorbire aumenti individuali o collettivi fatto salvo che: siano stati concessi con una clausola espressa di assorbibilità, siano stati riconosciuti a titolo di anticipo sui futuri aumenti contrattuali. 4.5 Terzo Elemento o Superminimo Collettivo Il terzo elemento, o superminimo collettivo, consiste in una somma, contrattata a livello aziendale per tutti i lavoratori ed è spesso differente per categoria di appartenenza. 4.6 Premio di produzione Dall entrata in vigore del CCNL del 4 luglio 1994 non trova più applicazione la disciplina relativa al Premio di produzione. Tale premio resta definitivamente congelato negli importi già esistenti al 30 giugno

9 4.7 Scatti di anzianità Sono il riconoscimento dell'anzianità aziendale del lavoratore. Nel nostro settore corrispondono 5 scatti biennali ed il loro valore cambia in base dei livelli di inquadramento secondo dei parametri che garantiscono uno scatto di anzianità più alto ai lavoratori più professionalizzati. Dal 1 febbraio 2008 sono aboliti i meccanismi di assorbimento degli scatti nei casi di passaggio di categoria: pertanto avverrà la loro progressiva rivalutazione, mantenendo il numero massimo di 5 scatti. In caso di passaggio a categoria superiore, il lavoratore conserverà l anzianità di servizio ai fini degli aumenti periodici di anzianità (scatti) nonché il numero degli stessi. 4.8 Premio di risultato livello Importi in vigore dal 1 gennaio 2001 per uno scatto 1 18, , , , ,64 Super 32, , ,96 Il premio di risultato normalmente ha una cadenza annuale, si rinnova solitamente ogni quattro anni. Decontribuzione del Salario Aziendale Variabile. Tale indicazione è stata recepita da appositi decreti legge, che hanno stabilito inizialmente, dal 1996, che la quota variabile del salario aziendale, pari all'1% della retribuzione percepita nell'anno solare di riferimento, successivamente elevata al 3%, sia soggetta a sgravio contributivo per le aziende, pagando un contributo di solidarietà del 10% anziché i normali contributi previdenziali e assistenziali; contemporaneamente il lavoratore è totalmente esentato dal pagamento della sua parte di contributi sulla medesima quota. 5. Maggiorazioni 5.1 Indennità di lavoro notturno È l'indennità che è riconosciuta per il disagio di lavorare di notte. Anche in questo caso i contratti collettivi stabiliscono non solo la maggiorazione ma anche cosa si intende per lavoro notturno: nel contratto è riconosciuto lavoro notturno quello che va dalle alle 6.00 del giorno dopo. 9

10 5.2 Lavoro straordinario E' quella indennità che serve a remunerare la prestazione che supera il normale orario di lavoro. L'orario normale di lavoro è indicato nei contratti collettivi. Il contratto stabilisce anche limiti del lavoro straordinario sia giornaliero 2 ore, sia settimanale 8 ore, sia annuale in 200/250 ore. Il contratto prevede la possibilità di ricorso allo straordinario esente da informazione preventiva alla RSU nella misura di: 40 ore per lavoratori turnisti, 40 ore per lavoratori che lavorano in aziende con oltre 200 dipendenti, 48 ore per lavoratori non turnisti che lavorano in aziende fino a 200 dipendenti. Maggiorazioni per il lavoro straordinario, festivo e notturno (dipendenti da aziende che applicano il Ccnl Federmeccanica) non a turni Lavoro a turni a) lavoro straordinario: prime 2 ore 25% 25% ore successive 30% 30% b) notturno fino alle ore 22 20% 15% notturno oltre le ore 22 30% 15% c) festivo 50% 50% d) festivo con riposo compensativo (1) 10% 10% e) straordinario festivo (oltre le 8 ore) 55% 55% f) straordinario festivo con riposo compensativo(oltre le 8 ore)(1) 35% 35% g) straordinario notturno (prime 2 ore) 50% 40% straordinario notturno (ore successive) 50% 45% h) notturno festivo 60% 55% i) notturno festivo con riposo compensativo (1) 35% 30% l) straordinario notturno festivo (oltre le 8 ore) 75% 65% m) straordinario notturno festivo con riposo compensativo (oltre le 8 ore) (1) 55% 50% (*) Il lavoro festivo in giorni di domenica, con riposo compensativo, è consentito solo nei casi previsti dalla legge. (**) Il lavoro notturno decorre: - per gli operai dalle 12 ore successive al primo turno del mattino. (Tratto dal 13 e 14 comma art.8 P.P. D.S del C.C.N.L ) Nessun lavoratore può rifiutarsi, salvo giustificato motivo,di compiere lavoro straordinario, notturno e festivo. Nell ipotesi di distribuzione dell orario settimanale in 5 giorni ( dal lunedì al venerdì)sarà ammesso il prolungamento del lavoro straordinario, nella giornata del 10

