GUIDA ALLA STESURA DEL RAPPORTO DI RICERCA a cura della Struttura Ricerca, innovazione tecnologica e servizi alle imprese.

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1 GUIDA ALLA STESURA DEL RAPPORTO DI RICERCA a cura della Struttura Ricerca, innovazione tecnologica e servizi alle imprese Sommario Introduzione 2 1. Articolazione del Rapporto di Ricerca Sommario Riassunto (Abstract) Premessa Corpo del Rapporto di Ricerca 4 a. Teoria 5 b. Approccio metodologico 5 c. Risultati e discussione Conclusioni Programma di trasferimento dei risultati Bibliografia Appendici 10 1

2 Introduzione Il Rapporto di Ricerca (RdR) è il documento conclusivo di una attività di ricerca, parzialmente o totalmente finanziata dalla Regione Lombardia, che deve essere inviato insieme alla rendicontazione finanziaria. Tale documento serve alla Direzione Generale Agricoltura per più di uno scopo. In primo luogo per verificare il grado di raggiungimento degli obiettivi previsti dal progetto, la qualità dei prodotti ottenuti, la riuscita delle iniziative di divulgazione e trasferimento dei risultati. Il saldo del contributo è legato a questa valutazione. In secondo luogo per avere un importante strumento di divulgazione e di trasferimento dei risultati da mettere a disposizione di tutti gli operatori interessati. Inoltre per individuare/focalizzare eventuali possibili sviluppi della ricerca su aspetti nuovi, correlati o rimasti inesplorati, apertisi con le nuove acquisizioni. Per tali motivi il RdR deve essere un documento opportunamente articolato che deve descrivere: il problema che si è inteso affrontare; lo stato delle conoscenze sull argomento prima della sperimentazione; cosa è stato fatto per cercare di risolverlo; i risultati ottenuti ed il loro significato; quali e quanti progressi possono ancora essere fatti in tale campo. Il RdR, salvo casi particolari, viene messo sul sito web della D.G. Agricoltura a disposizione sia di altri ricercatori, che di tecnici del settore, agricoltori, consumatori, non necessariamente specialisti nel tema trattato; perciò è indispensabile che la prosa, pur nella sua correttezza scientifica, sia semplice e quanto più possibile comprensibile a tutti. La struttura formale del RdR, che verrà di seguito esposta, può adattarsi a ricerche di qualunque livello e deve essere utilizzata per la stesura del documento da presentare alla Regione Lombardia a conclusione delle attività svolte in relazione al progetto. É opportuno che il RdR sia scritto in accordo o collaborazione con il Responsabile scientifico del progetto, al quale la Regione Lombardia chiede di certificare la conformità delle attività svolte con quanto stabilito nel progetto. 1. Articolazione del Rapporto di Ricerca La struttura finale del RdR deve essere articolata nei seguenti punti: 1. Sommario 2. Riassunto (Abstract) 3. Premessa 4. Corpo della ricerca a. Teoria b. Approccio metodologico 2

3 c. Risultati e discussione 5. Conclusioni 6. Bibliografia 7. Programma di trasferimento dei risultati 8. Appendici (eventuali) Il RdR può riprendere quanto già scritto nel progetto, almeno per quanto riguarda premessa, materiali e metodi e bibliografia; queste parti possono essere eventualmente aggiornate se l evolversi delle conoscenze lo rendesse necessario. 1.1 Sommario Il sommario definitivo del RdR dovrà seguire le linee sotto riportate. Si consiglia una articolazione che non scenda oltre i sottocapitoli per non appesantirlo eccessivamente. La numerazione delle pagine inizia con la premessa, che sarà quindi pag. 1, mentre l abstract sarà senza numero. Esempio di sommario Riassunto (Abstract) 1. Premessa pag Titolo del primo capitolo (Corpo della ricerca) 2.1 Titolo del primo sottocapitolo del primo capitolo pag Titolo dell ultimo sottocapitolo del primo capitolo pag Titolo dell ultimo capitolo (Risultati e discussione) 5.1 Titolo del primo sottocapitolo dell ultimo capitolo pag Titolo dell ultimo sottocapitolo dell ultimo capitolo pag Conclusioni pag. 81 Bibliografia pag. 90 Appendici (eventuali) 1.2 Riassunto (Abstract) L abstract è un breve riassunto del RdR, orientativamente 1 pagina, redatto in italiano e inglese. Nel riassunto, che deve dare un idea chiara del lavoro svolto, devono essere esposti concisamente e per punti: il problema considerato e le modalità con cui è stato affrontato; i principali risultati e il relativo significato; le conclusioni; 3

