MOLINO FIUMANA -RELAZIONE TECNICA DI CANTIERE - RELAZIONE ELETTRICA -USO, MANUTENZIONE -SPECIE ITTICHE PRESENTI

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1 COMUNE DI MONGHIDORO PROVINCIA DI BOLOGNA MOLINO FIUMANA REALIZZAZIONE DI IMPIANTO MICRO-IDROELETTRICO in via dei Mulini - potenza elettrica nominale pari a kwe P.A.S. DL 387/03 art. 12 e successive modifiche ed integrazioni -RELAZIONE TECNICA DI CANTIERE - RELAZIONE ELETTRICA -USO, MANUTENZIONE -SPECIE ITTICHE PRESENTI Proponente: I mulini srls Via Roma Loiano (BO) p.iva : Ottobre

2 Sommario 1. PREMESSA Accesso al cantiere Fase di avviamento L opera nella fase di esercizio: gestione e manutenzione Piano di gestione e manutenzione delle opere Controllo della portata idrica Ripristino dello stato dei luoghi Restringimento alveo fluviale RELAZIONE ELETTRICA CONNESSIONE ALLA RETE SPECIE ITTICHE RILEVATE SCALA DI RISALITA

3 1. PREMESSA La relazione in oggetto tratta nella prima parte l aspetto legato alla viabilità di accesso al cantiere e all area necessaria a realizzare la cantieristica connessa all intervento, nella seconda parte tratta la parte elettrica dell impianto, intesa sia come allacciamento alla rete nazionale sia come impiantistica interna alla coclea idraulica. Giova anche premettere e chiarire che la GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA con delibera Num. 1366/2011 del 26/09/11 nell ALLEGATO 15 - REQUISITI E SPECIFICHE DEGLI IMPIANTI - 1. IMPIANTI ALIMENTATI DA FONTE RINNOVABILE al punto 2.1 chiarisce che : Per potenza delle unità di mini e micro-cogenerazione si intende la potenza nominale effettiva ovvero espressa al netto del consumo degli organi ausiliari interni alla/alle unità costituenti la sezione cogenerativa stessa. Solo successivamente il Ministero dello Sviluppo economico di concerto con il Ministero dell Ambiente e della tutela del Territorio e del mare in data 13 Aprile 2012 hanno emanato il Decreto DM FER omonimo, al cui articolo 2 ( Definizioni ) alla lettera p ha chiarito quanto segue: p) potenza di un impianto: è la somma, espressa in MW, delle potenze elettriche nominali degli alternatori (ovvero, ove non presenti, dei generatori) che appartengono all impianto stesso, ove la potenza nominale di un alternatore è determinata moltiplicando la potenza apparente nominale, espressa in MVA, per il fattore di potenza nominale riportati sui dati di targa dell alternatore medesimo. Per i soli impianti idroelettrici, la potenza è pari alla potenza nominale di concessione di derivazione d acqua, tenendo conto della decurtazione conseguente all applicazione del deflusso minimo vitale; Ne consegue che ai fini amministrativi il presente impianto, anche se installa generatori di potenza nominale superiore deve essere autorizzato tenendo conto soltanto della potenza nominale di concessione di derivazione d acqua. 3

4 2. Accesso al cantiere Per accedere al cantiere si utilizzerà la strada provinciale esistente, sulla destra rispetto alla foto c è l attuale accesso ai sottoservizi RFI Foto 1 ): Immagine della strada provinciale di accesso Planimetria 2 ): Immagine della strada di cantiere di accesso 4

5 Come si può notare l'accesso al cantiere e alla è garantito in parte dalla viabilità già presente, e in parte sarà necessario ripristinare una pista carrabile dismessa utilizzata per costruire il ponte della Alta Velocità. Tale nuova pista sarà realizzata mediante semplice decorticatura del manto erboso e se necessario mediante posa di un limitato spessore di spaccato di ghiaia o stabilizzato, la pista di cantiere è collocata quanto a m.q. su area RFI ( colore giallo) e quanto a 2466 m.q. su area demaniale ( colore azzurro ) Non sarà necessaria nessuna area destinata a deposito dei materiali. Il cantiere, come evidenziato nel cronoprogramma, avrà durata nel tempo piuttosto breve. In questo senso le opere maggiormente impattanti saranno quelle di tipo civile (scavi, calcestruzzi, reinterri, ecc.), mentre la parte impiantistica, percentualmente rilevante, avrà impatti molto limitati. Foto 3) : Immagine esemplificativa durante la fase di posa della coclea Si noterà anche nella foto 3) come le ridottissime dimensioni del cantiere non richiedano abbattimento di alberi nel primo intorno del cantiere ( 2-3 mt ) ma tutt al più saranno opportune delle semplici potature per evitare il danneggiamento di rami che interferiscono con le attività lavorative. Relativamente alle necessità del personale impiegato nella costruzione non si prevede di porre baracche di cantiere, in quanto la sede già esistente della ditta committente dista solo alcuni chilometri. Per le necessità del personale e della Direzione Lavori si useranno quindi principalmente quei vani. L edificio centrale, come consultabile nelle allegate tavole grafiche, sarà costituito da una struttura a pianta rettangolare realizzata in sponda destra a cavallo del canale di derivazione. La costruzione avrà dimensioni interne in pianta di ml per ml per un altezza interna media del locale di 3.70 m. La tecnica costruttiva prevista si basa sui principi della tradizione architettonica locale. I muri perimetrali saranno realizzati in muratura in cls con un rivestimento pietra arenaria locale nelle parti in vista. La copertura sarà a due falde, con struttura in legno a vista e manto in coppi di colore rosso bolognese. Al termine dello scivolo della coclea è prevista la realizzazione di una limitata zona di calma, necessaria al corretto funzionamento della macchina, realizzando un breve tratto in contropendenza in modo da assicurare un battente minimo a valle. L alveo verrà reso stabile con del pietrame nella sezione terminale della platea. 5