11 sabato nei limiti della misura massima settimanale, oltre le 2 ore giornaliere, qualora ciò sia richiesto da esigenze di riparazione e manutenzione. Negli altri casi in cui fosse richiesto tale prolungamento di prestazioni straordinarie nella giornata di sabato, esso sarà concordato con la R.S.U. e per esso sarà corrisposta una maggiorazione nella misura del 50% quando le prestazioni straordinarie superano le 2 ore. ( qualora si effettuano olre le 2 ore in straordinario, anche alle prime ore è riconosciuta una maggiorazione del 50%) Maggiorazioni per il lavoro straordinario, festivo e notturno (dipendenti da aziende che applicano il Ccnl Uniomeccanica p.m.i.) Lavoro non a turni a turni (a) lavoro straordinario diurno 20% 20% (b) lavoro notturno - fino alle ore 22 25% 25% - oltre le ore 22 35% 25% (c) festivo 55% 55% (d) festivo con riposo compensativo(1) 10% 10% (e) straordinario festivo oltre le 8 ore 55% 55% (f) straordinario festivo con riposo compensativo oltre le 8 ore(1) 35% 35% (g) straordinario notturno - prime 2 ore 50% 40% - ore successive 50% 45% (h) notturno e festivo 60% 55% (i) notturno festivo con riposo compensativo 35% 30% (l) straordinario notturno festivo oltre le 8 ore 75% 65% (m) straordinario notturno festivo con riposo compensativo oltre le 8 ore(1) 55% 50% (1) Il lavoro festivo in giorni di domenica con riposo compensativo è consentito solo nei casi previsti dalla legge. 5.3 Cottimo Il Ccnl prevede la regolamentazione del lavoro a cottimo qualora la valutazione della prestazione richiesta al lavoratore sia fatta in base al risultato della misurazione dei tempi di lavorazione. Le tariffe sono stabilite in modo da garantire al lavoratore di normale capacità e operosità un minimo che stabilito dal Ccnl. 11

12 5.4 Indennità di trasferta Quando il lavoratore è mandato in missione presso altre unità operative al di fuori del comune dove abitualmente presta la sua opera, gli deve essere riconosciuta un indennità di trasferta per vitto e alloggio pari a. 37,50 dal , pari a 40,00 dal Al lavoratore comandato in trasferta oltre al trattamento previsto, spetta un compenso per il periodo di viaggio preventivamente approvato dall azienda nelle seguenti misure: La normale retribuzione per tutto il tempo coincidente con il nomale orario di lavoro Un importo pari al 85 % per le ore eccedenti il normale orario di lavoro. 6. Malattia La materia é regolata da leggi e dal contratto nazionale. Le normative che riassumiamo si applicano ai lavoratori operai e impiegati metalmeccanici dell'industria. 6.1 Gli obblighi del lavoratore Il lavoratore ammalato, sia in caso di inizio come di prosecuzione della malattia, deve osservare scrupolosamente le seguenti norme: - avvisare l'azienda entro il primo giorno, di assenza; - inviare, entro il secondo giorno, a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno, il certificato medico sia all'azienda sia alla sede territoriale dell'inps della zona in cui abita. Inoltre, lo stesso, ha l'obbligo di comunicare immediatamente all'azienda e all'inps l'eventuale diverso domicilio presso il quale si trovi durante il periodo di assenza per malattia. Ciò anche al fine di eventuali controlli che l'azienda può richiedere all'istituto previdenziale, o che lo stesso disponga, durante le fasce orarie. In mancanza dell'avviso o dell'invio di certificato medico, salvo casi di giustificato impedimento, l'assenza sarà considerata ingiustificata. Le giornate di ritardata certificazione saranno escluse dal calcolo delle giornate indennizzabili. 6.2 Controlli di malattia e le fasce orarie La legge 638/83 (art. 6) predispone le normative in materia di controllo di malattia. In base a tale legge un decreto ministeriale ha fissato le fasce orarie in cui il lavoratore deve essere reperibile al proprio domicilio. Queste riguardano tutti i giorni della settimana, compresi sabato e domenica, salvo giustificato motivo d'assenza, il lavoratore é tenuto a osservarle. Gli orari delle fasce sono i seguenti: dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19 Il contratto nazionale stabilisce che il lavoratore che deve assentarsi dal proprio domicilio per giustificati motivi deve comunque prima comunicarne notizia all'azienda. Importante - Qualora non fosse stato reperito al domicilio, durante le fasce orarie, il lavoratore é tenuto a presentarsi comunque alla visita medica di controllo presso 12