4 le eventuali necessità di ulteriori approfondimenti. Il riassunto deve essere informativo e nel contempo catturare l interesse del lettore, non deve quindi essere una semplice lista di argomenti svolti. Normalmente non devono essere riportati riferimenti bibliografici; nel caso siano necessari, vanno indicati anche i relativi dettagli. Il Riassunto può essere utile alla compilazione della Scheda di sintesi dei risultati della ricerca, richiesta alla conclusione di ogni progetto, da pubblicare nel sito web della Direzione Generale Agricoltura della Lombardia. 1.3 Premessa La premessa costituisce il primo capitolo del RdR e descrive in modo dettagliato quanto riportato nella prima parte del riassunto. In essa vanno inserite le informazioni che stanno a monte, logicamente e cronologicamente, del lavoro svolto nell ambito della ricerca. Si compone essenzialmente dei seguenti punti: spiegazione della natura e dell importanza del problema considerato; breve analisi della realtà produttiva del settore oggetto del progetto, che individui le problematiche affrontate con la sperimentazione; descrizione delle conoscenze reperibili in letteratura relativamente al problema in questione, corredata da esaurienti citazioni bibliografiche; illustrazione delle possibili metodologie atte a risolvere tale problema; collocazione del problema all interno della disciplina di riferimento; obiettivi del lavoro. La premessa comprende quindi quelle parti del progetto intitolate Analisi dei fabbisogni e stato dell arte ed Obiettivi del progetto. Come già detto in precedenza, è possibile riprendere quanto scritto nel progetto integrandolo con gli aggiornamenti necessari. Per quanto riguarda la bibliografia, non è possibile stabilire a priori il numero dei riferimenti perché esso varia grandemente a seconda dell argomento; è però importante che si riporti la bibliografia consultata, aggiornata e recente. Gli obiettivi del lavoro devono essere espressi in modo preciso e devono definire chiaramente i risultati che si volevano conseguire e che si sono effettivamente raggiunti. Vista l ampiezza degli argomenti da sviluppare si consiglia di articolare la premessa in sottocapitoli. 1.4 Corpo del Rapporto di Ricerca Costituisce la parte più importante del RdR e da esso ci si attende un maggior dettaglio rispetto a quanto eventualmente riportato in un articolo di una rivista scientifica. In molti casi è necessario disporre di tutti i dati raccolti e non solo di quelli contenibili in un articolo che deve rispettare regole di sintesi. 4

5 Normalmente questa parte comprende più capitoli (teoria, approccio metodologico, risultati, discussione) la struttura dei quali varia in relazione al tipo di ricerca. In questa parte non è opportuno inserire commenti, che vanno invece collocati nella premessa o nelle conclusioni. Eventuali passaggi non essenziali per la comprensione del testo possono essere riportati in appendice. Normalmente è opportuno e necessario corredare il RdR con figure, tabelle, formule ed altro: si rimandano ai box delle pagine seguenti le istruzioni alle quali uniformarsi. a. Teoria Quando ci si riferisce a lavori teorici non originali, occorre includere tutte le spiegazioni necessarie a comprendere gli argomenti utilizzati. b. Approccio metodologico In questo capitolo, che varia in misura rilevante in relazione alle tematiche affrontate e può essere assente nei lavori puramente teorici, bisogna descrivere: la metodologia generale e l approccio tecnico-scientifico adottati per raggiungere gli obiettivi previsti; l apporto innovativo dei metodi impiegati; il piano di lavoro utilizzato, inteso come articolazione delle fasi e delle attività che hanno caratterizzato il processo di raggiungimento dei risultati. Tale descrizione deve consentire a qualsiasi ricercatore di riprodurre esattamente la ricerca, sperimentazione o dimostrazione descritta nel rapporto di ricerca. Figure e tabelle Il testo del rapporto di ricerca diventa, in generale, molto più comprensivo se si fa uso di figure esplicative. Le figure possono essere di tre tipi: - grafici (diagrammi cartesiani, istogrammi, areogrammi, ecc.) - disegni a tratto (piante, schizzi, ecc.) - fotografie I grafici sono l'elaborazione di insiemi di dati numerici, contenuti ad esempio nei "file" di uscita di un programma di calcolo o provenienti da una serie di rilevazioni sperimentali. E' buona norma che sotto ogni figura vi sia una didascalia, che permetta di comprenderne il significato anche senza la lettura del testo. Le figure devono essere numerate in ordine progressivo ed è opportuno, se il numero delle figure è elevato, che la numerazione inizi da ciascun capitolo. Le tabelle vanno numerate indipendentemente dalle figure, ma con lo stesso criterio; il titolo va messo sopra la tabella. 5