6 La realizzazione del fabbricato ed il taglio sulla briglia esistente sarà realizzato durante la fase di secca, non sarà necessario deviare l alveo fluviale ma sarà necessario realizzare una piccola savenella per evitare che l acqua eventualmente affluente non impedisca l esecuzione dei lavori di nuova costruzione. Le dimensioni della savenella saranno assai limitate, avrà una lunghezza di circa 8 m.l. a monte della briglia e di circa 20 m.l. a valle della stessa briglia. Per la realizzazione della stessa, sarà utilizzato il materiale già presente sull alveo che durante la fase di secca emerge nella sua quasi totale interezza. Tali lavori vengono realizzati nel più breve tempo possibile, ovvero in poco meno di due settimane, tempo ritenuto sufficiente per l esecuzione delle opere cosiddette bagnate ossia eseguite al di sotto le livello del fiume. Al termine di tali brevi lavori, lo stato dei luoghi sarà totalmente ripristinato e il materiale utilizzato per realizzare la savenella sarà ricollocato nella sua posizione originale. Non sarà asportato ne collocato sul sito nuovo materiale. Vista la piccola estensione del cantiere e la relativa brevità temporale non si prevede lo stoccaggio di carburanti e/o oli lubrificanti all interno dell area di cantiere. Analogamente non si prevede il rifornimento dei mezzi d opera all interno dell area di cantiere, e neppure la loro manutenzione in loco, al fine di prevenire la generazione di reflui da smaltire quali ad esempio oli esausti. La committenza intende affidare i lavori ad una ditta locale (Rocca Riccardo ) che ha la propria sede nel Comune di Monghidoro pertanto la ditta troverà di maggior convenienza effettuare le operazioni presso la propria sede. Secondo quanto previsto dal titolo V del DLgs. 152/06 sarà predisposto un piano di emergenza da attuarsi in caso di sversamenti accidentali di sostanze inquinanti nel suolo o nelle acque. L art. 249 del sopra citato Dlgs. e il relativo allegato IV prevedono procedure semplificate per le aree di ridotte dimensioni, come nel caso in oggetto. La predisposizione di tale documento è rimandata alla fase esecutiva. In questa fase si indicano solamente alcuni punti di carattere generale: - fra le eventualità sarà opportuno ipotizzare il caso, anche se remoto, di sversamento sul suolo di oli o idrocarburi dovuti alla rottura dei circuiti idraulici o del serbatoio dei mezzi di lavoro utilizzati. - per le lavorazioni previste saranno escluse le sostanze pericolose; - a livello organizzativo l azienda nominerà un responsabile dell emergenza che attiverà, in caso di necessità, le procedure di comunicazione previste dall art. 249 del DLgs 152/06; - l accessibilità al cantiere sarà riservata al solo personale autorizzato; Infine si evidenzia che l analisi eseguita non ha preso in considerazione l ipotesi di inquinamento delle acque del fiume in quanto, alla luce della tipologia delle opere previste, i lavori verranno eseguiti in aree prive di acqua. Per le lavorazioni in alveo, infatti, è prevista una preventiva deviazione del corso e sarà necessario operare in periodi di magra. 6

7 3. Fase di avviamento. Una volta realizzata l opera si passerà al collaudo della componentistica elettromeccanica. Tale operazione dovrà essere effettuata al di fuori dei mesi di magra in quanto le prove tecniche devono essere fatte a regime. Dopo questa fase inizieranno le prove di parallelo per l inserzione dell energia in rete. In base alle portate minime, comunque, per com è stata progettata l opera di captazione in relazione all apertura del DMV, l impianto si fermerà. L impianto è dotato di dispositivi di sicurezza in grado di arrestare automaticamente il gruppo in condizioni di anomalia. Tutti i parametri di funzionamento possono essere controllati 24 ore su 24 ed in tempo reale tramite sensori di livello, di temperatura ed allarmi vari e sono modificabili via modem con un software di telecontrollo appositamente realizzato per l impianto in oggetto. In questa fase saranno testati tutti questi è possibile controllare la maggior parte dei malfunzionamenti dovuti a cause di ordinaria amministrazione e ridurre gli interventi diretti a risolvere emergenze saltuarie e lavori di manutenzione programmata, in maniera tale da ridurre al minimo i tempi di fermo impianto. 4. L opera nella fase di esercizio: gestione e manutenzione L intero impianto è altamente automatizzato e pertanto sarà sufficiente un controllo visivo settimanale dell opera di presa, dell edificio della centrale e dello scarico in alveo. Tutte le funzioni di sbrigliamento, spurgo dell opera di presa e della vasca di carico, adattamento alla portata e regolazione del macchinario, avverranno completamente in automatico tramite messaggi testuali sul telefono cellulare del gestore. Le revisioni del macchinario avverranno annualmente con un controllo dei principali componenti, ossia paratoie, sgrigliatore, valvola di macchina turbina, alternatore e trasformatore. Verranno verificate le soglie di allarme e le funzioni di arresto d emergenza e scatto automatico. Questo garantirà la massima efficacia e sicurezza d esercizio dell impianto. Come visibile dalle tavole di progetto l opera di scarico è stata prevista con adeguata protezione e comunque la velocità delle acque di rilascio è modesta e non determina erosione al piede. 4.1 Gestione dell esercizio Come indicato la gestione dell esercizio è per lo più automatizzata e quindi sarà necessario un controllo massimo di un operatore per circa una volta a settimana. Si verificherà quindi un traffico indotto dall opera di un automezzo leggero attraverso una strada in macadam esistente. Le caratteristiche dell impianto, unitamente alla sua collocazione, non determinano eventuali fattori sinergici con altri impianti posti a monte o a valle. 4.2 Rischio d incidente L unico rischio di incidente rilevante può essere determinato dalla rottura degli impianti meccanici. Si tratta di un rischio comunque remoto e che, qualora avvenisse, sarebbe subito evidenziato dai sensori di macchina e in automatico l impianto chiuderà la paratoia di monte e si azionerà il freno idraulico portando immediatamente in arresto l impianto. La coclea sarà protetta da una grata tipo orsogrill a maglia fine per impedire cadute sulle parti in movimento 7

8 8 In ogni caso nell intorno dell impianto saranno posti segnali monitori con particolare riguardo alle apparecchiature elettriche ( che sono tutte protette all internodi zone chiuse )