13 l'ambulatorio della Asl, all'ora indicata sul cedolino rilasciato dal medico nella casella postale. La variazione del domicilio, non comunicata, e quindi la mancata reperibilità per questo motivo, non costituisce giustificato motivo di assenza al controllo della malattia. 6.3 Mancata reperibilità La mancata reperibilità durante le fasce orarie senza giustificato motivo di assenza, comporta per il lavoratore i seguenti provvedimenti di natura economica: - prima visita di controllo: l'assenza comporta la perdita totale di qualsiasi trattamento economico per i primi dieci giorni di malattia; - seconda visita di controllo: l'assenza determina, l'ulteriore trattenuta del 50% dell'indennità, per il periodo residuo - terza visita di controllo: l'assenza del lavoratore al domicilio alla terza visita di controllo nell'ambito dello stesso evento morboso comporta la perdita dell indennità da quel momento fino alla fine del periodo di malattia. Inoltre il contratto nazionale prevede che il lavoratore possa essere sanzionabile disciplinarmente. 6.4 Conservazione del posto e trattamento economico Il periodo di conservazione del posto di lavoro (detto comporto), differenziato in rapporto all'anzianità di servizio, si calcola sommando diversi periodi di assenza effettuati nell'arco degli ultimi 36 mesi precedenti l'ultima malattia. Il triennio costituisce in sostanza un riferimento mobile. Il periodo di comporto si distingue in semplice e prolungato. Tabella 1: Comporto semplice Anzianità aziendale Conservazione del posto Trattamento economico Fino a tre anni 6 mesi 2 mesi al 100% 4 mesi al 50% Da tre a sei anni 9 mesi 3 mesi al 100% 6 mesi al 50% Oltre sei anni 12 mesi 4 mesi al 100% 8 mesi al 50% 13

14 Tabella 2: Comporto prolungato Questo costituisce una previsione di miglior favore circoscritta a specifici casi di malattie particolarmente gravi e continuative. I periodi sopraindicati, riferiti sia alla conservazione del posto di lavoro che alla relativa retribuzione, possono prolungarsi come specificato nella Tabella 2 se nel triennio intervengono i seguenti casi: 1) una malattia continuativa con assenza ininterrotta o interrotta da un'unica ripresa del lavoro per un periodo non superiore a due mesi, che abbia comportato il superamento dei 6, 9 o 12 mesi; 2)almeno due malattie comportanti ciascuna un'assenza continuativa pari o superiore a tre mesi; 3) il prolungamento del periodo di comporto si realizza anche quando il superamento del comporto breve risulti determinato da una malattia continuativa in corso, di durata complessivamente pari o superiore a tre mesi (che può essere attestata da uno o più certificati medici in possesso del datore di lavoro all'atto del suddetto superamento). Anzianità aziendale Fino a tre anni Da tre a sei anni Oltre sei anni Conservazione del posto Trattamento economico (6+ 3) 9 mesi 3 mesi al 100% 6 mesi al 50% (9+4,5) 13,5 mesi 4,5 mesi al 100% 9 mesi al 50% (12+6) 18 mesi 6 mesi al 100% 12 mesi al 50% Esaurito il periodo di conservazione del posto di lavoro, il lavoratore può richiedere per iscritto un'aspettativa non retribuita di durata massima di 4 mesi, rinnovabile fino a un massimo di 24 mesi continuativi complessivi, previa richiesta scritta e periodica certificando all'azienda la condizione di malattia grave. In caso di eventi continuativi di ricovero ospedaliero e/o di malattia lunga, é stato introdotto un regime di bonus che riconosce a tali eventi l'intera retribuzione globale escludendoli, nel contempo, dal computo delle fasce mensili di retribuzione nei limiti dei tetti massimi di seguito riportati: 14

15 Tabella 3: Ricovero ospedaliero e/o malattie lunghe Anzianità aziendale Ricovero ospedaliero sup. a 10 giorni (fino a un max di) Malattia sup. a 21 giorni (fino a un max di) Fino a tre anni 60 gg. 60 gg. Da tre a sei anni 75 gg. 75 gg. Oltre sei anni 90 gg. 90 gg. In ogni caso il tetto massimo raggiungibile per gli eventi unitariamente considerati, non può superare i 120 giorni. 6.5 Malattie brevi Ai soli fini del trattamento economico le assenze per malattia successive alla settima di durata pari o inferiore a 5 giorni di calendario saranno conteggiate in misura doppia. Sono escluse le assenze dovute a ricoveri ospedalieri o day-hospital o a trattamenti terapeutici (emodialisi, morbo di Cooley, neoplasie) effettuati presso enti ospedalieri o debitamente certificati. 6.6 Il pagamento della malattia Nel caso di malattia, infortunio e maternità, il contratto nazionale di lavoro impone alle aziende di corrispondere, per determinati periodi un'integrazione salariale fino a raggiungere il 100% della retribuzione che il lavoratore percepisce prestando la sua normale attività. Nel caso di malattia superiore a tre giorni l'inps, corrisponde ai soli operai, tramite l azienda, un contributo a titolo di indennità pari 50% del salario dal 4 giorno al 20 giorno, e del 66,66% del salario dal 21 al 180 giorno. 6.7 Obblighi di informazione A decorrere dal primo gennaio 2000, le aziende sono tenute a fornire, entro 20 giorni dalla richiesta del lavoratore, e per un massimo di due volte l'anno, le informazioni necessarie a consentirgli l'esatta conoscenza della situazione del cumulo delle assenze per malattia sia ai fini della conservazione del posto che del trattamento economico. 15

