Prefettura - Ufficio Territoriale del Governo di Arezzo

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1 Prefettura - Ufficio Territoriale del Governo di Arezzo Tavolo Provinciale Sicurezza e Legalità Progetto Cultura della Legalità e della Sicurezza L AZIONE DELLA PREFETTURA TRA LEGALITA E PREVENZIONE Incontro conclusivo 25 maggio Prefettura di Arezzo

2 NOTA INTRODUTTIVA A cura di Antonio Falso Vice Prefetto Aggiunto Dirigente area IV Prefettura di Arezzo Sono stati ben 17 gli interventi della Prefettura svolti da 2 dirigenti prefettizi e 3 assistenti sociali che hanno incontrato circa 400\ studenti delle scuole superiori di Arezzo, Castiglion Fiorentino e Cortona. Scopo dichiarato degli incontri era quello di descrivere le normative in materia di sostanze vietate, sia il divieto di assunzione di stupefacenti che l abuso di alcol e droghe nel codice della strada. Ovviamente la spiegazione della normativa ha fornito l occasione per spingere i ragazzi ad una riflessione sull importanza di corretti stili di vita soprattutto in relazione alla tendenza a mettere in atto comportamenti trasgressivi, così diffusi tra i giovani e sui quali si volge l attenzione a l attività del Tavolo per la sicurezza e la legalità. Gli incontri si sono svolti con modalità di approccio articolate, mai scontate, ma declinati secondo i bisogni dei ragazzi ed elasticamente sviluppati in modo da evitare un impatto di tipo frontale. Ai ragazzi sono stati forniti spunti di riflessione senza i quali la semplice conoscenza delle norme non potrebbe produrre alcun frutto. Sono stati esposti gli strumenti per una scelta consapevole di stili di vita impostati a canoni di legalità, sicurezza e salubrità, con l analisi delle conseguenze dei comportamenti devianti e trasgressivi. Anche grazie al lavoro preparatorio svolto dai docenti che sono riusciti a motivarli, abbiamo sempre trovato ragazzi pronti ad ascoltare e a discutere, capaci di instaurare con il relatore un dialogo che non è risultato mai banale. È stato sorprendente- ma non poteva essere diversamente vista la sua complessitàconstatare quanto sia poco conosciuta la normativa sugli stupefacenti e quanto poco siano esplorate le motivazioni alla base dei cosiddetti comportamenti a rischio. Visto l interesse che si è potuto registrare, va senz altro incoraggiato il lavoro di andare nelle scuole ad offrire l occasione di apprendere, ma anche di analizzare e ragionare insieme su temi che oggi sembrano sfuggire dal contesto della famiglia e della scuola stessa. Gli incontri, inoltre, hanno permesso un proficuo avvicinamento tra gli adolescenti e le misteriose istituzioni rappresentanti di un mondo per loro misconosciuto nel quale operano invece delle persone normali che hanno come obbiettivo di lavorare per il bene comune, al servizio della collettività di cui i giovani sono parti importanti, anzi preziose. La cultura della legalità passa anche attraverso le scelte consapevoli che un soggetto può compiere quando possiede gli strumenti della conoscenza delle norme, delle motivazioni e delle conseguenze del suo operare. E questo percorso di responsabilità è quello su cui gli Enti e le Istituzioni di questo Progetto dovranno continuare ad impegnarsi.