9 5. Piano di gestione e manutenzione delle opere Il presente piano di gestione e manutenzione delle opere che prevede, pianifica e programma l attività di manutenzione delle opere al fine di mantenerne nel tempo la funzionalità, le caratteristiche di qualità e l efficienza. Il piano deve prevedere un sistema di controlli e di interventi da eseguire, a cadenza temporale o altrimenti prefissate, al fine di una corretta gestione delle opere. I sistemi previsti per la gestione e manutenzione dell opera sono : sistemi di telecontrollo e sensori di monitoraggio, allacciamento rete elettrica esterna, presenza di sistemi oleodinamici, gruppi di generazione, sgrigliatore e modalità di smaltimento del materiale sgrigliato, modalità di gestione dell interrimento dell invaso e delle opere di presa. Il fermo eventuale dell impianto, sia che esso avvenga in automatico sia che esso avvenga per azionamento manuale, comporterà la chiusura della paratoia di regolazione/chiusura della derivazione posta sulla bocca di presa. Il fermo dell impianto verrà attivato invece in maniera manuale per l esecuzione delle necessarie operazioni di manutenzione ordinaria dell impianto. In questo caso verrà chiusa la paratoia di chiusura/regolazione della derivazione e verranno svuotati il canale di derivazione e la camera di carico. Il riavvio dell impianto sarà manuale, anche a seguito di un certo numero di tentativi di riavvio programmati ed attivati in automatico dal sistema elettronico non andati a buon fine. Le paratoie e gli organi di chiusura/regolazione saranno sottoposti ad attività di manutenzione ogni sei mesi, al fine di controllarne il loro grado di usura e funzionalità. Nel canale di derivazione, a monte della bocca di presa, verrà posizionato uno grigliato paratronchi in ferro, con la funzione di bloccare il materiale di grosse dimensioni (tronchi e rami). Verrà effettuata una pulizia bisettimanale o quando se ne renda necessario, andando ad asportare la materia organica raccolta e riposizionata più a valle del medesimo corso d acqua, così da non alterare l equilibrio naturale dello stesso. Riassumendo si sottolinea che attraverso il telecontrollo si andrà a monitorare l intero impianto idroelettrico, quindi: la turbina di cui si va a monitorare la temperatura dei cuscinetti, il numero di giri, la potenza prodotta; il trasformatore (di cui si andrà a monitorare la temperatura dell olio); il generatore (di cui si andrà a controllare l eventuale surriscaldamento dei cuscinetti, la temperatura degli avvolgimenti); la portata derivata (attraverso i misuratori di portata); il livello dell acqua sulla soglia del DMV; il grado di apertura della paratoia di chiusura/regolazione della derivazione; la presenza di rete ENEL ed il cos Ø Le operazioni di manutenzione potranno subire intensificazione anche sensibile in relazione alla portata del fiume. 9

10 6. Controllo della portata idrica Per la misura della portata sono previsti misuratori idrometrici posizionati presso l opera di presa, la condotta forzata e la restituzione. In particolare il misuratore presente presso l opera di presa permetterà informazioni puntuali in merito ai volumi di risorsa idrica presenti presso il tratto di corso d acqua oggetto di intervento nel corso dei 12 mesi. 6.1 Problemi all opera di presa I problemi riguardanti l opera di presa sono sostanzialmente legati all intasamento a causa di detriti e/o fogliame. Questi inconvenienti vengono normalmente risolti in fase progettuale in modo preventivo adottando opere di presa autopulenti o con sghiaiatori, come il caso in esame. Nel caso in cui l opera di captazione sia ostruita, i sensori che verranno installati saranno in grado di comunicare alla centralina elettronica che gestisce l impianto, l avvenuto malfunzionamento, il quale sarà risolto solo con l intervento del uomo. Normalmente esistono anche problemi legati all ostruzione dell apertura che garantisce il deflusso del DMV; nell impianto proposto le dimensioni dell apertura dovrebbero impedire il realizzarsi di questa eventualità che comunque sarà attentamente monitorata. Tendenzialmente comunque le possibilità di otturazione si verificano solo in caso di piena eccezionale, cioè quando il trasporto solido del fiume diventa consistente. In tale situazione però la quantità di acqua presente nell alveo è talmente superiore alle portate medie che, anche se si ottura l apertura del DMV, si attivano due procedimenti: per primo si aprirebbe la paratoia che controlla lo scivolo del trasporto solido; se questo non fosse sufficiente per far defluire tutta la portata fluviale, si abbassa completamente la paratoia mobile consentendo all acqua di oltrepassare la briglia su tutta la sua lunghezza. In questo modo avviene l autopulitura dell apertura. Si può anche ricordare che è previsto uno stramazzo per il troppo pieno nella camera di carico per evitare problemi legati alle piene (si vedano tavole tecniche contestualmente presentate). In sostanza, per questa tipologia di problemi, si può affermare che le ripercussioni sull uomo e sull ambiente sono praticamente nulle o comunque monitorabili e risolvibili. 6.2 Problemi alla condotta forzata La condotta forzata per il percorso di circa 220 metri si trova ad essere completamente interrata ad una profondità variabile in funzione del sito di cm dal livello del terreno. Questo elemento permette all acqua in pressione di raggiungere la centrale di produzione per far girare la turbina; gli inconvenienti possibili sono legati alla rottura parziale della condotta, che farebbe fuoriuscire l acqua in pressione andando ad allagare terreni fuori dall alveo naturale del corso d acqua. In fase previsionale questo tipo di problema viene analizzato con molta attenzione, dimensionando in modo adeguato lo spessore delle tubazioni, la qualità delle giunzioni e/o saldature in modo da poter resistere a sollecitazioni meccaniche ed idrauliche molto al di sopra di quelle normalmente presenti in caso di normale esercizio dell impianto. Nella remota ipotesi di una comunque possibile rottura o cedimento della tubazione (dovuto a fenomeni sismici etc..), ci sono dei sensori di livello e di velocità dell acqua che inviano i segnali alla centralina elettronica di comando dell impianto. Pertanto nel caso in cui la velocità dell acqua misurata in ingresso alla tubazione e quella misurata in prossimità del fabbricato centrale all ingresso della turbina fossero diverse, ci sarà il blocco della centrale con conseguente chiusura della paratoia in prossimità della camera di carico e della chiusura della valvola oleodinamica della turbina. Questa condizione permette il completo isolamento 10