16 7. Infortuni sul lavoro Si parla di infortunio sul lavoro o di malattia professionale nel caso in cui il lavoratore subisca un infortunio o si ammali a causa dello svolgimento della propria attività lavorativa. Ciò che rileva è la sussistenza di un nesso causa-effetto, sia pure indiretto e mediato, con l attività lavorativa e la conseguente perdita di capacità lavorativa. Sussistono particolari obblighi di comunicazione in caso di infortunio sul lavoro. Il lavoratore infortunato è difatti obbligato a dare immediata notizia dell infortunio al proprio superiore diretto o al proprio datore di lavoro, affinché questi possa effettuare le denunce di legge. In caso di mancata comunicazione non è corrisposta l indennità per i giorni antecedenti a quelli in cui il datore di lavoro ha avuto notizia dell infortunio La nozione di infortunio sul lavoro e di malattia professionale rileva sotto tre profili distinti, ma strettamente connessi fra loro: 1) Il lavoratore, che abbia subito un infortunio sul lavoro (o una malattia professionale), ha il diritto di ricevere le prestazioni previdenziali a carico dell Inps. Queste consistono: a) in un indennità giornaliera per l inabilità temporanea; b) in una rendita per l inabilità permanente; c) in una rendita ed in un assegno una tantum per i superstiti in caso di morte. 2) Il lavoratore, che abbia subito un infortunio sul lavoro (o una malattia professionale) da cui sia derivata un inabilità temporanea assoluta, ha il diritto di assentarsi legittimamente dal lavoro, percependo le integrazioni al reddito dovute dal datore di lavoro. In particolare: a) Il lavoratore ha diritto alla conservazione del posto di lavoro, in caso di malattia professionale, per un periodo pari a quello per il quale percepisca l indennità per inabilità temporanea dovuta dall Inps e, in caso di infortunio, fino alla guarigione clinica comprovata con il rilascio del certificato medico definitivo da parte dell Inps. L infortunio sul lavoro, al pari della malattia, sospende il preavviso in caso di licenziamento. b) Il lavoratore ha diritto a percepire un trattamento economico da parte del datore di lavoro, secondo le regole già illustrate a proposito di malattia non professionale. Il datore di lavoro in tal modo integrerà il trattamento a carico dell Inps ed anticiperà quest ultimo. 3) Entro certi limiti, il lavoratore potrà esercitare un azione per il risarcimento dei danni. Più in particolare, l assicurazione obbligatoria esonera il datore di lavoro dalla responsabilità civile per gli infortuni sul lavoro, ad eccezione dei casi più gravi penalmente rilevanti. 16

17 8. Contributi previdenziali I contributi come dice la parola stessa, costituiscono il finanziamento delle prestazioni previdenziali e assistenziali, finanziamento che è attuato mediante l'applicazione di una percentuale sulla retribuzione che il lavoratore percepisce. 8.1 Costruzione dell'imponibile contributivo Per prima cosa bisogna costruire il cosiddetto "imponibile contributivo". Ma chi ci dice quali debbano essere le voci sulle quali devono essere pagati i contributi previdenziali e assistenziali? Non tutte le voci della retribuzione sono considerate allo stesso modo: Di seguito le voci che non partecipano all imponibile contributivo: Buoni pasto fino a 5,29 Diarie e trasferte TFR e altre somme corrisposte in occasione della cessazione del rapporto di lavoro Erogazioni liberali Prestazioni a carico degli istituti (malattia, maternità, infortunio) Salario variabile fino al 3% della retribuzione percepita (10%) 8.2 Applicazione dell'aliquota contributiva Il calcolo dei contributi è cosa agevole perché non è altro che l'applicazione di una percentuale che varia settore per settore e in base al numero di dipendenti; per i settori di nostra competenza le percentuali sono: Settore Qualifiche Aliquota globale Di cui a carico del lavoratore Industria fino a 15 dipendenti Operai 42.07% 9.19% Industria fino a 15 dipendenti Impiegati 39.85% 9.19% Industria oltre i 15 fino a 50 dipendenti Operai 43.27% 9.49% Industria oltre i 15 fino a 50 dipendenti Impiegati 41.05% 9.49% Industria oltre i 50 dipendenti Operai 43.57% 9.49% Industria oltre i 50 dipendenti Impiegati 41.35% 9.49% 17