6 Figure e tabelle devono essere richiamate almeno una volta nel testo e vanno inserite non appena vengono citate per la prima volta (Fig. 1). I caratteri (tipo e dimensioni) utilizzati per la scrittura delle didascalie di figure e dei titoli delle tabelle devono essere tali da consentire sempre una buona leggibilità degli stessi. E importante ricordarsi di indicare i nomi o i simboli delle grandezze riportate, le scale e le unità di misura. Se si utilizzano figure e/o tabelle provenienti da altre pubblicazioni (libri, articoli), è necessario citare la fonte della figura o tabella riportata (questo anche se la figura o tabella è stata rielaborata sostituendo, ad esempio, le scritte in inglese con scritte in italiano). Figura 1. Esempio di figura. Note a piè di pagina Talvolta è opportuno riportare a piè di pagina qualche chiarimento che, se inserito nel testo, ne interromperebbe la continuità. Questo chiarimento può essere anche un riferimento bibliografico marginale non inserito nella bibliografia principale del rapporto di ricerca. La numerazione delle note va fatta con numeri progressivi secondo l'ordine in cui vengono introdotte. E' buona regola non abusare nell'utilizzo delle note a pié di pagina. Numerazione delle formule Se il lavoro prevede un certo numero di formule è bene numerarle al fine di facilitarne la citazione. Per la numerazione si possono seguire indifferentemente due criteri: - si numerano tutte le formule; - si numerano solo le formule richiamate nel testo. Nel caso in cui le formule siano numerose, è opportuno che la numerazione sia progressiva all'interno di ogni capitolo: (1), (2), (3), ecc..; ad esempio, per la decima formula del terzo capitolo si scriverà: 6

7 ((3-10) (3-10) Nella scrittura delle formule è opportuno attenersi alle seguenti regole: - i simboli che rappresentano quantità variabili vanno scritti in corsivo; - i simboli che rappresentano apici, pedici, costanti matematiche (j: unità immaginaria, c: velocità della luce, e: costante di Eulero, ecc.), operatori (cos, log, exp, simbolo del differenziale d, ecc.) vanno scritti in tondo; - i simboli che rappresentano vettori e matrici vanno scritti in neretto. Programmi di calcolo Se nel corso del lavoro sono stati sviluppati dei programmi di calcolo, è sufficiente riportare solo la descrizione generale degli algoritmi implementati, usando, ad esempio, un diagramma di flusso. La documentazione relativa alla codifica dell'intero programma (listato) va inserita preferibilmente in appendice. c. Risultati e discussione E opportuno che i risultati del lavoro ed i relativi commenti siano trattati congiuntamente per evitare il rischio di dedicare troppe pagine ai primi prima di arrivare alla discussione, facendo così perdere continuità alla lettura. E necessario mettere in evidenza l entità del contributo conoscitivo apportato dal progetto oltre lo stato dell arte e descrivere i benefici che i risultati del progetto daranno al comparto o filiera produttiva o alla pubblica amministrazione nel breve, medio, lungo termine. In questa parte del RdR vanno indicati sia i destinatari diretti delle innovazioni prodotte, sia i destinatari indiretti intesi come coloro che si avvantaggiano degli effetti dell introduzione dell innovazione (in qualità di fruitori di alimenti, del territorio, dell organizzazione di servizi ecc.). E inoltre necessario evidenziare l utilità, l applicabilità e l immediatezza della fruibilità dei risultati da parte dei destinatari, specificando tempi e modalità del loro utilizzo. 1.5 Conclusioni Lo spazio dedicato alle conclusioni deve essere necessariamente più lungo di quello riportato nel riassunto. Poiché è normale che le conclusioni pongano nuovi problemi a partire dalle soluzioni cui si è arrivati, è opportuno indicare anche le nuove ipotesi di ricerca. Le conclusioni devono comporsi dei seguenti punti: analisi comparativa e commento critico dei risultati presentati spiegazione motivata delle parti omesse o non approfondite 7