11 della condotta forzata, la quale lascerà fuoriuscire attraverso l apertura accidentalmente creatasi solo la quantità d acqua presente al momento dell imprevisto all interno della tubazione. Le ripercussioni sull uomo e sull ambiente in questa categoria di problemi per il sito in esame sono minime, in quanto siamo distanti da centri urbani e da qualunque abitazione. 6.3 Problemi al fabbricato centrale e opera di rilascio All interno del fabbricato centrale possono avvenire fenomeni di allagamento o di rottura dei materiali o macchinari tecnologici in funzione al suo interno. I fenomeni di allagamento si possono verificare in caso di piene eccezionali oppure dovute alla rottura della tubazione all interno del fabbricato stesso; nel primo caso si affronta questo tipo di emergenze tramite un opera preventiva in fase di progettazione, infatti si predispone opere di salvaguardia spondale e sistemi di ostacolo all acqua in prossimità della costruzione; nel secondo caso si previene il guasto dimensionando in modo adeguato lo spessore delle tubazioni, la qualità delle giunzioni e/o saldature in modo da poter resistere a sollecitazioni meccaniche e idrauliche molto al di sopra di quelle normalmente presenti in caso di normale esercizio dell impianto. Nell eventualità di un comunque possibile allagamento, ci sono dei sistemi di sicurezza che isolano immediatamente la parte elettrica della centrale e chiudono la saracinesca di scarico dell acqua. Per evitare problemi all ambiente dovuti al deflusso dell acqua dall interno del fabbricato verso l esterno trascinando con sé oli ed altri materiali diluibili e inquinanti, sono previsti dei percorsi di scarico abbinati a pozzetti sgrassatori. Per tanto le ripercussioni sull uomo e sull ambiente in questa categoria di problemi per il sito in esame sono di medio impatto 6.4 Smaltimento dei rifiuti Per i rifiuti appartenenti alla categoria RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) L Italia è dotata di un D.Lgs n.151 del 25 luglio 2005 entrato in vigore il 12 novembre 2007, recepimento della Direttiva Europea WEEE-RAEE RoHS; sono state quindi recepite le direttive dell'unione Europea 2002/96/CE (direttiva RAEE del 27 gennaio 2003) e 2003/108/CE (modifiche alla 2002/96/CE del 8 dicembre 2003) e la 2002/95/CE (direttiva RoHS del 27 gennaio 2003). Il 29 febbraio 2008 è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la legge 31/2008 di conversione del DL 248/2007 ("milleproroghe") che conferma le proroghe in materia di RAEE. Il 6 marzo 2008 è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la "legge Comunitaria 2007" (legge 34/2008) contenente la delega al Governo per la riformulazione del D.Lgs 25 Luglio 2005, n. 151 al fine di dare accoglimento alle censure mosse dall'ue, con la procedura d'infrazione 12 ottobre 2006 per la non corretta trasposizione delle regole comunitarie sulla gestione delle apparecchiature elettriche ed elettroniche ricevute dai distributori all'atto dell'acquisto di nuovi prodotti da parte dei consumatori. 11

12 7. Ripristino dello stato dei luoghi Questo tipo di impianti ha una vita media ultradecennale e spesso sono oggetto di revamping tecnologico, ma ad ogni buon conto alla fine vita verranno demolite i muri esterni delle opere di presa, mentre potranno essere mantenuti tutti i muri prospicienti l alveo fluviale e aderenti all attuale muro stradale poiché essi garantiscono una protezione antierosiva delle sponde. All interno della centrale di produzione verranno smontate tutte le strutture metalliche, i grigliati, e verrà demolita la struttura in C.a. di alloggiamento dell impianto, gli spazi vuoti saranno chiusi mediante il riempimento dello stesso con materiale e ghiaia di fiume così da ripristinare lo stato dei luoghi antecedente all opera. Sarà assicurato il totale ripristino del suolo agrario originario, mediante pulizia e smaltimento di eventuali materiali residui, quali spezzoni o frammenti metallici, frammenti di cemento, ecc.. L intera area d intervento verrà idoneamente livellata e riprofilata. 8. Restringimento alveo fluviale Questo progetto è collocato a fianco dell alveo e non ne restringe la sezione, come già indicato nella relazione tecnica l opera di presa è realizzata mediante allargamento di una vecchia presa dismessa che serviva il mulino della fiumana, ora dismesso e convertito a civile abitazione. la sovrastante coppia di immagini mostra il punto dove va collocata l opera di presa. 12

13 Occorre inoltre precisare che il fabbricato dove saranno alloggiati gli inverter e il generatore saranno collocati ad una quota che è superiore a quella del livello della piena bicentenaria Y200 per la quale si rimanda alla relazione tecnica. 9. RELAZIONE ELETTRICA NORMATIVA Gli impianti saranno realizzati a regola d arte, come prescritto dalle normative vigenti, ed in particolare dal D.M. 22 gennaio 2008, n. 37. Le caratteristiche degli impianti stessi, nonché dei loro componenti, devono essere in accordo con le norme di legge e di regolamento vigenti ed in particolare essere conformi: - alle prescrizioni di autorità locali, comprese quelle dei VVFF; - alle prescrizioni e indicazioni della Società Distributrice di energia elettrica; - alle prescrizioni del gestore della rete; - alle norme CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano). Cablaggio elettrico Cablaggio con cavi EPR in passerella a filo / elemento strutturale e con cavi EPR in polifora Impianto di messa a terra Impianto di terra per strutture metalliche e per scaricatori Protezioni Protezioni contro il corto circuito a mezzo di interruttori automatici termomagnetici e fusibili coordinati con la portata dei cavi Protezione contro i contatti diretti con isolamento elettrico Protezione contro i contatti indiretti con interruttori automatici coordinati con la resistenza dell'impianto di terra Generatore Il generatore selezionato è dotato di protezione antideflagrante e presenta livello di pressione acustica variabile in funzione della frequenza, in particolare per frequenza comprese tra i 50/60 Hz a 62,0/66,0 DB 13

14 Qui sopra le principali caratteristiche tecniche. INVERTER L inverter è costituito essenzialmente da : Interruttore Filtro EMI Contattore di rete Trasformatore trifase a secco Filtro L-C Inverter AFE trifase ad IGBT Filtro C Inverter trifase ad GBT lato generatore Contattore lato generatore I contattori sono comandati per mezzo di un circuito di sicurezza Di seguito si riportano le caratteristiche tecniche 14

15 10. CONNESSIONE ALLA RETE Il proponente ha richiesto ad Enel Distribuzione un preventivo di allaccio alla rete elettrica nazionale. L ente, a seguito di sopralluogo ha predisposto il seguente preventivo Indirizzo: Via Idice sn Monghidoro Comune : Monghidoro (BO) Codice POD: IT001E Codice presa: Codice fornitura : Prevedendo che il presente impianto sarà allacciato alla rete di distribuzione tramite linea in BASSA TENSIONE dedicata da cabina secondaria M. Grillara esistente. La soluzione TICA n T ( in stralcio allegata alla presente ) prevede : - Linea aerea in conduttore precordato in alluminio 70 mm 2, compresi sostegni e fondazioni puntuali 140 m.l. - Linea in cavo sotterraneo in alluminio 10 mm 2 su strada asfaltata - Armadio stradale di derivazione 15

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17 La linea colorata in verde rappresenta la nuova linea elettrica di connessione in aereo (due pali ) in bassa tensione. La linea colorata in rosso è la nuova linea elettrica di connessione in scavo sotterraneo ( è necessaria poiché sottostante la linea di Alta tensione ) e il punto rosso è il punto di consegna Qui di seguito l immagine presa durante il sopralluogo con Enel da sopra il ponte stradale nel punto indicato con la freccia arancione 17