18 9. Imposta fiscale Il datore di lavoro è obbligato a porsi quale "sostituto d'imposta" nei confronti del dipendente, cioè è autorizzato dall'agenzia delle Entrate (Ministero delle Finanze) a determinare il tributo che lo stato chiede ad ogni cittadino. Questa situazione rende responsabile anche il datore di lavoro per le eventuali errate trattenute effettuate al lavoratore e lo obbliga a prelevare mese per mese, dalla retribuzione, la quota destinata a imposta fiscale. Dato che però il calcolo delle imposte deve essere effettuato sulla retribuzione complessiva annua, alla fine dell'anno si tirano le somme per effettuare un adeguata trattenuta sulle retribuzioni percepite: si effettua il cosiddetto conguaglio fiscale. Questo avviene perché il sistema di tassazione è progressivo: dovendosi effettuare una stima mensile dei redditi che il lavoratore percepirà mese per mese vi possano essere delle differenze in negativo o in positivo alla fine dell'anno. 9.1 Costruzione dell imponibile fiscale Una volta determinato il prelievo contributivo dobbiamo passare a quello fiscale: dovremo come ho fatto sopra per i contributi, costruire un imponibile fiscale adottando lo stesso metodo, quindi verificando se il Ministero delle Finanze (oggi anche Agenzie per le entrate) considera quell'emolumento come retribuzione imponibile. Somme e valori totalmente o parzialmente esclusi dalla base imponibile sia contributiva che fiscale. Questa materia è in continuo fermento perché nonostante alcune previsioni normative, le manovre correttive della legge finanziaria piuttosto che le circolari interpretative rimaneggiano di continuo questa partita. Erogazioni Liberali: Sono elargizioni che sono operate dal datore di lavoro in occasione di festività o ricorrenze (il centenario dell'azienda o la festa del fondatore, alcune festività religiose etc.). Queste elargizioni sono esenti sia da contributi che da imposte fino a 258. La parte eccedente è imponibile. Corrispettivo del servizio di mensa: la prestazione di mensa è interamente esente, quand'anche quindi il lavoratore usufruisca del pasto aziendale il valore convenzionale non è sottoposto a contributi e a tassazione. Leggermente diversa invece la disciplina che riguarda i buoni pasto: quando questi sono dati in sostituzione del servizio mensa sono esenti dal pagamento sia di contributi che di tasse fino al 5,29 giornaliere. Somme per trasferte e missioni: Le trasferte sono esenti entro certi limiti e a certe condizioni. A tal proposito è utile ricordare che le spese di viaggio e di (anche sotto forma di indennità chilometrica) trasporto (documentate) sono, entro certi limiti, totalmente esenti. 9.2 Applicazione dell'aliquota fiscale L'individuazione delle imposte che il lavoratore deve versare non è così agevole come la determinazione dei contributi. Innanzitutto bisogna ricordare che l'imposta ha un nome: IRPEF. 18

19 L'imposta sulle persone fisiche nel nostro sistema è ispirata ad un criterio di progressività nel senso che chi guadagna di più deve pagare più. Ecco perché in Italia esiste un sistema a "scaglioni di reddito" che dobbiamo immaginare come dei gradini per salire i quali il lavoratore è costretto al lasciare al fisco una quota della sua retribuzione sempre maggiore man mano che il suo reddito incrementa. Tabella relativa agli attuali scaglioni di reddito Reddito Annuo Aliquote Imposta Deduzione teorica Fino a % 23% sull intero importo Da a % % parte eccedente Da a % % parte eccedente Da a % % parte eccedente Oltre % % parte eccedente Le detrazioni per carichi familiari Una modifica rilevante per la determinazione dell Irpef è rappresentata, come si è già fatto cenno, dalla sostituzione delle deduzioni per carichi familiari con le detrazioni d imposta, cui hanno diritto i contribuenti che con il proprio reddito provvedono al mantenimento del coniuge, dei figli o di altri familiari a carico. 9.4 Le detrazioni per coniuge a carico (non legalmente ed effettivamente separato): - reddito complessivo fino a euro 800 euro l importo derivante dal seguente calcolo: 110 X (redito complessivo / ) - se il risultato del rapporto è uguale a 1 la detrazione spettante è pari a 690 euro - se uguale a zero la detrazione non spetta. 19