8 indicazione dei possibili ulteriori sviluppi. 1.6 Programma di trasferimento dei risultati Ogni progetto di ricerca deve prevedere e garantire un programma di iniziative di divulgazione e trasferimento dei risultati ottenuti. Pertanto un capitolo del RdR deve descrivere i prodotti concreti e disponibili (opuscoli, schede, poster, cd, ecc.) e le iniziative attuate (visite tecniche, giornate dimostrative, mostre, ecc.) per trasferire i risultati ottenuti dal progetto. A seconda delle acquisizioni da trasferire e del target a cui queste sono destinate i gli strumenti per divulgare i risultati ottenuti nei diversi progetti possono essere: Quaderni della Ricerca. Pieghevoli. Schede tecniche. Libri. CD. Articoli su riviste scientifiche e sulla stampa specializzata. Convegni (e relativi atti). Seminari. Interventi (a convegni organizzati da altri). Poster. Pagine web. Giornate dimostrative/visite tecniche. Mostre di prodotto. Nel RdR devono essere descritte brevemente le singole iniziative e i diversi prodotti definendone, secondo i casi, i dati più importanti, quali: numero di copie stampate e numero di copie distribuite (materiali cartacei e CD), tipologia e titolo dell evento, località, data, numero dei partecipanti (convegni, seminari, giornate dimostrative). 1.7 Bibliografia E essenziale corredare il RdR di un elenco della principale bibliografia consultata, nazionale ed internazionale, aggiornata e recente. I richiami bibliografici relativi ad articoli di riviste, memorie di congressi o libri vanno inseriti nel testo riportando fra parentesi quadre il numero con il quale sono indicati nella bibliografia alla fine del rapporto di ricerca (ad esempio [16]). I riferimenti bibliografici possono essere raccolti: nell'ordine con cui sono citati nel testo nell ordine alfabetico del primo autore. Il primo criterio è da preferire; il secondo può essere usato in presenza di bibliografie molto ampie. I nomi degli autori, il titolo della rivista o del libro, ecc., devono essere riportati nella bibliografia adeguandosi alle norme seguenti: 8

9 Articolo tratto da una rivista [1] cognome e iniziale del nome dell'autore (o degli autori) anno di pubblicazione (tra parentesi) titolo dell'articolo (in carattere corsivo) nome della rivista (è possibile usare le abbreviazioni codificate) volume ove tale rivista è raccolta e numero della rivista oppure mese ed anno di pubblicazione della rivista pagine iniziale e finale dell'articolo. [1] Bertoncini G., Amodeo P., Verderio A. (2002) Prevenire il rischio di aflatossine nel latte. L Informatore Agrario, 10 : Memoria di un congresso [2] cognome e iniziale del nome dell'autore (o degli autori) anno di pubblicazione (tra parentesi) titolo dell'articolo (in carattere corsivo) nome del congresso, conferenza, workshop, ecc. luogo in cui si è tenuto il congresso data del congresso pagine iniziale e finale della memoria o numero della memoria. [2] Ciampitti M., Tonesi R., Belli G., Cravedi P. (2002) - Studio del deperimento vegeto-produttivo della vite dovuto a Flavescenza dorata. Atti del Workshop : II Incontro Nazionale sulle Malattie da Fitoplasmi. Roma, 3-4 ottobre 2002: 409. Libro [3] cognome e iniziale del nome dell'autore (o degli autori) anno di pubblicazione (tra parentesi) titolo del libro (in carattere corsivo) luogo di stampa casa editrice collana (eventuale) le pagine (iniziale e finale inclusa) o il capitolo a cui si fa riferimento. [3] Del Felice L., Valtorta R. (1997) Canali e opere nell Est Ticino-Villoresi. Milano, Guerini e Associati: Pagine web [4] Se si inseriscono nel rapporto di ricerca informazioni e/o immagini ricavate dalla consultazione di pagine in rete, è opportuno riportare nella bibliografia il titolo della pagina, l'indirizzo Internet e la data di ultimo aggiornamento del sito (o, in mancanza di questa, la data di consultazione). 9