18 Qui di seguito la planimetria con il punto di arrivo della nuova linea BT in aereo in colore verde e il pallino giallo indica l ultimo palo che sta al termine della nuova linea Di seguito si riporta infine lo schema elettrico unifilare dell impianto 18

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20 11. SPECIE ITTICHE RILEVATE Le specie ittiche presenti nelle acque del territorio oggetto d intervento risultano essere le seguenti, secondo dati bibliografici e altri provenienti da rilievi diretti sul campo effettuati per la stesura della Carta Ittica Regione Emilia Romagna 1992 Ass. Agric. Alimentaz. Le seguenti specie: Trota fario (Salmo trutta trutta), Rovella ( Rutilus rubillo), Vairone (Leuciscus souffia), Lasca (Chondrostoma genei), Barbo comune (Barbus plebejus), Barbo canino (Barbus meridionalis) molto localizzato, Carpa (Cyprinus carpio) introdotta dall'asia mediorientale, Cobite (Cobitis taenia) ora molto raro, Ghiozzo (Padogobius martensi), Anguilla (Anguilla anguilla). Quest'ultima specie, benchè presente in diversi corsi d'acqua emiliano romagnole,è sensibilmente diminuita nel tempo, ma viene in ogni modo ancora catturata dai pescatori più abili con una certa frequenza. Nei sopralluoghi effettuati non sono state rilevate specie alloctone ne si hanno notizie di esse dai pescatori locali. la Commissione ittica locale per il fiume Reno (art. 6, L.R. n. 11/2012) nella seduta del 26 febbraio 2014 ed elaborato le proposte avanzate dalle Commissioni ittiche di zona che operano sulla base di una suddivisione del territorio provinciale in sottobacini idrografici di gestione relativamente al programma ittico La stesura del testo è stata articolata sviluppando, tra i punti prioritari definiti dalla legge n. 11/2012, articolo 5, solo i temi che trovano concreta attuazione nella realtà bolognese. In detto documento vengono riassunti i seguenti periodi di divieto di pesca: si riporta di seguito la tabella pubblicata: Tabella: specie ittiche autoctone segnalate in Provincia di Bologna e relative misure di protezione; In grassetto le specie trattate di seguito nel testo. * indica una misura di protezione più restrittiva adottata nella Provincia di Bologna rispetto a quella fissata dalla normativa regionale; ** indica specie di particolare interesse conservazionistico. 19

21 Come visibile, nel periodo di massima secca del fiume ( luglio e agosto ), periodo nel quale si prevede di realizzare l opera, non ci sono divieti di pesca, questo molto presumibilmente potrà essere considerata come una maggiore tutela per garantire la riproduzione e ripopolamento delle specie presenti. I periodi di ferma infatti generalmente coincidono con il periodo riproduttivo. specie misura minima (cm) periodo di divieto limitazioni quantitative alborella anguilla** 30 barbo comune 20 * 1/4-31/5 barbo canino** 20 * 1/4-31/5 carpa 30 15/5-30/6 cavedano 16 cobite** gambero di fiume 1/1-31/12 ghiozzo di fiume** 1/1-31/12 gobione lasca** 1/2-31/5 * luccio 70 * 15/12-15/4 persico trota 16 persico reale 16 1/4-31/5 pigo 18 rovella salmerino 25 dalla prima domenica di ottobre all'ultima domenica di marzo 5 esemplari/giorno savetta scardola scazzone** 1/1-31/12 tinca 1/1 31/12* triotto** trota fario 22 dalla prima domenica di ottobre all'ultima domenica di marzo 5 esemplari/giorno vairone** 50 esemplari/giorno* Dalla bibliografia sopra enunciata e dalla presente tabella si possono ricavare con ottima approssimazione le specie presenti. Si allega alle presente una perizia ittiobiologica sulla tollerabilità della vite a coclea realizzata dalla ditta Ritz-Atro sul fiume Nethe in Germania. Potrebbe apparire a prima lettura che paragonare i risultati ottenuti su un fiume affluente del Reno in Germania con un fiume affluente del Reno Italiano abbia una scarsa attinenza ( al di l ha del nome ). In realtà, analizzando le specie presenti e analizzate in Germania si potrà riscontrare una forte similitudine, in particolare si ritrovano le medesime specie ad eccezione del Leucisco e del Temolo (una volta era presente solo sugli affluenti destri del Po ). Occorre precisare che il nome latino del Vairone è Leuciscus muticellus mentre parrebbe che la perizia citata faccia riferimento ad un altra sottospecie di vairone, pertanto, non disponendo di elementi più precisi, per prudenza lo si toglie dall analisi che si estrapola di seguito, si rimanda alla perizia per un maggiore dettaglio, di seguito si evidenzia come, escludendo i pesci non presenti ( Leucisco e il temolo ) solo 5 cavedani hanno riportato lesioni pari al 3,4% del totale dopo il passaggio attraverso la coclea 20

22 SPECIE DI PESCE NUMERO PASSAGGI Cavedano 63 5 Trota 31 Anguilla 22 Bardo 19 Gabione 8 Scazzone 3 TOTALE PESCI CON FERITE 21

23 12. SCALA DI RISALITA Il dispositivo si presenta spesso, schematicamente, come una successione di piccoli bacini adiacenti comunicanti, disposti su livelli crescenti, che, come gradini di una sorta di "scala", permettono ai pesci migratori di effettuare la risalita della corrente. Perché siano efficaci, le scale per pesci devono possedere alcune caratteristiche che ne condizionano il progetto. La portata d'acqua deve essere almeno pari al minimo deflusso vitale (DMV). Per migliorare l'accessibilità, evitando l'effetto "cruna dell'ago", deve essere posta una particolare cura nella collocazione, che deve essere in prossimità delle sponde del corso d'acqua, dove la velocità di deflusso è minore. Il punto di accesso deve inoltre essere quanto più vicino possibile all'ostacolo. Se l'ostacolo è in prossimità di una curva del fiume, i pesci che nuotano lungo o dentro la corrente arrivano all'ostacolo in prossimità della riva concava del meandro, quella più erosa, dove deve essere collocato il passaggio. Se lo sbarramento non è perpendicolare alle rive, i pesci in risalita tendono ad affollarsi nell'angolo acuto più a monte, che diventa il collo di bottiglia del sistema, in prossimità del quale, di conseguenza, va posizionato il passaggio. Poiché i pesci migratori sono guidati dalla percezione della corrente (rispetto alla quale, a seconda della taglia e delle abilità natatorie, essi nuotano all'interno o lungo i bordi), un fattore importante è la velocità dell'acqua in uscita dal passaggio, che dovrà essere sufficientemente intensa da invitare i pesci a percorrerla controcorrente: essa dovrà variare da un minimo di circa 1 m/s fino a un massimo dipendente dalle specie ittiche di cui si vuol permettere il transito[ (da 0,8 a 2 m/s secondo le linee guida FAO). Sono assai numerose le soluzioni adottabili, di seguito si riportano alcune soluzioni possibili, nell ordine: Scala a Bacini successivi, Scala Denil, Scala Rustica, Scala a bacini con apertura superficiale, Scala con fessure verticale e Scala con deflettori alle pareti 23