20 - reddito complessivo compreso fra e euro(detrazione fissa) - reddito complessivo compreso tra e euro(detrazione base) X il coefficiente derivante dal seguente calcolo: reddito complessivo Il coefficiente va assunto nelle prime quattro cifre decimali. Se il risultato del rapporto è uguale a zero la detrazione non spetta. Le predette detrazioni sono aumentate di: - 10 euro, se il reddito complessivo è superiore a ma non a ; - 20 euro, se il reddito complessivo è superiore a ma non a ; - 30 euro, se il reddito complessivo è superiore a ma non a ; - 20 euro, se il reddito complessivo è superiore a ma non a ; - 10 euro, se il reddito complessivo è superiore a ma non a Esempi calcolo della detrazione d imposta per coniuge a carico Per passare dalle detrazioni teoriche o detrazioni base a quelle effettivamente spettanti in ragione del reddito complessivo posseduto, dal contribuente occorre effettuare dei calcoli che implicano i passaggi riportati negli esempi che seguono. a) reddito complessivo di euro: 800 (110 x /15.000) = 800 (110 x 0.9) = = 701 La detrazione effettiva è dunque pari a 701 euro. b) reddito complessivo di euro: in questo caso non va fatto alcun calcolo poiché la detrazione spettante è quella fissa di 690 euro, alla quale va aggiunto l importo di 20 euro (reddito compreso nella fascia tra e euro), per un totale di 710 euro. c) reddito complessivo di euro: 690 x [( )/40.000] = 690 x 0.5 = 345 euro. d) reddito complessivo euro: 690 x [ ( )/40.000] = 690 x 0,000. Il risultato del rapporto è pari a zero, pertanto la detrazione non spetta. 20

21 9.5 Le detrazioni per figli a carico euro per ciascun figlio di età inferiore a tre anni; euro per ciascun figlio, compresi i figli naturali riconosciuti, i figli adottivi e gli affidati o affiliati; Gli importi predetti sono aumentati di 220 euro per ogni figlio portatore di handicap ai sensi dell art. 3 della legge 5 febbraio 1992, n Pertanto: Figlio portatore di handicap di età < a 3 anni ( ) = euro Figlio portatore di handicap di età > a 3 anni ( ) = euro. Per i contribuenti con più di tre figli a carico la detrazione è aumentata di 200 euro per ciascun figlio a partire dal primo. Le detrazioni sopra riportate sono solo teoriche in quanto l ammontare effettivamente spettante varia in funzione del reddito. Per determinare la detrazione effettiva occorre moltiplicare la detrazione base per il coefficiente ottenuto dal rapporto (assunto nelle prime quattro cifre decimali) reddito complessivo Se il risultato del rapporto è inferiore o pari a zero, oppure uguale a 1, le detrazioni non spettano. L importo di è aumentato per tutti di euro per ogni figlio successivo al primo. Conseguentemente, ad esempio, con tre figli a carico l importo passa a euro, con quattro figli a carico a ecc. La ripartizione delle detrazioni per figli a carico fra i coniugi. Le detrazioni per i figli non si possono più ripartire liberamente tra i genitori, essendo stata prevista la spartizione al 50% della somma spettante tra i genitori non legalmente ed effettivamente separati. In alternativa, se c è accordo tra le parti, si può scegliere di attribuire tutta la detrazione al genitore che possiede il reddito più elevato. 21

22 Esempio di calcolo della detrazione d'imposta per figli a carico Coniugi con tre figli a carico maggiori di tre anni e un reddito complessivo di euro il primo e euro il secondo. Detrazione teorica totale: 2400 (800 x 3), pari a 1200 euro per genitore. Ipotizziamo una ripartizione al 50% tra i genitori (1200 euro ciascuno). Per passare alle detrazioni effettive occorrono i seguenti calcoli. 1 coniuge: 2 coniuge: x [( )/ ]= x 0,76 = x [( )/ ] = x 0.8 = 960 Detrazione complessiva Se, anziché al 50%, si decidesse di attribuire la stessa al genitore con reddito più elevato, la situazione sarebbe la seguente: x [( )/ ] = x 0.76 = In questa ipotesi di accordo la detrazione complessiva diminuisce di 48 euro( ) e quindi non risulta conveniente a meno che il coniuge con reddito più basso non risulti incapiente. 9.6 Le detrazioni per altri familiari a carico La detrazione base per gli altri familiari a carico è pari a 750 euro. Per calcolare la detrazione effettivamente spettante si moltiplica la detrazione base per il coefficiente che si ottiene utilizzando la seguente formula(considerando le prime quattro cifre decimali): reddito complessivo Se il risultato è inferiore o pari a zero, oppure uguale a 1, la detrazione non spetta. 9.7 Le detrazioni per tipo di reddito Con la riforma dell Irpef in vigore dal 2003 al Riforma Tremonti la progressività dell imposizione era affidata alla cosiddetta no tax area, differenziata per tipologia di reddito e decrescente al crescere del reddito complessivo, fino ad annullarsi a euro. Nella nuova Irpef 2007 il compito di assicurare il principio costituzionale della progressività del prelievo è stato affidato, oltre alle nuove aliquote ed ai nuovi scaglioni, ad un sistema di detrazioni d imposta in funzione della tipologia di reddito posseduto (derivante da lavoro dipendente, pensione, lavoro autonomo ecc.). 22