10 [4] "Il sito della ricerca in agricoltura", oneid=0&action=documento 1.8 Appendici Allo scopo di rendere più scorrevole la lettura del corpo del RdR, in appendice può essere opportuno riportare: le unità di misura e le liste dei simboli utilizzati (vedi box); le abbreviazioni e gli acronimi utilizzati (vedi box); le tabelle con i risultati di campagne di misure i cui grafici sono inseriti nel corpo della relazione; dati o passaggi matematici non riportati nel testo principale; i listati dei programmi di calcolo; ulteriori fotografie; il glossario (vedi box). Unità di misura e simboli Utilizzare le unità di misura fondamentali e quelle derivate del Sistema Internazionale. I simboli letterali per indicare le grandezze fisiche usate in campo scientifico-tecnico non sono univocamente codificati, ma esiste una prassi consolidata che ha assegnato alle grandezze più importanti simboli comunemente accettati. E buona regola seguire, per quanto possibile, le Norme UNI, Unità di misura. Se nel rapporto di ricerca si fa in prevalenza uso di simboli comunemente accettati, non è necessario compilare una lista dei simboli; se invece si utilizzano parecchi simboli definiti dai ricercatori o di uso non comune è opportuno inserire una lista dei simboli impiegati con il loro significato e l unità di misura utilizzata. Nella stesura del lavoro è comunque buona regola richiamare la definizione di un simbolo di non immediato significato almeno la prima volta che viene usato, ripetendone eventualmente la definizione quando il suo nuovo impiego sia abbastanza lontano dal primo. Esempio di lista dei simboli Grandezza Unità di misura Simbolo Lunghezza m L Superficie m 2 A Volume m 3 V Forza N F Peso N P Pressione Pa p Lavoro J L Energia Wh E Potenza P,N,W W Massa volumica kg.m-3 10

11 Calore J Q Entalpia J H Entropia J.K-1 S Temperatura ambiente C T Abbreviazioni e acronimi Le abbreviazioni sono di solito formate dalla prima sillaba e dalla prima consonante della seconda sillaba della parola che si vuole abbreviare, seguite da un punto. E buona regola non abusare nelle abbreviazioni, usandole solo per termini tecnici di uso corrente (ad esempio ecc.) o in casi particolari (per es. per abbreviare per esempio). Se si utilizzano delle sigle (acronimi) non di uso corrente è necessario definirle esplicitamente la prima volta che vengono usate; ad esempio si scrive: Gestione Informatizzata Reflui Agrozootecnici (GIARA) oppure GIARA (Gestione Informatizzata Reflui Agrozootecnici) e da quel punto in poi si può utilizzare la sigla introdotta. Se le abbreviazioni e gli acronimi usati sono molti può essere opportuno inserire la lista relativa in appendice. Glossario Qualora nel RdR si usino termini tecnici specialistici dei quali è importante la corretta comprensione per capire i concetti ed i metodi descritti, è buona norma aggiungere in appendice un Glossario. A fianco del termine in questione va inserita una breve descrizione utilizzando un linguaggio semplice e facilmente comprensibile. Esempio di glossario Pannelli cromotropici : particolari trappole che catturano gli insetti sfruttando il potere attrattivo esercitato su di essi da determinati colori Proteomica: analisi sistematica di un profilo di proteine in un tessuto, in una cellula o in un comparto subcellulare VIA: valutazione di impatto ambientale. È il procedimento con cui l amministrazione verifica che la costruzione di determinate opere non danneggi l ambiente 11

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