24 Al fine di dimensionare la scala occorre conoscere le capacità natatorie delle specie target. Capacità natatorie dell ittiofauna Una conoscenza fondamentale per la progettazione di un passaggio artificiale è quella relativa alla conoscenza delle capacità natatorie delle specie target, ovvero delle specie rilevate che si ritiene opportuno favorire. La capacità natatoria dei pesci dipende da vari fattori: innanzitutto è evidente che specie ittiche diverse, con morfologie e abitudini diverse, hanno capacità natatorie diverse e sono quindi in grado di effettuare determinati spostamenti in tempi differenti. Un parametro fondamentale è la dimensione del pesce: la velocità natatoria di un pesce è strettamente correlata alla frequenza dei colpi di coda e che la distanza percorsa con ciascun ondeggiamento del corpo corrisponde a circa 7/10 della sua lunghezza. Questa relazione è espressa con la formula: Ove: V = velocità natatoria massima, L = lunghezza del pesce, t= tempo di contrazione del muscolo. V = 0,7*L / 2*t Il tempo di contrazione del muscolo dipende anche dalla temperatura, nella considerazione che un muscolo freddo si contrae più lentamente di uno caldo, in dipendenza del fatto che i processi biochimici e fisiologici sono affetti dalle varie condizioni di temperatura. La situazione è comunque piuttosto complessa, per il fatto che i pesci riescono a mantenere la velocità massima di nuoto per periodi abbastanza brevi; ciò dipende dal fatto che i muscoli impiegati dal pesce per il nuoto sono differenti: così la velocità cosiddetta di crociera (una velocità inferiore a quella massima e che può essere mantenuta per lunghi periodi) è sostenuta dalla muscolatura aerobica, quella in cui la quantità di ossigeno consumata dalle cellule muscolari è uguale o inferiore a quella disponibile. Durante gli scatti, i pesci impiegano la muscolatura anaerobica in cui viene consumata una quantità di ossigeno superiore alle disponibilità dell organismo, utilizzando il glicogeno contenuto nelle cellule che viene trasformato in acido lattico. Gli scatti, e di conseguenza la velocità massima, possono essere mantenuti quindi per tempi alquanto brevi e, soprattutto, sono necessari tempi 24

25 piuttosto lunghi per ricostituire le quantità di glicogeno consumate. Al momento della progettazione di un passaggio per pesci si debbono indicare le dimensioni medie delle specie target in modo da identificarne, in linea di massima, le capacità natatorie e dimensionare, intorno ad esse, il funzionamento idraulico dell opera, in modo che risulti percorribile contro corrente. Poiché la bibliografia disponibile riportata nel presente studio ha dimostrato che non esistono specie alloctone da scoraggiare, occorrerebbe una scala personalizzata per ciascuna delle specie presenti e sopra citate. In buona sostanza, il dimensionamento delle feritoie e dei passaggi tecnici delle scale complesse devono essere dimensionate in funzione della specie che si vuole agevolare. La formula utilizzata in questi casi è la seguente : Ove P/V [W/m3] = (9810 x Q x ΔH) / ( L x B x Tmoy ) 25

26 P/V = Potenza di dispersione (W/m 3 ) Q = flusso nella scala (m 3 /Sec) ΔH = caduta tra due bacini (m) L = Lunghezza del bacino (m) B = Larghezza del bacino (m) T moy = profondità media dell acqua nei bacini (m) Il valore della potenza di dispersione massima per unità di volume d acqua nei bacini (P/V) varia al seconda delle specie, per i salmonidi sono suggeriti valori di 200 W/m 3 e di 150 W/m 3 per le alose. Il range tipicamente utilizzato è compreso tra 100 e 200 W/m 3 per rendere compatibile la scala con le capacità natatorie dei pesci di minori dimensioni. Poiché pare allo scrivente, che la soluzione della scala rustica semplice sia quella che meglio si integra con la tipologia di alveo presente nell area di studio ed inoltre non agevola nessuna delle specie presente consentendo quindi una sorta di pari opportunità a tutte le diverse razze ittiche presenti, si ritiene che sia quella da proporre nel presente progetto. Rampa con profilo a bacini successivi ( da Gebler, 2007) La scala rustica è caratterizzata da una rampa con fondo in pietrame o cemento armato in cui il dislivello è ripartito in bacini con l utilizzo di soglie, realizzate con pietrame di dimensioni maggiori di quello usato per il fondale; il comportamento idraulico avviene come in un passaggio tecnico pool and weir (a bacini successivi), almeno con la portata ottimale di funzionamento. La pendenza di fondo può variare tra il 5 e il 20%. Poiché nel presente caso la portata presente sulla scala è pari al 100% del DMV, sarà sufficiente verificare se la potenza di dispersione è compatibile con i valori sopra riportati, visto che il dislivello non deve essere superiore a 25 cm (ΔH) per non scoraggiare pesci di piccola dimensione, i bacini hanno una larghezza di cm 50 ( L ), e una distanza tra l uno e l altro di 65 cm (B) e la profondità media dell acqua nei bacini è pari a cm 15 (T moy ) applicando la formula sovrastante otteniamo un valore di potenza di dispersione pari a P/V [W/m 3 ] = 109 Valore compatibile con le indicazioni fornite dalla (scarna ) bibliografia reperita. - In allegato perizia ittiologica a firma Dr. Hartmut Späh Monghidoro Ottobre 2014 Ing. Alberto Mezzini Firmato digitalmente 26

27 Perizia ittiologica sulla tollerabilità della vite perpetua a forza idraulica protetta da brevetto e prodotta dalla ditta Ritz-Atro Pumpenwerksbau GmbH. Perizia ittiologica sulla tollerabilità della vite perpetua a forza idraulica protetta da brevetto e prodotta dalla ditta Ritz-Atro Pumpenwerksbau GmbH. Committente: Ritz - Atro Pumpwerksbau GmbH Max-Brod-Str Nuernberg Elaboratore: Dr. Hartmut Späh Rudowerstr Bielefeld 1/16