3 RIFLESSIONI SUI CONSUMI DI SOSTANZE LEGALI ED ILLEGALI E SUGLI STILI DI VITA LEGATI AL DIVERTIMENTO Contributo a cura degli Assistenti Sociali della Prefettura di Arezzo M.Romizi, V.Mafucci, R.Lazzeri Premessa Prima di restituire i risultati degli interventi effettuati in alcune classi di istituti superiori dal Servizio Sociale di questa Prefettura, è necessario fornire alcune precisazioni. La prima di queste attiene al carattere sperimentale dell azione svolta: si tratta infatti, per noi Assistenti Sociali occupati in Prefettura, della prima esperienza maturata in questo ambito poiché negli anni precedenti erano stati investiti da questo incarico i soli dirigenti di settore. Per questo siamo grate a chi ha deciso di allargare il numero degli operatori coinvolti, invitandoci alla partecipazione. La seconda precisazione riguarda la definizione degli obiettivi da raggiungere e l impostazione del nostro intervento, l accezione attribuita ai termini sicurezza e legalità, l approccio utilizzato con gli studenti. Quando infatti siamo state coinvolte in questo progetto ci siamo domandate con quale modalità/impostazione avremmo potuto affrontare l argomento, in che modo la nostra formazione ed esperienza di lavoro avrebbe potuto esserci utile considerando che la parte giuridica rappresenta solo una componente del nostro bagaglio formativo e professionale che comprende maggiormente discipline e competenze rivolte all aiuto e alla promozione delle risorse personali. Tuttavia, anche nel nostro contesto di lavoro, la Prefettura, e del mandato che la legge ci attribuisce, sono presenti componenti diverse: in conseguenza infatti della violazione del divieto di possedere sostanze stupefacenti, abbiamo, nei confronti della persona segnalata dalle Forze dell Ordine per questa irregolarità, un compito sia di controllo, di richiamo alla regola infranta, sia di aiuto che si concretizza nell ascolto e comprensione delle ragioni, impulso verso un possibile cambiamento ed in alcuni casi accompagnamento verso percorsi di recupero. Questi due aspetti, a prima vista contrastanti, possono coesistere quando, a partire proprio da un evento illegale è possibile creare con la persona uno spazio di riflessione in cui leggere più in profondità le ragioni di determinati comportamenti che dietro un apparente situazione di tranquillità e normalità possono nascondere stati d animo di disagio e malessere. Controllo e aiuto, ovvero legalità e riflessione/consapevolezza dei propri rischi, sono stati pertanto i nostri punti di riferimento anche negli interventi effettuati nelle scuole che sostanzialmente hanno mirato al raggiungimento dei seguenti obiettivi: avvicinare gli studenti alle Istituzioni cercando di avviare e stimolare un dialogo, riducendo quindi distanze e preconcetti, dare informazioni sulle normative riguardanti l uso delle sostanze stupefacenti, sollevare dubbi e perplessità circa eventuali stili di vita e di divertimento. Abbiamo pertanto proposto agli studenti incontrati di parlare di legalità attraverso il racconto di brevi storie di vita di ragazzi, a volte loro coetanei, che avevano infranto la

4 legge e per questo si erano trovati a dover affrontare il colloquio in Prefettura, con l assistente sociale, come previsto dalla normativa attuale. La lettura della storia, lo stato d animo di condivisione ed immedesimazione nel vissuto degli altri, superando i confini della propria individualità, ha suscitato in maniera molto naturale negli studenti incontrati commenti, emozioni, riflessioni sulle proprie esperienze, sulle rappresentazioni personali legate al mondo del divertimento e dei possibili rischi connessi all utilizzo di sostanze psicoattive. Metodologia Raccontare e ascoltare storie è un attività da sempre connaturata all uomo, risponde al bisogno universale di farsi sentire di essere accettati, capiti, al tempo stesso di riconoscersi e farsi riconoscere dagli altri, bisogno mai appagato. Le storie rispondono alla necessità di contrastare la nostra finitudine, abbiamo una sola vita.ma attraverso le storie degli altri possiamo moltiplicare le nostre vite e trascendere i confini della nostra singolarità. Le storie assurgono anche al fine della testimonianza, nel suo significato letterale storia deriva dal verbo orao io vedo: le storie sono ciò che è accaduto o che può accadere, serbano la memoria al fine di tramandare l ammaestramento. Anche nelle storie più fantastiche c è un fondo di realtà, perché da esse traspaiono le possibilità, i desideri, le paure. Raccontare una storia in un gruppo è molto diverso dal leggerla da soli in una stanza, narrare una storia agli altri significa metterla in comune, il suo significato si realizza nell interpretazione dei soggetti presenti, si prolunga nelle loro vite, si trasforma nelle loro riflessioni si intreccia con le loro esperienze. Ascoltare la storia di qualcuno significa mettersi in relazione, esporsi esplicitamente, è difficile rimanere indifferenti. Le storie degli altri ci chiamano, ci interrogano, al tempo stesso ci danno risposte, ci aprono possibilità. Così i nostri racconti non hanno mai lasciato indifferenti chi si è trovato ad ascoltarli. I personaggi delle nostre storie, con i loro nomi di fantasia, Stefano, Giovanni, Amelì, Leonardo, Francesco, sono usciti dalle righe scritte e si sono seduti in cerchio con noi, e per molti è stato naturale parlare, esporsi in prima persona, portare la propria esperienza e a volte anche fare uscire i fantasmi che li incalzavano. Descrizione degli interventi svolti Si sono svolti nel totale 10 incontri della durata di due ore ciascuno distribuiti tra i mesi di marzo aprile maggio di quest anno. La metodologia di lavoro scelta, è stata quella di privilegiare il gruppo-classe, consapevoli che solo in un contesto ristretto e già strutturato avrebbe potuto ricrearsi quel clima necessario a raccontare vissuti ed esternare esperienze. Pertanto, in considerazione della peculiarità della situazione, il corpo insegnante è stato escluso dall intervento. Per questo motivo abbiamo scelto di utilizzare una disposizione a circolo che facilitasse sia la comunicazione che il contatto visivo. I soggetti destinatari sono stati gli studenti delle Scuole Medie Superiori dell l ITIS di Arezzo,dell L Istituto Professionale per l Industria e l Artigianato Margaritone di Arezzo e dell l Istituto di istruzione Superiore G. da Castiglione di Castiglion Fiorentino:

5 Gli incontri si sono così distribuiti: n. 3 interventi con le classi V dell ITIS di Arezzo n. 2 interventi con le classi prime del Liceo socio pedagogico di Castiglion Fiorentino n. 1 intervento con la classe prima del Istituto Professionale di Castiglion Fiorentino n. 1 intervento con la classe V dell Istituto Professionale di Castiglion Fiorentino n. 3 interventi con le classi IV e V dell Istituto Professionale per l Industria e l Artigianato Margaritone di Arezzo. Ogni incontro, cui hanno partecipato due assistenti sociali della Prefettura di Arezzo, è stato strutturato in due parti : nella prima parte c è stata la lettura di una storia di vita con un caso di segnalazione per art 75 scelto tra quelli giunti al nostro NOT, nella seconda il contenuto emerso spontaneamente dal confronto con gli studenti è stato inserito in una lettura attorno ai temi sui fattori di rischio e i fattori di protezione, riguardanti l uso di sostanze psicoattive. Al termine è stato chiesto ad ogni studente di compilare un questionario sull attività svolta per esprimere sia il gradimento degli argomenti trattati che l eventuale richiesta di approfondimento di quelli emersi. Considerazioni sull attività svolta: punti di forza, criticità e prospettive future L aspetto che maggiormente ci ha colpito è stato l interesse suscitato negli studenti incontrati dalla lettura delle storie di vita che si è manifestato prima di tutto attraverso un attenzione silenziosa, nonostante a volte fossero presenti condizioni avverse: spazi limitati, orari spezzati, e/o composizione del gruppo classe particolarmente numerosa. La lettura della storia di vita ha suscitato negli studenti molte reazioni: da un primo giudizio sommario e/o di minimizzazione, all esplorazione di tutti gli aspetti connessi con la narrazione riportata (familiare, sociale, lavorativa, delle relazioni in senso stretto) fino al racconto di alcuni vissuti ed esperienze personali riguardo all incontro con il mondo delle sostanze. Inaspettatamente molti studenti si sono sentiti di condividere con il gruppo sia situazioni vissute personalmente, sia dubbi ed insicurezze legate allo stile di vita ed in particolare al tempo del divertimento. I temi che maggiormente sono ricorsi sono stati sia quello dell importanza del gruppo dei pari, come elemento di appartenenza/sostegno ma anche di condizionamento e iniziazione a comportamenti a rischio, sia quello del ruolo della famiglia nella crescita dell individuo. Anche per quest ultima sono stati considerati sia i suoi elementi di protezione: trasmissione di valori e di regole, funzione di sostegno emotivo e affettivo, ma anche quelli predisponenti all instaurarsi di forme di dipendenza tra i quali: la presenza di componenti con problemi di dipendenza, l assenza di regole chiare, forme eccesive di controllo, comunicazione disturbata. Con gli studenti più adulti, le V in particolare, non sono mancate sottolineature a volte anche accese sull ambiguità della legge che colpevolizza in maniera molto più marcata l uso di sostanze leggere rispetto all uso di alcol la cui detenzione è considerata lecita. L intensità dei contenuti raccolti e della partecipazione dimostrata avrebbero richiesto un ulteriore spazio dedicato all approfondimento del materiale emerso che purtroppo è mancato.