23 Analogamente a quanto previsto per i familiari a carico, anche le detrazioni per tipo di reddito spettano in misura decrescente man mano che il reddito aumenta, fino ad annullarsi a euro di reddito complessivo. Le detrazioni per i lavoratori dipendenti e per pensionati vanno rapportate al periodo di lavoro o di pensione nell anno e in presenza di più tipologie di reddito, gli importi non sono cumulabili, ma è consentito al contribuente di avvalersi di quella più conveniente. 9.8 Le detrazioni per lavoratori dipendenti - reddito complessivo non superiore a euro: euro, da determinare con riferimento al periodo di lavoro nell anno. L ammontare della detrazione effettivamente spettante non può, in ogni caso, essere inferiore a 690 euro. Per i rapporti di lavoro a tempo determinato, la determinazione della detrazione in rapporto al periodo di lavoro nell anno non può ridurre la detrazione stessa ad un importo inferiore a euro. - reddito complessivo superiore a euro ma non a 15,000 euro euro + l importo derivante dal seguente calcolo: 502 euro X reddito complessivo reddito complessivo superiore a euro ma non a euro 1338 euro X il coefficiente derivante dal seguente calcolo:; reddito complessivo Le predette detrazioni sono aumentate di: - 10 euro, se il reddito complessivo è compreso tra i e i euro; - 20 euro, se il reddito complessivo è compreso fra i e i euro; - 30 euro, se il reddito complessivo è compreso fra i e i euro; - 40 euro, se il reddito complessivo è compreso fra i e i euro; - 25 euro, se il reddito complessivo è compreso fra i e i euro. 23

24 Esempi di calcolo della detrazione per lavoro dipendente a) reddito complessivo di lavoro dipendente di euro x [( )/40.000] = 1338 x 0.82,5 = 1.103,85 (detrazione spettante). b) reddito complessivo euro [502 x [ ( ) /7.000] = ( 502 x 0,0714] = = 1373,84 c) reddito complessivo x [ ( )/ ] = 1338 x 0.75 = = 1023,5 euro d) reddito complessivo x [ ( )/ ] = 1338 x = Addizionali Regionali e Comunali Fino al 2001 l addizionale regionale era uguale su tutto il territorio nazionale, ogni contribuente pagava al 31 di dicembre lo 0,9% del reddito imponibile Irpef. Dal 2002 alle regioni è stata concessa la possibilità di aumentare l addizionale, in particolare per assicurare la copertura dei disavanzi di gestione in materia di spesa sanitaria. L addizionale comunale è una percentuale dell imponibile Irpef decisa dai comuni. 10. Assegno al nucleo familiare Le normative che regolano la materia in questione, e che spieghiamo all interno di questo capitolo, si applicano a tutti i lavoratori dipendenti, indipendentemente dal contratto di lavoro applicato. Dal 1 gennaio 1988, in applicazione alla legge n. 153 del 13 maggio 1988 gli assegni familiari sono stati sostituiti dall Assegno al nucleo familiare. Lo stesso é determinato, in misura differenziata, in relazione al numero dei componenti il nucleo familiare e al reddito globale del medesimo. L assegno spetta, sussistendo le condizioni che vedremo, a tutti coloro che prestano lavoro retribuito alle dipendenze di terzi nel territorio nazionale. 24