28 Perizia ittiologica sulla tollerabilità della vite perpetua a forza idraulica protetta da brevetto e prodotta dalla ditta Ritz-Atro Pumpenwerksbau GmbH. INDICE 1. Introduzione e descrizione delle problematiche 3 2. Principio di funzionamento delle coclee o viti perpetue a forza idraulica Vite perpetua a forza idraulica in Höxter-Godelheim (D) 4 4. Spettro delle specie di pesci del fiume Nethe (D) 4 5. Metodologia Pesca attraverso scarica elettrica Esecuzione dell esperimento 5 6. Risultato della prova Anguilla Temolo Trota comune Pesce persico Cavedano 9/ Ghiozzo Scazzone Leucisco Leucisco rosso 13/14 7. Discussione e sintesi 14/15 8. Letteratura 16 2/16

29 Perizia ittiologica sulla tollerabilità della vite perpetua a forza idraulica protetta da brevetto e prodotta dalla ditta Ritz-Atro Pumpenwerksbau GmbH. 1. Introduzione e descrizione della problematica Impianti di sbarramento e di turbine in genere rappresentano un ostacolo enorme ed un punto di pericolo non solo per pesci risalenti bensì anche per quelli migranti. (BERG BERTRAM RABEN 1957). In particolare la protezione dell anguilla come specie di pesce migrante catadroma richiede pertanto la soluzione del problema: sfruttamento dell'energia idraulica e migrazione di pesci. Attualmente esiste ancora una grande lacuna nella conoscenza del comportamento dei pesci durante la migrazione e alla loro reazione ad impianti di protezione. (DVWK 1997) Centrali idroelettriche di qualsiasi tipo rappresentano un impedimento per le migrazioni di pesci a scopo di deposizione delle uova. In prima linea si pensi all'anguilla europea che s'incontra in numerosi fiumi poiché subisce molti danni attraverso le turbine Kaplan o Francis migrando per deporre le uova. L'anguilla appartiene a una specie di pesce catadroma il che significa che questi animali passano 10 anni in acqua dolce per nutrirsi e poi migrano verso il mare del nord. In questa fase si chiamano anguille lucenti (Blankaal). Successivamente continuano la loro migrazione verso il triangolo delle Bermuda (Caraibi) dove depongono le uova e muoiono. Oltre all'anguilla ci sono però altre specie, tipiche della migrazione come la trota del mare, il salmone o la lampreda di fiume che sono minacciate da impianti idroelettrici. La vite perpetua per trasporto d acqua o coclea d'archimede è conosciuta sin dall'antichità. Viene usata oggigiorno soprattutto per sollevare acque di scarico in impianti di depurazione e per il prosciugamento di terreni. All'inizio degli anni 80 fu sviluppata una macchina motrice invertendo dal punto di vista energetico il suo funzionamento, la vite perpetua a forza idraulica. La ditta Ritz-Atro produce da alcuni anni queste coclee o viti perpetue a forza idraulica che specialmente in opere di sbarramento in ruscelli e piccoli fiumi possono servire alla produzione di energia idroelettrica rinnovabile. Scopo di questa ricerca era di verificare la tollerabilità della fauna ittica ad una coclea a forza idraulica usata nel fiume Nethe a Höxter-Godelheim. Lo scopo particolare era anche di verificare la sua tollerabilità su molte specie di pesci con diversità in lunghezza. 2. Principio di funzionamento della vite perpetua a forza idraulica Le coclee possono essere applicate laddove si incontrano dislivelli di acque. Simile a una ruota idraulica (quella che utilizza un salto d'acqua) la coclea sfrutta l energia potenziale dell'acqua in posizione stazionaria. Con quantità d acqua compresa tra 200 e 5000 litri/sec le coclee possono essere utilizzate razionalmente con una altezza di caduta che varia da 1m a 8m. Il grado di efficacia è paragonabile a quello di una ruota idraulica e poco inferiore a quello delle turbine. Vengono saldate in maniera continua tre ali di coclea ad ambi i lati di un albero cavo rigido non flessibile (tubo portatore o albero). Ai punti estremi dell albero vengono inseriti tappi ermetici unitamente agli alberi di flangia dove vengono avvitati i cuscinetti. 3/16

30 Perizia ittiologica sulla tollerabilità della vite perpetua a forza idraulica protetta da brevetto e prodotta dalla ditta Ritz-Atro Pumpenwerksbau GmbH. Le pale della coclea e tutto il corpo girante viene assemblato in maniera tale da garantire una forma cilindrica unitamente ad ottime qualità di avvitamento. Il cuscinetto della coclea è costruito nella parte superiore come cuscinetto fisso e nella parte inferiore come cuscinetto staccato (non collegato) Tutta l'unità si gira in un recipiente (trogolo) che è adattato alla coclea stessa. Secondo l'uso e le condizioni di costruzione possono essere create diverse forme del recipiente/trogolo. Il più frequente é un recipiente (trogolo) di cemento armato. Il senso di rotazione della coclea a forza idraulica e quello in senso orario osservando dalla parte superiore verso la parte inferiore dell impianto. Il funzionamento della coclea a forza idraulica è molto semplice. L'acqua entra al punto superiore del recipiente/trogolo nella coclea a tre comparti o giranti che viene avviata da un motore (avviamento/inizio) I diversi compartimenti tra la coclea ed il trogolo formano singole camere in cui l'acqua entrante spinge grazie alla fora di gravità della terra creando un principio di rotazione. Ad ogni rotazione, il contenuto di una camera viene spostato, passo a passo più in basso. Tutto questo si ripete finché è sfruttata l'energia data dal peso stazionario dell'acqua. Il numero di giri della coclea a forza idraulica varia tra 20 e 70 giri al minuto a seconda del diametro della stessa. L'energia prodotta dalla rotazione dell albero della coclea viene trasmessa attraverso un moltiplicatore a cinghia trapezoidale ad un motore asincrono di corrente trifase o a un motore generatore. 3. La coclea a forza idraulica a Höxter-Godelheim Per produrre energia rinnovabile, nel 2000 la ditta Peters Ökofisch & Co KG a Höxter-Godelheim ha installato una coclea a forza idraulica della ditta Ritz-Atro presso un impianto di sbarramento del fiume Nethe. La coclea ha lo scopo di sfruttare meglio le rimanenti quantità d acqua del fiume Nethe e allo stesso tempo di permettere ai pesci, nella cerchia dell'impianto, di scendere senza ostacoli dal bacino superiore a quello inferiore. La coclea ha un diametro esterno di 1380mm, un diametro del tubo di 711,2mm e una lunghezza di lavoro di 8440mm. Essendo posizionata ad un angolo di 30, la capacità di assorbimento d acqua è di 615 l/sec, l altezza di caduta è di 3,97 m ed il rendimento del generatore all'albero è di 18,5 kw. 4. Spettro delle specie di pesci del fiume Nethe (D) Secondo la suddivisione ittiobiologica, il fiume Nethe va caratterizzato nella cerchia di Höxter- Godelheim come fiume atto alla pesca. Si tratta di una regione in cui si trovano particolarmente temoli che vengono accompagnati da altre specie come la lampreda di ruscello, il temolo, la trota comune, il scazzone, il Neomacheilus barbatulus (lat.), l'anguilla, il cavedano, il lecisco comune e il lecisco rosso. Il fiume Nethe viene trattato dagli autorizzati all'esercizio della pesca come una area d acqua per pesci salmonidi, e viene secondo le informazioni presenti utilizzato per il rilascio di trote comuni. Nel progetto di reintegrazione di pesci migranti in Renania Settentrionale Westfalia, il fiume Nehte al di sopra di Höxter-Godelheim viene utilizzato da qualche anno per l immissione di uova e di avannotti di salmone. 4/16