6 E proprio questo l elemento di maggiore criticità avvertito: a conclusione di quasi tutti gli interventi effettuati è infatti emersa la sensazione di aver lasciato in sospeso un percorso, di aver fatto emergere contenuti e racconti significativi senza aver avuto il tempo per rielaborarli adeguatamente. Consapevoli che gli obiettivi che ci eravamo prefissati di raggiungere rappresentano solo una prima opportunità per sviluppare un dialogo con una generazione di cui spesso ne vengono descritti solo gli aspetti di problematicità e non le potenzialità, riteniamo altresì che l esperienza maturata sia stata preziosa anche nella prospettiva di proseguire, in futuro, con progetti maggiormente articolati. Infine proprio nella prospettiva di una futura programmazione riportiamo alcune delle opinioni espresse dagli studenti nella parte finale del questionario, dove veniva chiesto loro l argomento ritenuto maggiormente interessante e quello da approfondire: mentre la narrazione della storia è ritenuta quasi all unanimità l argomento più interessante, per quello da approfondire i pareri si dimostrano diversificati soprattutto in relazione all appartenenza di genere. Mentre infatti tra i maschi prevale un interesse all approfondimento di temi legati alla legalizzazione delle sostanze e al passaggio dal consumo saltuario alla dipendenza, così come ai percorsi di recupero e riabilitazione, nel genere femminile è prevalso il bisogno di trattare argomenti attinenti ai disturbi alimentari, anoressia e bulimia e il consumo/abuso di alcol i cui vissuti personali sono stati oggetto di numerose riflessioni.

7 ABUSO DI ALCOOL E SOSTANZE STUPEFACENTI COME FATTORI DI RISCHIO DEGLI INCIDENTI STRADALI Contributo a cura di Alessandra Ponari, Viceprefetto Aggiunto, Dirigente Area III Prefettura di Arezzo Nell ambito del Progetto Provinciale Sicurezza e Legalità, ho svolto presso l Istituto Fossombroni di Arezzo n. 3 incontri con gli studenti delle classi quarte su un tema di particolare interesse per i giovani : Abuso di alcool e sostanze stupefacenti come fattori di rischio degli incidenti stradali. Come è noto, in Italia gli incidenti stradali costituiscono la prima causa di morte per i giovani dai 14 ai 30 anni e molti di essi trovano la loro principale causa in uno stato di alterazione psico fisica del conducente, spesso indotto dall abuso di alcool ovvero dall uso di sostanze stupefacenti o psicotrope. L obiettivo degli interventi educativi è stato duplice : da un lato, la sensibilizzazione degli studenti sul tema generale e la loro conoscenza delle norme fondamentali del Codice della Strada in materia di guida in stato di ebbrezza e sotto l effetto di sostanze stupefacenti (artt Codice della Strada e relative norme regolamentari); dall altro, l avvicinamento dei giovani alle istituzioni ed in particolare alle Forze di Polizia preposte ai controlli di polizia stradale. Ciò al fine di favorire la più ampia diffusione tra i giovani di quella cultura della legalità e della sicurezza che costituisce l obiettivo finale del Progetto. L esperienza personale nelle classi è andata ben oltre le aspettative : gli studenti si sono mostrati molto interessati all argomento e hanno partecipato attivamente agli incontri formativi, ponendo quesiti interessanti e confrontandosi in modo aperto e leale sia con la sottoscritta che con i docenti ed i compagni. Nell approccio al gruppo classe, alla tradizionale lezione frontale ho preferito il dibattito, cercando di stimolare l attenzione e la naturale curiosità dei ragazzi con esempi pratici, anche tratti dall esperienza concreta del mio lavoro, e presentando slides colorate, che hanno offerto molti spunti di approfondimento. Dopo questa prima positiva esperienza, auspico con sincero apprezzamento la prosecuzione del Progetto, con l attuazione di nuovi interventi educativi presso gli istituti scolastici della provincia, all insegna della legalità!

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