25 L individuazione dei componenti il nucleo va effettuata con riferimento al richiedente l assegno. Il nucleo familiare é così composto, oltre al richiedente: - il coniuge non legalmente ed effettivamente separato - i figli ed equiparati (legittimi, adottivi, naturali etc.) di età inferiore a 18 anni - i figli maggiorenni (come sopra) che per causa di infermità fisica o mentale siano nell assoluta e permanente impossibilità di lavorare i fratelli, sorelle e nipoti di età inferiore a 18 anni o anche maggiori se inabili al lavoro, se orfani di entrambi i genitori e non abbiano conseguito il diritto alla pensione di reversibilità. Il reddito familiare é costituito dalla somma dei redditi (reddito complessivo lordo) assoggettabili a Irpef. conseguiti dai predetti componenti del nucleo familiari nell anno solare precedente il 1 luglio di ciascun anno e ha valore per la corresponsione dell assegno fino al 30 giugno dell anno. A decorrere dal sono rideterminati i livelli di reddito e gli importi dell assegno relativi ai nuclei familiari con entrambi i genitori o un solo genitore e con almeno un figlio minore, in cui non siano presenti componenti inabili. A decorrere dal è previsto un aumento dell importo dell assegno del 15 per cento per le altre tipologie di nuclei con figli. Ai fini della determinazione dell assegno per il nucleo familiare, in presenza di nuclei numerosi (almeno quattro figli o equiparati di età inferiore a 26 anni) rilevano al pari dei figli minori anche i figli o equiparati di età superiore a 18 anni compiuti ed inferiore a 21 anni compiuti purché studenti o apprendisti. 11. Trattamento di fine rapporto (T.F.R.) Il trattamento di fine rapporto, in sigla Tfr, è la somma che spetta al lavoratore dipendente al termine del lavoro in un azienda. Conosciuta, specie in passato, più popolarmente come liquidazione, è una prestazione al cui pagamento è tenuto il datore di lavoro nel momento in cui cessa il rapporto stesso. Sull argomento è intervenuta recentemente la Corte di Cassazione, precisando che tale erogazione è dovuta dal momento della cessazione del rapporto indipendentemente dal fatto che siano conosciuti tutti i dati necessari per il calcolo. Pertanto anche la maturazione degli interessi e la rivalutazione monetaria, in caso di ritardato pagamento, maturano dal giorno in cui il credito potrà essere liquidato nel suo intero ammontare Come si calcola. Il trattamento di fine rapporto si calcola sommando per ciascun anno di lavoro una quota pari all importo della retribuzione annua divisa per 13,5 (la retribuzione utile per il calcolo del Tfr comprende tutte le voci retributive corrisposte in dipendenza del rapporto di lavoro, salvo diversa previsione dei contratti collettivi). La quota accantonata annualmente in termini percentuali è pari al 6,91% della retribuzione utile. 25

26 Gli importi accantonati sono indicizzati, al 31 dicembre di ogni anno, con l applicazione di un tasso costituito dall 1,5% in misura fissa e dal 75% dell aumento dell indice dei prezzi al consumo (Istat). Dal 2005 il valore del Tfr maturato non è più presente come voce nel modello Cud. Il lavoratore può comunque richiederlo in ogni momento al proprio datore oppure consultare l ultima busta paga dell anno e in sede di conguaglio fiscale. Al momento della risoluzione del rapporto di lavoro, secondo quanto previsto dal Codice Civile, il lavoratore ha diritto all indennità di liquidazione. La legge però prevede che, in alcuni casi il lavoratore abbia diritto alla corresponsione di anticipazioni delle somme accantonate, anche durante il rapporto di lavoro stesso. 12. Festività Sono considerate giornate festive tutte le domeniche oppure i giorni di riposo compensativo, quando vi sia obbligo per il lavoratore di prestare il suo normale turno di lavoro durante le domeniche. Di norma il riposo settimanale coincide con la domenica, salvo casi eccezionali (esempio per gli addetti a ciclo continuo, gli addetti alla salvaguardia del patrimonio aziendale, ecc.). Sono inoltre considerati festivi: Gruppo A: 25 Aprile (anniversario Liberazione), 1 maggio (festa del lavoro), 2 giugno ( festa della Repubblica). Gruppo B: Capodanno (1 gennaio), Epifania (6 gennaio), Ognissanti (1 novembre), Lunedì di Pasqua (mobile), Assunzione (15 agosto), Immacolata Concezione (8 dicembre), Natale (25 dicembre), S. Stefano (26 dicembre), Il patrono della località ove risiede l unità produttiva Festività soppresse Agli effetti della legge 5 marzo 1977 n. 54 non sono più considerati festivi, agli effetti civili: 1) S. Giuseppe (19 marzo); 2) Ascensione; 3) Corpus Domini; 4) S. Pietro e Paolo (29 giugno). In sostituzione delle 4 festività abolite, i lavoratori usufruiscono di 4 gruppi di 8 ore di permessi individuali retribuiti. La celebrazione della festività dedicata all unità nazionale che precedentemente era stabilita nella giornata del 4 di novembre, sempre per effetto della stessa legge, ha luogo nella prima domenica di novembre. Per questa festività il lavoratore usufruirà del trattamento economico previsto per le festività che coincidono con la domenica Retribuzione delle festività Operai Il CCNL Federmeccanica stabilisce che tutte le festività, devono essere pagate 1/6 dell orario settimanale, cioè 6 ore e 40 minuti, fa eccezione l Epifania integrata a 8 ore. Impiegati - Essendo stipendiato e retribuito in misura fissa mensile, le festività dal lunedì al venerdì sono retribuite a 8 ore, quando coincidono con la domenica 6,40 (1/26 della retribuzione mensile). 26

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