31 Perizia ittiologica sulla tollerabilità della vite perpetua a forza idraulica protetta da brevetto e prodotta dalla ditta Ritz-Atro Pumpenwerksbau GmbH. Nell'agosto 1999 sono stati eseguiti in più posti di prova nella cerchia di Höxter-Godelheim pescate elettriche (SPÄH 2000). In questo modo si è potuto controllare le seguenti specie di pesci, riportati nella prossima tavola. L'elenco di pesci constatati nel 1999 comprende otto specie di pesci diversi, il che è una quantità sufficiente per realizzare un esame sensato della ittiotollerabilità della coclea a forza idraulica. anguilla temolo trota comune barbo cavedano scazzone gobione leucisco rosso Erano presenti dunque le tipiche specie di pesci migranti quali l'anguilla e la trota comune. Specialmente l'anguilla, come già menzionato nell'introduzione è minacciata in modo estremo per il suo ciclo di vita come pesce migrante dalle centrali idroelettriche. 5. Metodi 5.1. Pesca elettrica I pesci destinati all esperimento furono raccolti dal bacino inferiore dell'impianto di sbarramento nella cerchia di Höxter- Godelheim. Fu adoperato il metodo della pesca elettrica perché questo metodo garantisce una registrazione soddisfacente e una raccolta dei pesci senza danni biologici. La pesca fu eseguita utilizzando una barca munita di apparecchio per la pesca elettrica Tipo DEKA 6000 e con due guadini con anodi. I pesci catturati furono messi in grandi vasche-contenitori e poi utilizzati il più rapidamente possibile per l sperimento Esecuzione dell esperimento Gli esperimenti furono eseguiti il 17 e 18 settembre 2001 a Höxter-Godelheim con presenza di una leggera acqua alta del fiume Nethe. Per poter registrare i pesci quantitativamente dopo il passaggio attraverso la coclea a forza idraulica, nella parte inferiore fu posizionato prima dell esperimento un cesto di rete metallica con fori di un diametro di 15mm. I pesci rimasero cosi dopo il passaggio attraverso la coclea a forza idraulica in uno spazio d acqua di un metro cubo circa e fu possibile prenderli uno ad uno. Prima dell esperimento furono catturati pesci a mezzo pesca elettrica furono individuati allocati alla specie e misurati arrotondando la lunghezza al cm. Inoltre furono esaminati a seconda delle malattie e delle ferite visibili dall'esterno. Il tutto fu protocollato. (vedi tavola allegata) 5/16

32 Perizia ittiologica sulla tollerabilità della vite perpetua a forza idraulica protetta da brevetto e prodotta dalla ditta Ritz-Atro Pumpenwerksbau GmbH. Successivamente i pesci furono immessi nell'acqua superiore a una distanza di 1m circa davanti alla coclea in funzione, da dove uno ad uno attraverso le camere riempite di acqua passarono dall'acqua superiore a quella inferiore. cambiamenti delle pinne ferite dell'opercolo della branchia necrotico epidemia rossa malattie delle scaglie tumori ferite ferite cicatrizzate Dopo il passaggio dei pesci fu spenta la coclea a forza idraulica. I pesci furono presi per mezzo di un apparecchio portatile per la pesca elettrica del Tipo DEKA Furono estratti dalla parte dell'acqua inferiore, esaminati di nuovo per eventuali ferite. Il tutto fu protocollato. 6. Risultati In tutto si sono potuti estrarre 158 pesci dalla Nethe che si suddividono in nove specie che si compongono secondo il numero di individui come segue: cavedano 63 trota comune 31 anguilla 22 barbo 19 leucisco rosso 8 gobione 8 scazzone 3 temolo 3 leucisco /16

33 Perizia ittiologica sulla tollerabilità della vite perpetua a forza idraulica protetta da brevetto e prodotta dalla ditta Ritz-Atro Pumpenwerksbau GmbH. Poiché il fiume Nethe secondo la suddivisione ittiologica è un fiume di temoli sono stati trovati non solo pesci salmonidi (trota comune, temolo) bensì anche ciprinidi e specie che hanno una minore capacità di nuoto, come il cavedano, e il lecisco rosso. Inoltre con il scazzone e il gobione, anche le tipiche specie di piccoli pesci sono state considerate. Da menzionare come risultato positivo rimane il numero relativamente grande di anguille, poiché questa specie è particolarmente problematica in relazione a qualsiasi impianto idroelettrico. Nei seguenti capitoli si danno, in maniera separata, commenti dei risultati dell esperimento per le singole specie di pesci Anguilla Per l esperimento ci si poté avvalere di 22 anguille di una lunghezza compresa tra 36 cm e 58 cm. I risultati sono visibili nella seguente tavola: specie di pesce Lunghezza (cm) sintomi di lesioni Anguilla Anguilla Anguilla Anguilla Anguilla Anguilla Anguilla Anguilla Anguilla Anguilla Anguilla Anguilla Anguilla Anguilla Anguilla Anguilla Anguilla Anguilla Anguilla Anguilla Anguilla Anguilla Tutte le anguille rimasero illese dopo essere passate attraverso la coclea a forza idraulica. Il tentativo di far passare anche anguille di una lunghezza inferiore ai 38 cm non riuscì poiché animali di questa lunghezza poterono passare nuotando al di sotto della rete metallica che era fissata alla parte inferiore dello specchio d'acqua. 7/16

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